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Autore: eppy    29/08/2016    6 recensioni
Esiste un punto zero, un momento difficilmente definibile e quasi impercettibile, che condiziona la vita di ognuno di noi.
Ovviamente, il mascalzone presenta una fisionomia che lo rende perfettamente simile a tutti i suoi gemelli, ma uguale a nessuno di loro. Il problema è che la differenza in superficie è talmente sottile, che il 99,9% delle volte non viene notata nè dal diretto interessato/a, nè da chi gravita intorno, e lo si attraversa con lo stesso atteggiamento di sempre, senza minimamente sospettare che nasconda il più profondo dei vortici, capace di deviare o addirittura invertire la rotta della nostra esistenza in modo talmente subdolo e al contempo meraviglioso, da non farcene nemmeno accorgere. E' sconvolgente pensare a quanto potere possa custodire un solo, apparentemente banalissimo istante: può condurti verso un porto, una spiaggia sicura, o mandarti alla deriva..e succede in un attimo, inafferrabile e irripetibile.
Jane e Chris, i protagonisti di questa storia, si erano incontrati proprio nei rispettivi punti zero, che per qualche motivo coincidevano a loro insaputa.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Per un secondo nessuno dei due capì nulla.
Jane si limitò a fissarlo, a guardarlo finalmente negli occhi, senza sapere che diavolo pensare, e Chris ricambiò quello sguardo con infinita sopresa e dolcezza. Si ritrovò a sorriderle nello stesso istante in cui, dopo avervi sperato praticamente sin dal principio, riuscì finalmente a stabilire un contatto visivo con lei.
Non ci volle un genio per fargli prendere atto del fatto che fosse appena avvenuto una specie di miracolo, e guardarla negli occhi fu talmente bello, così maledettamente emozionante, che dimenticò completamente tutto il resto. Le sorrise con le labbra e con gli occhi lucidi, incapace di muoversi o di dire nulla per timore di rendersi conto che si trattasse di un sogno.
Ma Jane era lì, e con quegli occhi castani stava disperatamente cercando di dare un senso a ciò che le si parava davanti. Anche lei era perfettamente immobile, e perfettamente avvinghiata a lui, troppo sconvolta per muovere anche un solo muscolo.
" Jane" un sussurro che fece fatica a pronunciare, non riuscivano a smettere di guardarsi come se all'improvviso fosse sparito tutto il resto
" Tu ci vedi?" soltanto pronunciare quelle parole gli provocò un magone allo stomaco fortissimo
" Io.." fu il suo turno di rispondere, ancora esitante, a corto di fiato, e con il battito acceleratissimo
" Si" sussurrò appena, sciogliendosi lentamente in un sorriso che si faceva più ampio e consapevole secondo dopo secondo
" Si, ci vedo" confermò subito dopo, come se non ci credesse nemmeno lei
" O mio Dio!" e a quel punto fu impossibile distinguere chi fosse più frastornato tra i due .
Respirarono a fatica per un paio di secondi, entrambi a labbra dischiuse, incapaci di reagire in qualsiasi modo che escludesse il contatto visivo. E poi, senza pensarci, Jane, che gli era già praticamente addosso, affondò il viso nell'incavo della spalla di lui, e scoppiò in lacrime.
Pianse talmente forte, e Chris la tenne ancorata a sè talmente stretta, senza dire una sola parola, che se qualcuno li avesse sentiti o visti, avrebbe certamente pensato che quella ragazza, che pareva essere in preda alle convulsioni, avesse appena avuto la sfortuna di sapere una delle più terribili notizie.
E invece era stata appena miracolata.
Il ragazzo, dal canto suo, di certo non si aspettava un gesto del genere, e nel momento in cui lei gli si abbandonò completamente tra le braccia, singhiozzando disperatamente, e lasciandosi abbracciare così forte, si sentì talmente leggero, con il cuore in pace, che non si sarebbe sopreso se fosse riuscito a librarsi in volo.
Nessuno seppe dire per quanto tempo restarono in quella posizione, e nessuno saprà mai spiegare per quale motivo Jane ci impiegò così tanto  a comprendere ciò che le succedeva intorno.
Pianse nascondendo il viso nel suo collo, mantenne le gambe intorno al suo bacino con chissà quale forza, e si aggrappò a lui con talmente tanta convinzione e disperazione, da illuderlo che fosse tutto a posto.
Ma inevitabilmente, dopo aver esaurito tutte le lacrime e dopo aver fatto durare quell'abbraccio talmente a lungo da impedirsi da sola di provare a dimenticarlo, la realtà dei fatti la colpì come un secchio d'acqua gelata, e lo spinse via, allontanandolo, confusa e furiosa. 
Malaguratamente (almeno per lei), si trovavano ancora nella grotta, nell'aqua alta, e se non voleva morire affogata doveva tenersi a lui. Ma non era ancora pronta ad ammetterlo a sè stessa.
Nel momento in cui lo spinse via, a Chris crollò il mondo addosso, con la stesso peso di quando i genitori della ragazza che amava l'avevano allontanato senza concedergli alcuna possibilità, e Sophie gli aveva detto della cecità di Jane. Anzi, forse quella volta il colpo fu amplificato, ancora più pesante, perchè a quel punto aveva l'assoluta certezza di amarla con ogni fibra del suo essere, e di non essere disposto a perderla per nessun motivo al mondo.
Non dissero niente, bastarono gli sguardi a chiarire tutto.
Jane era come pietrificata, il cervello le urlava di mettersi a nuotare come una pazza e scappare lontano da lui, lontano da tutte quelle bugie, ma il suo corpo non reagiva. Se ne restava lì, in bilico tra il restare a galla o andare a fondo,  e non solo in senso metaforico. Fissava quegli occhi verdi sui quali aveva tanto fantasticato, con i suoi ancora velati di lacrime e talmente spenti da apparire di nuovo quasi morti.
Non poteva essere vero...non poteva essere stata raggirata in quel modo...Chris non poteva averle fatto tutto quel casino, e Sophie, Scott, e chiunque altro, non potevano essere tutti stati suoi complici.
Nel momento esatto in cui la colpì la cruda e dolorosissima consapevolezza di non potersi fidare di nessuno, rischiò di affogare sul serio.
Ma Chris sarebbe morto al suo posto piuttosto che vederla in quello stato. La afferrò al volo, tirandosela di nuovo addosso con tutte la forze che fino a quel momento parevano averlo completamente abbandonato.
" Non mi toccare" non urlò nemmeno, non ce la fece
" Stavi affogando" si giustificò lui, lottando contro la voglia di lei di divincolarsi
" Sto ancora affogando" realizzò in quel momento
" Con me sei al sicuro, lo sarai sempre" mormorò lui, e a  quel punto Jane smise persino di divincolarsi 
" Non ti rendi conto che non sto parlando del mare? Sto affogando nelle tue bugie, Chris"
" Posso spiegarti tutto, te lo giuro"
" Ti chiedo un'ultima cosa: portami a riva e non farti vedere mai più"
Chris deglutì, come se avesse appena ricevuto una coltellata nel petto, ma capì di non poter insistere in nessun modo. Quindi fece ciò che la ragazza gli aveva chiesto, ma a ogni passo la strinse più forte, quasi da farle male. Se quelli erano gli ultimi istanti per tenerla tra le braccia, ne avrebbe approfittato a ogni fottutissimo costo.
Senza concedersi di pensarci su per un solo istante, si fermò nel bel mezzo del mare, in un posto in cui a malapena ci toccava lui con le punte, e si avventò con le labbra sul collo di lei.
" Ma che fai? Sei impazzito? Smettila!" e questa volta Jane urlò, ma non servì a nulla, perchè erano ancora lontani dalla riva, e lei sapeva bene di non aver scampo.
Di non poter in alcun modo sfuggire a quelle braccia, a quelle labbra, a quei baci, e a quei maledetti occhi.
" Io ti amo da impazzire Jane Collins" sussurrò lui, a un passo dallo scoppiare in lacrime, senza smettere di baciarle avidamente il collo, risalendo fino alla mandibola, con le labbra e la lingua, entrambe salate e bagnate.
" Lasciami Chris...basta..basta, ti prego!" riprovò a sfuggirgli lei
" Sto giocando sporco e lo so, perchè siamo in mezzo al mare, e sei costretta a starmi addosso....ma tu devi saperlo, devi saperlo che tengo a te più che alla mia stessa vita. Che non ce la faccio nemmeno a immaginarmi senza te accanto, e che ho fatto tutto questo perchè era l'unico, disperato modo che avevo per non perderti per sempre. 
Ti amo Jane. Cristo, ti amo come non ho mai amato nessuno, e mai amerò nessuno. Ti amo da morire amore mio"
E senza darle di tempo metabolizzare quella dichiarazione così disarmante e violenta, sussurrata con le lacrime agli occhi in mezzo al mare, Chris posò con forza le labbra su quelle di lei.
Jane si irrigidì, ma non si sottrasse, e lui tentò il tutto per tutto staccandosi e guardadola negli occhi.
C'era stato qualcosa che sin dal quel primo scambio di battute in aeroporto, l'aveva fatta innamorare di quel verde smeraldo...qualcosa che evidentemente esisteva ancora, a dispetto di tutto.
Perchè si guardarono per un istante, e l'attimo dopo, senza nemmeno sapere come, si stavano baciando.
Ma non era un bacio normale, nè tantomeno un  modo di fare pace. Era più simile all'esssere posseduti da una foga e una passione inaudite che zittivano con sorprendetemente facilità e violenza ogni pensiero o tensione contraria.
Sapeva bene che fosse da pazzi, da manicomio, da stupidi, Jane sapeva benissimo che permettergli di baciarla dopo tutto quel casino, equivaleva praticamente ad annullare se stessa e la sua dignità, ma decise che non gliene fregava nulla. Ogni volta che lui aveva detto 'ti amo' , lei avrebbe voluto rispondere 'ti odio' ...'ti odio da morire Chris'. Ma lo baciò lo stesso.
Ci aveva sperato così tanto in un suo maleddissimo ritorno, aveva pregato così tante volte affinchè le fosse concessa la possibilità di specchiarsi di nuovo in quegli occhi, e si sentiva così maledettamente stupida per aver creduto a 'Harry' per tutto quel tempo, e c'era stata così dannatamente bene con quello stronzo, che lasciare che le divorasse la bocca di baci per nulla casti, le parve davvero il minimo per essere ripagata di tutta la sofferenza causatole. 
Perchè aveva capito da tempo, anche grazie al fantasma Harry, che i suoi baci avevano il potere di impostarle il cervello a zero e il cuore a dieci miliardi di milioni di battiti al secondo, e voleva goderselo tutto per paradiso, prima di maledirlo e rimpiangerlo per sempre. 
Era indubbiamente da masochisti torturarsi in quel modo, permettergli di baciarla, leccarla e assoporarla così disperatamente e così intensamente come forse non si era mai spinto a fare prima di allora, ma non le importava nemmeno di quello. E invece di allontarlo finì per avvinghiarsi di più a lui, gli tirò i capelli, forte, e lo maledisse per tutto il tempo perchè sapeva ancora donarle il paradiso.
Le braccia e le mani di lui la strinsero sempre più possessivamente, e loro labbra arrivarono addirittura a mordersi dalla rabbia e dal desiderio, prima che fossero costretti a staccarsi per non morire soffocati dalla loro stessa irrazionale e folle passione.
Ma Chris non era un cretino, e in quel bacio c'aveva messo il centodieci per cento di se stesso e della propria anima, perchè sapeva che non le avrebbe più potute toccare quelle labbra.
" Te lo chiedo in ginocchio: portami a riva....io...non ce la faccio più"
E a quella supplica, Chris non potè che obbedire, non rinuciando comunque a stringerla fortissimo.
" Io..capisco che se potessi mi daresti in pasto agli squali ora come ora, ma quando vorrai, quando sarai disposta ad ascoltarmi, anche solo per due minuti....ti prego Jane, non può finire così!"
Lei non trovò le forze di rispondere, esausta, sconfitta dalle proprie emozioni, e si limitò a saltare giù dalle sue braccia non appena fu certa di toccare con i piedi. 
E si allontanò, senza azzardarsi a voltarsi indietro.

Corse a perdifiato fino alla camera d'albergo che gli era stata assegnata soltanto poche ore prima, quando tutto era diverso, e soltanto dopo essersi assicurata di essere sola, scoppiò in un pianto talmente intenso e violento che ebbe paura di strozzarsi con le sue stesse lacrime.
Erano state decisamente troppe le emozioni vissute in quegli ultimi minuti, e il modo migliore che trovò per sfogarsi e perlomeno tentare di liberarsi di tutto fu piangere con la testa immersa nel cuscino poggiato sul letto che fino a poco prima sognana di dividere con il suo ragazzo.
Prese disperatamente a pugni il materasso fino a quando ne ebbe le forze, rendendosi conto soltanto in un secondo momento di non aver nemmeno avuto il tempo di pensare alla portata del cambiamento che era appena avvenuto. Aveva di nuovo i suoi occhi, aveva di nuovo ciò che negli ultimi mesi aveva agognato più di qualunque altra cosa al mondo, eppure era tutt'altro che felice.
Si sentiva tradita dalle persone a lei più care, e aveva soltanto voglia di piangere fino a consumare tutte le lacrime.
E le faceva rabbia il fatto di non riuscire a godersi la vista offerta da quella specie di paradiso terrestre in cui erano capitati quasi per caso...ma che se faceva del mare, del sole, della gente, degli odori, dei colori se non poteva condividerli con nessuno? 
Certamente guardare fuori dalla finestra, compiacersi in silenzio della meraviglia di quel posto l'avrebbe aiutata a calmare il respiro, ma quell'eventualità Jane non riuscì nemmeno a immaginarla, e in preda a un pianto disperato finì per addormentarsi.
Negli ultimi istanti in cui era stata cosciente aveva pensato di chiamare a casa, raccontare tutto ai propri genitori e continuare a piangere al telefono con loro, ma poi aveva cambiato idea rendendosi conto del fatto che in quelle condizioni, con quella voce e quei lacrimoni avebbe soltanto fatto preoccupare all''inverosimile mamma e papà. Doveva calmarsi prima di fare qualunque cosa.
Nemmeno parlare con Sophie era contemplato tra le scelte possibili, dato che la ragazza ce l'aveva con l'amica quasi quanto ce l'aveva con Chris.
Si svegliò due ore dopo, con gli occhi ancora lucidi, le labbra secche e il cuore ridotto in frantumi. Non si alzò nemmeno dal letto, e trovò un po' di conforto nel semplice e banale estraniarsi per un po' dal suo mondo, scoprendo una briciola di piacere nell'aprire dopo mesi il proprio account instagram e bearsi delle meravigliose foto scattate da gente in quel momento più felice di lei.
Il fatto che avesse letteralmente a portata di mano la possibiltà di ammirare panorami mozzafiato, e si limitasse a carcarne di digitali, virtuali, costituiva un perfetto controsenso, ma al tempo stesso la diceva lunga sul suo stato d'animo: affacciarsi alla finestra e guardare fuori, significava entrare in contatto con la realtà, e lei voleva illudersi di poterne fare a meno per un po'.
Ma se Sophie continuava a tempestarle di telefonate puntualmente ignorate, la cosa poteva rivelarsi piuttosto complicata.
La quarta volta che sentì squillare quel maledetto cellulare, in un impeto di rabbia scagliò il dispositivo contro il muro, mandandolo in frantumi e pentendosene un momento dopo, perchè a quel punto poteva davvero dire di essere sola in un'isola sconosciuta, senza gli strumenti necessari per poter tornare indietro.
Risalire su un'aereo e allontanarsi da Chris e tutto quel casino sarebbe forse stata la soluzione migliore, ma senza nemmeno un dannatissimo cellulare, dove poteva andare tutta sola? E a quel punto sola lo sarebbe stata sul serio. 
C'è chi dissentirà e dirà che sentirsi soli quando c'è qualcuno accanto a noi, è molto peggio che esserlo sul serio...ma se quel qualcuno si chiamasse per caso Chris e nonostante tutto fosse innamorato della ragazza sola in questione, e disposto a tutto per lei, beh, a quel punto forse ci si può sentire al sicuro lo stesso. Nonostante tutto.
Ma Jane non arrivò a formulare questi pensieri in un momento critico come quello che stava vivendo, e se decise di restare lì, chiusa nella loro camera d'albergo, fu forse solo per la forza della disperazione che le rendeva impossibile reagire.
Soltanto quando riuscì persino a contagiare il cielo con il suo pessimo umore, che da blu diventò grigio e si mise a piangere a suo modo insieme a lei, che si chiese dove fosse finito Chris.
Nel frangente in cui il temporale diventò insostenibile e la pioggia accompagnata dal gelo della notte in arrivo sempre più pesante, fu allora, che fregandosene altamente di agire contro la parte razionale di se stessa, lasciò quella camera senza nemmeno una giacca addosso e corse all'esterno della struttura.
Si servì dei ritrovati occhi per abbracciare con lo sguardo tutto ciò che poteva, e non appena scorse una figura nella notte tempestosa, come se fosse entrata in uno stato di trance, vi si avvicinò molto lentamente, incurante di essere fradicia da capo a piedi.
Non fece alcun rumore, avanzò verso quella duna sulla quale aveva riconosciuto Chris seduto come se nemmeno si accorgesse di essere grondante di pioggia, di rischiare di prendere una polmonite per colpa di quel cretino; in una lotta furente tra il cervello che le urlava di tornarsene indietro, al riparo, di lasciarlo perdere, e le gambe che continuavano ad avanzare verso di lui, come spinte da una forza estranea alla sua volontà, probabilmente la stessa che l'aveva mandata in trance e fatta arrivare fin lì, lo raggiunse.
Quando il ragazzo si accorse della sua presenza, quasi sobbalzò per la sorpresa, perchè proprio non si aspettava che lei si preoccupasse di cercarlo. Ma ciò che c'era stato tra loro non poteva essere cancellato così facilmente, il legame che li teneva uniti non poteva essere spezzato così in fretta, e quella che ne fu la prova evidente.
Perchè Jane era ferita, incazzata, furiosa con lui, ma non riusciva a sopportare l'idea di saperlo solo, al buio, sotto la pioggia scrosciante.
" Ma sei pazza? Rischi di prenderti una polmonite così!" 
Furono le uniche parole un po' sconnesse che fuoriuscirono dalle labbra di lui. 
La rimproverò, ma gli occhi gli brillavano, e lei a quel punto non poteva più non accorgersene.
" Quindi dovevo farla prendere a te e basta?"
Sbottò a sua volta la ragazza, con la pioggia che continuava a cadere fitta.
" Jane" un sussurro dolcissimo, seguito da un sorriso
" Chris" un altro sussurro, decisamente diverso dal precedente, ma forse percepito come simile dal diretto interessato, che non potè trattenersi dall'allargare le braccia per poterla stringere forte.
Ma lei si scostò come scottata, e abbassando lo sguardo per evitare di guardarlo negli occhi, fece un passo indietro.
" Torna in camera" aggiunse subito dopo, accertandosi che lui la seguisse, prima di riprendere la strada del ritorno, con la testa bassa e il cuore in fiamme.




BUONSALVEEEEEE!!!!
Ecco il nuovo capitolo, che spero con tutto il cuore apprezzerete :)
Intanto, colgo l'occasione per ringraziarvi come sempre di tutto il sostegno ricevuto, in ogni modo. Sappiate che ogni giorno con le vostre parole mi spronate a scrivere, e non vi ringrazierò mai abbastanza per questo.
Un bacione, e a prestooooooooo <3<3<3<3





























  
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