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Autore: _Heide    26/08/2016    2 recensioni
Stydia | AU!Seconda Guerra Mondiale | Spoiler Trailer 6 Stagione
[Dal testo]
«Solo... non dimenticarmi.» pregò guardandola intensamente negli occhi color smeraldo.
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'II World War AU: Stiles & Lydia'
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Luglio 1944

Da quando Stiles era partito per quel viaggio, Lydia si era trasferita a casa Stilinski per sostenere il padre del ragazzo. Aveva iniziato con l'andarlo a trovare una volta al giorno per fargli mettere qualcosa sotto i denti, poi aveva aumentato le visite facendole coincidere con gli orari dei pasti e alla fine si era stabilita nella stanza degli ospiti per assicurarsi che l'uomo, preso dalla disperazione, facesse qualche pazzia. Dopo la perdita improvvisa della moglie, l'ormai ex sceriffo aveva iniziato ad aggrapparsi all'alcol, arrivando però ad alzare un po' troppo il gomito.

Il culmine era stato raggiunto a distanza di un anno dalla partenza di Stiles.

Lydia era stata svegliata nel cuore della notte a causa del bussare insistente alla porta di casa sua. La signora Romero, la vicina di casa Stilinski – a meno di un isolato di distanza da casa Martin – aveva percorso in fretta la strada che separava le loro abitazioni per avvisarla che il padre del suo ragazzo era tornato a casa ubriaco fradicio e che urlava cose sconclusionate, rivolgendosi – di tanto intanto – all'ormai defunta moglie. La ragazza era corsa dall'uomo e aveva tentato di calmarlo per una buona mezz'ora finché lui, dopo essersi arreso, era crollato a terra ed aveva iniziato a piangere silenziosamente. Lydia lo aveva portato in camera da letto ed aveva atteso che si addormentasse. Teneva a quell'uomo come se fosse stato suo padre e, per un certo verso, lo era stato. Era sempre stato la figura paterna che le era mancata durante l'infanzia e non l'avrebbe mai abbandonato in un periodo tanto difficile.

Con lo scorrere del tempo, la situazione era migliorata. Non vi erano più crolli improvvisi o nottate in cui l'alcool prendeva il completo controllo dell'uomo.

Non si vergognavano a mostrare le lacrime, quando le notizie della guerra arrivavano fino a lì, mentre alla televisione elencavano i nomi dei caduti appartenenti all'esercito americano. La paura di sentir nominare il suo nome e la gioia quando la lista finiva con la mancanza di esso.

 

Quando aveva sentito quel lieve rumore di passi sincronizzati che percorrevano il vialetto di casa, però, aveva già capito. Quando una mano delicata ma al tempo stesso decisa aveva bussato sul legno della porta di ingresso, ne era già convinta. In fondo, era quello che aveva sempre saputo.

Lo avevano sempre saputo tutti e tre. Stiles non era un guerriero. Era semplicemente il giovane sceriffo di una piccola contea della California.

Uno di quei poliziotti che passano intere nottate davanti ad una lavagna per collegare prove ed indizi e che, sul campo, preferivano convincere una persona ad abbassare l'arma con tante giri di parole piuttosto che fare un inseguimento.

Non avevano mai avuto la certezza di poterlo vedere che varcava la soglia di casa, con il suo solito sorriso strampalato, gli occhi scherzosi e i capelli perennemente spettinati.

Lydia non si sorprese più di tanto, quando, alla porta non trovò il ragazzo.

Non lo era nemmeno quando riconobbe i due ufficiali, con divisa e tanto di medagliette, che le davano la notizia in tono solenne, lo sguardo basso ed il copricapo stretto al petto.

Lei era una ragazza forte. Tenne duro davanti a loro: il mento alto, le spalle dritte e lo sguardo che non mostrava incertezze. A loro, pensò la rossa. Stiles le avrebbe preso il mento fra le mani, l'avrebbe guardata negli occhi verdi e l'ambra dei suoi si sarebbe disciolta in una muta domanda. La sua voce si sarebbe abbassata, non più acuta e strillante, ed avrebbe chiesto con dolcezza «Qualcosa non va?».

Quando chiuse la porta, però, cadde a terra. Il cuore le sprofondò nel petto, lasciandole un vuoto che le impediva di respirare.

Aprì la bocca, cercando di farvi entrare aria ma annaspò. La sensazione di affogare la avvolse, sentì l'acqua entrarle in gola ed invaderle i polmoni e credette di non riuscire più a tornare a galla.

Tornare.

Stiles non sarebbe mai tornato e, come lui, loro non sarebbero mai tornati gli stessi.

L'unica cosa che riusciva a non farla annegare era il ricordo di lui.

Di lui che la pregava di non dimenticarlo. 


 



Doveva essere una OS ma mi è stato chiesto il seguito e... eccolo qui. 
Non mi convince, sinceramente per me poteva finire con il primo capitolo e anche per voi, se volete, ma me l'hanno chiesto e li ho accontentati. 
Spero vi piaccia ♥
Ginevra

   
 
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