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Autore: ThestralDawn    01/09/2016    2 recensioni
Cosa accadrebbe se Hermione si trasferisse in un luogo lontano, per studiare pozioni, e per caso ritrovasse qualcuno che credeva esser morto?
5 anni sono passati dalla fine della guerra e niente è più come prima; conoscenze sbagliate, amori non corrisposti, inconsce attrazioni porteranno Hermione a svelare un passato da troppo tempo taciuto.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Ti prego”. “Avada Kedavra!”

Hermione chiuse velocemente la porta della sua stanza. Era notte, faceva piuttosto freddo e lei era stanca ma per quella notte, era sicura che non sarebbe riuscita a prendere sonno. Si posizionò per terra con la schiena appoggiata al letto, gambe incrociate e un libro in mano. Forse, anche solo per un istante, sarebbe riuscita a perdersi nel suo mondo.

Occhi chiari la stavano guardando, imploranti di porre fine a quello strazio. Colmi di lacrime, volevano che tutto accadesse velocemente, lontano dalla calma del clima familiare, lontano dalle luci della festa, lontano dal resto del mondo.  “Uccidimi, adesso. Ti prego.”  Una luce verde illuminò tutto il bosco, gli alberi e gli animali che in quella sera si erano coraggiosamente addentrati nell’oscurità della natura.

-Ogni volta mi pongo la stessa domanda, cosa spinge questi uomini ad uccidere i loro simili?- Hermione lesse e rilesse la frase, concentrandosi su ogni singola parola. Da più di mezz’ora si era fermata in quel punto e niente riusciva a smuoverla. Chiuse il libro e lo gettò a lato, forse “test sperimentali sui babbani” non era esattamente il libro adatto a lei, in quella situazione. Come potevano esserci dei libri simili nella biblioteca dell’istituto, Hermione ancora se lo domandava; sempre meno desiderosa di dormire, uscì dalla stanza e si diresse all’esterno dell’istituto. Il portone era chiuso, ma lei era fortemente intenzionata ad uscire.
Fu bloccata da Pohneix, felice di trovarla fuori dalla sua stanza e pronto a darle un’altra sanzione che Hermione proprio non si poteva permettere. Si girò lentamente, fronteggiando l’esaminatore; nulla le avrebbe impedito di prendere il diploma, neanche uno stupido, inetto, incapace uomo, anche se avrebbe dovuto risolvere la situazione con la forza.
“Granger, quando faccio una domanda, esigo una risposta. Te lo ripeto, cosa ci fai fuori dalla tua stanza, a quest’ora?”
“Non credo siano affari suoi”.
“Come osi, come ti permetti  di rivolgerti a me in questo modo? Forse non ti è chiara la mia posizione qua dentro, vero?” chiese lui avvicinandosi alla ragazza che stava assumendo lentamente un aspetto pallido. “Io ho una grande influenza sul direttore, se lo vuoi sapere..”
“In realtà non mi importa molto, se lo vuole sapere.. quindi mi scuserà se ora faccio ritorno nella mia stanza.” I suoi occhi si stavano tingendo di rosso e questo non andava affatto bene, doveva allontanarsi il più in fretta possibile. Un passo le venne concesso prima di essere bloccata nuovamente dall’esaminatore, fermamente deciso sul punire la giovane. La stretta sul braccio di Hermione si fece aggressiva; era arrivata al limite della sopportazione, ora nulla l’avrebbe trattenuta dall’attaccare quell’uomo. La mezzosangue, irriconoscibile per tutti coloro che potevano affermare di conoscerla, aveva assunto un aspetto a dir poco glaciale, peccato che l’uomo, troppo fiero della sua posizione, non l’aveva notato.
“è sicuro di voler giocare a questo gioco?” domandò Hermione, facendo un sorrisetto nella direzione dell’uomo, che a vedere tale ghigno, considerò seriamente di lasciare il braccio della giovane, ma ormai non aveva più importanza, perché nel momento esatto in cui lo pensò, Hermione gli aveva puntato la bacchetta al collo. “Avada..”
“HERMIONE!”

Non capì se fosse stata la voce conosciuta o l’ultimo segno di lucidità che la portò a bloccarsi, prima di commettere l’atto che l’avrebbe fatta espellere quanto prima.
Gli occhi scarlatti, che fino a quel momento erano rimasti fissi sull’esaminatore, ora impaurito, si posarono sulla figura apparsa in quell’istante dal corridoio vicino. Il nero del vestito si confondeva con l’oscurità che vigeva in quel corridoio, ma la ragazza individuò immediatamente gli occhi dell’uomo, neri, profondi; si sarebbe persa, in quegli occhi, se non fosse stata richiamata una seconda volta dal proprietario di quelli.
“Granger” disse Piton “No”.
Una parola, pronunciata da lui fu sufficiente. Hermione riprese velocemente padronanza di se stessa e senza indugio guardò prima l’uomo impaurito che aveva tra le mani, liberandolo dalla sua stretta, che scattò a terra impaurito più che mai e subito volse lo sguardo verso Piton, che la guardava accigliato. Capendo ciò che aveva fatto, Hermione si mise a correre nella direzione della sua stanza, sentendosi addosso gli sguardi dei due uomini; si allontanò troppo velocemente per sentire le grida di Pohneix, che le rivolse diversi insulti.
“Severus.. Oh mio dio, hai visto cosa si è permessa di fare quella giovane stolta?” disse l’uomo ancora a terra, intento a tirarsi su.
"Provvedimenti, ecco cosa ci vuole. Domani mattina, per prima cosa, le assegnerò una sanzione. Un’altra, a dire il vero; ben bene.. una ancora sarà sufficente per..” ma Pohneix non concluse la frase che fù schiantato dall’incantesimo di Piton, infastidito da tutto quel parlare. Senza degnare il mago appena attaccato, seguì velocemente Hermione.

Perché. Perché aveva agito in quel modo. Doveva controllarsi, se voleva restare ancora all’istituto. Maledetto quel Pohneix, gliel’avrebbe pagata, oh si. Molto “gentile” Piton ad intervenire in quel momento, no davvero, avrebbe dovuto attaccare anche lui, peccato sia stata proprio la sua voce a fermarla nel suo gesto. Se solo.. ma cosa ci faceva Piton nel corridoio, a quell’ora? Hermione si fermò di colpo a pensare. La stava seguendo? Quel comportamento, in effetti, era da lui ma non ne capiva il motivo; cosa voleva lui da lei? Certo Hermione era alquanto decisa a parlargli, ma era quasi certa di non essere ricambiata nella decisione. Quel.. singolo bacio l’aveva portata a scoprire un lato nascosto, di un uomo che per troppo tempo aveva vissuto solo; sapeva che sarebbe stato impossibile ma già quel gesto era la prova che qualcosa si era mosso in lui.

Realizzò in quel momento di essersi fermata in mezzo al corridoio, quando sarebbe dovuta rientrare immediatamente nella sua stanza, anche se si trovava dall’altra parte dell’istituto. Perché diamine sono venuta fin qua?
Tutto quel pensare l’aveva portata fuori strada, tanto da ritrovarsi davanti alla biblioteca, che in quel momento era chiusa. Vani i suoi tentativi di aprirla e passarvi la notte; a quanto pare il direttore aveva preso delle precauzioni, dati gli ultimi avvenimenti.
Seccata, Hermione sorpassò la biblioteca e si infilò nella prima stanza che trovò libera, desiderosa di silenzio e oscurità. La stanza era immersa nel buio, ma non era un problema per gli occhi addestrati della donna, che incurante della stanchezza che la pervadeva, estrasse la bacchetta dalla tasca, pronta per fronteggiare chiunque fosse vicino. Aveva, infatti, sentito dei rumori al di là della porta ma nulla oltre quello accadde successivamente, tanto da portare Hermione a sedersi e appoggiarsi ad un banco, per riprendere le forze. Il tempo di rilassarsi, che Hermione perse le forze e cadde per terra, esausta, spostando il tavolo e facendo piuttosto rumore.
Per sua sfortuna non si accorse dell’uomo che si era precipitato nella stanza, non appena udito il frastuono.
  
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