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Autore: ImperioMagicum    06/09/2016    1 recensioni
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Appunto: Vi ringrazio per l'attenzione , sono appena arrivato su EFP e questa è la mia prima storia. Vi ringrazio del tempo che avete dedicato a leggere la trama , spero vogliate continuare leggendo il prologo.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cap 10: 

Come lupi sulla preda

Sciacalli. Gli uomini conservano da sempre l'istinto primitivo dello sciacallo. Ma se l'animale è attirato dall'odore della carne, l'uomo è più sensibile all'odore del denaro e del potere. Così, quando si presenta sotto il naso, l'uomo avido comincia ad assomigliare all'uomo innamorato: attirato dall'oggetto del desiderio, è disposto a tutto pur di possederlo. Così essi diventano improvvisamente grandi amici, ti trattano bene, fanno del loro meglio per farti sentire a tuo agio. Ciò accadde anche a Spem e Beata. 

Finita la settimana di lutto, i cittadini, tutti e nessuno escluso, cominciarono a portare doni al tempio. Tra di essi vi era pane, formaggio, fiori, gioielli, oli profumati, tutti in onore dei due ragazzi. Dovete sapere che in quel luogo vi erano molti poveri, ma che, decisero di usare parte delle loro risorse per omaggiare i due prescelti. In ciò non vi è nulla di male , sia ben chiaro, ma esistono possibili errori anche in questo caso. Alcune di queste persone, vollero mandare quei doni nella speranza di ricevere qualcosa in cambio, e non per semplice omaggio, ed in ciò stava il peccato.

Altri ancora furono doppiamente colpevoli di avidità, e vi parlo di capi-famiglia che tolsero da mangiare ai loro cari per potersi permettere doni più preziosi, oro o pietre preziose, unguenti o oli profumati che venivano sempre accompagnati da una sgrammaticata lettera di auguri , perchè in quel luogo la scuola era un lusso, con tanto di firma del cognome della famiglia, o il nome completo dell'uomo o della donna.

Spem e Beata non se ne fecero nulla di questi doni, che furono venduti dai Discepoli ed usati per le mense dei poveri e per la nuova scuola. Non tutta l'avidità vien per nuocere. 

Ma, naturalmente, furono soprattutto i personaggi più potenti a volersi mostrare gentili con i due ragazzi. 

Il re chiese, per non dire pretese, di riceverli al palazzo. Furono accompagnati in carrozza e scortati da due Discepoli. Erano un po' emozionati, non avevano mai visto l palazzo reale, se non dall'esterno e da lontano. Esso era costruito su un'altura, circondato concentricamente da ( in ordine dall'esterno verso l'interno ) una serie di torri di guardia; una palizzata preceduta da un fossato di circa tre metri di profondità, simile alle fortificazioni degli accampamenti romani ed un muro pietre con torri presiedute da arcieri e piccole baliste, delle balestre di precisione che lanciavano lance infuocate capaci di attraversare corazze di 6 cm di spessore. Dopo quelle difese, opera di Warmonger, si entrava in una specie di cittadella divisa in due zone, una esterna dove vi erano i centri operativi dei sistemi di difesa con i magazzini delle armature, frecce, e medicinali; Nella parte interna vi era la casa del re, dove solo la famiglia reale ed i ministri più fidati potevano abitare. Tutti i soldati della zona interna erano scelti accuratamente e dovevano essere l'estrema ed infallibile difesa del padrone di quelle terre, nel remoto caso che le altre fallissero. Non vi erano solo queste difese, quelle descritte sono solo una minima parte, ma sugli stratagemmi speciali vi era un gran riserbo e chiunque ne facesse voce era punibile con la morte.

Una volta entrati vennero accolti con tutti i riguardi: una dozzina di servitori cominciò a prendere i loro bagagli ed i loro soprabiti ed ad accompagnarli ricoprendo ogni lembo di pavimento che avrebbero dovuto calpestare con petali dai mille colori diversi. Questi erano uomini e donne piuttosto giovani che, nonostante fossero schiavi, venivano vestiti e profumati accuratamente perchè esaltare la maestosità e la ricchezza dei loro padroni: se qualcuno aveva denaro da sperperare vestendo le proprie bestie , doveva essere molto ricco.

I due ragazzi si trovarono improvvisamente divisi. Metà dei servitori, accompagnarono Spem in una stanza particolare: i muri erano ricoperti di piastrelle di ceramica ed al centro vi era una sopecie di grosso contenitore di pietra pieno di acqua cristallina e profumata. Tutt'attorno vi erano polveri particolari, boccette di olii aromatici e, al centro di una parete, una specie di grossa superficie di vetro riflettente. Gli dissero che si chiamava specchio. Dissero anche che lo avrebbero lavato e fecero per spogliarlo, ma lui si rifiutò, avrebbe fatto tutto da solo. Gli lasciarono tempo a sufficienza e lui si deterse il corpo con l'acqua profumata. Non aveva spesso l'occasione di fare il bagno, e solitamente usava l'acqua del fiume, fredda e non sempre pulitissima. Quell'acqua invece era speciale, era calda, limpida ed il suo odore ricordava i fiori estivi del campo. La sua pelle nuda, al contatto con la superficie, aveva rilasciato la polvere, il sudore e lo sporco, che erano andati a fondo, fino ad una specie di buco che aspirava lentamente l'acqua ed i residui in essa. Tuttavia il livello della vasca non diminuiva, alimentato da un rubinetto di rame, decorato da strani motivi a voluta, che sputava fuori acqua calda.

Dopo una decina di minuti uscì, avvolto da un accappattoio in lino, che gli sembrava una nuvola, ed arrivò una servitrice molto giovane, una bambina di dieci-undici anni.

Gli chiese di di sedersi su una seggiola, e di abbassare il cappuccio per poterlo pettinare. Lui la ascoltò e lei si mise all'opera. Le sue mani erano piccole, veloci e delicate. Disfò tutti i nodi dei suoi capelli, senza il minimo dolore, e li pettinò tagliando quelli in eccesso con una piccola forbice.

< Eri...anche tu... un servitore? > chiese improvvisamente con un filo di voce. Sembrava molto timida. < Io credo... ecco...di esserlo ancora... > le rispose Spem.

< è vero quello che ho sentito? Vi è estato affidato il Messaggio dall'Anziano? > < Sì ma...non so se saremo capaci di... > < Per favore, non voglio chiederti cosa diceva il messaggio ma...c'è speranza per noi...servi? > < C'è sempre speranza, per tutti. > le rispose. 

Dopo che fù pettinato, venne vestito. Una veste simile a quella dei monaci, che lui e Beata avevano sempre ritenuto degli "strani lenzuoli colorati", ma meno gonfia e più attillata, di color albicocca matura gli venne abbinata a dei sandali di cuoio scuro, legati tramite dei lacci alle caviglie e decorati sulla suola con un'incisione dorata, la scritta "Spem". 

Venne infine accompagnato per un lungo corridoio, dove incontrò Beata con gli altri servitori: evidentemente avevano riservato a lei lo stesso trattamento. Anche lei era lavata e profumata , e ciò la rendeva ancora più bella ai suoi occhi. Indossava un vestito simile al suo ed i suoi stessi sandali, sulla cui suola era stato sicuramente inciso il suo nome. Tuttavia lei aveva qualche accorgimento in più: i lunghi capelli castano chiaro le erano stati raccolti in una treccia, e tra essi era stato incastrato un fiore rosa con striature azzurre. Era stata truccata, solo leggermente, da mani esperte, e la pelle della sua faccia risultava arrossata da qualche polvere e gli occhi venivano disaltati da un contorno sfumato nero, che esaltava il colore grigio perla delle iridi. Le labbra erano state leggermente scurite, ed ora sembravano più carnose. Per quanto bella però, trucco sembrava infastidire sia lei, che non si era mai truccata, che la sua naturale bellezza.

Vennero portati alla sala del trono. Il portale di ingresso si aprì e mostrò il re, la regina ed i loro due figli: un ragazzo di diciassette anni ed una bambina di età simile a quella della servitrice che aveva pettinato Spem.

< Benvenuti messaggeri degli dei, spero che la vostra visita vi potrà piacere. Per un po' vivrete qui, con me e la mia famiglia. Vi assicuro che, sebbene ora siate un po' agitati, apprezzerete molto la vostra nuova casa.

   
 
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