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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    14/09/2016    3 recensioni
Elayne O'Connel ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta, e scopre di essere stata scelta come Guardiana della Terza Dimensione, Astrapos, per combattere contro il male.
Perchè Yggdrasil, l'Albero del Mondo, sta morendo, e con lui, anche il sigillo che teneva prigionieri Nidhoggr, la Grande Viverna, sta svanendo.
Solo I Sette Guardiani possono combatterlo, ritrovando l'Aetherna, l'unica anima pura che possa sconfiggere il mostro.
E' però una lotta contro il tempo, perchè, se sarà lui a trovarla, per loro, per tutto il mondo, sarà la fine...
Tratto dal testo:
"Non ho scelto io il destino che mi è stato assegnato.
Mi sono svegliata un mattino, e booommm … la mia vita non era più come prima. Semplicemente, gli dei o chi per loro avevano altri programmi per me, e che mi piacesse o no, dovevo seguire la strada che avevano tracciato.
Seh … se pensavate davvero che gli dei fossero dei santarellini tutto amore e amicizia, mi spiace deludervi ma … non è affatto così. Prendete me, per esempio. Pensate davvero che volessi rischiare le penne per salvare il mondo? Io??? Tre denunce per rissa e sette sospensioni, tutte in scuole diverse … come no."
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Watchers Chronicles'
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Capitolo XI
Ballo di benvenuto
 

Ci sono molte cose che odio.
Per esempio, non sopporto i gioielli, lo shopping, e tutte quelle frivolezze varie stile mocciosette senza cervello. Sono fatta così, se devo scegliere tra un concerto rock e un’uscita a fare spese, scelgo il primo.
Eppure, nonostante tutto, quel giorno non riuscii proprio a tirarmi indietro.
Non appena l’Imperatore Astor era venuto a sapere che ci saremmo fermati al castello per qualche settimana, aveva deciso subito di dare un banchetto in nostro onore, per festeggiare coloro che, anche se non sapevamo ancora come, avrebbero dovuto essere in grado di salvare sua figlia.
Motivo per cui, quel pomeriggio, Castiel si presentò, tutto gongolante e sprizzante gioia da ogni poro, presso le stanze di noi ragazze.
A sentire lui, dovevamo assolutamente farci aiutare con la scelta dell’abito.
Ovviamente, io mi opposi sin dall’inizio.
“Non se ne parla nemmeno!”, dissi, cercando invano di risbatterlo fuori dalla nostra camera: non che servisse a molto. Aveva tirato su una tale aria da cucciolo supplicante che non sarei riuscita a farmi valere nemmeno se lo avessi voluto. “Col cavolo che mi metto una di quelle ridicole tovaglie della nonna che indossano le tue sorelle, te lo puoi anche scordare, stalker!”
Quello mi guardò, falsamente deluso: “Eddai! Dammi un po’ di soddisfazione, potrò pur vedere una gioiello come te con qualcosa di carino addosso, no? Oppure preferisci tenere il tuo fascino femminile tutto per quel cubetto di ghiaccio? Non sono scemo, quando ti ho salutata mi ha fissato come se volesse linciarmi sul posto … state forse assieme?”, chiese, parandosi di fronte a me e scrutandomi curioso.
Io arrossii, spostando lo sguardo altrove mentre balbettavo: “N-non è affatto come pensi, non c’è niente tra me e Chris, e se è per questo, non c’è niente nemmeno tra me e te, maniaco!”
Quello rise, divertito, poi tornò a fissarmi, con sguardo improvvisamente dolce. Mi prese il mento, osservandomi sorridendo appena e sussurrò, a pochi centimetri dalle mie labbra: “Veramente, non hai la minima idea di quanto desideri vederti in abito da sera. Sei così splendida, sarebbe uno spreco non cogliere un’occasione simile … e poi, niente abito e niente ballo, è la regola da noi, e io ho assoluto bisogno di una compagna. Vorresti essere la mia partner? Solo per stasera, è ovvio …”
Tremai.
Era solo a un soffio dalle mie labbra, e avevo il cuore che galoppava all’impazzata.
Osservai con la coda dell’occhio Ainu che, nel frattempo, aveva finto di tuffarsi nella lettura di un grosso tomo. Non che potessi cascarci, era più che evidente che ci aveva tenuti d’occhio sin dall’inizio, bastava vedere come sghignazzava, dietro le pagine, per capirlo. Miseriaccia, un piccolo aiutino no, vero?
Sorrisi, tesa, poi cedetti: “E va bene, dove dobbiamo andare quindi?”, chiesi, mentre gli occhi di lui si illuminavano, gioiosi.
“Magnifico!”, esultò, stampandomi, prima ancora che potessi fermarlo, un rapido bacio sulle labbra, “Arianne sarà qui a momenti, io intanto vado, devo assolutamente dirlo a mia sorella!!!”
E detto ciò voltò i tacchi, dirigendosi verso la porta, se non che finì a sbattere dritto contro la sola persona che, in quel momento, avrei decisamente preferito non vedere. Chris aveva osservato tutto, appoggiato allo stipite della porta, e quando Castiel gli sorrise, sorpassandolo, per un istante parve seriamente intenzionato a ucciderlo sul posto.
Tornò a fissarmi, poi esordì: “E quello cos’era, posso sapere?”
Indietreggiai appena, incerta: “Chris, io … non è stato nulla, sul serio, ha fatto tutto lui e quindi …”
Scosse il capo, furioso: “Lasciamo perdere. Mi hai deluso, veramente, non pensavo che fossi una così facile da abbindolare. Sono sorpreso.”
Sentii l’imbarazzo svanire, subito sostituito da un impeto di rabbia a stento reprimibile. Strinsi i pugni, poi dissi: “Ora io e Ainu dobbiamo prepararci, quindi, se non ti dispiace, preferirei che te ne andassi, queste sono le nostre stanze.”
A dire il vero, avrei voluto prenderlo a pugni, ma siccome quel posto pullulava di guardie e la nostra situazione era già precaria, senza aggiungerci una scenata da parte mia, preferii lasciar perdere.
Quello sbuffò: “Non mi è sembrato che con lui fosse un problema. Comunque, se proprio lo desideri, me ne vado.”, e detto ciò voltò i tacchi, lasciandoci finalmente sole.
Sospirai, lasciandomi cadere sull’ampio letto a due piazze in cui io e Ainu dormivamo.
Lei appoggiò il libro su un tavolino, fissandomi sornione: “Allora?”
La guardai male. Ero già sfinita abbastanza così, senza che ci si mettesse anche lei: “Non so proprio di cosa tu stia parlando.”, dissi, voltandomi in modo da darle le spalle.
Lei rise: “Eddai, sappiamo entrambe a cosa mi riferisco. E non dirmi che non ci stava provando, perché non me la bevo.”
Sbuffai: “Stai sopravvalutando la cosa, è solo galanteria, scommetto che fa così con tutte.”
“Si, come no.”, fece lei, sedendomisi a fianco, “Ma ti piace, o sbaglio?”, chiese poi.
Sospirai, alzandomi e guardandola, assorta: “Non so. Nessuno è mai stato così gentile con me, solitamente, tutti i ragazzi che conosco non badano mai al mio lato femminile, e mi vedono un po’ come un maschiaccio, per cui questa cosa è un po’ nuova per me. Però, se mi chiedi se mi piace come mi parla, allora si, mi piace.”, dissi, sospirando e voltando la testa di lato.
Lei sorrise, gentile: “E quindi? Che hai in mente di fare con Chrys?”
Sbuffai: “Preferirei non parlarne, e poi …”
Non feci in tempo a terminare la frase, perché proprio in quel momento Arianne comparve sulla soglia: “Ehm … se volete, io, Ariyme e la Regina Madre saremmo pronte, abbiamo fatto preparare un paio di abiti tra cui potrete scegliere, quindi se volete seguirmi.”, disse, arrossendo imbarazzata.
Noi annuimmo, seguendola per i lunghi corridoi.
“Quindi, ci sarà anche l’Imperatrice?”, chiesi, a disagio.
Durante le presentazioni, nonostante si fosse dimostrata molto aperta e gentile verso di noi, era stato quasi impossibile non sentirsi soggiogati, tale era il fascino e la bellezza che trasparivano da quella figura.
Certo, non era stata distante o fredda, ma quando ci si trova di fronte a un gioiello simile, è del tutto impossibile non sentirsi a disagio. E l’idea di dover scegliere il vestito per il ballo proprio con lei mi innervosiva non poco.
Guardai Ainuviel, ma lei, dal canto suo, sembrava perfettamente a suo agio. C’era anche da dire, però, che lei era un’elfa: era difficile trovare qualcuno che le tenesse testa in fatto di eleganza.
Arianne annuì appena: “Bhe, sembra proprio che le siate simpatiche. Solitamente, con gli amici di nostro fratello, non è molto socievole, ma apprezza i vostri sforzi nell’aiutare Ariyme, che d’altro canto è un po’ come la sua prediletta, per cui penso che ci tenga molto a questa cosa. E poi, resta pur sempre la maggiore icona di eleganza del nostro regno: se sarà lei a presentarvi alla corte, state pur certe che vi accoglieranno tutti a braccia aperte.”
“Capisco, quindi, lei è la madre di Castiel, giusto?”, chiesi, curiosa.
Lei scosse il capo: “Vedete, nel nostro regno, soprattutto per i sovrani, la poligamia è molto frequente. Io, Castiel e Ariyme siamo fratelli. Nostra madre è sola umana che sia mai stata sposata dal re, ma purtroppo è confinata nelle sue stanze, perché è affetta da una grave malattia che la debilita moltissimo. Ceasar, Efnir ed Eamyr invece sono figli suoi, e Castor è figlio di Elmira, la seconda moglie del re, che è anche la nostra Sacerdotessa Madre, il capo del culto del nostro regno. È un personaggio molto influente, ma non si mostra molto spesso a corte.”
La osservai, cercando di capire cosa le passasse in mente.
A sentire come parlava della seconda moglie, non doveva essere esattamente un bel tipo di persona, dal tono che aveva usato, pareva quasi che fosse lei, li, il vero motivo di tutti quei rancori repressi.
Sorrisi, fingendo di non averci fatto caso, e infine raggiungemmo le stanze della Regina Madre.
Venimmo accolte da un intero corteo di una dozzina di ancelle, che si occuparono subito di farci spogliare.
Sebbene fossimo parecchio a disagio, anche perché Eleazer osservava ogni singolo processo con minuzia, bastò la piacevole e serena presenza di Ariyme per farci rilassare, mentre il lungo processo di vestizione iniziava.
Ora, posso capire quelle ragazze che, prima di un appuntamento galante, si fanno prendere dall’ansia e ci mettono due ore per prepararsi. Ma un intero pomeriggio, inutile dire che, dopo un po’ avrei veramente voluto fuggire di li a gambe levate, anche a costo di correre per i corridoi con solo un asciugamano addosso, e col rischio di venire vista mezza nuda da Castiel, o da Chrys. Anche se, a essere sincera, dubitavo che lui si sarebbe smosso anche solo un po’, avevo validi motivi per pensare che fosse asessuato, tanto era distante a volte.
Così, venimmo prima spogliate, poi fummo costrette a sopportare una lunga, infinita, tiritera di bagni profumati, massaggi e creme, che parevano non finire mai. Finito il lavaggio, venimmo trascinate nella zona trucco e parrucco, dove dovetti sopportare un trattamento addirittura peggiore, con Ainu che sghignazzava al mio fianco, Arianne che sorrideva come una ebete ed Eleazer che mi teneva d’occhio come un mastino fa col suo osso.
Passammo quindi all’abito.
Dopo un lungo diverbio, in cui l’Imperatrice mi costrinse a indossare qualcosa come una ventina di vestiti differenti, optammo finalmente per un lungo abito in seta viola, con intarsi dorati.
Io, dal canto mio, continuavo a fissare in cagnesco quella bomba da paura.
Seriamente, era a dir poco imbarazzante.
Quella tipa avrebbe potuto presentarsi con solo un sacchetto di plastica addosso, e tanto avrebbe fatto cadere la mascella a tutti comunque, quindi, a che serviva prepararmi, se tanto, di fianco e lei, sfiguravo lo stesso?
Fatto sta che, quando alzai gli occhi sul mio riflesso, mancò poco che non riuscissi nemmeno a riconoscermi.
I miei solitamente a dir poco ingestibili boccoli color inchiostro erano stati elegantemente raccolti in un semplice chignon, lasciando che morbide ciocche ricciolute mi coprissero le spalle. Gli occhi color ametista, invece, venivano risaltati, sia dal colore del vestito che dalla ghirlanda di narcisi dello stesso colore che mi decorava il capo, così come dai semplici orecchini a goccia, dorati con delle ametiste incastonate nel mezzo.
L’abito, però, era, tra tutte le cose, ciò che mi fece mozzare più il fiato. Tessuto in seta viola, si congiungeva sul collo, lasciandomi le spalle libere, per poi cadere verso terra, in un ampio spacco frontale che terminava il un lungo strascico ricco di balze e intrecci di viola e oro. Le rifiniture dorate, così come lo scialle viola che portavo, davano un tocco di eleganza al mio fisico slanciato, mentre dei semplici bracciali in oro terminavano quel quadro a dir poco insolito.
Eleazer annuì, compiaciuta, posandomi le mani sulle spalle e dicendo: “Magnifica, ecco come dovrebbe essere una vera lady. Sono certa che la corte cadrà letteralmente ai tuoi piedi … e poi, ti sei scelta davvero un ottimo cavaliere, sai?”
Mi voltai, fissandola sorpresa.
Lei scoppiò a ridere, un suono così suadente da togliere il fiato: “Credevi davvero che non lo sapessi? Io non mi occupo degli affari di potere, quelli preferisco lasciarli a mio marito, ma, in compenso, niente che riguardi la vita mondana della mia corte può sfuggire alle mie orecchie. Tranquilla …”, mi fece l’occhiolino, sorridendo, “… si vede che Castiel è interessato a te, e credimi, quando vuole, sa essere un gran gentiluomo!”
Sorrisi, nervosa, poi guardai alle sue spalle, per vedere se Ainu e le altre avessero già finito.
Non c’era che dire, erano tutte stupende.
La mia amica aveva optato per un semplice abito in broccato verde foresta, con intarsi in oro, e per una complessa acconciatura che faceva risaltare i suoi bellissimi capelli simili a oro fuso.
Arianne, invece, aveva scelto un abito corto, color porpora, molto fasciato sul petto e che desse libertà ai movimenti, ovviamente, le sue spade erano sempre al suo fianco, lucide e pronte all’uso. Sembrava una dea della guerra scesa tra i mortali.
Ariyme, invece, indossava un vestito in stile antica grecia, bianco e candido come l’avorio, con una spessa cintura dorata che le decorava la vita, mentre i capelli color grano le cadevano liberi sulle spalle.
Mi avvicinai, sorridendo mentre Ainu alzava un sopracciglio, osservandomi sorpresa.
Scossi il capo: “Non dire niente, so a cosa stai pensando!”
Arianne rise, divertita: “Magari al fatto che, per tute e jeans, sei totalmente sprecata?”
Ariyme mi affiancò, solare: “Stai benissimo, nostro fratello perderà la testa.”
“Perché?”, chiese Arianne, sempre ridendo, “Non l’aveva già persa prima? Oggi, mentre facevamo le presentazioni, era totalmente cotto!”
Arrossii: “Ehi! Non è affatto vero!”, ribattei, incerta.
Quelle risero, poi Arianne mi mise una mano sulla spalla: “Tranquilla, noi siamo felicissime. È davvero raro che Castiel si avvicini così a una ragazza, solitamente, non socializza molto con le dame di corte …”
Ariyme annuì, cupa: “Bhe, a lui non piace molto il mondo dei nobili. Anche se mamma e papà hanno tentato più volte di fargli incontrare delle possibili pretendenti, lui le ha sempre respinte tutte. È bello che ora abbia te.”
Sorrisi, non sapevo cosa dire.
Effettivamente, doveva essere stata davvero dura, per lui, crescere in quel mondo. Tutti quei rancori, la pressione e le aspettative degli altri, era normale che qualcuno si sentisse soffocare.
Sorrisi, scuotendomi dai miei pensieri: “E voi? Con chi andrete al ballo?”, chiesi, incuriosita.
Arianne divenne bordò, poi voltò il capo di lato, balbettando imbarazzata: “I-io, si, insomma … ehm … LORD Jakhaal mi ha chiesto di fargli da partner …”, sussurrò infine.
Io e Ainu la fissammo.
Era una nostra impressione, o aveva appena definito il nostro amico come un LORD?
Lui?
Insomma, lo stesso tipo che a tavola faceva le gare di rutti e si sporcava ogni tre per due? QUEL Jakhaal?
Lei arrossì: “Non avrei dovuto accettare?”
“No, no, no!”, mi affrettai a rispondere. Dietro di me, potei notare come, improvvisamente, Ainu si fosse oscurata. “Affatto, è solo che, insomma, è la prima volta che qualcuno gli da del lord …”
Lei ci fissò, come per non capire: “E perché mai? È stato veramente gentile, un vero cavaliere. Prima che arrivaste, si è presentato con un mazzo di fiori, a chiedermi di accompagnarlo.”
Alzai un sopracciglio.
Ok, forse era veramente cotto.
Anche se, a dire il vero, immaginarmi quel colosso di ragazzo con smoking e cravatta a fare da cavaliere a una donna era decisamente strano.
Decisi di cambiare discorso: “E voi?”
Ariyme sorrise: “Bhe, io andrò con Chrystal. Mi ha chiesto di venire con lui poco prima che Jakhaal lo chiedesse ad Arianne.”
Sorrisi, lievemente tesa.
Insomma, non avevo nulla di cui essere gelosa.
Io non ero interessata a lui, e lui non era interessato a me.
Quindi perché in quel momento mi sentivo così a disagio? Guardai Ariyme: era una gran bella ragazza, ma differentemente da Arianne non sembrava veramente attratta dal suo cavaliere, per cui mi rilassai.
“Io invece sono stata invitata da Caesar.”
Ecco, fu allora che, decisamente, un silenzio di tomba cadde nella stanza.
Eleazer si avvicinò, osservandoci improvvisamente seria: “Mio figlio ti ha chiesto di fargli da dama?”, chiese, inespressiva.
Ainu la osservò, corrugò appena le sopracciglia, poi rispose, composta: “Avrà pensato che, in quanto Erede al Trono, sarebbe stato corretto dare il buon esempio, invitando un membro di una specie che, solitamente, non è molto in buoni rapporti con Draconia.”
Arianne restò in silenzio, poi disse: “Può darsi …”
Non mi serviva essere un chissà quale genio per capire che, comunque, quel fatto era a dir poco insolito.
Sorrisi, poi presi Ainu per un braccio: “Bhe, forse noi dovremmo andare, ci raggiungete dopo?”
L’Imperatrice annuì, apparentemente assorta, poi disse: “Aspettatemi di fronte al portone principale, è norma che sia la Regina Madre a introdurre le nuove lady alla corte, per poi accompagnarle dal loro cavaliere.”
Annuimmo, poi facemmo dietro front, lasciandole sole.
Non appena uscimmo, mi voltai verso Ainu, fissandola sconvolta: “Seriamente, perché Caesar ti avrebbe invitata?”
Lei scosse il capo: “Come posso saperlo? Comunque, sta tranquilla, non mi farò raggirare facilmente, e di sicuro non mi sfuggirà nulla sulla nostra situazione.”
“Non è questo il punto, lui sa già tutto.”
Mi fissò, senza capire: “Sa che siamo dei Guardiani, e penso anche che sappia perché siamo qui.”
Sospirò: “Magnifico. In tal caso, cosa dovremmo fare?”
Scossi il capo, poi mi illuminai.
“Forse avrei un’idea …”



Note dell'Autrice:
Eccomi di nuovo!
Sono stata davvero molto impegnata, ma d'ora in avanti dovrei riuscire a rispettare la tabella di marcia senza problemi!
Comunque, ecco dunque che la storia è andata avanti.
Questo capitolo l'ho voluto dedicare a un maggiore appronfondimento delle figure di Arianne e Ariyme, oltre che dell'Imperatrice, e inoltre ho inserito anche qualche nota in più sulla famiglia di Castiel. Tranquilli, presto avremmo modo di conoscere meglio anche i suoi fratelli, e forse chissà, anche sua madre, ma su quello ci sto ancora lavorando.
Per ora, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi stia prendendo.
Nei prossimi giorni lavorerò un po sulla struttura generale, perchè mi sono resa conto che forse non riuscirò a finire tutto in un solo "libro" e quindi potrebbero volercene un po' di più per terminare la storia, anche perchè non mi va di arrivare a fare qualcosa come un tomo di settanta e passa capitoli, ma ci penserò...
Ringrazio, come sempre, tutti quelli che mi hanno seguita, oltre che la mia carissima EragonForever e onlyfanfiction, e se avrete delle domande, o dei pareri, sappiate che sono sempre disponibile.
Alla prossima!
Teoth
   
 
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