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Autore: Kind_of_Magic    12/09/2016    1 recensioni
Marianna aveva freddo. Fuori nevicava ed era mattino presto, ma non era quel genere di freddo che la affliggeva. Marianna fissava sua figlia, distesa su quel letto di ospedale e si chiedeva dove esattamente fosse cominciato tutto. Dove avesse fallito come madre.
Song-fic sul brano "Eva" dei Nightwish.
Eva è scappata di casa solo per qualche giorno, voleva stare un po' da sola e pensare a se stessa. O almeno, così aveva programmato.
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Edenbeam Questa storia partecipa alla sfida "A box full of prompts" indetta dal gruppo Facebook "EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni" con il prompt di Crateide:

Originale: drammatico.
Coppia: nessuna.
Avvertimenti: angst.
Rating: libero.
Prompt: brano “Eva” dei Nightwish.


Edenbeam

Cara mamma, lasciami dire innanzitutto che mi dispiace.
Mi dispiace prima di tutto per non essere mai riuscita a trovare il coraggio per dirti ciò che mi stava succedendo. Mi dispiace di aver lasciato che mi dicessero quelle cose orripilanti senza raccontarti nulla, senza mai sfogarmi.
Mi dispiace di lasciarti da sola, ma è solo per poco, vedrai.”
 
6:30 winter morn
Snow keeps falling, silent dawn
A rose by any other name
Eva leaves her Swanbrook home
 
Marianna aveva freddo. Fuori nevicava ed era mattino presto, ma non era quel genere di freddo che la affliggeva. Marianna fissava sua figlia, distesa su quel letto di ospedale e si chiedeva dove esattamente fosse cominciato tutto. Dove avesse fallito come madre.
 
“Prima che tu inizi a darti colpe che non hai, come sicuramente starai già facendo, lascia che ti spieghi che cosa mi sta succedendo e perché.
Ci sono delle persone, gente della mia scuola, ma non solo, che mi hanno presa in antipatia, a partire dalla mia migliore amica.
Te la ricordi Claudia? Veniva sempre a casa nostra, da piccole eravamo inseparabili. Qualche tempo fa mi hai chiesto perché da qualche tempo non si facesse più vedere, ti avevo risposto che avevamo iniziato a frequentare compagnie diverse. Beh, era una mezza verità.”
 
A kindest heart which always made
Me ashamed of my own
She walks alone but not without her name
 
Marianna fissava sua figlia e la sua mente si rifiutava di capire. Eva stava per morire. Marianna questo non riusciva ad accettarlo. Eva era la sua gioia, la sua unica luce. Eva, tutti quanti le volevano bene, o almeno così credeva. Era il genere di ragazza che passa mentre stai imprecando perché hai il telefono scarico e non puoi chiamare i tuoi genitori e ti offre il suo senza che neanche tu lo debba chiedere.
C’erano volte in cui Marianna non si sentiva all’altezza della propria bambina, in cui si rendeva conto di non aver fatto nulla per meritare quel piccolo dono della vita. E infatti la vita se l’era ripresa.
 
“È stato circa un anno fa che mi sono accorta che ero innamorata di lei. Così ho realizzato che sono lesbica. So di aver sbagliato a non dirtelo, e mi dispiace molto.
Le cose non sono andate poi così male, finché non ne ho parlato con lei. Non mi aspettavo che ricambiasse, questo no, pensavo soltanto che fosse onesto dirglielo. Mai e poi mai avrei immaginato che potesse giudicarmi in questo modo.
Nel giro di due ore lo sapeva tutta la scuola. Non avrei pensato che quelle persone che un tempo mi erano così amiche potessero dirmi tali cattiverie. Non mi sento di trascriverle perché ti farei solo stare male.
Anche qui ho commesso l’errore di non dirti nulla. Ma ormai per questo è tardi, scriverti è l’unico modo che ho per rimediare. Ho atteso a lungo che la cosa finisse, mi dicevo che era solo una fase, poi tutti avrebbero accettato la cosa. Con tutta la vita davanti, come potevo farmi spaventare da qualche idiota di mentalità ristretta?”
 
Mocked by man to depths of shame
Little girl with life ahead
 
Marianna non aveva mai sospettato che qualcuno potesse odiare sua figlia, potesse anche solo pensare di farle del male. Ed Eva non le aveva mai detto nulla. Non le aveva parlato di quei ragazzi che la prendevano in giro. Non le aveva fatto vedere i tagli sulle gambe per tutte le volte che era stata spinta a terra. E così ora si trovava lì, a rileggere per l’ennesima volta la sua lettera di addio e cercare di spiegarsi da dove venisse tutto quell’odio di cui sua figlia era stata vittima.
 
“Avrei potuto farcela, se tutto fosse rimasto così. Avrei potuto aspettare fino a trovare il coraggio per parlartene. Avremmo affrontato insieme il problema, solo io e te, come facciamo sempre.
Ma poi è arrivata Lucia.
Lucia non mi giudicava, mi consolava nei momenti neri ed era la mia ancora di salvezza quando tutto sembrava andare alla deriva. O almeno, così credevo.”

For a memory of one kind word
She would stay among the beasts
 
Marianna si ricordava di Lucia. Eva gliel’aveva presentata circa un mese prima e fin da subito non le era piaciuta. A sua figlia non l’aveva detto perché si rendeva conto di quanto fossero vicine e non voleva gelare quell’amicizia nascente, ma proprio non la convinceva. E anche se quella era une delle pochissime volte in cui avrebbe desiderato il contrario, aveva avuto ragione.
 
“Ieri Lucia mi ha detto che era innamorata di me. Così, con semplicità, senza giri di parole. Non ci potevo credere. Appena le ho sentito dire quella frase, mi sono resa conto che era esattamente come mi sentivo anch’io.
Gliel’ho detto.
Lei è scoppiata a ridere. Una risata cattiva, non c’era più amicizia. Stava ancora ridendo quando mi ha chiesto se davvero pensavo che qualcuno potesse mai amarmi.”

Time for one more daring dream
Before her escape, edenbeam
 
Marianna pensava che non era vero che nessuno avrebbe mai amato Eva. Se solo fosse servito a qualcosa, avrebbe gridato all’universo che sua figlia era la cosa più bella e preziosa del mondo e lei non avrebbe mai smesso di amarla. Ma Eva non si sarebbe svegliata per quello, no, Eva non si sarebbe svegliata più.
 
“Così ora sai tutta la storia.
Non temere, non ti sto abbandonando, ho solo bisogno di un po’ di aria fresca. Ho bisogno di stare via e poi tornare sapendo che tu avrai letto questa lettera e potremo parlarne come abbiamo sempre fatto.
Ricomincerò da capo, senza più segreti, te lo prometto. Mi serve soltanto un attimo per staccare la spina.
Ti voglio bene, a presto.
Eva”
 
Eva flies away
Dreams the world far away
In this cruel children’s game
There’s no friend to call her name
Eva sails away
Dreams the world far away
The Good in her will be my sunflower field
 
Ma Eva non sarebbe tornata mai a casa. In quel mattino d’inverno, con la neve che cadeva indifferente sul male e sul bene, un’automobile l’aveva investita. Non si erano neanche fermati per aiutarla. Quando l’avevano trovata, non avevano potuto fare altro che portarla in ospedale, ma anche là la situazione non era migliorata di molto. Avevano appena concluso la quarta operazione e sua figlia era lì distesa che riposava.
Alcune ore dopo, la donna fu svegliata da un infermiere che le posò gentilmente una mano sulla spalla. Spalancò gli occhi e vide davanti a sé la linea piatta che avrebbe dovuto segnare il battito del cuore di Eva.


   
 
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