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Autore: Inikos DS    28/08/2016    3 recensioni
Nico Di Angelo ha sedici anni, dopo la morte prematura della madre Maria, si troverà a dover fare i conti con la nuova compagna del padre: Persefone. Costei porterà via al ragazzo l’unica persona cara rimastagli; sua sorella Bianca.
Accusato ingiustamente dalla donna, di esser lui l’assassino della ragazza, Nico sarà portato di forza in un manicomio situato su un isola, nel pieno dell’oceano Atlantico; l’Happy Island.
Qui il ragazzo, si troverà ad affrontare una situazione completamente nuova, distrutto dal dolore e circondato da malati mentali, scoprirà presto gli orrori che si celano dietro quel nome, all’apparenza così “rassicurante”. Tra nuove amicizie, odio e il tanto desiderato amore, Nico dovrà combattere contro i suoi demoni per riuscire nella sua vendetta: eliminare Persefone e proclamare la sua innocenza al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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< Nico. > esclamò una voce in lontananza. < Nico sono io, Bianca. >  
Il moro aprì gli occhi di scatto ma non vide nulla… 
< Nico ti prego, dimmi dove sei… > continuò insistente la voce della ragazza.

Il piccolo provò ad alzarsi ma qualcosa lo teneva ancorato al letto. Per quanto lo volesse, non riusciva a muovere un solo muscolo del corpo. 
Incapace di capire cosa gli stesse succedendo, cominciò a farsi prendere dal panico più totale. 
Cominciò a lottare con tutto se stesso contro il suo corpo, ma questo non rispondeva più al suo volere. Poteva soltanto chiudere o aprire gli occhi, nient’altro. 
- E’ solo un sogno Nico, solo un sogno. Ora chiudi gli occhi. Si disse nella vana speranza di calmarsi. 
Nico attese e ancora attese, che quel momentaneo congelamento abbandonasse il suo corpo, ma i muscoli non volevano saperne di muoversi… Stremato, aprì nuovamente gli occhi e davanti a sé vide un’enorme ombra nera che lo sovrastava.
Terrorizzato il ragazzo chiuse gli occhi per non guardare, ma quando gli riaprì, al posto dell’ombra vide l’uomo che l’aveva quasi stuprato. 
Quest’ultimo gli si buttò addosso e cominciò a leccargli il petto, sporcandolo di saliva e sudore. Schifato Nico chiuse nuovamente gli occhi e cominciò a pensare a Will. Poi qualcosa lo colpì con forza alla testa e il suo corpo finalmente tornò a rispondergli.*


<< Nico perdonami, non volevo colpirti. >> esclamò Percy con una palla in mano. 
Il moro si grattò la testa confusa.
<< Che ore sono, e tu cosa ci fai qui? >> biascicò con gli occhi socchiusi.
<< L’ora di alzarti e andare a mettere qualcosa sotto i denti. >> rispose Jason, afferrando la palla che Percy gli aveva appena tirato. 
Nico sbuffò alzandosi pesantemente sul letto, 
<< Possibile che tu pensi solo a farmi mangiare? >> lo rimbrottò sbandando fino al bagno. 
<< Sicuro di farcela? >> gli domandò Percy, divertito.
Nico grugnì e si chiuse nel piccolo bagno. 

Dopo alcuni minuti venne fuori e fu nuovamente colpito in pieno viso da una pallonata, (questa volta per colpa di Leo, arrivato chissà quando). 
Nico rimase immobile, mentre Jason e Percy sghignazzavano sotto i baffi. 
Leo si buttò in ginocchio, 
<< Ti prego non uccidermi! Per favore zombie-vampiro non sacrificarmi a Satana, io non sono vergine, il tuo padrone non accetterebbe. >>
<< Saresti bandito anche dall’inferno. >> sibilò Nico afferrando il pallone.
<< Nico ti prego, non farlo. >> lo pregò Jason, dopo aver visto il moro afferrare un paio di forbici dalla scrivania.  
<< Mi spiace, ma è la seconda volta. E poi dico, perché proprio nella nostra stanza? >> 
<< Beh è l’unica dove non c’è nulla che possa rompersi. >> spiegò Percy. 
<< In realtà si. >> intervenne Leo. 
<< Cosa? >> domandò il ragazzo dagli occhi del mare. 
<< Nico. >> rispose l’altro scoppiando a ridere. 
Il moro alzò gli occhi al cielo, 
<< Bene l’avete voluto voi. >> esclamò. 
Neanche il tempo di agire, che Jason lo colpì in pieno volto con una cuscinata, che lo fece barcollare all’indietro.
<< Adesso Leo. >> esclamò Percy, mentre l’amico afferrava la palla e con una spinta buttava Nico sul letto. 
Il moro si rialzò irritato, 
<< Questo si chiama bullismo. >> 
<< Oh avanti Nico non fare così. >> lo rimbrottò Jason, divertito dal suo cipiglio corrucciato. 
Per tutta risposta il moro alzò il dito medio. 
Percy, Leo e Jason si guardarono all’unisono e agili come dei leopardi, afferrarono Nico e cominciarono a fargli il solletico. 
Nico odiava il solletico. Lo soffriva fin da quando era piccolo, in qualsiasi parte del corpo; davvero non riusciva a tollerarlo. 
<< N-no vi pre-go ferma-matevi. >> riuscì a dire tra una risata e l’altra. 
Ma i tre non avevano nessuna intenzione di demordere. 
<< Fanculo a chi, è? >> lo presero in giro, continuando a solleticargli la pancia, il collo e i fianchi.
<< St-sto per mor-rire, non n-ne pos-so più. >> esclamò nuovamente il moro, nella speranza che i tre lo lasciassero andare. 
Nella foga di riuscirsi a liberare, il ragazzo colpì inavvertitamente il membro di Percy, che cadde all’indietro per il dolore. Approfittando della distrazione degli altri due, saltò giù dal letto e corse via dalla stanza. 
Quei tre erano completamente pazzi… 
L’orologio lungo il corridoio segnava le 13:45… 
Dopo aver fatto la doccia con Will la sera precedente, avevano poi atteso insieme che il cliente riprendesse coscienza. Costui (che credeva di aver passato l’intera notte a far sesso sfrenato), se n’era soddisfatto, lasciando il doppio della mancia prestabilita. 
Prima di andarsene, il biondo aveva detto a Nico di attendere l’arrivo di Efesto che sarebbe venuto a riscuotere i soldi, ed a riaccompagnarlo in camera. 
E così aveva fatto l’uomo qualche minuto dopo. 
<< Domani sera fatti trovare nell’ufficio di Era, e avrai la tua parte. >> gli aveva detto soltanto, lasciandolo al piano della sua stanza. 
 




Nel mentre:



<< Dite che siamo riusciti a fargli tornare il buon umore? >> domandò Jason ai due ragazzi. 
<< L’unica cosa che so, è che ho urgentemente bisogno di un massaggio da Calypso. >> piagnucolò Leo. 
<< Beh secondo me finirà per rompertelo, quindi non ti conviene andare a chiederglielo. >> lo avvisò il biondo. 
<< Ma è la mia ragazza! >> si lamentò il ricciolino. 
<< Quindi è vero che l’avete fatto? >> chiese Percy curioso. 
<< Si, cioè quasi. >> 
<< In che senso quasi? Avanti Leo non dire cazzate, o lo avete fatto o no. >>
<< E va bene. >> sbottò il ragazzo. << C’eravamo quasi, avevo preparato tutto, ma purtroppo avevo messo le candele troppo vicine al letto e beh ne ho colpita una, la coperta ha preso fuoco e… potete immaginare il resto. >> confessò abbassando lo sguardo. 
<< Leo sei sempre il solito… sai di avere dei problemi con il fuoco, avresti potuto evitare la sua presenza. >> lo rimbrottò Jason.
<< Ma ho letto in un libro che danno una maggiore prestazione sessuale. >> 
Percy si voltò a guardarlo stranito, 
<< In che senso? >>
<< Beh nel libro c’era scritto che il calore delle candele riscalda l’ambiente  e influisce positivamente sul corpo. La temperatura ormonale infatti aumenta e il… >> 
<< Va bene Leo, penso sia meglio che tu non continui. >> lo fermò Jason. 
<< Qualunque libro sia, buttalo. >>
<< Tu ed Annabeth invece? >>
Percy sorrise, 
<< Anche sott’acqua. >> si vantò. 
<< Ahahah davvero, mi chiedo ancora cosa ci trovi Annie in uno come te. >> commentò Leo. 
<< Sei solo geloso. >> lo rimbeccò Percy. 
Jason alzò gli occhi al cielo, 
<< Avanti ragazzi adesso non fatene una sfida. >> li riprese prima che la situazione degenerasse. Ma avrebbe fatto meglio a tener la bocca chiusa, poiché l’attenzione dei due si spostò completamente su di lui. 
<< E tu invece Jay? Da quand’è che non fai niente, eh? >> 
<< Vi prego non incominciate. >>
<< Ormai è troppo tardi. >> lo avvisò Percy. 
<< Non dirmi che hai ancora una cotta per Pip? >> 
<< Certo che no, ho accettato la cosa da tempo. >> 
<< E adesso? Chi ha un posto speciale nel tuo cuore? >>
<< A parte noi due, eh. >> precisò Leo.
Jason sorrise divertito, 
<< A parte voi due nessuno. >> 
- O almeno credo…













Mandando a benedire il pranzo, Nico  decise di andare in infermeria per vedere come stesse Will. Arrivato però, trovò soltanto Michael intento a somministrare della morfina ad un Ethan alquanto ammaccato. 
<< Ehi Nico. >> lo salutò il medico. << Cosa posso fare per te? >> 
<< Stavo cercando Will, in realtà. >> 
<< Stamattina ha il riposo, starà ancora dormendo immagino. >> 
<< Potresti dirmi qual è la sua stanza? >> 
<< E’ al terzo piano, la 11-H. >> 
<< Grazie mille. >> esclamò uscendo svelto.


Il ragazzo non impiegò più di tre minuti a trovare la stanza.
Eppure ora che c’era quasi, non sapeva bene che fare… cosa avrebbe detto? 
- Oh ciao Will, ero venuto a vedere come stavi, dopo esserti fatto quasi stuprare da un mostro, che tecnicamente avrebbe dovuto scopare me. Quindi grazie e…ah si, vorrei tanto poter baciare nuovamente le tue labbra e stare abbracciato al tuo corpo. Sai, riesci a trasmettere una specie di calore che mi dona pace e tranquillità. 
No, decisamente non adatto come discorso…
Forse doveva solo fare dietro front e tornarsene in camera a sgonfiare il pallone di Jason, Percy e Leo. Oppure trovare il coraggio di bussare e smettere di nutrirsi di infinite paranoie.
Con mano tremante, il moro scelse di seguire la seconda opzione.
- Ti prego fai che non apra, oppure no fai che apra ma che mi mandi via…
Nessuna risposta. 
- Grazie Signore! 
Provò nuovamente. 
Questa volta sentì alcuni rumori provenire da dentro.
- Oh cazzo no, sta arrivando, merda perché l’ho fatto…
La porta si aprì. 
Quel che Nico si trovò davanti, interruppe ogni tipologia di pensiero razionale e gli mandò il cervello a farsi friggere.
Will con i capelli scompigliati, il volto assonnato,  coperto soltanto da un paio di boxer arancioni, la cui patta era in notevole evidenza. 
Ok, decisamente eccitante. 
<< Nico, com… >> biascicò Will, un secondo prima che il moro gli si gettasse addosso. 
Ok, Nico aveva appena mandato a farsi benedire tutte le ansie e le infinite insicurezze, aveva appena tirato un pugno alla sua parte pseudo paranoicazionale, stendendola al tappeto. E’ che gli ormoni erano più forti…o forse i sentimenti incontrollabili.
Stava forse esagerando? Non lo sapeva nemmeno lui, ma in quel momento non voleva far altro che godersi l’attimo. 
Arpionato alla labbra del più piccolo, Will si risvegliò presto dall’insonnia in cui ancora vagava. 
Senza smettere di mordere il suo labbro, Nico lo spinse sul letto, salendo a cavalcioni su di lui.
<< Dei… Nico… >> ansimò il biondo, tra un bacio e l’altro, infilando le mani sotto la maglietta dell’altro. 
Nico sentì la propria erezione sfiorare quella del biondo ma, improvvisamente, resosi consapevole della situazione e timoroso di perdere definitivamente il controllo interruppe con gran fatica il bacio.
Entrambi rimasero a fissarsi, respirando con foga. 
<< Will io non so cosa mi stia succedendo… Avevo promesso a me stesso che non mi sarei interessato a nessuno, ma tu, io sento di volerti. >> ammise mentre avvertiva il volto prender fuoco. << Ti prego di perdonarmi. >> 
<< Perdonarti? E di cosa? Anch’io sento di provare lo stesso per te, Nico. >> lo rassicurò Will, baciandolo. 

<< Dalla prima volta che ti ho visto entrare nell’infermeria ho sentito qualcosa, un qualcosa di incontrollabile…E quando mi son chiesto il perché, non ho ottenuto una risposta; allora ho capito, tu mi piaci. >>
Nico ascoltò rapito dagli occhi del cielo quella dichiarazione che con impeto cominciò a fargli battere il cuore. 
- Come poteva credere a quelle parole? Poteva farlo? Poteva fidarsi dopo tutto quello che aveva passato? 
Tuo padre ti ha tradito, figurati uno che non conosci nemmeno. 
Si, ma lui ha praticamente sacrificato il suo orgoglio e il corpo per te.
Il ragazzo lo baciò nuovamente, 
<< Nico… >>
<< No Will, non dire nulla. >> lo zittì il moro, baciandolo a sua volta. << Se solo potessi vivrei per sempre così, sulle tue labbra. >> ammise. << Ad-adesso però non posso… io, devo andare. >> tentennò, uscendo svelto dalla stanza.







Will rimase a lungo disteso sul letto pensando a Nico. 
Si erano baciati… e baciati ancora. Non poteva credere di esser riuscito a far breccia nel cuore di quel ragazzo. Ok forse si, dopo quel che aveva fatto poteva crederlo. In realtà aveva agito per istinto… dopo quel bacio che c’era stato nell’infermeria, dopo aver visto Nico così debole e spaventato Will non era riuscito a farsi i fatti suoi. Non era riuscito a chiudere gli occhi ed ignorare la cosa, come di suo dovere, no. Ecco perché, dopo che Ethan gli aveva rivelato quel che sarebbe toccato al moro, era corso a chiedere aiuto ad Efesto. Nonostante i due non fossero in rapporti così stretti, l’uomo aveva accettato di aiutarlo ugualmente. Considerando inoltre che spesso Will lo aiutava di nascosto a curare i ragazzi malati. E poi diciamolo, Efesto non era mai stato completamente d’accordo con quel che veniva ordinato di fare ai ragazzi del manicomio. Si erano così messi d’accordo; l’uomo aveva dato al ragazzo una copia della sua chiave universale, che gli permetteva di far salire l’ascensore a tutti i piani del collegio sotto giuramento di Will che aveva promesso di restituirla appena svolto il suo compito. E proprio grazie alla chiave, il biondo era riuscito a raggiungere il decimo piano, intrufolarsi nella stanza, e metter in scena quel triste teatrino, che comunque aveva ben convinto il cliente. 
Sapeva che questo per Nico aveva significato molto e lui non poteva che gioirne. Da quando se n’era invaghito infatti, gli era sempre apparso così lontano, così irraggiungibile, così solo… 
Non conosceva ancora la sua storia, non sapeva quasi nulla di lui in realtà. Comprendeva solo che infondo, tutto quel che si stava creando era sbagliato, si, infinitamente sbagliato, perché nessuno di loro due meritava di trovarsi lì. Ma a differenza del fatto che ormai lui si era abituato a quella vita, Nico invece non ne era altrettanto capace; non era trascorso neanche così tanto tempo, che già aveva tentato la fuga… Non sarebbe durato a lungo così. Qualcuno doveva cominciare a tenerlo d’occhio, e quel qualcuno sarebbe stato lui. Teneva troppo a lui, non poteva permettersi di vederlo morto o nel peggiore dei casi torturato fino alla pazzia. 
Il ragazzo si perse a guardare l’immenso sole dipinto sul soffitto della stanza; amava il sole da quando era bambino. Gli infondeva calore, coraggio e forza per continuare a vivere, rimandava a delle sensazioni paterne. 
Paterno quella parola gli dava però un infinito senso di vuoto e malinconia. Non aveva mai conosciuto suo padre….ma adesso non voleva pensare a lui, chiunque fosse.…
 C’era ancora una lunga giornata ad attenderlo e nonostante tutto avrebbe fatto di tutto pur di essere felice, felice perché finalmente Nico si stava aprendo con lui.




Alcune ore dopo:



<< Benvenuto nella mia dimora. >> disse Lou, lasciando che Nico entrasse per primo. 
<< Uao. >> esclamò solamente il ragazzo. << E’ fantastica. >> 
Lou sorrise, 
<< Si, perfetta per una strega. >> commentò, accendendo alcune candele nere. 
<< Sai, ormai ho visto quasi tutte le stanze di voi ragazzi e non ho ancora capito come mai l’unica ad non avere nulla di speciale è quella mia e di Jason. >> ammise il ragazzo, mentre toccava alcuni teschi sistemati su una mensola nera. 
<< Oh beh, la tua parte non ha ancora nulla di speciale perché  non l’hai ancorata decorata. >> 
<< E come posso decorarla? >> domandò il moro, che non capiva. 
<< Ogni 23 del mese qui sull’isola arriva la bancarella di Iride, una commerciante che vende davvero di tutto e rimane per tre giorni. In questo tempo ci è concesso di uscire fuori da qui e andare da lei a comprare quel che preferiamo, arredamento compreso. >>
<< Dici sul serio? >> Nico non poteva credere che venisse loro permessa una tale libertà. E lui che aveva tentato di scappare! Lo avrebbero fatto uscire i suoi stessi aguzzini.
Lou annuì, 
<< Certo. Quel che vogliamo acquistare lo paghiamo tramite la caparra che Era ci concede. Quindi più abbiamo lavorato, più soldi abbiamo per acquistare. >> 
<< E tu come hai fatto? >>
<< Beh.  >> esclamò Lou, dondolando sui piedi. << Ho detto di non aver mai fatto sesso, ma non di aver fatto credere ai clienti di averlo fatto. >> 
Nico accennò un sorriso,
<< Quindi tu dici che Will è arrivato perché ho rotto la tua pozione? >>
<< Certamente, gli spiriti in quel momento avranno intercettato lui, anche se non capisco perché proprio lui. >> commentò la ragazza. 
Nico abbassò lo sguardo,
<< Non ne ho idea, ma che ne dici di cominciare? >> 
Lou alzò le spalle, 
<< Come preferisci, ma davvero è strano. Will dovrebbe essere completamente immune a questi richiami… di solito la magia esclude del tutto quelli come lui. >> 
Nico non rispose, forse doveva confessare la verità a Lou e finirla con tutta quella farsa. 
<< Senti Lou, in realtà Will aveva già organizzato tutto a priori… lui aveva già deciso di venire a salvarmi. Ma ti prego, non dirlo a nessuno. >>
<< Cosa? Quindi stai forse dicendo che la mia pozione è stata del tutto inutile? >>
<< Cosa è stato inutile, se posso chiederlo. >> esclamò una timida voce, entrando nella stanza. 
<< Hazel, sei venuta alla fine. >> 
La riccia annuì,
<< Si beh, è da tanto che non parlo con mamma. >> ammise. << Nico tu invece come stai? E’ stato orribile vero? >> domandò la ragazza ignara di tutto quel che era successo. 
Nico sbuffò interiormente, 
- Ok non poteva continuare a mentire a quelle ragazze se intendeva instaurare con loro un leale rapporto d’amicizia. 
<< Sedetevi e vi racconterò tutto per filo e per segno. Ma a una condizione, non voglio che nessuno venga a saperlo. >> 
Le ragazze annuirono. 
<< Facciamo un giuramento. >> propose Lou. 
<< Ok, giurate su tutte le pizze margherite del mondo che… >> 
<< Ma no Nico, le streghe non giurano sulle pizze! >> lo riprese Lou, mentre Hazel rideva divertita. 
<< Faremo un giuramento di sangue. >> ammise la ragazza, estraendo un ago da una bambolina di pezza. 
I tre ragazzi si punsero l’indice a vicenda, 
<< Giurate di non parlare mai con nessuno di quel che sto per raccontarvi? >> domandò Nico, lasciando scivolare una goccia di sangue dal suo dito.
<< Lo giuro. >> esclamarono le ragazze a turno, lasciando cadere il sangue sulla fiamma di una candela. 
<< Perfetto. >> esclamò Lou, succhiandosi il dito. << Adesso possiamo iniziare. >> 
Nico passò il resto del tempo a raccontare alle ragazze, quel che era accaduto dopo che Piper lo aveva lasciato alla mercé di Efesto. Parlò di come l’uomo l’aveva trattato, della voglia di scappare prima di entrare e della boccetta contenente l’incantesimo di Lou. Fino ad arrivare al suo quasi stupro orale, e all’entrata in scena di Will. Tralasciò però la scena della doccia; quel che succedeva tra lui e il biondo, sarebbe rimasto tra loro due e basta. 
<< Ecco chi era il ragazzo misterioso! >> esclamarono le ragazze all’unisono.
Nico alzò gli occhi al cielo, 
<< Non ditemi che stavate ancora cercando di capirlo. >> 
<< Beh… si. >> ribatté Lou.
<< Oh Nico, Will è stato il perfetto principe azzurro. >> commentò Hazel, con occhi sognanti. 
Anche Lou, per quanto destasse ammetterlo, ammirava profondamente quel che Will aveva fatto. 
<< Beh, quindi se non fosse stato per lui… Perdonami Nico la mia magia ha fallito. >> ammise la ragazza. Lou odiava quando i suoi poteri facevano cilecca, era un qualcosa che davvero non sopportava… 
<< No Lou, non dire così. >> la riprese il ragazzo, afferrandole le mani. (Uao, Nico che toccava di sua iniziativa una ragazza che non fosse sua sorella)?
Anche la streghetta ne parve stupita. << Son sicuro che il tuo incantesimo ci ha aiutato a non essere scoperti. >> cercò di consolarla il ragazzo e dentro di lui lo credeva davvero. 
Sicuramente Lou colse della verità negli occhi del ragazzo e sorrise rincuorata. 
<< Scusatemi. >> esclamò la ragazza alzandosi in piedi. << La magia è l’unica cosa che mi rimane e pensare di esser abbandonata anche da lei, mi fa impazzire. E’ l’unica cosa che mi permette di andare avanti, lo capite vero? >> 
I due ragazzi annuirono, Nico la capiva, eccome se la capiva. 
<< Ma tornando a noi, tu cosa senti per Will? >> domandò la ragazza riportando l’attenzione sul moro. 
Nico abbassò il capo, arrossendo appena. 
<< I-io non lo so… >> 
<< Oh non c’è bisogno che tu dica nulla, questa risposta è più che sufficiente. >> commentò Lou. 


Finiti i pettegolezzi sui drammi amorosi, i tre cominciarono con la seduta spiritica. Contattarono a turno, prima la madre di Hazel… Nico vide per la prima volta la ragazza piangere, ma anche sorridere felice. Il ragazzo le aveva visto quell’espressione di gioia soltanto quando era con Frank…
Poi fu il turno della madre di Lou, Ecate, una delle streghe più potenti mai esistite. 
Infine toccò a Nico, il quale aveva espressamente chiesto di agire per ultimo. Era intrepido il ragazzo, finalmente sarebbe riuscito a rivedere Bianca, e dopo tutto quel che stava succedendo, la necessita era più che alta. 
Come per la scorsa volta, al ragazzo fu chiesto di cominciare ad immaginare la sorella, i capelli, il volto, l’odore il tono della voce… 
Come la volta precedente il ragazzo dopo un intensa concentrazione cominciò a vedere la sorella avvolta in una luminescente coltre immacolata, correre verso di lui. 
Il ragazzo cominciò a piangere, ma l’emozione non durò a lungo, la sorella infatti al posto di avanzare, si allontanava sempre più da lui. O meglio Nico la vedeva correre nella sua direzione, ma era come se quella luce attirasse la ragazza come una calamita, impedendole di raggiungerlo. Nico cominciò ad urlare il suo nome, ma nulla la ragazza cominciò a scomparire. 
A quel punto intervenne anche Lou, ma neanche lei poté fare nulla… il contatto s’interruppe bruscamente e Nico tornò alla realtà. 
Era nuovamente nell’ombrosa stanza, seduto sul tappeto nero. 
<< Non capisco Nico, davvero. Questa volta c’eravamo ed a mio avviso non era presente nessun tipo di ostacolo o distrazione. >>
Il ragazzo non riusciva a parlare, il solo aver rivisto Bianca gli aveva procurato un dolore fortissimo all’altezza del cuore, che ora avvertiva pesante come un macigno. 
<< Devo cercare di capire il perché. >> continuò Lou, << Vado in biblioteca a cercare qualcosa, venite? >> 
Hazel annuì, mentre Nico scosse la testa, 
<< Vorrei tanto ma devo andare da Era, tra dieci minuti mi aspetta per la consegna del soldi. >> 
<< Allora vai, ti faremo avere notizie, ok? >> disse Hazel. 
Nico annuì, 
<< Grazie ragazze, davvero. >> esclamò il ragazzo, abbracciando entrambe. 









Raggiunto l’ufficio di Era, Nico bussò e attese. 
<< Avanti. >> disse la voce della donna qualche secondo dopo. 
<< Buonasera. >> disse solo il moro, guardando la donna. 
<< Di Angelo, la mia nuova star. >> cinguettò Era, allargando le braccia. << Ieri sera hai fatto davvero un ottimo spettacolo, in tutti i sensi. >> 
Nico abbozzò un sorriso, cercando con tutte le sue forze di non mandarla a quel paese. 
<< So che il cliente è rimasto molto soddisfatto dal tuo operato. >>
Suo malgrado il moro annuì. 
<< Dunque considerando che è stata la tua prima volta, e che sei ancora inesperto, ho deciso di pagarti con tutta la quota che il cliente mi ha lasciato. >> 
<< Oh dice davvero? >> esclamò Nico, fingendo felicità.
<< Si caro, vedi io sono una persona molto dolce e magnanima con chi svolge il proprio dovere in maniera professionale. E tu lo hai fatto egregiamente, dunque meriti di esser ripagato a pieni voti. >> spiegò la donna, consegnando al ragazzo una busta. 
Nico si avvicinò esitante, 
<< Avanti prendila e sparisci. >> 
Il ragazzo afferrò la busta, con il timore che Era potesse ritirarla da un momento all’altro e urlargli quanto fosse stato stupido a crederci, ma la donna non fece nulla di tutto ciò. 
Afferrata la busta, lo sguardo di Nico si posò su una foto che la direttrice teneva incorniciata sulla scrivania. Ora la riconosceva, era quella fatta in gruppo. 
Accortasi del suo interesse per la foto, Era parlò; 
<< Hai visto quanto siamo belli? >> 
Nico si sforzò di sorridere, 
<< La mia bellissima famiglia, tutti voi siete i miei bambini. >> continuò la donna, con un sorriso perverso dipinto sul volto. 
Non sapendo cosa rispondere, Nico si esibì in un piccolo inchino e uscì svelto dalla stanza.
Quella donna era completamente fuori di testa… 
Il ragazzo davvero non riusciva a capire il senso di quelle frasi, cosa intendeva dire con, bellissima famiglia? Loro non erano una famiglia, ma solo un gruppo di poveri ragazzi nelle mani di due deviati mentali. 
Con la busta di soldi in mano il ragazzo tornò in camera. 
Si allungo sul letto e l’aprì, dentro c’erano ben duemila sterline in contati… non aveva mai avuto per se tutti quei soldi… La sua paghetta settimanale girava intorno ai trenta euro, quanto Ade decideva di esser generoso.
Eppure ora che si trovava lì, cosa avrebbe fatto con tutti quei soldi? Addobbato la sua camera, come avevano fatto tutti gli altri ragazzi? Ma a quale scopo, se il suo obiettivo era quello di fuggir via da li, il prima possibile? Rendere più confortevole la stanza non lo avrebbe aiutato a risolvere i suoi problemi… Ecco! Li avrebbe dati a Will, gli spettavano di diritto e poi sicuramente a lui sarebbero serviti.  
La porta si aprì d’improvviso e Jason fece il suo ingresso con in mano un vassoio colmo di cibo, che adagiò sul letto di Nico. 
<< Uao bel gruzzolo che ti sei fatto. >> esclamò guardando i soldi sparsi sul letto. 
<< Si, ma comunque li darò a W… >> immediatamente si zittì consapevole di quel che stava per dire. Jason non doveva sapere quel che era accaduto. 
<< A chi li darai? >> domandò il biondo, che fortunatamente non aveva ben capito. 
<< No, no a nessuno. Come mai questo vassoio? >> chiese, dirottando così la conversazione. 
Jason alzò le spalle, 
<< Sapevo che non avresti cenato, quindi ti ho portato qualcosa. >> spiegò. 
Nico afferrò un trancio di pizza, 
<< Oh grazie. >> 
Jason abbozzò un sorriso, 
<< Come ti senti? >> gli domandò, sedendosi sul bordo del letto. 
<< Bene, non è stato facile, ma sto bene. >> 
<< Son contento. >> rispose Jason. << Temevo non c’è l’avresti fatta, e invece... >> 
Nico bevve un sorso di coca. 
<< Jason posso farti una domanda. >> 
<< Certo. >> 
<< Come mai tu non hai personalizzato la tua stanza, come gli altri? >> 
Un lampo di tristezza passò negli occhi del biondo, ma fu solo un attimo. 
<< In realtà non ne ho mai sentito il bisogno e poi non c’è nulla che mi piaccia così tanto. >> spiegò.
<< Uh capito, beh io nemmeno la addobberò, tanto andrò via da qui. >> 
<< Nico non dirlo nemmeno per scherzo. >> lo riprese il compagno. << Credevo che ormai ti stessi abituando, come puoi dire una cosa del genere? >> 
Il moro rimase stupito da un tale cambio d’umore, perché Jason si agitava tanto? 
<< Jason lo sai, questo non è il mio posto e non lo sarà mai. >> ribatté. 
<< Questo non è il posto di nessuno Nico. Ma nessuno di noi può andare via da qui, fattene una ragione. >> gli disse secco, alzandosi dal letto. 
Nico perse il senno della ragione,
<< Ma ti senti? Come puoi parlare così? >> lo redarguì. << Se ti sei già arreso non è un mio problema, io andrò via da questa fottuta isola, anche a costo di impazzire. Quei schifosi bastardi non mi avranno mai. >> 
<< Quei bastardi già ti hanno. Tu, io nessuno di noi puoi fare nulla, accettalo Nico, accettalo e basta. >> ribatté il compagno, afferrandolo per le spalle. 
<< Non posso, ok? Perché se lo facessi la mia vita non avrebbe più un senso, perché io devo andare lì fuori e uccidere la puttana che mi ha fatto finire qui! >>
Jason scosse la testa, 
<< La vendetta non ti porterà nulla. >> 
<< E stare qui invece si? Ma fottiti. >> cercò di divincolarsi il ragazzo con uno scossone. 
Una lacrime scese dal volto del biondo… 
<< Nico, vedi questa cicatrice? >> domandò con la voce rotta. 
La rabbia del moro svanì all’istante, non pensava che avrebbe mai visto uno come Jason piangere. 
<< Si la vedo. >> esclamò, osservando la cicatrice sul labbro del ragazzo. 
<< Bene, me l’hanno fatta loro. >> ammise, abbassando lo sguardo. 
<< Stavi scappando, non è vero? >>
Jason annuì, lasciando andare l’altro. 
<< Chi altro c’era con te? >> domandò Nico, curioso di andare in fondo a quella storia, ora che il ragazzo si stava finalmente aprendo a lui.
Il biondo andò al suo armadio e dopo qualche secondo, tirò fuori una scatola di cartone. 
Si sedette sul letto e l’aprì, Nico si avvicinò lentamente.
Jason prese una foto e gliela passò, 
<< Loro. >> disse, mentre si asciugava il volto. 
Il ragazzo vide ritratte due ragazze sorridenti, che si tenevano in mano un arco e alcune frecce. 
Una aveva i capelli lunghi ed il volto angelico, mentre l’altra vestiva secondo uno stile dark, con corti capelli neri e trucco pesante. 
<< Zoe Nightshade e Thalia Grace a sinistra, mia sorella maggiore… >> parlò dopo qualche tempo Jason. << Entrambe sono state uccise durante la fuga. >>
Un macigno piombò sul cuore di Nico… quindi anche Jason aveva perso la sorella maggiore… Ora capiva, ecco perché il ragazzo teneva tanto alle regole, ecco perché non voleva sentir parlare dell’ipotesi fuga. Aveva già perso tanto solo per provare… 
<< Scusami Jason sono stato un’idiota… >> mormorò il moro, mentre i sensi di colpa prendevano a serpeggiare in lui. 
Il biondo ripose la foto, 
<< Insieme a noi c’erano Luke, anche lui come vedi porta ancora il ricordo stampato in faccia, Annabeth, Leo e Piper.>>
<< Eravate soltanto voi sette? >>
Jason annuì, << Beh in realtà c’erano anche altri, ma solo noi decidemmo di rischiare. E come avrai capito, quando le cose precipitarono Luke decise di schierarsi dalla parte di coloro che non avevano avuto il coraggio di scappare. >> 
Nico si sedette accanto a lui, 
<< Avrei dovuto capire da solo il perché di tanto astio ogni volta che parlavo di fuga… perdonami ho pensato solo a me stesso. >> 
Jason si sforzò di sorridere, 
<< Non preoccuparti Nico, quel che fatto è fatto. Non avrei dovuto essere così crudo con te, tu non hai colpe. >> 
I due ragazzi si strinsero in un abbraccio, 
<< Aspetta un secondo, voglio farti vedere una cosa. >> disse poi il ragazzo, afferrando un'altra cosa dalla scatola. 
<< Seguimi. >> ordinò uscendo dalla stanza. 
Seppur lievemente riluttante Nico lo seguì, aveva la netta sensazione che Jason stesse per mostrargli qualcosa di molto importante, forse più della foto di sua sorella. 
Percorsero il lungo corridoio e si fermarono alla penultima porta, la 17 B. 
Jason emise un profondo respiro e poi lentamente la aprì con la chiave che aveva preso dal cofanetto. 
Un odore di chiuso investì immediatamente le narici di Nico. Jason richiuse immediatamente la porta e entrambi rimasero nel buio. 
<< Nico, sei uno dei pochi qui dentro che sta per vedere questa stanza…quindi ti prego… >>
<< Non preoccuparti Jason, sarò una tomba, promesso. >> giurò Nico, che non sapeva più cosa aspettarsi. 
Il buio non gli dava fastidio certo, ma in quella stanza la temperatura era davvero bassa e una strana sensazione di gelo si era insinuata lungo la schiena del moro. 
Finalmente Jason accese l’interruttore, mostrando così quel che il buio aveva tenuto nascosto agli occhi di Nico fino ad allora. 
(Come al solito), Nico rimase senza parole. Quella stanza era spettacolare! Da un lato era dipinta di nero, decorata con elementi dark gothic, mentre l’altra era dipinta con fulmini lampanti e decorata con oggetti sportivi.  La parte più bella però, rimaneva il soffitto, un cielo azzurro limpido, sul quale lievitavano sorridenti Thalia e Jason che si tenevano per mano. 
- Ecco com’era in realtà la camera di Jason… 
<< Quindi è questa la tua vera stanza… >> esclamò Nico, guardandosi attorno. 
Jason annuì. 
<< E’ splendida… davvero. >> 
<< Vero? >> chiese il biondo, osservando i suoi vecchi oggetti. << Se vuoi dai un’occhiata in giro. >> 
<< Tua sorella si che aveva stile. >> ammise Nico, senza neanche accorgersene, mentre sbirciava tra le numerose foto appese al muro. 
Quella frase strappò un mezzo sorriso al compagno, 
<< Già, scommetto sareste andati d’accordo in fatto di gusti stilistici e musicali. >> 
<< Tu dici? >> 
<< Uh uh, andava pazza per gli Evanescence. >> 
<< Oh beh, allora non ci sono dubbi. >> esclamò Nico, curiosando ora tra le vecchie foto di Jason. Una attirò particolarmente la sua attenzione, ritraeva il ragazzo e la sorella in forma ridotta, accanto ad una donna alta, vestita elegantemente; sembrava quasi una diva di successo. Al lato della foto c’era una scritta a matita che riportava la parola: Family. 
Nico immaginò che quella fosse la madre di Jason, ma al momento non se la sentiva proprio di fargli una domanda del genere. 
<< Ora hai capito perché la mia stanza è l’unica a non essere personalizzata? >> domandò Jason all’amico. 
<< Si, ti capisco… gli oggetti del passato riportano ai ricordi, e quando questi sono troppo dolorosi e meglio metterli da parte e ricominciare da zero. >>
<< Il più delle volte riesco a gestire bene la sua assenza, ma quando la sua presenza torna a farmi visita è devastante. Tutto il dolore che so di aver confinato negli angoli del mio corpo, comincia invadermi come in un’inondazione. L’acqua penetra, scorre ovunque e non c’è verso di fermarla. >> spiegò il ragazzo, accarezzandosi il braccio.
<< Non è facile gestire il dolore, specie quando prende il posto di una persona che amavamo profondamente. Lui arriva, riempie quel vuoto e come un veleno ci intossica. Fa male, ma ci permette di sentire qualcosa e noi non riusciamo a trovare la forza per scacciarlo, perché il “non sentire” nulla sarebbe di gran lunga peggiore.  >> 
Jason alzò lo sguardo verso il più  piccolo, 
<< Nico cosa ti hanno fatto? >> chiese Jason, colpito da quelle parole.
<< Me l’hanno portate via… Le uniche persone importanti della mia vita, non ho più nessuno adesso. >> ammise, slacciandosi il ciondolo e consegnandolo a Jason. 
Con mano tremante il biondo lo aprì, due donne dai capelli corvini come quelli di Nico, sorridevano all’obiettivo. Jason capì subito, erano sua madre e sua sorella… Così anche lui le aveva perse… 
Il biondo lo richiuse e delicatamente lo riallacciò al collo del moro, poi lo strinse forte da dietro le spalle, adagiando il viso sui suoi morbidi capelli. 
<< Sono cicatrici che porteremo per sempre con noi, ma ogni volta che il sangue tornerà a sgorgare, io ci sarò. >> esclamò Jason…
Uno poteva capire il dolore dell’altro, entrambi avevano perso le donne che più amavano, entrambi erano soli al mondo, o quasi…






Continua…



 


Angolo Autore: 

Buonasera a tutti cari lettori. 
Volevo porgere un pensiero a tutte le vittime del terremoto che ha colpito Amatrice e dintorni. Spero vivamente che nessuno di voi si trovasse lì nel momento del sisma, e che nessuno abbia perso un famigliare, parente o amico. Qui da me la scossa si è sentita abbastanza forte, ma fortunatamente non ci è stato nessun danno. 
Non credo ci sia altro da dire, semplicemente queste cose accadono e noi piccoli esseri umani non possiamo nulla contro la potenza della Natura. Si tratta semplicemente di una questione di fortuna, l’essersi salvati a discapito di altri innocenti però…
In ogni caso la vita va avanti e le FF ci aiutano a distrarci un po’, spero che il capitolo vi sia piaciuto. 
Un saluto a tutti. 
xxNico
  
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