Cap.5 Aishiteru (Mi piaci)
Steve
osservò le gocce d'acqua che cadevano dalle canne di
bambù, facendole riversare in una bacinella di legno. Si
girò e guardò la casetta di legno davanti a
sé. Dimenò le code e piegò di lato il
capo, Tony correva sul tetto sistemando delle listelle di legno.
"Vuoi
rendere questa la nostra tana?" domandò.
La
luce del sole gli illuminava la pelle pallida e le sue iridi
brillavano, il vento gli faceva ondeggiare i capelli intorno al viso e
gli piegava la pelliccia soffice della coda.
Tony
saltò giù dal tetto atterrando in piedi,
infilò le mani in tasca e sogghignò piegando il
capo di lato.
"Non
sarà la reggia della luna, ma può funzionare".
Steve
starnutì e negò con il capo, il suo naso si era
arrossato.
"Va
bene ovunque. E poi è abbastanza riparato, qui posso cantare
senza disturbare nessuno".
Tony
si guardò intorno, aguzzò le orecchie da gatto
facendole tremare e indicò dentro.
"Ci
conviene entrare. Così ti faccio vedere come faremo ad
evitare ti portino via".
Steve
batté un paio di volte le palpebre, aprì la porta
della casa ed entrò. Balzò su un divanetto rosso
e strofinò il viso sulla stoffa.
"Hai
trovato dei mobili bellissimi!" trillò.
Tony
scrollò le spalle, si attorcigliò le code attorno
alla vita e indicò con una mano attorno a sé.
"Sono
il migliore in queste cose".
Steve
si sdraiò a faccia in su e piegò la testa oltre
il bordo del divano.
"Di
cosa parlavi prima?" chiese.
Tony
si accucciò sul bordo della finestra, indicò
verso l'esterno con il dito e ticchettò con l'unghia ricurva
sul vetro.
"Visto
che sei il principe della luna e delle stelle verranno a
cercarti, ed io
sono bravo a difendermi, è da una vita che scappo da tutti".
Steve
si grattò la punta del naso.
"Non
credo ci si possa difendere da forze così grandi".
Tony
sogghignò, gli indicò di raggiungerlo con la mano
e accavallò le gambe.
"Con
chi credi di parlare, principino?" chiese.
"Principino?"
domandò la kyuubi, la punta delle sue orecchie si tinse di
rosso.
Tony
strinse le labbra tirandosi leggermente indietro, deglutì
umettandosi i canini leggermente appuntiti.
"Scusa,
non volevo esagerare" borbottò.
Steve
lo raggiunse, gli si sedette davanti e lo abbracciò.
"E'
dolce come lo dici tu" disse, strofinando il viso sul suo petto.
Tony
gli passò un braccio attorno alle spalle, guardò
fuori e sogghignò osservando il terreno.
"Vuoi
vedere?".
Steve
alzò la testa, gli sorrise ed annuì un paio di
volte.
Tony
si avvicinò un telecomando, premette dei pulsanti attivando
una rete elettrificata che circondò il giardino. Alcune
piante si mossero mettendosi in formazione, Tony annuì
ripetutamente.
"Cerchi
magici creati dalle mie meravigliose tecniche di ricerca. Le creature
non possono entrare, se non lo spezzo. Ma visto che la prudenza non
è mai troppa, c'è pure l'elettroshock in omaggio".
Steve
deglutì a vuoto e si premette contro una parete,
rabbrividendo.
"Sei
un po' un cacciatore anche tu" bisbigliò.
Tony
abbassò lo sguardo, posò il telecomando e lo
raggiunse. Gli mise le mani sulle spalle, lo guardò negli
occhi.
"Io
lo faccio per difendermi. Per difenderci. Non andrò in giro
a fare del male ai tipi come noi. E posso tenere gli alberi magici
senza scossa omaggio, se ti fa sentire meglio".
Steve
strofinò il suo naso contro quello dell'altro.
"Mi
proteggi perché siamo amici?" domandò e la voce
gli tremò leggermente.
Tony
roteò gli occhi, gli diede un bacio a fior di labbra e gli
carezzò una delle code sentendola liscia.
"No.
Ti proteggo perché mi piaci, principino".
"Aishiteru"
rispose Steve e gli posò un bacio a fior di labbra.
Tony
ricambiò il bacio, stringendolo contro di sé.
"Anch'io,
principe della luna".