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Autore: Kimberly Horan    17/09/2016    1 recensioni
Sofia si trova a Londra per presentare la mostra a cui ha lavorato per circa tre anni. Giovane, intraprendente e con un carattere forte, sembra non esserci nulla per lei al di fuori del suo progetto e dello studio, questo finché non incontra il principe Harry. Tra i due scatta qualcosa fin da subito, ma far funzionare la loro relazione sarà più complicato del previsto. Cosa saranno disposti a rinunciare pur di coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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La fortuna più grande era che la mostra era finita prima che la notizia fosse diffusa, cosa che accadde parecchio in fretta. Elisabetta chiamò Sofia per farle un interrogatorio senza fine a cui lei ed Harry, il quale ascoltò la telefonata di nascosto, risposero come se si trattasse di un gioco. Se fosse stata lì di persona sarebbe stato infinitamente peggio.
I giornalisti non potevano essere più felici di così: il principe Harry, scapolo d’oro della corona inglese, aveva una relazione che non si era dato pena di smentire e che anzi, probabilmente avrebbe confermato al più presto. Non appena avesse ottenuto il consenso della sua famiglia.
In verità non aveva davvero bisogno che qualcuno approvasse la cosa, però ci teneva a fare tutto in modo pacifico. Così lui e Sofia avrebbero potuto vivere in tutta tranquillità la loro relazione. Ah! Gli faceva strano pensarla così, specialmente perché ogni volta si stupiva di quanto quella parola fosse bella.
Harry si sentiva con la testa fra le nuvole mentre aspettava di esser ricevuto da sua nonna. Immaginare come sarebbe potuto andare quell’incontro sarebbe stato come giocare d’azzardo, così si limitò ad attendere. Poco dopo venne chiamato all’interno dello studio, dove lo stavano aspettando i suoi nonni.
Elizabeth distolse lo sguardo dal giornale e fece cenno al nipote di sedersi. La situazione era tesa e Harry si sentì strano, dal momento che lui sembrava essere il più calmo.
“Credo che tu ci debba delle spiegazioni”. La regina gli porse la rivista, una delle tante con la notizia del mese.
“Che spiegazioni vuoi che ci siano!” Esclamò Philip. “Sarà come tutte le altre volte! Credevamo che avessi smesso con gli scandali ma non credo che tu ne sia capace a questo punto!”
“Non c’è nessuno scandalo, ve lo assicuro”, spiegò con calma e convinzione Harry.
“E allora come lo spieghi quello? La tua faccia è di nuovo su tutti i giornali!”
“Lo so nonno ma stavolta è diverso”, fece un profondo respiro prima di proseguire. “Ho intenzione di fare le cose seriamente questa volta. Voglio annunciare il mio fidanzamento e sposarmi al più presto “.
Una frase simile lasciò perplessi i presenti e nella stanza tornò il pesante silenzio che c’era quando Harry era entrato.
“Quale è il nome della ragazza?” Elizabeth non aveva veramente letto tutti quegli articoli, voleva sentire la versione di Harry prima di valutare se credere o meno ai giornali.
“Sofia De Angelis. E’ una storica e ha curato la mostra sulla Prima Guerra Mondiale che si è svolta ad Oxford”
“Quella mostra ha riscosso più che un discreto successo, a quanto ho sentito”, intervenne Philip tranquillizzandosi un po’.
“E’ stata molto bella ed è lì che l’ho incontrata. E’ una donna straordinaria, intelligente ed eccezionale”.
Lo sguardo impenetrabile di Elizabeth indagò il volto del nipote. Harry era sincero, sì su questo non c’erano dubbi, ma si poteva dire lo stesso della ragazza? Certamente il fatto che Harry avrebbe fatto come William, prima o poi, era inevitabile ma non bisognava mai fidarsi troppo. Kate era stata una scelta accettabile, però non l’aveva mai convinta più di tanto. Inoltre, negli occhi di Harry lesse qualcosa che non aveva mai visto in quelli di William: una totale ammirazione per la persona amata.
L’ammirazione verso una donna è pericolosa e gli uomini perdono la ragione. Harry era stato un ragazzo problematico e si era lasciato condizionare più di una volta. Le sue relazioni amorose erano sempre state un disastro e la disperata ricerca di attenzioni l’aveva portato a fare gesti sconsiderati. Elizabeth provava per lui un grande affetto e sapeva che aveva anche delle splendide qualità e capacità, tuttavia, in una situazione delicata come quella, occorreva prestare ancora più attenzione che per quando era accaduto a William.
“Se davvero hai intenzioni serie, come hai detto, voglio conoscerla”, disse in tono serio Elizabeth. “Le farò recapitare un invito per il ricevimento di questa domenica”.
Harry pensò che l’avrebbe invitata di persona. Sorrise compiaciuto ed annuì. “Perfetto, allora siamo d’accordo”. Si alzò in piedi e prima di andarsene baciò la nonna sulla guancia. Con il nonno non ci provò nemmeno, quando il Duca di Edimburgo era di cattivo umore era meglio ignorarlo.
Appena fuori, Harry prese il telefono e chiamò Sofia.
“Ho una buona notizia da darti!”
Dall’altro capo, Sofia si scansò istintivamente per evitare che il tono euforico di Harry le rompesse un timpano. “Sembri piuttosto elettrizzato! Di che si tratta?”
“Voglio dirtelo di persona, dove sei? Ti passo a prendere!”
“Sono al British e ora non è un buon momento, visto che devo vedermi con Enea”
“E’ arrivato a Londra?”
Nello stesso momento in cui Harry le fece quella domanda, Sofia vide suo fratello che l’aspettava davanti all’entrata del museo. Dapprima sorrise, felice di rivederlo, poi, man mano che si avvicinava, notò lo sguardo duro con cui la stava guardando e il sorriso scomparve.
“Decisamente non è un buon momento, credimi. Ti chiamo dopo”. Senza aggiungere altro riagganciò.
 
“Sono deluso, molto deluso!” Esclamò Enea nei corridoi del British. “Come ti è saltato in mente di fare una cosa simile! E senza nemmeno dirmelo! Sono venuto a saperlo dai giornali!”
“Ho pensato che dirtelo per telefono non sarebbe stato carino, dal momento che saresti venuto qui per la conferenza”
“Sì, esatto! Sono qui per la conferenza e tu eri qui per la mostra, non per andare a Parigi con l’uomo più donnaiolo dell’Inghilterra!”
“Adesso non esagerare Enea, tutti noi abbiamo avuto le nostre avventure amorose da adolescenti, semplicemente a nessuno importava”.
“Sofia, tu sei una brava storica e hai una brillante carriera davanti a te. Davvero vuoi gettare tutto al vento per stare con uno che non ha mai fatto nulla nella sua vita?”
Capire Enea, su questo aspetto, era piuttosto semplice. Suo fratello aveva un’unica convinzione: i membri delle famiglie reali sono tutti dei raccomandati. Il fatto che siano nell’esercito o che studino all’università è solamente una farsa e in realtà non sono altro che degli incapaci che non sanno fare nulla. Una visione piuttosto estrema, ma tutto nella mente di quell’uomo era estremo. Alla base c’era semplicemente un’altissima considerazione di se stesso e di ciò che era.
Discutere con lui fu a dir poco stressante e per protesta, alla fine si rinchiuse nei meandri del British Museum ad esaminare la Stele di Rosetta, vero amore della sua vita. Non che ne avesse veramente bisogno per motivi di studio, dal momento che quella fase l’aveva già superata, ma se avesse detto che aveva bisogno di distrarsi perché aveva litigato con sua sorella, non avrebbero dato il permesso nemmeno a lui.
Harry si offrì di venire a prendere Sofia al British, ma lei rifiutò. Se Enea fosse uscito per puro caso e lo avesse visto lì sarebbe scoppiata una guerra.
I due si incontrarono in centro, in un ristorantino appartato e abbastanza lontano dal museo. Quando Sofia vide Harry, si gettò tra le sue braccia intenta a lasciarsi quel pomeriggio così pesante alle spalle.
“Com’è andata?” Domanda sbagliata che rovinò il momento.
Sofia alzò lo sguardo verso di lui. La situazione era delicata e sapeva che Harry ci sarebbe rimasto male. Quello che doveva dirgli non era semplice e non voleva ferire i suoi sentimenti, il problema era trovare le parole giuste.
“E’ meglio parlarne più tardi”, gli disse con poca convinzione. “Non fare domande! Piuttosto dimmi la bella notizia”
Il volto di Harry s’illuminò. “Oggi ho parlato con i miei nonni, di noi due e, dopo avergli spiegato che non si tratta del classico flirt amoroso, mia nonna vuole conoscerti. Questa domenica vuole che andiamo insieme ad un ricevimento”.
“Oh!” esclamò sorpresa Sofia. “Non credevo che questo sarebbe accaduto così presto”
“Perché no? Non avrebbe senso aspettare”
“Sei sicuro di non voler….fare le cose con più calma”.  
“Credi che stia correndo troppo? Ti dà fastidio?”
“No! Certo che no!” Si affrettò a rispondere Sofia. “Semplicemente non voglio che tu te ne possa pentire…”
Harry alzò gli occhi al cielo. “Sciocchezze!” Fosse stato per lui l’avrebbe sposata anche in quel preciso istante, però decise di tenersi i suoi pensieri per sé. Di matrimonio non ne avevano ancora parlato e in ogni caso c’erano alcuni dettagli da sistemare prima.
“Ora tocca a te”
“Cosa?” Sofia fece finta di non capire.
“Devi dirmi com’è andata oggi al British”
Sofia trattenne il respiro. “Ecco, a proposito di questo ho una cattiva notizia: mio fratello non approva la nostra relazione”
Quella frase colpì Harry come uno schiaffo in piena faccia. “Perché?” Chiese sconvolto.
“Ecco, lui non crede che tu sia la persona giusta per me, inoltre pensa che nove anni di differenza siano decisamente troppi”.
“Ma è ridicolo, siamo adulti a chi vuoi che interessino nove anni di differenza?”
“Lo so, e hai ragione ma Enea la pensa così e credimi, cercare di fargli cambiare idea sarebbe tempo sprecato”.
Harry sospirò visibilmente innervosito. “Sta tranquillo, non è una tragedia e poi a lui non piace nessuno”, Sofia gli prese il volto tra le mani e lo costrinse a guardarla. “Non hai nulla di cui preoccuparti: le cose tra noi due non cambieranno solo perché lui non è d’accordo”.
“Sono certo che la cosa ti dispiaccia più di quanto tu voglia ammettere e non voglio che tu soffra”.
Sofia sorrise dolcemente, felice del fatto che Harry si preoccupasse così tanto per lei. Alzandosi in punta di piedi lo baciò e lui ricambiò stringendola forte a sé. “Mi dispiace è vero, però non voglio rinunciare a te. Enea dovrà farsene una ragione e sono certa che in fondo al cuore non mi vorrà meno bene di quanto me ne ha sempre voluto”.
Quella era una magra consolazione. Harry voleva far andare bene le cose a qualsiasi costo. Voleva essere accettato dalle famiglia di Sofia. Si disse che per il momento era meglio risolvere una questione alla volta e per prima cosa lui e Sofia, si concentrarono sul ricevimento.
“Non devi essere nervosa, andrà tutto bene”. Le disse Harry quel fatidico giorno, prima di scendere dalla macchina.
“Lo stai dicendo a me o a te stesso?”
“Ad entrambi, credo”. Si sistemò la giacca e la cravatta.
“Non credevo che saresti stato così nervoso”, ammise Sofia prendendolo sotto braccio.
“Chi dice che lo sono?”
“Le macchie rosse che hai in faccia e sì, si notano anche se hai la barba. I medici le chiamano: macchie di simpatia”
“Grazie per la spiegazione ma la cosa non mi è molto utile. Tu sembri stranamente calma”.
“Riparliamone tra qualche minuto”.
Sofia si sentiva sempre nervosa all’ultimo momento. E quando lei ed Harry fecero il loro ingresso nel giardino, si strinse forte al braccio di lui augurandosi che quella mattinata passasse presto. Il cuore le batteva pesante nel petto. Non veloce, non lento, solamente in modo pesante. Sì, perché ad ogni battito tremava. La paura di risultare inadatta, o ridicola al fianco di Harry, non si era mai fatta così viva come in quel momento. Cosa sarebbe accaduto se la regina non l’avesse ritenuta la donna giusta per Harry? Quella era una bella domanda, che in una situazione simile sorgeva spontanea. Tuttavia, Sofia si impose di non pensarci, altrimenti si sarebbe fatta prendere dal panico. Doveva mantenere la calma e questo, almeno esteriormente, poteva farlo. Certamente il contesto non era d’aiuto, considerato che gli occhi di tutta l’alta società londinese erano fissi su lei ed Harry. Che fossero uomini o donne, aveva poca importanza perché tutti erano intenti a parlottare e a commentare ogni singola cosa riguardasse la nuova coppia.
Il ricevimento si svolse all’aperto, in un bel giardino dove erano stati sistemati tavolini bianchi, posti sotto a gazebi in tinta per riparare gli ospiti dal sole, che stranamente sembrava splendere più del solito. Cibi e bevande vennero serviti a buffet, e tra una presentazione e l’altra, Harry insistette affinché Sofia mettesse qualcosa nello stomaco.
Fu verso le undici che sua Maestà Elizabeth fece il suo regale ingresso. Camminando tra i presenti, prestò loro ancor meno attenzione del solito, procedendo con fare annoiato e limitandosi ad accennare segni di saluti con il capo. L’unica cosa che le interessava quel giorno era conoscere la giovane fiamma del nipote, da quell’incontro sarebbe dipeso tutto.
Quando la regina incontrò finalmente Sofia, ne rimase particolarmente colpita. La prima cosa che pensò sulla giovane, fu che qualcosa nel suo modo di fare e nel suo volto, le ricordava sua sorella.
Era strano quel pensiero e la nostalgia che lo seguì. Eppure, guardandola, per un momento fu come rivedere Margaret da giovane. I movimenti aggraziati; la figura snella, sofisticata; gli occhi grandi e dolci ed infine il sorriso splendente ma elegante…sì, le somigliava proprio, ed Elizabeth pensò che quella ragazza, nel suo abitino color pesca, somigliasse ad una principessa molto più di quanto avrebbe potuto somigliarvi Kate in tutta una vita di gioielli e diamanti splendenti.
“Nonna, lascia che ti presenti Sofia”, Harry la introdusse con orgoglio, sorridendo e guardandola con occhi pieni d’amore.
“Vostra maestà”, Sofia fece la riverenza.
“Mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito, Harry ci ha parlato molto di te”, disse Elizabeth con il tono freddo e distaccato che l’aveva sempre contraddistinta.
“Posso assicurarvi che in verità non c’è molto da dire”. Il tono educato non era eccessivamente riverenziale e in quel modo, laddove qualunque altra ragazza si sarebbe letteralmente inginocchiata pur di farsi notare dalla regina, Sofia mise ben in chiaro che lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non si sentiva minimamente inferiore. Provava per lei rispetto, ma perché era la nonna di Harry e non perché era la regina.
Alla regina non sfuggì nulla del suo pensiero o delle sue intenzioni. Lo poteva vedere dal modo in cui stava ben dritta con la schiena, dallo sguardo fiero nonostante l’espressione dolce del viso.
La regina le sorrise. “C’è sempre molto da dire su una persona. Spero che avremo il piacere di vederti più spesso da ora in poi”.
“Con grande piacere, maestà”.
Elizabeth ed Harry si lanciarono uno sguardo d’intesa e lui seppe che sua nonna stava dando il consenso affinché la loro storia andasse avanti.
“Sei stata meravigliosa”, sussurrò a Sofia una volta soli.
“Non ho fatto nulla”
“Kate ha dovuto avere un’insegnante per imparare a fare una riverenza come si deve. Tu da dove hai imparato?”
“Dai libri di storia”, rispose lei con soddisfazione. “Ho sempre avuto una naturale curiosità per la storia sociale: piccoli gesti quotidiani e abitudini descritte nei minimi dettagli delle varie società”.
“In pratica sei una gran curiosa”.
“Essere curiosi è una qualità fondamentale per una storica”, Sofia gli fece l’occhiolino e Harry si mise a ridere divertito.
“Direi che è ora di andare”.
Sofia lo guardò confusa. “Che vuoi dire?”
Harry inarcò un sopracciglio, sorridendo.

 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Spero vivamente che questo capitolo sia venuto bene come speravo!! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!! >.< spero di essere riuscita a far capire i sentimenti di Sofia bene come con quelli di Harry!
 
  
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