Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eliseCS    29/08/2016    3 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
----------------------------------------------------------------------------------
Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
----------------------------------------------------------------------------------
[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
----------------------------------------------------------------------------------
Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
24 – Senza parole
 
 
 
Elise mangiava in silenzio masticando lentamente ogni boccone.
Peccato che quella del silenzio non fosse stata propriamente una sua scelta.
 
Quello che aveva appreso dai ricordi del Ministro della Magia era stato abbastanza per farle decidere che con sua madre non voleva più averci niente a che fare.
Raccontare tutta la storia su come si era ritrovata a casa di Shayleen dopo quella notte al San Mungo e tutto quello che ne era seguito le era sembrata la cosa più sensata da fare.
 
La prima a cui avrebbe raccontato tutto sarebbe però stata Julia: era sicura che l’amica avrebbe capito perché aveva taciuto la cosa fino a quel momento, e avrebbe potuto contare sul suo supporto quando sarebbe arrivata l’ora di confessarlo agli altri.
Aveva così deciso di affrontare l’argomento a cena, non aveva previsto che però si sarebbe letteralmente ritrovata a corto di parole.
 
 
Arrivata a metà dell’insalata che avevano preparato come secondo aveva infatti esordito con un: “Julia, devo confessarti una cosa” salvo poi trovarsi a boccheggiare aprendo e chiudendo la bocca senza che ne uscisse una parola.
La mora l’aveva guardata alzando un sopracciglio e lei si era affrettata a scuotere la testa scusandosi, dicendole che aveva cambiato idea e glielo avrebbe detto dopo: prima voleva finire di mangiare con calma.
 
Un unico pensiero le aveva occupato la mente per tutto il resto della cena: cosa diamine le era successo?
Perché non riusciva a raccontare nulla di quello che le era successo e che aveva a che fare con Shayleen?
 
Senza farsi notare aveva provato a iniziare il discorso un altro paio di volte ma niente, ogni volta la voce le si bloccava in gola e lei non riusciva ad emettere un suono.
 
L’illuminazione le arrivò mentre terminava di asciugare il lavello dopo aver finito di lavare i piatti.
Buttò in parte il canovaccio correndo in camera sua: prese il primo pezzo di carta utilizzabile che trovò sottomano sulla scrivania, appoggiò la punta della penna al foglio e… niente, non riusciva nemmeno a scrivere!
La sua mano sembrava come paralizzata, incapace di eseguire i suoi comandi.
Mollò bruscamente la penna inspirando profondamente.
Shayleen doveva averle fatto qualcosa, era l’unica spiegazione.
 
“Allora, di cosa volevi parlarmi?” le domandò Julia, appoggiata allo stipite della porta, facendola sobbalzare.
“Ecco, io…” provò di nuovo Elise, ma il risultato era sempre lo stesso.
La ragazza gemette frustrata mettendosi le mani nei capelli.
“Volevo dirti una cosa… mi credi se ti dico che non riesco a farlo? Ogni volta che provo a toccare l’argomento è come se la voce mi si bloccasse. Non riesco nemmeno a scriverlo…” spiegò, sperando che Julia avrebbe accettato anche quella sua ultima stramberia con il suo solito atteggiamento ottimista.
Quella sembrò soppesare per qualche istante la strana spiegazione che le era stata fornita per poi alzare le spalle.
“Suppongo che allora aspetterò finchè non troverai un modo per… sbloccarti” commentò alla fine.
“Grazie” sussurrò Elise mentre la coinquilina usciva dalla stanza.
 
Quella cosa doveva essere assolutamente risolta al più presto.
 
 
 
***
 
 
 
Si materializzò esattamente davanti alla porta d’ingresso di casa Potter.
Sarebbe potuta comparire direttamente nel salotto, ma aveva pensato che sarebbe stato più educato bussare e soprattutto non voleva rischiare di finire addosso a qualcuno come era successo l’ultima volta…
Suonò il campanello e qualche istante dopo dall’ingresso si sentirono i passi di qualcuno che arrivava ad aprire.
La porta venne spalancata ed Elise si ritrovò davanti la faccia stupita di Albus.
 
“Elise, ciao! Cosa fai di bello da queste parti? Vieni dentro, abbiamo appena finito di cenare”.
La ragazza entrò balbettando scuse riguardo al fatto che non voleva disturbare e che ci avrebbe messo solo pochi minuti alle quali Albus non prestò la minima attenzione occupato com’era ad urlare a squarciagola la notizia del suo arrivo al restante degli abitanti della casa.
“Volevo chiedere una cosa a tuo padre” spiegò intanto Elise facendo finta di non aver notato che mentre Albus richiudeva la porta alle loro spalle James si era affacciato nel corridoio per poi smaterializzarsi all’istante per andare chissà dove.
Il ragazzo annuì facendole poi segno di seguirlo.
 
 
La condusse in cucina: il tavolo era già stato sparecchiato e preparato per la colazione, mentre le stoviglie nel lavello erano state incantate dalla signora Potter in modo che si lavassero, asciugassero e si rimettessero a posto da sole.
Elise prese mentalmente nota che avrebbe dovuto provare anche lei a farlo: molto meglio che lavare i piatti a mano.
 
“Elise, a cosa dobbiamo questa visita?” la salutò il signor Potter distogliendola dai suoi pensieri.
L’uomo era ancora seduto al tavolo, era così strano vederlo senza la divisa da Auror, sgranocchiando alcuni biscotti sotto lo sguardo di disapprovazione della moglie.
Le fece cenno di prendere una sedia e sedersi a sua volta.
 
“Ero venuta per chiederle una cosa. Lo so che è tardi, ma volevo togliermi il dubbio il prima possibile”
Nel frattempo la signora Potter e Albus avevano silenziosamente lasciato la stanza.
Harry la invitò a continuare.
“Volevo sapere se esiste un incantesimo in grado di impedire di dire determinate cose…” spiegò. “Nel senso… voler dire una certa cosa e non riuscirci perché la voce ti rimane come bloccata in gola…” proseguì cercando di spiegarsi meglio, non era sicura di essere riuscita a far capire quello che intendeva.
 
Il signor Potter invece annuì sorprendendola.
“Sì, è lo stesso incantesimo che è alla base dell’Incanto Fidelius, quello che abbiamo fatto sul tuo appartamento e per il quale solo tu e io, che siamo i Custodi, possiamo rivelare l’indirizzo a qualcuno che non lo conosce. Se ci provasse James, o Julia, si ritroverebbero proprio come hai detto tu: la lingua paralizzata, le parole che non escono… ovviamente l’incantesimo può essere usato per gli scopi più disparati: appunto, nascondere un’abitazione, un oggetto, una persona… perché ti interessa?”
 
A quel punto Elise avrebbe volentieri preso a sbattere la testa sul tavolo della cucina per non esserci arrivata subito da sola.
Era così ovvio!
E adesso invece doveva anche dare una spiegazione.
 
“Ecco…”
Lo squillo del cellulare la salvò all’ultimo proprio come succedeva a scuola con la campanella che segnava la fine dell’ora e delle sofferenze del povero interrogato di turno.
Elise si scusò con il signor Potter prima di rispondere.
 
“Sì?”
“Elise si può sapere dove cavolo sei finita?” la voce di Julia le arrivò dall’altra parte della cornetta rischiando di farle saltare il timpano.
Probabilmente persino il signor Potter era riuscito a sentirla senza problemi.
“Non avevi il turno di notte oggi? E non dirmi che sei già andata perché hai lasciato tutte le tue cose qui a casa…” continuò imperterrita la sua coinquilina senza lasciarle il tempo di dire nulla.
A quelle parole Elise si ritrovò a fare mente locale: il pomeriggio precedente non era andata in reparto perché l’infermiera che le faceva da tutor aveva chiesto la giornata libera, ma quel giorno avrebbe avuto turno regolare, ovvero notte.
Si scostò il cellulare dall’orecchio per controllare l’ora scoprendo con orrore che mancava poco più di mezz’ora all’inizio del turno.
“Grazie Julia, arrivo”
Chiuse la chiamata alzandosi in piedi e dirigendosi verso l’uscita seguita a ruota dal signor Potter.
“Le spiegherò tutto la prossima volta, promesso” si scusò mentre apriva la porta.
Che poi, non avrebbe potuto smaterializzarsi direttamente dall’ingresso?
“Adesso devo proprio andare. Mi ero completamente dimenticata di avere il turno di notte…” concluse.
E dopo aver notato distrattamente il signor Potter che la salutava si smaterializzò.
 
 
 
***
 
 
 
Le quasi dieci ore di turno passarono troppo lentamente per i gusti di Elise, che aveva passato la maggior parte del tempo a pensare ad un modo per risolvere quella situazione senza dover coinvolgere Shayleen.
Ovviamente senza risultato.
 
 
Ormai era rimasta l’ultima in spogliatoio, si affrettò quindi a finire di cambiarsi per poi assicurarsi che il suo armadietto fosse chiuso a dovere: non vedeva l’ora di arrivare a casa e sprofondare nel letto.
 
Aveva finito di chiudere la porta dello spogliatoio quando, nel girarsi, andò a sbattere addosso a qualcuno.
Una collega in ritardo, molto probabilmente.
“Scusi” disse in fretta senza neanche alzare lo sguardo e senza fermarsi, la sua mente impegnata a visualizzare un’immagine piuttosto accurata del suo cuscino.
Le bastava girare l’angolo del corridoio, assicurarsi che non ci fosse nessuno e si sarebbe potuto materializzare direttamente in camera sua.
 
“Non così in fretta, tesoro” una voce beffarda la fece bloccare sul posto.
Una voce che, purtroppo, non ebbe alcuna difficoltà a riconoscere.
 
“Nancy” Elise salutò la Guaritrice del San Mungo con finta allegria voltandosi a fronteggiarla.
“Ti avviso che non sono dell’umore adatto, lasciami andare. Shayleen non aveva detto che mi avreste lasciata in pace finchè non sarei stata io a tornare da lei?” le ricordò.
Il sorriso sul volto di Nancy si allargò ulteriormente.
“Certo, Shayleen mantiene sempre le sue promesse, ma quello che hai appena detto è stato valido finchè qualcuno non ha provato a spifferare tutto quanto. Un uccellino mi ha detto che hai provato a parlarne con quella tua amica babbana, e anche con il capo degli Auror… bel modo di ricambiare la fiducia di tua madre” le rispose a tono godendosi l’espressione a metà tra lo stupito e lo spaventato di Elise.
“Davvero pensavi che non ti avremo tenuto d’occhio in qualche modo? Che ti avremo lasciata la possibilità di raccontare tutto e rovinare di nuovo i suoi piani…?”
 
“Adesso basta” la fermò Elise facendo rimbombare la voce nel corridoio e cercando di mantenere la calma: i palmi delle mani avevano cominciato a pruderle.
“Cosa vuoi Nancy?” domandò poi.
La donna sembrò felice di essere arrivata direttamente al punto.
“Beh, è ovvio: voglio che tu venga con me. Shayleen è del parere che sia passato un periodo di tempo ragionevolmente lungo dall’ultima volta che vi siete incontrate. Vuole sapere cos’hai deciso, e vuole saperlo ora”.
 
“Non verrò con te” rispose subito Elise.
“Ragazzina, non costringermi a usare le maniere forti…” finalmente quell’odioso sorriso cominciava a scemare.
“No, tu non costringere me. Sai di cosa sono capace” ribattè prontamente. “Non verrò con te perché non riuscirei mai a trovare una scusa convincente per la mia assenza dopo un turno di notte, sono distrutta e voglio solo andare a dormire”
Ed era la pura verità.
 
Di certo non era nelle condizioni di affrontare Shayleen.
Era anche vero che aveva rimandato quell’incontro per quanto aveva potuto e ormai non le era più concesso di tirarsi indietro, di sicuro loro non glielo avrebbero permesso.
In più c’era anche il problema di quel dannato incantesimo che le impediva di parlare di Shayleen a chiunque, e le era chiaro che l’unico modo per avere una minima possibilità di scioglierlo era andare a parlare con la diretta interessata.
 
 
“Ti propongo una cosa” disse alla fine tirando un sospiro di sollievo nel notare che Nancy sembrava disposta ad ascoltarla.
“Io adesso vado a casa, prima di addormentarmi qui in piedi, e quando reputerò di aver dormito abbastanza penserò ad una scusa da rifilare a Julia e verrò da voi. Da lei. Ormai mi so smaterializzare, non sarà necessario che qualcuno venga a prendermi. Ok?”
“E io come posso essere sicura che verrai?” la provocò subito la guaritrice.
Elise sorrise: “Temo che ti dovrai far bastare la mia parola…”
“E io temo che nella posizione in cui ti trovi la tua parola non sia sufficiente…”
 
Elise sbuffò sonoramente alzando gli occhi al cielo.
 
L’avrebbe schiantata.
L’avrebbe schiantata così forse sarebbe potuta finalmente andare a dormire.
 
“Facciamo così: di solito mi sveglio verso le quattro del pomeriggio. Se per le sei non sono ancora arrivata avete il permesso di venirmi a prendere, va bene così?”
 
Fa che dica di sì, fa che dica di sì…
 
“Molto astuta, davvero. Ma sappiamo che hai nascosto l’appartamento dove abiti, non ci sarebbe possibile avvicinarci neanche se volessimo”
 
Come non detto
 
 
Le due continuarono a guardarsi in cagnesco: era ovvio che nessuna aveva intenzione di cedere per prima.
 
Ancora una volta fu Elise a riprendere la parola.
“Senti, Shayleen ha il suo bel da fare a dire che sono sua figlia e cavolate varie sulla fiducia… e poi non si fida di me per una cosa come questa? Non posso letteralmente dire una parola a nessuno su questa faccenda, cos’è che vi preoccupa, eh? Dille che per le cinque e mezza, sei al massimo, sarò da lei a quella stupida villa, promesso. E mi dispiace, ma la mia parola è l’unica cosa che sono disposta a darti in garanzia perché sai, anch’io mantengo sempre le mie promesse. E se non ti va bene… beh, è un problema tuo”
E prima di dare il tempo alla donna di ribattere in qualsiasi modo si era già smaterializzata.
 
 
 
Apparve pochi secondi dopo in camera sua, tra il viaggio turbolento e la stanchezza dovette sorreggersi al muro per non cadere.
Ebbe giusto il tempo di mettersi in pigiama che Julia aveva già fatto capolino dalla porta.
“Finalmente, stavo cominciando a preoccuparmi, non arrivavi più” la salutò la mora.
“Consegne* lunghe, nulla di nuovo” si giustificò Elise soffocando uno sbadiglio sedendosi finalmente sul tanto agognato letto.
Julia annuì comprensiva apparentemente ignara della bugia.
“Ti lascio dormire” disse alla fine. “Io oggi ho pomeriggio, quindi non credo che mi troverai al tuo risveglio” la informò.
Elise accolse di buon grado la notizia: almeno così non avrebbe dovuto inventarsi una scusa per l’uscita che aveva in programma e mentire di nuovo.
 
Evidentemente l’amica doveva aver capito che stava pensando a qualcosa perché: “Va tutto bene?” le domandò subito.
La ragazza si affrettò ad annuire rispondendo affermativamente.
“Ah, quasi dimenticavo” aggiunse Julia già mezza fuori dalla porta. “Prima è passato il signor Potter, ti cercava. Ha detto qualcosa riguardo un discorso che avete iniziato ieri sera… se riesce ripasserà nel pomeriggio”
“Ok, va bene”
 
 
No, non va bene per niente pensò Elise quando rimase finalmente sola.
Pazienza, sarebbe andata da Shayleen comunque, e se il signor Potter avesse avuto qualcosa da ridire riguardo la sua assenza avrebbe sempre potuto dire che era uscita un attimo a fare una passeggiata o a fare la spesa.
 
In quel momento però l’unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stata una lunga dormita.
 
 
 
 
 
 
*Le consegne, per chi non è del mestiere, sono le informazioni su ogni paziente che gli infermieri che smontano dal turno passano a quelli del turno successivo.
(E sì, fidatevi, a volte possono essere davvero mooolto lunghe…)













Sono tornata!
Ormai anche agosto sta finendo e l'idea che tra qualche giorno sarà di nuovo settembre mi mette i brividi.
Comunque... in questa settimana in cui sono stata via ho avuto modo di rilassarmi un po' e di pensare alla storia: ormai la trama dovrebbe essere sufficientemente definita e l'unica cosa che mi manca è l'idea per l'epilogo.
A questo proposito volevo chiedere a voi se vi piacerebbe l'epilogo in stile "19 anni dopo", o anche meno (devo solo fare i calcoli delle varie età) o se preferireste qualcosa di diverso.
Fatemi sapere che ci tengo a sapere cosa ne pensate!

Anche questo capitolo è un po' di passaggio, ma vediamo che pian piano le cose cominciano a sbloccarsi a partire da Elise che decide finalmente di parlare di tutto quello che ha taciuto fino a questo momento.
Chissà se ce la farà...
Vi lascio lo spoiler del prossimo capitolo:

“In effetti hai ragione, volevo proprio chiederti una cosa” cominciò.
Shayleen la guardò sempre sorridendo invitandola ad andare avanti.
“Volevo chiederti di rimuovere l’incantesimo che mi impedisce di parlare di te, qualunque esso sia” concluse.
 
La reazione della donna non fu quella che si aspettava.

Pensava che si sarebbe arrabbiata, che magari avrebbe dovuto persino fare ricorso ai suoi poteri per difendersi, e invece…
 
“Oh, Elise, sono così contenta che tu me l’abbia chiesto!” esclamò la donna.
La ragazza la guardò incredula: “Davvero? Quindi toglierai l’incantesimo?” domandò chiedendosi allo stesso tempo come mai fosse stato così facile convincerla.
“Davvero” confermò Shayleen nel frattempo. 

Che dite? Shayleen toglierà davvero l'incantesimo ad Elise (che abbia preso una botta in testa?) o è tutto solo un trucco?
Alla prossima settimana!
E.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eliseCS