Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eliseCS    27/09/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
----------------------------------------------------------------------------------
Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
----------------------------------------------------------------------------------
[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
----------------------------------------------------------------------------------
Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
28 - Vai
 
 
 
Forse dopotutto avrebbe dovuto fermarsi un attimo a pensare alle parole che la Clark le aveva rivolto.
Qualcosa non andava, Elise lo aveva capito quasi immediatamente dopo aver appoggiato la mani su Daniel.
Sentiva che la ferita provocata dalla maledizione stava guarendo, ma allo stesso tempo c’era anche qualcosa di diverso dal solito: non sentiva le forze abbandonarla, anzi.
Quando ebbe finito poteva dire di sentirsi ricaricata.
Nonostante tutto il brutto presentimento non ne voleva sapere di andarsene, era ancora lì, come un peso spiacevole al centro del petto.
 
C’era decisamente qualcosa che non andava.
 
Nessuno a parte lei sembrava però averci fatto caso: sia James che Julia erano infatti più impegnati ad aiutare Dan a tirarsi su, squadrandolo con occhio critico per assicurarsi che stesse davvero bene.
Ed effettivamente guardandolo Elise non avrebbe potuto dire altrimenti, eppure…
 
Persa com’era nei suoi pensieri quasi trasalì quando il riccio le battè una mano sulla schiena abbracciandola subito dopo sussurrandole un “Grazie” all’orecchio.
La ragazza strinse le labbra ricambiando incerta il sorriso pensando che forse non si meritava i suoi ringraziamenti, anche se ancora non sapeva perché.
Intanto James si stava adoperando per mandare un Patronus ad avvisare suo padre di quello che era appena successo in modo che venisse a ripristinare il prima possibile la barriera che era stata distrutta.
 
“Penso sia meglio che vada a casa: non vorrei che i miei scoprissero quello che è successo da qualcuno che non sono io… potrei seriamente rischiare di rimanere chiuso in casa a vita” commentò Dan dopo aver salutato in modo piuttosto appassionato Julia (Elise si era girata un attimo dall’altra parte).
Aveva già la bacchetta in mano, pronto a smaterializzarsi.
I tre lo salutarono comprensivi, rimanendo però piuttosto confusi quando, dopo qualche momento, notarono che il riccio ancora non si era mosso dalla sua posizione.
Anche lui sembrava piuttosto perplesso.
 
“Amico, tutto bene?” domandò James tornando verso di lui appoggiandogli una mano sulla spalla.
Dan ricambiò il suo sguardo: adesso sembrava davvero spaventato.
“Io… non capisco…” sussurrò mentre ancora si rigirava la bacchetta tra le mani.
Il brutto presentimento che aveva avuto Elise si fece ancora più insistente finchè Dan non parlò di nuovo e la ragazza seppe di aver avuto ragione dall’inizio.
“Non riesco a smaterializzarmi” concluse il ragazzo incredulo.
 
Julia sembrava non aver capito fino in fondo la situazione, James guardò l’amico con la fronte aggrottata non capendo se faceva sul serio o se lo stava prendendo in giro.
 
Elise si sentì sprofondare: era colpa sua.
 
Di nuovo.
Possibile che non riuscisse a combinare altro che guai?
 
“Ti dico che è così” stava intanto insistendo Dan piccato.
“Prova un altro incantesimo, uno qualsiasi” si inserì Elise interrompendo James che stava per ribattere qualcosa.
Il riccio sembrò pensarci un po’ su, poi puntò la bacchetta verso un pezzo di scivolo che si era rotto durante lo scontro con l’evidente intenzione di ripararlo.
 
Non successe nulla.
Provò a recitare la formula a voce alta, cambiò incantesimo in uno semplice di levitazione, ma niente.
 
Julia corse ad abbracciare il ragazzo che sentiva gli occhi cominciare a pizzicare mentre James era ancora imbambolato a fissare il pezzo di scivolo che non aveva minimamente reagito ai tentativi di incantesimo dell’amico.
“Non so cosa dire” commentò alla fine quando sembrò aver recuperato l’uso della parola. “Non capisco cosa possa essere successo”
 
“Io sì”
 
Tutti si girarono a guardare Elise.
 
La ragazza aveva osservato i vari tentativi di Dan di usare la magia scurendosi sempre di più in volto ad ogni fallimento.
Non era tanto ingenua da pensare che il fatto che Dan non riuscisse più a fare incantesimi mentre lei dopo la sua guarigione si sentiva carica come non mai fosse una coincidenza.
Anzi, la cosa era talmente chiara che solo uno stupido avrebbe potuto dubitarne.
Adesso il problema era spiegarlo agli altri, e soprattutto trovare un modo per far tornare le cose com’erano prima.
Insomma, proprio una cosa da niente.
 
“Adesso penso di capire come mai Cheryl non voleva che usassi i miei poteri di guarigione” cominciò guardando un punto indistinto di una siepe alle spalle dei tre ragazzi che aveva davanti.
Non riusciva a guardarli in faccia, di sicuro non Dan.
“Nessuno ha notato che non ho avuto nessun mancamento questa volta? Nessuna vertigine, niente di niente…?” domandò poi visto che gli altri la stavano ancora guardando come se avesse parlato in arabo.
Inaspettatamente furono gli occhi di Julia ad accendersi di comprensione per primi: “Tu…”
“Io… io credo di aver assorbito la magia di Dan durante la guarigione” disse tutto d’un fiato.
I due ragazzi sembravano in stato di shock e prima che potessero riprendersi dei sonori *crack* risuonarono intorno a loro.
 
Il signor Potter, Ron e un altro paio di Auror che Elise non aveva mai visto erano appena arrivati nello spiazzo.
“Stai bene?” domandò subito il primo rivolto al figlio che si affrettò ad assentire.
Intanto i colleghi stavano controllando il perimetro cercando qualsiasi cosa sarebbe potuta tornare utile.
Ovviamente non trovarono nulla.
 
L’attenzione del signor Potter era comunque completamente concentrata su quello che i ragazzi avevano appena finito di raccontargli.
L’ultima parte in particolare l’aveva lasciato alquanto sbalordito: e sì che, purtroppo, lui ne aveva viste di cose strane.
“Forse sarebbe opportuno accompagnare Daniel al San Mungo: magari potrebbero dirci con un po’ più di precisione quello che è successo” propose alla fine offrendosi implicitamente come accompagnatore.
Il diretto interessato annuì stancamente per poi incamminarsi al fianco dell’Auror: sembrava così diverso dal ragazzo sempre allegro e sorridente che erano abituati a vedere.
Julia si scambiò un cenno veloce con l’amica per poi corrergli dietro.
Dan fu l’ultimo ad attraversare la barriera: prima di farlo si rigirò un’ultima volta la bacchetta tra le mani, provando un incantesimo che evidentemente non ebbe successo, per poi lasciarla cadere sull’erba alle sue spalle.
 
Ancora ferma a fissare il bastoncino di legno lasciato lì per terra Elise impiegò qualche istante a rendersi conto che lei e James erano rimasti soli: gli altri Auror avevano ristabilito la barriera (la ragazza sperava vivamente che fosse più resistente della precedente) e avevano silenziosamente lasciato l’area dopo aver finito il loro lavoro.
A passo incerto la ragazza andò a recuperare la bacchetta, prendendola in mano come se fosse qualcosa di estremamente fragile e delicato.
Si ricordava bene come si era sentita quando Olivander le aveva detto che non ci sarebbe mai stata una bacchetta per lei, non voleva neanche immaginare cosa stava invece provando Dan, che con quella bacchetta ci era cresciuto.
 
“Farò in modo che possa tornare ad usarla” esclamò alla fine stringendo il pugno attorno alla superficie di legno facendo sussultare James che nel frattempo si era avvicinato.
“Fosse l’ultima cosa che faccio, ma Dan tornerà ad usare questa cavolo di bacchetta” concluse, la voce percorsa da un tremito involontario.
“Sono sicuro che ci riuscirai. Anzi, ci riusciremo. Insieme” concordò James abbracciandola.
In un primo momento la ragazza cercò di sottrarsi a quel contatto (e se per sbaglio avesse assorbito anche la magia di James?) per poi finire per stringerlo forte.
Non ne poteva più di quella storia, voleva solo che tutto finisse.
 
 
 
ↄↄↄ
 
 
 
Alla fine la cosa era stata confermata.
Erano stati fatti tutti i test possibili ritenuti appropriati per quella strana situazione mai verificatosi prima e il responso era sempre stato lo stesso: Dan non era più in grado di usare la magia.
Inutile dire che a quella notizia l’umore di Elise era ulteriormente peggiorato, e a nulla erano serviti gli interventi di James e Julia che insistevano nel dire che quella non era stata colpa sua.
 
Era comunque riuscita a mettere momentaneamente da parte il senso di colpa per concentrarsi sul fatto che in tutta la faccenda c’era qualcosa che non le tornava.
E quel qualcosa rispondeva al nome di Cheryl Clark.
 
Dopo il loro ultimo incontro era ormai evidente ad Elise che la sua vecchia educatrice stava nascondendo qualcosa, ma non solo a lei, anche a Shayleen.
L’unica cosa che le restava da fare era parlare con lei, cosa che ovviamente era più facile a dirsi che a farsi.
Skelton House era sicuramente abbastanza enorme da poter contare un paio di stanze per gli ospiti e visto che gli Auror non erano riusciti a rintracciare in alcun modo né lei né gli altri due Elise aveva i suoi buoni motivi per pensare che ormai vivessero tutti lì.
Quindi alla fine dei conti il problema non era poi così grande, visto che dopotutto la parte del dove cercare era stata risolta.
Il punto era che era sicura che non avrebbe più rimesso piede alla villa.
 
Non da sola.
O per lo meno non senza un buon piano.
 
 
 
***
 
 
 
“James?” domandò Elise rivolta al ragazzo che camminava al suo fianco.
Erano le tre del pomeriggio e avevano appena finito un pranzo con i fiocchi a casa Starlet.
 
Dopo tutto quel tempo Elise aveva reputato fosse opportuno presentare ufficialmente ai suoi genitori James in quanto fidanzato e lui ne era stato davvero contento.
Certo, forse il terzo grado a cui Diana lo aveva sottoposto non appena si erano accomodati sul divano del salotto lo aveva preso un po’ alla sprovvista, ma tutto sommato alla fine l’incontro era andato più che bene.
 
“Mmm?” mugugnò James in risposta, perso nel ricordo della sua ragazza (quanto gli piaceva ripeterlo) seduta al pianoforte che suonava.
Non ne avevano mai parlato ed era stata proprio una sorpresa.
La ragazza alzò gli occhi al cielo senza trattenere un sorrisetto: poteva immaginare a cosa stesse pensando James…
“Stavo pensando che non ho intenzione di rimanere di nuovo ad aspettare che sia Shayleen a fare la prossima mossa” proseguì Elise.
Gli occhi del ragazzo si fecero più presenti, l’espressione attenta.
“E quindi cosa proporresti di fare?” le domandò.
Era d’accordo con lei sotto quel punto di vista, ma non potevano fare nulla.
“Capisco quello che intendi, ma non possiamo certo materializzarci lì come se nulla fosse, ammesso che sia possibile…”
 
Gli occhi di Elise brillarono furbi e per niente rassicuranti.
 
“Oh no…” cominciò lui.
“Oh sì, invece!” lo bloccò lei. “Pensaci: continuiamo a non fare nulla perché nessuno vuole provare ad andare in quella maledetta villa…”
“Chissà perché, eh…”
“E se invece ci fosse un modo per far sì che anche altri oltre a me riescano ad entrare?”
Ormai si erano fermati in mezzo al marciapiede, fortuna che a quell’ora non c’era molta gente in giro.
“Cosa intendi?” le domandò dubbioso.
“Ecco… io volevo parlare di nuovo con la signorina Clark” confessò Elise. “Dopo l’altro giorno… lei sapeva cosa sarebbe successo, voleva aiutare. Secondo me potrebbe farlo di nuovo”
“Se anche fosse? Questa volta non basterà andare all’orfanotrofio per scambiarci due parole”
“Lo so”
“No, è fuori discussione!” esclamò James guadagnandosi un’occhiata curiosa da parte di un passante solitario.
“Non ti lascerò tornare in quel posto da sola, levatelo dalla testa!”
“Ma è l’unico modo!”
“No che non lo è. Aspetteremo che facciano loro la prossima mossa: non piace a te e nemmeno a me, ma è l’unica cosa che possiamo fare”
Elise scosse la testa: era stufa di aspettare.
 
 
 
Qualche minuto più tardi erano già al parco, in modo da poter parlare liberamente senza preoccuparsi che qualcuno potesse sentirli.
 
“Non si accorgeranno neanche della mia presenza: starò lì solo il tempo di parlare con Cheryl e poi me ne andrò via subito”
“Elise, da come l’hai descritto quel posto sarà pieno di Incantesimi Rilevatori: si accorgeranno di te non appena metterai i piedi sul prato!”
“Allora vorrà dire che troverò il modo di eluderli: posso volare, ricordi? James, io devo andare…”
“No! No che non devi. Mi pare che nessuno ti stia costringendo, dannazione!”
Quella volta aveva proprio urlato, gli occhi che sembravano lanciare saette.
La ragazza arretrò di un passo: non l’aveva mai visto così.
 
A quel punto James sospirò pesantemente mettendosi le mani nei capelli.
Quando i loro occhi si incontrarono di nuovo quelli del ragazzo sembravano profondamente tristi.
 
“Quando mio padre ti ha portata a casa quel pomeriggio ho pensato di morire. Non hai idea di come mi sono sentito… E quando poi abbiamo capito che eri stata colpita dalla Maledizione avrei dato qualsiasi cosa per poter fare cambio, perché non fossi tu quella distesa sul letto in fin di vita…” disse James parlando lentamente, come se gli costasse molta fatica.
“Non posso permettere che una cosa del genere possa ripetersi”
 
Elise annuì seria: “Posso capirlo. Non è stato bello neanche per me quando eri tu ad essere stato ferito. E quella volta non sapevo neanche se avessi potuto fare qualcosa…”
“Allora perché insisti a voler tornare là?”
La ragazza scrollò le spalle: “Penso solo che finchè saranno loro a fare sempre la prima mossa non avremo la minima possibilità di uscire da questa situazione. Dobbiamo trovare qualcosa che ci permetta un vantaggio su Shayleen, e credo che l’unico modo per ottenerlo sia fare come dico io” rispose semplicemente.
 
“Promettimelo” disse subito James non appena Elise concluse la frase. “Promettimi che non tornerai alla villa, Elise. Ti prego”.
 
Ci furono alcuni istanti di silenzio carichi di tensione durante i quali i due continuarono a guardarsi negli occhi.
Elise capiva le ragioni di James, probabilmente se le posizioni fossero state invertite anche lei si sarebbe comportata nello stesso modo, ma questo non le impediva di continuare a pensarla diversamente.
Tornare alla villa era l’unico modo per sbloccare la situazione, e anche se era convinta che Shayleen non aspettasse altro la cosa non era sufficiente per costringerla ad un ripensamento.
 
Era anche vero che però non voleva neanche perdere James e non voleva pensare a quello che sarebbe potuto succedere tra loro se lei avesse fatto di testa sua nonostante la sua supplica.
 
 
“Va bene” disse infine.
James sembrava essere stato sinceramente preso in contropiede dalla sua risposta. Forse non si aspettava che avesse ceduto così in fretta.
“Non tornerò a Skelton House, promesso. Hai la mia parola” e diceva sul serio.
“Veramente?” le domandò il ragazzo come per avere un’ulteriore conferma.
“Veramente” ribadì lei altrettanto seriamente.
 
James prese le mani della ragazza tra le sue senza spostare lo sguardo.
Chiuse gli occhi per qualche secondo e sospirò di nuovo prima di riaprirli.
 
Aumentò per un attimo la stretta alla mani per poi lasciargliele annuendo.
 
 
“Vai”.













Buon giorno a tutti!
Scusate per il mancato aggiornamento di ieri, ma sono uscita di casa di mattina e sono rientrata solo verso mezzanotte, giusto per rispondere alle recensioni dello scorso capitolo (scusate il ritardo anche per la risposta a quelle).
E a proposito di recensioni.... GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!! 
Davvero di cuore!
La storia è arrivata a quota 51 e quasi non ci credevo quando ho visto quel numeretto in parte al titolo.
Non sapete quanto significhi per me: conoscere il parere dei lettori, sapere che quello che scrivi non solo è leggibile, ma pure piacevole da leggere (almeno spero!) e che la storia appassiona almeno un pochino... beh, davvero è il miglior regalo che si può fare a qualcuno che scrive. 
Ora, passiamo alle comunicazioni di servizio.
La prossima settimana (e sappiate che ancora non so la data, quindi sono proprio messa bene...) ho un esame. Importante.
Talmente importante che se non lo passo mi salta la sessione di laurea e direi che non ci tengo proprio a dover aspettare fino ad aprile...
Quindi...
Se riesco con i tempi, la revisione del capitolo, lo studio, ecc, ecc, pubblicherò il prossimo capitolo domenica (e non credo che avere il capitolo anticipato di un giorno vi dia problemi...).
In caso contrario, beh, mi spiace ma la pubblicazione salterà una settimana, e quindi ci risentiamo lunedì 10 ottobre.
Io cercherò di fare del mio meglio (soprattutto perchè immagino che, tanto per cambiare, da come ho concluso questo capitolo mi odierete), ma in caso vi autorizzo a prepararvi i pomodori da lanciarmi per la prossima volta che mi rifarò viva.
Vi lascio come sempre lo spoiler del prossimo capitolo:

Fu uscendo dalla sala da bagno che lo notò.
Il suo sguardo si era perso nei ghirigori argentati che abbellivano il tessuto da cui era costituito il paravento che anche in quella stanza copriva l’ingresso del bagno.
Nell’angolo in alto a sinistra, quello rivolto verso la finestra, c’era qualcosa, l’angolo di un foglio, che sporgeva appena dall’interno della fodera.
Esaminandolo più da vicino Elise constatò che effettivamente in quel punto lì un lembo di tessuto era stato scucito in modo da ricavare una specie di tasca all’interno del separè.
E all’interno c’era effettivamente un foglio.
Tirandolo fuori dovette correggersi, quello non era solo un foglio: era una foto, di quelle magiche per giunta.
Apriamo le scommesse: fuori le vostre ipotesi su qual è il soggetto della foto!

A presto!
E.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eliseCS