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Autore: Hikari_Sengoku    08/09/2016    2 recensioni
Kaname é ormai un membro esterno della Mithril, e ha bisogno di una protezione ridotta. Viene assegnata a Sousuke una nuova missione. Chi sará il nuovo soggetto da proteggere? In quali guai trascinerá i nostri eroi? (Nuovi capitoli a scadenze non assolutamente fisse, ma piú o meno ogni settimana per i primi tempi, credo!)
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurz Weber, Melissa Mao, Nuovo personaggio, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiarimenti e fughe

La porta della casupola si spalancò con un tonfo, sollevando una gran nuvola di polvere. "Che sta succedendo qui?" Urló Kaname irrompendo nella stanza, seguita da Sousuke armato di pistola. Hikari e la donna li fissarono a metá tra il sorpreso e lo scocciato.
"Forse questo lo dovrei chiedere io a voi. Che ci fate qui?" Rispose sorpresa Hikari.
"Per tua informazione, loro sono qui per proteggerti. Perché fuggi da noi? E cosa sono quelle ferite?" Rispose mezzo-isterica Kaname indicandole col palmo della mano. "Esattamente quello che hai detto. Ferite. E la signora me le sta curando, tutto qui. Devo aggiungere altro?" Disse la ragazza fissandola con astio. A quel punto intervenne la signora Rangetsu: "Ragazzi, calmatevi. Non c'é bisogno di agitarsi tanto. Adesso sedetevi, vi spiegheremo tutto quanto" disse alzandosi dalla sedia. Hikari la brució con lo sguardo. "Che cosa?"
"Hai capito benissimo, cara. Mentre medico il disastro che hai combinato, tu gli spiegherai tutto" La signora continuó a muoversi intorno alla ragazza, e, dopo aver ricucito le ferite, si stava apprestando a fasciarle. Per stringerle, le spinse un piede sulla schiena, usandolo come perno. I due ragazzi sgranarono gli occhi.
"Ma non senti dolore?" Disse Kaname. Hikari non aveva emesso un grido, ne modificato la sua espressione, durante l'intera operazione. Statuaria, e fedele al suo ruolo, non rispose nemmeno. La signora sbuffó, e rispose al suo posto: "No, non sente dolore, ma non é una bella cosa. Quando l'ho incontrata, si trascinava agonizzante dal luogo dell'incidente. Io sono medico e l'ho aiutata" La signora prese fiato tirando le fasce.
" E allora perché il suo nome non é in nessun registro d'ospedale? Queste ferite non si risolvono con un po' d'acqua ossigenata ed un cerotto" si intromise Sousuke. La signora rispose continuando a vorticare instancabilmente intorno ad Hikari.
" Beh, dovete sapere che mio marito" la donna si torse l'anello con un brillante castone verde che portava al dito "é un ufficiale dell'esercito giapponese, ed in quanto tale sono a conoscenza della Black Technology. Mi é capitato di avere sottomano Whispered non ancora in grado di gestire il proprio potere proprie conoscenze. Hikari era in stato di shock, shock che aveva risvegliato le sue conoscenze. Il mix la stava facendo impazzire. Cosí l'ho sedata e medicata in segreto. Ma..." Hikari la bloccó con un gesto della mano, mentre con l'altra si coprí l'occhio destro. Ghignando, rispose: " Ma io ho abusato di antidolorifici, che mi hanno bruciato i recettori sensoriali del dolore nel cervello" Vide l'espressione sconcertata dei due, e soprattutto di Kaname e continuó: "Come, non lo sai? Per avere miglior accesso alle nostre informazioni, chi ce l'ha inserite ha abbassato le nostre difese cerebrali. Se hai provato farmaci per il mal di testa mi hai giá capito" Il suo ghigno non si spense, anzi, si contorse ancora di piú. Kaname rifletté: "É vero, mi é sempre bastato un quarto di pillola"
La signora aveva ormai fasciato tutto il petto e l'addome, fino all'attaccatura del collo, lasciando libere le braccia. La ragazza si rimise la sua maglia grigia. "É cosí. Siete piú sensibili a psicofarmaci e droghe. Questo vi rende anche molto piú vulnerabili alla dipendenza, e molto piú facili da controllare. Hikari ha superato la fase di dipendenza da antidolorifici perché abusandone ha letteralmente bruciato la sua capacitá di sentire il dolore. E non é affatto bello. Il dolore ci avverte del pericolo imminente..." Venne di nuovo bloccata. "Cosí mi fai sembrare un mostro drogato! Io non ho bisogno del dolore, perché non ho nessun pericolo di cui aver paura!" Disse Hikari alzandosi in piedi, infervorata. "Smettila di parlare cosí!" Gridó Kaname fuori di se. "Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Credi che loro sarebbero felici se tu sprecassi la seconda possibilitá che ti hanno dato in questo modo? Guardati! Sei una drogata che pensa solo alla vendetta, e questo non é la cosa peggiore, perché stai rendendo inutile la loro morte!"
Il secco suono di uno schiaffo risuonó nello stretto ambiente. Hikari, che respirava profondamente, aveva percosso Kaname con uno schiaffo in pieno volto, che l'aveva costretta a piegare il viso da un lato e a ripiegarlo sulla spalla. Il pugno sinistro di Hikari era trattenuto da Sousuke, che non aveva peró potuto bloccare lo schiaffo. Entrambe rimasero immobili, con lo sguardo cupo coperto dai capelli. "Come osi?" Sibiló la ragazza. "Come osi?" Sibiló piú forte. "Siete solo capaci di dire belle parole. Oh, si, avete tutta la ragione del mondo, ma cosa volete saperne di me, di cosa provo, del dolore che non riesco a sentire, delle lacrime che non riesco a versare? Come vi sentireste a sapere che siete voi la causa della morte di chi piú amate?" Le ringhió in un rabbioso crescendo.
"I-io... Non lo so" ammise infine Kaname, senza alzare gli occhi dal pavimento.
"E allora non ti permettere di giudicare senza conoscere!" Le urló di nuovo contro, tentando nuovamente di aggredirla, trattenuta fortunatamente da Sousuke. Biascicó ringhiando qualche imprecazione a mezza voce. Infine, ancora mezzo tremante di rabbia, con la testa bassa si divincoló dalla presa di Sousuke, afferró la felpa della tuta e uscí dalla casetta mormorando uno strozzato "Mi scusi, signora Rangetsu" e sbattendo la porta.


Dopo qualche interminabile secondo di silenzio, i due si scusarono con la signora e uscirono di corsa per raggiungere la ragazza.


La donna sorrise, sperando che andasse tutto bene, mentre riponeva i suoi strumenti nella valigetta. Finito ció, si affacció al vetro sporco della finestra. I suoi occhi, di un caldo castano scuro, si illuminarono improvvisamente di una luce verde. Alle sue spalle, una voce cupa parló, mentre l'anello al suo dito pulsava a ritmo.
"Salve signora Hitomi Rangetsu. O forse dovrei chiamarvi vedova Rangetsu?"
La donna abbassó lo sguardo e strinse i pugni. "Salve, Lav"
"Come sta andando nel settore 2814b?"
"La chiave sará pronta entro un paio di mesi. Il pericolo sta per essere neutralizzato. Ti basti questo, puoi andare."
Una mano artigliata, buia e fumosa si posó sulla sua spalla. "Come siamo scortesi oggi. Hai litigato con tuo marito, per caso?" Una cupa risata risuonó nell'ambiente vuoto. La punta delle dita della donna si illuminó di una tenue luce verde. La signora poggió la mano su quella nera e fumosa sulla sua spalla, che sfrigoló e lasció la presa.
"Ho detto: Puoi andare"
"Come desideri"
Quando si giró, la donna fece in tempo a vedere solo un lampo verde che spariva.



Hikari camminava lenta sotto la pioggia, col cappuccio della felpa tirato sopra la testa, che a malapena faceva scorgere un paio di ciocche bionde ed un'espressione cupa. Sopra il frastuono della pioggia, due persone correvano dietro di lei, cercando di raggiungerla nella strada ampia e semideserta.
"Hikari, fermati! Sul serio, mi dispiace, so che per te é difficile..." Kaname ansava dietro di lei, infreddolita nella corta uniforme scolastica. Dietro di lei, Sousuke la osservava con lo sguardo fermo e serio che gli si confaceva, invitandola a fermarsi.
"Tranquilla, va tutto bene" La ragazza si fermó, rimanendo a testa bassa. I due rimasero dietro di lei, insicuri su cosa fare.
"Sicura?" Chiese Kaname con voce tremante. "Si, sicura. Ora, andiamo a casa." E si reincamminó con i due a fianco verso casa.
Mentre camminavano, Kaname non resistette e parló: "Hei, scusami. Avrei dovuto capire come ti sentivi, invece ti ho accusato, ho aumentato la colpa che ti sei posta sulle spalle. Peró devi permettermi di avvicinarmi, altrimenti io non potró mai sapere quando fermarmi, capisci?"
"Lo so, ma... Non me la sento. Scusami, ma é proprio impossibile per me al momento. É normale che tu abbia reagito cosí, anch'io una volta l'avrei fatto. Non é sbagliato, anzi, ma devi capire che giudicare una persona senza conoscere é una cosa che... Non andrebbe fatta"
Il silenzio scese di nuovo sul gruppo.
Mentre passeggiavano sotto la pioggia (erano lontani da casa, correre non avrebbe avuto senso) notarono un gruppo di ragazzi mezzo ubriachi cantare canzoni tristi. Dovevano essere universitari. Erano tutti vestiti scuri, e non avevano l'ombrello, ma sembravano divertirsi un mondo. Un'altro ragazzo si uní a loro. Portava un cappellino verde e bianco... Il tutto appariva un'immagine molto malinconica. Una tristezza senza un chiaro motivo l'invase.
Una donna con un poncho trasparente ed un ombrello scuro chiuso al suo fianco andava nella direzione opposta alla loro. Hikari al vederla trasalí. Come! Proprio adesso! Ormai non poteva piú sfuggirle. Fece segno ai due compagni di andare avanti, poi ciondoló a testa bassa fino alla donna in poncho, sotto gli occhi stupefatti degli altri due, che si erano semplicemente arrestati qualche metro prima.
"Salve, zia Ise." Proferí la ragazza in tono mesto quando era ormai ad un metro di distanza da lei. Sousuke immediatamente ricordó il dossier. Quella donna non era altri che la sorella del padre adottivo di Hikari! Sotto il poncho si intravedevano lunghi boccoli neri, acconciati ordinatamente fino a metá spalla, un viso squadrato e tratti pesantemente marcati.
La donna inveí contro la ragazza, tirandole un forte schiaffo: "É cosí che si saluta tua zia? Dovresti essere solo che riconoscente che non ti abbia giá sbattuta per strada, e non ti credere che lo faccia per un qualche affetto verso di te. É solo in onore alla memoria dei tuoi genitori, che ti amavano come se tu fossi veramente loro figlia. Non ti meriti questo titolo, che dovrebbe unicamente spettare alla mia povera Ayumi, mio piccolo tesoro, come mi manca!" Fece una breve pausa per riprendere fiato e riprese: "Io gliel'avevo detto che gli avresti provocato solo guai, ma loro no, non mi hanno voluto ascoltare! Se volevano compagnia, potevano prendersi un cane! Sei stata la causa della loro morte, tu e i tuoi capricci! Il mio povero fratello!" Hikari cadde in ginocchio a quelle parole. Lei lo sapeva, lo sapeva, lo sapeva! Quelle stesse accuse rimbombavano nella sua testa ormai da mesi. "Avete ragione" espiró in tono sofferente "buttatemi fuori di casa, colpitemi, uccidetemi, non merito che questo. Ho ucciso io mamma e papá, io ho ucciso Ayumi, io ho ucciso Daiki e Sho!" La zia tiró su forte col naso, e alzó l'ombrello sopra la testa, pronta a colpire. I due ragazzi, a qualche metro di distanza, fissavano la scena attoniti. L'ombrello ricadde sulla schiena e sulle spalle piú e piú volte, con forza inaudita. "Tutto questo non li riporterá indietro" singhiozzó la zia tra un colpo e l'altro. I colpi impietosi si susseguirono finché la maglia grigia della ragazza non si riempí di lunghe strisce di sangue. Kaname e Sousuke non indugiarono oltre, e accorsero a fermare la donna, bloccandole le braccia. "Cosa volete voi? Lasciatemi andare!" Sbraitó la donna.
"Lasciatela!" Tuonó Hikari, ancora in ginocchio. "Lasciatela" sospiró ancora. La pioggia assomigliava a lacrime mentre le rigava le guance. "Non vedete che ha ragione?" Contestó alzandosi in piedi. "Scusa, zia Ise. Io vado a casa" e si allontanó a passo di marcia, lasciandoli indietro con la signora sbraitante.
"NO, DI NUOVO!" Esclamarono insieme i due ragazzi, alle prese con la donna in piena crisi isterica.
"Ise! Che stavi facendo?" Urló un uomo sulla sessantina da un portone.
"Caro..." La donna lo guardó spaesata, mentre lui la raggiungeva. "Andiamo a casa" le disse dolcemente lui prendendola per le spalle. Li ringrazió e insieme tornarono al portone, che si richiuse dietro di loro con uno scatto.
"É di nuovo scappata!" Si dissero entrambi esasperati, prendendo la strada per casa.


Che ritardo terribile! Mi dispiace averci messo tanto ad aggiornare, ma ho avuto un po' da fare negli ultimi tempi. Non so, forse le fughe sono troppe e soprattutto la seconda mi sembra un po' artefatta, compreso il litigio, peró era necessario alla storia purtroppo. Alla prossima, Hikari_Sengoku


http://www.grandeblu.it/index.php?url=saccheggio&id=53936
   
 
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