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Autore: MairTonks    20/09/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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 Hogwarst, 16 ottobre 1969 (parte 2)

-Ma si può sapere cosa vi e’ saltato in mente? Rischia di farsi male semplicemente sedendosi a tavola e voi la portate a passeggiare vicino al lago? Ma si può essere così stupidi?-

Non ebbero neanche bisogno di entrare per riconoscere la voce di Cris. Lui, Agatha, Sam e Oliver erano tutti riuniti attorno al letto sul quale Madama Chips aveva sistemato Martha. Oliver era seduto accanto alla ragazza avvolta in una pesante coperta e le aveva messo un braccio intorno alle spalle per cercare di riscaldarla più velocemente.
Cris, liberatosi dall’incantesimo di Oliver, urlava verso le due ragazze che lo fissavano pronte a ribattere a loro volta.

-Ho solo pensato di farle fare una passeggiata. L’unica volta che e’ uscita dal castello e’ stato per andare a lezione di Erbologia.- si giustificò Agatha approfittando dell’attimo che il ragazzo aveva usato per prendere fiato.

-E’ stata l’idea più stupida che vi potesse venire in mente. Per Merlino, non avete pensato alle conseguenze? Ma cosa ci si poteva aspettare da una che si preoccupa di più per una stupida creature che per la sua amica?- continuò Cris ignorando Agatha e rivolgendosi solo ad Sam che aveva fatto un passo indietro quando il ragazzo si era voltato verso di lei. A quando pare il ragazzo non le aveva ancora perdonato il fatto di essere arrivata tardi.

-E’ stata una mia idea Cris. Sam ci ha solo raggiunto dopo ed e’ stato un bene visto che non sarei mai riuscita a trasportare Martha da sola fin qui- disse Agatha mettendosi davanti a Sam come per ripararla dalla furia di Cris.

-Non l’ avresti portata li’ se Samantha fosse arrivata puntuale oggi- urlò Cris usando il nome intero della ragazza, segno che era completamente su tutte le furie.

-Ti ho detto che mi dispiace! Per quanto tempo ancora mi rinfaccerai questo errore?- gridò Sam a sua volta spostando Agatha per trovarsi difronte a Cris.

Charity non aveva mai visto i suoi amici in quelle condizioni. La fascia che solitamente teneva legati i capelli di Sam si era sciolta ed era caduta ai suoi piedi permettendo ai suoi ricci castani di coprirle il viso rosso per la rabbia. Agatha, con la divisa ancora bagnata e i capelli rossi appiccicati al viso, osservava preoccupata i due urlare e Cris che aveva gli occhiali in bilico sulla punta del naso e i capelli in disordine visto che aveva l’abitudine di passarci le mani in mezzo ogni volta che era nervoso. Gabe, accanto a lei, fissava la scena con le braccia inermi lungo i fianchi, senza sapere cosa fare per fermare il litigio tra i due e Oliver abbracciava Martha e cercava di impedirle di sentire la discussione.

-Fin quando non capirai che stare dietro a quelle stupide creature e’ solo una perdita di tempo!-

-Invece stare con il naso dentro quei tuoi stupidi libri e’ utile, vero?-

-Basta!-

L’urlo di Martha impedì a Cris di ribattere. Tutti loro si voltarono verso la piccola figura della ragazza nel letto che aveva ancora gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie.

-Basta- ripete’ con un tono di voce più basso. -Per favore, andatevene via- aggiunse sempre tenendo gli occhi chiusi.

-Martha, ci dispiace…- provò a dire Agatha ma la ragazza la bloccò prima che potesse aggiungere altro.

-Lo so. Ho bisogno di stare da sola-

-Possiamo aspettare fuori- propose Cris ma Martha scosse la testa.

-Sono in infermeria, Madama Chips e’ nel suo ufficio, tra poco verrà a darmi qualche pozione per cercare di farmi rilassare e non ci sono altre persone. Voglio stare da sola- ripete’ Martha.

Tutti loro si lanciarono un’occhiata senza sapere cosa fare. Non volevano lasciarla sola ma nessuno di loro l’aveva mai vista in quelle condizioni e non volevano rischiare di farla stare peggio.

-Va bene- acconsentì Oliver alla fine. Tutti loro si voltarono verso il ragazzo che scosse la testa per bloccare qualunque replica.

-Ma Ophelia verrà più tardi a vedere come stai e, se Madama Chips ti lascerà uscire, verrò a prenderti- aggiunse Oliver alzandosi e allontanandosi dal letto. Martha annuì e loro seguirono Oliver senza smettere di fissare preoccupati la loro amica.

-Oliver non possiamo lasciarla da sola, potrebbe capitarle qualsiasi cosa- esclamò Agatha non appena Gabe chiuse la porta dell’infermeria alle loro spalle. Charity era pienamente d’accordo con Agatha e non riusciva a capire come Oliver avesse potuto accettare la richiesta di Martha di essere lasciata completamente da sola.

-E’ al sicuro in infermeria, Madama Chips non la perderà di vista un attimo e conosce perfettamente la situazione. Potrebbe anche decidere di tenerla in infermeria per un po’ per farla riposare in pace.- spiegò Oliver con calma. Charity avrebbe voluto fidarsi ciecamente delle parole di Oliver ma, dopo tutto quello che era successo, non riusciva a pensare alla sua amica sola in infermeria.

-Ragazzi, lo so che e’ difficile ma lei ha davvero bisogno di stare da sola- continuò Oliver quando si accorse che nessuno aveva mosso un passo.

-Martha piange tutte le sere, si sente in colpa per quello che sta succedendo, si sente un peso e ha paura anche solo di mettere il naso fuori da dormitorio. E’ esausta e noi non la aiutiamo se continuiamo a litigare davanti a lei.- terminò spostando lo sguardo su ognuno di loro.

Oliver aveva ragione. Per quanto fossero sempre pronti a venire in soccorso a Martha, non potevano dire di esserle d’aiuto sul piano emotivo. Erano tutti tesi e saltavano per qualsiasi cosa. Una volta Gabe aveva quasi affatturato un ragazzino del quarto anno che aveva starnutito accanto a lui. Agatha aveva sfogato tutta la tensione accumulata in quei giorni durante l’allenamento di quidditch e aveva mandato un bolide sul naso di un cacciatore della sua squadra, rompendoglielo. Questo aveva portato lei e Gabe a litigare furiosamente durante l’allenamento e i due non si erano parlati per giorni dopo essere usciti dal campo.

 Anche Charity aveva litigato pesantemente con Gabe qualche giorno prima quando nessuno dei due voleva rinunciare al loro appuntamento. Entrambi erano stati con Martha tutta la mattina e avevano bisogno di una pausa. Era stato solo merito di Oliver che si era proposto di sostituirli se erano riusciti a smettere di discutere e ad andare ai loro appuntamenti.

Quel giorno era stato il turno di Sam e Cris ma, in generale, nessuno di loro era in grado di aiutare Martha a rilassarsi completamente. Charity si rese conto di essere stata davvero pressante e ansiosa, si preoccupava solo che a Martha non
accadesse niente senza neanche chiederle come si sentisse.

-Prendiamoci un giorno di pausa, ognuno e’ libero di fare quello che vuole basta che smettiamo di litigare per qualsiasi cosa- disse Oliver.

-Vengo con te più tardi- si proposero tutti parlando contemporaneamente. L’attimo dopo si ritrovarono tutti a sorridere ma Oliver si limitò a scuotere la testa.

-Tranquilli, io e Ophelia ce la caveremo bene- disse facendo l’occhiolino alla ragazza che era rimasta in disparte per tutto il tempo.

Charity vide sua cugina sorridere di rimando al ragazzo e notò un lieve rossore sulle sue guance. Anche lei si era proposta di aiutare Martha e il suo aiuto era stato fondamentale. Poiché tra loro solo Oliver era un Tassorosso, era l’unico che poteva fare compagnia a Martha quando si trovava nella sua Sala Comune ma non poteva accedere ai dormitori femminili. Anche se tutti loro dubitavano che l’artefice di quegli incidenti fosse una ragazza di Tassorosso, sapere che Ophelia poteva aiutare Martha anche la sera era un gran sollievo per tutti.

-Ci vediamo a cena allora- li salutò Oliver allontanandosi. Gabe fu il primo a seguirlo e ordinò ad Agatha di farsi trovare dopo le lezioni al campo per un allenamento. Cris e Sam, non volendo stare nello stesso posto più tempo del necessario, si diressero in due direzioni opposte.

Charity, rimasta sola, non aveva dubbi su dove andare e, senza esitazioni, si incamminò nel parco dove era sicura di trovare Camdem. Infatti il ragazzo si trovava ai margini della foresta proibita insieme a Lud Turpin, il suo inseparabile amico. Entrambi erano chini su delle pergamene e stavano approfittando delle ultime tiepide giornate di ottobre per finire i compiti all’aria aperto. Aveva smesso di tirare vento e, anche se si era costretti a portare la sciarpa, faceva ancora abbastanza caldo per poter passeggiare.

-Charity!- esclamò Camdem notandola ferma a pochi metri di distanza. Charity si era bloccata ad osservare l’espressione concentrata del ragazzo e si riscosse non appena lui si alzò per venirle incontro.

-Non ti aspettavo prima di stasera. Tutto bene?- le chiese una volta che le fu vicino. Le prese la mano, un gesto che ormai era diventato spontaneo, e la osservò con un’espressione felice ma allo stesso tempo preoccupata.

-No… cioè si… e’ una storia lunga- rispose alla fine. Neanche lei sapeva bene cosa rispondere: non poteva dire che la situazione che si era creata fosse bella, soprattutto sapendo Martha sola in infermeria, ma poteva finalmente trascorrere un pomeriggio senza doversi guardare continuamente le spalle o sbirciare dietro ogni angolo ogni volta che girava per i corridoi.

-Martha sta bene? Ho sentito che oggi e’ caduta nel lago- le chiese mentre la guidava verso il punto in cui aveva abbondato le sue cose e il suo migliore amico. Lud alzò la testa per rivolgerle un breve saluto prima di tornare alla sua pergamena.

-E’ in infermeria, sta bene ma e’ spaventata ed esausta- rispose lei prendendo posto accanto a Camdem che, per tutto quel tempo, non le aveva mai lasciato la mano.

-Immagino, non deve essere una passeggiata. Tu come stai?-
Presa com’era ad occuparsi di Martha, non aveva molto tempo per pensare a se stessa e Camdem era l’unico che si preoccupasse per lei e che, almeno una volta al giorno, le chiedeva come stesse.

-Bene, solo un po’ stanca- ammise. Camdem era l’unico con cui poteva essere sincera. Essendo tutti tesi e nervosi, non poteva ammettere davanti ai suoi amici di essere stanca. Così il ragazzo era diventato il suo unico confidente e, quando era in sua compagnia, non aveva senso mentire.

Camdem era a conoscenza di tutto quello che provava riguardo a quella situazione, sapeva a memoria tutte le sue lamentele riguardo gli atteggiamenti dei suoi amici e quel giorno dovette sorbirsi il suo monologo riguardo la discussione tra Sam e Cris. Lui la lasciava parlare senza dire nulla, annuiva di tanto in tanto ma non diceva mai niente quando lei si lamentava dei suoi amici.

-Bene, allora oggi farò in modo di farti rilassare e non pensare a nulla. Martha ha bisogno di te e devi essere in forma per aiutarla- decretò alla fine alzandosi e trascinando in piedi anche lei. Charity lo fissò perplessa ma lui scosse la testa e, dopo essersi scusato con Lud, la prese per mano e insieme si diressero verso il castello.

-Dove stiamo andando?- le domandò dopo qualche minuto. Si stavano dirigendo verso il loro dormitorio e Charity non riusciva a capire cosa avesse in mente il ragazzo.

-Non pensare male- le disse dopo che ebbero messo piede nella sala comune. Lei gli restituì un’occhiata perplessa mentre la trascinava su per le scale dei dormitori maschili.

-Hai bisogno di riposarti e, visto che le tue compagne di stanza non ti lasciano mai dormire in pace, ho pensato che potevi usare il mio letto. Oggi pomeriggio non hai lezione e il dormitorio sarà vuoto fino all’ora di cena- le spiegò davanti all’ingresso della sua stanza. Camdem le sorrideva rosso in viso, sia per l’imbarazzo che per la corsa che aveva fatto. Aprì la porta del dormitorio senza neanche darle il tempo di rispondere e la richiuse subito alle loro spalle.

Charity era già stata nel dormitorio dei ragazzi e sapeva che il letto sotto la finestra apparteneva a Cris. Se non fosse stato per la mano di Camdem stretta alla sua, probabilmente si sarebbe diretta immediatamente verso il letto di Cris, visto che anche lui aveva avuto molte volte la stessa idea.

-Si, ho copiato l’idea di Cris.- le confessò lui dopo qualche secondo di silenzio in cui Charity non aveva fatto altro che guardarsi intorno incerta sul da farsi. Non era la prima volta che dormiva nel dormitorio dei ragazzi, molte volte Cris le aveva permesso di usare il suo letto. Ma Cris era Cris, il suo migliore amico che considerava al pari di un fratello. Non si era mai sentita in imbarazzo a salire li’ con lui e neanche a dormire nel suo letto. Quando erano più piccoli, e ci entravano entrambi, avevano anche dormito insieme quando le discussioni delle sue compagne di stanza le impedivano di prendere sonno.

-Se non vuoi non mi offendo- le disse vedendo che esitava. Charity scosse la testa e, senza pensarci troppo, lo abbracciò per ringraziarlo. Non sapeva come ci fosse riuscito ma Camdem era riuscito ad entrare nella sua vita e lei non sapeva più come fare senza di lui. In quel periodo in cui i suoi amici erano quasi estranei, lui era l’unico punto fermo.

-Grazie- sussurrò Charity staccandosi dal ragazzo. Lui le sorrise e, con rapido gesto, le diede un veloce bacio sulle labbra.

-Adesso ti conviene andare a riposarti, ti ho tenuto già troppo sveglia- le disse indicandole il letto. Se non fosse stato per il sorriso gigantesco e il rossore sul volto del ragazzo, Charity avrebbe giurato di essersi inventata tutto. Camdem non aggiunse altro, la condusse verso il suo letto e scostò le tende che lo circondavano.

-Mettiti comoda, verrò a svegliarti prima di cena- le promise prima di darle un altro veloce bacio e richiudere le tende. Charity avrebbe voluto mettersi a riflettere su tutti i possibili significati di quel gesto ma era davvero troppo stanza per pensare e si addormentò in pochi minuti.
 


Note:
Buon pomeriggio! Eccomi con la seconda parte del capitolo. E’ venuto più lungo degli altri , così ho preferito dividerlo in due.
Allora, che dire?
E’ un capitolo diverso dai precedenti: da una parte ci sono Martha con i suoi numerosi incidenti che rischiano di incrinare i rapporti tra i suoi amici, dall’altra Charity che, man mano, capisce di provare qualcosa di profondo verso Cam.
Riguardo a Camdem, e’ un ragazzo timido ma allo stesso tempo sa quello che vuole ed ha la passione per la fotografia. La macchina fotografica che ha con se e’ magica quindi funziona perfettamente anche ad Hogwarst.
Per il resto non altro da aggiungere. Spero vi sia piaciuto e grazie per continuare a seguire la storia.
Al prossimo capitolo,
MairTonks
  
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