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Autore: Signorina Granger    09/10/2016    4 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Quasi un secolo dopo la Seconda Guerra Magica, non c'è alcuna minaccia contro la pace e da cinquant'anni il Torneo Tremaghi è tornato in auge.
Quest'anno le scuole in gara sono Hogwarts, Ilvermorny e Durmstrang e il Torneo avrà sede nella scuola americana.
Tre scuole, tre prove, tre campioni e un solo vincitore... Chi l'avrà vinta, alla fine?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 33: La Terza Prova 
 
Giovedì 30 Maggio 


Esattamente come sei mesi prima, quando Jake si svegliò ci mise qualche secondo a rendersi conto che quello non era l'ennesimo giovedì pieno di lezioni noiose da seguire dove prendere appunti, o come spesso succedeva fare finta di prenderli.

Jake si voltò, osservando il soffitto buio della stanza. Entrava una discreta quantità di luce attraverso la finestra, ma non aveva idea di che ore fossero... e forse non voleva nemmeno saperlo: l'unica cosa che lo sollevava era che neanche dodici ore dopo tutto sarebbe finito... nel bene o nel male, anche il Torneo avrebbe avuto fine, esattamente come la sua carriera scolastica di lì a tre settimane.

Il ragazzo sospirò, chiedendosi per la milionesima volta che cosa potessero aver organizzato... era strano pensare alla Prima Prova come qualcosa accaduto ben sei mesi prima, gli sembrava fossero passate poche settimane da quando si era ritrovato insieme a Marlene e Markus alle prese con un serpente di grandezza considerevole. 


Se non altro, per l'ultima Prova avrebbe avuto la sua Rossa a fare il tifo per lui e a preoccuparsi a morte se avrebbe corso qualche pericolo... forse era cinico, ma la cosa gli faceva comunque piacere. 


                                                                           *


Da che entrambe avevano memoria, non si era mai verificata una situazione simile di prima mattina. 

Anche quando avevano una verifica importante o gli esami di fine anno, a colazione si sedevano vicine per interrogarmi a vicenda e darsi supporto morale reciproco... da quando erano diventate amiche non era mai successo che entrambe tacessero per più di cinque minuti quando erano fuori dalle aule di lezione. 

Hailey continuava a guardare con insistenza la porta aperta della Sala da Pranzo, mentre Scarlett teneva tra le mani una tazza di the che beveva a piccoli sorsi, la mente visibilmente da un'altra parte. 

Tutti sapevano che quel giorno avrebbe avuto luogo la Terza Prova, ma a differenza della Prima gli studenti non avrebbero assistito... in effetti nessuno sapeva dove avrebbero mandato i Campioni, anche se era di certo il principale argomento di conversazione della giornata e i professori aveva già rinunciato a prendetene che gli alunni prestassero attenzione alle lezioni quel giorno, un po’ per la stanchezza tipica di fine Maggio, un po’ per il caldo e un po’ per l’emozione data dalla Prova imminente.

“Ma dove accidenti sono finiti?” 

Hailey sbuffò senza staccare gli occhi dalla porta, iniziando a tamburellare nervosamente sul tavolo senza aver quasi toccato cibo, troppo occupata a chiedersi dove fosse il suo ragazzo. 

“Tranquilla Ley, staranno arrivando... magari hanno iniziato a preparare i baga- o magari Markus non ha sentito la sveglia.” 

Scarlett si costrinse a sorridere all’amica, salvandosi in extremis dal pronunciare la “frase proibita”, ovvero sottolineare che il giorno dopo le delegazioni sarebbero tornate a casa, subito dopo pranzo. 

In ansia com'era per la Prova di Jake, non le serviva proprio una Hailey assolutamente depressa da consolare per tutta la mattinata... 

In effetti anche la Rossa stava iniziando a chiedersi seriamente se il suo ragazzo non se la fosse data a gambe: evitare di mettersi in mostra in qualche modo non era certo da lui, ma forse gli era preso il panico... aveva accuratamente evitato di dimostrarlo per tutta la settimana, ma Scarlett sapeva che infondo anche lui era preoccupato, esattamente come gli altri.


La Caposcuola appoggiò la tazza sul tavolo, imitando l'amica e iniziando ad osservare la porta aperta, in attesa di vederlo entrare per potergli chiedere come stesse. 


                                                                          *


“IO NON CI CREDO. Hai deciso di metterti a fare le pulizie proprio questa mattina? Ma almeno dillo che lo fai apposta!” 

Markus sbuffò, fulminando il suo migliore amico con lo sguardo mentre quasi correvano sulle scale, rischiando di schiantarsi contro il muro. 

“Senti, prima o poi bisognerà farle e domani partiamo, ti ricordo!” 

“E NON POTEVI FARLO IERI? O DUE MESI FA?” 

Markus alzò gli occhi al cielo mentre raggiungevano finalmente Marlena nel salottino, che li aspettava comodamente seduta su una poltrona con le gambe accavallate e un libro appoggiato sulle ginocchia mentre si attorcigliava distrattamente la punta della coda alta con cui aveva legato i capelli castani. 

“Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi... Alek non conosce questo detto.” 

Marlena chiuse il libro, sollevando lo sguardo sui due e sorridendo in direzione del biondo mentre si alzava, avvicinandosi a Markus mentre Alek borbottava qualcosa di incomprensibile. 

“Allora... come sta il mio Campione preferito? Nervoso?” 

“Un po’... mi spiace che voi non potrete assistere, mi renderebbe più tranquillo.” 

Markus si strinse nelle spalle, parlando con tono leggermente cupo mentre Marlena sfoderava il suo sorriso più gentile prima di abbracciarlo, osservando che forse avrebbero permesso agli amici dei Campioni di assistere alla Prova. 

Markus ricambio l'abbraccio con aria sconsolata, appoggiando il capo sulla spalla dell’amica mentre Alek assisteva alla scena quasi con aria offesa, le braccia conserte e il piede che tamburellava leggermente sul pavimento.

Marlena intercettò il suo sguardo e inarcò un sopracciglio di fronte al messaggio che il ragazzo le stava lanciando, quasi a volerle dire “BEH?” con la forza dello sguardo. 

“Grazie Lena, ma credo che qualcuno si senta un po’ escluso...” 


“Certo che mi sento escluso! Voglio un abbraccio anche io!” 

Alek sbuffò mettendo quasi il broncio, facendo sorridere Marlena che sciolse l'abbraccio con Markus e gli si avvicinò, dandogli un bacio su una guancia prima di circondargli il collo con le braccia. 

“Tranquillo Alek, non mi sono scordata di te.” 

Alek sfoggiò un sorriso soddisfatto mentre stringeva Marlena tra le braccia, facendo sospirare debolmente Markus mentre assisteva alla scena: per quanto fosse felice per entrambi, specialmente per il suo migliore amico che nell’ultimo mese era perennemente felice e svolazzava in giro con gli occhi a cuoricino, quello non era proprio il momento per le effusioni... aveva una Prova da superare e voleva salutare Hailey prima di gettarsi nell’ignoto.

“Mi spiace interrompere le vostre coccole, piccioncini... ma tra baci, abbracci e pulizie qui rischio di non presentarmi proprio alla Prova, quindi muoviamoci!” 

Markus alzò gli occhi al cielo, guadagnandosi un’occhiata torva da Alek che sembrò dargli silenziosamente del guastafeste, ma il biondo non ci fece caso e quasi corse nel corridoio quando gli altri due fecero per seguirlo, impaziente di raggiungere il castello e fare colazione per la penultima volta. 


                                                                          *


“Len, alzati! Non è la mattina giusta per fare la pigrona!” 

Abby sospirò, guardando l'amica contorcersi tra le lenzuola quasi con esasperazione: di certo Len aveva scordato che quel giovedì sarebbe stato il giorno della Prova, altrimenti sarebbe scattata in piedi più velocemente di un grillo. 

La Grifondoro infatti sbuffò, rigirandosi su un fianco mentre borbottava qualcosa di incomprensibile, guardando la rossa con aria torva:

“Quante storie...” 

“Len, credo che tu abbia scordato che giorno è oggi. È giovedì.” 

“Che noia, c'è Trasfigurazione...” 

“... giovedì 30 Maggio, Marlene.” 



Nella stanza regnò il silenzio per un istante, finché Marlene non scalciò velocemente le coperte, alzandosi di scatto e imprecando a mezza voce.

“PER LE MUTANDE DI MERLINO, È OGGI! Abby, perché non me l'hai detto subito?” 

“Ma come cavolo hai fatto a non pensarci, sono due settimane che stress i colori fatto che hai l'ansia a mille!” 

La rossa sospirò mentre l'amica correva in bagno per lavarsi la faccia, imprecando contro la sua sbadataggine.

“Non lo so, ho sognato che eravamo in vacanza e non ci ho più pensato, maledizione... la giornata comincia splendidamente, non c'è che dire.” 

“Occhio al tappetino!” 

Abby sistemó i due letti con un colpo di bacchetta, parlando quasi con un gesto automatico appena prima di sentire un tonfo proveniente dal bagno, seguito da una forte parolaccia che probabilmente avevano sentito anche i ragazzi dalla loro camera, infondo al corridoio.

Forse non l'aveva detto abbastanza presto, quella mattina... 


                                                                               *


“Ah, eccoti qui! Cominciavo a temere che fossi tornato a casa prima del previsto!” 

Hailey sorrise a Markus, che sbuffò mentre si lasciava cadere su una sedia accanto a lei:

“Lasciamo stare, Alek ha un pessimo tempismo per spolverare...” 

“SPOLVERARE?” 

“Come ho detto, meglio stendere un velo pietoso. Sto morendo di fame, è rimasto qualcosa o vi siete pappate tutto?” 

Markus si mise dritto sulla sedia, adocchiando un vassoio colmo di ciambelle mentre Hailey cercava di trattenere un risolino, immaginandosi Alek in versione donna delle pulizie con tanto di scopettino in mano e grembiule. 

“Perché ridi?”

“Niente, lascia stare... sei nervoso? Sono sicura che andrà tutto benissimo.” 

Hailey sorrise, accarezzandogli un braccio prima di sporgersi per dargli un bacio su una guancia.
Il biondo annuì, guardandola con gratitudine prima di sorriderle dolcemente:

“Lo spero... non vedo l'ora che sia tutto finito, che vinca o perda.”

“Beh, sei il primo in classifica per ora... non voglio farti pressioni tesoro, ma cerca di battere Jake anche da parte mia.” 

“Lo perdonerai mai per averti battuto, Ley?”

“Non saprei... ma di certo se tu lo batti ci metterò molto meno, quindi oltre a tornare indietro sano e salvo fai anche un pensierino sul cercare di stracciarlo...” 


                                                                                *


“Come stai?” 

“Sono stato meglio, ma niente di tragico... ho superato le prime due, non vedo perché non dovrei riuscirci anche questa volta.” 

Scarlett sorrise, seduta accanto a Jake è girata di profilo, verso di lui mentre il ragazzo teneva lo sguardo basso, osservando la sua tazza di caffè con aria assorta senza però accennare a volerne bere il contenuto.

“Mi fa piacere sentirlo... ma ti prego usa la testa e non agire troppo impulsivamente, voglio riaverti tutto intero a fine giornata!” 

Jake alzò lo sguardo sulla ragazza, sorridendo appena alle sue parole e osservando la sua espressione preoccupata ed esasperata allo stesso tempo:

“Lo terrò a mente. Tanto per chiedere, se dovessi tornare senza un braccio staresti con me lo stesso e mi lasceresti?” 

“Che razza di domanda è, ovvio che resterei con te! Per chi mi hai preso Miller?” 

Scarlett sbuffò, guardandolo con cipigli quasi offeso mentre lui sorrideva, alzando una mano per accarezzarle i capelli color rame:

“Giusto per essere sicuro di non perdere la mia Rossa, comunque vadano le cose.”

“L'unica cosa che puoi perdere oggi è il Torneo Jake, non certo me.” 


Sporgendosi leggermente Scarlett lo abbracciò, mentre Jake sorrideva quasi allegramente alle sue parole: se non altro la Prova aveva fatto diventare Scarlett più propensa alle carinerie rispetto al solito.

Quando si allontanò leggermente da lei per poterla guardare in faccia Jake accennò un sorriso, inarcando un sopracciglio con aria scettica:

“Grazie per il supporto Scarlett... ma non dimentichi qualcosa?” 


Scarlett lo guardò di rimando, accigliata mentre cercava di capire a cosa stesse alludendo:

“Su Rossa... alla Prima Prova non tifavi apertamente per me, ma oggi è diverso..
 Un bacio portafortuna no?” 


Le labbra di Scarlett si piegarono in un sorriso prima che la ragazza annuisse, parlando a voce bassa prima di baciarlo:

“Suppongo che te lo meriti Miller.”    

                                                                      

                                                                         *


“Quindi non sapete ancora nulla?” 

“No... solo che alle 8:30 dobbiamo farci trovare davanti all’Ingresso, quindi è possibile che la Prova avrà luogo all’aperto...” 

Luke annuì, circondando la vita di Marlene con le braccia per evitare che cadesse e stringerla a se mentre la ragazza si era seduta sulla sue ginocchia. 

La mora appoggiò il capo sulla spalla del ragazzo, sapendo che Luke era nervoso quasi quanto lei, anche se in realtà la ragazza si sentiva più tranquilla rispetto alla sera prima... con la consapevolezza che la Prova fosse davvero arrivata l’ansia stava cedendo il posto all’adrenalina, spingendola quasi a desiderare di iniziare al più presto.


“Mi raccomando Lennie... stai attenta, ok?” 

“Non essere così tragico, magari non sarà nulla di troppo pericoloso!” 

“Se anche fosse sappiamo entrambi che tu troveresti il modo di inciampare e farti male in qualunque situazione... e non potrò correre a salvarti oggi, anche se non mi dispiacerebbe farlo.” 

“Lo so, cercherò di non rompermi l’osso del collo da qualche parte, lo prometto.” 

Len sorrise, cercando di smorzare la tensione ma Lucas non la imitò neanche lontanamente, restando serissimo e scoccandole un’occhiata di avvertimento, come volendole dire di non scherzare sull’argomento.

“Oh, andiamo... perché sei sempre così tragico? Anche alla Prima Prova pensavi che mi sarei uccisa, e invece sono ancora viva e vegeta!”

“Mi preoccupo per due motivi: tengo molto a te e ti conosco meglio di chiunque altro, Marlene McRumble.” 

“Proprio perché mi conosci dovresti sapere che odio sentirmi chiamare per nome, Wallaby!”

La Grifondoro sbuffò, facendo sorridere il fidanzato per la prima volta da quando si era svegliato: nonostante fosse preoccupato per lei, vederla irritata lo divertiva sempre e comunque.


                                                                          *


“E menomale che dovevamo essere qui alle 8:30... io avevo anche paura di arrivare in ritardo.” 

Markus sbuffò, appoggiandosi alla statua di William che affiancava l'ingresso della scuola insieme a quella di Isotta. 

“Idem...”  Marlene, appoggiata alla statua della fondatrice di Ilvermorny a braccia conserte, parlò quasi in tono cupo, continuando a lanciare occhiate alla porta del castello sperando che la Stevenson, la Wagner e Corner facessero finalmente la loro comparsa. 

Jake invece non disse nulla, tenendo lo sguardo fisso sul padiglione di marmo ai suoi piedi mentre valutava vagamente la possibilità di far notare alla Preside che quando era lui ad essere in ritardo gli venivano puntualmente tolti dei punti, mentre al contrario la donna poteva permettersi di farli aspettare se lo voleva. 

Non gli sarebbe dispiaciuto farlo notare, ma probabilmente non era il caso di farlo proprio il giorno della Prova, visto che la donna avrebbe dovuto valutarlo... però poteva sempre permettersi di farlo qualche settimana dopo, quando sarebbe stato Diplomato e fuori dalla giurisdizione della Stevenson.

I pensieri del Tuonoalato vennero interrotti proprio dall’arrivo della donna, che comparve insieme agli altri Presidi da dietro la porta dell’Ingresso, guardando i Campioni come se fosse sollevata di trovarli presenti e di non doverli aspettare.

“Buongiorno ragazzi... Seguiteci, dobbiamo iniziare al più presto.”


Grazie tante, siete voi che ci avete fatti aspettare!


Marlene, Markus e Jake pensarono la stessa cosa ma nessuno dei tre osò esprimere quei pensieri ad alta voce, restando in silenzio mentre seguivano obbedientemente i Presidi sul prato, troppo impegnati a chiedersi cosa avrebbero dovuto fare e dove per concentrarsi su altro.


                                                                               *


Markus imprecò leggermente, evitando per un pelo di inciampare in una delle grosse radici che spuntavano dal terreno.
Fortunatamente la Prova non era stata organizzata di sera tardi, altrimenti sarebbe inciampato da qualche parte ancor prima di iniziare...   in effetti nemmeno Marlene era sembrata molto felice quando la Stevenson aveva, in breve, spiegato la Prova dopo averli accompagnati al margine del bosco... probabilmente la Grifondoro aveva il timore di inciampare da qualche parte e rompersi l'osso del collo.

Markus continuò a camminare, tenendo la bacchetta stretta in mano mentre si guardava intorno con attenzione: essendo il primo in classifica era partito con due minuti di anticipo rispetto a Jake e la Grifondoro, ma probabilmente ormai anche Marlene doveva essere partita.

Stando alle parole della Stevenson, quella sarebbe stata una Prova “mista” rispetto alle altre, strutturata con più “ostacoli” da superare seguendo un percorso già delineato per ognuno di loro, che avrebbe portato alla Coppa Tremaghi. 

Ormai il ragazzo stava camminando da qualche minuto, ma non era ancora incappato in alcuna prova... in effetti stava iniziando a chiedersi se per caso non avesse sbagliato strada e fosse finito da tutt’altra parte rispetto al suo percorso quando quasi s’illuminò, scorgendo un foglio di pergamena attaccato al tronco di una betulla a pochi metri da lui. 

Raggiunse l'albero con poche falcate, leggendo le poche righe scritte sul foglio con una calligrafia piuttosto chiara, con gran sollievo del ragazzo: era già difficile dover leggere e tradurre in inglese, con una pessima scrittura ci avrebbe messo ore...

Markus inarcò un sopracciglio con puro scetticismo, chiedendosi se non avesse per caso capito male dopo aver letto:  

Ok... e come dovrei fare a rispondere? 

Aveva appena pensato quelle parole quando una penna d’oca gli comparve magicamente tra le mani, facendolo borbottare sommessamente:

“Si beh, grazie.” 

Quando la Stevenson aveva parlato di prove miste si era aspettato qualcosa inerente alla logica o all’intelligenza... aveva sperato di non trovarsi di fronte a ingarbugliati problemi matematici, ma le sue preghiere sembravano non aver trovato fondo:

Dio gli concesse la giovinezza per un sesto della sua vita. Poi, dopo un altro dodicesimo di vita, la barba cominciò a crescere. Dopo un settimo si sposò e finalmente dopo cinque anni ebbe un figlio che, ahimè, appena raggiunta la metà degli anni di vita del padre, morì. Dopo 4 anni, anch’egli raggiunse il termine della sua vita. Quanto visse costui?


Inizio schifosamente splendido, non c'è che dire.


                                                                                   *

Marlene scostò con il braccio un ramo basso che altrimenti si sarebbe di certo incastrato tra i suoi capelli, chiedendosi quanto tempo fosse passato da quando aveva iniziato il percorso: non c'era un effettivo limite di tempo come per la Prima Prova, ma se voleva vincere doveva sbrigarsi... e quel maledetto problema che si era ritrovata davanti qualche minuto prima di certo non l'aveva aiutata.

Quanti anni ha quel tipo, ma che razza di domande fanno? Avrò sprecato dieci minuti solo lì...

La Grifondoro sbuffò, maledicendo mentalmente chiunque avesse elaborato quel dannato enigma... non era mai stata un asso nelle equazioni, e aveva dovuto fare un paio di tentativi prima di arrivare alla soluzione esatta, ovvero 84. Scrivendo la soluzione sbagliata non era riuscita a passare, bloccata da una specie di barriera invisibile che era comparsa proprio oltre l'albero a cui era stato appeso l’indovinello.

Marlene fece qualche passo, tenendo la bacchetta stretta in mano e guardandosi nervosamente intorno, chiedendosi cosa avrebbe dovuto affrontare per la seconda parte della Prova: dopo un test di intelligenza si aspettava di dover usare la bacchetta in qualche modo...  forse saprebbe spuntata una qualche creatura schifosa da dietro un ceppo o un cespuglio?

Marlene respiro profondamente, continuando a seguire la sottile linea rossa tracciata sul terriccio mentre un mucchio di pensieri le affollavano la mente: per un qualche strano motivo, le sembrava quasi di sentire una risatina beffarda echeggiare tra gli alberi. Forse la Prova le stava dando alla testa, magari si stava preoccupando un po’ troppo...

O forse c'era effettivamente una creatura dietro l'angolo che stava sghignazzando alle sue spalle?

Quella situazione non le piaceva nemmeno un po’... odiava quel genere di cose, si sentiva orribilmente vulnerabile, come se avesse un milione di mirini puntati addosso. 

La risata, tremendamente acuta e fastidiosa, echeggiò nuovamente nelle orecchie di Marlene, che si fermò di botto: non poteva immaginarsi le cose a tal punto... o stava diventando matta o non era sola.

La Grifondoro fece un mezzo giro su se stessa, guardandosi intorno mentre cercava la fonte di quell’irritante risatina: era difficile capire da dove provenisse, risuonava come se provenisse da ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo.


“Emh... ehilà?” 

Marlene inarcò un sopracciglio, parlando in tono speranzoso senza però ottenere una risposta vera e propria. Sentì di nuovo ridere, questa volta molto più vicino a lei.

“Mi fa piacere risultare divertente, mi capita spesso... che ne dici di farti vedere, così ci facciamo quattro risate insieme?” 


Il silenzio caló nella piccola radura per qualche istante, mentre tutti i sensi di Marlene erano in allerta come di rado le era capitato in passato. 
Un debole fruscio la fece sobbalzare, voltandosi di scatto prima di sgranare gli occhi:


“Che cosa sei, un nano? O forse uno gnomo...” 


Davanti a lei c'era una creatura alta circa la metà di lei, che la fulminò con lo sguardo come se si fosse realmente offesa dalle sue parole: Marlene osservò quella specie di piccolo uomo dal viso affilato, chiedendosi che accidenti fosse.  Dopo qualche istante una lampadina le si accese nella testa, portandola a guardare il suo nuovo “incontro” con orrore: la risata... ecco perché aveva sentito ridere, era il loro tratto distintivo. 
Ricordava appena la lezione di Cura delle Creature Magiche dedicata a quelle creature che stando a quanto aveva sentito, vivevano solo nel Nord Europa... che accidenti ci faceva in America?

Tuttavia la Grifondoro non si fermò troppo a riflettere, puntando la bacchetta sull’Erkling con determinazione:

“Stupeficium! Scusa, ma non ho intenzione di farmi mangiare da un Erkling, ho altri programmi per oggi!” 

Il lampo di luce rossa sfiorò di pochi centimetri lo gnomo mentre Marlene indietreggiava, guardandolo con una smorfia di puro disgusto dipinta in volto: la sola idea di avere davanti una creatura che si cibava di bambini le faceva venire voglia di vomitare. La paura scomparve all’improvviso, cedendo il posto al solo desiderio di liberarsi di quel mostriciattolo in fretta.

L’Erkling borbottò qualcosa che suonò come – stupida ragazzina – prima che le si lanciasse contro con una velocità sorprendete per avere gambe tanto tozze e corte, mentre Len se la dava a gambe senza tante cerimonie, cercando al contempo di Schiantarlo. 

“Non osare avvicinarti, tornatene da dove sei venuto... cosa sei, crucco?” 

Non ricordava bene la lezione sugli Erkling, ma il suo accento era decisamente tedesco... mentre cercava di Schiantarlo per toglierlo di mezzo si chiese perché accidenti si fosse messa a parlare seriamente con uno gnomo-mangia bambini. Doveva essere veramente disperata...


                                                                              *


Correva, come non ricordava di non aver mai fatto in vita sua. 
Era rimasto paralizzato per un attimo quando, poco prima, si era imbattuto in un ripugnante omino con una falce in mano e un cappello scarlatto... non ci aveva messo più di un secondo per riconoscere il Berretto Rosso, iniziando subito a maledire chi aveva organizzato quella Prova: li volevano forse tutti morti? Oppure c'era lo zampino della Holland? 

Ci aveva messo un po’ a liberarsene, riuscendo a Schiantarlo senza farsi ammazzare da quell’orrenda creatura. In effetti, mente correva tra gli alberi seguendo il filo blu, si chiedeva come avessero fatto arrivare un berretto Rosso ad ilvermorny... se non ricordava male era originario della Gran Bretagna.

A quanto pare i Presidi avevano preso realmente sul serio la faccenda dell’acculturazione che caratterizzava da sempre il Torneo Tremaghi, inserendo nella Prova elementi di culture differenti. 

Jake si fermò per riprendere fiato, pregando mentalmente affinché non comparisse qualche altra creatura assetata di sangue da dietro il tronco di un albero. 

Il Tuonoalato si guardò intorno, chiedendosi che cosa avrebbe dovuto affrontare ancora... non ci aveva messo molto a superare l’indovinello, ma probabilmente aveva perso abbastanza tempo nel togliersi dai piedi il Berretto Rosso che aveva tentato molto gentilmente di farlo fuori con la sua falce.

Facendo qualche passo avanti Jake non allentò neanche per un istante la presa sulla bacchetta, avvicinandosi con lieve scetticismo allo stagno che, ci avrebbe giurato, fino a pochi secondi prima non c'era.



Il Tuonoalato si avvicinò al margine certo che dentro ci avrebbe trovato come minimo un Avvicino... ma Jake si sbagliava e la sua mascella sfiorò il suolo ricoperto di terriccio quando si ritrovò davanti ad una delle poche cose che davvero lo terrorizzava. 


Si, qui c'è di mezzo la Holland per forza


Insomma, nessun altro poteva volergli tanto male da infilare delle meduse nel bel mezzo della Prova, no? 


Jake piegò le labbra in una smorfia, alzando lo sguardo per guardarsi intorno nella speranza che ci fosse un qualche modo per raggirare lo stagno senza doverlo attraversare, ma ovviamente restò a bocca asciutta.

“Fantastico... prima un Berretto Rosso che cerca di uccidermi e poi delle meduse, non oso pensare a cosa dovrò fare dopo questa...” 


Il ragazzo abbassò di nuovo lo sguardo sulle due meduse che si spostavano lentamente e in modo molto poco rassicurante nell’acqua inverosimilmente limpida per trovarsi nel bosco. 

Probabilmente in un’altra situazione qualsiasi avrebbe fatto dietro-front e si sarebbe dileguato, ma trattandosi della Prova non poteva e nemmeno voleva farlo... probabilmente era arrivato il momento di affrontare una paura che si portava appresso ormai da anni.

Jake studiò lo stagno, cercando di calcolare il numero di falcate con cui avrebbe potuto attraversarlo... fortunatamente non era molto largo, non ci avrebbe messo più di due falcate facendo in fretta. 

Non moriva dalla voglia di farsi pungere un'altra volta, ma non aveva molto tempo da perdere in riflessioni e sapeva di doversi dare una mossa, se voleva arrivare in fretta alla Coppa.

Dopo aver respirato profondamente Jake abbassò di nuovo lo sguardo sull’acqua, una smorfia dipinta in volto mentre metteva un piede nell’acqua gelida che gli arrivava quasi al ginocchio.  

Giurando a se stesse che se fosse rimasto urticanti l'avrebbe fatta pagare alla Stevenson Jake fece un passo avanti e poi un altro ancora, zigzando con una velocità che lo sorprese tra le meduse.

Forse era vero quando dicevano che la paura fa diventare tutti molto più veloci rispetto al normale.


                                                                                  *


“Stai pensando a Markus, vero?”    Il bisbiglio riscosse Alek, che si voltò verso Marlena e annuí:

“Si... vorrei poter assistere alla Prova, chissà che cosa stanno facendo adesso.”

“Immagino che lo sapremo solo quando tutti sarà finito... Con ogni probabilità la Prova sta avendo luogo fuori dal castello, Markus e gli altri dovevamo aspettare i Presidi fuori dall’Ingresso.”


Marlena si voltò, posando lo sguardo sulla finestra accanto a lei, nell’aula di Storia della Magia. Era strano essere a lezione pensando al suo migliore amico nel bel mezzo di una Prova, ci aveva provato ma quel giorno proprio non riusciva a concentrarsi neanche un po’, esattamente come Alek. 


“Magari li hanno portati nel bosco o da qualche altra parte... spero davvero che Markus vinca, è da un bel po’ che Durmstrang non detiene la Coppa.” 

“Credo da cinque edizioni, in effetti. Non sarebbe male se il nostro biondino vincesse... anche se poi dovrebbe spiegare a sua madre dove ha preso mille galeoni. Non le ha ancora detto che è il Campione di Durmstrang?” 

“No... e credo che a Dafne verrà un colpo quando lo saprà solo una volta concluso il Torneo... probabilmente lo prenderà per le orecchie per non averla avvertita per tempo.” 


Un sorrisetto fece capolino sul volto di Alek mentre si immaginava chiaramente la scena nella sua testa... e di certo quando quel momento sarebbe arrivato lui sarebbe stato presente, intento a sghignazzare allegramente.

“Non avrebbe tutti i torti... chissà che cosa ci farebbe con quei soldi.”    Marlena inarcò un sopracciglio, parlando in tono pensieroso mentre si chiedeva come avrebbe speso lei una somma del genere... probabilmente ne avrebbe data ben più di metà alla sua famiglia.

Alek sorrise, esitando per un attimo prima di fare spallucce:

“Non saprei... glielo chiederai quando lo vedremo, de avrà vinto.” 

“A chi pensi di darla a bare Yavor, non dirmi che in tutte quelle ore passate a civettare non avete mai parlato di questo...” 

Marlena sbuffò, scoccando al ragazzo un’occhiata eloquente che fece allargare il suo sorriso:

“Forse... ma non te lo dico comunque Lena, rassegnati. E ora stai attenta alla lezione, chiacchierona!” 

“Guarda che neanche tu stai prendendo appunti, mi pare!” 


                                                                                  *


Markus si sfiorò la spalla, sbuffando debolmente alla vista del taglio sulla camicia bianca ormai insanguinata sulla parte superiore del braccio sinistro. Nel bel mezzo della Prova si era tagliato la spalla non a causa del Berretto Rosso che aveva dovuto affrontare poco prima, ma a causa di un dannatissimo stormo di gufi che praticamente l'aveva inseguito senza motivo per un miglio. 

In effetti Markus si era chiesto come facessero ad essere così attivi s quell'ora del giorno, senza contare che il gufo non viveva certo in branchi... ma probabilmente c'era lo zampino dei Presidi che in qualche modo avevano scoperto il disgusto che provava da sempre verso i rapaci, anche se nemmeno lui era mai riuscito a spiegarsene appieno il motivo. 

“Dannati uccellacci...”. Già immaginava le risate di Alek quando, al vedere la ferita, gli avrebbe chiesto come se l'era procurata e lui avrebbe risposto che uno stupido gufo impazzito gli aveva assestato un’artigliata bella e buona. 

Che modo idiota di farsi male

Markus continuò a camminare, guardandosi intorno con lieve apprensione e temendo di incontrare altri gufi assetati di sangue. 

Aveva dovuto rispondere ad un indovinello, affrontare una creatura Magica e poi sfuggire ad una delle cose che più lo terrorizzava... che cos’altro poteva mancare per concludere in bellezza quel grazioso quadretto?

Il ragazzo stava continuando a seguire il percorso, segnato per terra con una specie di filo rosso luminoso. In effetti gli ricordava una storia che suo padre gli raccontava quando era piccolo e gli chiedeva qualcosa di diverso dalle “solite favole”...   

Anche se non la sentiva da molto tempo era impressa chiaramente nella sua testa e per un attimo si chiese se per caso non avrebbe incontrato un qualche mostro, esattamente come nel mito. 

Sii serio Markus, non esiste di certo il Minotauro...


Quando però, pochi attimi dopo, cominciò a sentire un freddo gelido arrivargli fino ai polmoni Markus Bauer realizzò che il Minotauro era una leggenda... ma nel mondo Magico c'erano mostri anche peggiori dell’ibrido più famoso della mitologia. 


                                                                             *


Continuava a ripetersi che non poteva essere, che non l'avrebbero mai permesso... infondo erano pur sempre degli studenti, non potevano essersi spinti a tanto.

O forse sì? 

Marlene deglutì a fatica, quasi immobilizzata momentaneamente mentre stringeva convulsamente la bacchetta in mano, guardandosi intorno con attenzione. 

Non aveva mai provato una sensazione simile, ma ne aveva sentito parlare molte volte e la descrizione combaciava perfettamente con ciò che stava provando in quel preciso momento: nella sua testa non facevano altro che succedersi i peggiori ricordi che aveva mentre un freddo molto diverso da quello a cui era abituata s’insinuava fin sotto la pelle facendole quasi tremare le ossa. 

Non è possibile, non possono averlo fatto 


E anche se continuava a ripeterselo, ormai non ci credeva più neanche lei. 
Respirò profondamente, chiudendo gli occhi mentre frugava velocemente nella sua memoria, cercando di scacciare al contempo i pensieri negativi che le stavano affollando la testa... era difficile concentrarsi su qualcosa di bello mentre una specie di tristezza senza motivo s’insinuava dentro di lei, ma sapeva di potercela fare, doveva farcela. 


Rivide, per un attimo, tutti i viaggi sull’Espresso per Hogwarts in compagnia dei suoi amici e tutte le volte in cui era inciampata da qualche parte a causa della sua goffaggine, trovando però sempre Lucas davanti a lei che, sorridendole, l’aiutava a rialzarsi senza astenersi dal ridacchiare, sostenendo che poteva cadere quante volte voleva, tanto lui l'avrebbe sempre aiutata a tirarsi su. 


“Expecto Patronum.” 


Marlene riaprì gli occhi, guardando per la prima volta dopo mesi la solita tartaruga balzare fuori dalla punta della bacchetta, muovendosi nell’aria con movimenti lenti ma fluidi. 

Sorrise istintivamente, tenendo gli occhi sul Patronus che le galleggiava accanto, riprendendo a camminare mentre una sensazione di calore si diffondeva velocemente dentro di lei: non era sicura che ci fossero davvero dei Dissennatori dietro l'angolo, ma era sempre meglio essere previdenti... e dopo l’Erkling non era tanto sicura che i Giudici tenessero alla loro vita.


                                                                         *


Erano pazzi, dovevano esserlo per forza. 
Come si erano sognati di mettere un Dissennatore in mezzo alla Prova? 

Jake guardò la sua pantera trotterellare davanti a lui con cipiglio torvo, ormai sicuro che la Stevenson volesse attentare alla sua vita. 

Sperava solo che, dopo aver evocato un Patronus, non ci fossero altre dolci sorprese ad attenderlo dietro l'angolo... non sapeva quanto tempo fosse passato dall'inizio della Prova, ma per lui quello che aveva affrontato bastava e avanzava. 

Il Tuonoalato continuò a camminare dietro al felino luminoso, seguendo il percorso tracciato dal sottile e magico filo blu che avrebbe dovuto condurlo fino al centro del bosco e quindi alla Coppa, dove almeno in teoria i Giudici li avrebbero aspettati. 

Dopo qualche minuto di cammino dove non incappò in nessun ostacolo Jake iniziò a sentire un rumore familiare, quello di passi sul terreno e foglie secche. 

Fantastico. Ora spunterà Jack lo Squartatore da dietro quella betulla, suppongo. 


Per un attimo il ragazzo pensò davvero che i passi che sentiva avessero davvero a che fare con la Prova... solo dopo un attimo realizzò che non stavano procedendo nella sua direzione, bensì parallelamente a lui: con gran probabilità, era vicino a Marlene o a Markus. 

A giudicare dal bagliore argenteo che scorse attraverso gli alberi non era stato l'unico ad avere il sentore di trovarsi nei paraggi di un Dissennatore... quindi i passi che sentiva appena erano per forza di uno dei suoi avversari. 


Quasi senza rendersene conto Jake iniziò a correre e fu quasi certo che la persona oltre gli alberi fece lo stesso nel sentire dei passi affrettarsi parecchio.
Sconcentrandosi il Tuonoalato vide la sua pantera dissolversi velocemente così come era apparsa, ma non ci badò molto e filò dritto per la sua strada, correndo più veloce che poteva zigzando tra gli alberi e cercando di non inciampare in qualche radice o cespuglio: non aveva alcuna intenzione di farsi soffiare la vittoria, non quando era arrivato tanto vicino al traguardo tanto da poter scorgere il lieve bagliore che la Coppa Tremaghi emanava. 











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Angolo Autrice:


Salve!  *si china per evitare il coltello che le hanno lanciato contro*
Ehm... sì, lo so, mi detestate a morte e volete mettermi in una gabbia insieme ad un Berretto Rosso, così ci penserà lui a farmi fuori.

Scusate, ci ho messo più del solito ad aggiornare e per di più non vi ho nemmeno rivelato chi ha vinto il Torneo... Mi spiace, ma questo capitolo ha faticato un po’ ad uscire dalla mia testa e in più ho avuto una settimana davvero piena... prometto che per il prossimo non vi farò aspettare una settimana, mercoledì lo pubblicherò u.u lo scriverei anche prima, ma devo aggiornare anche le altre storie altrimenti mi accuseranno di fare favoritismi... 

Quanto a chi ha vinto... temo che dovrete aspettare ancora qualche giorno per sapere il nome del vincitore, intanto vi ringrazio per i voti! 

Detto ciò vi saluto, ci sentiamo mercoledì con il penultimo capitolo... ciaoo :D 


Signorina Granger 






 
   
 
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