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Autore: kamy    04/05/2009    1 recensioni
Mi sto trasformando tra le nebbie dell’oblio della mente e non so cosa diventerò. (La storia è la stessa, solo che per facilitare la lettura l'ho divisa). Recensite vi prego
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Adventures '
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Cap.1 Kakaroth reborn

 

Vegeta si sveglio di soprassalto, riconoscendo l’aura di Goku mentre si tramutava da una benigna a una malvagia.

«Tanti auguri a te! Tanti auguri, caro Trunks…!» le urla proveniente dal salone al piano di sotto risuonavano nella sua camera da letto.

Vegeta si alzò in piedi, sentiva le gambe dolergli e delle fitte alla schiena.

"La sua donna ha detto che lo ha lasciato a casa a dormire, ma sembra che gli sia successo qualcosa". Si massaggiò il viso, cercando di regolare il respiro e si appoggiò alla parete. "In questi giorni era stato strano, non aveva il suo solito sorriso ingenuo da tonto. Siamo stati dei dannati sciocchi a non impedirlo, ora non sanno cosa ci aspetta, non c’è niente di più terribile di un saiyan di tale potenza inferocito". Piegò di lato il collo, sentendolo scricchiolare e si massaggiò la spalla destra, gli doleva. "Temevo un’eventualità del genere".

Fletté ripetutamente le gambe, la caviglia slogata gli diede una fitta e ingoiò un gemito di sofferenza, mordendosi il labbro inferiore. Infilò una vecchia battle-suit, la stoffa era logora all’altezza delle ascelle e le spalline dorate erano opache. "Se quell’idiota torna alle origini, non vedo perché non debba seguirne l’esempio.

Forse finalmente avrò lo scontro catarchico che volevo da tempo".

Infilò i suoi guanti candidi, aprendo e chiudendo le mani un paio di volte.

"Mi chiedo come farò a far tornare in sé quell’idiota. Non ci si può mai godere un attimo di tranquillità, deve sempre finire tutto in una maledetta tragedia". Avvertì una fitta al cuore, aprì la porta della sua stanza e scese le scale.

«Bulma!» chiamò la moglie, rimanendo accanto all’ultimo gradino.

«Scusami Chichi, forse quello scimmione asociale ha deciso di partecipare alla festa» disse gentilmente Bulma. Chichi annuì e Bulma si allontanò, uscì dal salone e raggiunse le scale.

Vegeta le passò accanto, aprì la finestra e si voltò verso di lei con gli occhi socchiusi.

«Bulma, ascoltami» disse con tono serio.

Bulma impallidì, guardando i tratti tesi del viso del marito e, stringendo un pugno, domandò: «Vegeta, che succede?».

Vegeta incrociò le braccia al petto e si sporse, guardandola in viso.

«Ascoltami bene, non c’è tempo. Fai infilare la tuta di combattimento a Trunks e portalo con te, insieme agli altri. Porta anche Gohan, Chichi e Goten e andatevene via da qui. Subito!» ordinò.

Bulma gli afferrò il braccio.

«Che diamine significa? Dove devo andare con la famiglia di Goku e nostro figlio?» domandò.

Vegeta le prese il viso tra le mani. «Ascoltami, per una volta. Questo posto potrebbe saltare in aria a breve, è importante che porti via tutti.

Va bene?

Portati anche gli altri tuoi amichetti e chiama quelli che non ci sono. Il muso verde potrebbe essere utile» le diede istruzioni.

Le iridi color cielo di Bulma si rifletterono in quelle color ossidiana di lui.

«Cosa sta succedendo?» chiese nuovamente la terrestre.

«Chiedi a Trunks di captare le auree, te lo dirà lui. Ti prego, impedisci a Goten e Gohan di intromettersi, sarebbero solo d’intralcio. Troverò una soluzione» giurò il principe dei saiyan. Si staccò dalla moglie e raggiunse la finestra, mettendo un piede sul davanzale.

Bulma lo seguì, Vegeta si voltò e si protese verso di lei;a  baciò con foga, premendo le sue labbra contro quelle di lei. «Ti amo» disse secco.

«A-anch’io» biascicò lei.

Vegeta spiccò il volo dalla finestra, estrasse da una tasca della tuta un senzu e se lo portò alla bocca, masticandolo rumorosamente.

«Se pensi che ti farò distruggere tutto quello per cui abbiamo sempre combattuto, te lo scordi Kakaroth» sibilò tra sé e sé.

"Forse avrei dovuto dire addio al mio moccioso" rifletté.

Goku si teletrasportò davanti a lui, la sua tuta arancione brillava illuminata dalla sua aura dorata, nelle sue iridi verde-acqua brillava una luce vermiglia; la sua trasformazione al secondo livello.

«Buonasera, Kakaroth. Penso che questa volta sia davvero tu» lo salutò Vegeta.

L’altro annuì, ghignando. «Buonasera, principe. Mi aiutereste a distruggere il pianeta?» gli domandò.

Vegeta controllò che le auree degli ospiti si allontanassero.

«Avrei in programma di sconfiggerti, a onor del vero» ammise. Si trasformò in supersaiyan di secondo livello a sua volta.

Si scrutarono a vicenda, guardandosi negli occhi, immobili. Il vento prodotto dalle loro auree gli faceva ondeggiare le spesse ciocche more.

«Come diresti normalmente tu, qui c’è troppa gente. Che ne diresti di andare a combattere da un’altra parte?» propose Vegeta.

«Avete ragione, una frase tipica di quel tontolone di Goku. Acconsento solo perché non mi piace mischiare il mio ossigeno con quello di questi insetti» rispose Kakaroth.

Vegeta si alzò in volo ed entrambi si diressero nella stessa direzione, era il più giovane a fare strada.

"Mi sta portando nel luogo dove abbiamo avuto il nostro primo scontro qui sulla Terra" rifletté il principe dei saiyan.

Atterrarono nella zona deserta, tra i massi vermigli.

«Questo luogo rassomiglia a Vegeta-sei. Non trova? Ecco perché lo ha scelto anche quando è divenuto MajinVegeta» fece notare Kakaroth, guardando le montagne rosse alle sue spalle.

Vegeta aumentò la sua aura, gridando. Kakaroth partì all’attacco, cercando di raggiungerlo con una raffica di pugni, Vegeta li schivò scattando a destra e a sinistra. Kakaroth tentò di raggiungerlo con una ginocchiata alla pancia, Vegeta si piegò schivandola e fu raggiunto da una gomitata alle spalle. Sputò sangue, fece leva con le braccia sulla gamba di Kakaroth e, con una capriola in aria, si rimise in piedi. Avvertì Kakaroth raggiungerlo con un calcio alle spalle e saltò, schivandolo. Il colpo di Kakaroth si abbatté sul terreno, creando una voragine.

La polvere rossastra del terreno si alzò, avvolgendo Kakaroth che si rialzò in piedi, nell’oscurità il suo ghigno brillava.

Ripartì all’attacco, ci fu uno scambio di colpi, Vegeta provò a raggiungere il viso dell’avversario con un pugno, ma Kakaroth gli bloccò la mano. Vegeta tentò con l’altro pugno, ma il nemico gl’immobilizzò anche l’altra mano.

L’avversario strinse la presa, stritolandogli i pugni fino a fargli scricchiolare le ossa.

Tra i due ci fu uno scambio di calci e Vegeta lo raggiunse con una forte testata, infierendo con dei calci allo stomaco. Kakaroth non gli lasciò andare le mani, lo raggiunse con una ginocchiata allo sterno, un calcio nello stesso punto, e un calcio alto al volto con cui lo fece volare via.

Vegeta volò contro una montagna, distruggendola nell’impatto e, con il corpo ricoperto di tagli sanguinanti ed ematomi, ripartì all’attacco in volo.

Raggiunse Kakaroth e ripresero a scambiarsi calci, pugni e ki-blast. Si raggiunsero a vicenda con un pugno al volto.

Vegeta saltellò all’indietro, allontanandosi. «Kakaroth, hai intenzione di raggiungere il terzo livello?» domandò.

«Quella trasformazione dura troppo poco e consuma troppe energie. Non è fatta per questo piano astrale, ma per quello dei morti. Inoltre il tuo secondo livello ormai raggiunge senza problemi quella potenza» ringhiò Kakaroth.

Vegeta incassò il capo tra le spalle. "Mi ha sempre sorpreso la sua conoscenza delle strategie di battaglia e vedo che questa caratteristica gli è rimasta" rifletté.

Si trasformarono entrambi in supersaiyan blu e ripartirono all’attacco. Iniziò anche a piovere e la terra polverosa si trasformò in fango color sangue. Il vento sferzava i visi di entrambi, accecandoli con le gocce di pioggia.

Furono costretti ad atterrare, si scambiarono una serie di colpi energetici che brillavano in contrasto con il cielo plumbeo. Si misero l’uno dinnanzi all’altro ed iniziarono a scambiarsi raffiche di pugni.

Il terreno sotto di loro tremava, più volte uno di loro precipitò nel fango, ricoprendosi di esso, sentendolo in bocca e nel naso, sputandolo.

Entrambi erano sporchi, fradici e le loro auree azzurre si riflettevano nelle loro iridi.

  
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