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Autore: DanieldervUniverse    12/09/2016    6 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: Paura di dover aspettare in eterno? E invece no! Eccoci qua, la storia non si ferma!

DII\N: Il problema è che non lo fai nemmeno tu.

A\N: Vuoi che ti chiuda in un buco nero?

DII\N: Vuoi che ti ci chiuda io?


Yuna sentì un dolore lancinante scuoterle tutto il corpo.

Sentiva le palpebre aperte ma non vedeva niente, era avvolta dal buio.

-Sta... erma- fece una voce, debole e lontana.

Lei gridò di dolore, con tutta se stessa, prima di risprofondare nell'oblio senza conoscenza.

 

Lanciò un grido di rabbia, alzando le braccia al cielo.

-Perché?!

Era confuso.

Non vedeva altro che il sangue versato ingiustamente dalla sua spada.

-Perché!?

In nome di cosa era giunto a quella follia?

 

Si risvegliò di sorpresa, sentendosi intorpidita.

Il suo corpo non rispondeva, rimanendo immobile, come se qualcuno l'avesse infagottata in un bozzolo.

Strinse i denti, sopportando il dolore improvviso che le causava quella condizione.

-Non ti muovere- stavolta la voce era più chiara, ma ancora gracchiante.

Aprì gli occhi, scorgendo una debole luce, e quelli che sembravano capelli argentei.

-Ku-kuja...- disse debolmente.

-Dormi, non è ancora il momento- insisté la voce, mentre un improvvisa debolezza la coglieva, e in poco tempo i suoi sensi sbiadirono.

 

Si volse verso di lui, sollevando la lama per colpirlo.

L'istinto di sopravvivenza si fece spazio nella disperazione che annebbiava la sua mente, facendogli sollevare la propria arma a parare.

-La pagherai! La pagherai cara per questo!

Venne incalzato, con rabbia, ferocia, rancore.

Alla fine la forza del suo nemico lo gettò a terra, impotente.

Freddo come il ghiaccio, lo fisso dall'alto, senza pietà.

 

Aveva caldo.

Gli occhi dolevano, come la fronte.

Tutto il corpo era debole, e soffriva colto da un malore.

Si sentiva come se stesse per vomitare, se solo avesse avuto qualcosa da vomitare.

Un sensazione di calore ancora più grande la raggiunse al volto.

-La febbre continuerà fino a domattina- disse la voce, e lei strinse gli occhi, cercando di riscuotersi.

-Non cercare di forzarti. Bevi questo, ti aiuterà.

Non riusciva a comprendere, tutti i suoi sensi erano stravolti e in continua contraddizione, mentre anche solo respirare era doloroso.

Qualcosa le prese il volto e la costrinse ad aprire la bocca, riempiendola di un intruglio dal sapore irriconoscibile e costringendola ad ingoiarlo.

Anche quello le fece male, lasciandola ad ansimare.

Poi colse una sensazione di fresco, lenitiva, sulla fronte.

-Non dovrai soffrire ancora per molto...

 

Qualcosa di oscuro e terribile, malvagio, giunse dal nulla, portando la distruzione.

Venne catturato da un possente vento, un risucchio, che lo richiamo verso la fonte di tanta oscurità.

-Non finisce qui!- gridò la prima figura, fissandolo mentre spariva tra i detriti -Ti troverò! Dovessi andare in capo al mondo! E avr...!- e tutto si spense nel buio.

 

Ancora lo stormire delle fronde, ancora il suono degli animali.

Yuna strinse gli occhi, ancora stordita.

Si sentiva come se avesse dormito per una settimana.

Sentiva un piacevole tepore a contatto con la sua pelle, una sensazione di calore e benessere, diversa da quella del suo ultimo risveglio.

La voce misteriosa aveva parlato di una febbre.

Il veleno.

Le ferite.

I mostri.

Le ritornò tutto in mente.

Ebbe un sobbalzo, incontrollato, e sentì un grugnito risponderle.

Un grugnito umano.

C'era qualcuno... quel calore era QUALCUNO!

Qualcuno era abbracciato a lei, nudo!

E lei era... era...

Yuna gridò, facendosi immediatamente indietro, rompendo l'abbraccio con quel corpo.

Di fronte ai suoi occhi scorse una cascata di capelli argentei, che le ricadevano sul petto, mentre il proprietario grugniva di nuovo, sollevandosi da sopra di lei.

La ragazza rimase immobile ed in silenzio, fissando il corpo dello sconosciuto.

-Kuja?- chiese d'istinto, per poi realizzare da sola che quello non era Kuja.

L'individuo era molto più alto e slanciato, meno elegante, e i capelli troppo lisci per essere il mago.

-Chi sei tu?- chiese, titubante, pronta a difendersi.

Quello sollevò appena la testa, e Yuna sentì che la stava fissando, nonostante la brezza spostasse la sua lunga capigliatura contro il viso, mettendo in ombra i suoi lineamenti, salvo due luccichii verdi.

-Sono l'uomo che ti ha salvato la vita- replicò.

Il tono era profondo, gelido, serio, e forte.

Alla ragazza ricordava un po la voce di Cid, ma molto più temibile.

Intimorita, si coprì con le braccia, rabbrividendo.

L'uomo si chinò quasi subito a raccogliere quello che la ragazza riconobbe come il suo fagotto da viaggio, cui teneva i propri abiti di ricambio, e glielo lanciò.

-C'è un lago, poco più in là. Puoi darti una ripulita lì- la istruì, chinandosi a raccogliere degli abiti neri come la notte.

-Vieni- continuò, avvicinandosi a lei e protendendo una mano verso la sua spalla -Ti faccio vedere.

Yuna allontanò l'arto di riflesso, con uno schiaffo, e rotolò fuori dalla sua portata.

-Non ti avvicinare- minacciò, cercando di metterci quanta più convinzione possibile.

Si rimise in piedi, tenendo la mano destra davanti a se, mentre reggeva il fagotto al petto con l'altra, cercando di coprirsi.

-Non hai nulla da temere da me- rispose calmo quello, così calmo che un brivido gelido le salì lungo la spina dorsale.

Le sue gambe tremanti cedettero di colpo, ma prima che potesse realizzare cosa stesse succedendo lo sconosciuto la prese tra le sue braccia, sostenendola.

-Non potete andare lontano- le disse, sollevandola come una principessa.

Yuna arrossì, sentendo il corpo di quell'uomo a diretto contatto con il suo.

-Mi lasci- ordinò, debole ma decisa.

-Non posso- replicò lui, avviandosi -Si regga a me, i rami posso nascondere insidie.

Al primo scossone Yuna gli cinse il collo con le mani, sporgendosi oltre e notando che il suolo della foresta era desolantemente lontano.

-Dove siamo?- chiese.

-A Nord di dove vi ho salvato- rispose.

-La foresta di Macalania...- fece Yuna realizzando.

-Questo è il suo nome?- chiese lo sconosciuto.

-Lei non lo sa?- disse, sorpresa, alzando gli occhi verso quel volto misterioso e nascosto, tranne che per due penetranti bagliori verdi, probabilmente gli occhi.

-No- rispose con semplicità.

Yuna rimase in silenzio, confusa: quale uomo in Spira non conosceva la foresta di Macalania?

-Eccoci- le disse.

Era arrivato di fronte ad un piccolo lago, raccolto tra i viticci e i rami degli alberi.

Con delicatezza, lo sconosciuto la rimise in piedi, sostenendola mentre arrivava alla pozza.

Ormai si era quasi abituata alla nudità, nonostante le causasse ancora imbarazzo, ma aveva dovuto convenire che era un male necessario.

-Fai attenzione- le disse, entrando prima di lei, in modo da poterla sostenere senza chinarsi.

-Non si usa la cortesia?- chiese lei, con una punta di rimproverò per i toni eccessivamente familiari.

Poi scivolò sul fondo e si aggrappò con tutte le sue forze al corpo dell'altro, stringendosi ai suoi fianchi.

-Direi che siamo un po oltre la cortesia- commentò quello, facendola arrossire.

-Lo so, ma...- provò a protestare, ma lo sconosciuto si limitò ad appoggiarla sul fondo, così che potesse restare in equilibrio senza pericolo.

Yuna constatò che era veramente alto, forse più di Cid, forse quanto Golbez... beh no, Golbez era spaventosamente più grosso.

S'inginocchiò davanti a lei passandole una mano esperta sulla spalla, strappandole un gemito.

-C-cosa fa?- cercò di protestare, mentre un improvvisa ondata di sollievo si diffondeva attorno all'arto.

-I tuoi muscoli devo espellere tutto il veleno, altrimenti si atrofizzeranno- spiegò, portandosi dietro di lei e iniziando a massaggiarla con entrambe le mani.

Yuna rimase immobile, sentendo il torpore e la debolezza diminuire, mano a mano che quelle dita prodigiose si muovevano.

Era un lavoro lento e articolato, per cui la ragazza finì con il rilassarsi contro il corpo dello sconosciuto.

Il suo respiro era profondo, come la voce, e il battito del cuore stranamente rilassato.

Poi sentì le mani dell'uomo cingerle i sensi e si rizzò, sconvolta.

-Non si agiti- rispose lui, respingendola indietro -Rischia di rimettere il veleno in circolo.

-C-come si permette?- balbettò oltraggiata, prima di chiudere gli occhi, gemendo.

-Mi dispiace, è inevitabile- spiegò.

Non molto dopo le sue mani si abbassarono, stringendo l'addome, lasciandolo ad ansimare contro il suo petto.

-L-lì no...- gemette, quando sentì le mani scendere ulteriormente.

-Non mi permetterei mai- replicò lui, spostando le proprie dita affusolate lungo le sue cosce.

La sensibilità nel suo corpo si stava ristabilendo rapidamente, e anche le sensazioni si facevano più vive.

L'abilità dell'uomo era unica, non si era mai sentita così.

Semplicemente lambendole la pelle era in grado di procurarle brividi di piacere lungo tutto il corpo, dalla punta dei piedi alla base del collo.

-Non manca molto- le sussurrò, sollevandole la gamba destra.

Yuna si morse le labbra, trattenendosi dall'emettere altri gemiti, mentre lui proseguiva l'opera, meticolosamente.

Alla fine la lasciò andare, e lei rilasciò un lungo respiro.

Le sembrava di aver trattenuto l'aria fino ad allora, senza mai lasciarla uscire.

-G-grazie- mormorò, ancora stravolta.

-Dovere- rispose, stoico.

Yuna sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco il volto dello sconosciuto, e con sua somma sorpresa quello si mostrò in tutto il suo fulgore.

Evidentemente la sua cecità selettiva era dovuta ai resti del veleno in circolo, ma il massaggio del compagno era riuscito a sedare quella fastidiosa presenza.

Era un volto ancora giovane, ma dai tratti stranamente minacciosi.

Gli occhi sembravano quelli di un predatore, con due iridi stranamente verdi; la bocca era una striscia sottile, che stranamente sorrideva.

Rispetto ai tratti affilati e aggressivi dell'individuo, quel sorriso era una stonatura, una nota gentile in un volto minaccioso.

Lui la sospinse leggermente in avanti, allontanando il suo peso da se, per alzarsi ed entrare più a fondo nello specchio d'acqua, iniziando a lavarsi.

Yuna rimase immobile a fissarlo, osservando con attenzioni i suoi movimenti.

Il fisico era solido e massiccio, ma non era privo di eleganza, o grazia: non era manifesta e sinuosa come quella di Kuja, ma fredda e diretta, evidenziava bene la forme e le traiettorie, ma senza esaltarle.

Chiunque fosse quell'uomo misterioso, era un personaggio difficile, e i suoi motivi le erano ancora ignoti.

-Vuoi che ti aiuti anche a lavarti?- chiese, notando che lo fissava intensamente.

-Oh! No- rispose, alzandosi da sola.

Le gambe erano ancora un po incerte, ma almeno in grado di sostenerla.

Si immerse fino al collo, poco lontano da lui, a cui l'acqua arrivava sotto le ascelle.

-Scusi?- chiese Yuna.

-Siamo oltre la cortesia- replicò l'uomo.

La ragazza lo fissò, indispettita.

-Scusami- si corresse la ragazza.

Quello si volse interamente a guardarla.

-Non mi hai ancora detto il tuo nome- continuò.

-Sephiroth- rispose lui, calmo.

-Piacere- disse lei -Io sono...

-Yuna- finì lui.

Lei si azzittì per un istante, sconvolta.

-Come fai a saperlo?

-L'ho sentito in un sogno?

-Un sogno?

-Un sogno ricorrente negli ultimi giorni. C'era qualcuno, che veniva dilaniato da delle bestie, in pericolo, e fuori si vedevano i lampi. Quando ho trovato il posto, ti ho vista preda di quelle creature, e il tuo nome mi è balenato in mente.

Yuna ascoltò con la massima attenzione, senza comprendere.

Nel suo sogno c'era un uomo che soffriva, e un altro che lo assaliva, finché l'oscurità non inghiottiva tutto.

-Perché a me non è successo?- chiese lei.

-Di che parli?- replicò lui.

Rimase immobile a fissarlo, cercando di ricordare i dettagli, ma non riusciva a capire se lui fosse la persona nel suo sogno.

Non sembrava ostile verso di lei, e poi gli doveva la vita: perché preoccuparsi?

-Sai qualcosa degli altri che erano con me?- chiese di nuovo, sentendosi in ansia per i suoi Guardiani.

-No- rispose lui, scuotendo il capo brevemente -Non sapevo che avessi dei compagni.

-Non importa- rispose, convinta -Mi duole del loro destino, ma al momento c'è qualcosa di più importante che devo fare. Forse è meglio che vada- disse, facendo per tornare a riva, quando la mano dello sconosciuto la prese per il gomito.

-Dove pensate di andare?


Come si aspettava, il lago di Macalania, così chiamato per le sue dimensioni, era una distesa di ghiaccio gelida, che si estendeva frastagliata per miglia.

Il freddo non era difficile da tollerare, ma Yuna aveva ancora i brividi ogni volta che alzava lo sguardo su Sephiroth.

L'uomo era stato irremovibile sul lasciarla andare da sola, e le era rimasto attaccato per tutto il tragitto nella foresta, convincendola con i suoi occhi penetranti a lasciarsi accompagnare.

Quel tipo non accettava un no come risposta, non importava quanto si impegnasse.

Però non le era dispiaciuto avere di nuovo qualcuno al proprio fianco.

-Lady Yuna- fece Tromell, andandole incontro, senza preavviso -Lode a Yevon state bene!- esclamò il guado, eseguendo il saluto.

-Chi è questo Yevon?- chiese Sephiroth.

-Adesso non importa- intervenne lesta Yuna, rivolgendosi a Tromell, rispondendo al saluto -Per quanto sono stata dispersa?

-Tre giorni ormai. Maestro Seymour è appena tornato da Bevelle. Intende partecipare alle ricerche di persona.

-Che ne è stato dei miei Guardiani?- chiese la ragazza.

-Sono stati loro a dare l'allarme, arrivando al tempio. Non sono rimasti nemmeno per riprendersi dalle ferite, sono immediatamente ripartiti alla vostra ricerca.

-Allora fate in modo di avvertirli che sto bene- ordinò la ragazza -Maestro Seymour mi attende al tempio?

-La accompagno da lui immediatamente. Sarà molto sollevato!- rispose trafelato il Guado, facendole segno di seguirlo.


A\N: E finalmente l'ultimo Guardiano conquista le scene, cari lettori e lettrici. Alla fine “L'Adunata” è quasi completa.

DII\N: Mancherebbe l'ultimo atto.

A\N: Di quello avranno notizia nei prossimi giorni. Alla prossima. Ciao.

  
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