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Autore: Lilith in Capricorn    19/09/2016    1 recensioni
In un mondo in cui la magia è scomparsa da ben 1300 anni e gli dèi hanno smesso di parlare con i mortali ormai da tempo, l'Impero Katileo è all'apice del suo sviluppo tecnologico e la sua sete di conquista sembra incontrastabile. Ha ormai sotto il suo controllo gran parte del Grande Continente, ma una nuova alleanza di regni del nord sembra essere in grado di tenergli testa: la guerra con il Wesmark Settentrionale e Meridionale, infatti, va avanti già da diversi anni e sembra non vi sia modo di uscire dall'impasse ... Finché l'Imperatore Kut non ha un'idea brillante e ambiziosa e decide di mettere insieme una spedizione per realizzarla.
Intanto, antichi misteri, enigmatiche profezie e arcaiche forze da tempo sopite iniziano a riemergere dalle profondità dell'oblio, ma non tutti sembrano rendersene conto ...
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Prologo
 

Gli impetuosi venti d'alta quota gonfiavano le robuste ali del ruh che levitava quasi con leggiadria nell'aria rarefatta, al di sopra di una spessa coltre di nubi. A quelle altezze, il mondo assumeva un aspetto quasi surreale e l'esistenza sembrava più un sogno intangibile che una realtà concreta. La luce solare, incredibilmente dorata, si rifletteva sulle candide nuvole spandendosi con infinita grazia tutto intorno e le due lune, Zèchtos e Zechtosèa, sembravano quasi due perle sospese nell'azzurro-dorato.

Immersi in quella luce, i dilemmi e le sofferenze del mondo terreno sembravano dissolversi, come se nulla avesse più importanza. Come se tutto smettesse pian piano di esistere. Questo, sebbene placasse i tormenti del vecchio Effimero, al tempo stesso lo spaventava, poiché era ben consapevole che era fin troppo facile, per quelli come lui, perdere la memoria e poi il senno, in quella pace.

I cieli più alti, infatti, brulicavano di Effimeri che avevano perduto se stessi nella quiete infinita. Quelli che si erano "addormentati" da poco potevano facilmente risvegliarsi grazie al rombo di un tuono, ma chi non aveva avuto la fortuna di incappare in tempo in qualche tempesta sembrava destinato a vagare in eterno, senza meta e senza speranza, in quello stato di semi-incoscienza. E questo il vecchio Effimero non poteva permetterselo.

Aveva un'importante missione da compiere: c'era una storia, vecchia di molti secoli, della quale bisognava scrivere il finale. Egli era parte integrante di quella storia e doveva ancora portare a termine il ruolo che gli dèi o la sorte gli avevano assegnato. Sospettava, anzi, ne era convinto, che l'inizio del capitolo conclusivo fosse ormai vicino e non era assolutamente il caso di inciampare proprio ora, al termine di un'attesa durata più di mille anni. Che disgrazia e che vergogna sarebbe stata!

Mentre era immerso in questi pensieri, intanto, sia lui che il ruh avevano superato già da un po' la coltre di candide nubi e ora volteggiavano sull'oceano increspato da altissime onde, giusto un po' più scuro del cielo che sfiorava all'orizzonte. Proprio lì, un lembo di terra si presentò alla sua vista: ormai era quasi arrivato.

Il ruh, invece, le cui ali azzurre erano di una sfumatura così identica a quella del cielo che il cielo stesso sembrava essere le sue ali, avrebbe proseguito ancora a lungo, fino alla misteriosa nebbia impenetrabile ... e oltre. I favolosi uccelli azzurri sembravano essere gli unici al mondo a conoscere il segreto delle nebbie, oltre le quali nessun uomo e nessun altro animale era mai giunto. Un giorno, però, molto presto, qualcuno avrebbe finalmente messo piede sulle terre dimenticate al di là dell'impenetrabile barriera. Così era stato predetto.

Quando il vecchio Effimero dovette a malincuore tornare a terra, per lui fu come risvegliarsi bruscamente da un bel sogno. Per sua fortuna, non dovette vagare a lungo prima di trovare ciò per cui era venuto: una donna. Una donna in procinto di mettere al mondo un figlio. Arrivò giusto in tempo, proprio nel momento in cui il piccolo veniva finalmente a farsi conoscere. Alla sua vista, le donne che si erano prese cura della partoriente sgranarono gli occhi e lo fissarono piene di meraviglia. La madre, invece, sorrise.

«Ecco» disse, «proprio come era stato predetto.»

«Come era stato predetto» ripeté il vecchio Effimero e, a quelle parole, la donna sussultò spaventata e posò lo sguardo su di lui. Le altre, invece, non potevano in alcun modo vederlo, né sentirlo.

"Sapete molte cose, mia cara" pensò, in un dialogo immaginario, "ma lungi da voi sapere tutto."


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Qui, invece, potete trovare il video introduttivo alla storia. Buona lettura e buona visione :).
   
 
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