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Autore: Ninfea Blu    30/04/2009    8 recensioni
1 - Mai più sola
2 - La dama nera (storia modificata in data 23/9/2010)
3 - Dolore di madre (storia modificata in data 30/10/2010
4 - Petali come lacrime (aggiornata in data 12/03/2011)
5 - Ti amo sorella... (aggiornata in data 16/04/2011)
6 - Morire dentro (storia modificata in data 22/04/2011)
7 - L'arco della tragedia
8 - Notizie da Parigi
Tema molto doloroso. ATTENZIONE : La morte in VNB .
Come inizio, mi sono lasciata ispirare da una canzone che a me personalmente, piace molto. Sono i pensieri di Oscar dopo la morte di André. Seguono altre storie con altri personaggi e momenti dell'anime. Alla larga i più sensibili.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, Generale Jarjayes, Jeanne Valois, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rose appassite'
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Morire dentro

Morire dentro

 

 

 

Il vecchio generale si prende la testa tra le mani, puntando i gomiti alla scrivania; si sente oppresso da un peso insopportabile.

Si sente stanco quasi quanto la sua anima di vecchio decaduto, giunto alla fine di un’ epoca.

 

 

Tradimento.

Che parola orribile. Non la conoscevo.

Non credevo che l’avrei mai conosciuta questa parola infamante.

 

Oh, Dio!

Sarebbe meglio la morte in battaglia, piuttosto che un Jarjayes si macchi di una simile colpa.

Non credevo che quest’ombra nefasta sarebbe mai calata sulla nostra nobile e illustre famiglia.

Come posso sopportare quest’onta gettata per sempre sul nostro buon nome?

Non posso.

Non ce la faccio.

 

È accaduto l’impensabile.

Innominabile vergogna a pesarmi addosso.

 

 

La spada appoggiata poco distante sembra che brilli in modo sinistro.

Il generale guarda la lama che pare sedurlo come una bella donna.

Nella sua mente sconvolta, si fa largo strisciando come una serpe, un’ idea allucinante e contronatura.

 

Mia figlia ha tradito il suo Re.

Lei, mio erede e mio sangue, si è macchiata della colpa più vile.

Mi sento ingannato anch’io; non avrei mai creduto che sarebbe potuta arrivare a tanto.

Dove ho sbagliato?

Io ho temprato la sua forza morale, il suo coraggio.

Come padre sono stato severo, come uomo le ho insegnato ciò in cui credevo, che era giusto.

Ma il suo coraggio sprezzante è diventato impudenza e ribellione.

 

Tremava il generale.

Avrebbe voluto piangere lacrime che non aveva mai avuto, che non aveva mai versato.

Che non sapeva di possedere e che forse, non possedeva più.

 

 

Perché Oscar?

Perché lo hai fatto?

Come hai potuto tradire i miei ideali, i tuoi ideali?

Perché erano anche i tuoi, Oscar, quelli che io ti ho trasmesso; era giusto che la nostra famiglia si mantenesse leale verso la Corona di Francia.

Dovere e obbedienza sono valori sacrosanti e importanti; regole immutabili che nessuno, neppure tu puoi cambiare.

Non vi hai sempre creduto come ci credevo io?

Ci credo ancora in quelle regole e anche se non sempre sono giuste, sono necessarie.

I Jarhayes hanno una nobile tradizione da difendere; siamo fedeli servitori della Corona da generazioni e nella nostra storia famigliare non può esistere un traditore, non è mai esistito.

 

Fino ad ora.

 

Perché tra tutti, proprio tu?

Mia figlia? 

Mio orgoglio e rimorso?

Questo è un castigo per la mia folle presunzione.

 

 

Era sera.

Il temporale batteva e urlava contro le finestre dello studio illuminato da deboli candele; il generale ascoltava quei suoni come se provenissero dall’ inferno, gli pareva che scorressero sotto la sua pelle indurita come brividi perversi.

 

 

Non c’è più niente.

Non c’è più speranza né onore.

Non c’è salvezza alcuna e non si può tornare indietro.

Non c’è altro che l’abisso davanti a me; è quello in cui precipiterò la mia anima dannata.

Morto dentro; così mi sento io.

Ucciso prima dai miei pensieri e poi dalle mie azioni.

Non è più vita la mia. Forse non lo è mai stata.

C’è solo una soluzione, che per quanto mi susciti profondo, delirante orrore, è l’unica possibile.

 

La morte.

 

Per entrambi.

 

Per questo vecchio pazzo che ha giocato col destino di sua figlia.

Per questa figlia che non ho mai piegato e ha oltrepassato ogni limite che non le ho imposto.

 

Devo punire questa figlia ribelle.

Devo farlo prima che lo scandalo ci ricopra d’ignominia.

Prima che, come è giusto, ci venga tolta ogni cosa; terre, potere, influenza.

Se anche il Re la perdonasse, io non posso perdonarla.

Mia figlia, come è vissuta, morirà per mano mia e poi, mi toglierò la vita chiedendo perdono a Dio.

Perché dopo un atto del genere, niente avrà più senso.

Devo farlo prima che io possa esitare anche un solo istante e tornare indietro.

 

Ma non è la morte che avevo pensato per me.

 

Né per lei.

 

La sabbia nella clessidra ha smesso di scorrere.

L’ora è venuta.

 

È tempo di morire.

Come lacrime nella pioggia. [1]

 

 

 

Il generale afferrò l’elsa della spada stringendola in pugno; solo un leggero tremito della mano lo tradiva impercettibilmente.

Il temporale aveva infuriato fuori e dentro la sua anima, devastando tutto; si sentiva come già morto.

La sua voce era spenta, ma ferma quando chiamò la governante.

 

“Nanny, chiama Oscar. Dille che suo padre la sta aspettando…”

 

 

*****

 

 

Le luci del temporale ferivano il buio.

Il fiero generale, le mai arrese sul piano, la spada poggiata a lato, pulita e brillante di luce fredda, guardava l’immagine di sé, che gli restituiva la superficie laccata del tavolo; era quella di un uomo vivo per miracolo.

Le candele fumavano sul lampadario del soffitto; le aveva spente uno spiffero di vento.

 

È stato Andrè o la nostra generosa regina a salvarti la vita?

È stato il caso o Dio a salvare la mia anima?

 

“Se ci dovete uccidere, uccidete prima me… Non sopporterei di veder morire la donna che amo.”

 

Ho esitato troppo a lungo davanti allo sguardo di quell’uomo che io ho messo al tuo fianco, tanto tempo fa, senza pensare alle conseguenze.

Non mi hanno sorpreso più di tanto le sue parole; il sospetto l’avevo nel cuore da tempo, ma non ho mai potuto pensare che potesse accadere qualcosa tra di voi. Semplicemente non potevo concepirlo; certo della tua forza morale, per quanto foste legati, non ti saresti mai concessa a un servo.

Ma non potevo immaginare il suo coraggio impudente, non avrei mai pensato che sarebbe stato pronto a sfidare tutto e tutti per te; ha osato sfidare anche me, mi ha minacciato di morte questo ragazzo che è sempre stato fedele e rispettoso, ma pretende di avere pari diritti di un re.

 

Oh, se solo fosse stato un nobile…

 

Davanti alla sua forza ho avuto paura.

Sì, ho avuto paura della dannazione eterna, perché sentimenti così grandi non si possono distruggere.

Poi è arrivato il messo della regina, ma se avesse tardato che cosa sarebbe accaduto?

La mia volontà non era più così ferma. La mia mano levata in alto, tremava.

Avrei davvero abbattuto il mio braccio su di loro?

 

Mi sentivo morto…

 

Ora sono contento.

Piango finalmente, ma sono contento…

 

 

*****

 

 

Il generale e i suoi sentimenti, la sera che progetta di uccidere la figlia ribelle; non solo morte fisica, ma la morte dell’anima, in questo caso particolare.

Mi sembrava giusto affrontare questo episodio dell’anime, importante eppure molto poco trattato nelle ff.

Sono pensieri tremendi per un padre, quasi incomprensibili, ma come può essersi sentito l’orgoglioso generale, se non annientato da quello che stava pensando di attuare?

Alla fine forse, un po’ di speranza c’è. La raccolta è quasi conclusa, manca solo qualche capitolo. Come sempre, grazie per aver letto fin qui.

Spero che vi sia piaciuta, nonostante i toni davvero cupi.

 

 

 

 

 

 



[1] Influenze dal film “Blade runner”.

   
 
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