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Autore: AllisonHermioneEverdeen    02/10/2016    1 recensioni
Una ragazza che vaga per il mondo, in fuga.
Il Capitano e la sua ricerca di Bucky.
L'HYDRA, davvero dura a morire.
Segreti mai svelati, dimenticati da chi li custodisce.
Se volete saperne di più, non vi resta che cliccare sul titolo.
Ma vi avverto: non si torna più indietro...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo tre



Tornò ogni giorno dalla fruttivendola. Non sapeva come mai, ma ogni mattina i piedi la portavano lì, davanti alla piazza, davanti a quegli occhi tanto diversi da quelli che l'avevano guardata con disprezzo, spavento o severità. Quegli occhi non la giudicavano: la guardavano per quello che era, una ragazza di sedici anni magra, con capelli mossi castano scuro che le incorniciavano il viso, anche se la maggior parte delle volte li utilizzava per nascondercisi dentro, cosicchè non si riusciva neanche a distinguere l'azzurro dei suoi occhi iniettati di sangue.
- Cara, ma sei magrissima! - esclamava sempre quando la vedeva, per poi consegnarle carichi di frutta. Non servivano a niente le proteste della ragazza, che non aveva nulla per pagarli. Alla fine, all'ennesima protesta, la signora sorrise.
- Se proprio vuoi sdebitarti puoi venire a lavorare per me! - affermò. La ragazza sapeva che non doveva, che era troppo rischioso, ma per la prima volta in tutta la sua vita si sentiva normale, umana... Così accettò.
- Allora cara, ti deciderai a dirmi come ti chiami? - chiese bonariamente la signora. La ragazza la guardò negli occhi, poi accennò ad un sorriso incerto.
- Faith - rispose in un sussurro. La signora sorrise.
- Piacere Faith, io sono Esther... il lavoro comincia domani mattina alle sette, mi raccomando, sii puntuale! -. E lo era stata: quel giorno, quello dopo, quello dopo ancora... lavorare in quel mercato di Chigago le dava un senso di serenità e pace così piacevole... Esther si rese conto con stupore che le braccia magre di quella ragazzina erano piene di forza, infatti Faith sollevava con facilità scatoloni pesanti e sacchi di patate. Nelle poche volte che incrociava il suo sguardo, la signora si sorprendeva di quanto i suoi occhi fossero tormentati: aveva lo sguardo di chi ha attraversato l'inferno, ma è sopravvissuto lo stesso. E giorno dopo giorno, vedeva la serenità cominciare a scacciare via i tormenti che quella povera ragazza doveva aver passato. Non fece mai domande, si limitò a starle vicino, sorriderle e darle la sua paga regolarmente.

- Ed ecco fatto - sospirò Esther, finendo di servire l'ultimo cliente. Quel giorno era stato insolitamente pieno di clienti, ma grazie a Faith era riuscita a servire tutti, anche se a fine giornata era sfinita. Era ormai notte, infatti, quando mise tutto a posto per andare a casa. Faith sistemò l'ultimo scatolone, poi si asciugò il sudore.
- Grazie cara, oggi non ce l'avrei proprio fatta senza di te - le sorrise Esther. Si stava affezionando a quella ragazza, le ricordava sua figlia...
- Di niente Esther... mi paghi per questo, giusto? - rispose di buonumore Faith. Anche lei stava iniziando ad affezionarsi a quella signora, la prima persona che le aveva sorriso senza secondi fini. Ormai erano due setimane che lavorava lì, e anche se il pensiero di doversene andare la tormentava ogni notte, continuava a rimandare. " Non ancora... posso permettermi di rimanere ancora un po' " si ripeteva ogni mattina. La verità era che lì a Chicago aveva trovato qualcosa che non aveva mai potuto avere: una vita, una persona cara che le sorrideva sincera... Esther stava diventando la sua casa.
- Bene, adesso fila a dormire, o domani sarai stanca morta! - la salutò Esther sistemandosi la borsa con i guadagni del giorno in spalla.
- A domani - rispose Faith, incamminandosi verso l'hotel. Aveva fatto appena dieci passi, però, quando un urlo la fece bloccare. Si voltò di scatto, cominciando a correre: l'urlo proveniva dalla direzione dove si era diretta Esther! Corse fino al vicolo verso casa della signora: Esther era spalle al muro, stava lottando per tenere la borsa che un uomo cercava di strapparle. Alla fine l'uomo ebbe la meglio e si impadronì della borsa.
- Al ladro! Al ladro! - strillava Esther furiosa. Ma il ladro in questione estrasse una pistola a la puntò contro di lei. Il grido le rimase incastrato nella gola. Esther fissava la canna della pistola, aspettandosi da un momento all'altro di senitire il colpo che l'avrebbe uccisa, ma questo non arrivò: stranamente il ladro improvvisamente si bloccò, la mano che teneva la pistola tremava violentemente, l'uomo fece un verso rauco mentre del sangue iniziava ad uscire dai suoi occhi e dal naso. Poi cadde a terra, morto. Esther rimase paralizzata per un attimo, poi alzò gli occhi dal cadavere: di fronte a lei, barcollante, c'era Faith. Del sangue le usciva dal naso e sembrava stanca, più pallida del solito. Esther non ci mise molto a capire: era stata lei. Quella ragazza tormentata che le ricordava tanto sua figlia le aveva appena salvato la vita.

Natasha era stata fino a tardi a leggere quel fascicolo, e purtroppo quando Steve, alle sei del mattino, bussò alla sua porta pallido e con delle occhiaie enormi ( segno che non era riuscito a dormire la notte ), aveva solo una minima speranza da offrirgli.
- Entra- esordì, e vide l'aspettativa negli occhi del suo amico. Sospirò e richiuse la porta alle sue spalle.
- Il fascicolo parla della cosiddetta " figlia dell'HYDRA ", nota altrimenti come " la figlia della morte "... è un'altra arma dell'HYDRA, una bambina allevata da loro perchè diventasse un'assassina... pare che fosse nata con capacità speciali, che l'organizzazione sfruttò al massimo... tutto quello che ho capito dal fascicolo è che ha partecipato ad un paio di missioni con il Soldato d'Inverno... una a Chicago, una a Bucarest - spiegò Natasha, sedendosi sul letto.
- Dobbiamo cercare in quelle due città! - affermò Steve, pieno di una nuova speranza.
- Steve... sono convinta anche io che dobbiamo controllare... ma devo essere sincera: dubito che troveremo qualcosa: Barnes sta cercando di sfuggire all'HYDRA, o almeno a ciò che ne è rimasto, credi che andrebbe a nascondersi dove è stato per conto loro? -
- Nat... hai ragione, certo - ammise a malincuore Steve - Ma dobbiamo trovarlo prima delle teste rimanenti dell'HYDRA... ieri abbiamo avuto la sicurezza che non è morta, e adesso abbiamo dei punti di partenza per impedire che lo trovino prima di noi! Non me li lascerò sfuggire! - affermò. Natasha annuì, decidendo che era meglio non smorzare l'entusiasmo dell'amico.

   
 
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