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Autore: MM_White    25/08/2016    3 recensioni
[Eric x Christina][Spoiler!]
Buio totale. Tabula rasa. Knock-out.
Non è un doposbronza come tanti altri quello che Christina deve affrontare. Aperti con difficoltà gli occhi, infatti, scopre di essersi svegliata accanto ad Eric, il capofazione sadico e spietato degli Intrepidi. Ma non sa assolutamente come diamine sia potuto accadere. E la sua vocina da Candida esige che venga scoperta la verità...
* * *
Dal capitolo 16:
«Che ci fai qui?» Chiedo affiancandolo. «Credevo che i Capifazione avessero delle palestre private.»
«Ne abbiamo, infatti.» Mi guarda con la coda dell'occhio. «Ma oggi avevo nostalgia di questa...»
«Nostalgia...» Ripeto. «Non ti sembra un sentimento troppo profondo per te, Eric? Sai, per abituarti potresti cominciare con qualcosa di più semplice. Con l'ammirazione, per esempio, oppure con...»
«Smettila.» Si scosta dal sacco e mi lancia un'occhiata caustica. «Okei, non avevo nostalgia di questa merda di posto. Sono qui solo perchè speravo di vedere te.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christina, Edward, Eric, Will
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Mi avvicino all'imponente stampa del Manifesto e sfioro le lettere leggermente sbiadite. É perchè di giorno il sole entra dalla finestra di fronte, andando a illuminare questa parete.
«Ti piace?» Chiede Eric, guardandomi con la coda dell'occhio.
«É bellissimo...»
«É sempre stato qui, da quanto ne so.»
Sorrido. «Scommetto che lo sai a memoria.»
Lo vedo sollevare un sopracciglio.
«Ti piace scommettere quando sei assolutamente sicura di non poter perdere, eh?»
«Qualcosa del genere.» Dico scrollando le spalle. «Allora?»

 

 


 

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29.
Trottola


 


 

 

Mi sveglio di soprassalto, aspirando più ossigeno che posso.
Mi manca l'aria.
Quando Will si avvicina alla mia branda sto ancora annaspando.
«Ehi, Chris... Tranquilla era solo un incubo...» Mi rassicura con un filo di voce.
«Sì, sì... Adesso lo so.»
«Maledette simulazioni. Questa iniziazione è a dir poco disumana.»
Scruto i contorni di Will nella penombra, ancora un pò spaesata per via del brusco risveglio.
«Scusa se ti ho fatto spaventare.» Mormoro.
«Non c'è bisogno di scusarsi.» Will solleva una mano e mi accarezza i capelli con movimenti lenti. «Anzi, se sapessi la verità mi odieresti.»
«Quale...» Comincio a dire con un nodo alla gola. «Quale verità?»
«Spero tutte le notti che tu abbia un incubo. Così ho una scusa per avvicinarmi a te.»
Le nostre voci aleggiano nel silenzio del dormitorio come il vociare di antichi fantasmi. Ma non sono i fantasmi a farmi paura, la notte, quando gli incubi sembrano assumere una consistenza reale. Non sono i fantasmi, no. Ma gli scheletri nell'armadio.
Will... Quanto male ti ho fatto? Possibile che tu riesca ancora a guardarmi negli occhi, possibile che tu sia ancora innamorato di me?
«Non ti odio...» Sussurro piano.
Oddio, dovrebbe essere lui ad odiare me, e non il contrario.
«É un ottimo punto su cui poter ricominciare.»
Ricominciare.
Questa parola mi spiazza come un fulmine a ciel sereno. Non credevo che con Will avessi ancora la possibilità di ricominciare.
Quando mi complicavo la vita cercando di capire le intenzioni di Eric, mentre annaspavo tra i pensieri contorti e intricati che nascevano nella mia mente, e mi facevo coraggio per non cedere, per non piangere, umiliazioni dopo umiliazioni, sommando sofferenze alle sofferenze (ultima su tutte: scoprire che Eric era sposato e ricevere spiegazioni così ingarbugliate che non ci ho ancora capito niente), ecco. Mentre accadeva tutto questo, una persona, nel silenzio, covava ancora il desiderio di ricominciare.
Quanto mi piacerebbe farlo. Gettarmi tutto alle spalle e rivivere la vita da zero.
La prima cotta, un bacio infantile, l'amore puro e sincero.
Will è una strada tranquilla. Un pò come passeggiare sereni sulla spiaggia tenendosi per mano.
Eric invece... Lui è un bosco di rovi. Lì nessuno ti tiene per mano e l'unico modo per andare avanti è lasciare che le spine ti feriscano.
Dalle palpebre scende mesta una lacrima.
«Mi piacerebbe tanto...» Ansimo lasciando che Will continui ad accarezzarmi il capo. «Ricominciare, intendo.»
«Allora perchè non lo facciamo?» Adesso il suo tono è euforico, più squillante.
Dal fondo della camerata giunge un lamento, poi un «se proprio non riuscite a controllarvi andate a farlo nel bagno».
Sento il viso avvampare bruscamente e, anche se è buio, scorgo l'imbarazzo sul viso di Will.
Ma invece di andarsere rimane immobile vicino al mio letto. Così io, dopo un pò, gli porgo la mano.
«Piacere, io sono Christina.»
Che stupida.
«Will.» Sussurra lui stringendomi la mano, anche se sembra un pò disorientato.
Sto mortificando il suo quoziente intellettivo. E umiliando il mio...
«Fa un pò strano presentarsi così.» Aggiunge con un risolino sommesso.
«Cosa pretendevi da un incontro al buio?»
«Di sicuro una cessa stratosferica. Quindi sono rimasto un pò deluso...»
«Quindi sei attratto dalle tipe brutte?»
«Sì, lo confesso. Le ragazze con i baffi mi eccitano da morire.»
Rido senza controllo, come non mi succedeva da tempo. Stare con Will mi rende serena. Non ho mai paura di dire quello che mi passa per la testa, non devo controllarmi o temere che ci scoprano.
Alle volte penso come sarebbero andate le cose se avessi scelto lui. Se sarei stata più felice. Ma è un pensiero passeggero.
Non poteva andare diversamente. No, perchè se Eric mi ha catturata, lo deve al fatto che io mi sono fatta catturare.
E poi chi l'ha detto che l'amore è facile. Se fosse stato facile non esisterebbero le pene d'amore. E di pene d'amore ne soffre il mondo intero.
Non poteva andare diversamente e basta. Perchè sono convinta che io ed Eric ci saremmo scontrati comunque, prima o poi. Magari fra qualche mese o qualche anno. Magari con due teste diverse e più mature. Ma lo avremmo fatto lo stesso. Avremmo incrociato lo sguardo passando per i corridoi, in un giorno qualunque della nostra vita, e avremmo capito che qualcosa sarebbe cambiato. Che noi dovevamo stare insieme. Magari non per sempre, ma per il tempo necessario a stravolgere le nostre esistenze.
Will mi accarezza ancora un pò il capo con le sue lunghe dita da Erudito. Sono chiarissime, precise. Sanno sempre quello che fanno.
«Meglio ritornare a dormire.»
«Sì.» Confermo, anche se mi sarebbe piaciuto addormentarmi con le dita di Will tra i capelli.
Ma che sto facendo? Io sono innamorata di Eric. Perchè mi vengono in mente certi pensieri?
Perchè Eric non c'è. Perchè quando ti senti fragile, vulnerabile, impaurita, non è Eric quello che ti rassicura. Non è Eric a sussurrarti parole di conforto nel buio. Non è lui a proporti di ricominciare, nonostante tutto.
«Will?» Lo chiamo quando ormai è già tornato sulla branda sopra il mio letto.
«Sì?» Lo sento sussurrare.
«É da tanto tempo che non parlavamo così, noi due...»
«E non sai quanto mi mancano, quei momenti.»
«Già,» confermo. «Mancano anche a me.»

 

*

 

Reggo Fiamma offrendole una spalla. All'inizio è stato un gioco da ragazzi, non essendo tanto pesante, ma adesso la fatica si fa sentire.
«Non potevi fingere di sentirti male appena prima di arrivare?» Ansimo.
«Uffa, te l'ho già spiegato!» Ribatte lei roteando gli occhi. «Non sarebbe stato realistico.»
«A me sembra che invece tu ti diverta a essere scorazzata in questo modo per tutta la fazione.»
«Ma parli sul serio? Ti sembra divertente farsi vedere in queste condizioni?»
«Almeno non appoggiare davvero tutto il tuo peso su di me.»
«Realismo, baby. Realismo.»
Scuoto il capo, rassegnata. Tanto siamo quasi arrivate.
Quando la porta dell'infermeria si apre, ci accoglie una ragazza con il camice blu. Sul cartellino, a caratteri cubitali, la scritta APPRENDISTA.
«Falla accomodare sul lettino, presto.» Mi ordina subito.
Faccio come dice per poi guardarmi rapidamente intorno.
Un'altra ragazza dal camice blu, con lunghi boccoli biondi che le scendeno a cascata sulla schiena, sta consultando dei fogli di fronte ad un enorme schedario. Dietro una tendina tirata, smossa appena dalla brezza che entra dalla finestra aperta, si scorge la sagoma di un uomo che sembra stia schiacciando un pisolino. E apparte gli esagerati gemiti di dolore di Fiamma, nella stanza regna il silenzio.
Non c'è nessuna traccia dell'energumena dai capelli rosa che accolse Eric un paio d'anni fa.
«Mi sembra che sia tutto apposto...» Afferma intanto l'apprendista, con un tono incerto.
«Cooosa?» Le sbraita contro Fiamma. «E questi lampi lancinanti che dalla testa mi scendono giù giù verso il cuore e poi ancora più giù?»
«Fiamma sta calma,» cerco di contenerla. «Stai disturbanto gli altri pazienti.»
Pazienti che stanno male per davvero, mi viene da pensare, ma ovviamente non posso dirlo.
«Me ne sbatto! Io potrei anche morire e questa bambinetta qui, che presume di potermi curare, ha appena affermato che le sembra tutto apposto! Le sembra, Chris, le sembra!»
«Termino l'apprendistato la prossima settimana! Sono in grado...» Cerca di ribattere la ragazza, chiaramente imbarazzata, ma ormai Fiamma è partita all'attacco.
«Termino l'apprendistato? Termino l'apprendistato? Per tutti gli Intrepidi corridori, io non ci sto ad affidare la mia preziosissima vita in mano ad una incompetente! Per cosa ci hanno preso, gli Eruditi, per cavie? Andate ad ''apprendere'' nella vostra fazione, maledizione! Lauren, dov'è Lauren?»
Lauren sarebbe l'infermiera dai capelli rosa?
«Okei, adesso basta...» Intimo Fiamma appoggiandole una mano sulla fronte. «Sta buona qui e lascia fare a me, ci penso io...»
«Sì, forse hai ragione,» mi concede lei, chiudendo gli occhi con fare teatrale e appoggiando il capo sul cuscino. «Tutta questa rabbia fa perdere di lucentezza la mia bellissima pelle. E poi come li conquisto gli uomini, io, se sembro un troll inacidito?»
«Vaneggia. Ha la febbre.» Dico rivolgendomi alla ragazza, che adesso sembra spaventata dai modi bruschi di Fiamma. «Forse sarebbe meglio prescriverle qualche farmaco e mandarla a casa.»
«A me no-non sembra che-che abbia la febbre...»
Fiamma riapre un solo occhio e le lancia uno sguardo torvo.
«Ho la febbre, ciccia. Te lo dico io. Adesso dammi quelle maledette supposte e levati dal...»
«Allora!» La rimprovero, stando attenta a non chiamarla per nome. «Ti sembra il modo di trattare una povera ragazza che sta solo cercando di aiutarti?»
Poi mi rivolgo di nuovo alla tirocinante.
«Ascolta, ieri sera era ubriaca da fare schifo e ha iniziato a correre per strada. Ricordi che ventaccio tirava? Ecco, lei non solo correva, e quindi sudava, ma lo faceva anche senza nulla addosso.»
«Nuda?»
Annuisco con aria grave.
«Completamente nuda, sì.»
«O-okei. Quindi oggi si è svegliata con la febbre.»
«Con la febbre a 39. Puoi scrivere questo su qualsiasi cosa tu debba compilare.»
«Va bene però ho bisogno dei suoi dati...»
«Certo, chiedimi quello che vuoi.»
«Ecco, in realtà dovrebbe rispondere personalmente la paziente.»
Senza aggiungere altro, abbassiamo entrambe lo sguardo su Fiamma che sta fingendo di essere caduta in un sonno profondo.
Come prevedeva il piano.
«Vuoi davvero svegliarla?» Chiedo alla futura infermiera.
«No di certo! Anzi, per non correre rischi sarà meglio spostarci sulla scrivania. Seguimi.»
Amo quando fila tutto liscio. Se ci fosse stata Lauren non credo sarebbe stato così semplice.
Mi accomodo su una sedia, con un sorriso stampato in faccia.
Sii gentile, sta tranquilla e vedrai che nessuno sospetterà qualcosa.
Mi accorgo subito che sulla scrivania non c'è nessun registro, o qualcosa di simile, ma solo una tastiera e un monitor.
La tecnologia ha raggiunto anche questo buco, a quanto pare.
«Nome?»
Guardo la ragazza, che ha le dita appoggiate appena sui tasti, pronta a digitare qualsiasi cosa le sto per dire.
«Ehm...»
Sto per commettere un'infrazione, ne sono sicura. Ma quali potrebbero essere le conseguenze se dovessi essere scoperta? Improvvisamente, vengo assalita dal panico.
«Come si chiama la tua amica?»
Ma ormai sono in ballo, no? Quindi balliamo.
«Eh... Sì, sì la mia amica... Kaimy.»
«Okei. Il cognome invece?»
«Hawthorn. La mia amica si chiama Kaimy Hawthorn.»
«Okei.» Ripete la ragazza guardandomi di sottecchi.
Sente puzza di inganno! Mi ha scoperta. Oppure sta solo pensando che sono una rimbambita. Devo, sembrarlo davvero, in questo momento, dato che parlo come se avessi della sabbia in bocca.
«E dove abita?»
«Ecco questo è il punto.»
Mi sistemo sulla sedia, ma sono troppo agitata e se ne accorgerà anche lei. Solleva un sopracciglio, con fare saccente, attendendo una risposta.
«Il punto...?» Incalza.
Devo dire qualcosa, devo parlare e smorzare così la tensione.
«Sì perchè vedi, se sapessi dove abita Kaimy non sarei venuta qui a disturbare voi. So quanto può essere fastidiosa.»
«Quindi non sai dove abita?»
La sua espressione mi toglie il fiato. Accigliata, continua a fissarmi, mentre tra di noi cala il silenzio.
Mi ha scoperta.
É il mio primo pensiero.
É un'Erudita.
É il secondo. E poi: Non possono essere tutti così arcigni, lì.
Ma se ripenso a tutti gli Eruditi o ex Eruditi che conosco, Eric, Kaimy, Jeanine, Edward convengo che sì, potrebbero davvero essere tutti così.
E Will?
Will è uno scherzo del destino. É nato nella loro stessa fazione ma non è uno di loro.
«Va bene,» riprende lei dopo un'alzata di spalle. «Faccio una piccola ricerca e lo scopriamo subito.»
Dai polmoni mi esce un lungo sospiro, composto da anidride carbonica e ansia, tanta ansia.
«Ultimo livello, appartamento numero 15.»
Ultimo livello. É quello più basso. Il più profondo. Non so come, o perchè, ma la donna che ho imparato a conoscere dalla simulazione di Eric, quella che guardava tutti dall'alto in basso, è passata da una vista lucernario a una vista entroterra.
Questa storia non mi piace. E se Eric non la smette di nascondermi sempre tutto, allora sono costretta a scoprirlo da sola.
Senso di colpa? Zero.
«Ehi, tutto bene?» Vedo ancora la ragazza, davanti a me, ma mi appare sfuocata. «Non è che per caso ieri sera hai fatto jogging anche tu?»
«Jogging...» Mormoro sbattendo le palpebre.
«Queste sono le compresse.» Dice porgendomi una scatolina. «Non sono supposte, anche se mi è parso di capire che la tua amica preferisse quelle.»
«É perchè non riesco a ingoiare le pillole!» Strilla Fiamma alle mie spalle.
«Oh, ma guarda si è ripresa!»
E mi riprendo anch'io.
Forse già che ci sono dovrei farmi visitare. Mi immagino già la scena: quali sintomi presenta, signorina? E io: episodi amnesici, colpi di sonno, tendenza al sadomismo, spesso ho degli attimi di intontimento. É grave, dottore?
Mi alzo mettendoci un pò troppa foga e trascino Fiamma fuori dall'infermeria, ringraziando calorosamente quella che di qui a una settimana sarebbe diventata di sicuro un'ottima infermiera.
Se come no.
«Allora?» Mi chiede Fiamma mentre mi insegue giù per le scale.
«So dove abita.»
«E vuoi ancora parlarci?»
Mi fermo di colpo. Io adesso so tante cose di Kaimy. So che due anni fa i suoi capelli erano più corti, e che aveva la presunzione che gli Intrepidi l'avrebbero chiamata davvero usando l'appellativo Miss. So che non voleva vivere qui, ma che ha trovato comunque la forza per sembrare ciò che non era, per nascondere la sua vera natura. E so che ha sposato Eric per ambizione, ma che dopo se ne è innamorata.
E lo ama ancora? É questo che non so, e mi spinge a fare quello che sto per fare.
«Sì.» Sollevo lo sguardo verso Fiamma, che è a un paio di gradini sopra di me. «Sei riuscita a prendere quella cosa che ti ho detto?»
La rossa infila una mano nella tasca dei jeans per poi estrarre una siringa vuota.
«A cosa ti serve?» Chiede con un sorriso scaltro.
«A contenere un souvenir che mi sono portata dietro dalla mia vecchia fazione.» Rispondo sbadatamente, mostrandole una boccettina contenente un liquido trasparente. «I Candidi lo chiamano siero della verità. Una volta che glielo avrò iniettato non sarà capace di dirmi una bugia.»
Rivolgo lo sguardo verso Fiamma, che mi guarda preoccupata.
«Niente paura, so come usarlo.» La rassicuro.
«Non è per quello.»
«Allora perchè mi guardi così?»
«É che... Voglio dire... Potrebbe dirti qualcosa che non vorresti sentire. Non credo ci sia bisogno di incoraggiarla per convincerla a farti soffrire.»
«Esatto, ed è proprio perchè vorrà vedermi soffrire, che mi dirà tutto quello che è successo tra lei ed Eric. Ogni minimo particolare...»
«Io non vi capisco, voi masochiste del cazzo.»
«Dai che ti piace, avere un'amica così.»
«Ti sbagli, a me piacciono gli intrighi...» Fiamma fa un balzo e raggiunge il mio stesso gradino. «Al 15 dell'ultimo livello, allora!»
Poi ride, una risata da vera maniaca. E io vorrei tanto ridere con lei ma non ci riesco.
Mi sembra di avere una trottola nella pancia che girando attorciglia le viscere su se stessa.


 


 


 

~ Approfitto di questo spazio per ringraziarvi tutte, non solo chi recensisce
ma anche chi ha inserito la storia tra le suguite, ricordate, preferite.

 

Note:
Questo capitolo è un pò no-sense. Cioè, voglio dire. Si poteva anche evitare. E io avrei potuto evitare di spenderci tanto tempo. Ma... Le scenette tra Fiamma e Chris mi piacciono trooppooo :3 Quindi sopportatele ancora un pochino. Anzi, apprezzate questi momenti tranquilli perchè l'incontro lo scontro con Kaimy non sarà simpaticissimo D: Ma fino alla fine ve la farò amare, costi quel che costi! Ahahaha
Anticipazioni? Nhaaa. Ci si risente direttamente al prossimo capitolo! ;)
MM
   
 
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