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Autore: LaVampy    21/09/2016    2 recensioni
e se Max ormai abbastanza grande non riuscisse a controllare il suo potere? c'è una scelta da fare farlo diventare un apprendista stregone come vorrebbe Magnus o lasciarlo vivere come un semplice bambino come vorrebbe Alec?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood, Max Lightwood-Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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La cucina dei Lightwood-Bane non era mai stata affollata come quel giorno, a fatica erano riusciti a non far venire Maryse. Ora Alec stava spiegando quello che secondo lui era successo, una mano appoggiata sulla spalla del compagno, l’altra invece stringeva quella del bambino che gli si era accoccolato contro addormentandosi.

“Quindi secondo te, era tutto architettato da Marbas?” chiese Catarina, osservando il cacciatore. E nella stanza calò il silenzio. Fu proprio Magnus a romperlo, spiegando che secondo lui Marbas era solo un obiettivo, chi voleva distruggerlo era qualcuno vicino a lii, che lo conosceva abbastanza per sapere i suoi punti deboli.

“Stai dicendo che tra di noi c’è qualcuno che ti vorrebbe morto, o peggio vorrebbe morto il mio parabatai?” chiese Jace, alzandosi e sbattendo la sedia. Max si riscosse dal sonno piangendo per lo spavento.

“Jace, per l’Angelo” disse Alec, cercando di calmare il figlio.

“Sc..scusa” balbettò imbarazzato, sotto lo sguardo tagliente di Magnus.

“Comunque temo che Jace abbia ragione” disse Magnus, poco dopo, prendendo Max dalle braccia di Alec e portandolo in camera. Il bambino finalmente si era riaddormentato.

“Magnus….Hai qualche idea?” chiese Alec, osservando il compagno mentre rientrava nella sala.

“La lista potrebbe essere lunghissima, io sono in giro da tanto tempo” disse sconsolato, “Non potrei puntare il dito su nessuno, ma so per certo che non è nessuno di voi”, “Ma qualcuno che mi conosce da quando sto con te, ha cercato di ucciderti”.

“Ma non ci è riuscito, come non è riuscito a separarci” disse Alec, prendendogli le mani. “Ascoltami, siamo tutti insieme, e siamo forti, non ci sono differenze tra di noi, siamo entrambi in pericolo, siamo tutti in pericolo. Chi ha fatto questo ha voluto che fossimo tutti insieme per dividerci. Ha cercato di portare fuori strada Tessa e Catarina, dividere me e te, ci ha separato dagli altri, ma chiunque sia quello che sta facendo da burattinaio ha le ore contate, non ti arrendere ora Magnus. Non farti prendere dallo sconforto, è quello che vuole lui, è quello che si aspettano. Ti stanno colpendo nell’unico modo possibile, ti stanno facendo dubitare di te, utilizzando i tuoi affetti”.

Tessa osservava con le lacrime agli occhi la scena, voleva bene a Magnus e sapeva come si sentiva l’amico. L’aveva provata sulla sua pelle quella sensazione, l’impotenza di essere inutile e di sentirsi sola. Aveva superato tutto grazie all’amore, e al dolore. Quel dolore che aveva trasformato nella sua forza. Chiunque fosse che manovrava tutti l’avrebbe pagata, e nel peggiore dei modi.

“E’ comunque qualcuno di pericoloso, che gioca con i demoni, quindi non credo sia del tutto sprovveduto, se voleva uccidere Magnus avrà un piano alternativo. Qualcuno che conosce i giovani stregoni e i loro poteri”.

“Intendi dire che la parte su Max, è vera?” chiese Alec, osservando Tessa, sperando di aver capito male. Sperando che la strega si sbagliasse.

“Si, Alec, abbiamo ricontrollato, quella parte è verissima, quindi abbiamo bisogno del libro. Hai visto anche te Max senza controllo, può essere pericoloso, potrebbe inavvertitamente pro..”.

“Prosciugare Magnus, lo so!” disse Alec, terminando la frase al suo posto.

“E te come lo sai? E da quanto lo sai?” chiese Magnus, osservandolo negli occhi.

“Me lo ha detto Max, la sera in cui sei svenuto, era terrorizzato all’idea di farci del male, per quello non ha più usato la magia. Non te ne sei accorto?”.

“Mi state dicendo che il bambino ha deciso di sua spontanea volontà di non usare più la magia e non l’ha più utilizzata?” chiese Catarina, osservando Alec come se avesse parlato arabo antico.

“La sera, in cui Magnus è svenuto, eravamo davanti al divano e Max mi ha raggiunto, ha detto che ha letto nei libri che sono nascosti che se uno stregone senza controllo tocca uno stregone può prosciugarlo, e prosciugarlo vuol dire ucciderlo, perché nemmeno io potrei ridargli la forza. E questo l’ha terrorizzato. Quella sera ha fatto la pipì a letto, di solito non dice nulla e cambia le lenzuola con la magia, io me ne accorgo perché le trovo diverse la mattina dopo, e quella sera invece mi ha chiamato e le abbiamo cambiate insieme”.

“Non me ne sono mai accorto” disse Magnus, pensieroso.

“Di cosa?” chiese Tessa.

“Che si cambiava le lenzuola da solo, io credevo gli fosse passata la paura”.

“Non te ne sei mai accorto perché con la tua mania di cambiare sempre arredamento, non ti ricorderesti nemmeno di che colore è il divano, se non ci fossi seduto sopra” disse Alec, serio.

“Si, hai ragione. Ma resta il fatto che non mi sono accorto di una cosa importante che stava succedendo a mio figlio”.

“Magnus, questo ora non è importante. Hai sentito cosa ha detto Alec?” chiese Catarina, osservando il compagno.

“Max, sta controllando il suo potere, senza rendersene conto” disse Simon, che fino a quel momento era stato in silenzio.

“Esattamente” disse Catarina, osservando il suo allievo, di cui andava tremendamente fiera, “Anche se non credo che lo faccia senza rendersene conto. Ma dobbiamo ringraziare Magnus e la sua idea di nascondere i libri”.

“Ma questi libri dove sono?” chiese Isabelle, come se fosse l’unica domanda che andava fatta.

“Sono in biblioteca, sotto effetto della magia, c’è un ripiano che non si vede. Ci sono libri che sono pericolosi, e libri che non andrebbero nemmeno letti” disse lo stregone, arrossendo, sotto lo sguardo accusatore del compagno. Sguardo che lasciava intendere che quella conversazione non era finita, ma anzi, che una volta soli l’avrebbero ripresa.

“E Max come li ha trovati?” chiese Alec, “E soprattutto che libri sono?”.

“Sono libri in puragatico antico e album fotografici” disse sovrappensiero lo stregone, cercando di far mente locale.

“Mio nipote  sa leggere il purgatico, la stessa lingua che spesso Magnus non sa tradurre, state scherzando vero?” chiese Izzy.

“Beh, tutti gli stregoni lo sanno leggere!” rispose Magnus. “Tutti gli stregoni addestrati sanno leggere il purgatico, molti incantesimi sono in lingia madre.”.

“Ma Max, non è stato addestrato” fece notare Catarina.

E nella stanza calò il gelo.

“Quindi mio nipote legge il purgatico, controlla la magia, c’è altro che dobbiamo sapere?” chiese Jace, osservando il paratabai e il compagno.

Entrambi scossero la testa. Entrambi consapevoli delle loro colpe.

“Non ci resta che evocare Elyass, a mezzanotte scade il suo ultimatum, Clary ora ci servi te” disse Magnus porgendole i gessetti e lo stilo.

“Sono pronta” esclamò la ragazza.

“Sii creativa, biscottino. Perché si aspetterà la runa dell’altra volta. Ora andate, la stanza è sempre la stessa”.

“Non vedo l’ora di prendere quel demone a calci nel didietro” disse Jace, prendendo la mano della compagna e dirigendosi con Izzy, Simon, Catarina e Tessa fuori dalla sala.

Magnus si risedette ancora scosso da quanto appena scoperto. Chi potrà mai amarlo? Quella era la frase nel biglietto che aveva trovato vicini a Max. Lui lo amava, più della sua stessa vita, più di tutto quello che più caro aveva al mondo. Lo amava quasi più che Alexander. Un lacrima rotolò dalla sua guancia e in silenzio Alec la raccolse con il pollice. Non avevano bisogno di parole, quello che li univa andava oltre. E non aveva bisogno di una runa per sapere che il compagno era preoccupato quanto lui.
 
 
   
 
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