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Autore: DanieldervUniverse    05/09/2016    5 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: Eccomi nuovamente. Scusate per l'attesa, ma ero momentaneamente in crisi e sentivo il bisogno di scrivere anche altre cose. Comunque ormai ci mancano sette-otto capitoli prima della fine di questa prima parte, quindi rimboccatevi le maniche e finite tutto, che per un po' avrò da fare con la trama della seconda parte. Quella sarà...

DII\N: Hanno capito, genio. Ora vogliono vedere come va a finire. Datti una mossa: sono stanco dei tuoi vaneggiamenti.

A\N: Purtroppo è tornato anche lui.


-...Ti troverò! Dovessi andare in capo al mondo! E avr...!

Yuna si svegliò di colpo, sentendo il risucchio dell'oscurità.

“Ancora quell'incubo” pensò, fissando le fronde degli alberi, mosse dal vento.

Una sensazione di fastidio, alla base della schiena, le fece notare che la notte all'addiaccio non era stata tanto piacevole.

Certo, non ci era esattamente abituata.

Sbadigliò brevemente, stiracchiandosi, prima di girare la testa.

Kuja dormiva riverso su un fianco, con la bava alla bocca e il corpo scomposto.

La ragazza sorrise, intenerita.

Fece per alzarsi, ma poi sentì un altro lieve respiro, e si volse dall'altra parte, trovando Gabranth, intento a dormire con il corpo rigidamente disposto, e la testa poggiata sul sacco dell'armatura.

Le venne un brivido a pensare quanto fosse scomodo.

Arrossendo lievemente per la situazione, si sollevò, piegando il collo per assicurarsi che fosse a posto, e vide suo padre appoggiato ad un tronco di fronte, con le ginocchia raccolte al petto e il capo chino, ancora dormiente.

Probabilmente era rimasto in piedi tutta la notte, per tenerla d'occhio.

O tenere d'occhio gli altri due, non poteva saperlo.

L'accampamento era avvolto dal tipico silenzio delle prime luci, dove nessuno era vigile e attorno si udiva solo il pigolio degli uccelli e il frusciare delle foglie.

Yuna fece scivolare il proprio sguardo sul resto del piccolo cerchio di muschi e cespugli, fermandosi quasi inorridita alla visione di Jecht che dormiva stravaccato per terra, e la bocca piena di qualcosa di scuro e nero.

Poi realizzò che erano i calzini di Rikku, addormentata sul petto del gigante, stretta nella morsa delle sue braccia.

A quanto pareva, la ragazza, impossibilitata a sfuggire all'omaccione persino mentre egli dormiva, si era limitata a tappargli la bocca per evitare che le russasse nell'orecchio tutta la notte.

Sorridendo appena al pensiero della cugina che infilava nella bocca di Jecht i propri indumenti, per giunta senza che quello se ne accorgesse, si mise in piedi, scorgendo infine i raggi del sole.

Non si erano accampati molto lontano dalla riva, la traversata del Fiumilunio era stata lunga e aveva esaurito le loro forze, convincendoli ad addormentarsi poco lontano dall'attracco, spossati.

Jecht aveva tenuto Rikku vicino a se tutto il tempo, cercando di toglierle quell'aria imbronciata con le sue battute ma senza successo.

La bionda rispondeva con commenti acidi e sarcastici, spingendo l'omaccione a triplicare i suoi sforzi.

Quando un Kuja mezzo addormentato si era accorto di essere finito al centro della disputa, era quasi scoppiata una rissa.

Alla fine, Cid aveva preso il primo turno di guardia e tutti gli atri, tra proteste a brontolii, si erano addormentati, alcuni sognando (probabilmente) e altri no.

Yuna ebbe un altro brivido, ricordando l'incubo, il clangore delle spade, quella terribile sofferenza che l'attanagliava, prima di riscuotersi con un brivido.

Era solo un incubo.

Dato che nessuno sembrava sveglio o prossimo a svegliarsi, la ragazza pensò di sgattaiolare non vista tra i cespugli per occuparsi dei propri bisogni mattutini, quando, indietreggiando, urtò qualcosa con la spalla.

Credendo che fosse un albero si girò con tranquillità, e si trovò davanti un armatura nera.

Alzando lo sguardo realizzò che il soggetto in questione era un immenso gigante, coperto dalla testa ai piedi.

-Buongiorno Lady Yuna- disse Golbez, chinandosi, pochi istanti prima di ricevere lo scettro della ragazza sulla nuca.

-Smettila di sbucare alle spalle della gente così!- esclamò lei, svegliando tutti di soprassalto -Vuoi farmi venire un infarto!?

-Chiedo perdono- rantolò Golbez, in ginocchio, ma comunque alto come Yuna, e intento a massaggiarsi la nuca.

-Che diavolo ci fa di nuovo qua quell'ammasso di metallo?- si lasciò sfuggire Kuja, già irritato perché qualcuno aveva interrotto il suo sonno.

-Uhhuummhuhmuuh!- mugugnò Jecht, prima di realizzare di avere la bocca impedita, e quindi sputare l'otturazione dritta in faccia a Rikku.

Ragazza fece un mezzo gemito, prima che le braccia dell'ex-eroe la lasciassero andare, permettendole di saltare in piedi e pulirsi la faccia, con disgusto.

-Credo che una risposta sia d'obbligo- disse Yuna, mentre il gigante si rialzava, ancora un po indolenzito -Ma prima, se volete scusarmi...

-Maestro Seymour mi ha mandato a farvi da scorta fino alla città di Guadosalam. Sono al vostro servizio- la interruppe Golbez, solenne.

-Uff, solo ieri sera ho provato a salvare mia cugina e già mi invitano ai suoi ricevimenti- fece Rikku, sarcastica.

-Sembra che la vita sia imprevedibile- commentò Jecht, sorridendo, prima di darle un pacca, spedendola a carponi senza volerlo.

-Molto premuroso da parte del Maestro, inviarvi come scorta- disse Cid, avanzando fino a fronteggiare Golbez dritto negli occhi -Come mai proprio voi?

-Mi sono offerto volontario.

-Partiamo appena pronti- li interruppe Yuna, prevedendo che non sarebbe stata una discussione piacevole -Ora, se non vi dispiace concedermi un po di privacy...


Dopo essersi rifocillati e lavati, i membri del gruppo fecero un rapido inventario delle risorse e della strada da percorrere, meditando su quanto in fretta dovessero procedere.

Quindi, riorganizzatisi, ripresero il cammino.

-Golbez?- chiese Yuna, raggiungendolo, alla testa del gruppo.

-Si?- rispose il gigante, calmo.

-Mi insegni come far levitare gli oggetti?- disse, facendo calare il silenzio tra i due per qualche secondo.

-Non credo che sia qualcosa che può imparare con leggerezza- rispose -E comunque richiede anni, per essere compresa.

-La prego, solo per poter recuperare il mio scettro in fretta, in situazioni di vita e di morte- lo pregò lei, insistendo.

-Ah- fece Golbez, cambiando tono -Quella è una cosa ben diversa. Non dovrebbe essere difficile.

-Ehm ehm- fece Kuja, da dietro -Le spiacerebbe insegnarla anche a me, Lord Golbez?

-Volentieri- rispose con naturalezza il gigante, mentre Yuna gli scoccava un occhiata confusa.

-Come mai Lord Seymour ci tiene tanto a che qualcuno ci scorti da lui?- chiese Cid, sospettoso.

-I confini di Guadosalam sono diventati turbolenti nell'ultimo anno...- spiegò lo stregone, prima che un ruggito sottolineasse le sue parole.

-Accidenti, sono già qui- mormorò il gigante, facendosi vicino a Yuna.

-Allenamento- ghignò Jecht, sorridendo.

Il gruppo serrò i ranghi, stringendosi gli uni agli altri, mentre i primi mostri comparivano dalle fronde.

-Ci mancavano anche le anime- fece Kuja, sbuffando -Tutto questo è dovuto alla vicinanza con l'ingresso al regno dei morti?

-Preferirei discuterne in privato- replicò il gigante, mentre dei passi tonanti silenziavano momentaneamente i guerrieri.

Un immensa creatura si fece largo nel fogliame, alta quanto Golbez e lunga come tre uomini.

Era possente ma anche sinuosa: camminava a quattro zampe, le quali erano solide ma leggere, adatte a scatti improvvisi; il corpo era interamente coperto da una peluria dai colori scuri, corta e ordinata, invece che ispida come quella dei Ronso; il muso era composto da quattro occhi assassini, disposti ai lati della testa, una bocca irta di zanne e due corna ricurve.

-Non ho mai visto una bestia del genere- fece Kuja, sconvolto.

-È impossibile prevedere la forma dei demoni, quando le anime si riuniscono- spiegò Cid, sguainando gli artigli.

-State indietro- comandò Jecht, facendosi avanti e schioccando le nocche -Questo lo sistemo io.

-State scherzando- disse Gabranth.

-Lasciate perdere, quando decide una cosa non lo fermate più- replicò Cid, balzando contro il nemico più vicino e abbattendolo con un sol colpo.

Gli altri mostri gridarono, venendo falciati dagli incanti di Kuja.

-La vostra presenza turba il mio pensiero!- esclamò il mago.

Gabranth e Rikku si spostarono attorno a Yuna, guardinghi, mentre gli altri si allargavano in un cerchio più largo respingendo l'offensiva.

Golbez scagliò i nemici più vicini indietro, per poi falciarli con una pioggia di fulmini.

Jecht partì alla carica, balzando sulla bestia, che rispose con un ruggito, scagliandolo da parte.

Il guerriero si abbatté al suolo con una rotolata, con tre tagli sul petto, ma in contemporanea la bestia ruggì di dolore, avendo l'occhio destro macinato dalla forza dell'attacco nemico.

-Sir Jecht!- gridò Yuna, mentre i suoni della battaglia risuonavano assordanti attorno a lei.

-Resta lì!- le gridò l'omaccione, facendo per alzarsi spavaldo, ma ritrovandosi a ricadere in ginocchio, mentre il dolore gli divorava il petto.

-Quegli artigli sono avvelenati!- lì avverti Golbez, facendo da scudo al vecchio guerriero contro una pianta maligna.

In quel momento, mentre Kuja era distratto a respingere qualche bestia volante, un grupo di anime maligne si aprirono un varco, puntando Yuna.

Rikku estrasse uno strano congegno dalla tasca, assicurandolo al braccio, prima di premere un pulsante e formare un solido scudo elettrico, che respinse il primo nemico con uno schianto, mentre Cid e Gabranth caricavano il resto.

La bestia sconosciuta ruggì, puntandoli, e Yuna decise di darci un taglio, richiamando Ixion.

Il cavallo si erse in tutta la sua magnificenza, prendendola in groppa e gettandosi contro il mostro, investendolo dapprima con i suoi fulmini e poi con il corno.

La creatura si fece indietro, subendo solo un colpo di striscio, ma allontanandosi dai compagni.

Gabranth fece per raggiungerla ma un nemico si mise in mezzo, rischiando di affondare i propri artigli nei suoi occhi, quando Rikku lo salvò decapitando il mostro, con una lama illuminata da Neon blu, che mandava crepitii elettrici.

Yuna spronò l'Eone all'attacco, e quello incalzò con il corno e gli zoccoli, nonostante la mole dell'avversario.

La bestia era temibile, e scattava in avanti con attacchi rapidi e letali, ma Ixion la respingeva caricando con corno o impennandosi, agitando i suoi zoccoli.

Cid ne approfittò e, con un rapido balzo, piantò i suoi artigli nella spalla del mostro, facendolo incespicare.

Ixion partì alla carica, trafiggendo il nemico alla gola con il suo fedelissimo corno, e quello stramazzò, disperdendosi in luci.

Ma proprio in quel momento uno dei mostri assalì Yuna, atterrandola con le sue possenti zampe e preparandosi a finirla quando, dopo un improvvisa detonazione, l'essere stramazzò a terra.

-Lady Yuna!- gridò Gabranth, accorrendo al suo fianco -State bene?!

-Certo che sta bene!- disse Rikku, agitando una strana arma, simile ad un boomerang, ma sbilanciata, una parte leggermente incurvata mentre l'altra perfettamente dritta, in metallo.

-Questo giocattolino non manca mai il bersaglio- spiegò la Albhed, sorridendo.

-Siete stata troppo avventata- intervenne Golbez, avvicinandosi, sorreggendo Jecht -Avete rischiato di grosso, Lady Yuna.

-Io sapevo quello che dovevo fare- replicò Yuna, scostandosi la polvere dai vestiti.

-Ricordate la lezione sul fulmine?- chiese Golbez, senza perdere il suo tono di rimprovero -Dovevate essere paziente.

-Sono stata paziente.

-Ma avventata in ogni caso- intervenne Cid, quietando gli animi -Hai agito secondo l'istinto e hai agito bene, ma hai rischiato troppo. Devi imparare ancora a gestire una battaglia con freddezza. Da quello che mi avete raccontato di Luka, hai agito in modo folle anche lì. Ti sei esposta senza considerare la forza del nemico.

-M-ma Jecht sarebbe potuto morire- protestò lei, sentendosi aggredita.

-Ah, nessuno dice che quello che fai è sbagliato, bambina- intervenne il guerriero -Stiamo solo dicendo che è pericoloso.

-Stenditi tu- ordinò Cid, meno gelido ma comunque severo.

-Ora basta- intervenne Gabranth, fronteggiando il veterano -Non è una guerriera, non merita di essere trattata così!

-So difendermi da sola, se non ti dispiace!- lo rimproverò Yuna, facendolo indietreggiare.

-La mia testa...- si lamentò Kuja.

-Tu non parlare, che sei stato inutile- replicò Rikku.

-Ho fatto il mio dovere!

-Ignorandola e iniziando a colpire i nemici a caso?

-Questo vostro comportamento sconsiderato potrebbe essere fatale!- tornò alla carica Golbez.

-Come se tu ne sapessi qualcosa!- lo rimbeccò Gabranth.

-Finitela di fare i ragazzini!- tuonò Cid.

-BASTA!- fece Yuna, mentre un fulmine andava ad abbattersi su un albero poco lontano.

I guerrieri ammutolirono all'istante, ingoiando le accuse.

L'unico che non seguì costume fu Jecht, che sputo nuovamente sangue, prima di mettersi a ridere.

-Che scena! Sono sicuro che Sin si godrà lo spettacolo, prima di ucciderci tutti- disse, con evidente sarcasmo.

-Non sei spiritoso- mormorò Rikku.

-Chiedo perdono Lady Yuna- disse Golbez -E a tutti voi. Non era realmente mia intenzione offendere la vostra persona: ho perso la mia famiglia perché abbassammo la guardia. Non volevo che vi succedesse la stessa cosa.

-Allora spero non commetterai altri errori di giudizio- replicò la ragazza, ancora astiosa.

Lo scapaccione di Cid, che seguì, fu talmente scioccante che si ritrovò a terra ancora prima di realizzare di essere stata colpita.

L'uomo non aveva mai osato alzare una mano su di lei, mai.

-Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere.

Un attimo dopo il pugno di Gabranth lo piegò in due.

-Non si azzardi mai più a toccarla in quel modo.

-E va bene ora basta!- s'intromise Rikku, correndo a frapporsi tra i due -Vedete di darvi tutti una calmata, adesso!- esclamò.

-Come mai ci tieni tanto all'ordine?- chiese il mago.

-Kuja- lo zittì perentorio Jecht.

Il guerriero si risollevò in piedi e camminò verso Yuna, porgendole una mano per alzarsi, nonostante fosse evidente che lui stesso faticava.

-Tutti facciamo qualcosa di cui ci pentiamo- disse -Fidati, io ne ho fatte tante. Ma una cosa che mi hai fatto realizzare, Yuna, è che serbare rancore non porta nulla. Se fai un passo falso, puoi solo rialzarti.

La ragazza, gli prese la mano, ancora scossa, e lui la rimise in piedi senza tanti complimenti.

-Non è successo niente, siamo andati tutti sopra le righe perché qualcosa ha rischiato di andare storto. Ma era destinato a succedere, prima o poi. Non importa chi a iniziato: quello che non mitiga è colpevole quanto e più di chi s'infuoca. Facciamo tutti un bel respiro, e facciamo tesoro di quello che stato detto, perché non si ripeta.

Gli altri rimasero immobili a guardarsi attorno, evitando di incrociare gli sguardi, chi per vergogna, chi per rimorso, chi per orgoglio.

-E se nel caso ci fosse qualcuno innocente- riprese l'ex-eroe -Sono io, perché non ho detto niente di male.

-Jecht!- esclamarono tutti in coro.

Poi si resero conto dell'assurdità della cosa e iniziarono a ridere, riprendendo la serenità poco a poco.

-Ecco, visto? Tutto come prima- disse l'eroe, prima di vomitare altro sangue, segno che il veleno lo stava mangiando vivo -Ora, qualcuno mi da una mano?


A\N: E qui finisce il capitolo. Guadosalam è praticamente alle porte, e Mister Seymour aspetta di incontrare la sua Lady.

DII\N: Capirai, come se non sapessero cosa succede.

A\N: Perché, lo sanno già?

DII\N: Non dovrebbero?

A\N: Boh, io non credo. Alla prossima. Ciao.

  
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