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Autore: Kimberly Horan    19/09/2016    1 recensioni
Sofia si trova a Londra per presentare la mostra a cui ha lavorato per circa tre anni. Giovane, intraprendente e con un carattere forte, sembra non esserci nulla per lei al di fuori del suo progetto e dello studio, questo finché non incontra il principe Harry. Tra i due scatta qualcosa fin da subito, ma far funzionare la loro relazione sarà più complicato del previsto. Cosa saranno disposti a rinunciare pur di coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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“No!” Esclamò Sofia. “E’ una pessima idea Harry, la peggiore che tu potessi mai avere!”
Harry alzò gli occhi al cielo e sbuffò, mentre cercava di trascinare Sofia su per le scale del British. “Non fare la bambina! Dobbiamo affrontare la cosa”
“Assolutamente no! Questa è un’improvvisata e mio fratello odia le improvvisate!”
“D’accordo, allora lasciamo stare”. Harry allentò la stretta. “Tu aspettami qui, ci parlo io con tuo fratello”. Fece per andarsene ma Sofia lo fermò aggrappandosi al suo braccio.
“Sei impazzito? Non puoi andare da Enea da solo! A lui non importa se sei un principe, sarebbe in grado di farti una scenata lunga quanto Il Signore degli Anelli, il ritorno del re nella versione estesa! E quel film dura tre ore soltanto nella versione cinematografica!!”
Okay, Sofia stava iniziando a dire cose senza senso. “Non mi interessa! Io devo parlare con tuo fratello e anzi, forse riflettendoci è davvero meglio che tu te ne stia qui buona e tranquilla”.
“ Non ho nessuna intenzione di lasciarti andare da solo, la cosa riguarda anche me”.
Harry la baciò con dolcezza. “Ascoltami e rimani qui, per favore”. Sì, la questione riguardava entrambi, su questo non c’erano dubbi, però lui voleva parlare con Enea da solo. Il problema erano loro due, perciò era tra loro due che la questione andava risolta.
Chiese informazioni all’entrata, quindi prese le scale ed arrivò fino allo studio provvisorio che avevano assegnato al fratello di Sofia.
Harry fece un profondo respiro, poi si fece coraggio ed infine bussò alla porta chiusa. Qualcuno dall’interno gli disse di entrare.
La prima cosa che vide furono due grandi occhi grigio chiaro, somiglianti a schegge di ghiaccio. Erano freddi ed enigmatici, diversi da quelli scuri e profondi di Sofia, eppure in certo qual modo simili.
Con i capelli scuri, dai leggeri riflessi ramati se esposti direttamente alla luce del sole; la pelle rosea e la barba ben curata, che gli conferiva un’aria matura ed autoritaria, Enea sembrava non assomigliare molto a Sofia. Tuttavia c’era qualcosa di inconfondibile nei suoi lineamenti, qualcosa che ricordava tantissimo Sofia e questo, senza capire bene il perché, fece sentire Harry improvvisamente inadatto.
“Chissà perché la tua visita non mi stupisce”.
“Mi sembrava giusto venire a parlare con te”, rispose Harry ritrovando la sua determinazione.
“Sono certo di non voler sentire quello che hai da dire”. Enea si alzò in piedi e iniziò a sistemare gli incartamenti che erano sparsi sulla scrivania, dando le spalle ad Harry.
“So di non essere l’uomo che vorresti vedere al fianco di Sofia”, Continuò Harry deciso. “ Lei è il tuo orgoglio e ti capisco, chi non sarebbe orgoglioso di una donna così straordinaria? Però io provo davvero dei sentimenti per lei e non voglio lasciarla andare. Certo, stare con me le cambierà la vita, ma questo non posso evitarlo: non dipende da me”.
“Il problema è che mia sorella è giovane e facilmente influenzabile”.
“Non è una bambina”, gli rispose Harry a denti stretti.
“E’ comunque giovane. Molto più giovane di te. E’ sensibile, si affeziona sempre troppo facilmente alle persone ed è normale che sia rimasta affascinata da te. Vedremo cosa accadrà tra una decina d’anni. Inoltre non l’abbiamo mandata all’università per poi finire a fare la bambolina ai ricevimenti della famiglia reale inglese”.
Harry si sentì ferito da quelle parole. Capiva che Enea tenesse alla sorella ma non sembrava minimamente prendere in considerazione i sentimenti che lei poteva provare: a lui interessava solamente che Sofia continuasse a fare il suo lavoro…e nient’altro.
“Io non voglio che lei rinuncia a fare ciò che ama. So quanto impegno mette nella sua professione, credimi. E’ proprio per questo che mi sono innamorato di lei, e sappi che non ho intenzione di rinunciare a lei”.
“Se sei così deciso per quale motivo sei qui?”
“Perché so quanto sia importante per lei avere la tua approvazione. E perché sarebbe importante anche per me”.
 
 
Con l’aria imbronciata, infastidita e piuttosto preoccupata, Sofia dovette rassegnarsi ed aspettare fuori. Quaranta minuti. Quaranta minuti di attesa, trascorsi a camminare su e giù per le scale esterne. In pratica era pronta per le Olimpiadi.
Quella giornata stava diventando fin troppo pesante. Prima il ricevimento, che l’aveva stressata più di quanto volesse ammettere, e ora questo. Era decisamente troppo per i suoi nervi.
Ormai con le gambe e i piedi doloranti a causa delle scarpe, che anche se avevano un tacco basso erano comunque scomode da portare per così tanto tempo, si sedette su uno dei gradini e nascose il volto fra le mani. Di sicuro il giorno seguente le sarebbe venuto un mal di stomaco tremendo, così fece dei profondi respiri per cercare di calmarsi.
L’attesa era snervante…troppo snervante e Sofia non era in grado di sopportarlo. Si alzò in piedi di scatto, intenta ad entrare e raggiungere Harry. Perché doveva parlare da solo con Enea? Non era giusto lasciarlo nelle grinfie di suo fratello! No!
Proprio in quel momento Harry comparve in lontananza, mentre usciva dal British. Con fare distratto si allentò il nodo della cravatta e scese verso di lei. Sofia trattenne il fiato e rimase immobile.
“Allora?” Chiese cercando di sembrare calma. Quello era forse il suo peggior difetto: voler apparire calma sempre e comunque. Sarebbe stato tanto terribile perdere la calma e ammettere che stava per avere un mancamento?
Harry ci pensò su. “Credo che tuo fratello non cambierà idea…”
Sofia strinse i pugni, incrociò le mani sul petto e poi si girò dando le spalle ad Harry. Cercò di trattenere le lacrime di delusione per il comportamento del fratello. La regina d’Inghilterra era stata sicuramente più gentile e comprensiva di lui.
Improvvisamente sentì il calore delle braccia di Harry che le circondavano la vita. “Però ha detto che la scelta non spetta a lui e che, nel caso dovessimo restare insieme, andrà bene lo stesso”.
Sofia si girò di scatto, guardando Harry incredula. “L’hai convinto?” Sbiascicò con voce tremante.
“Onestamente credo che mi disprezzerà ancora per i prossimi vent’anni, ma a parte questo, direi che non sarà un problema se continuiamo a stare insieme”.
Sofia si coprì istintivamente la bocca con una mano, poi scoppiò a ridere per il nervoso, mentre piangeva di sollievo.
“Non ci posso credere!” Disse continuando a ridere e a piangere.
Harry la lasciò sfogare e dopo che tutta la tensione sembrò dissolversi, Sofia gli gettò le braccia intorno al collo e lo baciò.
“Ma cosa gli hai detto?”
Harry fece spallucce. “La verità: che sua sorella avrebbe sofferto se lui non avesse rispettato la sua scelta, anche se non lo avrebbe mai ammesso”. Quello suonava un po’ come un rimprovero velato. Come se Harry volesse dirle che aveva capito quanto al cosa fosse stata importante per lei anche se faceva di tutto per mascherarlo.
Il principe l’aveva spogliata improvvisamente di tutte le sue difese, riuscendo a capirla meglio di quanto avesse mai fatto chiunque altro nella sua vita.
“Come hai fatto a capirlo?”
Harry fece spallucce. “In verità, capire quello che provi, è meno complicato di quello che pensi. E poi, anche io ho un fratello maggiore”.
Sofia gli sorrise dolcemente, pensando a quanto fosse straordinario l’uomo che aveva davanti. Con una mano gli toccò una guancia e poi lo baciò di nuovo.
“Ti amo, Henry Charles Albert David”, sussurrò. Quella era la prima volta che glielo diceva. Era strano pensarla così, nonostante fosse la verità. Pronunciare quelle parole per la prima volta era difficile, eppure allo stesso tempo di una facilità impressionante.
Harry sbatté le palpebre un paio di volte, poi le sue labbra si aprirono in un ampio sorriso. Emozionato e felice, un po’ per l’impresa che aveva portato a termine e un po’ per la gioia di aver sentito Sofia dirgli espressamente che lo amava, le circondo i fianchi e sollevandola da terra fece una giravolta, neanche si trovassero sul set di un film romantico.
“Ah, quasi dimenticavo: tuo fratello ha anche detto che si aspetta di andare a cena tutti e tre insieme, uno di questi giorni”.
Tenendosi per mano Sofia ed Harry si allontanarono dal British. Sofia guardò indietro per un istante e, alzando lo sguardo, si soffermò ad osservare la finestra dello studio di Enea. Si chiese se in quel momento stesse osservando al scena da dietro i vetri. Ovviamente non riuscì ad averne la certezza, ma qualcosa le diceva che era così e che di certo stava sorridendo divertito per la scena a cui aveva partecipato, e assistito, in quel pomeriggio.
 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Inutile dire che questo capitolo mi ha fatto letteralmente penare!!! Fortunatamente il risultato finale mi sembra abbastanza soddisfacente, quindi spero che vi piaccia!! Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!!!
S
  
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