Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Kimberly Horan    20/09/2016    1 recensioni
Sofia si trova a Londra per presentare la mostra a cui ha lavorato per circa tre anni. Giovane, intraprendente e con un carattere forte, sembra non esserci nulla per lei al di fuori del suo progetto e dello studio, questo finché non incontra il principe Harry. Tra i due scatta qualcosa fin da subito, ma far funzionare la loro relazione sarà più complicato del previsto. Cosa saranno disposti a rinunciare pur di coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
George guardò curioso alzandosi in punta di piedi. Sofia lo guardò di sfuggita, facendo in modo che lui non se ne accorgesse, per poi tornare a quello che stava facendo.
Era dicembre; lei ed Harry si trovavano, insieme a William, Kate e i bambini, nella residenza di Sandringham, in occasione delle festività natalizie.
Facendo una pausa, Sofia si stiracchiò la schiena. Nel salottino privato c’era un silenzio assoluto. Il ticchettio dell’orologio a pendolo, posto in fondo alla stanza, era l’unico suono che si poteva udire. George l’aveva osservata per tutto il tempo con attenzione, spostando continuamente lo sguardo dal foglio di carta posto sul tavolo, al suo volto. Lei, dal canto suo, aveva cercato di non scomporsi più di tanto e di mantenere un viso impassibile e concentrato, anche se in realtà avrebbe voluto scoppiare a ridere come una pazza, vedendo l’espressione di George. Solitamente tenerlo fermo su una sedia sarebbe stato impossibile, specie per tutto quel tempo, invece quella mattina se ne era stato lì immobile, in piedi su una sedia, con gli occhi che brillavano tra un misto di curiosità e meraviglia e con la bocca aperta, neanche fosse un merluzzetto.
La cosa era buffa e Sofia si disse che avrebbe dovuto fargli una foto da far vedere agli altri.
Allungando una mano cercò un pastello nero nell’astuccio dei colori, poi tornò a lavorare con tranquillità. Quando ebbe terminato sollevò il foglio e lo esaminò con attenzione. George si sporse in avanti per sbirciare.
Sospirando, Sofia gli porse il foglio. “Ecco fatto. Che ne dici, possiamo ritenerci soddisfatti?”
George si morse un labbro come fanno di solito i bambini quando sono contenti e prese energicamente il foglio dalle mani di Sofia. Sgranando gli occhi osservando compiaciuto il dinosauro che aveva realizzato per lui.
“Posso tenerlo?” Chiese stringendosi il disegno al petto.
“Ma certo”, rispose Sofia alzando il mento. “La maggior parte del lavoro l’hai fatto tu, considerando con quanta precisione me lo hai descritto questa mattina a colazione”. Sì, era partito tutto da lì: George era uscito dalla sua stanza di corsa, e aveva raccontato di aver sognato un dinosauro. I dettagli e l’enfasi del piccolo avevano fatto il resto e alla fine, chissà come, Sofia si era ritrovata a disegnare.
La porta della saletta si aprì, rivelando la figura di Elizabeth. “Oh! Siete qui. Credevo che foste andati tutti a vedere la partita”, disse accorgendosi improvvisamente della loro presenza.
Sofia si alzò in piedi ed accennò una riverenza. “Io e George avevamo una cosa da fare”, le spiegò allungando una mano e accarezzando la testolina del piccolo con fare affettuoso.
Elizabeth si avvicinò a passi lenti. “Posso?”. George le porse timidamente il foglio, annuendo. Dopo aver indossato gli occhiali da vicino, la regina esaminò con cura ogni minimo particolare del disegno. Il volto impassibile non lasciò trasparire niente di quello che pensava. “E’ molto bello. Non sapevo che il disegno rientrasse nella lista delle tue doti. Dove hai imparato? Hai studiato arte a scuola?”
“No, semplicemente mi divertivo a disegnare quando ero più giovane. Poi, dopo i quindici anni, ho semplicemente perso interesse nella cosa”.
“Capisco, sono cose che accadono: fanno parte del crescere”. Elizabeth diede un ultima occhiata al disegno e poi lo restituì a George. “E dimmi: come stanno procedendo i tuoi studi? Harry mi ha detto che hai appena iniziato l’ultimo anno di università, è corretto?”
“Sì, in effetti. Essendo l’ultimo anno sarà piuttosto impegnativo, tuttavia mi sento piuttosto emozionata all’idea di portare a termine i miei studi”.
“Posso immaginarlo, deve essere una grande soddisfazione. Ora credo che dovreste raggiungere gli altri, prima che termini la partita. Ci rivedremo questo pomeriggio”.
“Sì, maestà”. Sofia diede la mano a George ed uscirono dalla stanza.
Come ogni anno nella mattina della Vigilia di Natale, Harry e William organizzavano una partita di calcio insieme ai domestici. Quell’anno era stato invitato anche Enea, il quale aveva declinato educatamente. Non che Harry si aspettasse davvero che avrebbe accettato, tuttavia aveva tentato comunque.
Nonostante il passo spedito, Sofia e George arrivarono quando la partita era già finita.
“Papà ho un dinosauro!” Urlò George, usando il classico modo di parlare che avrebbe usato qualunque altro bambino della sua età.
“Ancora con il dinosauro?” Chiese William asciugandosi la fronte sudata. “E’ bellissimo! Chi te l’ha disegnato?” Gli chiese poi vedendo il disegno che gli mostrò il figlio con fare orgoglioso. George indicò Sofia e lei sorrise.
“Com’è andata la partita?”
“Abbiamo perso”, disse William facendo spallucce. “Non è esattamente una novità, comunque ci rifaremo il prossimo anno. Detta tra noi avete fatto bene a non venire perché oggi abbiamo giocato davvero male, probabilmente è per questo che a Kate è venuto un mal di testa assurdo: pensa che alla fine è dovuta andare persino a riposare”.
“William, credo che si sia sentita poco bene per l’umidità e non per la partita. Più tardi passerò a vedere come sta. Dov’è Harry?”
William si guardò alle spalle. “Lascialo perdere: è stato di cattivo umore per tutto il tempo”.
Sofia non se ne preoccupò più di tanto. Harry era nato a settembre, e nessuno meglio di lei, che era nata all’inizio dello stesso mese, sapeva con quanta facilità le persone del segno della vergine diventavano di cattivo umore.
Lasciando padre e figlio da soli, raggiunse Harry. La divisa sporca di fango, il volto rosso e i capelli scompigliati, dimostravano chiaramente che era esausto, ma la cosa che si notava anche a miglia di distanza era l’espressione pensierosa che aveva.
Sofia gli sfiorò delicatamente un fianco e gli diede un bacio sulla nuca mentre era piegato per allacciarsi una scarpa. “Un bacio per il capitano della squadra vincente”, gli sussurrò ad un orecchio.
Harry sorrise a mala pena. C’era qualcosa che non andava e Sofia ebbe la sensazione che dipendesse da qualcosa di più importante che un momento di malumore.
“William mi aveva detto che eri di cattivo umore”.
“Non sono di cattivo umore”, obbiettò sporgendosi in avanti per baciarla.
Sofia si ritrasse leggermente e lo guardò seria. “E’ che in queste partite ci sono sempre degli scambi di commenti piuttosto accesi e mi sono stancato il doppio, tutto qui”. Si tolse la felpa e la accartocciò in malo modo per poi ficcarla all’interno della borsa con il cambio.
Scuotendo la testa Sofia tirò nuovamente fuori la felpa e la piegò come si deve. “Hai visto mia nonna questa mattina, per caso?” Le chiese titubante.
“Sì, neanche mezz’ora fa, perché?”
“No, niente. Era solo una curiosità”. Si passò una mano sul volto e si stropicciò gli occhi con indice e pollice. Era davvero stanco. Sbuffando, si mise la borsa in spalla e cinse i fianchi di Sofia. “Ho assolutamente bisogno di una doccia”.
Sofia sorrise guardando la terra che aveva sulle scarpe e sulle gambe. “Direi proprio di sì”.
Harry sembrò rilassarsi per un attimo e lei gli diede un bacio. Cingendole le spalle, si incamminarono verso la casa.
“Toglimi una curiosità: perché io sono qui?” 
“Che vuoi dire?” Harry corrugò la fronte confuso.
“Di solito i festeggiamenti a Sandringham sono riservati ai membri della famiglia reale…” Ma di fatto lei non ne faceva parte. Certo, ormai usciva con Harry da alcuni mesi, eppure la sua presenza lì non era poi così scontata. Kate le aveva raccontato che fu invitata per la prima volta a festeggiare il Natale a Sandringham solo dopo che era stato annunciato il suo fidanzamento con William, perciò c’erano momenti in cui stare lì la faceva sentire un pesce fuor d’acqua.
“Non volevo passare il nostro primo Natale lontani. Volevo a tutti i costi che tu fossi qui”. Harry abbassò lo sguardo mentre camminavano. Del fatto che ci fosse qualcosa che lo preoccupava, ormai Sofia ne aveva la conferma. Avrebbe voluto chiedergli delle spiegazioni, ma alla fine decise che lo avrebbe fatto in un secondo momento.
Il pomeriggio trascorse tranquillo, tra momenti di gioco e di felicità portati dalla festività Natalizia. Il mal di testa di Kate fortunatamente scomparve dopo una bella dormita, così la duchessa fu di nuovo libera di godersi i festeggiamenti. George, Charlotte e gli altri bambini aiutarono ad appendere le ultime decorazioni sull’albero di Natale, mentre i grandi scartarono i regali in allegria. L’umore di Harry sembrò migliorare durante le ore pomeridiane, tanto che Sofia si dimenticò momentaneamente di indagare maggiormente sui suoi pensieri. Tra risa e momenti di tranquillità, praticamente rinchiusi in quella che veniva chiamata la ‘’white drawing room’’, all’inglese, la famiglia reale sembrava somigliare a tutte le altre famiglie normali. Uno spettacolo che faceva riflettere sul fatto che dopotutto, tralasciando i titoli e lo sfarzo, erano veramente nulla più di quello: una famiglia normale.
Ovviamente l’apice dell’eccitazione generale si ebbe la sera, in occasione del cenone e di quello che sarebbe avvenuto dopo. Per l’occasione l’intera tenuta era stata riccamente addobbata e sistemata, come da tradizione.
Sofia era seduta nella sua stanza, intenta a prepararsi per il grande evento della sera. Con tutta la calma del mondo si era fatta una lunga doccia, asciugata i capelli e truccata utilizzando un leggerissimo strato di ombretto bianco con i brillantini, che era a mala pena percettibile ma che comunque aiutava a dare luce ai suoi occhi. Le labbra leggermente arrossate quel tanto che bastava per risaltare sul volto chiaro. Nel complesso non si truccò in maniera particolarmente differente rispetto alla normalità, eppure con l’abito indosso faceva un effetto totalmente diverso dal solito. Il vestito era stato il problema più grande. Per scegliere quello giusto aveva chiesto aiuto ai suoi genitori, che avevano sempre avuto un gusto impeccabile, e ad Enea, il quale si prese carico del lavoro maggiore. Insieme avevano trascorso ore ed ore al telefono o in webcam per prendere una decisione. La lontananza non era stata d’aiuto ma alla fine, fratello e sorella erano riusciti a risolvere la questione. Chiedere a Kate sarebbe stato infinitamente più semplice, però Sofia voleva fare una buona impressione anche su di lei e non apparire come la ragazzina sperduta che non sa mai cosa mettersi. Voleva farle una sorpresa.
La scelta definitiva era ricaduta su un abito lungo con lo scollo a cuore, stretto in vita che poi ricadeva morbido lungo i fianchi e nella parte finale. Era di un rosso borgogna, in netto contrasto con la pelle e con il colore nero dei capelli. Il tutto abbinato ad una parure di cristallo. Quella sera, quando Sofia fece il suo ingresso nella sala, così bella ed elegante, sembrò splendere come una stella. E ci fu un attimo in cui tutti sembravano guardare solo lei.
 
Se l’idea iniziale era stata quella di stupire Harry ed essere all’altezza di un evento simile, c’era riuscita pienamente.
“Sei stupenda”, le disse Harry
Sofia sorrise emozionata. Gli occhi sembravano brillarle ancor più dei gioielli che indossava. “Grazie, ma il merito è di Enea. Senza il suo aiuto non ce l’avrei mai fatta”.
Era meravigliosa, con o senza l’aiuto del fratello, lei era sempre stata meravigliosa. Per un secondo si chiese se non stesse sognando. Sofia era quanto di più bello avesse mai potuto desiderare nella sua vita. Non voleva altro: solo lei. Lei, per sempre. L’aveva sempre saputo, ma quella sera ne ebbe la conferma.
Dopo cena, quando riuscirono a restare da soli, Harry la prese per mano e la condusse di fuori. La notte era gelida, e nonostante questo, nessuno dei due sentiva freddo. Passeggiarono per un po’, in silenzio, semplicemente tenendosi stretti l’uno all’altra.
Dopo un po’, preoccupato come mai lo era stato nella sua vita e con il cuore che gli batteva impetuoso nel petto, Harry si fermò. Lui e Sofia si guardarono intensamente, poi si sporse in avanti e la baciò.
“Ti amo”, le disse. “Ti ho sempre amata, fin dalla prima volta che ci siamo conosciuti”. Fece una piccola pausa e un profondo respiro prima di continuare. “Ho immaginato questo momento tante volte e ho cercato di trovare le parole giuste, ma….il fatto è che non ci riesco. Perché ogni volta che ti vedo mi manca il respiro, perciò…” Tirò fuori dalla tasca una scatolina nera e si inginocchiò. “Sofia de Angelis, vuoi sposarmi?” Le chiese Harry. Aprì la scatola per rivelare un anello in oro rosso finemente intarsiato lungo tutta la fascia e con al centro un grande rubino di medie dimensioni. Sui due lati si trovavano sei diamanti in ordine decrescente, tre ad ogni lato.
Nonostante la bellezza dell’anello che Harry aveva scelto per lei, Sofia si accorse a mala pena del gioiello prezioso che lui le offrì. L’unica cosa che riusciva a vedere in quel momento era Harry, lui e nient’altro. La sua proposta era del tutto inaspettata, lei non c’aveva nemmeno pensato che avesse potuto chiederle di sposarlo così presto. La testa prese a girarle e il cuore sembrava essersi fermato dal momento in cui l’aveva visto inginocchiarsi.
“Sì.” Rispose senza nemmeno accorgersene. Quale altra avrebbe potuto essere la risposta? Avrebbe potuto mai rifiutare? No, perché lo amava e voleva sposarlo.
Emozionato, Harry si alzò in piedi e le infilò l’anello al dito. Tremavano entrambi e quando se ne resero conto scoppiarono a ridere, poi lui la baciò con immenso amore, tenendola stretta tra le sue braccia.
“Sii sincero Harry, era per questo che oggi eri strano?”
“Sì”, ammise ancora tra le nuvole lui. “Ho trascorso due settimane a tormentarmi di continuo. Ero nervoso e non avevo al più pallida idea di come chiedertelo, inoltre per la scelta dell’anello ho dovuto chiedere aiuto a mia nonna perché tutti quelli che mi avevano consigliato William e Kate non mi convincevano”, le spiegò tutto d’un fiato. “Ti piace?”
Sofia rise divertita. Vederlo così era la cosa più tenera del mondo. “Ma certo che mi piace, è meraviglioso! Semplicemente mi dispiace di averti fatto penare tanto! Come siete arrivati a scegliere il rubino?”
“E’ stata la nonna a suggerirlo, ha detto che, tra tutte le pietre, il rubino sarebbe stata quella perfetta per te. Mi ha aiutato molto nella scelta, per questo ti ho chiesto se l’avevi vista: temevo che avrebbe potuto dirti qualcosa”. In verità Elizabeth non avrebbe mai fatto una cosa simile, ma in quei giorni Harry aveva iniziato a sospettare di tutti. William, Kate, suo padre e i suoi nonni, tutti sapevano che le avrebbe chiesto di sposarlo. Il problema era che Harry non ne era stato sicuro fino all’ultimo minuto. Voleva che diventasse sua moglie, ovviamente, però cosa sarebbe successo se lei non se la fosse sentita? Lui aveva trentadue anni, lei appena ventitré. Quante ventitreenni pensano seriamente al matrimonio? Specialmente nel caso di Sofia, che doveva ancora terminare i suoi studi all’università…per quanto ne sapeva avrebbe potuto rispondergli che per il momento non era ancora pronta ad impegnarsi fino a quel punto. E se questo fosse successo lui sarebbe stato comprensivo, avrebbe riposto l’anello nella scatolina e aspettato tutto il tempo necessario, ma ne sarebbe rimasto irrimediabilmente ferito.
“Io non sono brava in queste cose e non so cosa dire, però voglio solo che tu sappia che ti amo”, gli disse dolcemente Sofia. Harry lesse nei suoi occhi una sincerità disarmante. Una parte di lei avrebbe voluto urlare dalla gioia, piangere addirittura, ma per ovvi motivi non era possibile. Tutto quello che poteva fare era sorridere e brillare, poiché quella sera Sofia era la stella di Sandringham.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Kimberly Horan