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Autore: crazy lion    10/09/2016    6 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Salve a tutti!
Ho corretto un piccolissimo dettaglio nello scorso capitolo: Andrew ha trentadue anni, non trentuno. Più avanti dirò che il suo compleanno è in aprile.
 
Avviso prima della lettura: in questo capitolo parlo di cartomanzia, ma non ne so quasi niente. Mi sono informata un po', ma non ci ho capito molto. Per cui, avviso che queste cose che ho descritto sono completamente inventate. Ho cercato di immaginare come potrebbe essere una cartomante e cosa potrebbe fare. Lo so, è un po' strano il rito iniziale, come vedrete, ma era per rendere il tutto un po' più affascinante.
Voi mi chiederete:
"Perché hai fatto questa scelta se non ne sapevi niente?"
E io vi rispondo:
"L'ho fatto perché in questo capitolo volevo anticipare alcune rivelazioni di certi fatti che accadranno in futuro, anche molto in là e non sapevo come fare. All'inizio avevo pensato che Demi avrebbe potuto sognare qualcuno che glieli diceva, come per esempio suo papà, ma mi sembrava stupido e poco realistico, per cui ho trovato quest'altro modo. In ogni caso, ho cercato di rendere il tutto interessante, anche se forse un po' inverosimile. È strano detto da me che amo il realismo, eh? Lo so, ma davvero dopo aver girato per vari siti che ne parlavano avevo il cervello che scoppiava ed ero nel pallone, uno diceva una cosa, un altro un'altra, quindi alla fine ho lasciato perdere."
In ogni caso, spero che questo capitolo vi piacerà.
 
 
 
 
Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa.
(Sant’Agostino)
 
 
 
 
 
 
49. PREDIZIONI
                  
"Dallas, dobbiamo proprio fare questa cosa?" chiese Demi, sbuffando.
"Sì!" esclamò sua sorella, quasi facendo i salti di gioia.
"Che palle."
"Il tuo linguaggio diventa sempre più scurrile ogni giorno che passa. Per caso stare con Andrew ti fa questo effetto?"
"Non dire stron… cioè, non dire sciocchezze; e poi Andrew non è affatto scurrile."
"Scusa la franchezza, sorellina, ma quando hai detto quella parolaccia sembravi nostra madre quando è in macchina e c'è qualcuno che le taglia la strada."
"È un complimento?"
"Uhm."
"Lo prenderò come un sì. Allora, perché vuoi farmi fare questa cosa  strana?"
Dallas le aveva proposto, così, per provare a vedere com'era, di andare a farsi leggere le carte da una cartomante che era anche una zingara ma, mentre lei era eccitata, a Demi quella cosa non piaceva per niente.
"Te l'ho detto, per provare; e poi, chissà, magari ti dirà cose interessanti!"
"Ti? Cos'è, adesso ti tiri indietro?"
"Non ho mai detto che mi sarei fatta leggere il futuro anch'io! Infatti non ne ho la minima intenzione."
"Tu sei proprio strana" sbuffò Demi, arrendendosi.
Erano arrivate alla periferia di Los Angeles con l'autobus, ma ora stavano andando a piedi. Era una mattinata serena e soleggiata.
"Dallas, dovevamo farlo proprio oggi?"
"Uffa, la smetti di lamentarti e di fare domande? Dai, siamo arrivate!"
La ragazza si chiese come facesse sua sorella a sapere dove abitava quella zingara, ma preferì non chiederlo.
Si prospettava una mattinata esilarante, secondo lei. Sicuramente, dopo essersi fatta leggere le carte ed essere andata via da lì, si sarebbe fatta delle grasse risate, anche perché Dallas sembrava credere, almeno un po', a quelle cose.
Arrivarono davanti ad una piccola casa in legno. La zona circostante era tranquilla. Non c'era molto traffico e poche persone passavano lì intorno. Si sentivano gli uccellini cantare e, a giudicare dall'aria che si respirava, la zona sembrava meno inquinata di quella nella quale Demi viveva.
Un giorno mi piacerebbe cambiare casa e portare le bambine in un luogo più salutare e tranquillo, pensò la ragazza, ma prima di prendere una decisione del genere dovrò sistemare alcune questioni, la più importante tra tutte sarà finalizzare l'adozione e potrebbe volerci ancora molto tempo.
Rivolgendosi alla sorella e indicando la casa disse:
"Ecco, già questo mi rassicura poco."
"Perché?"
"Mi domando da dove abbia fatto arrivare questa casa - dato che so che le imprese le trasportano e poi le montano - e inoltre ho sempre considerato tali abitazioni un po', come dire, antiquate. No, non è la parola adatta, forse quella giusta sarebbe "fragili". Voglio dire, mettiamo il caso che mentre siamo dentro scoppi un incendio. Che faremmo, allora?"
"La tua positività e il tuo ottimismo mi rendono molto felice e mi fanno ritrovare fiducia nella vita, Demi. Dai, coraggio" disse Dallas, ignorando volutamente la sua domanda e bussando alla
porta.
Aprì una donna di colore, alta e magra, più o meno dell'età di Dianna, di bell'aspetto. Ciò che di primo acchito colpì Demi furono i suoi capelli, nerissimi e lunghi, che le ricadevano sciolti sulla schiena come una cascata lucente. Indossava una maglietta a maniche corte e una gonna che le arrivava fino ai piedi.
"Buongiorno" disse, sorridendo alle ragazze.
"Salve," iniziò Dallas, "siamo venute a chiedere i suoi servigi. Si ricorda di me? Sono Dallas Lovato, abbiamo parlato al telefono."
Ah, quindi adesso le cartomanti si potevano trovare anche chiamando un numero? Forse Dallas aveva trovato quella donna girando su qualche strano sito internet, pensò Demi, ma non le fece domande, perché francamente non le interessava.
"Sì, certo che mi ricordo di lei. Dunque, immagino che questa debba essere sua sorella, quella a cui dovrò leggere il futuro, giusto?"
"Sì, esatto!"
"Buongiorno, mi chiamo Demetria Devonne" disse la ragazza, non sapendo perché aveva pronunciato il suo nome intero.
A dirla tutta quella donna la metteva un po' in soggezione per cui, forse, pronunciare entrambi i suoi nomi trasmetteva a Demi un po' più di coraggio, ecco tutto.
"Salve, felice di conoscerla! Io mi chiamo Fatima."
"Che nome particolare" si sentì dire Demi.
Avrebbe voluto solo pensarlo, ma le era uscito così, spontaneo.
"È africano."
"È molto bello" proseguì la ragazza. "I nomi africani mi hanno sempre affascinata, soprattutto quelli delle donne. Non sono mai stata in Africa, ma mi è sempre piaciuto imparare molto sulla sua cultura."
"Grazie! Sì, l'Africa è un continente stupendo! Ogni Stato ha la sua cultura, ovviamente, così come ci sono moltissime lingue differenti."
C'era stato un periodo, quando Demi era giovane - avrà avuto 17 anni -, nel quale si era fissata con l'idea che voleva saperne di più sulla cultura africana e aveva letto molto, soprattutto su internet, a quel proposito, anche se ammetteva che ora ricordava poco e niente. Comunque, aveva un CD di musica africana, comprato proprio in quel periodo e ogni tanto lo ascoltava.
"Oh, oh, entrate, ragazze. Scusate, non vorrei sembrare inospitale. Vi ho lasciate lì sulla porta, perdonatemi!" esclamò Fatima, come riscuotendosi improvvisamente.
Entrarono in un salottino dai colori sgargianti, soprattutto giallo e rosso, molto carino e arredato in modo semplice, ma in fondo non aveva niente di speciale.
"Desiderate qualcosa da bere?" chiese la donna. "Aiuta bere un po' i tè prima di farsi leggere le carte, lo sa, Demetria?"
"No, grazie" rispose lei anche per la sorella.
Magari è drogato e, sa com'è, tengo alla mia salute e alla mia sanità mentale avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne.
Avrebbe dovuto essere gentile con quella donna, altrimenti chissà cosa sarebbe successo se si fosse alterata. Forse avrebbe potuto fare qualche sortilegio, lanciarle addosso una maledizione con quelle carte o chissà cos'altro. Oddio, ma allora si stava lasciando influenzare!
Sei messa proprio male, Demi.
Fatima le fece passare in altre due stanze, finché giunsero in quello che pareva un ripostiglio. Era abbastanza grande, a dir la verità e sgombro da cianfrusaglie, quindi Demi dovette ammettere che era un ripostiglio alquanto originale. La donna chiuse la porta e la maniglia cigolò sotto il suo tocco, poi fece sedere Demi davanti ad un tavolo. La stanza era illuminata solo da alcune candele e nell'aria c'era un profumo che Demi non riusciva a definire bene. Sembrava un miscuglio di incenso e spezie. Dallas si mise accanto alla sorella, restando in piedi, ma Fatima le chiese di allontanarsi un po', sostenendo che altrimenti non sarebbe riuscita a leggerle bene il futuro.
Okay, ora comincia a sparare stronzate, pensò Demi.
"Signorina, se non vuole sentirsi dire niente, temo che il nostro incontro possa concludersi qui" disse la donna, guardandola intensamente negli occhi.
Oh mamma, come aveva fatto a sapere ciò che stava pensando? Beh, poco importava.
"Mi scusi," disse Demi arrossendo per la vergogna, "non volevo mancarle di rispetto. Vede, ammetto di essere un po' scettica per quanto riguarda questo genere di cose. Mi ha trascinata qui mia sorella."
"Capisco. Se non è venuta di sua spontanea volontà, leggerle il futuro sarà più complicato, ma la vera domanda è: lei vuole sapere cosa succederà nella sua vita?"
"Beh, sì, un po' sì" disse dopo averci riflettuto qualche momento.
Forse Dallas aveva ragione. Se quella donna le aveva letto nel pensiero, magari le avrebbe detto qualcosa di interessante.
"Bene, allora cominciamo. Metta le mani sul tavolo, una vicina all'altra, sì, sì, così, con i palmi contro la superficie."
Fatima toccò un mazzo di carte che si trovava lì sulla scrivania, le mescolò e poi le estrasse dieci, che mise, allineate in orizzontale, davanti alle mani della ragazza. Erano carte che Demi non aveva mai visto. Non parevano normali carte da gioco. Su di esse vi erano raffigurazioni di piante particolari e animali esotici, soprattutto pappagalli, ma anche leoni, lemuri, linci, leopardi e tigri. Nel guardarle Demi restò affascinata. Le figure degli animali erano talmente perfette da sembrare reali, seppur molto piccole.
"Mi dica qualcosa di lei."
La voce di Fatima la riportò alla realtà.
Demi le raccontò di aver adottato due bambine, di Andrew, della loro amicizia trasformatasi in quello che pareva amore.
"Mi dica, Andrew… lei lo ama, vero?"
"Credo di sì."
"No, non lo crede, lei lo sa. Si vede; e poi lo sento grazie alle vibrazioni che percepisco. Sì, c'è un amore profondo da parte di tutti e due."
"Scusi, ha detto che lo sente dalle mie vibrazioni? Che vuol dire?"
"Sì. Lo percepisco dall'energia che emana il suo corpo, quella che c'è dentro di lei e che esce quando parla, si muove, respira."
Demi pensò che trovava tutto ciò ancora più affascinante.
"Ho capito. Allora adesso mi leggerà le carte?"
"Non subito. Sa, io ho tutto un mio rito preparatorio a queste cose."
L'importante era che non le facesse nessun tipo di sortilegio, pensò Demi, poi avrebbe potuto fare ciò che desiderava.
La ragazza alzò lo sguardo e vide che, a circa trenta centimetri sopra il tavolo accanto al quale era seduta c'era una mensola, sulla quale si trovavano delle boccette di vari colori. Fatima si alzò, ne prese una e gliela porse.
"Beva questo" le disse.
"Cos'è?"
"Lingua di serpente mischiata a cuore di rana, il tutto condito con saliva di topo" disse e, vedendo la faccia schifata di Demi e Dallas, scoppiò a ridere. "No, no, non preoccupatevi. Questo è ciò che dico a tutti i miei clienti, salvo poi rivelare che non è così, ovviamente. È un intruglio fatto con varie erbe e spezie, nulla di che, però  mi aiuterà a vedere meglio dentro di lei. Coraggio, beva, non abbia paura."
Demi tirò un sospiro di sollievo. La sola idea che avrebbe dovuto bere quella schifezza, fino a poco prima, l'aveva disgustata. Era sicura che se Fatima non le avesse detto la verità, non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di berla o, se ci fosse riuscita, poi l'avrebbe vomitata. Sapendo però che erano solo spezie mischiate con quella che pareva acqua, la ragazza aprì la boccetta e la bevve. Il liquido aveva un sapore dolciastro, ma in fin dei conti non era male.
Dopo che Demi ebbe bevuto quella pozione, Fatima aprì un cassetto della scrivania e ne tirò fuori un tamburello che cominciò a suonare cantando una nenia molto bella, che sapeva di Africa, di villaggi, di tradizioni remote e antiche, di una bellezza che durava da secoli, ma che l'occidente aveva dimenticato, o che non aveva mai avuto. Sia Demi che Dallas ne rimasero affascinate. Quando la donna mise il tamburello dove l'aveva trovato, le due stavano guardando il cielo a bocca aperta.
"Piaciuto?" chiese, indicandole.
"È stato molto suggestivo" disse Dallas, dato che la sorella non proferiva parola.
Pareva incantata.
"Già" riprese Fatima "e non si preoccupi se Demi non parla. È normale, è l'effetto di questo rito, ma tra poco ci riuscirà. Bene, ora posso leggerle le carte."
Demi la vide concentrarsi, guardare prima le carte, poi lei. Infine la donna parlò:
"Lei ed Andrew vi amate molto, ma vedo ostacoli… Sì, ci saranno molti, grossi ostacoli sul vostro cammino, a cominciare proprio da lui. Avrà un grave problema, anzi direi due e questo lo metterà in pericolo e farà soffrire lei. Oh, quanto soffrirà, Demi! Inoltre Mackenzie, la sua bambina, avrà delle difficoltà che col tempo aumenteranno e, sì, ad un certo punto succederà una cosa brutta, ma non riesco a dirle di più perché questa parte della vita di sua figlia mi appare come avvolta dalla nebbia."
Demi non avrebbe voluto credere a quelle cose, davvero, ma sentire il nome di sua figlia abbinato alle parole che la cartomante aveva usato, la mise in allarme. Avrebbe voluto fare domande, chiedere di più, ma se Fatima non vedeva, non avrebbe potuto aiutarla. La cosa che ora la faceva stare male era il fatto che la parola "futuro" significava "attesa" e sapere che avrebbe dovuto aspettare per poi venire travolta, assieme alle persone che amava, da molte difficoltà, le faceva provare una sensazione di soffocamento e angoscia.
"Cosa potrò fare io per aiutare Mackenzie?" le chiese allora.
"Le dovrà stare vicino, ma ci saranno dei momenti, uno in particolare, nel quale non potrà proteggerla e questo la farà soffrire atrocemente, ancora più di prima."
Demi avrebbe voluto fare la stessa domanda su Andrew, ma Fatima la precedette e quello che le disse le fece perdere un battito:
"Per quanto riguarda Andrew, non riuscirà ad aiutarlo per parecchio tempo."
Oh, Dio! Adesso era ancora più preoccupata! Per un momento si pentì di essere venuta, di aver dato ascolto a Dallas. Sarebbe stato meglio per entrambe non andare, non sapere cosa le riservava il futuro.
Dallas guardava la sorella, preoccupata e agitata. Demetria era pallida come un cadavere e si sentiva la gola secca. Una morsa allo stomaco le impedì di parlare ancora. Era l'ansia, lo sapeva, che la attanagliava.
"Tutto questo creerà qualche tensione all'interno della vostra relazione, ma sarà un modo per mettervi alla prova, per capire se vi amate davvero" riprese Fatima che, Demi lo notò per la prima volta dall'inizio di quel rito, aveva cominciato a parlare sempre con lo stesso, pacato tono di voce. Chissà, forse anche quello faceva parte del metodo che usava per vedere il futuro. "Non so dire se ce la farete insieme o meno, però, anche questo mi appare oscuro. Verrà un giorno nel quale non potrà nemmeno aiutare Mackenzie, ma questo non sarà il culmine della sua sofferenza. Ci sarà un momento," continuò la cartomante guardando le carte, dopo aver fatto una piccola pausa, "nel quale, quando tutte queste difficoltà saranno scomparse, lei, Demi, dovrà affrontare una prova ancora più ardua. Attraverserà il fiume, ma la vita che sarà dentro di lei si troverà in pericolo. Lei si salverà, raggiungerà l'altra sponda, ma quella vita, forse no."
La vita che sarà dentro di lei, pensò la ragazza con stupore.
Un bambino? Intendeva dire che sarebbe rimasta incinta?
"Io non posso avere bambini" sussurrò, dimenticando per un momento il discorso fatto la sera prima con Andrew.
Fatima non rispose, ma poco dopo disse:
"Non vedo altro, mi dispiace" e rimise a posto le carte.
Disse a Demi che poteva alzarsi e la ragazza le diede i soldi, poi la donna salutò lei e la sorella che la ringraziarono e, dopo qualche minuto, le due se ne
andarono.
"Hai sentito cosa mi ha detto?" chiese Demi a Dallas, quando furono in macchina. "Mi ha fatto gelare il sangue. Secondo te sarà vero?"
"Non ne ho la più pallida idea, Demi. Non so cosa dirti, se non di stare calma e andare avanti con la tua vita normalmente. Magari sono tutte balle, forse avevi ragione tu, però…"
"Un bambino…" disse Demi più a se stessa che alla sorella.
Sarebbe davvero stato così, il suo futuro? Avrebbe dovuto superare tutte quelle difficoltà? Sarebbe diventata mamma di nuovo, riuscendo a portare a termine una gravidanza, ma rischiando poi di perdere quel figlio che sicuramente avrebbe amato con tutta se stessa fin dal primo giorno?
Lei ed Andrew non stavano ancora ufficialmente insieme, ma doveva ammettere che l'idea di avere un bambino con lui la rendeva felice, per cui immaginava che rimanere incinta sarebbe stato fantastico. Il medico aveva detto che le possibilità di portare a termine una gravidanza erano quasi nulle, non che questo sarebbe stato impossibile, quindi… chissà! In ogni caso, se il bambino fosse arrivato in quel momento, o poco dopo, sarebbe stato troppo presto. Non che lei non l'avrebbe voluto. Era sempre stata contro l'aborto e quindi, se fosse successo, l'avrebbe dato alla luce e amato con tutto il suo cuore, ma la relazione con Andrew non era ancora del tutto stabile, per cui le sembrava prematuro pensare ad ingrandire la
famiglia.
Sicuramente, pensò, non avrebbe parlato ad Andrew di ciò che aveva fatto quella mattina, almeno non per il momento. Si immaginava già che, se l'avesse fatto, lui l'avrebbe presa in giro nei secoli dei secoli.
"Demi, guarda!" esclamò Dallas, allarmata.
La ragazza si girò verso il punto indicato dalla sorella e vide una casa, a poca distanza da quella della cartomante, in pessimo stato. La porta era sfondata, una finestra rotta e intorno c'erano delle transenne alte, come se qualcuno avesse voluto circondarla per non far entrare intrusi.
Dallas si avvicinò più che poté, seguita da Demi, così le due sorelle poterono vedere che intorno alla casa stavano crescendo alte erbacce. Sembrava abbandonata da molti mesi. Era piuttosto grande e di mattoni, non di legno e il colore giallo con il quale era stata dipinta all'esterno si stava lentamente scrostando.
"Che cosa sarà successo qui?" chiese Demi.
Aveva visto altre case abbandonate, perché magari delle persone avevano iniziato a costruirle e poi, per un motivo o per l'altro, deciso di lasciarle a metà e non venirci mai a vivere, ma quella era diversa. Le dava una sensazione di paura e di tristezza al contempo, ma non riusciva a spiegarsi il perché. Si sentì improvvisamente pesante e stanca, come se la vista di quella casa avesse prosciugato tutte le sue energie. Sbuffò e abbassò gli occhi, cercando di cacciare indietro le lacrime. Che cosa le stava accadendo?
"Non lo so," disse Dallas sospirando, "ma sicuramente qualcosa di grave, me lo sento. Andiamo."
"Sì, è meglio."
A Demi faceva quasi male stare lì per cui, anche se una parte di lei sarebbe stata curiosa di scoprire di più, un'altra non vedeva l'ora di allontanarsi da quel triste luogo.
Le due sorelle partirono, ma per tutto il tragitto rimasero in silenzio, non riuscendo a smettere di pensare alle parole della cartomante e a quella casa che trasmetteva loro sensazioni orribili ed emozioni forti.
 
NOTA:
non dimenticate quella casa abbandonata. Può non sembrare importante ma lo sarà, molto, molto più avanti, perciò la scena finale non è assolutamente trascurabile o scontata e non lo sono nemmeno le sensazioni provate dalle sorelle.
   
 
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