Cap.1 Kakaroth reborn
Vegeta
si sveglio di soprassalto, riconoscendo l’aura di Goku
mentre si tramutava da una benigna a una malvagia.
«Tanti
auguri a te! Tanti auguri, caro Trunks…!» le urla
proveniente dal salone al piano di sotto risuonavano nella sua camera
da letto.
Vegeta
si alzò in piedi, sentiva le gambe dolergli e delle fitte
alla schiena.
"La
sua donna ha detto che lo ha lasciato a casa a dormire,
ma sembra che gli sia successo qualcosa". Si massaggiò il
viso, cercando
di regolare il respiro e si appoggiò alla parete. "In questi
giorni era
stato strano, non aveva il suo solito sorriso ingenuo da tonto. Siamo
stati dei
dannati sciocchi a non impedirlo, ora non sanno cosa ci aspetta, non
c’è niente
di più terribile di un saiyan di tale potenza inferocito".
Piegò di lato
il collo, sentendolo scricchiolare e si massaggiò la spalla
destra, gli doleva.
"Temevo un’eventualità del genere".
Fletté
ripetutamente le gambe, la caviglia slogata gli diede una
fitta e ingoiò un gemito di sofferenza, mordendosi il labbro
inferiore. Infilò
una vecchia battle-suit, la stoffa era logora all’altezza
delle ascelle e le
spalline dorate erano opache. "Se quell’idiota torna alle
origini, non
vedo perché non debba seguirne l’esempio.
Forse
finalmente avrò lo scontro catarchico che
volevo da tempo".
Infilò
i suoi guanti candidi, aprendo e chiudendo le mani un
paio di volte.
"Mi
chiedo come farò a far tornare in sé
quell’idiota. Non
ci si può mai godere un attimo di tranquillità,
deve sempre finire tutto in una
maledetta tragedia". Avvertì una fitta al cuore,
aprì la porta della sua
stanza e scese le scale.
«Bulma!»
chiamò la moglie, rimanendo accanto all’ultimo
gradino.
«Scusami
Chichi, forse quello scimmione asociale ha deciso di
partecipare alla festa» disse gentilmente Bulma. Chichi
annuì e Bulma si
allontanò, uscì dal salone e raggiunse le scale.
Vegeta
le passò accanto, aprì la finestra e si
voltò verso di
lei con gli occhi socchiusi.
«Bulma,
ascoltami» disse con tono serio.
Bulma
impallidì, guardando i tratti tesi del viso del marito e,
stringendo un pugno, domandò: «Vegeta, che
succede?».
Vegeta
incrociò le braccia al petto e si sporse, guardandola in
viso.
«Ascoltami
bene, non c’è tempo. Fai infilare la tuta di
combattimento a Trunks e portalo con te, insieme agli altri. Porta
anche Gohan,
Chichi e Goten e andatevene via da qui. Subito!»
ordinò.
Bulma
gli afferrò il braccio.
«Che
diamine significa? Dove devo andare con la famiglia di Goku
e nostro figlio?» domandò.
Vegeta
le prese il viso tra le mani. «Ascoltami, per una volta.
Questo posto potrebbe saltare in aria a breve, è importante
che porti via
tutti.
Va
bene?
Portati
anche gli altri tuoi amichetti e chiama quelli che non
ci sono. Il muso verde potrebbe essere utile» le diede
istruzioni.
Le
iridi color cielo di Bulma si rifletterono in quelle color
ossidiana di lui.
«Cosa
sta succedendo?» chiese nuovamente la terrestre.
«Chiedi
a Trunks di captare le auree, te lo dirà lui. Ti prego,
impedisci a Goten e Gohan di intromettersi, sarebbero solo
d’intralcio. Troverò
una soluzione» giurò il principe dei saiyan. Si
staccò dalla moglie e raggiunse
la finestra, mettendo un piede sul davanzale.
Bulma
lo seguì, Vegeta si voltò e si protese verso di
lei;a
baciò con foga, premendo le sue labbra contro
quelle di lei. «Ti amo»
disse secco.
«A-anch’io»
biascicò lei.
Vegeta
spiccò il volo dalla finestra, estrasse da una tasca
della tuta un senzu e se lo portò alla bocca, masticandolo
rumorosamente.
«Se
pensi che ti farò distruggere tutto quello per cui abbiamo
sempre combattuto, te lo scordi Kakaroth» sibilò
tra sé e sé.
"Forse
avrei dovuto dire addio al mio moccioso"
rifletté.
Goku
si teletrasportò davanti a lui, la sua tuta arancione
brillava illuminata dalla sua aura dorata, nelle sue iridi verde-acqua
brillava
una luce vermiglia; la sua trasformazione al secondo livello.
«Buonasera,
Kakaroth. Penso che questa volta sia davvero tu» lo
salutò Vegeta.
L’altro
annuì, ghignando. «Buonasera, principe. Mi
aiutereste a
distruggere il pianeta?» gli domandò.
Vegeta
controllò che le auree degli ospiti si allontanassero.
«Avrei
in programma di sconfiggerti, a onor del vero» ammise. Si
trasformò in supersaiyan di secondo livello a sua volta.
Si
scrutarono a vicenda, guardandosi negli occhi, immobili. Il
vento prodotto dalle loro auree gli faceva ondeggiare le spesse ciocche
more.
«Come
diresti normalmente tu, qui c’è troppa gente. Che
ne
diresti di andare a combattere da un’altra parte?»
propose Vegeta.
«Avete
ragione, una frase tipica di quel tontolone di Goku. Acconsento
solo perché non mi piace mischiare il mio ossigeno con
quello di questi
insetti» rispose Kakaroth.
Vegeta
si alzò in volo ed entrambi si diressero nella stessa
direzione, era il più giovane a fare strada.
"Mi
sta portando nel luogo dove abbiamo avuto il nostro
primo scontro qui sulla Terra" rifletté il principe dei
saiyan.
Atterrarono
nella zona deserta, tra i massi vermigli.
«Questo
luogo rassomiglia a Vegeta-sei. Non trova? Ecco perché
lo ha scelto anche quando è divenuto MajinVegeta»
fece notare Kakaroth,
guardando le montagne rosse alle sue spalle.
Vegeta
aumentò la sua aura, gridando. Kakaroth partì
all’attacco, cercando di raggiungerlo con una raffica di
pugni, Vegeta li
schivò scattando a destra e a sinistra. Kakaroth
tentò di raggiungerlo con una
ginocchiata alla pancia, Vegeta si piegò schivandola e fu
raggiunto da una
gomitata alle spalle. Sputò sangue, fece leva con le braccia
sulla gamba di
Kakaroth e, con una capriola in aria, si rimise in piedi.
Avvertì Kakaroth
raggiungerlo con un calcio alle spalle e saltò, schivandolo.
Il colpo di
Kakaroth si abbatté sul terreno, creando una voragine.
La
polvere rossastra del terreno si alzò, avvolgendo Kakaroth
che si rialzò in piedi, nell’oscurità
il suo ghigno brillava.
Ripartì
all’attacco, ci fu uno scambio di colpi, Vegeta
provò a
raggiungere il viso dell’avversario con un pugno, ma Kakaroth
gli bloccò la
mano. Vegeta tentò con l’altro pugno, ma il nemico
gl’immobilizzò anche l’altra
mano.
L’avversario
strinse la presa, stritolandogli i pugni fino a
fargli scricchiolare le ossa.
Tra
i due ci fu uno scambio di calci e Vegeta lo raggiunse con
una forte testata, infierendo con dei calci allo stomaco. Kakaroth non
gli
lasciò andare le mani, lo raggiunse con una ginocchiata allo
sterno, un calcio
nello stesso punto, e un calcio alto al volto con cui lo fece volare
via.
Vegeta
volò contro una montagna, distruggendola
nell’impatto e,
con il corpo ricoperto di tagli sanguinanti ed ematomi,
ripartì all’attacco in
volo.
Raggiunse
Kakaroth e ripresero a scambiarsi calci, pugni e
ki-blast. Si raggiunsero a vicenda con un pugno al volto.
Vegeta
saltellò all’indietro, allontanandosi.
«Kakaroth, hai
intenzione di raggiungere il terzo livello?»
domandò.
«Quella
trasformazione dura troppo poco e consuma troppe energie.
Non è fatta per questo piano astrale, ma per quello dei
morti. Inoltre il tuo
secondo livello ormai raggiunge senza problemi quella
potenza» ringhiò
Kakaroth.
Vegeta
incassò il capo tra le spalle. "Mi ha sempre
sorpreso la sua conoscenza delle strategie di battaglia e vedo che
questa
caratteristica gli è rimasta" rifletté.
Si
trasformarono entrambi in supersaiyan blu e ripartirono
all’attacco. Iniziò anche a piovere e la terra
polverosa si trasformò in fango
color sangue. Il vento sferzava i visi di entrambi, accecandoli con le
gocce di
pioggia.
Furono
costretti ad atterrare, si scambiarono una serie di colpi
energetici che brillavano in contrasto con il cielo plumbeo. Si misero
l’uno
dinnanzi all’altro ed iniziarono a scambiarsi raffiche di
pugni.
Il
terreno sotto di loro tremava, più volte uno di loro
precipitò nel fango, ricoprendosi di esso, sentendolo in
bocca e nel naso,
sputandolo.
Entrambi
erano sporchi, fradici e le loro auree azzurre si
riflettevano nelle loro iridi.