Primavera
Era solo la fine di marzo, ma l’inverno sembrava solo un lontano ricordo. I prati di Hogwarts erano pieni di fiori, gli alberi si erano coperti di folte chiome colorate. Quel giorno il cielo era di un azzurro brillante, senza la minima traccia di una nuvola a guastare quel tempo magnifico.
“È proprio la giornata ideale
per
andare a Hogsmeade, vero?” commentò Rachel, mentre
lei e Regulus
s’incamminavano insieme agli altri studenti fuori dai
cancelli della scuola,
seguendo il sentiero che li avrebbe condotti al villaggio.
“Già” rispose
Regulus,
che però non
era altrettanto entusiasta.
Sapeva che non sarebbe riuscito a distrarsi come lei avrebbe voluto, ma cercava di non farglielo pesare.
Arrivarono a Hogsmeade un quarto
d’ora più tardi e decisero di andare prima di
tutto ai Tre manici di Scopa.
Rachel ordinò una Burrobirra,
Regulus del Whisky Incendiario e, quando lei gli lanciò uno
sguardo indagatore,
si giustificò dicendo:
“Sono maggiorenne e posso
prenderlo”.
“Sì, ma non
esagerare” lo ammonì
lei, mentre si andavano a sedere a un tavolo per due vicino alla
finestra.
Per un po’ di tempo rimasero
silenziosi, poi Rachel provò a parlare del più e
del meno ma lui rispondeva
solo a monosillabi.
Quando si accorse di aver già
finito il Whisky Incendiario, Regulus fece per alzarsi e ordinarne
dell’altro,
ma Rachel glielo impedì e lo costrinse a sedersi di nuovo.
“Si può sapere che ti
prende?”
gli chiese, anche se l’aveva già intuito da un bel
po’.
“Secondo te? Credo che non ne
verrò mai a capo”.
“Sì, invece. Guarda che non
devi
fare tutto da solo, ci sono anch’io ad aiutarti, ma dovresti
rilassarti anche
un po’… e soprattutto mantenere la testa
lucida” aggiunse, lanciando
un’occhiata al bicchiere vuoto.
“È facile per te parlare. Se
fossi al posto mio, impazziresti, soprattutto se hai paura che chi ti
è più
vicino possa rischiare la vita perché non si fa gli affari
suoi…” rispose lui,
sarcastico.
“Gli affari tuoi sono anche
miei”
osservò Rachel imperterrita.
Regulus non disse nulla ma si
sentì quasi sollevato: averla accanto significava non cadere
a precipizio nel
baratro verso il quale si era condotto da solo.
Mentre la osservava, si chiese
come potesse essere così forte: non aveva mai un attimo di
esitazione né di
paura, mentre lui si sentiva contorcere le viscere dal panico ogni
volta che
pensava a cosa potesse aspettarlo. Ma forse era solo altrettanto brava
a
mascherare quello che provava.
“Senti, siccome tanto non pensi ad altro” fece lei ad un certo punto, “c’è una cosa che dovrei darti”.
Esitò un attimo, poi estrasse
dalla borsa un foglietto su cui aveva scritto qualcosa e glielo porse.
Regulus lesse un indirizzo di Londra.
“Cos’è?”
“Se te lo dico non ti arrabbiare,
però” esordì lei. “Tra
l’altro non dovrei neanche dirtelo. È
l’indirizzo di
Sirius. Non ho detto che devi andare da lui, ma ho pensato
che potrebbe sempre
tornarti utile. Non fare quella faccia, è solo per scrupolo,
non si sa mai cosa
può succedere, e questo potrebbe servirti. Mi prometti che
non lo butterai
via?”
Lo disse tutto d’un fiato, per
essere sicura di non venire interrotta, e infine gli scoccò
un’occhiata
ansiosa.
Lui sbuffò ma non se la prese con
lei. Sapeva che Rachel stava cercando di fare il possibile per aiutarlo.
“L’ultima volta che ci siamo
visti” disse, “mi ha chiaramente fatto capire che
per lui conto quanto uno
zellino bucato. Comunque, se proprio vuoi, non lo butterò.
Ma, tanto per intenderci,
vedi di farla finita con questa storia: prima devo scoprire che cosa
sta
combinando Tu-Sai-Chi, poi agirò di conseguenza.
È prematuro occuparci del
dopo, ok?”
“D’accordo, non parliamone
più
per oggi” confermò lei. “Usciamo da qui,
comincia ad essere troppo affollato”.
Si alzarono, lui lasciò il conto sul tavolo e poi si diressero verso l’uscita.
Il paesaggio non era mai stato
così bello: sembrava che Hogsmeade volesse incitarli a non
pensare ai problemi
che dovevano affrontare, almeno per quella giornata.
Il sole illuminava le casette dai
tetti aguzzi e gli alberi ai lati della strada erano un misto di
colori, dal
verde brillante delle foglie al bianco, rosa e rosso dei fiori.
Fecero una breve visita da
Mielandia, perché Rachel diceva che lui avesse bisogno di
mangiare qualcosa di
molto nutriente, poiché era sempre stato gracile, e in quel
periodo di stress
stava dimagrendo a vista d’occhio. Andò a finire
che Regulus si limitò a
prendere un Cioccocalderone, mentre lei ne comprò una
scatola intera.
Continuarono la passeggiata
attraverso il villaggio finchè non giunsero al limitare.
Davanti a loro
s’intravedeva la sagoma spettrale della Stamberga Strillante
ma quel giorno
neanche questa faceva più paura.
Dietro l’ultima fila di case,
scoprirono una sorta di piccolo parco che non avevano mai notato. Sotto
un
albero di ciliegio in fiore c’era una panchina. Sia questa
che il terreno
intorno ad essa erano quasi completamente ricoperti dal manto rosa dei
fiori
caduti dall’albero a causa del vento, creando un quadretto
piuttosto
suggestivo.
“Che carino! Andiamo a sederci” propose Rachel.
Regulus accettò, anche perché dopo quella camminata si era stancato. Presto però la sua pazienza fu messa a dura prova: a ogni soffio di vento, una leggera neve di petali cadeva sulle loro teste. Lui aveva già una mezza idea di cambiare panchina, poiché ogni volta doveva scrollarseli dai capelli; al contrario, Rachel sembrava divertita dalla situazione.
“Mi piace tantissimo la
primavera” disse, afferrando uno dei fiori che cadevano e
osservandolo mentre
lo teneva nel palmo della mano. “È sempre stata la
mia stagione preferita. È
tutto così allegro e vivace. Non riesco proprio a capire le
persone che in
questo periodo si sentono sempre fiacche: io non riesco a stare un
attimo ferma!”
Si voltò a guardarlo, incontrando
la sua smorfia beffarda.
“Cosa c’è da
ridere?” chiese.
“Sembri una bambina piccola”
rispose lui che, nonostante la buona volontà, non riusciva
proprio a
manifestare altrettanto entusiasmo.
“E tu sei sempre il solito guastafeste!” ribatté lei sorridendo e gettandogli le braccia al collo. “Se proprio vuoi fare il musone, aspetta quando ti trascinerò di nuovo al villaggio. Devo comprarmi un abito da cerimonia nuovo.
“Oh, no… Ma a che ti
serve?” fece
lui, circondandola con un braccio e attirandola a sé.
“Per il matrimonio di Lily Evans.
Si sposa quest’estate”.
“Di già? E con chi?”
“Con James Potter, è
ovvio”.
Regulus dovette fingere un attacco di tosse per soffocare l’ilarità che gli era venuta spontanea. Proprio non riusciva a immaginarsi Potter sposato. Gli era sempre sembrata la persona più immatura del mondo, l’esatto contrario di Lily Evans che, anche se gli costava ammetterlo, almeno fino a poco tempo prima considerava abbastanza intelligente.
“C’è poco da ridere” lo redarguì Rachel. “Lui è migliorato parecchio, e se te lo dico io, puoi credermi. Quei due si amano davvero”.
Seguì un lungo silenzio, causato
non tanto dall’imbarazzo, quanto dal flusso inarrestabile di
pensieri che li
investì.
Impegnato com’era stato a cercare
di risolvere il mistero dell’immortalità di
Voldemort, Regulus non aveva mai
riflettuto veramente sulla loro situazione.
Ci si sarebbe aspettato che la
presentasse alla sua famiglia. In fondo, lui era l’unico
discendente maschio
dei Black, quindi l’unico che avrebbe potuto permettere alla
famiglia di non
estinguersi, e i suoi parenti ci tenevano molto ad avere una
discendenza.
Magari Orion avrebbe trovato Rachel di suo gradimento, bastava solo non dirgli che fosse amica di una Nata Babbana e soprattutto che lo fosse anche di Sirius. Quanto a Walburga, Regulus dubitava che sua madre avrebbe visto di buon occhio qualunque ragazza, anche se fosse stata l’ultima discendente di Salazar Serpeverde, e non riuscì a trattenere una smorfia al pensiero dell’interrogatorio cui Rachel sarebbe stata sottoposta dalla signora Black. Ora che ci pensava, quelle due non sarebbero andate molto d’accordo.
Quello fu il momento in cui se ne rese conto per la prima volta: se mai avesse sposato qualcuno, l’unica che avrebbe voluto sarebbe stata Rachel.
Lei stava pensando più o meno le
stesse cose, anche se la sua fantasia volava già
più lontano, e s’immaginava
circondata da tanti piccoli Black festanti.
Trattenne a fatica un sorrisetto,
decisa a non fargli capire cosa le fosse venuto in mente, e
posò la testa sulla
sua spalla.
“Non dovresti angosciarti
così.
Secondo me ce la faremo” gli disse riprendendo il discorso di
poco prima.
“Tu credi?” fece Regulus,
scettico.
“Sì, certo. Quando questa
storia
finirà, potremo finalmente stare in pace. Prima o poi
qualcuno sconfiggerà
Tu-Sai-Chi, me lo sento”.
“Speriamo solo che non succeda
tra vent’anni”.
“Comunque vada, sarò sempre
al
tuo fianco. A proposito, la sai una cosa?”
“Cosa?” chiese Regulus,
sentendo
un brivido percorrergli il collo quando lei gli si accostò
all’orecchio e gli
sussurrò:
“Mi sono davvero innamorata di
te, Regulus”.
Lui sorrise, mentre il cuore cominciava a battergli all’impazzata.
“Anch’io” rispose, e intanto aveva la sensazione che gli stesse girando la testa.
Posò le labbra sulle sue e, come d’incanto, gli parve di aver dimenticato tutto. C’erano solo loro due, il resto del mondo non esisteva, con le sue guerre e i suoi problemi. Per la prima volta dopo mesi, nessuno dei due voleva preoccuparsi di ciò che sarebbe successo o chiedersi se in futuro sarebbe stato concesso loro di sentirsi felici come in quel momento.
*Angolo autrice*
Capitoletto
dedicato alla mia stagione preferita,
anche se non è che ultimamente sia stata molto presente.
Adoro scrivere i capitoli
romantici, e uno così ci voleva proprio per risollevarmi il
morale! Spero che
abbia rallegrato un po’ anche voi… È
stata la prima volta che un'immagine mi ha ispirato su cosa scrivere
nel capitolo, di solito mi danno l'anima alla ricerca di una foto che
c'entri qualcosa con quanto ho pubblicato! Purtroppo, devo
darvi due brutte notizie:
1- questo è stato l'ultimo capitolo
allegro, dal prossimo si ricomincia con la discesa verso il baratro...
2- nel frattempo godetevi questo,
perchè sabato non potrò aggiornare:
sarò fuori casa da domani a domenica sera, perciò
ci rivedremo lunedì, sigh...
Alohomora
(hai proprio ragione, di solito le Serpeverde sono
oche oppure pazze criminali… per fortuna ne esistono anche
di migliori, io ne
sono convintissima! Senza contare che anche a Grifondoro le oche
regnano
sovrane…vedi Calì e Lavanda…)
Pervinca Potter
97 (la fine metterà ko anche me, non
preoccuparti, e credo che faticherò a riemergere…
ma devo farmi forza, sto
cominciando a scrivere i capitoli peggiori, dopo questo breve momento
felice)
MEISSA_S
(la catastrofe avverrà il più tardi possibile,
intanto spero che ti sia goduta questo capitolo! Sono contenta di aver
descritto bene la reazione di Regulus, dato che all’inizio
non sapevo proprio
cosa aspettarmi da un personaggio così misterioso!)
dirkfelpy89 (a
chi lo dici… sono tristissima anche io!)
LMP (infatti,
credo proprio che tu abbia ragione riguardo a
Piton e Minus, pazienza, mi sono dedicata a ben altro! Anche io mi sono
irritata ripensando alle parole di Sirius riguardo al fratello, ma non
posso
credere che credesse veramente a quello che diceva, non è
possibile! E sì,
lyrapotter (eh,
lo vedrai nel prossimo capitolo come verrà a
sapere degli Horcrux, non preoccuparti… ne
approfitterò anche per inserire un
altro personaggio che in questa storia sarà del tutto
marginale, ma che nella
saga avrà un’importanza decisiva nella sconfitta
di Voldemort!)
Pan_Tere94
(non importa, anche le recensioni brevi mi fanno
piacere se dicono tutto quello che c’è da dire!
Grazie!)
_Mary
(ihihi, devo ammettere che ho goduto quando Mrs Purr è
stata pietrificata! XD Ah, sì, Rachel è molto
testarda, come tutti i personaggi
di questa storia, ora che ci penso!)