Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: Lissi_77    18/09/2016    4 recensioni
La mia storia è ambientata un anno dopo dall'ultima puntata della quarta stagione. Un nuovo personaggio entrerà a far parte della storia e se volete sapere...beh, leggere è l'unico modo per scoprire cosa succederà tra i personaggi della storia. (Sono nuova, ma accetto qualsiasi consiglio e critica)
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UN PASSATO DIFFICILE

 

“Non dici niente” Emma si stava preoccupando, guardando l’informatica ancora sorpresa dalla notizia, anzi schioccata. “Che devo dire?” scosse il capo “Wow…non me l’aspettavo...” disse ancora con voce tremante.

“Emma sono tornata…che ne dici ci alleniamo insieme?” la voce di Oliver risuonò nel loft. Lui ancora ignaro di chi era dentro casa. “Siamo qui” lo avvertì la ragazza. “Siamo? Chi c’è con te?” il sorriso di Oliver si spense nel momento stesso in cui vide Felicity. Lo sguardo preoccupato nel vedere la sorella senza quel semplice accessorio che la camuffava anche se per poco.

“Ciao Oliver…” Felicity adesso li guardava l’uno vicino all’altra e la somiglianza era veramente tanta. “Suppongo tu sappia tutta la verità” annuì Oliver, ma nessuna delle due aveva capito se era sollevato o altro. “Che siete fratelli?” disse Felicity “Sono ancora schioccata se te lo stai chiedendo” la sua affermazione suscitò un sorriso sui due.

“Meglio…una persona in meno alla quale dirlo” Oliver si sedette sul divano difronte a quello in cui era Felicity. “Però non capisco…nessuno aveva mai parlato di un terzo fratello nella famiglia Queen…e poi anche Thea se ne sarebbe ricordata, non trovi?” adesso la mente della povera IT girl era intasata dalle innumerevoli domande.

“Credo tu voglia sapere perché non si è più parlato di me all’interno della famiglia” Emma prese posto vicino ad Oliver, per iniziare a parlare della sua storia e di come si era rincontrata con Oliver.

 

“E’ stato tanto tempo fa…” Emma passò la foto che qualche ora prima aveva nascosto gelosamente “All’epoca Oliver aveva dieci anni e Thea ne aveva a malapena uno…io sono la sorella di mezzo…e avevo cinque anni all’ora” iniziò. Felicity guardò la foto e c’erano Oliver da bambino che sorrideva, insieme ad una piccola Emma che reggeva la sorellina appena nata.

“Mio padre e mia madre avevano fatto un patto con il diavolo…la compagnia stava fallendo e sono stati costretti a chiedere aiuto. Come saprai, dalle prime azioni di giustiziere di Oliver, che la mia famiglia non era così onesta come faceva sembrare. I soldi ti rendono avido e quando iniziano a scarseggiare qualcuno fa di tutto per evitare che avvenga” continuò. “E ovviamente i nostri genitori sono tra quelle persone” aggiunse Oliver per lei.

“Un’anno prima che Thea nascesse, Moira e Robert fecero un accordo con l’associazione russa…nota come Bratva…il contratto che firmarono era in russo e nessuno si rese conto di cosa si stava firmando” spiegò “il contratto stabiliva questo…dal momento in cui la compagnia di famiglia fosse ritornata a dare i suoi frutti, la famiglia Queen era costretta a pagare un debito con la Bratva” Felicity arrivò a capire cosa fosse successo.

“Sai no…la Bratva è un’organizzazione che agisce su iù fronti e quindi ha diversi…componenti, diciamo così…tra cui Sebastian Ivanov…uno dei generali…uno dei capi, un pezzo grosso per intenderci” quella parte della storia era difficile da raccontare.

“Sta di fatto che Sebastian e Ilona Ivanov non potevano avere figli e per la società loro non avere eredi era una cosa brutta…un ponto dolente…in pratica la Bratva venne a sapere che nostra madre era incinta…di Thea…esattamente” Oliver le strinse la mano.

“Nel contratto pretendevano un bambino o una bambina…biondo co occhi azzurri, visto che queste erano le caratteristiche di entrambi i genitori. Loro volevano Thea…ma come sappiamo non rientrava nelle caratteristiche desiderate e sono sicura sia stato un bene” spiegò.

“La nostra famiglia pensò di essere al sicuro…che il patto era sfumato, ma la Bratva…non da niente gratis e se voleva un bambino…avrebbe preso un bambino…così…decisero se prendere me o Oliver…gli unici due che corrispondevano alla descrizione…il punto era che lui era troppo grande…e io avevo cinque anni, tra i due…io avevo più probabilità di dimenticare il passato” concluse.

“Quindi ti hanno portata via?” Felicity era ulteriormente schioccata. “Si…quella sera…il sei agosto del millenovecento novantacinque venni caricata a forza su una macchina scura e portata in Russia” Oliver porse ad entrambe un bicchiere di vino. Non si poteva ascoltare certe storie.

“Hanno cercato di farmi dimenticare chi ero…dovevo dimenticare Emma Queen e diventare Emma Alexandra Ivanov” continuò “per le prime due settimane tentai con tutte le mie forze di resistere alle loro lamentele e alle loro percosse, ma Sebastian se voleva sapeva darli gli schiaffi” si toccò la guancia al ricordo.

“Ricordo che ho resistito più del dovuto e nonostante fossi ancora piccola decisi di fingere…visto che era l’unica soluzione possibile. Ho preso tutte le cose che ero riuscita a portare via, compresa questa foto e altre, le ho riposte in una scatola chiusa a chiave e l’ho sotterrata vicino alla tomba di un antenato della famiglia. Da quel giorno iniziai ad adattarmi alla cultura Russa, a parlare la loro lingua, ad apprezzare il loro stile di vita. Per quello che può significare essere la figlia di uno dei generali della Bratva” annuì.

“L’unica persona alla quale mi sono affezionata era Ilona, la mia presunta madre, la consideravo di famiglia. Lei era l’unica che aveva capito la mia situazione, ma non avrebbe mai potuto dire niente o rischiava di essere uccisa dal marito. Ilona mi ha insegnato le tecniche di autodifesa sin da piccola, già dopo un anno ero capace di difendermi, la tecnica del bastone” indicò Felicity “l’ho appresa da lei. Lo stesso vale per il tiro con l’arco…ho avuto dieci anni per perfezionarmi e diventare quello che sono ora e non manco un bersaglio, credo che Green Arrow possa confermarlo” sospirò.

“Quando Sebastian capì che ero portata per la lotta, per le armi e soprattutto capace di combattere, ha deciso di presentarmi al grande capo. Da quel momento hanno cercato di addestrarmi a diventare un killer…allora avevo diciassette anni, ma li ti considerano adulto quando sei in grado di premere un grilletto” il racconto era sempre più drammatico.

“Non hai mai pensato di tornare?” chiese Felicity, ignara delle leggi della mafia russa. “Tornare significava uccidere direttamente tutta la mia famiglia e le persone a me care…l’unica cosa che potevo fare era resistere ed aspettare il momento giusto per chiedere un favore” quell’affermazione creò una domanda silenziosa da parte di Felicity, che Oliver capì perfettamente, all’inizio non aveva compreso neanche lui di cosa si trattasse.

“E’ stato sette anni fa…che la possibilità si è presentata…come oggi, la Bratva era in continua lotta con la Triade, la mafia cinese…e il mio compito era recuperare o rubare, non so di preciso a chi appartenesse, un sottomarino della prima guerra mondiale. All’interno erano custoditi diverse opere di valore inestimabile…solo che si trovava in luogo neutro e per recuperarlo dovevamo avanzare prima della Triade e allo stesso tempo frenarla, assaltando i suoi uomini e distruggendo tutto quello che gli apparteneva” la storia iniziava a farsi più interessante.

“Il capitano…date le mie esperienze passate ha accettato, mi ha dato l’ok per partecipare all’operazione, visto che io ero dei pochi che completava al cento per cento una missione. Naturalmente non potevo affrontare tutto per conto mio…così aspettai qualche settimana, il Capitano era indeciso, faceva test su test e altro ancora per capire quali uomini dovessero seguirmi. Finché una persona di mia conoscenza non ha bussato alla nostra porta” il suo sguardo cadde su Oliver.

“Vi siete già incontrati? E tu perché non hai detto niente?” Felicity era sorpresa, ma se quella storia rientrava nei cinque anni maledetti, sapeva che Oliver sarebbe stato muto come una tomba.

“E’ complicato Felicity…questa storia è un groviglio di fatti…ma se continuo, capirai anche le sue decisioni” Emma rispose semplicemente, già la fatica con cui le raccontava quei fatti era indicibile.

“Era vestito di verde…al momento non lo avevo neanche riconosciuto…e fortunatamente nessuno si era reso conto della nostra somiglianza. Non mi ricordavo neanche come era fatto. Ero sicura di averlo già visto e poi mi sono ricordata della scatola dei ricordi…è stato come riavvolgere il nastro, ma soprattutto quando ha detto di voler essere la mia guardia del corpo, è stato come respirare ossigeno per la prima volta da anni” erano emozioni indescrivibili a parole.

“In pratica non ricordo, è venuto per parlare con una persona di qualcuno che era morto era venuto per mantenere una promessa, ma nessuno arriva nella sede centrale della Bratva e poi va via come se niente fosse” continuò “Così testando le sue doti atletiche e di guerriero, decisero che sarebbe stato lui il mio accompagnatore in questo viaggio…ora continua tu, che mi si è seccata la lingua” Emma lasciò la parola a suo fratello, mentre si alzava per prendere dell’acqua.

“Quando l’ho vista era come se mi fosse caduto un fulmine in testa, all’inizio non volevo crederci…li per li non avevo ricollegato i fatti ed era passato tanto di quel tempo che pensavo si fosse dimenticato di me” sorrise, ricordando il loro incontro.

“Sicuramente sono stato cauto, ma nel momento in cui eravamo soli nell’aereo, non sono più riuscito a resistere e gliel’ho chiesto…se si ricordava di me, chi ero” concluse.

“Io mi ricordavo perfettamente, nonostante la barba e qualche muscolo in più” spiegò “Solo non potevamo far scoprire agli altri che eravamo fratello e sorella, primo perché la mia possibilità di libertà sarebbe andata in fumo e in più avrebbe incatenato entrambi a quel giogo troppo pesante” cercava di essere il più chiara possibile e quando vide che Felicity aveva capito riprese il discorso “Abbiamo raggiunto il sottomarino…era situato in un edificio isolato nel centro della Cina. Con l’aiuto di alcuni uomini della Bratva, trasferimmo il contenuto del sottomarino in un container, prima trasportato con un camion fino al centro della Russia, dove è situata la sede dell’organizzazione” concluse.

“L’unico problema era togliersi la Triade dalle spalle, come ti muovevi era sicuro che c’era qualcuno che ti seguiva e per noi che abbiamo partecipato alla missione non era più sicuro restare li, ma c’era anche il problema della fratellanza, le in quanto membro della Bratva, non poteva abbandonare niente e doveva morire per l’organizzazione, sono queste le regole…non poteva tornare a casa con me” Oliver fece capire a Felicity quanto quella situazione fosse complicata.

“Quindi fummo costretti a combattere una guerra, che non è ancora finita, venne disperso tanto di quel sangue che le strade ne saranno ancora impregnate…gli uomini della Bratva erano stati uccisi tutti, tranne noi e qualche altro, lo stesso valse per la Triade…ma l’unico problema è che non potevamo andarcene, altrimenti oltre alla Triade, saremmo stati perseguitati anche dalla Bratva” Oliver raccontava quelle vicende con freddezza, era meglio rimanere distaccati da certi argomenti.

“Quello fu l’ultimo giorno che vedemmo…gli uomini rimasti della Triade usarono la loro ultima carta…lanciarono diverse bombe a mano nella nostra direzione, facendo saltare qualsiasi cosa. Noi fummo separati da muri crollati e dalle fiamme, finché non svenni…ero stata colpita ed ero piuttosto malconcia” si alzò per mostrarle la cicatrice sulla sua schiena.

“Io invece venni portato in ospedale con ustioni lievi e poi venni portato qui…allo Starling General Hospital” aggiunse Oliver “E mi hanno detto, poco dopo, che Emma era morta nell’assalto…notizia ricevuta dal Capitano in persona” concluse la sua parte di storia.

“Io ovviamente non ero morta…avevo sentito parlare vicino alla mia camera, dicevano che la mia fedeltà era rara e che mi avrebbero alzato di grado, significava non avere più la possibilità di uscirne” spiegò “Una persona mi doveva un favore e questa stessa persona aveva agganci all’interno dell’ospedale, così misi in atto la mia morte…un paio di gocce di tetradotossina favorirono la realizzazione di questa messa in scena. Da quel momento non ero più Emma Ivanov…ma ero diventata Emma Morris, procurandomi dei documenti americani autentici da un’altra persona che mi doveva un favore e mi stabilii a San Francisco. Dovevo rimettermi…avevo delle brutte ferite ancora” il suo racconto stava per finire, ma era comunque una storia molto drammatica la sua.

“Prima di andarmene tornai nella casa in Russia, volevo salutare Ilona…l’unica che sa che sono ancora viva, ma mi ha dato la sua benedizione e mi ha lasciato libera. Presi le mie cose, oggetti d’infanzia e il mio cappuccio blu…mi sono rimessa in sesto dopo diversi mesi. Da allora ho ricominciato ad allenarmi, ormai l’aspetto di arciere era parte della mia vita che io lo volessi o no…” quell’affermazione non valeva solo per se.

“Dai giornali ho saputo di Arrow e della sua squadra…mi sono informata su di voi…ho cercato di aiutarvi come potevo, ma avevo paura a mostrarmi. Purtroppo la Bratva capì che non ero morta, qualcuno mi ha vista” spiegò “E venni portata nuovamente al cospetto del Capitano e costretta a lavorare per loro ancora per tre anni” sembrava un gioco che non finiva più.

“Entrai nelle grazie del Capitano, colui che viene considerato duro e severo, ha dimostrato che in fondo aveva un’anima. Il giorno in cui tornai dall’ennesima missione riuscita, mi convocò nel suo ufficio…senza nessuno che potesse disturbare, il che mi insospettì anzi mi intimorì solitamente le uccidono le persone” la sua paura le fece riprovare quelle sensazioni “Mi ha lasciato via libera…mi disse che ero una persona che stava pagando per i vizi e le colpe di chi avrebbe dovuto proteggermi” si riferiva alla sua famigli.

“Mi disse che ero libera e di rinascere…di diventare quello che volevo” il suo sguardo era più rilassato “Solo che non mi fidavo…mi chiedevo dove fosse l’inganno, per questo non sono tornata subito…sono stata un anno a girare per il mondo a godere della vita che avrei voluto avere…e poi sono venuta a Star City…appena in tempo credo” rise “il resto lo conosci” concluse.

“Accidenti…la vostra è una famiglia particolare!” commentò Felicity, cercando di distendere la mente. “Lo so…non scegliamo noi la nostra storia, o almeno l’inizio…possiamo solo cambiare il finale e renderlo come vogliamo” annuì Emma.

“Una domanda però mi sorge spontanea, perché state aspettando così tanto per dirlo a Thea, credo sarà felice no?” Felicity era perplessa. “Io avrei voluto dirglielo subito, ma Oliver mi ha detto che dopo che ero stata portata via, i nostri genitori hanno cancellato ogni traccia di me…la mia camera che poi è diventata quella degli ospiti, credo, è stata cambiata, le foto in cui ero ritratta erano state tolte e quelle in cui eravamo noi tre insieme, beh…mancavo io, quindi ho pensato che forse bisogna prepararla al fatto che ha una sorella che non sapeva di avere” alzò le spalle.

“Oh…allora credo che tu abbia ragione, ma non so se ti conviene aspettare così tanto…Thea deve averti vista da qualche parte…non ha detto che forse ti aveva visto da qualche parte?” Felicity girava involontariamente il coltello nella piaga.

“Lo so…è una situazione complicata temo, ma sono sicura che arriverà il momento giusto per dirglielo e poi dirlo al resto della squadra” commentò.

 

“Adesso che abbiamo finito di raccontare questa storia, mi spieghi perché hai il polso fasciato?” Oliver non si era lasciato sfuggire quel dettaglio. “Io…beh…” Felicity non sapeva come rispondere. “E’ colpa mia…ci stavamo allenando e tempo di averla forzata troppo” rispose Emma, sapendo quanto poteva essere iperprotettivo suo fratello.

“Oh…e come mai?” Oliver era confuso. “Le insegnavo la tecnica con il bastone…e non è riuscita a schivare il colpo” cercò di tagliare corto. “Non sapevo voi due vi frequentaste” sorrise.

“Beh…sicuramente non è affar tuo giusto?” le due si guardavano. Sapevano che stavano alleggerendo la tensione. “Sarà meglio andare, dopo tutte queste rivelazioni e cose varie, mi è venuto il mal di testa” Felicity si alzò e si mise il cappotto.

“Ti accompagnò” si propose Oliver. “Si…grazie” anche se sperava la riportasse Emma a casa.

 

“Quindi un’altra sorella da proteggere…” ruppe il silenzio Felicity. Oliver le sorrise “Non credo che Emma voglia la mia protezione e poi, senza sminuire Thea, è molto più forte di lei e riesce a cavarsela da sola anche con un dito credimi” la informò.

“Oh…non c’era bisogno di dirmelo, questa sera me ne ha dato una degna dimostrazione e ha detto che un giorno mi avrebbe insegnato ad usare questo” gli mostrò il bastone estraibile che le aveva regalato.

“Quindi è per questo che eri a casa nostra” la guardò qualche istante “ha a che fare con la ferita che hai al polso” sapeva leggerla dentro meglio di chiunque altro. “Potrebbe anche essere” rispose.

“Però” Felicity tornò seria “Secondo me non dovreste aspettare troppo per dirlo agli altri…perché non iniziate dicendo che Emma è il nuovo arciere? Dopo, con il tempo…direte a Thea chi è veramente” propose.

“Ci ho provato in tutti i modi a convincere Emma, ma è più testarda di un mulo, vuole fare tutto di testa sua…come tornare sul campo dopo una commozione cerebrale e delle ustioni…non so proprio che fare!” scrollò la testa.

“Beh…su questo sono sollevata” lo sorprese “Così ti rendi conto di cosa passo io ogni volta che ti feriscono e poi tutto fiero torni a saltare per i tetti…almeno su questo il sangue non mente” rise alla somiglianza tra i due fratelli.

“Lo terrò a mente” le sorrise, fermando l’auto davanti al vialetto della casa di Felicity. “All’inizio pensavo che fosse la tua nuova fiamma” gli occhi di lei si spalancarono alla realizzazione di ciò che aveva detto.

“Io e Emma?” Oliver la guardò divertito “lo sai che da quando mi hai restituito l’anello non ho frequentato più nessuna…ho capito che forse, per chi sono, non è possibile avere una relazione con qualcuno…meglio restare solo, è quello che ho sempre fatto e sembra non ferire nessuno questo” le rispose.

Felicity lo guardò semplicemente, avrebbe voluto dire qualcosa, ma sapeva che doveva frenare i suoi istinti. “E’ meglio che vada…tutte queste notizie mi hanno fatto venire il mal di testa…è meglio che io ci dorma sopra” Felicity uscì dalla vettura, salutandolo e poi avviandosi verso la porta di casa.

Oliver che rimase a fissarla tutto il tempo, vegliando su di lei, come faceva ogni sera da quando aveva deciso di uscire dalla squadra come gli altri. “E’ permesso?” Emma entrò nella postazione di Felicity “E tu che ci fai qui?” le chiese.

“Lo sai che corro veloce...vi ho seguiti, speravo in un finale migliore…ma penso vada bene come inizio” gli sorrise.

“Che vorresti dire scusa?” lo sguardo di lui era stranito da quell’affermazione. “Oh andiamo Oliver, non dirmi che hai veramente accantonato ogni cosa perché non ci crederebbe nessuno e di certo non io…devi avere pazienza, riconquistare la sua fiducia in primis…devi farle capire che per te è importante” gli dette una pacca sulla spalla. “Devi smetterla di fare la donna saggia con me capito ragazza?” le pizzicò una gamba, scoppiando entrambi a ridere.

“Dai…metti in moto, c’è sempre domani per recuperare” quella frase lo fece sorridere anche se debolmente. “Agli ordini capo”.

 

 

SALVE A TUTTI. ECCOMI CON QUESTO CAPITOLO. SPERO DI AVERVI RESO PARTECIPI E AVER RISPOSTO ALLE DOMANDE SU CHI È EMMA E COSA LE È SUCCESSOVI RINGRAZIO PER AVER LETTO E RECENSITO LA MIA STORIA, SPERO DI CONTINUARE A STUPIRVI.

PER I FAN OLLYCITY: VI GARANTISCO CHE EMMA TIFA PER LORO E CHE A BREVE, NON SUBITO, VEDREMO DEI MOMENTI IN CUI I DUE INIZIERANNO A CHIARIRSI PER LASCIARSI ALLE SPALLE GLI SBAGLI COMMESSI.

PER QUANTO RIGUARDA IL PASSATO DI EMMA, CI SONO ANCORA ALCUNE COSE CHE NON SONO STATE DETTE E CHE SVELERO’ PIU’ AVANTI…IN FONDO EMMA E OLIVER SONO FRATELLI ED ENTRAMBI HANNO UN TRATTO DEL CARATTERE SIMILE, SONO SICURA CHE LO AVETE CAPITO.

GRAZIE ANCORA. LISSI.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Lissi_77