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Autore: MairTonks    25/09/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Hogwarst, 26 ottobre 1969

Nonostante Grifondoro avesse condotto la partita e vinto l’incontro, erano i Tassorosso quelli più felici. Oliver, capitano e cercatore della squadra, aveva appena effettuato una presa talmente spettacolare porre fine alla partita e rubare la scena alla vittoria dei Grifondoro.

Dagli spalti si levavano applausi da tutte e quattro le case, segno che tutta la scuola era in festa. I Grifondoro, nonostante avessero vinto solo di venti punti, erano felici di aver portato a casa la prima vittoria dell’anno e, adesso, l’intera squadra capitanata da Gabe, si era riunita in un abbraccio di gruppo, contenti che i faticosi allenamenti del loro capitano avessero dato i loro frutti. Ma neanche la vittoria appena conseguita era in grado di appianare i vecchi dissapori e Charity notò la chioma rossa di Agatha volare il più lontano possibile da Demetra, che con i suoi tiri aveva fatto la maggior parte dei punti, e avvicinarsi ad un raggiante Gabe che, in veste di capitano, si stava godendo gli applausi degli studenti della sua casa.

I Tassorosso, invece, stavano facendo il giro del campo in sella alle loro scope, felici come se avessero appena vinto il loro campionato. Oliver, in testa, volava reggendosi con una mano mentre l’altra era sollevata e stringeva ancora il boccino appena catturato. La squadra lo seguiva, tutti con un sorriso enorme stampato in viso, felici di aver tenuto testa ai Grifondoro, compreso il portiere, un ragazzino del quarto anno alla sua prima partita. Nonostante il giovane non avesse parato un tiro, un po’ per colpa dell’inesperienza e un po’ a causa del nervosismo, era stato il primo che Oliver aveva abbracciato dopo aver catturato il boccino e, adesso, seguiva il suo capitano con un misto di ammirazione e orgoglio. Charity era certa che, se fosse appartenuto ad un’altra squadra, non avrebbe ricevuto lo stesso trattamento.

I Serpeverde e i Corvonero applaudivano più per il fatto di aver assistito ad un’avvincente partita che per il risultato anche se i primi avevano battuto le mani giusto un paio di volte, restii a dimostrarsi entusiasti davanti alle prestazioni di un semplice nato babbano. Charity aveva sentito alcuni Serpeverde fischiare al passaggio di Oliver o lanciargli insulti che, come ogni volta, il ragazzo aveva ignorato.

Dopo aver compiuto il secondo giro di campo, Oliver venne letteralmente stritolato da Agatha e Gabe che avevano abbandonato la loro squadra per complimentarsi con il ragazzo. Ad un certo punto Agatha si staccò dal gruppo per permettere ai due capitani di sollevarsi in aria ancora abbracciati a prendersi gli applausi di entrambe le squadre. Agatha e altri giocatori incitavano il pubblico e, mentre applaudiva il più forte possibile, Charity non poté non sentirsi orgogliosa dei suoi due amici.

Oliver e Gabriel erano stati i primi due amici che aveva avuti, le avevano fatto compagnia durante il suo primo viaggio verso Hogwarst e durante gli anni trascorsi a scuola, nonostante appartenessero a tre case diverse. Charity non potevano non guardare Oliver e non pensare al bambino dai folti capelli neri e grandi occhi scuri che guardava meravigliato la locomotiva rossa dell’espresso per Hogwarst che, mentre attendeva che gli studenti salissero, ruggiva e sputava fumo come un drago impaziente.

Anche se subito lo aveva trattato male a causa degli stupidi pregiudizi che la sua famiglia le aveva tramesso, lui si era limitato a guardarla perplesso e sorriderle l’attimo dopo chiedendole quali fossero, tra tutte quelle che Gabriel aveva portato nel vagone, le sue caramelle preferite. Sette anni dopo Charity rivedeva ancora quel bambino con lo sguardo meravigliato in Oliver ma anche il giovane uomo che stava diventando, sempre sorridente e gentile con tutti.

Accanto a lei c’era Ophelia che, dopo essersi lasciata convincere a venire a vedere la partita, si era alzata in piedi e applaudiva felice la sua squadra, incurante dei capelli rossi che le erano finiti sul viso. Aveva la sciarpa gialla e nera intorno al collo, le guance rosse a causa del vento freddo che tirava quella mattina e, Charity pensò divertita, per il fatto che Oliver si fosse fermato a pochi metri da loro durante il suo giro per rivolgere un breve sorriso. Anche Martha, alla destra di Ophelia, la guardava e Charity non ebbe il minimo dubbio che stesse pensando la stessa cosa. Quando i loro occhi si incontrarono non poterono evitare di lanciarsi un’occhiata complice e seguire lo sguardo della ragazza puntato, come entrambe avevano previsto sulla figura di Oliver. Ma non era l’unica e Charity capì perché Demetra, nonostante la vittoria della sua squadra, guardava verso i due capitani con gli occhi ridotti in due fessure. Oliver e Gabe erano più belli che mai, entrambi raggianti e con i capelli scombinati dal vento.

-Bella partita vero?- urlò Cam a pochi centimetri dal suo orecchio per sovrastare il frastuono degli spalti.

Charity sobbalzò sorpresa. Presa com’era dalla partita, si era dimenticata della presenza di Cam al suo fianco. A dirla tutta, non si era ancora abituata alla presenza costante in qualsiasi momento della sua giornata. Dal giorno del fugace bacio che si erano scambiati nel dormitorio del ragazzo, il loro rapporto era cambiato e, se prima si vedevano solo quando Charity era libera dai suoi impegni, adesso Cam aveva preso ad aspettarla tutte le mattine per accompagnarla a colazione o dopo le lezioni. Non era abituata a tutte queste attenzioni da parte di un ragazzo, non che la cosa non le piacesse, ma continuava ad arrossire ogni volta che camminavano mano nella mano nei corridoi o quando lui la baciava davanti ad altri studenti. Era contenta di come si erano evolute le cose tra loro.

Intanto, intorno a loro, gli studenti stavano iniziando a dirigersi verso la scuola, chi per festeggiare la propria squadra, chi per godersi la giornata libera dalle lezioni. Charity annuì e Cam le cinse la vita con braccio prima di darle un veloce bacio sulla guancia mentre lei arrossiva e abbassava lo sguardo.

-Ti va una passeggiata nel parco prima di pranzo?- le propose il ragazzo, sempre con le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio.

-Accompagno Martha e Ophelia e ti raggiungo- rispose lei rivolgendogli un timido sorriso prima di voltarsi verso le sue amiche che guardavano sorridenti verso il campo. Gli attentati a Martha continuavano anche se con una frequenza minore.
L’ultimo risaliva a due giorni prima quando, durante la lezione di pozioni, le fiamme sotto il suo calderone si erano alzate all’improvviso provocandole una brutta bruciatura sulla mano destra e una sulla guancia. I segni erano ancora visibili, Madama Chips avrebbe potuto farli sparire in un attimo ma, nell’ultimo periodo, la sua amica aveva iniziato a curarsi da sola e ad evitare le visite in infermeria. Charity aveva assoluta fiducia nelle capacità della sua amica, Martha sognava di diventare guaritrice dopo Hogwarst, e la capiva quando diceva che non ne poteva più di recarsi in infermeria almeno una volta al giorno.

-Se vi va possiamo venire anche io e Lud. Sai, a Lud non dispiacerebbe passare del tempo con Martha- le confesso indicando il suo amico che, con le mani in tasca fissava la ragazza parlare e ridere insieme ad Ophelia. Ora che Martha sorrideva, cosa che purtroppo in quel periodo non accadeva spesso, Charity pensò che il taciturno Lud dovesse trovarla davvero molto carina con i corti ricci neri ad incorniciarle il viso e le fossette che aveva sulle guance. Spostò lo sguardo verso Cam, come per chiedergli conferma di ciò che aveva appena detto, e lui alzò semplicemente le spalle.

-E poi Sam può raggiungere i suoi compagni per la festa, e’ inutile farle perdere tempo- aggiunse indicando Sam, a pochi passi da loro, intenta a parlare con Abercombie, un ragazzo biondo del sesto anno.

Charity e Martha avevano faticato parecchio a convincere Sam a venire alla partita. La ragazza era parecchio taciturna in quell’ultimo periodo a causa della discussione che aveva avuto con Cris. I due continuavano ad evitarsi ed era stato solo quando Charity aveva detto che sarebbero state solo loro tre e Ophelia che Sam aveva accettato di venire. Cris, infatti, aveva deciso di trascorrere la mattina in biblioteca probabilmente con l’intenzione di evitare Sam.

-Va bene- accetto Charity avvicinandosi al ragazzo per dargli un leggero bacio sulla guancia come ringraziamento. Lui ne approfittò per stringerla a se’ e rimasero abbracciati fino a quando Sam non tossì in modo estremamente rumoroso.

-Char, dobbiamo accompagnare Martha alla Sala Comune- le ricordò Sam ignorando il povero Abercombie che era rimasto a pochi passi da la guardava in attesa di qualcosa.

-Vai tranquilla, vengono Cam e Lud con noi. Puoi andare direttamente alla festa- la incoraggiò facendole l’occhiolino e indicandole la squadra di Grifondoro che, ancora con indosso le divise, si stava dirigendo verso la loro torre insieme ad altri studenti.

-Ah- si limitò a dire Sam guardando perplessa i due ragazzi.

Con gran dispiacere di Charity, nessuno dei suoi amici aveva visto di buon occhio la sua relazione con Cam. Solo Martha, a causa della sua indole buona, le aveva sorriso mentre tutti gli altri erano rimasti come congelati davanti a quella notizia. Sam e Agatha l’avevano fissata come se fosse impazzita quando, una mattina, si era presentata a colazione mano nella mano con Camdem. Agatha, poi, aveva fulminato il ragazzo con i suoi gelidi occhi azzurri e si era comportata come se lui fosse invisibile. Cris aveva semplicemente squadrato Camdem dalla testa ai piedi prima di tornare al suo libro e ad Oliver erano andate di traverso le uova che stava mangiando. Era stata proprio la reazione di quest’ultimo che l’aveva spiazzata visto che, tra tutti, era quello che avrebbe dovuto capirla visto che anche la sua ragazza era mal vista da loro. Camdem non era Demetra, era gentile con tutti, si era offerto di aiutarli con la faccenda di Martha e di certo non faceva scenate di gelosia se lei parlava con i suoi amici maschi.

Gabriel, invece, non aveva reagito in nessun modo. L’aveva guardata con i suoi penetranti occhi azzurri per qualche secondo, come per cercare di capire se fosse davvero sincera quando le aveva detto che lei e Camdem stavano insieme. In quando suo migliore amico, era stato il primo a cui era andata per dargli la notizia e si era aspettata qualcosa di più che un semplice “congratulazioni”. Continuava a trattarla allo stesso modo, anzi, era anche più affettuoso rispetto al solito.

Quando parlavano le cingeva sempre le spalle con fare protettivo o si sedeva sempre accanto a lei durante i pasti. Charity aveva notato Cam irrigidirsi davanti a quei comportamenti ma lo aveva rassicurato assicurandogli che Gabe era il suo migliore amico.

Sam continuò a fissarli e Charity vide nei suoi bei occhi nocciola l’indecisione. Sicuramente non si fidava di Cam e Lud, pensò con una certa delusione, ma vi lesse anche il desiderio di voler andare nella sua sala comune per evitare in poter incontrare Cris per sbaglio. Quest’ultima parte sembrò vederla anche Martha e fu solo quando lei parlò che Sam distolse lo sguardo dai due ragazzi.

-Io e Ophelia raggiungeremo i nostri compagni, non preoccupatevi- li rassicurò.

Anche se tutti loro continuavano a scortarla in ogni posto, Martha cercava in tutti i modi di liberarli da quell’incombenza. Si sentiva in colpa per quello che era successo a Cris e Sam e chiedeva scusa ogni volta che li vedeva correre per non lasciarla sola.

-Davvero, non c’è bisogno- ripete’ per convincerle.

Charity e Sam si guardarono e annuirono dopo aver convenuto che Martha non sarebbe stata sola in mezzo ai suoi compagni di casa e ad Oliver. Ophelia sarebbe stata con lei, non l’avrebbe mai lasciata da sola.

-Perfetto, ci vediamo a cena allora- le salutò con un gran sorriso prima di allontanarsi con Ophelia. Sam seguì le due con lo sguardo fino a quando non le vide sparire per le scale. Charity notò Cam e Lud scambiarsi una conversazione silenziosa che terminò quando Lud si diresse con le mani in tasca verso le scale. Cam le rivolse un piccolo sorriso colpevole e lei capì che doveva essere andato a raggiungere Martha.

Sam le rivolse un piccolo saluto prima di raggiungere Abercombie che la attendeva speranzoso e, rimasti soli, Charity e Cam decisero di andare a fare la loro passeggiata nel parco.

-Char, c’è un gufo che ti segue- le fece notare Cam indicandole l’elegante barbagianni che volava proprio sopra la sua testa.

-Aspetta, c’è una lettera- disse mentre si allungava per cercare di slacciare la pergamena legata alla zampa dell’animale. Ma questo gli beccò violentemente il dito costringendolo ad arretrare prima di appollaiarsi sulla spalla di Charity.

-E’ il gufo di Merthin- esclamò riconoscendo il fedele animale di suo fratello. Gli accarezzò la testa piumata prima di prendere la lettera.

“Charity, io e Regan dobbiamo parlarti di una cosa importante. Possiamo incontrarci ai Tre Manici di Scopa durante la prossima che puoi andare al villaggio? Fammi sapere al più preso. Merthin”

Charity fissò la pergamena chiedendosi cosa ci fosse di così importante da portare i suoi fratelli, che non si parlavano da anni, a venire al villaggio. Appellò una penna e rispose a Merthin.



Note:
Buona sera a tutti! Sono tornata con un nuovo capitolo più allegro rispetto ai precedenti.
Non ho molto da aggiungere tranne un ringraziamento a tutti voi che leggete.
A presto, MairTonks.
                                         
 
  
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