Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: The Land Of Disagio    04/09/2016    1 recensioni
Auruo e Petra stanno insieme fin dal secondo anno di arruolamento nell'esercito, scegliendo di unirsi entrambi nella Legione Esplorativa. Qualcosa, però, cambierà quando il loro destino si intreccerà con quello di un misterioso Capitano dagli occhi sfuggenti come la nebbia e freddi come il ghiaccio.
Il loro destino è incerto, la loro vita sospesa ad un filo e, si sa, il cuore di una persona può essere davvero particolare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo Bossard, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come richiesto, Petra passò tutto il resto della giornata nel laboratorio privato di Hanji. La donna era tremendamente curiosa di visitarla più approfonditamente, e la rossa aveva a suo malgrado accettato.

La giovane si era presentata nello studio dell’amica, notando come quella stanza fosse rifornita di tutto il materiale per lo studio dei giganti: disegni, abbozzi, taccuini ricolmi di appunti e foglietti scritti frettolosamente durante le poche e brevi volte in cui erano riusciti a catturare un titano vivo.
“Wow”, si lasciò sfuggire la visitatrice, “C’è veramente di tutto qui, Hanji”.

L’amica si lasciò sfuggire un risatina. “Beh, non si possono studiare quelle affascinanti creature senza avere il materiale adatto, no?”, esclamò euforica, con un luccichio quasi maniacale negli occhi, mentre sistemava tutte quelle scartoffie in un posto più appropriato.
Petra scosse la chioma ramata, ridendo tra il divertito e l’esasperato.

Hanji era unica, ma era perfetta così.

Una volta finito, la scienziata fece sistemare la ragazza, esaminandola con minuziosità. Era troppo curiosa di studiare una cosa così nuova per lei.
“Ehi Petra!”, esclamò quasi gridando, “secondo te quale sarà il sesso del bambino?”.
La gestante portò un dito davanti alla bocca, cenno di abbassare la voce. “Attenta Hanji, potrebbero sentirci!”.
“Ops, scusa”, ridacchiò l’altra, passando una mano tra i capelli, “Non me ne sono resa conto”.

Con un sorriso, Petra rifletté. “Beh, ancora non riesco nemmeno a realizzare che aspetto davvero un bambino, figuriamoci immaginare se sarà maschio o femmina… penso che dovremo aspettare che nasca”.
Hanji emise un mugolo distratto, mentre continuava a visitare la sua paziente. “Mh… non è detto”, borbottò tra sé e sé, “Ho sentito che esistono vari metodi per determinare il sesso del bambino prima della sua nascita, ma non so se effettivamente funzionano”.
La rossa sgranò gli occhi, stupita. “Davvero, di che cosa si tratta?”.
“Beh”, cercò di spiegare Hanji, “Alcuni dicono che si può vedere esaminando il sangue, oppure che il sesso del bambino è determinato dall’alimentazione o persino dalla… emh… posizione adottata durante il concepimento”, continuò ad elencare, stuzzicando la curiosità di Petra, che ascoltava rapita. “Gira voce di uno strumento utilizzato principalmente sui cavalli, ma non ne ho la più pallida idea di come funzioni, ma voglio informarmi. Comunque, il modo più sicuro è aspettare”.

La ragazza annuì distrattamente, fissando il soffitto mentre Hanji continuava a visitarla.
Ad un certo punto, la porta si spalancò di colpo rivelando Moblit, l’assistente personale della donna.
“Signora Zoe! Per favore mi segua, abbiamo bisogno del suo aiuto, è un emergenza!”, gridò il giovane soldato, che stava andando in paranoia.
Hanji sobbalzò, alzando un sopracciglio. “Cosa è successo?”
“Le spiegherò tutto strada facendo, si sbrighi per piacere”, sbraitò Moblit, che corse via seguito dalla sua superiore.

Prima di uscire dalla porta, la donna si voltò verso l’amica, che ancora era stesa nel lettino. “Vai pure, cara, ci vediamo più tardi”, la salutò, facendole un cenno con la mano.
Petra fece come le era stato detto, alzandosi in silenzio dirigendosi verso la sua stanza mentre mille domande le frullavano nella testa.

Oltre al bambino, era ancora rimasta irrisolta la questione di Auruo.
Doveva rompere con lui quella sera stessa, durante il loro appuntamento, e pregava solo che il motivo per il quale il fidanzato l’aveva invitata a raggiungerlo non fosse di chissà quale importanza.

Di recente avevano avuto diverse discussioni, ma le si sarebbe spezzato il cuore se fosse stata costretta a rifiutarlo in seguito ad un gesto carino da parte sua.
Si sentiva malissimo per lui, e il peggio che era tutta colpa sua.

Perché era successo tutto questo?
Perché a lei?
Perché si era innamorata di Levi?

La ragazza prese un profondo respiro mentre tirava la maniglia della sua camera, cercando di calmarsi e ritrovare la lucidità.
Tutto si sarebbe risolto, bastava mantenere il sangue freddo ed essere sincera ed onesta con lui. Bastavano poche parole, dirgli semplicemente che gli voleva molto bene, ma che non poteva più funzionare.

Sembrava così facile, ma a Petra avrebbe preferito mille volte fronteggiare un titano classe 15 metri.

Si diresse direttamente verso il letto, vogliosa di riposo, ma una volta avvicinatasi notò una lettera per lei poggiata sul lenzuolo.
La aprì, per riconoscere subito la scrittura di Auruo.

"Amore mio,
Sei sempre stata al mio fianco fin dal nostro arruolamento come cadetti, e non posso essertene più grato.
Fin dal primo momento in cui ti ho vista, ho capito ch-"

Petra sgualcì la lettera tra le mani, incapace di leggere oltre.
Sentì le lacrime correrle lungo le guance, mentre dei singhiozzi strozzati le sfuggirono dalle labbra.
Lasciò cadere la lettera in terra, mentre si nascondeva il viso tra le mani accartocciandosi ai piedi del letto, sfogando tutte le lacrime che aveva trattenuto fin dall’inizio.

Non se lo meritava, non meritava quelle parole dolci.
Con che coraggio avrebbe affrontato Auruo, confessandogli il suo sporco tradimento, per poi abbandonarlo?
Non si sentiva una persona orribile, era una persona orribile.

Sollevò la testa, poggiandola contro il materasso, rimanendo immobile finché non arrivò l’imbrunire.
Si alzò come un automa, andando a rinfrescarsi il viso per nascondere le lacrime prima di recarsi alla mensa, dove il fidanzato la stava aspettando impaziente.

Era arrivato puntualissimo, e stava battendo nervosamente il piede contro il pavimento di legno mentre sorseggiava un po’ del vino che era stato offerto loro per “festeggiare” il loro ritorno dalla spedizione o, meglio, commemorare coloro che non erano tornati a casa. C’era comunque un’aria festosa nella sala, in quanto quella volta le vittime erano state minori, e ciò poteva essere considerato un discreto successo.

Nel tentativo di trovare la sua ragazza, Auruo continuava a voltarsi avanti e indietro, destra e sinistra, senza che però Petra si facesse viva. Passarono diversi minuti prima che la figura minuta della giovane, che sembrava moralmente a pezzi, comparisse da dietro gli archi dell’entrata.
Il giovane soldato si sbracciò per farsi notare, sorridendo radioso. “Petra, sono qui!”.

La soldatessa si voltò nella sua direzione, imbastendo il sorriso più convincente che potesse fare in quel momento, abbracciando il fidanzato che l’aveva accolta a braccia aperte.
Per un secondo, Auruo giurò di averla sentita singhiozzare contro il suo petto, ma quando lei si staccò aveva sempre la solita espressione gioviale abbastanza convincente da fargli pensare di esserselo solo immaginato.

“Ehi, Auruo, tutto bene?”, domandò sorridente, sedendosi al suo fianco. “C’è qualcosa che devi dirmi?”. “Tranquilla Petra, è tutto a posto”, rispose il ragazzo, “Hai… hai ricevuto la lettera che ti ho lasciato nel letto?”, le domandò, accarezzandole i capelli.
La giovane si pietrificò. Aveva sì visto la lettera, ma si era rifiutata di finirla di leggere.
Attorcigliando le mani, Petra si scansò leggermente, fingendo di allungarsi per prendere un bicchiere di vino. “Oh, sì l’ho letta”, mentì, “è stato un gesto davvero carino da parte tua”.

Auruo aggrottò un sopracciglio, insospettito. Pensava che la ragazza avrebbe adorato la lettera, ma invece sembrava… distaccata. Si ricompose con un scrollata di spalle: forse era solo stanca e un po’ giù di morale, ma quello che aveva in serbo l’avrebbe fatta felice di sicuro.

Allungò la mano verso quella della fidanzata, afferrandola. “Bene, allora lasciami spiegare perché ti ho chiesto di venire qui”.
Il cuore di Petra cominciò a battere all’impazzata, mentre Auruo si alzava tenendola sempre per mano.

“Attenzione, per favore! Ho qualcosa da dire!”, alzò la voce, attirando l’attenzione dei presenti. Nella sala calò un innaturale silenzio.
L’unico rumore che Petra sentiva era il pulsare violento del suo cuore.
“Vorrei presentarvi una signorina molto speciale, ragazzi. Lei è Petra Ral e, se vorrà, non sarà più la mia ragazza, ma mia moglie”.
Tra lo stupore generale, Auruo di inginocchiò ai suoi piedi, mostrandole una fedina dorata con un piccolo diamante.

“Petra, vuoi rendermi l’uomo più felice del mondo e diventare la mia sposa?”

In quel secondo, il tempo sembrò fermarsi.
La ragazza sentì le sue membra irrigidirsi, mentre fissava stravolta il volto sorridente dell’uomo genuflesso davanti a lei, incapace di dare fiato ad una singola parola.
Non poteva essere successo, era peggio di quanto immaginasse, molto peggio.
Cosa doveva fare?

Intorno a loro, tutti i commilitoni li stavano fissando inteneriti, aspettandosi il fatidico “sì”, seguito da lacrime di gioia, abbracci e baci, ma nulla di tutto ciò successe.
Petra era ancora lì, immobile come una statua, con lo sguardo sbarrato.
La giovane alzò istintivamente lo sguardo, incontrando quella freddo e ghiacciato di Levi che, appoggiato contro lo stipite della porta a braccia conserte, osservava la scena con un’espressione vuota, stringendo i pugni con forza per poi voltarsi, andandosene.

Il corpo della soldatessa cominciò a tremare violentemente, mentre calde lacrime solcavano le sue guance.
Quella reazione spaventò Auruo, che sgranò stupito gli occhi. “Petra, che cosa?”.

La giovane prese un profondo respiro, cercando di ricomporsi. Si odiava ancora più di prima.
“I-io”, balbettò, “Io non posso, Auruo, mi dispiace tanto”, sussurrò, lasciandogli la mano, correndo via dalla sala pranzo.
Corse per un tempo indefinito, finendo nel prato dietro la caserma, ma non era da sola.

Lì, accovacciato sull’erba a fissare le stelle, c’era Levi, più bello che mai alla luce della luna.

L’uomo di voltò verso di lei, fissandola dritta negli occhi, per poi alzarsi per ritirarsi nelle sue stanze. Petra scattò in avanti, ormai in lacrime. “Levi!”, gridò disperata, “Aspetta, ti prego”, lo supplicò, afferrandolo per un polso costringendolo a guardarla in viso.
Il Capitano sembrava più apatico del solito, chiuso in sé stesso, ma ricambiò lo sguardo. “Hai detto di sì, vero?”, le domandò freddamente, aspettandosi una risposta affermativa, ma non era così.

La giovane scosse la testa, accarezzandogli dolcemente la guancia. “No”, gli rispose, perdendosi nei suoi occhi meravigliosamente nebbiosi, “Non potevo, perché non è lui colui che amo”.

Levi schiuse leggermente le labbra, con un vaga espressione di sorpresa.
Prese la mano della donna, tirandola a sé. La strinse forte al suo petto, assaggiando le sue labbra.
Quel bacio era molto diverso da quelli si erano scambiati fino a quel momento, ma era decisamente più bello. Era molto più dolce, più intimo.

Petra avvolse le braccia intorno al collo di Levi, che affondò una mano sui capelli ramati della soldatessa, godendo di quel piacevole calore che gli cresceva nel petto.
Inutile negarlo oltre, era chiaro come il sole. Era totalmente innamorato di quella ragazzina impertinente.

Sarebbero rimasti lì, tra le braccia l’uno dell’altra, anche per tutta la notte, ma dei passi pesanti e un singulto li interruppe.

Quando si voltarono, ancora abbracciati, videro Auruo, che li fissava con occhi sbarrati.





Spazio della traduttrice
Ebbene sì, ecco il nuovo capitolo, ricordatevelo perchè è piuttosto importante. A dire la verità, mi sono sentita tremendamente in colpa per il povero Auruo, ha beccato la sua fidanzata a baciarsi con un altro dopo essere stato rifiutato pensatemente XD
Vabbè, la vita è così, avrà più fortuna la prossima volta :')
Ci ho messo un'eternità a concluderlo, ma in questo periodo sto avendo un bel po' di difficoltà nell'andare avanti nella scrittura per motivi di studio, ma spero che le cose andranno meglio.
Mando, come sempre, un abbraccione a tutti voi!
Alla prossima!!
   
 
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