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Autore: Kimberly Horan    25/09/2016    1 recensioni
Sofia si trova a Londra per presentare la mostra a cui ha lavorato per circa tre anni. Giovane, intraprendente e con un carattere forte, sembra non esserci nulla per lei al di fuori del suo progetto e dello studio, questo finché non incontra il principe Harry. Tra i due scatta qualcosa fin da subito, ma far funzionare la loro relazione sarà più complicato del previsto. Cosa saranno disposti a rinunciare pur di coronare il loro sogno d'amore?
Genere: Commedia, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Harry fece il saluto militare. Aveva un’espressione seria dipinta in volto e gli occhi spenti.
La visita all’accademia militare venne preceduta dalla consegna di alcune medaglie e riconoscimenti. Harry si sforzò per tutto il tempo di concentrarsi perché sapeva che stava facendo una cosa importante. Anche Sofia si era raccomandata al riguardo prima di partire. E fino a quel momento c’era riuscito piuttosto bene.
Mentre parlava con i cadetti, Harry cercò di assumere un atteggiamento naturale e di comportarsi come al solito, nonostante sapesse che, nonostante tutto, avrebbe dovuto trovarsi altrove in quel momento. Avrebbe dovuto essere con Sofia, alla sua cerimonia di laurea.
Quello era uno dei giorni più importanti della sua vita, in cui si sarebbero concretizzati tutti i suoi sforzi e tutto l’impegno che aveva dimostrato nello studio. Era un grande traguardo e di sicuro si sarebbe sentita sola senza di lui.
Non era colpa di nessuno e lo sapevano entrambi. Se ne erano fatti una ragione, o comunque era più comodo pensarla così. La cosa era infinitamente triste proprio per quello.
Harry guardò l’orologio appeso alla parete. Fece un respiro profondo.
“Sembri piuttosto distratto oggi”, la voce di suo padre attirò la sua attenzione.
“No. Sto bene”
Charles ci rifletté su. “Sai, io non sono mai stato bravo a capire quello che pensano le persone. Ma tu sei un pessimo bugiardo.
Harry non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo.
“Tu non dovresti essere qui. So che lo pensi”. Insistette Charles.
Il principe drizzò la schiena e alzò il mento. “Questo è il mio dovere.”
Charles mise la mani dietro la schiena e scrutò il figlio in volto. “Ci sono volte in cui vale la pena mettere da parte il dovere per qualcosa di ancora più grande. Devi andare da lei”.
Harry lo guardò sorpreso. “Non farei in tempo, comunque”.
“Sciocchezze”, disse Charles facendo una smorfia. “Sei un principe: un modo lo si trova”.
“No”, disse con fermezza Harry. “Devo restare qui”. Superando il padre tornò dal gruppo di giovani cadetti con cui stava parlando prima.
E’ vero: se avesse dato retta al suo cuore sarebbe corso da Sofia. Ma era un principe, aveva dei doveri. Lo sapeva lui, lo sapeva lei. Entrambi erano d’accordo sul fatto che il tempo per fuggire dal dovere era terminato da tempo.
Sorrise leggermente perché insieme stavano diventando davvero troppo seri. La visita annuale all’accademia era importante. Lui era un militare e ne capiva il valore simbolico e la cosa che desiderava di più al mondo era rendere Sofia orgogliosa di lui. Se fosse venuto meno al suo impegno, cosa avrebeb potuto pensare di lui? Che razza di uomo sarebbe stato?
“Capitano Wales”, gli disse uno dei cadetti più giovani. Normalmente avrebbe dovuto chiamarlo Vostra Altezza, ma quando Harry indossava quella divisa era solamente il capitano Wales.
“La vostra fidanzata non è venuta con voi oggi?”
“Sfortunatamente non è potuta venire. Ma avrebbe veramente voluto essere presente. Il prossimo anno verrà di sicuro”.
“Anche prima del prossimo anno”, disse una voce gentile proveniente dalle sue spalle.
Harry attese qualche istante prima di girarsi. Che fosse possibile?
Sofia gli sorrise radiosa come sempre. Bella e splendente, nel suo vestito color beige e le scarpe nere lucide.
“Chiedo scusa per il ritardo”, gli disse piano. “Ma i tempi per arrivare qui sono piuttosto lunghi”.
Harry sbatté le palpebre, incredulo. Poi fece quei due passi che li separarono e abbracciò Sofia così forte, che le tolse quasi il respiro. “Cosa ci fai qui?” Riuscì semplicemente a chiederle.
“Era il posto in cui volevo essere”.
“Sì, ma…” Si perse nell’intensità di quegli occhi scuri e profondi. “Ma questo era il tuo grande giorno”.
“Senza di te, non aveva senso. Nulla avrebbe senso se tu non fossi al mio fianco”. La notte precedente non era riuscita a dormire, tanto era forte la sensazione di vuoto che aveva provato nel saperlo così lontano da lei. Era stato in quel momento che aveva capito di non avere altra scelta. Al diavolo tutto, lei desiderava una sola cosa: stare con lui ad ogni costo. Voleva tornare da lui e non lasciarlo più. Non voleva nient’altro.
Il volto di Harry divenne rosso. Non poteva ancora credere che lei fosse tornata da lui. Si disse che doveva avere una tremenda espressione da ebete in quel momento.
“Non sei felice?” Gli chiese Sofia senza distogliere lo sguardo.
“Sono molto più di questo, credimi. Solo non riesco ancora a credere che tu sia qui”.
“Se può consolarti, io non riesco a credere di essermene andata di corsa senza avvertire nessuno “, rise nervosa. “Guarda: mi tremano persino le mani”. Per non parlare del suo cuore, che in pratica le stava scoppiando.
Sofia mostrò ad Harry la mano sinistra, che tremava davvero. Lui allora l’abbracciò delicatamente e poi la baciò. Lì, davanti a tutti, in un’accademia militare.    
 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Capitolo rimosso, rielaborato e poi reinserito. La versione originale non mi piaceva per niente e ho pensato che per una volta fosse giusto far correre Sofia dietro ad Harry.
  
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