Fumetti/Cartoni europei > Lucky Luke
Segui la storia  |       
Autore: Sherlokette    06/10/2016    1 recensioni
Nella Parigi contemporanea, un ladro misterioso si diletta a rubare gioielli antichi dai musei. Apparentemente inafferrabile, una squadra viene incaricata della sua cattura: Joe, William, Jack e Averell Dalton.
---------
Sono tornata, signore e signori! Dopo un periodo vegetativo sui libri e prossima ormai alla laurea, ecco a voi una storia fresca fresca dalla vostra Sherlokette :)
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Joe ebbe bisogno di sedersi: -Tu…-

-Scusa se ci ho messo tanto, ma trovare il tuo numero di telefono ha richiesto più tempo del previsto. Come stai?-

-… Mi prendi in giro?- sibilò Dalton, sottovoce.

-Cosa intendi?-

-“Come stai” è una domanda che fai ad un amico. Noi non siamo amici.-

-Si chiama educazione, e non mi sembra sia ancora morta.- Non sembrava stizzito, ma divertito.

-Tralasciamo come tu abbia fatto ad avere il mio numero. Perché mi stai chiamando a quest’ora?-

-Perché sono sotto casa tua e ho bisogno di parlarti.-

Al detective si fermò il cuore. Tornò alla finestra, ed effettivamente c’era qualcuno in strada, una figura longilinea avvolta in un cappotto scuro.

-Sei veramente incredibile! Questo si chiama stalking!- Non riusciva a vederlo in volto.

-Se la metti così ti faccio una proposta: so quando non sei di turno al dipartimento. Incontriamoci domani a Parc Monceau, io e te da soli, e avrai le tue risposte.-

-Risposte?- Appiccicò la faccia al vetro.

-Andiamo, Joe. Tu sei curioso, lo so da tempo. È proprio questa curiosità che mi ha convinto a sceglierti. Guardati: vuoi scoprire la mia identità anche adesso.-

-Scegliermi? Per fare che?-

-Per farmi smettere di rubare per sempre.-

-… Vuoi che ti arresti? Perché non c’è bisogno di aspettare domani. Scendo e la chiudiamo qui.-

Lucky ridacchiò: -Se avessi voluto farmi mettere le manette date non saremmo qui a parlare, ora. Prima che tu possa pensare male, voglio dirti un’ultima cosa: c’è di più dietro a tutta questa storia, e posso garantirti che se deciderai di seguirmi sarà rischioso per entrambi. Saprò che vuoi andare fino in fondo se ti presenterai, altrimenti vorrà dire che mi sbaglio e tutto tornerà come prima, con noi due a giocare a guardie e ladri.-

Joe non rispose. Soppesò le parole dell’altro, e cavolo se aveva ragione, era curioso. Il non sapere lo irritava terribilmente.

Si morse un labbro: -Facciamo verso le undici del mattino?-

Lucky Luke buttò giù. Evidentemente non gli serviva altro. La figura in strada si allontanò, e Dalton si lasciò scivolare sulla sedia, con la sensazione di star commettendo un errore grosso come una casa.

Sentì russare suo fratello minore, e la tentazione di svegliare tutti, dire loro cosa era successo a partire da Versailles e preparare un piano era fortissima.

Invece, ricordandosi della frase “potrebbe essere rischioso”, si limitò ad espirare e andarsene a dormire. Cosa che non gli riuscì subito, visto che domani avrebbe incontrato di nuovo e da vicino l’uomo che molto volentieri avrebbe ammanettato.

“Chissà cosa intendeva con quel “pensare male”…”

Un’immagine poco decente affiorò nella mente del detective collegando le parole “Lucky Luke + ammanettato”, non sapeva neanche come gli fosse venuta, e diventando color pomodoro ficcò la faccia nel cuscino dando pugni al materasso: “Ora sì che lo odio!!!”

 

 

Vedendo suo fratello maggiore vestito di tutto punto, Jack, sbocconcellando un toast con la marmellata, domandò: -Hey, Joe, come mai così elegante?-

-Uh… Ho un appuntamento. Una specie.-

-Ooh, chi è la fortunata?- si inserì William.

-Non è una donna.-

Averell trattenne il fiato, le guance piene di croissant: -Joe ha un nuofo amico!!-

-Siete fuori strada, è una faccenda di lavoro.-

Un’esclamazione delusa arrivò in coro dai fratelli. Jack continuò: -Eddai, Joe, prima o poi dovrai trovarti qualcuno; abbiamo sempre pensato che saresti stato il primo ad incontrare la persona giusta!-

-Invece è stato Averell- si pronunciò il gemello, -dovresti pensare meno al lavoro.-

-Sì, certo.- Il maggiore buttò giù il resto del suo caffè e li salutò.

I tre, però, continuarono a discuterne fra di loro: -Non me la bevo la storiella dell’appuntamento di lavoro.-

-Già. E poi lo abbiamo visto, ultimamente è distratto e Lucky Luke non gli interessa più come prima.-

Buttando giù il suo boccone con un po’ di latte, Averell sorrise sognante: -Chi lo sa, magari si è innamorato e non ce lo vuole ancora dire! Joe in fondo è sensibile!-

I gemelli si guardarono per poi scoppiare a ridere.

 

 

Parc Monceau è il luogo ideale per passare del tempo all’aria aperta, magari per una passeggiata romantica. Al suo interno si trovano non solo le statue in marmo di famosi scrittori e musicisti, come Chopin e Guy de Maupassant, ma opere di importante valore: un ponte in stile veneziano, il colonnato della Naumachia, persino una piramide in scala! Tutto presentato al pubblico in un modo elegante, armonioso e davvero unico.

Proprio di fronte al colonnato, mezz’ora prima dell’orario stabilito per l’incontro, si trovava Joe Dalton. Ingannò l’attesa gettando di tanto in tanto dei sassolini nello specchio d’acqua racchiuso fra le colonne, facendone increspare la superficie. Alcune coppiette gli passarono accanto, uniti mano nella mano o a braccetto.

Joe cercò una panchina dove andare a sedersi, ma rinunciò ben presto perché erano tutte occupate da studenti con il naso fra i libri e anziani. Così si diresse verso il ponte, e appoggiandosi con la schiena al parapetto cominciò a chiedersi se fosse stata una buona idea presentarsi da solo: anche se era un parco pubblico, c’erano parecchi posti dove tendere imboscate o appostarsi.

Si girò a guardare il canale che scorreva sotto. E chissà per quale strano collegamento di idee ricordò quella sera a Versailles, quando Lucky Luke disse di dover fuggire come il Bianconiglio. Se quello era il ruolo del ladro, il suo era forse Alice che gli correva dietro?

Sghignazzò: l’abito azzurro non gli avrebbe donato!

All’improvviso si sentì afferrare da dietro, e qualcuno gli tappò la bocca con un fazzoletto. Dalton si dimenò, ma il pezzo di stoffa era intriso di cloroformio, e si ritrovò stordito in pochissimo tempo. Divenne tutto nero.

 

 

-Ci sei andato pesante con quella roba. E perché l’hai legato?-

-Credimi, è solo per la nostra sicurezza. Non so come reagirà al suo risveglio.-

Una voce femminile e una maschile furono la prima cosa che Joe udì nel riprendersi. Piano piano aprì gli occhi, e mise a fuoco la figura di una donna in vestaglia blu dai lunghi capelli neri.

-Dove… sono?- biascicò, riprendendo i contatti col resto dei suoi sensi. Scoprì così di essere legato ad una sedia.

La donna si voltò: non avrà avuto più di venticinque anni; i tratti del viso ricordavano quelli di un’indiana americana ma aveva la pelle mulatta e gli occhi grandi, neri come la notte; oltretutto era davvero molto bella e prosperosa: -Buongiorno detective!- esclamò con un sorriso.

-Chi… Cosa…-

-Stia calmo, non è un rapimento questo; è solo che mio cugino ha i suoi metodi!-

-Cugino? Metodi?-

-Wow, ci è andato pesante sul serio…-

-Lascia perdere, Cheyenne, non fai che confonderlo così.-

La voce maschile di poco prima apparteneva ad un uomo che Joe individuò ad armeggiare al tavolo presente nella stanza, in piedi e che gli dava le spalle, ma quella figura smilza vestita di nero era inconfondibile. Tanto bastò al detective per riprendersi dal torpore del sedativo: -Lucky Luke!!-

Questo si voltò, e finalmente Dalton lo vide in faccia: più giovane di quanto si aspettasse, aveva il viso magro e un po’ allungato, un naso abbastanza importante e gli occhi scuri. I capelli neri si portavano avanti in un ciuffo pettinato con la piega all’ingiù e che sembrava non rispettare le leggi della fisica, visto che stava su da solo, e aveva un accenno di basette.

-Allora, Joe?- domandò il ladro.

-Allora cosa?-

-Sono come immaginavi o completamente diverso?-

Dalton lo squadrò meglio, solo per prenderlo in giro con un ironico: -Credevo avessi la barba.-

Cheyenne ridacchiò: -Questo tipo mi sta già simpatico, Lucky!-

-Buono a sapersi.-

-Devo scappare, mi aspettano in camerino; ciao ciao!- Uscì dalla stanza facendo svolazzare la vestaglia.

-Camerino?- Joe era sempre più confuso sul suo luogo di prigionia.

-Ti spiegherò anche questo. Allora…- Si appoggiò al tavolo con le mani, sempre guardando l’altro: -Alla fine sei venuto. E pure in anticipo.-

-La metro era in orario. Comunque non mi aspettavo di essere sequestrato. È una caduta di stile, Lucky Luke.-

-Volevo parlarti senza maschere, ma mi serviva un luogo sicuro per farlo. E in quanto al resto, non preoccuparti, ti libererò. Ma prima dovrai ascoltarmi. Perché a questo punto sono sicuro di aver fatto bene a rivolgermi a te.-

-Hai detto di volermi rivelare tutto.-

-E’ così. Sono certo che capirai e mi aiuterai.-

-A fare cosa? Smettere di rubare? Lo avevi già accennato.-

-… Salvare mio fratello.-

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Lucky Luke / Vai alla pagina dell'autore: Sherlokette