Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Marne    06/09/2016    5 recensioni
Il Mondo Magico è sconvolto da una lunga serie di scandali. Il Governo Shacklebolt, nato come faro di speranza, è sull'orlo di un precipizio fatto di menzogne, intrighi e spie. Il Bambino Sopravvissuto non riesce a dormire, le Forze del Male continuano a tramare fra le ombre delle anime che hanno rubato.
Uno specchio è ciò che impedisce al caos di rovinare sulla terra. Uno specchio divide la realtà dalla follia.
Hermione Granger, giovane Inquisitore del Ministero, è costretta a lavorare con Draco Malfoy, uno dei maggiori esperti di antichi artefatti magici.
Una serie di avventure nel cuore del vecchio Continente li porterà a scontrarsi con i demoni del passato, mentre la minaccia di un Ritorno aleggia su tutta la Comunità Magica.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Mangiamorte | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Mirror Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Lo Specchio delle Anime.

 

 

 “La speranza è qualcosa con le ali, che dimora nell’anima e canta la melodia senza parole,

E non si ferma mai”.1

 

[Emily Dickinson]

        

 

  

 

Atto XVII – Parte I

L’Arazzo dimenticato.

 

 

 

Ginny Weasley credeva di star vivendo il peggiore fra tutti i suoi incubi. Poco distante, Blaise Zabini alternava lo sguardo fra lei e la cartellina che aveva in mano, gli occhi carichi di una compassione che non credeva avrebbe mai visto in lui.

Non credeva che fosse capace di mostrare tanta compassione.

«Quasi tre mesi2, fai ancora in tempo a…» tentò, leggermente in imbarazzo, indicando con un cenno vago tutto il suo corpo. Era evidente cosa stesse proponendo e lei non era assolutamente propensa a seguire il suo consiglio. «Senti, non è una cosa che io approvo, è inutile che mi guardi così. Se fosse successo alla mia fidanzata, non avrei perso un minuto di tempo e mi sarei dato da fare con i preparativi. Ma per te è diverso» le fece notare, con uno sbuffo, quando notò che fosse sul punto di aggredirlo.

«Diverso? È un eufemismo» ribatté lei, prendendosi la testa fra le mani in un gesto sconfitto. La nausea la stava affliggendo da così tanto tempo da essere diventata ormai una sua buona compagna d’avventure. In quel momento, tuttavia, la sensazione di oppressione al petto sembrò peggiorata di dieci volte, costringendola a prendere piccoli respiri veloci.

Era disperazione.

«Io… uhm…» Blaise sembrava sul punto di mettersi a sbattere la testa al muro. Era stato inviato da lei perché, a detta del primario, era necessario che facesse esperienza nel dare le cattive notizie. Più probabilmente, come lui stesso le aveva confessato prima di darle la notizia, nessuno dei responsabili aveva avuto il coraggio di fare l’uccello del malaugurio con la fidanzata storica del Salvatore del Mondo Magico. «Perché non… non ci dormi su? L’altra possibilità potrebbe essere la migliore, sia per te che per…» fece un altro gesto nella sua direzione, quasi non sapesse che parole usare per indicare il loro enorme problema.

«Bambino, Zabini» mugugnò quindi Ginny, sollevando il viso dalle mani per fulminarlo. «Sono incinta, non… non stiamo parlando di una verruca da togliere senza pensarci su! Stiamo parlando di aborto».

Blaise, imbarazzato, sospirò, sedendosi sull’unico sgabello libero vicino al lettino su cui lei si era sdraiata. Era evidente che avrebbe preferito qualsiasi cosa, piuttosto che discutere con lei. «Senti, Weasley, parliamoci chiaro. Te l’ho già detto, io sono generalmente contrario all’aborto. Cazzo, non vedo l’ora di avere un bambino con la mia Laurie e sono più che certo che Potter sarebbe più felice di me, ma…» si grattò la tempia, indeciso. «Non puoi negare che questa situazione sia un gran bordello. Il tuo fidanzato è bloccato in un letto d’ospedale ed ogni giorno diventa più debole. Non guardarmi così», le disse, secco, alzando la mano per impedirle di ribattere, «ti sto dicendo la verità, quella che gli altri guaritori si rifiutano di dirti».

Ginny sapeva che quelle parole fossero orribilmente vere. Lo sapeva, perché lei stessa iniziava a dubitare che avrebbe mai rivisto il suo Harry nelle stesse condizioni in cui era quando si erano innamorati. E sapeva che lui sarebbe stato al settimo cielo all’idea di avere un bambino tutto loro. Maledizione, non avevano fatto altro che provare, nei mesi precedenti alla sua malattia.

Potrebbe aiutarmi con i miei incubi, erano state le parole con cui aveva accolto quella possibilità, sorridendole come non faceva da anni. Saremmo così felici, tutti insieme.

In quel momento, però? Lui era bloccato in ospedale, non avrebbe mai potuto stringere fra le braccia il loro piccolino. L’avrebbe lasciata sola nei momenti peggiori e lei avrebbe dovuto scegliere fra prendersi cura di lui o di se stessa e del neonato.

«Inoltre…» il tono di Blaise fu improvvisamente teso, agitato. I suoi occhi erano colmi di un’ansia che lei conosceva benissimo. «Draco e la Granger sono partiti due settimane fa e domani sarà il solstizio d’inverno3. Tu sai meglio di me che, se Tu-Sai-Chi tornerà, sarà più forte di prima e nessuno di noi sarà al sicuro».

Sì, Ginny lo sapeva. Ma ricordava anche l’ultimo anno di scuola, quando lui era al sicuro, protetto dai Carrow come se la sua casa ed il suo sangue fossero stati una garanzia sufficiente.

«Io sarò in pericolo. Hermione sarà in pericolo. Tu? Non credo proprio» gli disse, sarcastica, incrociando le braccia al petto e saltando giù dal lettino, sentendo un’ondata di nausea improvvisa piegarle le ginocchia. Sarebbe caduta, se Blaise non l’avesse afferrata per le braccia ed indirizzata verso il secchio della spazzatura vicino. La sua presa era stata ferma ma gentile, simile a quella di suo fratello Bill.

Il pensiero della sua famiglia fece peggiorare il suo male, costringendola a piegarsi di più in preda ai conati.

«Coraggio, Weasley, adesso ti prendo un tonico» le disse lui, aiutandola a sdraiarsi di nuovo e mettendosi a trafficare, subito dopo, con delle ampolle conservate in un mobiletto. «Comunque ti sbagli» le fece notare, quando tornò a fronteggiarla, passandole una boccetta dal contenuto viola.

«A cosa ti riferisci, di preciso?» rispondergli le sembrò il minimo, avendole evitato di rovinare per terra ed affogare nel suo stesso vomito. Bevve velocemente il contenuto violaceo dell’ampolla, sentendo una vampata di calore infuocarle le orecchie. Poi, per fortuna, la nausea passò.

«Io non dovrei essere un obiettivo, hai ragione, ma questo non significa che sia al sicuro» le spiegò, tornando a sedersi dopo aver fatto sparire la busta del cestino dei rifiuti. «Laurel, la mia fidanzata, è una Nata Babbana4. Se Tu-Sai-Chi dovesse tornare, farei di tutto per impedire che possa metterla in pericolo. Ho rischiato di perderla, sei anni fa, non ho intenzione di permettermi di correre ancora questo pericolo. Se lei dovesse soffrire, probabilmente io ne morirei» ammise, sorridendo al suo sguardo stupefatto. «Cosa c’è, Weasley? Non credi che un Serpeverde possa innamorarsi di una Nata Babbana? Non siamo tutti razzisti, cerca di adeguarti all’idea». I suoi occhi scuri si puntarono fuori dalla finestra, per un istante. «Solo perché non abbiamo combattuto davanti a tutti e non ci siamo esposti, non significa che non abbiamo rischiato il tutto per tutto».

Il peso di quelle parole fece abbassare lo sguardo alla giovane. Blaise aveva ragione, dopotutto. Lei non era nessuno per giudicare quanto qualcuno avesse o meno sofferto durante la guerra. Il suo dolore non la autorizzava a sottovalutare quello degli altri. Harry gliel’aveva sempre detto, fin da quando era intervenuto nel processo dei Malfoy.

Il tuo dolore non può sminuire quello degli altri.

«Senti», Blaise sospirò di nuovo, grattandosi distrattamente la fronte aggrottata, «noi non siamo amici e non credo che lo saremo mai davvero. Ma tu sei importante per la Granger e lei è disgustosamente importante per Draco, quindi mi sento moralmente in obbligo di offrirti quantomeno il mio supporto».

Lo sguardo che Ginny gli dedicò, nonostante avesse gli occhi ancora lucidi per la recente crisi, valse tutto il sarcasmo che aveva in corpo. E Ginny Weasley era famosa per il suo sarcasmo.

«Quindi adesso ti stai preoccupando per me? Dieci minuti fa mi hai proposto di abortire».

Quella sua risposta lo mise in evidente difficoltà. Alla fine, sconfitto, sbuffò. «D’accordo, è stato Draco a chiedermi di prendermi cura di te, perché se tu stai male, allora Hermione sarà troppo preoccupata per pensare al loro rapporto». Si alzò in piedi, camminando nervosamente per la piccola stanza. «Weasley, quello che sto cercando di dirti è che puoi contare su di me. Noi, Laurie è prontissima ad aiutarti e quando saprà del bambino mi picchierà per averti proposto l’aborto. Non sei sola e non devi esserlo, se non lo vuoi».

La faceva facile, lui. Fu il primo pensiero che fulminò Ginny. Ovviamente era facile, per uno come Blaise Zabini, dirle di cercare sostegno di persone che non aveva neppure mai conosciuto davvero. Non poteva fidarsi così facilmente, non lei. Non in quel momento.

Non quando tutto stava per andare in malora.

Improvvisa, l’immagine di Seamus e dei suoi migliori Auror le fece venire le lacrime agli occhi. Non era davvero sola, non lo era mai stata, neppure quando Hermione era trascinata via dagli impegni di lavoro. Lui e gli altri erano sempre stati con lei, l’avevano protetta ed avevano evitato che sentisse tutti i pettegolezzi che avevano circondato la malattia di Harry. Seamus, soprattutto, era riuscito a conciliare i suoi turni orribili da Capo Auror5 con l’organizzazione della sua scorta personale, trascinandosi dietro sia Dean che Merrick.

Non era da sola.

«D’accordo» disse infine Blaise, accennando un piccolo sorriso. «Adesso tu torni a casa con il cagnolino che Finnigan ti ha affibbiato6, ti riposi, e con riposo intendo una buona notte di sonno, poi torni qui e faremo gli ultimi esami. Per ora credo sarà meglio tenere questa informazione riservata, non vorremmo la Skeeter attaccata alla tua schiena» continuò, tornando ad accomodarsi davanti a lei. I suoi occhi erano ancora pieni di agitazione, ma il suo tono era molto, molto calmo. «Convincerò gli altri guaritori che tu abbia preso la pozione per l’aborto, così anche loro non faranno ulteriori domande. Da oggi, dovrò diventare il tuo confessore, Weasley, dovrai venire da me alla prima avvisaglia di problemi con la gravidanza. Non sappiamo ancora cos’è successo a Potter, non vorrei fosse ereditario».

Ecco, quella era un’informazione che Ginny avrebbe preferito non avere. Si era sforzata di non pensare alle conseguenze che il male del suo fidanzato avrebbero potuto avere sul bambino. Si era sforzata di credere che fosse qualcosa di legato solo alla mente e non al corpo.

Ma come poteva esserne certa?

Dei leggeri colpi alla porta anticiparono di un istante l’ingresso di Merrick, l’Auror che quel giorno l’avrebbe dovuta accompagnare ovunque. Aveva il solito sguardo altero, che tuttavia si sciolse in un’ondata improvvisa di divertimento quando notò chi fosse il guaritore con cui lei aveva a che fare. «Zabini, credevo ti avessero bocciato al primo esame» gli disse, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. «Ho notato ci stessi mettendo tanto, Ginny, così ho pensato di venire a dare un’occhiata» aggiunse, rivolta alla rossa, sorridendole con la solita, pacata gentilezza.

«Sempre un piacere rivederti, Meribell» ribatté Blaise, alzando gli occhi al cielo ed iniziando a scribacchiare qualcosa sulla sua cartellina. «Sempre deliziosa, proprio come tuo cugino» le fece notare, facendole cenno di sedersi sullo sgabello da cui lui si era nuovamente rialzato. Si poteva dire qualunque cosa di Zabini, ma non che fosse un maleducato. «Non preoccuparti, da oggi in poi mi occuperò io di lei, così potremo limitare i rischi e far dormire un po’ di più il tuo fidanzato». 

«Non è il mio fidanzato7» ribatté Merrick, lanciandogli uno sguardo di fuoco. «Ma non posso negare che sia un sollievo. Draco mi ha sempre detto che sei fra i migliori pozionisti in circolazione, oltre che una persona fidata» concordò tuttavia, annuendo leggermente. Si voltò verso Ginny, quasi avesse sentito la sua occhiata confusa. «Il ventuno sarà domani, se i Mangiamorte dovessero tornare allora tu saresti un obiettivo primario. Un Guaritore avrebbe il potere di ucciderti e farlo passare per un incidente».

«Soprattutto adesso» si intromise nuovamente Blaise, con un sospiro. «È incinta, Merrie, dovremo stare con gli occhi bene aperti, soprattutto quando comincerà a far vedere la pancia».

L’occhiata carica di compassione che Merrick le dedicò fece stringere lo stomaco di Ginny. Sentiva nuovamente la nausea tormentarla ma, quando delle braccia delicate la strinsero con dolcezza e fermezza, capì di voler semplicemente scoppiare a piangere.

«Non preoccuparti, Ginevra». Nessuno usava mai il suo nome completo. «Non sei sola. Non ti lasceremo sola. Ce la faremo, insieme».

Insieme.

In uno slancio di ottimismo e speranza, Ginny decise di crederle.

 

***

 

Sette paia di occhi li osservavano con particolare soddisfazione. C’erano tutti, a partire da Ulisse, ancora vestito come un professore universitario, il ghigno compiaciuto tutto rivolto a Draco, poi c’era Pandora, leggermente in disparte, e ancora Antigone e Creonte, in piedi ai lati opposti della lunga fila. Achille, ancora vestito come un modello, era poggiato con una spalla alla parete, il braccio intorno alle spalle di Patroclo, il quale sembrava aver recuperato tutta la sua giovinezza.

Il più vicino a loro era Eracle, la pelliccia del leone Nemeo ancora drappeggiata sulle spalle, un sorriso carico di dolcezza ed orgoglio diretto ad una ancora tremante Hermione.

«Sei stata molto coraggiosa» le disse, avanzando lentamente, quasi avesse temuto di spaventarla o di intromettersi in qualcosa di estremamente privato. «Molto più coraggiosa di me».

«Tu sei il più forte di tutti gli eroi» gli fece notare allora la ragazza, sorridendo fra le lacrime e separandosi leggermente dalla stretta di Draco, con tanta delicatezza da non fargli quasi percepire il gelo sulla pelle scoperta. La vide avvicinarsi all’uomo enorme, così piccola eppure così incredibilmente immensa. «Nessuno può essere più coraggioso di te».

«Mi permetto di dissentire» con gentilezza, anche Achille si fece avanti, accompagnato dall’immancabile Patroclo. Per un istante, Draco pensò che avrebbe iniziato a decantare il proprio coraggio e che sarebbe finito con il litigare con il povero Eracle, come aveva fatto la prima volta in cui li avevano incontrati. «Serve coraggio per affrontare delle creature mostruose, come ho fatto io e come ha fatto lui» con un cenno proprio al figlio di Zeus. «Però… serve un coraggio più grande per affrontare i propri demoni e voi due l’avete fatto».

«E l’avete fatto insieme» aggiunse Antigone, con un gran sorriso. «Perché insieme siete più forti».

«Insieme potete mantenervi sani di mente, potete non impazzire ed affrontare qualunque cosa l’Arazzo vi presenterà davanti» aggiunse Ulisse, annuendo leggermente. Il suo sguardo era ancora divertito, pieno di un’ironia verso la vita che neppure Draco avrebbe mai saputo eguagliare.

«Se non foste stati così innamorati da poter essere una persona sola, non avreste potuto affrontare queste prove e sareste periti già nel primo ostacolo» continuò Creonte, facendosi avanti fino a fronteggiarli. «Adesso, amici miei, potete rivolgere la vostra domanda all’arazzo. Ma dovrete farlo come una sola persona. Una sola domanda, un solo pensiero. Pensate a cose diverse e la risposta sarà oscura, fuorviante, potenzialmente letale».

«Buona fortuna» concluse Patroclo, con un grande sorriso, mentre Pandora, alle sue spalle, ammiccava nella loro direzione e scuoteva leggermente il capo.

Non usate la scatola, gli sembrò di sentirle dire. Non ancora.

«Non ci serve la fortuna, adesso» sbottò quindi Draco, posando la mano sulla spalla di Hermione, mentre iniziava a voltarsi verso il grande Arazzo alle loro spalle. «Ci serve soltanto un buon piano d’azione».

«Non so te, Malfoy» disse però lei, dedicando un enorme sorriso a Patroclo. «Ma io accetterò con grande piacere anche un pizzico di fortuna. Dopotutto, ci ha salvati un bel po’ di volte». La tranquillità con cui gli si rivolse gli fece stringere il cuore in un moto di dolcezza. Era diversa, pur essendo la stessa donna di cui si era innamorato. Era diversa, molto più simile alla donna che credeva d’aver sposato8. «Smettila di guardarmi come uno stoccafisso, hai la faccia da idiota».

Più o meno. Ma non si preoccupò, ci sarebbe stato tempo per renderla la perfetta signora Malfoy o, quantomeno, per insegnarle un po’ di educazione d’alta società. Sarebbe stata meravigliosa, proprio come durante la festa in Italia.

Quando lui era stato malamente drogato e l’aveva costretta a risolvere tutto da sola.

«Allora? Cosa chiediamo?» domandò quindi, passandosi una mano fra i capelli mentre tentava di concentrarsi sull’Arazzo. Tutte le parole incomprensibili che vi aveva scorto la prima volta, in quel momento sembravano intellegibili, per quanto senza alcun senso. Erano accostamenti assurdi, ma che lui sapeva avrebbero assunto un significato qualora avesse posto la fatidica richiesta.

«Stai attento» la voce di Hermione suonò improvvisamente preoccupata, mentre lo strattonava per il braccio. I suoi occhi erano ancora arrossati, tuttavia avevano perso quella debolezza che li aveva sempre caratterizzati. Erano fermi, spaventati ma pronti a tutto. «Potresti chiedere qualcosa senza volerlo e allora impazziresti, bruciando la nostra unica possibilità di avere delle risposte». Anche lei si voltò verso l’Arazzo, con un’espressione tutt’altro che felice. «Ci sono così tante domande che potremmo fare. La conoscenza di tutto il mondo è ai nostri piedi… ma abbiamo una sola possibilità».

Era dispiaciuta, Draco lo notò immediatamente. Una donna come lei, che aveva messo la conoscenza alla base di tutta una carriera, doveva necessariamente soffrire molto nell’avere tanto potere davanti, senza poterlo utilizzare9. Anche lui si sarebbe preoccupato, se solo non fosse stato nella sua natura cercare solo la scelta migliore. Era curioso, sì, ma preferiva di gran lunga sopravvivere e spendere la vita ad inseguire risposte.

Era lei ad essere un pericolo per la missione, non lui.

Le prese la mano, cercando nuovamente il suo sguardo. Se dovevano presentarsi come una sola persona, quello era un buon modo per iniziare. «Possiamo chiedere dove sia lo Specchio, come avevamo deciso» propose, attirando la sua attenzione. «Oppure potremmo chiedere l’identità del nuovo capo dei Mangiamorte. Conoscendo il nemico, sarà più facile sconfiggerlo».

Lei non sembrò molto convinta di quella sua proposta. «Potremmo, sì, ma se si tratterà di qualcuno assolutamente sconosciuto? Non avremo il tempo di fare le nostre ricerche».

Draco si accigliò. «Dovremo comunque fare le nostre ricerche, Granger! Io non ho la minima intenzione di lanciarmi alla carica senza avere un piano ben dettagliato alle spalle! E magari anche un paio di piani di riserva» sbottò, la mano libera sul fianco e la migliore fra le sue espressioni incredule.

Lei, dopo averlo osservato per qualche istante, scoppiò a ridere. «Ah, Malfoy, per un attimo mi ero illusa di potermi rapportare con te come ho sempre fatto con Harry» gli disse, scuotendo il capo. Quando lo vide accigliarsi, si affrettò a spiegare. «Non preoccuparti, non ti sto relegando al ruolo di migliore amico e non sto insinuando che fra me ed Harry ci sia mai stato qualcosa. Semplicemente, noi abbiamo trascorso mesi viaggiando e… beh, ricercando. E per più di sette anni ci siamo lanciati in battaglie assurde senza un minimo di preparazione. L’ultima volta in cui ci siamo organizzati davvero, io sono finita trasformata in un gatto» spiegò, divertita. «I piani non riescono mai. Se proprio dobbiamo morire tutti, almeno lo faremo con onore».

Draco ricordava un episodio del genere, ma all’epoca si era limitato a ridere e farsi scivolare tutto addosso, senza preoccuparsi più del dovuto. Dopotutto, la Granger non era affar suo. Non era stata affar suo finché non l’aveva sentita urlare, durante il Ballo del Ceppo10.

Ah, se solo avesse seguito il suo istinto e si fosse lanciato a massacrare Ronald in quell’occasione! Se soltanto non si lasciato fatto limitare da quegli assurdi pregiudizi che altri gli avevano inculcato…

Forse la loro storia non sarebbe stata diversa, erano molto distanti, a prescindere dal sangue e dallo schieramento durante la guerra.

Forse no.

«Allora? Chiediamo dov’è questo stupido Specchio?» sbottò, sospirando sconfitto. Non era il momento di farsi prendere dai rimorsi. Avevano una missione da portare a termine e di certo lei non l’avrebbe ringraziato, se si fosse messo a spifferare tutte quelle turbe mentali. Mai come in quel momento odiò il fatto di non poter mentire neppure a se stesso, la sua bocca sembrava diventata quella di un pappagallo senza il minimo filtro.

Come il piccolo Ted.

«Mostra un po’ di rispetto, per quanto pericoloso è comunque uno strumento magico antichissimo e potentissimo» lo riprese immediatamente la Mezzosangue, voltandosi per un istante per controllare la scena alle loro spalle. «Sono spariti tutti. Immagino abbiano finito il loro lavoro… spero che Achille e Patroclo siano ancora insieme» mormorò, con una punta di rimpianto nella voce. Draco non si voltò, sapeva di potersi fidare delle sue parole. «Mi sarebbe piaciuto salutarli».

«Ah, sono essenzialmente una proiezione della tua anima, saranno sempre con te, se lo vorrai» la confortò, con un leggero sorriso. «Ma capisco cosa vuoi dire, ho trattenuto un fottiti per Ulisse per troppo tempo. Temo che non avrò più l’occasione di sfogarmi».

«Sei troppo brusco con lui, Draco! Dovresti avere un minimo di rispetto-».

«Granger, se prendi le sue difese non me lo fai stare più simpatico» ammise, con una certa stizza, sorridendo tuttavia quando la sentì ridere di cuore. «Coraggio, Mon Ange, abbiamo una domanda da porre» disse poi, sollevando le loro mani intrecciate per baciare delicatamente le nocche di lei.

Hermione annuì, arrossendo leggermente intorno alle orecchie. Era adorabile, quando si imbarazzava. «Dove si trova lo specchio, giusto?» chiese conferma, avvicinandosi lentamente al grandissimo Arazzo che li fronteggiava. I tantissimi colori di cui era composto sembrarono brillare di luce propria, riflettendosi negli occhi scuri di lei.

Tutta la conoscenza del mondo, ma non poteva chiederne che un assaggio.

«Prima di perdere la mia sincerità non voluta, Granger» la interruppe lui, tuttavia, tirandola per un istante verso di sé per stringerla fra le braccia, «sappi che ho davvero intenzione di trascinarti all’altare e farti indossare permanentemente l’anello di mia nonna» sputò, parlando forse un po’ troppo velocemente per poter mantenere il suo contegno da principino spocchioso. «E, se vorrai, ho anche tutta l’intenzione di avere cinque figli».

Le sopracciglia scure di Hermione scattarono verso l’alto, nonostante un compiaciuto rossore le avesse arrossato le guance. «Te ne concedo tre, di cui uno adottato» rettificò, imbarazzata. «E se avremo una bambina-».

«Rosemary». Il tono di Draco, per quanto carico di un affetto che non poteva nascondere, parlando di quella ragazza, sembrò non ammettere regole. «Se avremo una bambina, dovrà chiamarsi così. L’ho promesso, non posso rimangiarmi la parola data».

Hermione annuì leggermente, con un leggero sorriso. «Rosemary. Mi piace».

Da qualche parte, la giovane Crave probabilmente stava sorridendo compiaciuta.

«Coraggio, ora. Abbiamo una domanda da porre» disse quindi, voltandosi verso l’Arazzo e chiudendo gli occhi, consapevole che lei avesse fatto lo stesso.

Dove si trova lo Specchio delle Brame?

Quando riaprì gli occhi, non trovò nulla di diverso. L’Arazzo restava bellissimo, ma incomprensibile come un pezzo d’arte proveniente da un altro mondo. Draco si accigliò, ma decise di voltarsi verso Hermione, sperando che almeno lei fosse riuscita a cogliere qualcosa.

Sarebbe stato meglio se non l’avesse fatto.

I suoi meravigliosi occhi scuri erano stati inghiottiti in un mare d’oro, la sua pelle sembrava d’avorio puro, prosciugata di ogni minima goccia di sangue. Fluttuava accanto a lui, tenendogli stretta la mano, eppure non sembrava davvero .

Draco sentì un brivido corrergli lungo la spina dorsale, sentendo quelle dita gelide intrecciate alle sue, ma non ebbe la forza di mollare la presa. Temeva di perdere quel che restava della sua Hermione, forse. Oppure temeva di perdere se stesso.

«Io sono l’Arazzo dimenticato, custode di tutta la Conoscenza» esalò la creatura, la cui voce sembrava essere senza sesso e senza età. «Ponete la vostra domanda ed io risponderò».

Era una situazione inquietante, Draco dovette ammetterlo. Avrebbe fatto parecchia fatica a guardare di nuovo Hermione negli occhi, una volta finito quel guaio. Avrebbe voluto chiedere se l’avrebbe davvero riavuta indietro, una volta posta la domanda, ma non osò: avrebbe perso l’occasione e lei lo avrebbe ucciso.

«Vogliamo sapere dove trovare lo Specchio delle Anime» rispose quindi, schiarendosi la voce per paura di apparire troppo sconvolto o spaventato. «È questa la mia domanda. Dove possiamo trovarlo?».

La creatura lo fissò per un lungo istante, prima di abbassare leggermente le palpebre. Il lieve bagliore dorato era ancora lì ad illuminare la semioscurità dell’Agorà. «Lo Specchio che collega questo Regno all’Ade ha compiuto un viaggio immensamente lungo. Tanti sono stati i luoghi baciati dalla sua Magia e altrettanti sono stati i popoli da questa maledetti» iniziò, senza trasmettere alcun tipo di emozione. «Lo Specchio si trova nelle profondità della città di Londra, dove il Grande Tesoro riposa e dove sangue reale ha macchiato la terra». Le palpebre si sollevarono e la creatura fissò Draco per qualche istante. «Buona fortuna».

Poi, all’improvviso, Hermione tornò in possesso del suo corpo e gli cadde fra le braccia, inspirando bruscamente.

«La Torre di Londra. Lo Specchio è alla Torre di Londra!».

 

 

 

 

»Marnie’s Corner

 

Bentrovati e bentornati, cari amici di EFP!

 

Prima di tutto, ho una pagina facebook! Seguitemi per futuri aggiornamenti!

 

 

Scrivere questo capitolo è stato un parto, dopo lo sfogo della settimana scorsa sono stata completamente BLOCCATA. Perdonatemi se non vi piacerà, ho fatto del mio meglio.

 

Per chi non l’avesse ancora saputo, ho pubblicato la one-shot rossa relativa al capitolo 23 (Ragione e Sentimento): thousand kisses – Lo Specchio delle Anime.

 

 

 

Punti importanti:

 

» 1 – Perché questa citazione? Perché la Speranza è fondamentale in questo capitolo: Ginny ne ha bisogno e la ritroverà nei suoi amici. Draco ed Hermione, invece, hanno tante speranze per il futuro. Speranza ovunque.

 

» 2 – Non ho avuto modo di informarmi riguardo la legge inglese, soprattutto perché quella del mondo magico potrebbe essere diversa, motivo per cui mi sono basata sulla legge italiana. Ginny, non essendo ancora incinta di tre mesi, può chiedere l’aborto. Per chiarezza, è rimasta incinta poco tempo prima che Harry stesse male, quando Hermione era stata sul punto di iniziare il lavoro con Draco.

 

» 3 – Coordinate temporali: nel mondo normale è arrivato il venti dicembre, manca un solo giorno al ritorno di Voldemort. Hermione e Draco ce la faranno?

 

» 4 – In realtà (non mi pare di averlo accennato in qualche altra nota) Laurie non è una nata babbana. Suo padre è Isaac Burke, ucciso da Regulus Black prima della sua nascita (come io spiego nella mia one-shot “The serpent underneath)”. Lei e Blaise si sono fidanzati verso la metà del sesto anno, si sono separati durante il settimo anno (Laurie non è tornata a scuola grazie a vari imbrogli che non sto qui a spiegare) e sono tornati insieme, definitivamente, dopo la Guerra.

 

» 5- Giusto per chiarezza: Seamus era il vice di Harry, quando lui si è ammalato ha preso il suo posto. Non essendo un idiota, ha capito di dover tenere Ginny (ed Hermione, ma lei si è rifiutata) sotto scorta, di conseguenza ha fatto di tutto per conciliare i turni ufficiali con quelli “di cortesia”. Importante: al Ministero non sanno nulla.

 

» 6 – Blaise sa della scorta solo perché gliel’ha detto Draco, che a sua volta l’ha saputo da sua cugina Merrick, giusto per chiarezza.

 

» 7 – Merrick è estremamente testarda ed ha deciso di non voler cedere ai propri sentimenti per Seamus, non ancora almeno. Lui, al contrario, si comporta come se fossero sul punto di sposarsi, motivo per cui le porta un sacco di fiori, le porta regali a San Valentino e si preoccupa per lei molto più che per gli altri. Sono entrambi innamoratissimi, come testimoniano varie conversazioni (ad esempio “Casa nostra sarà tutta col parquet”, “Scordatelo Finnigan, io voglio il marmo”, oppure “La nostra primogenita si chiamerà Fiona”, “Non chiamerò mia figlia Fiona, Finnigan, scordatelo”).

 

» 8 – Riferimento alla realtà alternativa del Djinn. Draco era consapevole che quella non potesse essere la vera Hermione perché era troppo gentile e troppo pacata, niente a che vedere con la nostra fiera Grifondoro!

 

» 9 – Hermione parla per tutti gli amanti della Conoscenza. Io sarei morta davanti a quell’arazzo, se non avessi potuto fare tutte le domande del mondo. Lei, pur essendo una Grifondoro, ha un innato spirito Corvonero. Limitarsi è stato estremamente difficile, per lei.

 

» 10 – Forse è un passaggio troppo romantico, me ne rendo conto, ma non sono riuscita a fermarmi. Non voglio dire che Draco si sia innamorato durante il Ballo del Ceppo, sarebbe stata una cosa assolutamente disgustosa e da superficiali, proprio da Ronald, e Draco non è mai stato così. Io faccio riferimento ad una questione di tipo “cavalleresco”. Draco è stato educato come un razzista, sì, ma sua madre non era una stupida e gli ha sempre detto che le donne vanno rispettate (sì, insomma, donne intese come quelle del loro livello, avete capito). Sentire le urla di Hermione contro Ron ed Harry, ma soprattutto verso Ron, gli ha fatto partire un moto di stizza assurdo verso il rosso. Non si fanno piangere le donne quando hanno passato una giornata a prepararsi.

Narcissa raised no fool.

  

» La Torre di Londra! Come si collega alle parole dell’Arazzo? Tesoro, perché lì sono conservati i gioielli della Corona; Sangue Nobile a causa delle varie decapitazioni e morti che si sono susseguite in quel luogo.

 

 

E così lo Specchio è sempre stato in Inghilterra e li ha costretti a fare un gran bel giro, eh?

E siete pronti per il piccolo James Sirius? Io sì. Era dai primi capitoli che non vedevo l’ora di rivelare la gravidanza di Ginny!

   

 

Per altre comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto su facebook!

 

Grazie ancora a chiunque leggerà,

-Marnie

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Marne