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Autore: fenris    08/09/2016    2 recensioni
E se ci avessero sempre mentito?Cos'è veramente successo in Egitto più di tremila anni fa?Una storia di lotta e dolore,dove due popoli dovranno imparare ad appianare le divergenze e combattere assieme per fronteggiare un male più grande di loro.Riuscirà Mosè a vincere e restare fedele al suo voto di non uccidere nessun essere umano?
Ispirato in larga parte da Il principe d'Egitto/I dieci comandamenti,Kane's chronicles e Il dio del fiume
Nota: La storia non presuppone in alcun modo di descrivere una società storicamente fedele poichè non era il mio obbiettivo all'epoca in cui la scrissi. Mi scuso per ogni inesattezza storica che troverete e sarò più che grato se leggerete in ogni caso chiudendo un occhio. Le critiche a riguardo sono comunque ben accette.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                    Processi e ragazze rompiscatole

La sala dei processi di Menfi era quasi del tutto bianca, tranne delle rappresentazioni della sala del giudizio un po' troppo realistiche, in particolare l'immagine di Ammit sembrava muoversi(1) e le pitture erano state messe lì apposta per spaventare chiunque si trovasse al banco degli imputati. Francamente Seti era stanco di quell'effetto e non avrebbe neanche voluto essere lì, ma purtroppo quegli schiavi erano responsabilità della Corona e quindi era suo dovere punirli(anche se non gli sarebbe dispiaciuto se fossero scappati,era ora di finire questa storia).

Prese posto sul tavolo del giudice, con Intef e Rasfer al fianco e squadrò con uno sguardo pietoso i maghi di fronte a sé,che lo guardavano spaventati. Era sempre stato un uomo massiccio, scurissimo e muscoloso quasi quanto Rasfer, alcuni di coloro che lo incontravano in battaglia credevano di aver davanti l'incarnazione di Osiride, ma non era certo per la sua forza che gli imputati lo temevano, ma per la decisione che avrebbe potuto prendere. Per un attimo gli sguardi di Khemeth e del faraone si incontrarono e un tacito accordo venne stretto senza che nessuno se ne accorse, poi un funzionario cominciò a enunciare i capi d'accusa.

“Questi schiavi sono accusati di complotto contro il faraone, disobbedienza ai loro padroni, furto di materiali dell'esercito e della Per akh, creazione di mostri abominevoli e sono inoltre responsabili della morte di diversi soldati e guerrieri!”: Khemet e i suoi ascoltarono quasi tutte le accuse in rigoroso silenzio,ma trasalirono all'ultima. Seti se ne accorse e decise di cominciare: ”Sono accuse molto gravi, in particolare l'ultima. Come ne rispondete?”. Khemeth si alzò in piedi nonostante le catene e rispose al faraone con cortesia, ma senza assumere un tono arrogante:”Mio signore, le accuse sono senza alcun dubbio vere. Per l'ultima di essa posso a malapena giustificarmi per aver dato alla nostra creatura l'ordine di uccidere se e solo se necessario, mentre per il resto.......beh,siamo semplicemente stanchi di tutto questo. Noi non abbiamo dimenticato quello che è successo ormai quasi sedici anni fa, voi siete senza alcun dubbio migliore di vostro padre, ma siamo stanchi della schiavitù, rivogliamo la libertà. Rivogliamo il diritto di decidere per noi stessi. E visto che né gli angeli, né i demoni, né nessun'altro è venuto ad aiutarci abbiamo deciso di riprendercelo da soli.”.

Intef sbuffò, fosse stato per lui quei cretini avrebbero già sfamato i vermi, come ogni padrone faceva con i suoi schiavi, ma Seti si riteneva un uomo giusto e aveva deciso di dare una parvenza di giustizia alla cosa, in ogni caso il destino di quelli sciocchi era segnato....o così pensava. Il signore delle due terre infatti aveva piani ben diversi: “Quello che hai detto già dovrebbe assicurare la morte a te e ai tuoi compagni, ma come hai detto tu stesso non sono come mio padre. Mio figlio mi ha parlato della vostra creatura e mi ha convinto che con risorse migliori e condizioni lavorative più accettabili potreste dare un grande contributo al nostro paese. Ho deciso di dargli ascolto, pertanto d'ora in poi voi verrete finanziati direttamente da me. Ma ovviamente ci saranno delle condizioni.”.

I maghi prigionieri esultarono dentro di sé e il loro capo si inchinò al cospetto del re:” Qualunque cosa, mio signore. Chiedete e vi sarà dato!”. Prima di rispondere allo schiavo Seti zittì il vociare della sala,creatosi dopo la sua sentenza e poi si rivolse nuovamente agli imputati:” Mago,prima di tutto voglio sapere come avete fatto a procurarvi quei materiali, alcuni dicono che l'avete semplicemente rubato,ma io sento risate alle mie spalle, appartenenti a qualcuno che vuole vedere il mio trono in briciole e la stabilità dell'Egitto in pezzi, pertanto dovete dirmi tutto ciò che sapete. Poi,la vostra base dovrà essere dotata di diversi incantesimi di sorveglianza per evitare nuovi piani di fuga. E infine.....uno di voi dovrà comunque morire.” Khemeth alzò la testa e parlò di nuovo con voce forte:” Purtroppo posso accontentarvi solo in parte,mio re. Per quanto riguarda il nostro finanziatore non abbiamo mai saputo la sua identità, semplicemente ci mandava molti soldi per il nostro progetto e noi li usavamo .Per la seconda condizione accetto a malincuore. Per l'ultima......offro io stesso la mia testa se questo salverà i miei compagni e noi tutti!”.

Intef e Rasfer si sforzarono di assumere una faccia neutra, mentre il faraone puntò il flagello su Khemeth, che venne preso da due guardie, mentre i suoi compagni vennero riportati al quartiere ebraico. Il gran visir si avvicinò al faraone e gli parlò con voce adirata:” Mio signore, porgete una mano a questi esseri infimi e si prenderanno tutto il braccio. Dovreste uccidere loro e tutte le loro famiglie, se non li teniamo a bada un giorno si prenderanno tutto ciò che è nostro!”. Peccato che Seti non fosse un uomo che amasse molto chi criticasse le sue decisioni e già teneva Intef al suo servizio unicamente per le sue abilità e per il ruolo svolto verso il padre, perciò lo guardò storto e sul pavimento comparirono diverse crepe:” Ti ricordo...Intef,che il signore dell'alto e del basso Egitto sono ancora io a tutti gli effetti, e che se anche dovessi morire il trono non andrebbe di certo a te. Fosse per me gli ebrei sarebbero tornati nelle loro vecchie terre già da molto tempo,ma tu e gli altri nobili continuate a ripetermi che abbiamo bisogno di loro.....stà attento e ricorda il tuo posto, perchè anche tu sei tra i sospetti per chiunque abbia finanziato la costruzione di quell'essere.”.

Se ne andò seccato,mentre Intef si sforzò di rimanere in piedi. Sapeva che Seti fosse molto più potente di suo padre, ma non si sarebbe mai aspettato di subire una pressione del genere. Digrignò i denti, tanto non importava cosa avrebbero fatto gli schiavi o il faraone, un giorno tutto l'Egitto sarebbe stato suo....e poi il mondo.

                                                                                            ***************

Mosè bestemmiò mentalmente per l'ennesima volta quella mattina, mentre posava un'altra pietra. Taita era stato di parola e l'aveva messo davvero a ricostruire il tempio, solo che gli schiavi avrebbero goduto di una vacanza a tempo indeterminato fino a quando non si sarebbe fatto almeno un po' di luce su quanto accaduto qualche sera prima, quindi toccava a lui soltanto sistemare le pietre, mentre il mago non faceva che ripescare frammenti di immagini rotti e rimembrando il tempo in cui progettava tutti i templi del paese.

“Perchè, ora che cavolo fai,vecchio di merda?” digrignò il principe tra i denti. Stimava Taita quasi più di suo padre,gli aveva insegnato a riconoscere tutte le creature magiche,ogni singolo mito(2), a leggere, scrivere e a conoscere e rispettare gli dei, ma in certe occasioni era tremendamente infantile, vanitoso e pignolo. C'erano solo due note positive: 1)avevano parlato del suo sogno e quando aveva espresso le sue ipotesi,Taita aveva fatto un segno contro il malocchio e gli aveva promesso di scoprire perchè avesse attirato le Sue attenzione; 2) almeno tutto quel sollevamento pesi alla lunga sarebbe stato utile alla lunga,visto che ogni volta che provava a incanalare più energia di quanto potesse sopportarne rischiava grosso, per poco non si era pietrificato da solo durante la sua ultima battaglia(2).

Gettò uno sguardo a Taita e vide che era distratto,perfetto. Fece un ghigno bastardo,formò una palla di fango nella mano e la lanciò contro la nuca del maestro pregustando la propria vendetta....peccato che proprio in quel momento Taita si chinò per prendere un pezzo di bassorlievo,raffigurante Geb e Nut che difendevano la barca di Ra e il fango si schiantò contro qualcun altro. Quando Taita si accorse di quanto successo si voltò verso l'allievo con occhi infuocati(letteralmente) e sillabò a denti stretti:”Và a chie-de-re scu-sa.”. Mosè corse verso la vittima per aiutarla,solo che questa si era già alzata in piedi e stava imprecando come un marinaio e per di più si accorse con sommo orrore che si trattava di una ragazza, una bella ragazza per giunta.

Aveva la pelle scura, capelli neri ricci lunghi fino alle spalle, occhi color sabbia e sotto una tunica da beduina un fisico ben allenato. Mosè le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, grave errore visto che lei per poco non gli spaccò il naso con una manata e lo spedì col sedere per terra. La ragazza gli porse la mano, ma lui si rialzò da, solo e ridacchiò:”Complimenti, mia signora, ben poche sono le donne che possono vantarsi di avermi spedito a terra, posso sapere il vostro nome?”, la ragazza lo guardò con uno strano sguardo e rispose:”Mi chiamo Sefora, sono una delle figlie dello sceicco di Madian, siamo venuti qui per vendere i nostri prodotti. Per caso.....avete visto chi mi ha lanciato QUESTO!”. Aveva indicato tutto il fango che aveva ancora addosso e assunse uno sguardo omicida che fece rabbrividire il principe, che aveva avvertito un'aura anche più forte della sua:”Ehm, sarei stato io, signorina.”.

Per un'attimo l'aura di Sefora si calmò e così il suo sguardo,al punto che Mosè fu sul punto di fare un sospiro di sollievo.... prima che un pugno luminoso si abbattè sul suo stomaco e gli fece quasi rimettere il pranzo. Anche se ne aveva avvertito chiaramente il potere pensava che fosse una maga, come quasi tutte le egiziane che risvegliavano il sekhem e cui di rado era concesso dedicarsi all'arte del combattimento. E anche tra di loro nessuna l'aveva mai fatto piegare così, mentre si mettevano a ridere:”Ahahah, scusa, ma mia madre mi ha insegnato a non lasciar mai correre un'offesa, soprattutto se fatta da un uomo, comunque posso considerarmi soddisfatta. ”. Mosè si rialzò si rimise in piedi cercando di ignorare il dolore allo stomaco e sforzò un sorriso:” Perdonatemi, a dire il vero il colpo era rivolto a quella testa di cazzo del mio maestro, ma è stato fortunato. Posso perdonarmi con questo?”.

Aveva tirato fuori una pergamena che passò a Sefora, che quando la prese in mano inarcò il ciglio:”Ehmmm, la NBA non l'hanno ancora fondata.”. Mosè imprecò e si riprese il biglietto per darne un altro e aggiunse imbarazzato:” Scusate,l'autore è un cretino e voleva mettere a tutti i costi questa battuta di merda. Comunque, no, il biglietto è per una partitina tra due squadre di babbuini(3) allenati da me e mio fratello. Abbiamo imparato a giocare dalle scimmie del tempio di Thoth e ci siamo messi ad allenare due squadre per divertimento.”.

Sarebbero rimasti a parlare ancora, ma sulla spalla di Mosè scoppiò una fiamma color oro, che spense prontamente con un getto d'acqua. Voltandosi vide Taita, che gli fece cenno di tornare al lavoro, quindi il principe si congedò da Sefora, che però volle togliersi un dubbio:”Scusa, potrei sapere il tuo nome?”. L'uomo si voltò sorridendo e rispose:”Mosè, sono il principe Mosè.”. Sefora si portò una mano alla bocca... aveva davvero quasi steso con un pugno uno dei due principi, futuro generale delle armate del faraone. Le sue sorelle sarebbero morte d'invidia.

(1)no,sul serio,si muoveva.

(2)se i guerrieri incanalano nel proprio corpo in un colpo solo più energia di quanto il loro fisico possa sopportare ricevono gravi danni,quindi quasi tutti si danno a un rigoroso addestramento fisico per evitare ritorni di fiamma.

(3)elemento ripreso da Kane's chronicles,per qualche motivo i babbuini in quella serie adorano il basket,in particolare quello dei protagonisti.

Ok,sono in ritardo tremendo e per di più ho creato un capitolo orrendo, perdonatemi se potete. Purtroppo la settimana scorsa ho avuto il test d'ammissione all'università(superato per fortuna) e poi è venuta la mia madrina con i suoi figli, poi quando mi mettevo a scrivere riuscivo a malapena a mettere in fila due parole(complice anche una pioggia di merda, che mi ha affossato l'anima.) In sé per sé qui non è successo molto, comunque dovevo introdurre Sefora perchè avrà il suo ruolo anche nella battaglia più importante e soprattutto quella fiamma dorata, che non si limiterà a infastidire quel poveraccio del protagonista.
  
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