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Autore: Signorina Granger    07/09/2016    10 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 2: Nuove lezioni
 
Lunedì 7 Gennaio
 
“Regan, hai finito di incipriarti il naso? Non per metterti fretta, ma è giusto farti sapere che Stephanie ci mette meno tempo di te a prepararsi.”
 
Charlotte sbuffò, in piedi davanti alla porta della camera di Regan. Dall’interno della stanza la donna sentì qualche borbottio non ben distinguibile, seguito dall’apertura della porta e la comparsa del Pozionista sulla soglia della stanza.
 
“Eccomi, Signorina Selwyn… Sono qui. E non dica che mia moglie ci mette meno tempo di me a cambiarsi, l’assicuro che non è così.”
 
“Io invece ti assicuro che diventerò nervosa se continui a darmi del Lei.”
 
Charlotte alzò gli occhi al cielo, facendo sorridere l’amico mentre si incamminavano lungo il corridoio per raggiungere la Sala Grande e fare colazione.
 
“Ma perché tanta fretta, Charlotte? In genere non sei una fissata con la puntualità.”
 
“All’Accademia ti fanno diventare particolarmente puntuale, credimi. In ogni caso, non voglio dovermi sedere vicino a Lumacorno.”
 
“Ahh, ora si spiega tutto! Avrei dovuto immaginarlo, l’hai sempre odiato. Peccato, eri molto brava in Pozioni se non ricordo male.”
 
“Ma mai quanto te Carsen, eri il suo pupillo quando studiavamo qui!”
 
Charlotte sfoggiò un sorrisetto divertito che fece piegare le labbra sottili di Regan in una smorfia, ricordando fin troppo bene quando faceva parte del Lumaclub. L’unica nota positiva di quelle noiose cene era stato incontrare Stephanie, la Grifondoro che qualche anno dopo era diventata sua moglie.
 
“Si beh… Non mi faceva troppo piacere. La cosa positiva è che ora non ci potrà più trascinare a quelle cene… O almeno credo. Non può farlo, vero?”
 
“Preghiamo di no, non risponderei delle mie azioni e il tricheco potrebbe trovarsi con qualche danno fisico permanente…”   Charlotte piegò le labbra in una smorfia, facendo ridacchiare l’amico che s’immaginò chiaramente il loro ex professore di Pozioni che si aggirava per la scuola con le stampelle dopo che l’ex Corvonero l’aveva affatturato per aver provato a trascinarla di nuovo ad una delle sue solite cene.
 
                                                                            *
 
Si sentiva decisamente osservata, e la cosa non le faceva particolarmente piacere.
 
Lyanna stava facendo colazione cercando di non badare agli studenti seduti davanti a lei che la osservavano con gli occhi carichi di curiosità, ottenendo però scarsi risultati: aveva quasi voglia di alzarsi e chiedere se non avessero mai visto una donna con meno di quarant’anni seduta a quel tavolo.
 
Ok, forse il punto era proprio quello in effetti…
 
Quando poi fecero la loro comparsa anche quelli che il giorno prima si erano presentati come Regan Carsen e Charlotte Selwyn, i mormorii e le domande degli studenti non fecero che aumentare.
 
Tuttavia l’ex Serpeverde e l’ex Corvonero sembrarono non badarci, camminando tra il tavolo di Corvonero e Tassorosso con falcate lunghe e disinvolte intenti a chiacchierare.
 
Lyanna osservò i due avvicinarsi al tavolo degli insegnanti e sorrise istintivamente nel vederli puntare dritti nella sua direzione: stavano evitando un certo professore, ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
 
“Buongiorno Lyanna… Ti dispiace se ci sediamo qui?”    Charlotte le si parò davanti sorridendole in un modo che trasudava – ti prego dimmi di sì non voglio stare vicino a quel viscido ruffiano – e la donna non potè che annuire:
 
“Certo che no… sedetevi pure.”
 
“Grazie! Charlotte ha affrontato killer e quant’altro, ma di fronte all’ex prof di Pozioni scappa a gambe levate come puoi vedere.”
 
“Ridi meno Carsen, non mi sembra che TU sia andato da Lumacorno a fargli le feste.”
 
Charlotte fulminò l’uomo con lo sguardo mentre sedeva tra lui e Lyanna. Quest’ultima rivolse alla nuova collega un’occhiata curiosa, chiedendole che lavoro facesse:
 
“Sono un Auror… Tu che cosa fai invece?”
 
“Pozionista, niente di troppo emozionante… Davvero sei un Auror? Non l’avrei mai pensato…Non credevo ci fossero molte donne al Dipartimento!”
 
“E infatti è così, siamo solo in due. Io e quella santa che ha sposato Regan.”
 
Charlotte accennò col capo all’uomo sedutole accanto, che rivolse un sorriso allegro a Lyanna per poi fulminare l’amica con lo sguardo, come se avessero discusso di quella questione diverse volte.
 
“Oh, quindi tu sei collega di sua moglie… Davvero siete solo in due?”
 
“Già, e ora Stephanie dovrà cavarsela da sola per un po’, sfortunatamente… Non la invidio, è molto spiacevole essere circondate da vecchi trichechi brontoloni o nostri coetanei… maschilisti in entrambi i casi.”
 
Lyanna non riuscì a trattenere una risata, non invidiando per nulla la sua nuova collega anche se non poteva non ammirare la determinazione che doveva avere per forza, se era riuscita a smontare e a scavalcare la mentalità maschilista degli anni in cui vivevano.
Charlotte invece piegò le labbra in una smorfia come se le dispiacesse sinceramente di aver “abbandonato” la collega e amica in balia di quel branco di idioti… Ma non aveva avuto molta scelta, sfortunatamente.
 
In realtà a nessuna delle due donne era mai passato per la testa di insegnare… Sia Lyanna che Charlotte si erano ritrovate a dover accettare la proposta di Dippet per mancanza di alternative, ma non sapevano di essere nella stessa situazione dell’altra.
 
“Oh andiamo Charlotte! Non siamo tutti maschilisti, non fare dell’erba un fascio… Io non sono affatto così, ho sempre appoggiato Stephanie quando faceva l’addestramento in Accademia!”
 
“Fortunatamente tu sei un caso a parte Regan… Hai sale in zucca, mio caro amico. Sfortunatamente non si può dire lo stesso di molti altri, non dimenticherò mai le facce che mi circondavano in Accademia… Mi guardavano come se volessero chiedermi di portargli qualcosa da bere, nemmeno fossi la cameriera.”
 
Regan si trattenne dal ridere, sapendo che Charlotte era perfettamente seria: sapevano entrambi che non aveva avuto vita facile quando studiava per diventare Auror… e nemmeno dopo. Era piena di colleghi che la prendevano in giro, trattandola come se non fosse in grado di combinare nulla… O in caso contrario, ci provavano.
 
“Immagino… Ma essere riuscita a diventare Auror deve essere stata una gran soddisfazione! Io invece mi sento a disagio qui, è come se fossi nel posto sbagliato… Ho continuamente la tentazione di alzarmi e andare a sedermi al tavolo dei Corvonero.”
 
Lyanna sbuffò, lanciando un’occhiata carica di malinconia in direzione del suddetto tavolo dove un tempo anche lei sedeva insieme ai suoi amici per mangiare e chiacchierare.
Come invidiava quei ragazzi… Di certo molti non avevano situazioni familiari piacevoli visti gli anni che correvano, ma almeno erano al sicuro dentro le mura del castello… Lontani dai disastri, dalle brutte notizie che bombardavano il Ministero ogni giorno.
 
“Anche io… ex Corvonero anche tu? Strano, non mi ricordo di te…”   Charlotte guardò la donna assottigliando gli occhi, come se stesse cercando di ricordare la collega ai tempi della scuola. Lyanna però le sorrise quasi con aria divertita, scuotendo il capo:
 
“Non è così strano… Nemmeno io mi ricordo di te Charlotte, ma sono abbastanza sicura che abbiamo qualche anno di differenza. So che non bisognerebbe chiederlo, ma quanti anni hai?”
 
“27. Tu invece?”
 
“31… Ma sono davvero la più vecchia?”
 
“Tranquilla, Lumacorno ti batte alla grande.”        Le parole di Regan fecero ridacchiare Charlotte mentre Lyanna alzò gli occhi al cielo, sorridendo però a sua volta prima di parlare:
 
“Vorrei ben vedere! Intendevo tra noi quattro… Mi sembra che voi due abbiate la stessa età, no?”
 
“Circa, lui ha un anno in più di me. Però io e Cavendish abbiamo la stessa età.”
 
Charlotte si strinse nelle spalle mentre tagliava il bacon, facendo sospirare la collega: grandioso, era davvero la più vecchia del gruppo… Era il primo giorno e già si sentiva a disagio: ma eprchè tutti li guardavano? Nona avevano niente di cui parlare, gli studenti di Hogwarts?
 
“Ma perché ci fissano? Mi mette a disagio… Non sanno niente delle lezioni “speciali”?”
 
“Non credo… Se non ho capito male, oggi pomeriggio Dippet convocherà noi e gli studenti dell’ultimo anno per spiegargli il motivo della nostra presenza. Rilassati Lyanna, domani a quest’ira nessuno ci guarderà più come se fossimo creature sovrannaturali.”
 
Regan sorrise con aria rilassata, come se non desse alcun peso agli sguardi che lui e le due donne attiravano.
Lyanna annuì, non troppo convinta anche se in quel momento con suo gran sollievo molti sguardi si spostarono da lei: qualcuno era appena entrato in Sala Grande, attirando molta attenzione su di se.
 
                                                                          *
 
“Secondo te chi sono quelle persone? Non le ho mai viste prima…”    Amos studiò con attenzione i tre volti nuovi seduti al tavolo degli insegnanti, mentre Jane ripassava velocemente un capitolo di Antiche Rune:
 
“Non lo so, ma non mi interessa! Ho troppa paura per il test per pensare ad altro… Perché diamine tu sei rilassato?”
 
“Beh, non sono uno che si agita per le verifiche, dovresti saperlo… Rilassati Jane, andrà bene come sempre. Però voglio scoprire chi sono quei tre… Sono molto più giovani dei nostri soliti insegnanti, avranno circa dieci anni più di noi.”
 
“Ti prego, dimmi che non stai pensando a quanto siano attraenti quelle due.”        Amos si voltò verso l’amica, che aveva alzato lo sguardo dal libro per posare gli occhi azzurri su di lui con aria speranzosa e rassegnata insieme:
 
“… No, certo che no!”
 
“Lo spero. Perché come hai detto tu, avranno dieci anni in più rispetto a noi.”
 
“Beh, però devi ammettere che quella con la treccia è molto…”
 
“AMOS, DEVO RIPASSARE! Se devi discutere del fascino di un paio di donne misteriosamente sedute al tavolo degli insegnanti, vai da Dante!”
 
                                                                                    *
 
“Che cosa ci faranno quelle persone al tavolo degli insegnanti? Tu ne sai qualcosa?”   Alle parole di Brianna Isabella si strinse nelle spalle, facendola colazione in silenzio mentre nella sua mente c’era spazio solo per l’imminente test di Storia della Magia.
 
“Ma a che serve essere Caposcuola se non vi dicono le cose interessanti? Beh, spero che lo scopriremo presto… Guarda, è appena entrato un altro sconosciuto… Ma quando sono arrivati?”
 
“Immagino ieri, quando siamo tornati dalle vacanze.”  Bella si strinse nelle spalle, voltandosi però verso l’ingresso della Sala per vedere lo “sconosciuto” a cui aveva accennato la sua amica: in effetti un ragazzo alto e dai capelli scuri si stava avvicinando con calma al lungo tavolo posto orizzontalmente infondo alla sala, di certo consapevole di aver addosso un mucchio di sguardi… Sembrava però non farci molto caso, o forse non gli interessava perché ci era abituato.
 
“Beh, quello non dimostra molti più anni di noi… E’ carino!”
 
Brianna sorrise e Isabella le lanciò un’occhiata scettica, facendola sbuffare:
 
“Che ho detto, è vero! E lo pensano tutte qui dentro, inclusa tu, Isabella Burton. Ti senti pronta per il test, piuttosto?”
 
“Si, ma se anche così non fosse ormai quel che è fatto è fatto… Andiamo, ci aspetta una divertente ora in compagnia di Ruf!”
 
Isabela parlò in tono ironico, roteando gli occhi mentre si alzava seguita a ruota da Brianna, che lanciò un’ultima occhiata carica di curiosità in direzione del tavolo degli insegnanti prima di seguirla verso l’Ingresso, pronta ad addormentarsi sopra la pergamena grazie alla voce soporifera dell’insegnante.
 
                                                                       *
 
Quella sarebbe stata la sua prima giornata di “lavoro”, e non era iniziata propriamente nel migliore dei modi: ci aveva messo un po’ a scendere al piano terra… Non credeva possibile di aver dimenticato tante cose della sua vecchia scuola, ma ci aveva messo un secolo a trovare la strada dalla sua camera fino alla Sala Grande… era sempre stato abituato ai Sotterranei, mentre ora l’avevano rifilato al terzo piano.
 
Entrando nella grande, luminosa e accogliente Sala Will non potè non provare la piacevole sensazione di quando si entra nella casa in cui si è cresciuti… familiarità, mista forse a malinconia… Hogwarts gli era mancata, anche se forse se ne rendeva conto solo una volta tornato.
 
Camminando tra i tavoli delle Case si guardò intorno, studiando ancora una volta il finto cielo azzurro che sembrava sovrastarli. Era perfettamente consapevole di avere molti sguardi puntati addosso, ma non ci fece molto caso: ovviamente se l’era aspettato e d’altra parte… beh, ci era abituato.
 
William Cavendish aveva un bell’aspetto e lo sapeva… Era forse quella l’unica cosa per coi poteva ringraziare suo padre, probabilmente.
Quasi sorrise pensando a suo padre, sapendo che di certo l’aveva quassi colpito un infarto sapendo che suo figlio aveva accettato un simile lavoro… Ma a lui non dispiaceva, anche se insegnare non era mai stata la sua aspirazione: avrebbe fatto qualcosa di diverso per qualche mese, non c’era niente di male.
 
Avvicinandosi al tavolo degli insegnanti colse di sfuggita qualche occhiataccia dai suoi ex professori che un tempo non lo sopportavano, fatta eccezione per Lumacorno con cui aveva avuto un rapporto quasi conflittuale: il Direttore di Serpeverde si era sempre comportato quasi da ruffiano con lui, ma spesso e volentieri l’aveva rimproverato per l’atteggiamento talvolta maleducato e irriverente del suo allievo… Tuttavia in un modo o dell’altro, William Cavendish era sempre invitato alle sue cene e alle sue feste, trovandole infinitamente noiose tranne per le figuracce che occasionalmente qualcosa faceva durante quelle serate.
 
L’ex Serpeverde puntò dritto verso l’estremità sinistra del tavolo, non sognandosi nemmeno di andare a sedersi vicino ai suoi ex insegnanti e avvicinandosi invece a Regan, che alzò lo sguardo su di lui rivolgendogli subito un sorriso allegro e un cenno di saluto con la mano.
 
“Ciao Will! Mi chiedevo dove fossi finito… Pensavo che avresti saltato la colazione.”
 
“Diciamo che ho avuto qualche problema a trovare la Sala… Era più facile dormire nei Sotterranei.”
 
Sbuffò appena mentre sedeva accanto all’ex compagno di Casa, che sorrise come se lo capisse perfettamente:
 
“E’ vero… io ho la fortuna di avere una guida personale però.”
 
“Davvero? Charlotte, faresti da guida anche a me per caso?”
 
Capendo subito a chi si stesse riferendo Will rivolse alla donna un sorrisetto ironico, che venne ricambiato con un’occhiata scettica. Il giorno prima, durante la riunione con l’intero corpo insegnanti, Will aveva passato i primi cinque minuti a cercare di riconoscere la donna seduta accanto a Regan… Solo quando Dippet si era riferito a lei chiamandola “Charlotte” gli si era accesa una lampadina in testa, facendogli riconoscere quella donna come una sua ex compagna di scuola Corvonero, del suo stesso anno.
 
Non l’aveva più vista dal Diploma, ma erano bastate due parole per fargli capire che non era cambiata poi molto… anzi, se possibile era forse ancor più sarcastica rispetto ai tempi della scuola.
“Spiacente, ma è già dura dover aspettare che il Signor Carsen si prepari… Se aspetto che anche tu ti sistemi i capelli ogni mattina non terrò mai una lezione.”
 
“Esagerata, non ci ho messo così tanto stamattina!”
 
“Sai che ti dico? Domani ti cronometro.”
 
                                                                                 *
 
“Mi dici che accidenti stavi cercando di farmi capire a colazione? Fai pena con i segni, lasciatelo dire.”
 
“E’ colpa tua! Ci conosciamo da anni e non riesci ad interpretare cosa voglio dirti!”
 
“Perdonami, ma mangiamo a tavoli posti da una parte all’altra della sala, la distanza dio certo non aiuta. Ma ora sono tutt’orecchie Rod, quindi parla pure.”
 
Rodericus rivolse un’occhiata scettica al suo migliore amico, guardandolo come a volergli dire che infondo sapeva benissimo di cosa volesse parlargli… E in effetti era così: Antares non era certo stupido e soprattutto conosceva il suo amico Grifondoro… Non ci voleva molto a capire che cosa volesse dirgli.
 
“Beh, come penso si stiano domandando tutti… Secondo che ci fanno quelle persone al tavolo degli insegnanti? Non li ho mai visti prima…”
 
“Nemmeno io, a dire il vero. Anzi no, mi pare di aver già visto una delle due donne… Forse ad una qualche festa a casa mia.”
 
“Non è improbabile, se è Purosangue deve per forza aver preso parte a delle feste dai Black… Ma anche se così fosse, che ci fanno qui?”
 
“Non ne ho idea, ma immagino che lo scopriremo presto… Dippet continuava a confabulare con Silente a colazione, probabilmente parlavano proprio di questo.”
 
“Beh, in seconda ora abbiamo Trasfigurazione… Magari Silente ci dirà qualcosa.”   Il tono dubbioso di Rod gli fece guadagnare un’occhiata scettica da parte dell’amico, per niente convinto dell’idea: figurarsi se il Vicepreside avrebbe aperto bocca… Non era certo tipo da lasciarsi sfuggire accidentalmente qualcosa.
 
“Ne dubito, onestamente. Tuttavia non credo sia il caso di costruirci troppi castelli in aria, magari infondo non sta succedendo niente.”
 
Antares si strinse nelle spalle, tornando a guardare dritto davanti a se mentre seguiva i suoi compagni di corso verso l’aula di Storia della Magia. Rod non replicò e rimase in silenzio, ma si ritrovò a riflettere sulle parole dell’amico: non era pienamente d’accordo con Antares… qualcosa gli diceva che c’era davvero sotto qualcosa. Era una sensazione, non c’era un motivo in particolare… Ma aveva osservato quei quattro volti nuovi durante la colazione e li aveva visto parlare tra loro, era come se si conoscessero già. La loro presenza aveva di certo un fine, in quasi sette anni non era mai successo di vedere persone nuove comparire magicamente al tavolo degli insegnanti a quasi metà anno scolastico.
 
Il Grifondoro però era certo di non essere l’unico a pensarla così: durante la prima ora di lezione da dopo le vacanze di Natale sembrava che un po’ tutti avessero la testa per aria… Ovviamente a Storia della Magia non era un fatto strano vedere tutti praticamente addormentati, ma quel giorno c’era un motivo: quasi tutti si stavano chiedendo chi fossero le persone che avevano visto a colazione per la prima volta tra le mura di Hogwarts.
 
Uno studente di Grifondoro e uno di Tassorosso non facevano eccezione: non per niente avevano passato praticamente tutta la prima ora a discutere delle ipotesi più disparate, facendo esasperare la loro amica che aveva altamente rimpianto la scelta di sedersi accanto a loro per quella lezione.
 
Uscendo dall’aula Jane provò infatti un moto di sollievo, imponendosi di stare alla larga da Dante e Amos per le lezioni successive.
 
“Vi avviso, se sento qualcos’altro su delle spie sotto copertura e cose simili, darò il peggio di me.”
 
“Non farla tanto lunga Jane… Che ne sai, magari le cose stanno così sul serio!”
 
Alle parole di Amos Jane guardò il compagno di Casa con aria scettica, come a volersi assicurare che stesse dicendo sul serio… Tuttavia dalla faccia del ragazzo non traspariva alcuna ironia, quindi la ragazza interpretò le sue parole come serie:
 
“Non so perché quelle persone fossero sedute al tavolo degli insegnanti… Ma qualcosa mi dice che NON siano spie o cose simili. Non capisco perché vi stiate creando tanti castelli d’aria, magari sono stati qui durante le vacanze e domani se ne andranno!”
 
La Tassorosso alzò gli occhi al cielo mentre percorreva il corridoio, camminando un paio di passi davanti a Dante e Amos che invece si scambiarono un’occhiata, come se fossero entrambi fermi sulle loro idee e non avessero intenzione di prendere in considerazione le parole dell’amica.
 
“Lasciala perdere, probabilmente è dio cattivo umore per via della fine delle vacanze… Sono sicuro che si sbaglia.”   Amos parlò con l’aria di chi la sa lunga, facendo annuire Dante che parlò all’0amico in tono dubbioso mentre rifletteva a sua volta sulla presenza di quattro persone sconosciute nella Sala Grande:
 
“Lo credo anche io… Chissà che cosa stanno architettando Dippet e gli insegnanti.”
 
“Non ne ho idea, ma spero che non siano lezioni extra… Non reggerei, abbiamo già vagonate di compiti!”
 
“Disse quello che copiò il test di Storia della Magia da una sua amica…”
 
Jane parlò a bassa voce, ma non abbastanza da evitare di farsi sentire dai due e facendo ridacchiare Dante mentre Amos sfoggiò un sorrisetto colpevole anche se Jane non potè vederlo visto che dava le spalle ai due amici.
 
“Ok, finitela voi due… Abbiamo Trasfigurazione adesso e non voglio sentirvi discutere su chi copia i compiti da chi. Sarà un’ora lunga in ogni caso…”
 
“Tranquillo Dan, ti prometto che non ci sentirai discutere.”
 
“Davvero?”
 
“Davvero, visto che IO mi siederò con Brianna e Isabella! Vi lascerò discutere in pace sulle vostre assurde teorie, contenti?”
 
Jane rivolse ai due un gran sorriso, che però non venne decisamente ricambiato: anzi, un’ombra di delusione oscurò i volti dei due, anche se per motivi leggermente diversi.
 
Dante adorava chiacchierare con la Tassorosso e l’idea che lo abbandonasse non gli piaceva nemmeno un po’… d’altra parte, il, fatto che Amos Watson facesse pena in Trasfigurazione era un dato di fatto ad Hogwarts, e in genere faceva affidamento proprio sulla bravura della compagna di Casa durante quelle ore.   Il Tassorosso si ritrovò così a rivolgere all’amico un sorriso eloquente, che venne ricambiato con un sospiro:
 
“Tranquillo Amos… ti aiuto io a Trasfigurazione.”
 
                                                                                      *
 
“Lo sapevo, ci avrei scommesso che c’era davvero qualcosa sotto… Avevo ragione!”
 
Brianna sorrise con aria trionfante mentre usciva dall’aula di Trasfigurazione con affianco Jane e Isabella. Quest’ultima annuì con aria assorta, pensando a quello che aveva detto Silente durante la lezione: aveva fatto qualche allusione ai loro nuovi “ospiti” … e aveva detto che ben presto a tutti sarebbe stata chiara la loro presenza.  Infatti aveva informato tutti gli studenti del settimo anno presenti nella sua aula che alle 17, una volta terminate le elezioni, avrebbero dovuto recarsi tutti in Biblioteca.
 
“A quanto pare sì, c’è davvero un motivo se quelle persone sono qui.”    Al contrario di Brianna che era decisamente allegra dopo aver appreso della “riunione” da Silente, Jane sembrava quasi amareggiata: non le piaceva ammettere di aver sbagliato… ma non poteva negare che per una volta Amos e Dante avevano fatto centro e lei no, anche se era pronta a scommettere che i due non fossero andati molto vicino al vero motivo che giustificava la presenza di quelle persone ad Hogwarts.
 
“E non vedo l’ora di sapere qual è! Non so voi, ma ora inizierò a contare i minuti che ci separano dalle 17!”
 
“Beh, ti faccio i miei auguri Bree allora… Sono appena le 10.”
 
Il tono pacato di Bella le fece guadagnare un’occhiata torva da parte della mora, che la guardò come a volerle dare della guastafeste.
 
“Che c’è? E’ vero, insomma è un dato di fatto… Se non mi credi, guarda l’ora!”
 
“Lascia stare Bella… Piuttosto, qualcuno mi ricorda che materia abbiamo ora?”
 
“Erbologia, due ore.”  Il tono cupo di Jane si accoppiò perfettamente con la smorfia che comparve sul volto di Brianna, visibilmente poco felice alla prospettiva di passare ben due ore chiusa in una serra.
 
“Ok, ritiro tutto. Hai ragione Bella, saranno delle ore davvero molto lunghe…”
 
                                                                                 *
 
“Lo sapevo, ci siamo persi. Ho bisogno di una cartina, maledizione.”
 
“Non dire stupidaggini Cavendish, non ci siamo persi!”
 
Charlotte alzò gli occhi al cielo, continuando a camminare con calma e disinvoltura nel corridoio, come se fosse perfettamente rilassata e per nulla agitata.
Will invece sbuffò, rivolgendo alla collega un’occhiata scettica:
 
“Davvero? Perché quando qualcuno non sa dove si trova si dice proprio così: perdersi.”
 
“Conosco la definizione, grazie. Ma rilassati, siamo nella nostra vecchia scuola… troveremo la strada per la Biblioteca… prima o poi.”
 
“Grandioso, il tuo – pima o poi – mi rassicura molto… Vi insegnano questo all’addestramento per Auror? Ma che dico, non è colpa dell’addestramento, sono le donne che non sanno orientarsi.”
 
“In effetti non ci insegnano ad orientarci all’Accademia… in compenso però ci insegnano qualche trucco per ammazzare la gente in meno di cinque secondi. Se vuoi posso farti una dimostrazione pratica.”
 
Il sorriso di Charlotte convinse quasi il coetaneo a tacere… quasi, ovviamente.
 
“No grazie… Se vuoi puoi farmela quando avremo trovato finalmente la Biblioteca. Se penso che una volta ci andiamo quasi ogni giorno…”
 
“Beh, sono passati nove anni… Dimenticare è normale. Ma perché non incontriamo nessuno, sono tutti in classe?”
 
“Sono quasi le 17, immagino di sì… Possiamo solo sperare che qualche insegante con un’ora buca ci trov-“
 
Will non aveva nemmeno finito di parlare quando una voce, una voce orribilmente familiare, lo fece zittire all’istante oltre a bloccare sia lui che Charlotte.
La donna sgranò gli occhi a sua volta, evitando di voltarsi mentre esattamente come Will pregava di aver sentito male… o frainteso la voce nel migliore dei casi:
 
“Oh no… Dici che è lui?”  
 
“Certo che è lui Charlotte, non esiste uomo con voce più petulante… Non possiamo darcela a gambe, magari?”  
 
“Non posso, ho i tacchi…”   Charlotte si stampò un sorriso in faccia mentre si voltava lentamente verso il capo opposto del corridoio, imitata da Will che non vide altra soluzione se non seguire il suo esempio: avrebbe anche potuto filarsela, ma probabilmente non sarebbe stata granché come idea… Non solo si sarebbe fatto una figuraccia con un uomo che avrebbe dovuto vedere ogni giorno fino a Giugno, ma di certo Charlotte Selwyn l’avrebbe ammazzato sul serio, sfoggiando cosa aveva imparato all’Accademia durante l’addestramento.
 
 
“Professore… Buon pomeriggio! Sa, magari potrebbe aiutarci… Stiamo cercando la Biblioteca.”
 
Charlotte rivolse a Lumacorno un sorriso, guadagnandosi un’occhiata scettica da parte dell’ex Serpeverde:
 
Da quando sei così ruffiana?
 
Da quando conosco Horace Lumacorno… Mi ha influenzata negativamente
 
                                                                       *
 
“Siamo qui da dieci minuti… Qualcuno si degnerà di dire qualcosa o resteremo qui fino ai M.A.G.O.?”  
 
Antares sbuffò, tenendo le gambe accavallate mentre si guardava intorno nervosamente: non gli piaceva aspettare… erano le 17 passate e gli studenti dell’ultimo anno erano già tutti riuniti in Biblioteca. I professori erano tutti presenti, fatta eccezione per lo stesso Preside e Lumacorno… Se li immaginava chiaramente intenti a chiacchierare amabilmente mentre loro li aspettavano.
 
“Rilassati, staranno per arrivare…”
 
“Secondo me si stanno bevendo una tazza di the.”
 
“Beh, in effetti sarebbe ora… Non mi dispiacerebbe una tazza di… Ok, lasciamo stare.”
 
Cogliendo l’occhiataccia dell’amico Rod decise di non terminare la frase, spostando lo sguardo sugli insegnanti seduti su delle sedie allineate davanti a loro.
 
L’attenzione del ragazzo venne immediatamente catturata dalle persone che erano diventate il fulcro della giornata, sedute vicine e intente a parlare tra di loro. O almeno due di loro erano sedute vicine, visto che ne mancavano un paio all’appello.
 
 
Intanto, dietro di loro, anche altri due ragazzi erano piuttosto ansiosi che la “riunione” iniziasse… Sia Dante che Amos non vedevano l’ora di sentire cosa avesse da dire Dippet, praticamente non avevano pensato ad altro durante le lezioni.
 
“Odio aspettare… Ma perché non si muovono?”     Amos sbuffò, pregando mentalmente Dippet di darsi una mossa ad entrare, Anche Lumacorno non c’era, ma il Tassorosso non ci fece troppo caso… anzi, non poteva certo dire di essere triste per la sua assenza.
 
“Probabilmente Dippet lo fa apposta. E mi è appena venuto in mente che abbiamo già un sacco di compiti da fare… Passeremo la serata qui a studiare, temo.”     Dante sospirò quasi con rassegnazione, rimpiangendo più che mai le vacanze appena concluse. Certo non erano state particolarmente splendore visti i tempi che correvano, ma almeno aveva potuto passare un po’ di tempo con la sua famiglia… E soprattutto, non aveva dovuto passare 12 ore al giorno sui libri tra compiti e lezioni.
 
“Non ricordarmelo… Voglio una Giratempo per tornare al 23 Dicembre.”   Amos sbuffò, parlando a mezza voce e con aria contrariata mentre dalla porta della Biblioteca faceva la sua comparsa anche Lumacorno, vestito di un viola sgargiante impossibile da non notare e seguito da due tra i quattro nuovi insegnanti di Hogwarts.
 
“Ma che si è messo Lumacorno?”   Dante strabuzzò gli occhi, cercando di non ridere mentre davanti a lui Antares aveva perso quella sfida, soffocando le risate premendosi una mano sulla bocca e cercando di trattenersi per parlare:
 
“Ehy Rod… non sei l’unico ad amare il viola a quanto pare… Potreste andare in giro coordinati d’ora in poi.”    Antares era troppo intento a sghignazzare per far caso all’occhiataccia che gli rivolse Rodericus, decisamente schifato all’idea di vestirsi coordinato all’insegnante di Pozioni: se il Grifondoro adorava Silente incondizionatamente fin dal primo anno… beh, lo stesso non si poteva dire del Direttore della Casa di Serpeverde.
 
“Taci, Black.”
 
                                                                            *
 
“Ah, eccovi qui! Ma dove eravate?”   Regan inarcò un sopracciglio ma non ottenne alcuna risposta: sia Charlotte che Will lo guardarono come chi non ha alcuna voglia di parlare o dare spiegazioni prima di sedersi su due sedie vuote, lei accanto a Lyanna e lui accanto a Regan.
 
“Sarai lieta di sapere che non sei l’unica ad essersi persa già da subito… Non riuscivamo a trovare la Biblioteca.”   Charlotte parlò a voce bassa in modo da non farsi sentire dall’amico, facendo sorridere appena la collega: in effetti Lyanna era quasi sollevata… almeno non era l’unica ad aver dimenticato qualcosa di Hogwarts.
 
“E vi ha aiutati il vecchio Lumacorno?”
 
“Per nostra fortuna sì… Avrei preferito incontrare Silente, o anche Ruf! La mia fortuna non conosce limiti, a quanto pare…”
 
“Non lamentarti, almeno siete arrivati prima di Dippet! Io ieri mi sono fatta una figuracc-“
 
Lyanna però non finì la frase, interrompendosi bruscamente per via dello sguardo assassino che le stava rivolgendo la sua adorata ex insegnante di Erbologia.
 
“Ops… la Westerfeld non ha perso l’occhio omicida, vedo.”   Charlotte represse un sorrisetto, parlando con un filo di voce mentre sia lei che Lyanna puntavano gli occhi sul gruppo di studenti davanti a loro, evitando di guardarsi a vicenda.
 
“No, è rimasta uguale… un po’ più vecchia forse, ma non facciamoglielo notare.”
 
Charlotte cercò di non ridere alle parole di Lyanna e ringraziò mentalmente Dippet per aver scelto proprio quel momento per fare il suo ingresso nella grande Biblioteca: se non altro tutti si erano voltati verso di lui e nessuno l’aveva vista ridere sotto i baffi.
 
 
Quando il Preside aveva fatto il suo ingresso nella sala era sceso il silenzio più totale e nessuno fiatò anche quando Dippet iniziò finalmente a parlare, spiegando ai suoi studenti più grandi che cosa sarebbe cambiato nei successivi mesi di scuola.
 
In effetti per Lyanna, Regan, Charlotte e William fu quasi divertente studiare le facce dei loro nuovi studenti mentre Dippet parlava: le espressioni di quel gruppo di adolescenti mutarono piuttosto in fretta, variando dalla sorpresa, all’irritazione… alcuni sembravano emozionati, altri solo irritati dalla notizia che il Preside stava dando loro.
 
Quando poi Dippet annunciò che non avrebbero seguito tutti quelle lezioni “speciali” ma solo alcuni che sarebbero stati selezionati nei giorni successivi da lui e gli altri insegnanti, gli studenti reagirono in modi differenti: alcuni sembravano quasi sollevati come se sperassero di non essere scelti per quelle materie extra, mentre altri quasi offesi dalla decisione del Preside come se non trovassero giusto che solo alcuni potessero avere quell’opportunità.
 
A quel punto c’era solo una cosa che tutti si chiedevano, sia studenti che insegnanti: chi sarebbe stato effettivamente scelto per quelle nuove lezioni che avrebbero messo a confronto brillanti ex studenti con diciottenni altrettanto talentuosi?
 
 






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Angolo Autrice:

Buon...giorno? E' quasi l'una, quindi credo di poter dire così. 
Questo capitolo è abbastanza introduttivo ma spero comunque che vi sia piaciuto, grazie per le recensioni che avete lasciato a quello precedente e per le informazioni.

Piccola richiesta per MasterOfPuppets_: ho bisogno di un punto della scheda che hai lasciato vuoto, quello sulle abilità del tuo OC. 
Per tutti invece: delle nuove 4 materie, in quali il vostro OC sarà bravo o meno?  E quali gli piacerebbero e viceversa?
Grazie in anticipo, a presto spero!

Signorina Granger
   
 
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