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Autore: Signorina Granger    16/09/2016    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Quasi un secolo dopo la Seconda Guerra Magica, non c'è alcuna minaccia contro la pace e da cinquant'anni il Torneo Tremaghi è tornato in auge.
Quest'anno le scuole in gara sono Hogwarts, Ilvermorny e Durmstrang e il Torneo avrà sede nella scuola americana.
Tre scuole, tre prove, tre campioni e un solo vincitore... Chi l'avrà vinta, alla fine?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 27: Pesce d’Aprile! 
 
Lunedì 1 Aprile


Ma perché diamine era diventato tutto verde intorno a lui? 
Markus strizzò leggermente gli occhi, guardandosi intorno leggermente spaesato: in effetti ora che guardava meglio non era tutto verde... Però era senza dubbio immerso nella natura... Era in montagna, nel bel mezzo di un prato. 

“Ma che diamine...”  Scorgendo uno chalet in lontananza il ragazzo si chiese se stesse sognando o se si trattasse per caso di una specie di strana Prova... Ma era già arrivato Maggio? Strano, non ricordava affatto cosa fosse successo durante tutto Aprile... 

Fece per passarci una mano tra i capelli ma si ritrovò a sfiorare qualcosa che teneva in testa... Qualcosa fatto di tessuto: con orrore Markus si tastò il capo, rendendosi conto di aver addosso una sottospecie di fazzoletto. 


Devo smetterla di mangiare lo strudel di sera, mi fa male


All’improvviso qualcosa si materializzò davanti agli occhi del ragazzo, facendogli seriamente prendere in considerazione l'idea di essere impazzito completamente: da dove era spuntata a quella specie di tinozza? E perché all'improvviso teneva in mano del sapone? 

L'avevano forse preso per una lavandaia? Spesso sognando il nostro cervello ci mostra delle immagini che rappresentano dei desideri, anche quelli sepolti nell’inconscio e nella parte più inaccessibile della psiche... Ma quello era decisamente troppo, e di certo fare il bucato non era il suo più grande sogno! 

Fece per lasciar cadere il sapone sull'erba ma quando abbassò lo sguardo la sua attenzione venne catturata da ben altro: Markus Bauer si ritrovò ad osservare con gli occhi fuori dalle orbite quello che indossava, ovvero una stravagante tuta rosa con tanto di pantaloni a vita alta. 

Cos’è, la versione montanara di La Febbre del Sabato Sera? 


Quando si rese conto di avere persino una faretra in spalla carica di frecce e un paio di alette bianche attaccate alla schiena iniziò a sudare freddo, ripetendosi che doveva svegliarsi... E in fretta, quel sogno stava prendendo una bruttissima piega. 


“Markus? Ci sei?” 

Aprendo gli occhi di scatto Markus quasi sobbalzò, tirandosi a sedere sul letto mentre Alek era in piedi accanto a lui, osservandolo con aria quasi preoccupata:

“CHE SUCCEDE?” 

“Niente, ma continuavi a dire cose strane... Del tipo “levatemi questo fazzoletto” e “il rosa non mi dona”. Cosa stavi sognando?” 

“Ho fatto l'incubo peggiore che abbia mai avuto, probabilmente. Ero vestito da cupido e facevo il bucato in montagna!”

Markus piegò le labbra in una smorfia, rabbrividendo ricordando le immagini ormai sfuocate del sogno. Alek lo osservò rimanendo impassibile per un attimo di scoppiare a ridere fragorosamente, sedendosi sul letto per non cadere sul pavimento.

“Hai finito?” 

Markus rivolse alleiamoci un’occhiata stizzita, visibilmente irritato: dopotutto era tutta colpa sua se ora sognava Cupidi a destra e a sinistra! 

“Aspetta, aspetta... tu che fai il bucato vestito da cupido è l'immagine migliore del mondo... Avevi  anche le ali per caso?” 

Alek smise di ridere giusto per riuscire a formulare una frase di senso compiuto prima di riprendere in fretta, rotolandosi quasi sul letto dell'amico che lo fulminò con lo sgaurdo prima di alzarsi, sbuffando:

“Idiota. È tutta colpa tua! Hailey mi ha detto “perché non fai da Cupido ad Alek e Marlena” l'altro giorno, deve essermi rimasto impresso... Piuttosto, datti una mossa a dichiararti, perché IO non ho nessuna intenzione di fare da galeotto.” 

“Non te lo chiuderei mai, tranquillo.”     Markus provò un moto di sollievo mentre Alek lo guardava con cipiglio serio, ma durò solo per un istante visto che il moro scoppiò fragorosamente a ridere di nuovo:

“Dopotutto il rosa non ti dona!” 

“Imbecille.” Markus lo colpì in piena faccia con il suo cuscino prima di alzarsi dal letto e andare in bagno a vestirsi, lasciandolo nel suo attacco di ilarità.

“Dai, non prendertela... Sogniamo tutti cose assurde! Considerando che è il primo di Aprile, forse non sarà la prima cosa strana che ti succederà oggi. A proposito... Vado a svegliare Lena, magari le tiro addosso una secchiata di acqua ghiacciata!” 

“Oh sì, ottima idea... Vedrai che così ti dichiarerà di sicuro il suo amore per te.” 

Alek decise di ignorare deliberatamente le parole dell’amico, uscendo allegramente dalla loro camera con tutta l'intenzione di andare a svegliare Marlena degnamente, considerando che giorno era.

Peccato però che non arrivò mai alla suddetta porta, scivolando infatti sul pavimento del pianerottolo circolare quasi interamente ricoperto di acqua. 

“Vita, perché mi odi?”    Alek sospirò, guardando il soffitto di travi con aria sconsolata mentre la testa dolorante gli pulsava fastidiosamente dopo essere scivolato e aver sbattuto la nuca sul pavimento. 

Un istante dopo il volto di Marlena fece capolino sopra di lui, rivolgendogli un sorriso allegro e luminoso:

“Ciao! Che fai?” 

“Osservavo il soffitto, mi sono svegliato con l’irrefrenabile desiderio di osservare come hanno intrecciato le travi.” 

“Capisco... Vuoi che ti aiuto ad alzarti o continui con la contemplazione?” 

Marlena inarcò un sopracciglio, cercando di mantenersi seria mentre Alek sollevava un braccio nella sua direzione, invitandola silenziosamente a seguire la prima opzione. 
Sorridendo la ragazza gli afferrò la mano, aiutandolo a rialzarsi mentre il moro borbottava contro la sua sfortuna e il pavimento misteriosamente coperto da un sottile strato di acqua:

“Grazie... Ma perché c'è acqua qui?”

“Non saprei proprio dirti... Forse hanno pulito i pavimenti.” 


Il sorriso fin troppo angelico e innocente di Marlena non sfuggì agli occhi di Alek, che la osservò attentamente prima di parlare a bassa voce tenendo ancora la mano della ragazza stretta nella sua. 

“Non ci credo... Mi vuoi ammazzare per caso?” 

“Non lo farei mai... Ma buon Pesce d’Aprile Alek.”      Marlena rise appena, facendolo sbuffare prima di mettere su una specie di broncio, fingendosi offeso: 

“Mi hai fatto male, sai?”   

Di fronte all’espressione offesa del ragazzo Marlena sorrise, annuendo con finta aria compassionevole:

“Oh, povero piccolo...” 

“Smettila, ho sbattuto la testa... Magari mi sono fatto male sul serio e dovrai portarmi in infermeria. In effetti mi gira un po’ la testa... Aspetta, non riesco a stare in piedi.” 

Alek sospirò con aria grave, appoggiandosi alla ragazza e fingendo di perdere i sensi tra le sue proteste mentre Markus compariva a sua volta sul pianerottolo, sorridendo con aria allegra:

“Ciao Lena! Che fate, vi scambiate effusioni?” 

“Che? No! Alek è solo scivolato.” 

Marlena sbuffò, accennando al ragazzo con aria esasperata mentre faceva scivolare la mano da quella di Alek, che fulminò l'amico con lo sguardo come a volerlo rimproverare:


Ma non potevi aspettare cinque minuti?

Cosa dovevo fare, stare nascosto in camera per due ore? 


“Scivolato? Come hai fatto?”   Markus si affrettò a parlare dopo aver lanciato un’occhiata seccata in direzione dell'amico, inarcando un sopracciglio. Il suo tono curioso fece sorridere Marlena con aria innocente, mentre Alek rivolgeva alla ragazza uno sguardo carico di rimprovero:

“Alla dolce Lena è passato per la testa di pulire i pavimenti, a quanto pare. C'era acqua ovunque fino a due secondi fa... Ma l'hai fatta evaporare?” 

“Prima regola per commettere un crimine Yavor: far sparire le prove. E ora andiamo, dobbiamo fare colazione e non voglio fare tardi a lezione!” 

Marlena sorrise, prendendo il moro sottobraccio prima di avvicinarsi alla porta con Markus subito dietro che rideva sotto i baffi: menomale che non era uscito subito dalla camera, altrimenti se la sarebbe fatta lui una bella scivolata.


                                                                        *


“Mi spieghi perché ti stai guardando intorno come se ti seguisse qualcuno?” 

“Non è ovvio? Sto controllando che Jake non spunti dal nulla con una qualche idea malsana per la testa... Ovvero farmi chissà quale scherzo.” 

Mentre entrava in Sala da Pranzo insieme alla sua migliore amica per fare colazione quel lunedì mattina, Hailey Silverstone non poté fare a meno di pensare che nessuno con un minimo di sale in zucca avrebbe mai fatto uno scherzo a Scarlett... Anche se era il 1º Aprile.

La Rossa però non sembrava pensarla allo stesso modo, visto che si era svegliata con la consapevolezza che il suo docile fidanzato le avrebbe giocato chissà qualche tiro nel corso della giornata. 

E se avrebbe avuto ragione, la Tuonoalato aveva tutta l'intenzione di rendergli pan per focaccia.

“Tranquilla, non credo che abbia in mente niente di che... Insomma, parliamo di TE. Solo qualcuno con istinti suicidi e una forte vena masochista ti farebbe mai un brutto scherzo.” 

“Vero, ma forse dimentichi di chi stiamo parlando... Jake Miller sfida la Holland da anni Ley, questo ci fa capire che ha una vena masochista considerevole.” 


Scarlett parlò col tono di chi ha appena fatto una considerazione più che saggia, facendo annuire l'amica: non aveva tutti i torti, in effetti. Solo Jake poteva divertirsi a combinare guai sotto al naso della loro Vicepreside...


“Anche questo è vero... Beh, allora non saprei. Staremo a vedere, suppongo! Ma promettermi che se vorrai fargli uno scherzo mi chiamerai... Non voglio perdermi lo spettacolo! Anzi, non è che per caso hai qualche idea perfida per Derex? È da un po’ che non lo facciamo dannare...” 

Scarlett si guardò intorno con attenzione prima di rispondere alla domanda dell'amica, controllando che Jake non spuntasse alle sue spalle con un secchio d'acqua gelata o cose simili:

“Niente di particolare Ley... Ma posso pensarci durante la seconda ora, tanto abbiamo Storia della Magia. Adesso però c'è Trasfigurazione, quindi mi dovrò concentrare... ma dove diamine è finito Miller? La sua assenza mi preoccupa più della sua presenza!” 

“Magari è fuori dalla porta che aspetta che esci...”  Hailey si strinse nelle spalle prima di prendere posto ad un tavolo vuoto, imitata dalla rossa che però controllò per bene la sedia prima di sedersi: era bene controllare che qualcuno non ci avesse infilato sotto un petardo ad acqua.

“Non credo. Non perderebbe mai la colazione, quel ragazzo è più goloso di me.” 

“Dici davvero? Ma allora siete proprio fatti l'uno per l'altra!” 

Scarlett fulminò l'amica, guardandola sghignazzare mentre si appropriava di un vassoio carico di biscotti al cioccolato.

“Ha parlato quella che odia il cioccolato. A proposito, anche io voglio quei biscotti!” 

“Devi usare la parolina magica...” 

“Se proprio insisti... Accio.” 

Con un sorrisetto Scarlett guardò il piatto planare dalle mani dell'amica fino ad atterrare davanti a lei, mentre la Serpecorno le riservava uno sguardo esasperato e divertito allo stesso tempo:

“Sei proprio la solita... Intendevo per favore, ovviamente!” 

“Ops... Scusa, non l'avevo capito.” 


“Certo, e io mi chiamo Ermenegilda. In ogni caso... Non hai idea di quanto sia felice per l'arrivo delle vacanze! Dobbiamo solo sopravvivere un’altra settimana, poi saremo libere!” 

“... Per una settimana.” 

“Smettila di frenare la mia felicità, guastafeste!” 

“Sono solo realista! Comunque anche io non vedo l'ora che arrivino le vacanze... Le lezioni stanno diventando infinite. Però, buoni questi biscotti...” 

“Certo che sono buoni, ho occhio io! Tranquilla comunque, siamo quasi in periodo pasquale... E sai cosa vuol dire?” 

Scarlett inarcò un sopracciglio, alzando lo sguardo sul l'amica che le sorrideva di rimando: ci mise un attimo a capire cosa intendeva ma poi anche le labbra della rossa si distesero in un sorriso, parlando all’unisono con l'amica:

“Cioccolato!” 

                                                                        *


“Smettetela di ridere! Siete proprio due arpie...” 



Lucas sbuffò, fulminando con lo sguardo la sua ragazza e uno delle sue più care amiche che se la stavano ridendo di gusto, camminando davanti a lui mentre raggiungevano la Sala da Pranzo per fare colazione. 

Quel lunedì mattina Luke si era decisamente alzato con il piede sbagliato e la giornata, se non la settimana, non era iniziata propriamente nel migliore dei modi: quando aveva aperto il baule per prendere la divisa e vestirsi aveva avuto un colpo al cuore, perdendo quasi cinque anni di vita quando si era trovato un finto nido di api tra i vestiti. 

Inutile dire che era corso urlando fuori dalla stanza e in mutande, ma ormai tutti erano così abituati a vederlo gironzolare mezzo nudo che nessuno ci aveva fatto troppo caso. 
Una volta fuori dalla stanza si era imbattuto in Len e Abby già pronte che ridevano della grossa, informandolo solo dopo qualche minuto che nel suo baule non c'era alcun nido di insetti, se non finto. 

“Dai Luke, non prendertela troppo... Era un nido finto, non avremmo mai messo delle api vere nel tuo baule... Sappiamo che le odi e sono anche pericolose.” 

“Len ha ragione... E comunque avresti dovuto aspettartelo, visto il gentile scherzetto che ci hai fatto l'anno scorso.” 

Abby fulminò il biondo con lo sguardo, non avendolo ancora perdonato per l'episodio dell'anno precedente, quando sia lei che Len si erano svegliate con il baule sgombro di tutti i vestiti: avevano dovuto girare per tutta la mattina in pigiama a destra e a sinistra per il castello, cercando i loro abiti. 

“È una cosa diversa! Io vi avevo fatto sparire i vestiti, voi mi avete fatto prendere un infarto! Detesto le api e le vespe, lo sapete...” 

“Naturale che lo sappiamo! Consideralo il conto per averci fatto vedere da tutta la scuola in pigiama. Insomma il mio è uno di quelli super imbarazzanti, ok che sono abituata alle figuracce ma quella è stata pessima.” 

Len sbuffò mentre entrava nella grande sala gremita di studenti già in procinto di iniziare una nuova settimana, con Lucas che nonostante tutto non riuscì a sorridere alle sue spalle:

Di certo non aveva scordato il pigiama della ragazza che aveva visto l'anno prima... Viola e ricoperto di cup cake colorati e sorridenti. 

“Non era imbarazzante, il tuo pigiama è carino! Cosa dovrei dire IO? Sul mio ci sono carote, almeno tu hai i cup cake...” 

“In effetti fa un po’ a pugni con i tuoi capelli... Devo ancora capire perché ti sei comprata un simile pigiama!” 

“E infatti non l'ho proprio comprato, me l'hanno regalato i due idioti che mi ritrovo come fratelli maggiori.” 


Il borbottio seccato di Abby fece ridacchiare entrambi gli amici mentre occupavano il tavolo dove si erano già seduti Johnny e Sam, che rivolsero alle due ragazze due sorrisi allegri per salutarle:

“Salve ragazze! Niente pigiama quest’anno?” 

“Johnny, se ci tieni ad arrivare al prossimo Pesce d'Aprile, taci.” 


                                                                                *


“Stai sorridendo quasi ininterrottamente da dieci minuti, cominci a preoccuparmi.” 

“Perché? Non posso solo essere felice di essere in tua compagnia?” 

Il sorriso di Jake non vacillò neppure per un istante mentre sollevava una mano per accarezzarle il volto, cosa che continuò a rendere Scarlett solo nervosa: non le piaceva per niente quella faccia allegra e rilassata, c'era di sicuro qualcosa sotto. 

“Potresti, se tu non fossi Jake Miller. Ma siccome stiamo parlando di te, la cosa è alquanto strana... Cosa stai tramando?” 


Scarlett gli rivolse un’occhiata indagatrice che non fece che aumentare il sorriso del Tuonoalato che si strinse nelle spalle con nonchalance mentre entravano insieme nell’aula di Trasfigurazione.

“Ti siedi vicino a me, Rossa?” 

Un enorme campanello d'allarme suonò nel cervello della ragazza, che osservò con aria dubbiosa il moro mentre mille pensieri le attraversavano la mente: Jake le aveva chiesto di sedersi accanto a lui e non aveva opposto alcuna resistenza per andare a lezione, di lunedì mattina per giunta... Le opzioni erano due: o non aveva fatto i compiti e voleva copiarli, oppure aveva intenzione di giocarle qualche brutto tiro durante l'ora. 

“Perché?” 

Il tono quasi accusatorio della ragazza fece sollevare entrambe le sopracciglia di Jake, che la guardò come se non capisse il suo strano atteggiamento scostante, come se temesse che un disastro potesse abbattersi su di loro da un momento all'altro. 

“Come perché? Perché voglio stare con te! La settimana prossima non ci vedremo, tanto vale approfittarne ora no?” 

Il sorriso innocente del ragazzo non la convinse per nulla, ma la rossa finì col sedersi accanto a lui comunque: tanto valeva scoprire cosa avesse in mente... Al peggio si sarebbe vendicata per bene, e allora a ridere sarebbe stata di certo lei. 

Gli occhi azzurri della ragazza sbirciarono immediatamente sotto al banco, per nulla tranquilla: Jake l'aveva quasi trascinata verso il banco infondo della fila centrale, quello che occupavano di solito... Era abitudine o le aveva infilato qualche spiacevole sorpresa da qualche parte?

                                                               
“Scarlett, ma che stai facendo?”   Jake inarcò un sopracciglio, osservandola come se si stesse chiedendo cosa mai le passasse per la testa: magari il troppo studio la stava esaurendo. 

“Ehm... Niente! Cercavo solo una cosa.”  

Gli occhi azzurri della ragazza si posarono dritti sul ripiano di legno del banco, graffiato e scheggiato a causa di anni e anni di lezioni.  Intanto la Mayer aveva già iniziato a blaterare come suo solito, ma la Tuonoalato non si concentrò minimamente sulle sue parole, sollevando invece con leggera titubanza il ripiano di legno del banco per vedere cosa ci fosse dentro: in teoria nulla, se non una piuma o una gomma dimenticata da qualche studente il venerdì... Nell'aprire lo scomparto invece Scarlett ebbe un colpo al cuore, sgranando gli occhi e facendo un salto indietro con la sedia, che sfregò rumorosamente sul pavimento di pietra:

“UN SERPENTE!” 

Benché avesse appena perso dieci anni di vita, a Scarlett Anderson non sfuggì il sorrisetto che era comparso sul volto del ragazzo seduto accanto a lei, mentre la Mayer si zittiva di colpo e si voltava dritta nella loro direzione, imitata da tutto il resto della classe. 


“Serpente?”   Markus inarcò un sopracciglio, tendendo il collo per vedere meglio cosa stesse succedendo infondo all’aula. Hailey invece si limitò a sorridere, non avendo bisogno di conferme: di certo c'era lo zampino di Jake, che aveva un lieve sorriso stampato in faccia mentre la povera Scarlett sudava freddo, gli occhi cerulei fissi nervosamente sul suo banco.

“Per l'amor del cielo, che sta succedendo qui?” 

La Direttrice di Serpecorno sospirò, avvicinandosi al banco incriminato e lanciando un’occhiata al serpentello che giaceva raggomitolato su se stesso sul fondo del banco:

“Tranquilla Scarlett, è innocuo... Evanesco.” 

Con un lieve colpo di bacchetta la donna fece sparire il rettile, facendo sospirare di sollievo la Caposcuola.

“Povera Scarlett... È terrorizzata dai serpenti.” 

Hailey spostò lo sguardo su Jake, che era rimasto in religioso silenzio per tutto il tempo: anche quando la Mayer gli lanciò un’occhiata eloquente lui si limitò a sgranare teatralmente gli occhi, sollevando le mani come a volersi dichiarare innocente.

“Chiunque abbia avuto questa brillante idea... Gli consiglio di non ripetere niente di simile, almeno nella mia aula se non vuole essere tramutato lui stesso in un rettile. Ora, tornando a noi...” 


“Secondo te è stato Jake?” 

“Ne sono sicura al 100% Markus... Come è vero che mi chiamo Hailey Silverstone e che Scarlett gliela farà pagare.” 


Benché sapesse che la sua amica avesse appena perso parecchi battiti Hailey sorrise mentre si rimetteva dritta sulla sedia, già pregustandosi la punizione che la rossa avrebbe affibbiato al suo ragazzo. 



“Tu... Io... TI ODIO.” 

Il sibilio rabbioso di Scarlett fece sorridere appena Jake, che la guardò con aria divertita prima di parlare a bassa voce:

“Oh, andiamo Rossa... Era solo uno scherzo, era completamente innocuo, praticamente finto... Insomma, era solo un serpentello.”

“Non me ne frega niente, è pur sempre un rettile e io li odio a morte! E non mi rivolgere la parola fino alla fine dell'ora Miller, altrimenti ti trasfiguro in uno scarafaggio! E sai che fine fanno, spesso e volentieri?” 

Il tono della ragazza era così minaccioso che Jake non osò obbiettare, afferrando il messaggio e decidendo che non avrebbe più aperto bocca fino alla fine dell'ora.
Tuttavia ne era valsa la pena, visto che per una volta aveva visto la sua Scarlett lasciar cadere la maschera di impassibilità per far spazio ad un’espressione e ad una reazione terrorizzate.


                                                                              *


“Dici che se l’è presa parecchio?”

“Beh, temo di doverti informare che Scarlett è abbastanza... Vendicativa. Credo che entro la fine della giornata avrai una sorpresa Jake. Ma stai tranquillo, ti adora troppo per tenerti il muso a lungo, te l’assicuro.” 

Il sorriso di Hailey rassicurò appena Jake, che annuì mentre camminavano lungo il corridoio per andare a lezione di Storia della Magia. Scarlett si era praticamente volatilizzata al suono della campanella, probabilmente perché voleva meditare in pace per organizzare lo scherzo per Jake. 

“Se lo dici tu... Insomma, la conosci meglio di me probabilmente. Spero che non sia troppo arrabbiata, era solo uno scherzo!” 

“Non molto carino, in realtà.” 

La puntualizzazione della Serpecorno fece annuire il ragazzo, che si chiese cosa avrebbe dovuto affrontare entro la fine della giornata: non riusciva proprio ad immaginarmi Scarlett che gli faceva passare liscia una cosa del genere. 

“Lo so, lo so... Ma per una volta volevo vederla spaventata!” 

“Beh, io l'ho portata di forza a 30 metri di altezza una volta... Era decisamente spaventata, ma non mi ha uccisa fortunatamente.” 

“Si, me lo ricordo... Credo che abbiamo entrambi istinti masochisti, Hailey.” 

“Forse... Ma io sono ancora viva. Sapremo solo domani se varrà anche per te.” 


                                                                             *


“Questi compiti sono infiniti... Odio il lunedì, la settimana è appena iniziata e vorrei che fosse già finita.” 

Abigail sospirò, continuando a trascrivere in bella copia la relazione di Pozioni sugli effetti della Pietra di Luna. Marlene, seduta accanto a lei e impegnata nella stessa operazione, annuì con aria sconsolata prima di parlare:

“Decisamente. Vorrei che fosse venerdì!” 

L'unico del trio a restare in silenzio era Lucas, che stranamente quasi non aveva parlato per tutto il pomeriggio, da quando le lesioni erano finite. Trovando quel silenzio decisamente insolito la Grifondoro rivolse al fidanzato un’occhiata scettica prima di voltarsi verso Abigail, guardandola con un sopracciglio inarcato.

Per tutta risposta la rossa di strinse nelle spalle, come a voler dire di non sapere cosa avesse il ragazzo è che forse era meglio lasciarlo stare. 

Marlene però non era dello stesso avviso... Anzi, qualcosa le diceva che l'aria pensierosa del ragazzo fosse dovuta al fatto che stesse cercando un qualche scherzo da fare a lei e all’amica, giusto per vendicarsi dell’episodio delle api. 


“Luke... A che pensi?” 

Sentendo la voce di Marlene il Grifondoro sembrò ridestarsi, rivolgendo alla ragazza un gran sorriso prima di fare spallucce, come se non avesse alcuna importanza:

“A niente... Avevo solo la testa da un'altra parte, sono un po’ distratto. Ma ora sarà meglio concentrarsi sui compiti, o domani la Holland mi ammazzerà. Che sono quelle facce perplesse?” 


Il biondo inarcò un sopracciglio, leggermente confuso di fronte alle espressioni perplesse e leggermente sospettose sui volti delle due ragazze. 
Entrambe però si affrettarono a glissare, tornando in fretta e furia a concentrarsi sui compiti di Pozioni: se Luke non si voleva vendicare e fare il bravo Grifondoro cavaliere, tanto meglio! 


                                                                                  *


“Ciao.”   Jake sollevò lo sguardo, ritrovandosi con stupore Scarlett davanti. 

“Ciao...”   Il Tuonoalato seguì con lieve sospetto i movimenti della ragazza, che sedette accanto a lui con aria perfettamente rilassata... E forse era proprio quello ad insospettirlo: perché la rossa sembrava calmissima? Per di più, gli rivolse anche un sorriso prima di parlare, come se trovasse divertente la sua aria spaesata:


“Sai Jake, stavo pensando a quello che è successo a Trasfigurazione...” 

“Si, beh... Scusa Rossa, è stato un pessimo scherzo. E se ora vorrai rovesciarmi in testa un secchio d'acqua con una medusa dentro, credo che lo capirò.” 


Tra i due calò il silenzio per un attimo, mentre si guardavano reciprocamente. Il tono impassibile e serio di Jake scaturì però un sorriso sul volto della ragazza, che annuì con un cenno del capo prima di parlare:

“Confesso che non mi dispiacerebbe... Ma ho deciso che non lo farò, anche se l'idea mi ha leggermente sfiorata circa un'ora fa.” 

“Davvero? Non mi vuoi rendere pan per focaccia? Scarlett, sei sicura di sentirti bene vero?” 

Jake inarcò un sopracciglio, allungando una mano per appoggiargliela sulla fronte e far finta di misurarle la febbre. Lei sorrise, stringendosi nelle spalle e guardandolo con aria divertita:

“Si, benissimo... Questa volta te la faccio passare liscia Miller, ma non fare troppo affidamento sul mio buonismo in futuro.”  

Sporgendosi leggermente verso di lui, Scarlett gli diede un bacio a stampo sulle labbra, facendolo sorridere di rimando mentre la guardava con affetto:

“Me lo ricorderò... Avevo una mezza idea per uno scherzo per il tuo compleanno, ma forse cambierò piani.” 

“Ti conviene Miller, ti conviene. Solo perché sei tu, questa volta la passi liscia... La prossima, non ci giurerei.” 


                                                                          *


“Eccoti qui! Ci chiedevamo dove ti fossi cacciat-“ 

Alek non finì la frase, zittendosi di colpo e fermandosi accanto al tavolo, gli occhi azzurri fissi su Marlena.
Non l'aveva vista per praticamente tutto il pomeriggio, passato in Biblioteca in compagnia di Markus ed Hailey. Tuttavia circa mezz'ora prima aveva deciso di andarla a cercare, chiedendosi dove fosse andata a finire la ragazza. 

Le si avvicinò silenziosamente, occupando la sedia vuota accanto alla sua e osservandola dormire con aria divertita: evidentemente non scherzava, quando diceva di avere un bel po’ di sonno arretrato tra lo studio e lui è Markus che passavano le serate a spettegolare. 

La sera prima avevano però coinvolto anche lei, che si era messa a ridere quando era entrata in camera loro in pigiama e con il cuscino in mano, sostenendo che non avrebbe mai pensato che anche i ragazzi facessero i “pigiama party”. 


“Io te lo dico sempre, lo studio fa male...”  Alek sorrise appena, parlando a bassa voce anche se sapeva benissimo che lei non poteva sentirlo. 

Gli occhi chiari del ragazzo si spostarono dal viso rilassato di Marlena per posarsi sui fogli sopra ai quali si era appoggiata, addormentandosi con il capo appoggiato sulle braccia.

Tra gli appunti c'era anche altro, in effetti... Sembrava che stesse scrivendo una lettera prima di addormentarsi, indirizzata ai suoi genitori. 
Non volendo però invadere la sua privacy Alek distolse lo sguardo dal foglio di pergamena, tornando a guadare la ragazza profondamente addormentata e con i capelli color castano chiaro che ricadevano sul tavolo.

Dopo un attimo allungò una mano, sfiorandole delicatamente una spalla:

“Lena...” 

Per tutta risposta lei mugugnò qualcosa di incomprensibile, voltando la testa dall'altra parte come a volergli dire di lasciarla stare, facendolo sorridere prima di chiamarla nuovamente, parlando a voce leggermente più alta:

“Lena, è ora di cena... Dovremmo andare.” 

Questa volta Marlena si svegliò sul serio, aprendo gli occhi chiari e sollevando il capo di scatto con aria quasi allarmata, come se le avessero suonato un campanello nelle orecchie:

“Non stavo dormendo! Ciao Alek... Non stavo dormendo, vero?” 

“In effetti sì, ti ho trovata a ronfare sugli appunti... Stasera prometto che io e Markus staremo muti e in silenzio, così la nostra bella addormentata potrà riposarsi. Ma adesso è ora di cena, andiamo a mangiare qualcosa.” 

“E quando mai tu salti un pasto, Aleksandur Yavor? Scusa, ma io devo finire qui... Ho perso un'ora a dormire, maledizione!” 

Marlena sbuffò, lanciando agli appunto un’occhiata cupa come se li odiasse a morte, facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo mentre si alzava:

“Non mi interessa... Vieni con me, ora.”

“Non posso, non riuscirò mai a finire... Andrò a letto alle 3!” 

“Marlena. Guarda che ti sollevo di peso fino al castello.” 

“Non lo faresti mai.” 


Alek sorrise con aria divertita, inarcando un sopracciglio come a volerle dire “scommettiamo?” 

È infatti due secondi dopo Marlena si ritrovò con le gambe all’aria, issata in spalla al compagno di scuola:

“ALEK! Che fai, mettimi subito giù!” 

“Lo farò, quando saremo fuori di qui... Andiamo a cena e non opporre resistenza, ho deciso così è così sarà.” 

“Testa di legno.” 

“Anche io ti voglio bene Lena, non sai quanto.” 














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Angolo Autrice:

Sono sempre più consapevole che se non faccio diventare canon la Malek mi ucciderete... Oppure qualcuno farà fuori i miei OC, vero Hadley? XD 

Ad ogni modo grazie per le informazioni sulla famiglia che mi avete mandato, mi serviranno per il prossimo capitolo :) 
Non potevo non mettere un capitolo sul 1º Aprile... E qualcuno si è beccato qualche scherzo poco piacevole, mentre Markus fa sogni decisamente assurdi. (Grazie Nene, sei grande fonte d’ispirazione XD) 
Non mi dilungo oltre perché ho sonno, perciò vi saluto... Ci vediamo tra un paio di giorni con il nuovo capitolo! 
Buonanotte,

Signorina Granger 

   
 
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