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Autore: LaVampy    07/10/2016    2 recensioni
e se Max ormai abbastanza grande non riuscisse a controllare il suo potere? c'è una scelta da fare farlo diventare un apprendista stregone come vorrebbe Magnus o lasciarlo vivere come un semplice bambino come vorrebbe Alec?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood, Max Lightwood-Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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Magnus osservava quelle poche pagine che aveva in mano, era stata dura ma alla fine erano riusciti a vincere, anche se la vittoria aveva un sapore amaro. C'era ancora da capire chi fosse a conoscenza della storia di Max tanto da utilizzarla per rendere debole Magnus. Sapevano solo che era uno stregone. I ragazzi erano andati tutti a casa, comprese Catarina e Tessa, avevano tutti bisogno di riposo e il loft ora era sicuro, protetto dalla magia di tre potenti stregoni. 
 
-Finalmente un po' di pace-  disse Alec, sedendosi sul divano e distendendo le gambe di fronte a lui. Il compagno era in silenzio da troppo tempo, le spalle rigide, fissava un punto non preciso del muro. Il compagno stava per crollare sotto il peso della tensione dei giorni passati. Morte, tradimento, abbandono, liti e addii. Aveva cercato di mantenere la calma davanti a tutti, aveva cercato di dimostrare al gruppo che lui non aveva paura, sapeva che se lo stregone si fosse dimostrato debole anche gli altri avrebbero ceduto alla paura, ma ora temeva per lui.   
 
-Già- si limitò a rispondere lo stregone, senza spostare lo sguardo dal muro. Alec sospirò rendendosi conto di essere incapace di far esternare a Magnus i suoi sentimenti più nascosti. -Ho sentito mia mamma poco fa, voleva sapere degli aggiornamenti, ma non sono riuscito a parlare con Max, stava già dormendo. Ha detto che è stato bravo tutto il pomeriggio e anzi stasera ha anche mangiato le verdure senza fare storie. Poi è andato in biblioteca con mio padre, e si è addormentato sulla poltrona, mentre gli leggeva una storia su Alicante- disse Alec, sperando che nominando il bambino , Magnus, si potesse riscotere da quella apatia in cui si era rinchiuso a riccio. Ma il ragazzo si limitò solo a scuotere la testa senza proferire parola. E per Alec fu veramente troppo. 
 
-Parlami Magnus...... per l'Angelo... urla, spacca qualcosa ma parlami....- sussurrò, infatti,  preoccupato il compagno, osservando il ragazzo di fronte a lui. 
 
-Io.. Io... non lo so che dire Alec. Sto pensando e ripensando non capisco chi possa odiarmi così tanto da volermi morto e per giunta per mano vostra, o peggio tanto da uccidere voi- . 
 
-Alec, chiama tua madre, fai tornare Max?- chiese lo stregone, osservando, finalmente il compagno negli occhi, arpionandosi alla maglia del compagno e seppellendo il viso nel suo petto. Quello che Alec temeva era successo, lo stregone era crollato e con lui tutte le paure e le sue insicurezze. -Ti prego Alec, ho bisogno di lui. Ho bisogno di voi stasera. Ho bisogno della mia famiglia.- disse Magnus, stringendo con forza la maglia del compagno. -Ti prego Alec, lo so che è tardi, non te lo chiederei se...- la voce interrotta da un singhiozzo, gli occhi pieni di lacrime, le mani avvolte da scintille azzurre. Alec non l'aveva mai visto così disperato e gli fece male al cuore.  
 
-Magnus, ti prego calmati- disse Alec, abbracciandolo. -Ti prego, calmati. Non fare così, noi ci siamo, ci saremo sempre. Max ci sarà per sempre anche quando io non ci sarò. Ehi guardami- disse il ragazzo, posando le dita delicatamente sotto il viso dello stregone, e voltandolo verso di lui. -Ascoltami Magnus, chiunque ci sia dietro a tutto questo, non è riuscito a colpirci come voleva, siamo più forti di quanto sembra-., disse il cacciatore asciugando con un bacio le lacrime dello stregone, fino a fondere le loro labbra. - Anche io ho paura, ho paura di perdere te, di perdere Max, di rivivere il dolore che ho provato con mio fratello, ma non possiamo mollare adesso che siamo ad un passo dalla soluzione-. 
 
-Ti prego Alec, fallo tornare- chiese ancora debolmente lo stregone, il viso nel collo del compagno, -Ti prego, Alexander- ripetè ancora sottovoce. 
 
Poi ci fu solo il silenzio, rimasero così fermi per un tempo imprecisato. Alec stringeva a se il corpo del compagno, cercando di lenire in qualche modo quel dolore che lo attraversava. Si sistemò meglio sul divano e avvolse entrambi con una pesante coperta, ognuno perso nei propri pensieri. 
 
-Scusami- disse poco dopo Magnus, ancora stringendo con le mani la maglia del cacciatore. Alec si alzò quel poco per rispondergli che andava tutto bene quando all'improvviso il telefono di Magnus iniziò a squillare. Alec lo prese e lo tese verso il compagno, che fece segno di rispondere con la mano. 
 
-Pronto?- chiese Alec, senza osservare chi chiamasse, gli occhi chiusi. 
 
-Alec?- rispose una voce di donna, facendo scattare in piedi il ragazzo con malagrazia, che nel farlo quasi fece cadere a terra il compagno. 
 
-Mamma? Che succede?- chiese allora Alec, preoccupato. -Oh, nulla di grave, scusa non volevo disturbarti credevo dormissi, ma c'è Max agitato dice che vuole salutare Magnus, e ha iniziato a piangere quando gli ho spiegato che era tardi. Poi la luce ha iniziato a tremolare e si è spaventato. Ha detto di chiamare Papà e di non toccarlo. E io non so cosa fare- disse la donna al telefono senza nascondere la delusione nella voce. 
 
-Non è colpa tua mamma, Max ha il terrore di Fare del male se non si controlla e allora vuole solo Magnus- spiegò il figlio, sentendo poi in sottofondo Magnus che chiamava Max. 
 
-Poteva anche aspettarmi- borbottò infatti Alec al telefono, salutando la madre. 
 
Magnus arrivò nella camera di Alec, dove solitamente dormiva il bambino trovandola vuota. Decise allora di andare nell'unico altro posto sicuro in cui avrebbe trovato il ragazzino, la biblioteca. Ed infatti appena entrò una piccola ombra blu si gettò tra le sue braccia. 
 
-Papà, Papà- urlò il bambino, -Stavo per fare male alla nonno- disse tremando. -Ma ho fatto un brutto sogno e aveva bisogno di te-. 
 
-Eccomi, sono qui, tranquillo Mirtillo lo sai con noi sei al sicuro, non permetteremo mai che ti succeda qualcosa- disse Magnus schioccando le dita e facendo apparire un portale dal quale ne uscì un Alec piuttosto alterato. 
 
-Scusa- mimò con le labbra Magnus, ancora stringendo il bambino tra le braccia. 
 
-Vado a dire a mia mamma che torniamo a casa- disse il ragazzo, ignorando il compagno. -Vieni con me , Max?- chiese Alec, porgendo la mano al bambino. 
-Si Papà- disse il bimbo afferrandola. -Andiamo a salutare la nonna e poi andiamo a casa- . 
 
-Magnus?- chiese Alec, senza voltarsi. Non voleva essere arrabbiato, ma odiava quando il compago lo escludeva dalle decisioni. 
 
-Vengo anche io- disse Magnus, avvicinandosi e prendendo la mano del compagno tra le sue, poi lo strattonò un attimo per farlo fermare e quando Alec si girò a guardarlo interrogativamente, si avvicinò e lo baciò sulle labbra, facendo sorridere il bambino. -Anche io voglio bacio- disse infatti il piccolo stregone, e Magnus lo accontentò dopo avergli scompigliato i capelli neri. -Lo sai che ti amo, vero?-disse Magnus, osservando negli occhi il compagno. -Si, anche io. Anche quando mi fai preoccupare perché ti chiudi in te stesso- disse Alec, accarezzandogli una guancia. -Scusami, è che sono stato solo per tanti anni, abituarsi alla nuova vita, mi viene ancora difficile- rispose piano il  compagno arrossendo. -Andiamo a casa- disse allora Alec. Salutarono Maryse e Max si scusò per averla spaventata, poi passarono attraverso il portale, per tornare a casa. Una volta giunti nel loft, Magnus si precipitò in cucina per preparare a tutti una tazza di cioccolata calda. Si sedettero in cucina bevendo in silenzio. 
 
-Perché sono così?- chiese di punto in bianco Max, osservando Magnus. -Cosa intendi mirtillo?- chiese il padre guardandolo. -Perché sono pericoloso per te?- chiese ancora il bambino, - e per favore Papà, dimmi la verità- disse ancora con una maturità da sorprendere lo stregone stesso. 
 
-Tu non sei pericoloso, Max- disse calmo lo stregone, cercando con lo sguardo il compagno. -Ma non sei in grado di gestire appieno i tuoi poteri, e questo potrebbe essere un problema-. 
 
-Per via di mio nonno Asmodeo. Il principe dell' Inferno?- disse il bambino osservando prima Alec e poi Magnus, che erano sbiancati. -Ho letto tutto sui libri, Papà, sei famoso. Ci sono tantissime storie su di te. Storie di tantissimo tempo fa. Parlano della nonna da giovane, quindi nemmeno papà c'era- disse ancora il bambino.Magnus era rimasto senza fiato con la tazza sospesa a mezz'aria.  
 
-Si- rispose Alec. -Asmodeo è tuo nonno- disse Alec, ritrovando all'improvviso la voce.  
 
-Tu lo hai mai visto?- chiese allora il bimbo curioso. -Si- rispose Alec,-L'ho visto e ti assicuro che non è per nulla simpatico-, spiegò il ragazzo, omettendo di dire che in realtà era il figlio di Lilith più infame della faccia della terra e dell'Inferno. 
 
-Non è bravo come Nonno Robert?- chiese ancora. 
 
-Assolutamente no- disse Magnus, - Asmod... Mio padre, cioè tuo nonno. Non è bravo, lui vorrebbe che io fossi cattivo come lui, che usassi la magia per fare del male e per fare delle...cose molto brutte- cercò di spiegare lo stregone al bambino. 
 
-Tipo uccidere Papà?-. 
 
-Si e con lui anche tutti i Nephilim e non solo -. 
 
-Quando non controllo la magia, posso fare del male a qualcuno?- chiese poco dopo il bambino osservandosi le mani blu. -Si, Max. Ma con te ci siamo noi, e questo non succederà mai. Inoltre Tessa e la Zia Catarina hanno trovato un incantesimo per aiutarti- disse Alec, abbracciando il bambino. 
 
-Mi toglieranno la magia?-chiese preoccupato il bambino,- Perché io non voglio farvi male- disse ancora spaventato. 
 
-No Max. Non ti toglieranno la magia, ma farà si che tu ti arrabbierai tanto tanto tanto così da poter "vedere" tutta la tua magia e incanalarla, in un punto" cercò  di spigare nel modo più semplice Magnus. Alec lo osservava senza proferire parola.  
 
-Ma se mi arrabbio posso fare del male- urlò quasi il bambino, stringendosi ancora più forte al padre. -Non c'è un altro modo, prometto di non usare mai più la magia, ma non voglio arrabbiarmi, non voglio farlo- disse il bambino, mentre la luce del loft iniziò a tremolare. 
 
-Max, ti prego calmati- disse allora Alec, cercando di rassicurarlo. Poi all'improvviso una luce bianca si espanse tra i due e Max terrorizzato si allontanò dal padre. 
 
-Ti ho sentito- disse Max, guardando Alec. -Ho sentito cosa pensavi, tu hai paura Alec, Hai paura di me! Perché Alec, hai paura di me?- chiese ancora il bambino. Non ti avvicinare- disse il piccolo stregone, scappando dalla presa del padre. 
 
-Max, io non ho paura di te!- disse Alec, avvicinandosi al bambino - Ho paura di tutto questo, di quello che potrebbe succederti, se potessi dare la mia vita e sapere che te non devi passare nulla di tutto questo lo farei. Credimi, Max. Io non ho paura di te, te l'ho già detto . Farò tutto quello che posso per trovare una soluzione- disse Alec, cercando implorante lo sguardo del compagno.  
 
-Ti ho sentito Alec, ti ho sentito dentro la mia testa, ti ha sentito anche Magnus- disse ancora il bambino sfuggendo dalla presa del padre. Poi Alec con uno scatto fulmineo e aiutato dalla magia del compagno riuscì a prendere il bambino e tirarselo vicino. -Max, ascoltami- disse Alec, seriamente guardandolo negli occhi. - Io non so cosa hai sentito dentro di me, ma è vero ho paura. Ho paura di te, di Magnus e di tutta questa situazione". "Siete degli stregoni potenti e io fino a pochi anni fa non ne conoscevo. Ora vivo insieme a due di lor. Ti prego, se ti ha fatto arrabbiare cosa hai sentito ti chiedo scusa, ma ho solo paura di perderti. Io ho conosciuto tuo nonno, e quel giorno ho quasi perso Magnus, siamo usciti grazie allo Zio Simon, ma aveva perso tutti i ricordi. E io mi sono sentito impotente, lo capisci? Capisci perché ho paura ? Sei mio figlio Max, e non voglio che ti accada nulla, ma senza la magia io non sono di aiuto-. 
 
-Scusa Papà- disse poco dopo il bambino, buttandogli le braccia al collo.- Io ho solo paura che mi abbandonate anche voi- disse ancora il piccolo. 
 
-Credo sia il caso di andare a dormire- intervenne Magnus, osservando i due. -Siamo tutti stanchi e provati, e in ballo ci sono troppe, anzi tante notizie- disse ancora incrociando gli occhi del compagno, che annuì impercettibilmente. 
 
-Vieni Mirtillo, andiamo a letto- disse allora Alec, prendendolo in braccio e posandolo nel letto, mentre Magnus passava la mano avvolta si scintille sulla schiena del bambino che si addormentò subito. 
 
-Questa notte almeno lui non avrà gli incubi- disse Magnus, rispondendo alla domanda negli occhi del compagno. 
 
-Inizia ad andare a letto- disse Magnus ad Alec, quando uscirono dalla camera del bambino, vedendo che il compagno faceva fatica a tenere gli occhi aperti. - Io devo sistemare una cosa e arrivo-. 
 
-Va bene, ma non so se mi trovi sveglio, sono distrutto- disse Alec sbadigliando, ignaro che mentre Magnus accarezzava la schiena del bambino, avesse toccato anche la sua. 
 
Ma Magnus aveva bisogno di restare solo, aveva un incantesimo da mettere in pratica. Un incantesimo che gli avrebbe permesso, in quanto Sommo Stregone, di rintracciare chiunque avesse utilizzato magia oscura nel suo territorio. Una pratica un po' brutale, che era certo, Alec non gli avrebbe mai permesso di utilizzare, ma scoprire chi aveva cercato di ucciderlo e peggio chi aveva cercato di uccidere la sua famiglia, era diventato una questione personale. Molto personale. Entrò nello studio e chiuse la porta, iniziando a recitare formule antiche come il mondo. Incantesimo che parlavano del giorno e della notte, della vita e della morte, dell'ombra e della luce, mentre con il  coltello affilato, che aveva trafitto il demone,  si incideva la mano.


L'angolo della Vampy
........ io mi scuso veramente, non so cosa dire, volevo farla finire.. ma .... 
nulla ormai si scrive da sola, i personaggi hanno vita propria, l'unica cosa di mio, sono gli errori.... spero vi piaccia e spero di cuore in uan recensione. sempre con affetto, Sara
   
 
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