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Autore: nattini1    26/08/2016    4 recensioni
Storia ispirata dall'undicesima stagione (in particolare leggeri spoiler per le puntate 11x04, 11x08 e 11x11; un piccolo riferimento alla 8x15), che spero divertirà ed emozionerà, sviluppata come un'originale avventura dei fratelli Winchester alle prese con un caso che potrebbe non essere nulla, ma si rivelerà vitale e catalizzante per il loro rapporto. Alcuni dialoghi sono volutamente ripresi dalla serie e rimaneggiati. Wincest.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Dopo aver biascicato delle scuse affrettate per il loro comportamento a tavola (Dean si era pulito in fretta il viso prima che la signora Adams emergesse dall'armadietto, ma non aveva potuto eliminare le centinaia di briciole in cui si era frammentata la torta su tutta l'area del tavolo), i due fratelli prendono congedo dalla padrona di casa che non perde la sua affabilità salutandoli: «Vi è piaciuta la casa? Fatemi sapere se vi interessa!». E poi aggiunge sottovoce a Dean: «Mi spiace che non abbia funzionato tra noi; se c'è una cosa che ho imparato in quesi anni è capire quando qualcuno è innamorato di qualcun altro. Non provare a nasconderlo, siete davvero carini insieme!». Il cacciatore deglutisce e riesce a tirare fuori un mezzo sorriso stiracchiato.

Arrivati al motel dove alloggeranno mentre si dedicheranno al caso, Dean non ce la fa più e sbotta: «Ma perché ci scambiano sempre per una coppia gay?!».

«Qualcuno ha la coda di paglia? – ironizza Sam aprendo il suo laptop – Lascia perdere e cominciamo a fare un po' di ricerche».

Dagli archivi che hanno hackerato, scoprono che la casa è relativamente recente e che, da quando è stata costruita, non ci sono stati decessi all'interno, salvo quello del possibile acquirente caduto dalle scale; inoltre, riescono a risalire a un articolo (in seguito al quale la signora Adams aveva preteso le scuse formali del giornale e una smentita) in cui si descriveva la fama di casa stregata della villetta e venivano riportate varie testimonianze.

Sam scorre con gli occhi lo schermo: «I vecchi proprietari sono morti in un incidente poco prima che cominciassero le manifestazioni; ma non penso si tratti dei loro fantasmi perché qui si parla di piccoli scherzi simili a quelli capitati a noi. Sembrano i dispetti di un bambino, non di una persona adulta: ma non penso nemmeno che i responsabili siano i nipoti della signora perché, da quello che si dice qui, non erano nemmeno in casa al momento dell'incidente del tizio caduto dalle scale e sono stati accuratamente tenuti all'oscuro di quello che è successo. Nessun altro è mai stato messo in pericolo, nessun altro si è fatto male. Tu che ne pensi?».

Dean passeggia avanti e indietro per la stanza con un pesante tomo in una mano e una birra nell'altra: «I bambini non erano né stupiti, né spaventati da quello che ci è successo. Piuttosto mi sembravano divertiti. Sanno qualcosa. Stavo ripensando alla storia dell'amico immaginario… Su questo libro ho trovato qualcosa a proposito degli Zana, creature che appaiano come prodotto dell'immaginazione del bambino e lo lasciano quando ha acquistato sicurezza e la loro guida non è più necessaria. Sono visibili solo ai loro protetti, a meno che non vogliano diversamente. Ucciderli non è un problema, se li vedi, ma per vederli serve un incantesimo di una strega. Dio, odio le streghe! Ma pare che gli Zana siano creature amichevoli e buone, non fanno mai del male a nessuno».

«Se si tratta di uno di questi Zana, allora forse l'incidente potrebbe essere stato davvero un incidente – ipotizza Sam –, ma dobbiamo approfondire la faccenda per evitare che ci siano altre morti».

«È tardi, sarà meglio metterci a dormire. Domani troveremo il modo di fare quattro chiacchiere coi mocciosi. La doccia la faccio prima io» dice Dean appoggiando la bottiglia vuota e il pesante libro e dirigendosi verso il bagno.

Nemmeno un'ora dopo i fratelli sono nei loro letti, Sam girato sul fianco sinistro, un braccio sotto il cuscino, Dean sdraiato a pancia in su con una mano adagiata sullo stomaco, gli occhi chiusi, ma con il respiro ancora rapido e irregolare.

Sam si accorge che non sta ancora dormendo e non resiste dal prendere in giro il fratello: «Darai una possibilità a Molly? Fa delle torte davvero ottime…!».

Il cuscino lanciato da Dean lo coglie dritto in faccia, ma non riesce a spegnere la sua risata.

Dopo un po', con un tono diverso aggiunge Sam: «Non hai mai voglia di qualcosa di più?».

Dean si alza a sedere e lo guarda stranito: «Scusami, hai presente chi siamo? Facciamo pena nella vita quotidiana».

Sam si solleva leggermente a incontrare il suo sguardo: «Non dico il matrimonio, ma qualcosa con qualcuno che capisca questa vita».

Dean schiude appena le labbra e non può fare a meno di pensare all'ultimo periodo trascorso con suo fratello; nonostante l'Oscurità e l'immane catastrofe che porta con sé e che potrebbe abbattersi sul mondo da un momento all'altro, in questo momento lui si sente bene, potrebbe quasi dire di essere felice. Non può fare a meno di pensare a quando sono in macchina a bisticciare sulla colonna sonora del loro viaggio; a quando Sam cerca di prendere il volante se lo vede distratto – «Via le mani dal volante!» «Ma se tu non guardi nemmeno la strada!» –; a quando entra nella cucina del bunker – la loro casa – la mattina in vestaglia e trova il fratello che prepara il caffè; a quando si siedono al tavolo nella biblioteca degli Uomini di lettere con un bicchiere in mano e alzano più volte gli occhi dalle loro letture cercando quelli dell'altro; al sorriso di Sam e a quel suo modo istintivo di spostarsi i lunghi capelli dietro alle orecchie. Spesso si sente combattuto tra l'istinto di tagliarglieli e quello di affondarci le dita, giocando con le sue ciocche. Lui ha già qualcosa con qualcuno che capisce questa vita. Vorrebbe dirglielo, vorrebbe stringerlo, ma non sarebbe giusto eliminare quella distanza che forse tra loro non è mai davvero esistita, perché cambierebbe tutto, manderebbe a puttane il loro rapporto. Così chiude dietro alle palpebre quel fiume di sentimenti e desideri e sussurra solo: «Sei stanco, rimettiti a dormire».

Sam si stende di nuovo: «Buonanotte jerk».

Stavolta Dean non ha esitazioni, sa bene cosa rispondere: «Buonanotte bitch».

La voce di Sam rompe il silenzio che potrebbe essere durato un istante o un'eternità: «Non farei tutto questo senza di te. Mi hai coperto le spalle in ogni occasione, anche quando ti ho deluso. Non vivrei senza di te».

Il cuore di Dean sussulta. Dannazione, riuscirà a scacciare certi pensieri e farsi qualche ora di sonno?

Passano i minuti e il respiro di Sam diventa sempre più leggero, mentre Dean continua a rigirarsi nel letto che è quanto di più scomodo possa offrire un motel di bassa categoria come quello che hanno scelto; comincia ad avere caldo, le lenzuola stinte sembrano di piombo, il sudore gli fa appiccicare la maglia alla pelle, sente che sta soffocando anche solo per il peso del suo stesso corpo contro il materasso. Non riesce più restare nel suo letto, si alza e si avvicina alla finestra per prendere aria. Scosta la tenda, apre leggermente il vetro e nella penombra si volta a guardare suo fratello addormentato. Si avvicina in silenzio al letto dell'altro. Per quanto ancora potrà vedere il suo viso, prima che l'Oscurità si porti via ogni cosa? Sam sembra così sereno nel sonno, ora che non ci sono più incubi o visioni atroci a tormentarlo; il lenzuolo lo copre fino a metà torace, la maglietta aderisce al suo corpo seguendo le curve dei suoi muscoli, i suoi capelli ricadono in pittoresco disordine sul cuscino e ha le labbra – perfette, sono assolutamente perfette – appena dischiuse a disegnare un mezzo sorriso. Si era mai reso conto di quanto fosse bello suo fratello? Una ciocca di capelli ricade sulla guancia. Dean allunga la mano per scostarla con gentilezza, poi ci ripensa, si china e la soffia via con un sospiro leggero. Le sue labbra sono a un niente da…

Sam socchiude gli occhi e chiede con ancora la voce roca, impastata dal sonno: «Che c'è?».

Dean batte rapido in ritirata: «Nulla, ero solo venuto a riprendere il cuscino che ti avevo lanciato».

Dannazione, non riuscirà proprio ad addormentarsi.

 

 

NdA

Non potevo resistere, sono troppo dolci insieme! Piaciuta la scena romantica?

 

   
 
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