Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Chiisana19    09/10/2016    9 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
"Quella mattina avrebbe preso finalmente quel treno che poteva cambiarle la vita. Niente più routine. Certo, avrebbe continuato a vedere la sua famiglia e i suoi amici, ma non come prima. Era grande ormai e quel grande passo ne era la prova. "
Kagome è una ragazza piena di vita e, un giorno, decide si fare qualcosa che prima o poi dovremo fare tutti: andare via di casa. E come iniziare al meglio condividendo quel grande appartamento con quattro bellissimi ragazzi completamente diversi? Non sarà solo un'esperienza unica, ma anche l'inizio di una grande amicizia e forse.. di un nuovo amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Home Sweet Home


 
Una casa non è una questione di mattoni, ma di amore.
Anche uno scantinato può essere meraviglioso.

Christian Bobin



 
 
Capitolo 3 – Amarsi, accettarsi, rispettarsi..
 


Era passato un mese da quando Kagome si era trasferita in quella casa. Dopo quella famosa uscita lei e Inuyasha avevano ripreso a battibeccare continuamente, come due amici d’infanzia, mentre con gli altri ragazzi aveva legato molto, soprattutto con Koga, forse grazie al suo animo buono e gentile.
Chiamava la sua famiglia ogni sera e per sua immensa gioia la situazione economica era migliorata e non solo, l’avevano pure assunta nel bar dove lavorava Ayame, che la sera si trasformava in un pub. Lei aveva il turno la mattina e il pomeriggio, mentre la sua nuova amica e collega pomeriggio e sera. Il loro titolare, Byakuya era un ragazzo un po’ inquietante, ma una brava persona.
Fortunatamente era arrivato sabato quindi il giorno dopo si sarebbe riposata a dovere, il che consisteva nel: sistemare un po’ la casa e fare la spesa per quei buzzurri. Mancavano solo due ore alla fine del suo turno pomeridiano e Kagome si decise a sistemare i piatti, mentre Ayame spolverava con uno straccio il bancone.
Ad un certo punto il campanello le avvertì che un cliente era appena entrato e quando alzarono lo sguardo trovarono delle persone di loro conoscenza.
«Ciao ragazze!» il sorriso di Miroku le contagiò.
«Ehi là, rabbit! Cosa ci fate qui?» domandò raggiante la rossa, mentre i quattro ragazzi raggiunsero il ripiano color beige, dove Miroku vi poggiò i gomiti. Rabbit era il nomignolo che Ayame aveva dato a Miroku, il quale non poteva chiedere spiegazioni perché chi lo conosceva capiva perfettamente; in effetti era parecchio azzeccato. Ogni tre per due cambiava donna e subito dopo se ne la dava a gambe levate.
«Siamo venuti a farvi un saluto dato che noi oggi abbiamo le giornate libere» spiegò allegro, scompigliando quell’ammasso di capelli sempre legati con le solite code. Ayame, contrariata, gli diede un leggero schiaffo sulla mano.
«Metti giù le mani e vai a posto, tra poco vi porto le birre» esclamò con un sorriso, mentre i ragazzi fecero come richiesto. Mentre Ayame iniziava e riempire i calici a Kagome non sfuggì lo sguardo strano di Koga rivolto a Miroku. Che fosse geloso? Si avvicinò all’amica, sussurrandole all’orecchio.
«Ayame posso farti una domanda?»
La ragazza annuì col capo, senza togliere lo sguardo dal suo lavoro «Certo!»
Kagome esitò un attimo, poi chiese «Per caso tra te e Koga.. c’è qualcosa?»
A quelle parole Ayame fece cadere il boccale, rompendolo in mille pezzi e bagnando tutto il pavimento. La poca clientela, compresi i ragazzi, si voltarono curiosi verso di loro.
«Tutto bene ragazze?» domandò Bankotsu. Ayame si mise a raccogliere i grossi cocci con le mani, piegandosi sulle ginocchia, mentre Kagome intervenne agitata.
«Si si, tutto apposto!» esclamò, nascondendosi insieme ad Ayame sotto il bancone, raccattando anche lei i pezzi.
«Scusa Kagome, ma.. non mi va molto di parlarne» sussurrò Ayame. A Kagome venne il magone, sentendosi in colpa; non aveva mai visto la sua collega così triste, di solito era sempre frizzante e piena di energia.
«Certo, scusa. Non volevo farmi i gli affari tua Ayame» le dispiaceva davvero tanto, al tal punto che piegò completamente il capo, smettendo di aiutarla. Non voleva di certo far star male la sua amica.
«Tranquilla, non potevi saperlo» la rassicurò col solito sorriso, poi si rimise in piedi.
«Le birre arrivano maschioni!» esclamò euforica, prendendo un altro bicchiere e ricominciando il suo lavoro. Kagome la stava osservando e si rese conto solo in quel momento che lei era così brava.. a fingere. Aveva sempre nascosto la sua sofferenza con quella spensieratezza? Ancora scoraggiata Kagome prese una scopa, per togliere le schegge più piccole e quando le birre furono pronte le mise su un vassoio, raggiungendo il tavolo con i suoi coinquilini.
«Eccomi qui» sorrise la ragazza una volta raggiunti, porgendo uno ad uno quei grossi bicchieri pieni.
«Ah, che gioia per i miei occhi ricevere una deliziosa bevanda da una signorina così bella» ammise Miroku, ormai nel suo mondo dei sogni perversi. In effetti la gonna della loro divisa scopriva le gambe fin sopra il ginocchio. Miroku era il solito guardone.
Nonostante ricevesse dal ragazzo col codino quelle continue frasi ogni giorno Kagome arrossì imbarazzata, portandosi il vassoio vuoto dietro la schiena con entrambe le mani.
«Credo che Kagome non si abituerà mai alle tue stupide frasi Miroku» borbottò Bankotsu, buttando giù con solo due sorsate metà del liquido appena servito. Prima o poi sarebbe davvero morto soffocato, ne era sicura.
«Ci credo, solo uno scemo glielo direbbe!» naturalmente Inuyasha non aveva esitato un attimo a fare una delle sue solite battutine per far innervosire Kagome, che diventò rossa.
«Sei il solito buzzurro!»
«Ho semplicemente detto la verità zuccherino» rispose a tono, facendole l’occhiolino. Basta, ci rinunciava. Alzando le braccia al cielo e mollando un sorriso affranto si allontanò dal tavolo, non prima di aver sentito un bercio di Miroku.
«Stai dicendo che sono scemo?!»
 
 

 
Ormai mancava solo un’ora alla fine del suo torno, ma i ragazzi erano comunque rimasti lì. Ayame, nonostante quello che era successo, era ritornata la solita allegra cameriera, come se non fosse successo nulla e forse a Kagome andava bene così. Mentre osservava i suoi coinquilini chiacchierare tra di loro il campanello suonò, risvegliando lei e Ayame.
Immediatamente due ragazze si sedettero sugli  sgabelli, di fronte al bancone. Kagome le studiò, erano veramente bellissime e vestite elegantemente. Ad un certo punto la ragazza con la coda di cavallo si tolse con uno sbuffo gli occhiali da sole, rivelando delle profonde occhiaie che non si addicevano al suo aspetto.
«Ciao Sango! Da quando tempo» esclamò contenta Ayame, alzando una mano a mo’ di saluto, mentre lei fece un verso infastidito.
«Ti prego Aya, non urlare. Ho la testa che scoppia» sussurrò, massaggiandosi disperata le tempie, mentre l’altra ragazza guardò la rossa con un sorriso divertito.
«Ieri sera come al solito ha esagerato con l’alcool, per poi dividere il letto col suo amico» bisbigliò ridacchiando, ricevendo in cambio una gomitata sulle coste da parte della castana. Ayame si grattò in difficoltà la guancia.
«Emh.. forse non dovrei dirtelo, ma lui è qui»
A quelle parole la ragazza di nome Sango si irrigidì sul posto come una corda di violino «Miroku è qui?» scoppiò, ma a bassa voce, affondando il più possibile il viso dentro la sciarpa scura e le spalle.
«Si, al tavolo lì infondo, ma tranquilla non credo che ti abbia vista» la rassicurò Ayame con un sorriso, controllando il tavolo dei ragazzi che continuavano allegramente a chiacchierare e scherzare. Intanto Kagome la guardò; lei andava a letto con Miroku? Oh cavolo..
Beh, alla fine Miroku era un bel ragazzo ed anche lei non era da meno. Le sue lunghe gambe erano coperte da aderentissimi jeans scuri, con ai piedi degli stivaletti col tacco. Maglietta bianca di Coco Chanel e cappotto di pelle. Gli occhiali da sole che teneva sul capo erano di Gucci. Il viso era molto maturo e privo di imperfezioni, a parte le occhiaie.
Anche l’altra ragazza era veramente molto bella. I capelli lunghi e lisci cadevano dietro le spalle, mentre i pantaloncini a vita alta e la canottiera mostravano perfettamente la pelle bianca e liscia della pancia e delle gambe.  Kagome notò che quest'ultima aveva una certa somiglianza con lei, alcuni lineamenti del viso erano analoghi, anche se quello della nuova venuta era molto più spigoloso mentre il suo più morbido e dolce. Beh, in sostanza erano tutte e due bellissime, forse erano delle modelle.
Ayame, notando lo sguardo pensieroso di Kagome si riscosse.
«Oh giusto voi non vi conoscete! Kagome loro sono due mie amiche, Sango e Kikyo. Ragazze lei è Kagome alias la nuova coinquilina di quei mascalzoni» le presentò allegra, mentre le nuove arrivate sbarrarono gli occhi.
«Oh poveri Kami, e come fai a sopportarli?» domandò Kikyo, osservandola stupita «So che negli ultimi tre mesi hanno cambiato almeno quattro persone perché scappavano tutti a gambe levate!»
Kagome imbarazzata si grattò la nuca «Beh si, devo ammettere che l’inizio non è stato dei migliori, soprattutto con Inuyasha, ma.. ora è tutto risolto. Infondo sono simpatici»
«E bravi a letto» aggiunse Sango facendole l’occhiolino. Ehm no, questo non lo sapeva con esattezza. Notando lo sguardo scioccato della ragazza Sango cercò di rimediare «Cioè, io sono andata solo diverse volte col maniaco, ma mai con gli altri. Ho semplicemente saputo da diverse voci che tutti non sono niente male. Kikyo può confermalo..» la indicò con la testa.
Lei annuì, guardando l’amica «Si. Io sono stata a letto con Inuyasha»
A quelle parole Kagome si sbloccò sul posto, come se qualcuno le avesse appena tirato una secchiata d’acqua fredda, anzi congelata.
Era stata a letto con Inuyasha.
Perché più ci pensava e più faceva male? Forse perché si era affezionata a lui, o forse perché non avrebbe mai avuto una speranza, infondo non era così bella come Kikyo o quella Yura. Era inutile, a Inuyasha non sarebbe mai piaciuta. Anche lui stesso aveva detto che le sue tette erano piccole.
Ma aspetta un momento, le piaceva Inuyasha? No, impossibile, lo conosceva da solo un mese, eppure.. quello che sentiva ogni volta che la guardava. No! Solo attrazione fisica, nient’altro.
«Comunque vorrei andare a parlare con lui» continuò la ragazza dai capelli scuri, guardandolo di sottecchi. Un altro dannato colpo al cuore.
«E’ da tanto che non lo vedo» la sua voce sembrava così.. dispiaciuta.
«Scusami tanto.. ma ci vai da sola» sputò velenosa Sango mangiando delle patatine messe su un piattino lì vicino, sotto lo sguardo divertito di Ayame.
«Va bene. Kagome vieni con me!» le propose la ragazza con un sorriso, prendendola in contropiede, non aspettandosi quella proposta improvvisa.
«Eh, cosa?»
«Su dai, non farti pregare!» allungò la sua mano afferrandole il polso, con le unghie curate laccate di bianco e con le dita piene di anelli, iniziando a trascinarla. Ayame e Sango guardarono la scena divertite, quest’ultima sempre rimanendo comunque nascosta.
«Ciao ragazzi!» esclamò alzando la mano, una volta raggiunto il tavolo, senza lasciare Kagome che in quel momento non sapeva che fare o dire.
«Kikyo?» dissero tutti stupiti, osservando la ragazza appena arrivata. Cavolo, era sempre più bella.
«Ciao Inuyasha» mormorò questa, lasciando la presa su Kagome e portandosi una ciocca dei lunghi capelli dietro l’orecchio, mentre lui si agitò leggermente sul posto.
«Che ci fai qui?» sibilò questo. Kagome lo notò; che a lui piacesse Kikyo? Infondo era bella, non c’era da stupirsi e quel dannato cuore continuava a farle male. Perché dannazione?
«Sono qui con Sango» spiegò brevemente, con un sorriso raggiante da far invidia ad una modella per dentifricio.
«Sango? E dov’è?» sbraitò subito Miroku, alzandosi in piedi, come se si fosse scottato. La sua dolce Sango, quanto le era mancata, eppure aveva passato tutta la notte in sua compagnia, ma non gli bastava, quella ragazza era troppo bella e incredibile da godersi solo una volta. Infatti era la sua preferita, tanto che alla fine si era affezionato a lei.
Intanto Kikyo sorrise, indicandola col pollice alle sue spalle «Laggiù!» Miroku seguì lo sguardo, osservandola, per poi salutarla con la mano seguito da un occhiolino.
La castana si schiaffeggiò la fronte “Ma io l’ammazzo!” pensò, per poi guardare l’amica con un sguardo che diceva solo una cosa: ‘sei morta’. Miroku non perse l’occasione e la raggiunse, mentre Kagome era rimasta in silenzio e con lo sguardo abbassato. Tutta quella situazione, senza neanche sapere il motivo, le faceva male. Voleva andare via, quando finiva il suo turno?
Inuyasha la studiò, non capendo il suo comportamento; sembrava così abbattuta e giù di morale. Osservare il suo sguardo triste lo feriva e sperava con tutto il cuore che l’artefice non fosse proprio lui; si era offesa per quello che le aveva detto prima? Eppure stava scherzando e lei doveva saperlo bene. Aprì la bocca per dirle qualcosa, ma Kikyo lo bloccò.
«Inuyasha, puoi venire a parlare con me un attimo?» Inuyasha rimase a guardare Kagome, che in quel momento alzò lo sguardo di scatto. Una pugnalata, si, non poteva descrivere meglio quello che aveva appena provato quando aveva visto i suoi occhi umidi. Ma cosa poteva fare? Se fossero stati soli forse..
«Emh.. si certo» bisbigliò, seguendo la ragazza, uscendo dal locale, sotto lo sguardo mogio di Kagome. Sospirò. Raggiunse col morale a pezzi il bancone, mentre Ayame si gustava quello spettacolo in prima fila.
«Oh, mia cara Sango! La tua inconfutabile bellezza mi abbaglia» recitò Miroku, stringendole la mano. Sembrava di assistere alle prove di uno spettacolo teatrale.
«Piantala! Stiamo dando spettacolo» sbuffò, imbarazzata, liberandosi con uno strattone. Peccato che subito dopo l’altra si posò sul suo fondoschiena, come se nulla fosse, massaggiandolo.
«Ah, quanto mi mancava questa sensazione» mormorò sollevato, mentre lei tremò di rabbia, come la sua mano, che colpì con forza la guancia del ragazzo, facendola diventare immediatamente rossa «Ah, quando mi mancava questo dolore» continuò con lo stesso tono, posando la stessa mano sulla sua guancia, mentre Sango lo guardava infuriata, con le braccia incrociate.
Kagome ridacchiò leggermente, insieme ad Ayame. Con la coda dell’occhio vide che il sacchetto nero dei rifiuti era pieno, così decise di chiuderlo con un nodo e buttarlo dentro il cassonetto che si trovava sul retro.
«Torno subito Ayame» mormorò, aprendo la porta dal quale solo il personale aveva l’accesso. Con un po’ di fatica buttò il sacchetto, spolverandosi le mani e il grembiule, ma delle voci la bloccarono. Si nascose dietro il muro per non farsi vedere, osservando le ombre delle sue persone.
«Allora, come stai?» domandò Kikyo con un sorriso, tenendo le mani dietro la schiena, al contrario di Inuyasha che come al solito le teneva dentro le tasche, dondolandosi lievemente con i piedi.
«Abbastanza bene e tu?» lei rispose con un cenno del capo. Il ragazzo prese un bel respiro «E.. Naraku?» domandò ancora, mettendo questa volta lei in imbarazzo.
«Anche lui sta bene» mormorò con lo sguardo abbassato, che poi rialzò subito, guardandolo negli occhi «Senti Inuyasha io.. ecco, mi dispiace che tra di noi, cioè..» balbettò, ma il ragazzo la bloccò.
«Ehi frena! Va tutto bene» la rassicurò col solito sorriso «Non devi dispiacerti, lo sai» sussurrò avvicinandosi di un passo, mentre lei gli sorrise grata, ormai la conosceva troppo bene.
«Senti avrei una notizia per te, che se vuoi puoi riferirlo ai tuoi amici» propose, riacquistando un po’ di allegria. Lui rimase zitto, in attesa di sapere cosa aveva da dargli «Domani daremo a casa mia la festa per annunciare la notizia e beh.. siete tutti invitati»
Inuyasha le sorrise tenero, forse con una leggera ombra di malinconia «E’ fantastico..»
«C’è solo un piccolo problema» aggiunse con un tono meno euforico rispetto a prima. Ecco, quella era la parte difficile.
«Cioè?»
«Mi dispiace, ma non ho potuto fare altrimenti: ho invitato anche la tua famiglia»
A quelle parole Inuyasha si immobilizzò immediatamente sul posto. La sua famiglia. Da quanto non li sentiva? Boh, ormai aveva perso il conto. Suo padre, sua madre, Sesshomaru. L’ultima volta che li aveva visti fu per il matrimonio di quest’ultimo. Quel ghiacciolo vivente di sue fratello alla fine aveva trovato la sua anima gemella..beato lui. Scosse il capo, riportando l’attenzione su Kikyo, che continua ad osservarlo dispiaciuta.
«Non devi dispiacerti. In fondo il mio vecchio è un caro amico del tuo, mi pare giusto invitarli»
«Oh, Inuyasha..» mormorò, allungando una mano verso di lui, accarezzandogli una guancia dolcemente «Sei diventato ancora più bello e maturo» aggiunse avvicinandosi a lui, abbracciandolo e lui ricambiò. Peccato che Kagome non potesse vederli.
Osservò l’ombra dei due ragazzi che si erano avvicinati e non le sembrava solo quello di un abbraccio. Si stavano baciando? Col cuore in mille pezzi raggiunse il più silenziosamente possibile la porta, rientrando dentro. Non ci teneva a vedere o sentire altro.
Intanto Kikyo sciolse all’abbraccio «Allora verrai con tutti gli altri?» domandò speranzosa e lui annuì.
«Certo, vai tranquilla» lei rimase ad osservarlo, fino a quando la sua espressione non diventò più maliziosa.
«Mi raccomando ti voglio bello domani sera» lo minacciò, puntandogli un dito «Devi riuscire a fare colpo su di lei»
Inuyasha strabuzzò gli occhi, chiudendoli diverse volte e guardandola confuso «Lei chi?»
Kikyo alzò gli occhi al cielo, facendo uno sbuffò contrariata e rumoroso; gli uomini! «Inuyasha mi hai preso per una sciocca? Ho visto come guardi Kagome! Ti piace?» lo provocò, toccandogli diverse volte il petto con l’indice.
«Ma che vai dicendo ragazza? Certo che non mi piace» sbraitò nel panico, diventando rosso come un pomodoro. Oddio, era sempre stato così attento.. perché Kikyo doveva avere l’occhio di falco?
Lei si portò fintamente pensierosa un dito sul mento «Mh, va bene. Allora vorrà dire che inviterò alcuni miei amici single per farglieli conoscere..»
«Cosa?» tuonò improvvisamente. Cos’era quello? Un tono di gelosia? Ma alla fine  non aveva importanza dato che sapeva perfettamente di essersi fregato da solo. Infatti Kikyo iniziò a ridere a crepapelle. Lui sbuffò, colto sul fatto, incrociando le braccia scocciato «E va bene, forse un pochino»
«Togli il pochino» disse a trentadue denti, irritando ancora di più il ragazzo che si allontanò, dandole le spalle.
«E piantala!» sbraitò, seguito dalla ragazza che continuava a ridacchiare.
Nel frattempo Miroku aveva appena ricevuto il terzo schiaffo da parte della castana, che ormai non me poteva più. Quel tipo era peggio di una sanguisuga! Quando vide l’amica rientrare si alzò di scatto, indicandola col dito.
«Tu!» Kikyo, leggermente turbata si indicò «Con te farò i conto dopo! E ora muovi il culo, ce ne andiamo» sbraitò Sango, raggiungendo a grandi falcate l’amica, mentre Inuyasha cercava con lo sguardo Kagome, ma non la vedeva da nessuna parte.
«Aspetta Sango» mormorò Kikyo all’amica che tentava in tutti i modi di uscire da quel posto «Voglio avvisarvi che domani siete tutti  invitati alla mia festa» gridò entusiasta.
«No!» gridò Sango, diventando di marmo.
«Si!» urlò in contemporanea Miroku, alzando i pugni al cielo. Una serata elegante con la sua splendida Sango? Non se lo sarebbe perso per nulla al mondo! La ragazza invece si schiaffeggiò la mano sul viso. Oddio, prima o poi l’avrebbe ucciso!
«Io ci sto!» saltellò contenta Ayame, battendo in contemporanea le mani, muovendo le sue codine.
«Anche noi!» alzò la mano Bankotsu indicando se stesso e Koga. Kikyo sorrise a tutti riconoscente. Bene, ora mancava solo..
«Kagome..» il tono preoccupato di Ayame fece voltare tutti verso la porta del bagno. Kagome era appena uscita da questo, con uno sguardo avvilito. Inuyasha a quello visione sudò freddo; perché stava così? Era triste per colpa sua? Non era abituato a vederla in quello stato. Mosse un passo per raggiungerla, insieme a tutti gli altri.
«Tesoro che è successo?» domandò Ayame, posandole le mani sulle spalle, scuotendola un po’. Lei negò col capo, regalandogli un sorriso forzato.
«No, niente. Non vi preoccupate» il suo tono non era affatto rassicurante, dato che tremava appena. A Sango non piaceva vedere una ragazza in quel modo. Decisa si avvicinò, cingendole le spalle con un braccio.
«Sai quale sarebbe la cura perfetta? Un po’ di compagnia di sole ragazze. Manda un attimo a cagare questi maschiacci!»
«Ehi!» sbraitarono all’unisono Miroku, Koga e Bankotsu.
«Giusto, anzi! Perché non restate a dormire da noi? Domani faremo del sano shopping e poi andiamo direttamente alla mia festa!» propose Kikyo, facendo brillare gli occhi ad Ayame e Sango non appena udirono la parola ‘shopping’.
«Vado a chiedere a Byakuya di lasciarmi la serata libera!» gridò al settimo cielo la rossa, sparendo nelle cucine.
Kagome sorrise appena, accettando anche lei quella proposta. Forse allontanarsi da quella casa, ma soprattutto da Inuyasha era quello che ci voleva per distrarsi un po’, e poi anche lei amava fare compere.
Inuyasha continuava a guardarla senza sapere che fare o dire. Mosse un passo verso si lei «Kagome..»
«Ha detto di si!» gridò fuori di sé Ayame, lanciando in aria il grembiule, raggiungendo le amiche.
«Perfetto! Voi ragazzi presentatevi domani alle 21.00. mi raccomando, puntuali!» li minacciò Kikyo, trascinando Kagome insieme e Sango fuori dal bar, mentre i ragazzi rimasero lì impalati. Inuyasha tirò un sospiro abbassando il capo, col morale a mezzi.
 
 

 
«Dimmi un po’ Kagome, hai mai avuto un ragazzo?» domandò Sango, mentre le metteva accuratamente lo smalto rosso fuoco sulle unghie dei piedi, mentre se ne stavano sdraiate sul letto.
Dopo che erano uscite dal bar erano corse nell’appartamento di Ayame e poi in quello di Kikyo, per prendere tutto l’occorrente per passare la notte fuori. Per cena si erano fermate a mangiare del semplice sushi, poi avevano raggiunto la casa di Sango, la quale era tutto l’ultimo piano di un palazzo che si trovava in centro. Quel posto era enorme, ma soprattutto tutto suo; solo suo fratello ogni tanto veniva a farle compagnia.
Il padre di Sango era l’amministratore delegato di tantissime aziende, tra queste una delle più famose era il Sunshine 60, mentre il padre di Kikyo, beh.. era il proprietario, anche se non possedeva solo quella. Infatti entrambe lavoravano lì dentro; Sango al quindicesimo piano, dedicato all’estetica, mentre Kikyo al quarantatreesimo, dove teneva sotto controllo i negozi; era una specie di direttrice.
Alla fine Kagome dovette ammettere che si trovava davvero bene in loro compagnia; non l’avrebbe mai detto. In poco tempo l’immagine di Kikyo e Inuyasha era svanita del tutto.
«Solo uno, ma è durata poco» spiegò, osservando rapita il lavoro della ragazza. Sango era davvero brava.
«Niente scappatella?» domandò, sempre concentrata. Kagome negò, col capo, mentre Ayame salì sul letto, con in testa dei ridicoli bigodini che le aveva messo Kikyo.
«Nessuna»
«Quanto vorrei essere come te: dolce, tranquilla, seria..» iniziò ad elencare Kikyo, sedendosi sulla poltrona vicina e abbracciando un cuscino rosa.
«Fatto!» esclamò la mora, osservando soddisfatta il suo lavoro «Dagli qualche minuto per asciugarsi» le sorrise. Kagome ricambiò grata.
«Ora sta a me!» alzò la mano Ayame, come una liceale che conosce la risposta della domanda che aveva fatto la professoressa durante la lezione.
«Bene, io ti consiglio il verde. Si intona perfettamente ai tuoi occhi» le propose Sango, mentre la rossa iniziò ad agitarsi emozionata. A quella vista Kagome ridacchiò; Ayame era veramente una bambina, ma era impossibile non volerle bene.
«Hai idea di cosa comprarti domani?» le domandò Kikyo, mentre si legava i lunghi capelli in una coda bassa. Lei la guardò, alzando le spalle.
«Sinceramente no, forse qualcosa di semplice» ammise la mora con un sorriso.
«Mi pare giusto. La semplicità è sempre la scelta migliore!» apostrofò la ragazza seduta sulla poltrona, mentre incrociava le gambe scoperte, con addosso una canottiera da notte chiara, proprio come la sua pelle. Anche Kagome aveva indosso una canottiera, prestata da Sango, peccato che le stesse grande, sia per l’altezza che la forma del seno. Possibile che tutte fossero così prosperose? Infatti anche Kikyo e Ayame non scherzavano.
«A proposito Kikyo. Non ti ho ancora perdonato per quello che hai fatto» sibilò con tono minaccioso Sango, senza lasciare il pennellino tinto di verde.
Kikyo si alzò, raggiungendola «Dai Sango non te la prendere» scherzò abbracciandole con forza la vita, rischiando di soffocarla.
«Ferma, così mi fai sbagliare!» sbottò, anche lei con un mezzo sorriso.
«Guarda che l’ho fatto solo per te! Vuoi capirlo o no che Miroku ti muore dietro?»
Sango alzò gli occhi al cielo «No, io sono solo una delle tante, e forse è meglio così» mormorò, tingendo l’ultima unghia rimasta.
«Io la penso come Kikyo» intervenne Ayame, che fino a quel momento era rimasta in ascolto «Di solito non è così.. aperto con le altre. Credimi, lo vedo quasi tutte le sere» ridacchiò, pensando a rabbit e a tutte le sue conquiste che iniziavano e finivano nel bagno del locale.
«Beh sarà anche così, ma a me non piace. E’ solo bravo a letto!» sbottò allontanandosi dai piedi di Ayame, cercando di trovare qualche imperfezione. Meno male era tutto apposto.
«Si certo. Non ti crede nessuno» sibilò Kikyo facendo ridere sia Ayame che Kagome «Comunque si è fatto tardi perciò me ne vado a letto. Non voglio ritrovarmi due grosse occhiaie alla mia festa»
Si stiracchiò, raggiungendo il materasso per terra, che condivideva insieme ad Ayame, mentre Kagome stava insieme a Sango nel lettone con le lenzuola rosa pastello.
«Non vedo l’ora che sia domani!» disse elettrizzata la rossa, facendo scappare un sorriso alle altre «Buonanotte a tutte!»
«Buonanotte!» risposero insieme, subito dopo Sango spense la luce.
Il rumore del traffico e la luce dei lampioni illuminavano comunque la stanza. Kagome si girò di lato, rilassata. Era stata veramente bene con loro e anche lei non vedeva l’ora di fare shopping e partecipare alla festa; peccato che avrebbe rivisto Inuyasha. Come si sarebbe comportata? Infondo non aveva fatto nulla di male, non era il suo ragazzo, eppure..
Il suo magnetico sguardo ambrato le tornò in mente, provocandole un piccolo brivido, come se lui in quel momento la stesse guardando. Chiuse gli occhi, dato che la stanchezza stava prendendo la meglio e in poco tempo si addormentò senza sogni.
Intanto, da un’altra parte, Inuyasha osservava da ore pensieroso il soffitto, mentre quegli occhi rossi e pieni di lacrime continuavano a riempire la sua mente, facendogli venire solo un gran mal di testa. Si coprì frustato la faccia col cuscino; basta pensare a lei adesso. Peccato che stesse continuando a farlo da un mese ormai.
 
 

 
Kagome si stirò il vestito nuovo, mirandosi al grande specchio della cabina armadio di Kikyo.
Quella mattina avevano dormito fino a tardi, saltando la colazione e andando direttamente a pranzo, esattamente al secondo piano del Sunshine 60. Una volta soddisfatte le loro papille gustative Sango e Kikyo le avevano fatto fare una piccola gita turista, mostrandole quel magnifico grattacielo, anche se Ayame l’aveva già visto. Le avevano mostrato dove lavorava Sango e poi Kikyo, che poteva essere perfettamente definito paradiso. In quel piano stavano solamente negozi di ogni tipo per donna; da scarpe a intimo. Da trucchi a prodotti per la casa.
Kagome era rimasta affascinata, quel posto era magnifico! Per tutto il pomeriggio avevano girato alla ricerca di un abito per quella sera. Kikyo l’aveva comprato una settimana prima e anche Sango, però durante le loro scampagnate tra i numerosi negozi aveva cambiato idea, così decise di comprarne uno nuovo, insieme alle scarpe naturalmente.
Non solo.. dato che Kikyo gestiva quel piano aveva praticamente offerto loro un sconto assurdo. Convincere Kagome era stata un’avventura, dato che le scocciava parecchio; alla fine era roba molto costosa.
«Kagome sei stupenda!» esclamò Kikyo, entrando nella stanza illuminate dalle luci incassate nel soffitto. Il vestito che indossava la rendevano ancora più perfetta di quando già non lo fosse: era di un bellissimo rosa pastello, con lo scollo a cuore privo di spalline. Al collo aveva una collana luccicante, come gli orecchini che pendevano, i capelli raccolti in uno perfetto chignon. Completamente aderente, dando così la possibilità agli sguardi maschili di osservare le sue perfette forme.
«Siete pronte?» esclamò Ayame sbucando dalla porta, con addosso un vestito verde, con dei bellissimi brillantini sul petto e sullo strascico di seta. I capelli erano legati da una treccia messa di lato, che partiva dalla parte opposta sul capo.
Kikyo e Kagome annuirono.
«Veloce Kikyo, la maggior parte degli invitati sono arrivati!» borbottò Sango, battendo nervosamente il piede coperto da un tacco a spillo nero, mentre il tubino rosso Valentino aderiva perfettamente al suo bellissimo corpo allenato. I capelli sempre legati da una coda alta.
«Si eccoci! Allora, voi passate dalla cucina. A me toccherà fare l’entrata trionfale con la mia famiglia e Naraku» sbuffò contrariata, mentre le sue amiche annuirono, facendo come le era stato detto.
Kagome ci pensò un attimo. Chi era Naraku? In effetti ora che ci pensava l’aveva sentito pronunciare da Inuyasha nel vicolo il giorno prima. Che fosse il suo ragazzo? Nah, lei e Inuyasha si erano baciati quindi era impossibile.
Si erano baciati. Kagome scosse la testa. “No! Piantala di fare la bambina, Inuyasha non è il tuo ragazzo e io non gli piacerò mai!” con quei pensieri raggiunsero finalmente la sala principale abbellita di diversi fiori e fiocchi. Tutti gli ospiti stavano in piedi a chiacchierare, mentre alcuni camerieri passavano in mezzo a loro per servire dei bicchieri su un vassoio, forse champagne.
«Conoscete qualcuno?» domandò Ayame, guardandosi attorno curiosa, mentre i suoi occhi erano accecati dal lusso che possedeva quella casa.
«Ehilà ragazze!» si voltarono improvvisamente alla loro destra, così come altri ospiti, non abituati a tale sgarbo, mentre Miroku si avvicinava a loro con ancora la mano alzata. Indossava una semplice camicia blu chiara e pantaloni. Il suo sguardo cadde immediatamente su Sango, ma soprattutto sul suo magnifico corpo ricoperto da quel tessuto rosso, come se fosse una seconda pelle.
«Sango sei così.. ecco sei..» balbettò per la prima volta impacciato, ma la castana alzò di scatto una mano, per bloccarlo.
«Risparmia il fiato maniaco» sputò acida, ma non bastò per allontanarlo, anche se quel suo quasi complimento le fece stranamente piacere. In quel momento anche Koga e Bankotsu raggiunsero il gruppo, erano vestiti uguali con giacca nera e camicia bianca, solo che il primo aveva un farfallino nero, il secondo una cravatta.
«Inuyasha dov’è?» domandò curiosa Ayame, non notando il quarto ragazzo. Anche Kagome l’aveva notato, ma non era riuscita a domandarlo.
«Oh, lui arriverà più tardi. Ha avuto un’emergenza a lavoro» spiegò Miroku, afferrando un bicchiere su un vassoio che portava il cameriere, che il quel momento passò vicino a loro.
«Povero Inuyasha» Miroku sorrise a Sango e subito dopo alle altre.
«Tranquille, non è la prima volta che il nostro capo ci chiama il giorno libero per fare qualche ora extra» alzò le spalle tranquillamente, iniziando a bere quella bevanda frizzantina. Ad un certo punto i suoi occhi blu caddero su un groppo poco distante, che in quel momento stringevano la mano di alcune persone, forse per salutarle.
«Ehi Ban! Non mi avevi detto che Kikyo ha invitato anche la tua famiglia!» buttò contento, dando una gomitata all’amico, ma lui si rabbuiò improvvisamente, scansando in malo modo Miroku e allontanandosi dall’altra parte infuriato.
«Non scocciarmi!» i ragazzi lo guardarono confusi, poi ripresero a chiacchierare.
Dopo una decina di minuti buoni, Kikyo ed i suoi genitori fecero l'ingresso assieme ad un giovane dai lunghi capelli ondulati sotto un piacevole applauso e dopo un ringraziamento veloce ognuno tornò ai propri affari. Kagome notò che Kikyo continuava a girare per la stanza, ringraziando uno ad uno la presenza dei loro ospiti. Forse essere la figlia di una persona così importante non era così entusiasmante come pensava.
Iniziava ad avere fame, così si staccò dal gruppo, alla ricerca di qualche buffet, peccato che quel posto fosse immenso e non avesse idea di dove andare. 
Finalmente con un colpo di fortuna individuò il suo obbiettivo, ma i suoi occhi si spostarono subito da una’altra parte, quando vide Bankotsu poco distante seduto su una sedia con la schiena curva e la cravatta al collo allentata. Guardava pensieroso il bicchiere mezzo vuoto di una bevanda a lei sconosciuta, muovendola leggermente con movimenti circolari.
Ad un certo punto un urlo abbastanza strano e poco consono all’ambiente la fece sussultare. Guardò alle sue spalle, notando un ragazzo abbastanza strano, con i capelli conciati in una pettinatura leggermente spettinata e.. cos’era quello, del trucco? Rimase a guardarlo, ma poi scosse la testa, dedicando nuovamente la sua attenzione su Bankotsu che non aveva cambiato posizione.
Con un grosso respiro si avvicinò con calma, come se nulla fosse, per poi sedersi accanto a lui. Lo spiò con la coda dell’occhio, ma lui non si era mosso, forse non si era neanche accorto della sua presenza. Tossicchiò leggermente.
«Bankotsu.. tutto bene?»
Questo ridacchiò, ma in maniera ironico, senza smettere di guardare e muovere il drink «No»
Lei si voltò verso di lui, guardandolo dispiaciuta «Posso aiutarti in qualche modo?» non sopportava di vederlo in quello stato. Dove era finito quel Bankotsu che non smetteva di ingozzarsi e a scherzare o battibeccare con Inuyasha?
«Si.. fai sparire dalla mia vista quell’orribile spettacolo» mormorò, indicando con la testa un gruppo di persone poco distante, finendo poi tutto il contenitore dentro il bicchiere con foga.
Kagome seguì la sua indicazione, scoprendo che il coinquilino parlava di quelle persone che aveva visto pocanzi, con lo strano ragazzo «Perché? Qual è il problema?» domandò curiosa.
«Il problema è mio fratello Jakotsu» il suo tono era parecchio arrabbiato e nervoso, tanto che la mano dove stringeva il bicchiere iniziò a tremare. Kagome lo guardò curiosa, piegando di lato il capo.
«Quello è tuo fratello?» non le aveva mai detto di averne uno.
«Si e.. lo odio» a quello parole Kagome si bloccò di colpo, non aspettandosi una rivelazione del genere. Odiare suo fratello? Come poteva provare un simile sentimento verso una persona col quale avrebbe dovuto avere in realtà un approccio totalmente diverso?
«Perché?» mormorò appena, forse per non sapere davvero la risposta, perché già sapeva che le avrebbe fatto male.
«Basta vederlo» spiegò frustato, alzando finalmente il suo viso abbattuto verso di lei «Ormai ho perso il conto di quante volte mi abbia messo in imbarazzo e poi..» guardò di nuovo a terra, forse in difficoltà per quello che le stava per dire «.. è gay»
Ad udire quella semplice parola Kagome rizzo la schiena, bloccata, senza sapere cosa pensare. Lui odiava suo fratello perché era omosessuale? Cacciò via tutti i pensieri negativi che in quel momento sfiorarono la sua mente e rilassò completamente i muscoli facciali, regalandogli un sorriso dolce.
«Beh, non vedo perché questo possa centrare con il fatto che tu lo odi» disse tranquillamente, mentre Bankotsu la osservò allarmato, iniziando a balbettare.
«No, non è quello è che..» iniziò in difficoltà, portandosi una mano sulla fronte «E’ difficile da spiegare dannazione!» trattenne una volgarità tra i denti, tentando nuovamente di spiegare alla ragazza quello che provava «So solo che quando sto con lui sto bene, però poi.. vedo la reazione delle persone e improvvisamente tutto l’amore che provo svanisce del tutto» si alzò, raggiungendo a pochi passi il buffet e prendendo una fetta di torta al cioccolato, iniziando a mangiarla come suo solito. Mangiare lo aiutava a rilassarsi.
Kagome ridacchiò a quella scena; ecco il Bankotsu che conosceva, gli era bastato sputare fuori quello che pensava per farlo stare meglio. Si portò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, abbellito da orecchini neri.
«Beh sai, questo è un argomento delicato e io non ho il diritto di metterci bocca..» iniziò indecisa «Però se vuoi un consiglio sarei libera di dartelo» gli sorrise, e lui annuì.
«Pavla!» bofonchiò con la bocca piena, ma ascoltando attentamente la ragazza.
«Sai anch’io ho un fratello, ed è molto più piccolo di me» iniziò con un sorriso dolce, iniziando a pensare a Sota «Ha 11 anni, quasi dodici ed è un bambino bellissimo, sempre sorridente e pieno di energia. Un giorno quando io ne avevo ventidue e lui otto stavo cercando un lavoro, ma dato che mia mamma e mio nonno erano partiti dovetti portalo con me al colloquio. Per tutto il giorno gli dissi di fare il bravo e comportarsi adeguatamente, ma naturalmente non mi ascoltò» ridacchiò leggermente ripensando a quel ricordo.
«Stavo facendo un incontro col titolare di un mini market e mentre stavamo parlando Sota si era alzato iniziando a curiosare in giro. Vide qualcosa su uno scaffale alto e incuriosito si avvicinò per prenderlo, peccato che.. fece cadere tutto quanto per terra» si portò una mano sulla fronte e scuotendo il capo divertita «Io credo di essere diventata rossa e dissi addio a quel lavoro, ma quello che proprio non accettai fu il modo in cui quell’uomo trattò in malo modo mio fratello, definendolo uno ‘stupido marmocchio pestifero’. Io a quelle parole non ci vidi più e risposi a tono per difenderlo» disse decisa, guardando il pavimento distratta, mentre Bankotsu ingoiò il boccone e la guardò serio.
«Naturalmente ho dovuto ripagare i danni e quel lavoro non l’ho mai ottenuto, ma non me ne fregava niente perché nessuno aveva il diritto di offendere mio fratello. Mi aveva pure messa un po’ nei casini e in imbarazzo, ma non mi importava » continuò, osservando Bankotsu che allo stesso tempo ricambiava «So che la tua situazione è diversa però devi pensarla in questo modo: non permettere che l’immagine di tuo fratello diventi odio, anche se il realtà è più vergogna» affermò decisa.
Bankotsu, smise di guardarla, ma lei continuò «L’amore che provi per lui è sicuramente molto forte e tu non devi lasciarti abbattere da qualche sguardo o commento perché alla fine quelle persone non conteranno mai nulla rispetto al bene che te e Jakotsu proverete l’uno per l’altro» Bankotsu si irrigidì a quelle parole «Perciò fai scivolare via tutto e pensa solo al vostro bellissimo rapporto. Sono sicura che lui darebbe la vita per te e sicuramente anche tu»
Kagome non distoglieva i suoi occhi marroni dall’amico che continuava ad essere fermo come una statua. Forse aveva smosso dentro di lui qualcosa, lo sperava con tutto il cuore. Accennando un sorriso si mise in piedi tranquillamente.
«Io vado a prendere una fetta di torta. Tu intanto pensa a quello che ti ho detto» aggiunse la ragazza, portandosi una mano sullo stomaco che reclamava cibo. Mosse due passi, ma la voce di Bankotsu la bloccò. Si voltò a guardarlo. Il ragazzo ancora seduto, continuava a scrutarla, ma il suo sorriso e le sue parole uscirono da sole. 
«Grazie»
Kagome, stupita rimase impalata, mentre Bankotsu si alzò, raggiungendo suo fratello e forse il resto della famiglia. Sorrise anche lei, soddisfatta per essere riuscita nel suo intento. Trattenendo un sorriso la ragazza raggiunse il tavolo del buffet, osservando estasiata le innumerevoli torte esposte.
Dopo un’attenta decisione decise di prendere quella al limone meringata. Amava le meringhe, erano così dolciastre. Il cameriere tagliò una fetta, per poi porgergliela su un piattino e una forchetta. Senza smuoversi addentò il primo pezzo con estasi, facendo piccoli versi con la bocca; sembrava una bambina.
«Sempre a prendere zuccheri eh?»
Una risata familiare arrivò alle sue orecchie, bloccandola sul posto, facendole dimenticare quella pietanza che stava mangiando. Inuyasha la guardava divertito, con una mano dentro la tasca dei pantaloni scuri eleganti. Lei si voltò lentamente col cuore a mille e lui sorrise appena.
«Ciao zuccherino»





Angolo autrice:

Eccomi qui come promesso! Che dire? Spero che lo sbalzo temporale non sia stato un dramma.. volevo far passare un po’ di tempo così che i rapporti tra Kagome e gli altri personaggi si rafforzasse, ma soprattutto per far entrare in scena due nuovi personaggi.. Sango e Kikyo!
Partiamo dalla prima; volevo fare una cosa diversa, invece della solita ragazza semplice che alla fine colpisce il cuore di Miroku l’ho resa una delle tante, o almeno è quello che lei pensa eheh, spero che questo nuovo lato di Sango sia stato apprezzato, sinceramente sono un po’ in ansia xD
Mentre Kikyo.. premetto che io non odio il suo personaggio, anzi, l’ammiro molto e quindi non ho voluto etichettarla come la solita ragazza che “cerca di rubare Inuyasha a Kagome”,  così  l’ho resa una ragazza simpatica e onesta.
Un altro punto molto importate che vorrei spiegare: Bankotsu. Prima che le fan di questo e Jakotsu mi stacchino la testa vorrei giustificarmi xD
Noi tutte sappiamo la vera personalità di quest’ultimo quindi l’ho sfruttata. Quello che prova Bankotsu è alla fine una realtà che colpisce molti ragazzi (e che nessuno si rende conto), ma il bello sta proprio in Kagome perché finalmente abbiamo avuto una piccola anteprima della sua vera importanza e ruolo nella storia; si perché non aiuterà solo Bankotsu, ma non voglio dilungarmi troppo eheh xP
Bene, credo che possa bastare. Prima di salutarvi ringrazio ancora la mia magnifica beta Miyu87. Spero con tutto il cuore che il capitolo non sia stato deludente, ma soprattutto che vi abbia messo curiosità il finale :)
Ci sentiamo presto mie carissime lettrici, statemi bene. Un bacione grosso :*
Marty
  
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