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Autore: Mary_loveloveManga    09/05/2009    8 recensioni
Allora signori e signore. Eccomi nuovamente qui, con un'altra fan fiction. Qui Kagome è un tantino diversa dal solito. In che senso? Leggete. Questa storia è dedicata a Giuly_chan che spero avrà il piacere di leggerla! Comunque, ripeto, Kagome è diversa. L'amore per InuYasha nascerà comunque? E, soprattutto, lui ricambierà? Ecco un piccolo spoiler!
[...]
Lei uccideva: uccideva solamente chi faceva del male.
Quindi salvava: salvava chi come lei aveva subito un torto.
[...]
Tutti ora sapevano di lei.
Tutti la rispettavano.
Tutti avevano paura.
Tutti gioiavano al suo arrivo,
fino a che anche il loro momento non sarebbe arrivato.
[...]
CONTIENE I RINGRAZIAMENTI DELL'ULTIMO CAPITOLO DI: "TUTTO SI PUò DIMENTICARE... TRANNE L'AMORE VERO..." LEGGETE E COMMENTATE IN TANTI!!!
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Non mi uccidete! So che è da tantissimo che non aggiorno e mi dispiace! Ma ho avuto dei problemi, mille cose da fare e l’ispirazione non aveva intenzione di tornare. In realtà è da un po’ che questo capitolo è pronto, ma non ero sicura di postarlo, non sapendo quando il seguente sarebbe potuto essere scritto. Penso che l’ispirazione stia tornando, però, quindi ho deciso di non farvi aspettare oltre.

Questo è un capitolo di transizione ma, credo già nel prossimo, succederanno cose interessanti e forse ci saranno degli sviluppi fra i due protagonisti. So che li aspettate, ma la storia è complicata e loro non possono cadere subito l’uno fra le braccia dell’altra. Sono felicissima che comunque ci siano commenti e la storia vi piaccia!

Mi scuso ancora per il ritardo e spero di riuscire ad essere più veloce, la prossima volta.

Ed ora i ringraziamenti:

 

Achaori:  Ciaoooo!! Sono felice di vedere un altro tuo commento! Già, la sorella non fa parte del manga. Un po’ perché desideravo creare la sorpresa, un po’ perché non riuscivo a trovare un personaggio con le caratteristiche adatte. Per cui… ho lasciato volare l’immaginazione ed ecco il risultato! Con Naraku… beh, se ti svelassi questo, ti rovinerei l’intera sorpresa! E non mi va! Perdonami! Kikyo… beh, potrebbe essere lei, come potrebbe non esserlo… chi lo sa! Un bacione e al prossimo capitolo!

 

Rita14:  Ciaoo! Non devi chiedere scusa proprio a nessuno! Sei impazzita?! Scusa tu se sono stata in qualche modo maleducata, ma evidentemente mi sono espressa male! I gusti sono gusti, per carità! Chi sono io per farti piacere qualcosa? Mi vorrei prendere a pizze, guarda. Scusa davvero se mi sono spiegata male! Volevo solo dirti che, comunque, Kagura non sarà un personaggio cattivo, proprio perché a me piace come personaggio. Sarà strano, certo, ma i suoi comportamenti sono giustificati! Comunque sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e che anche tutta la storia continui a piacerti! Grazie ancora per i complimenti! Un bacione e al prossimo capitolo!

 

Monik:  Ciao Caraaaaa!! Scusa se non mi sono più connessa ma, davvero, non ho più un secondo libero! Infatti guarda in che tempi aggiorno! Mi vergogno di me stessa per questi enormi ritardi… Sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto così tanto! Io mi sono emozionata a leggere il tuo commento! Lui sadico, lei con un destino orribile… chissà che potrebbe succedere! Io lo so solo per metà… devo ancora elaborare un po’ di cose… sai, vado un po’ a rilento! Grazie per i complimenti e spero che anche questo capitolo di piacerà! Ti voglio un mondo di bene e non vedo l’ora di tornare a chattare con te! Ciao, ciao e al prossimo aggiornamento!

 

Inukag4ever:  Ciao! Che felicità trovarti anche qui come nuova lettrice! Mi riempie di gioia! Grazie per i complimenti! Sono contenta di ricevere pareri positivi sulla storia e sì, concordo con te, se la sorella di Kagome fosse stata un personaggio del manga sarebbe stato già programmato ed io avevo bisogno di un carattere diverso! Tra InuYasha e Kagome ci saranno degli sviluppi ma, essendo complicata la situazione, saranno complicati anche quelli! Del tipo “ci piace complicarci la vita”! Scusa per il ritardo dell’aggiornamento e spero che anche questo nuovo capitolo ti piacerà! Un bacione!

 

Callistas:  Oddei… SCHIZZO-CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!! Ma come mi manchi! Basta, ti devo sentireeee!!! Con questi tuoi commenti stra-kilometrici mi fai sentire moltissimo la tua mancanza! Ma che ti rispondo? Che ti rispondo? Che ti rispondo? Io vorrei dirti tutto, ma rovinerei la sorpresa! E questa storia è tutto un misto di sorprese! Kagome è molto instabile e lei stessa non sa fino a quando la sua precarietà mentale potrà durare, Kagura è giustificata, poi si scopriranno tutti i rapporti che ha con la famiglia di Kaggy, Kikyo… forse non sarà così bastarda come sembra… InuYasha cerca di scoprire tutto per aiutarla, in un certo senso, ma lo fa nel modo sbagliato. Naraku parlava con chi? Sesshomaru cosa c’entra? Mi spiace, Bedda-chan, ma non posso proprio dirtelo! Spero di rivederti al prossimo capitolo! Cercherò di aggiornane prima e di connettermi su msn! Voglio vedere presto un’altra tua storia in rete! Un mondo di bestione, mamma!

 

Giuly_chan:  LOVEEEEEE! Ho dovuto aspettare un’eternità per il tuo commento, ma finalmente ce l’hai fatta! È proprio vero che con te ci vuole pazienza… COMUNQUE! Haru… Haru… Haru… a me sta tanto simpatico quel piccolo esserino che sta sempre fra le scatole! Mi ricorda tanto Jaken! [anche perché è ispirato a lui…] Perché a te sta così antipatico? Cattiva! Però te l’ho già detto: non ti svelerò con chi parla Naraku! Accontentati degli altri piccoli spoiler! InuYasha cerca di scoprire tutto per aiutarla, in fondo… certo, però, lo fa nel modo sbagliato! Ma è proprio da lui, no? Spero che anche questo capitolo di piaccia! Un bacione! La tua Love-chan!

 

Ora che credo di aver ringraziato tutti, vorrei ringraziare anche chi legge solamente, chi ha inserito la storia fra preferiti e chi l’ha inserita fra seguite! Grazie mille e se volete farvi sentire con qualche commento, fate pure! Non mi dispiacerebbe affatto!

Adesso vi lascio al capitolo! Un bacione! Mary-chan!

LEGGETE E COMMENTATE IN TANTI!

 

 

 

 

 

 

Dolore. – Richieste.

 

 

 

 

 

Dolore.

Le parole si spegnevano prima di uscire dalle sue labbra.

Il respiro era irregolare.

Le mani tremavano visibilmente.

Le labbra erano quasi blu, come la vecchia felpa che indossava.

La morte lo stava avvolgendo.

Aveva sempre desiderato porre fine alla sua vita in un altro modo: durante la notte. Senza sofferenza, senza tutti i peccati commessi che ti tornano in mente, senza vedere i volti delle persone care che hai tradito, che sai non potrai mai dimenticare. Morire senza la consapevolezza di perdere tutte le cose belle che hai sempre dato per scontato. Invece stava provando solamente dolore. Stava morendo, e neanche la sua morte lo soddisfaceva. In fondo era un ladro e i ladri vogliono sempre di più, sempre di più. Non era mai soddisfatto; mai. Era per questo che stava perdendo la vita. La sua preziosa vita. Già… preziosa. Preziosa, sì, ma per chi, oltre che per lui? Forse era meglio così, forse era meglio che tornare a casa da sua moglie che sapeva tutto, ma stava zitta. Forse così le avrebbe regalato un vita migliore, solo perdendo la sua. Ne sarebbe stato capace? Sarebbe stato capace di convincersene fino all’ultimo secondo che gli rimaneva? No.

Le mani, apparentemente delicate, ma dotate di quei lunghi artigli che avrebbero spaventato chiunque, si strinsero ancora intorno al suo collo che, per quanto robusto fosse, stava cedendo sotto quella morsa letale.

“P-perché?” riuscì a sussurrare l’uomo.

“Perché le persone come te, devono perire.”

“Ah… è giusto. Anche tu, allora…” pronunciare poche parole gli veniva difficile, ma voleva parlare con il suo assassino. Almeno sarebbe morto in compagnia.

“Certo. Anch’io un giorno farò la tua fine, ma questo non cambia il fatto che stai per morire.”

“Dimmi… dimmi che non andrò all’inferno, ti prego…”

“Secondo Dante, i ladri finiscono all’inferno. Stanno tra i serpenti che li mordono, trasformandoli a loro volta in serpenti. A te questa pena non verrà scontata.”

“I violenti contro il prossimo finiranno… ah… finiranno immersi nel sangue bollente e colpiti con frecce dai Centauri…”

“No. Io finirò immersa nel ghiaccio.”

“I traditori… perché…*”  le ultime parole che la voce grave della vittima riuscì a pronunciare. L’uomo cadde in terra, senza vita. Morto senza esser stato confortato. Ma gli era solamente stata rivelata la verità.

Ombra si alzò in piedi e si osservò le mani. Non erano macchiate di sangue, ma lei lo vedeva lì. Il colore scarlatto e l’odore di una sfumatura dolce, erano presenti in quel vicolo, erano visibili sulle sue mani. Scosse la testa, controllando nuovamente gli arti; niente. Se l’era solamente immaginato, anche se le sembrava così reale.

Cominciò a correre verso la base, ripensando alla notte prima.

 

 

Flash back

 

Il corpo di un uomo, a cui aveva appena tolto la vita, giaceva in terra, inerme. Un rivolo di sangue usciva dalle sue labbra, che ormai avevano perso la colorazione naturale, diventando di uno strano colore azzurro.

Un odore familiare dietro di lei la portò a girarsi, scoprendo la figura di Naraku, che l’aveva osservata per tutto il tempo. Per alcuni minuti non parlarono: ognuno osservava con sguardo sufficiente l’altro, aspettando una parola. Il primo a cedere fu il demone, scoppiando in un attacco di ilarità. Lei lo osservava ridere, non emettendo alcun suono. Quell’uomo non le piaceva e, se non fosse stata costretta ad accettare quell’incarico, non avrebbe mai avuto a che fare con uno come lui. Anche se le doleva ammetterlo, la sua presenza la metteva in soggezione e questo non le andava giù.

“Dimmi, allora. Come procede?” riuscì a domandarle, quando ebbe finito di ridere senza motivo.

Le si avvicinò, accarezzandole i capelli corvini. Kagome non si scansò: un passo falso avrebbe potuto mandare a monte l’intera operazione ed era una cosa che le sarebbe costata cara. Lo sapeva bene. “Mi stanno affidando degli incarichi per testare la mia fiducia. Degli omicidi, niente di speciale. Per ora non so molto. È troppo presto.” rispose, sentendo la mano fredda dello youkai posarsi sul suo collo bianco, accarezzandolo.

“Sai chi potrebbe essere a capo dell’operazione?” chiese nuovamente, guardandola negli occhi.

“Un certo InuYasha. È lui che si sta occupando di me.”

“InuYasha… bene, bene. Vedremo se sarà cresciuto, il novellino.” sghignazzò, portando la mano sulle labbra di lei, rosse come il sangue, e passando un dito sul contorno della bocca. “Fai bene il tuo lavoro, Ombra. Verrai ripagata bene, lo sai.” Avvicinò il suo viso a quello di lei e le soffiò le parole sul volto, prima di andarsene, lasciandola sola.

Il piano sembrava stesse procedendo senza problemi. Appena avesse avuto delle notizie interessanti da riferire al mezzo demone, avrebbe lasciato l’incarico, concludendo anche quello con Naraku, e ripreso la sua vita. Vita. La sua sicuramente non si poteva chiamare così.

 

 

Fine flash back

 

 

Quella notte, come previsto, non si era presentato. Si sentiva un po’ meglio, sapendo di non dover affrontare quegli occhi rossi, puntati contro di lei, come avrebbe dovuto affrontare, entro poco, quelli dorati dell’hanyou. Voleva sapere di più. Voleva chiarimenti. E li voleva subito.

 

 

 

L’operazione procedeva bene. Presto Ombra avrebbe scoperto notizie interessanti da rivelargli e loro avrebbero avuto in pugno Naraku, distruggendo lui e la sua agenzia. La guerra non era ancora ufficialmente aperta, ma sapeva bene che presto sarebbe iniziata. O forse, in fondo, lo era già. Era tutto un gioco d’astuzia: avrebbe vinto chi sarebbe stato più furbo. Questione di clienti, di agenzie, di territorio. Il corpo a corpo, era sicuro, non ci sarebbe stato.

Troppo rischioso, pensò. Siamo tanti, sarebbe ridicolo.

Purtroppo non poteva esserne del tutto certo. Non poteva prevedere con troppa precisione il piano del loro avversario, ma sperava in bene. Per quanto quel “bene” suonasse stonato, con un’imminente guerra da combattere.

Nel frattempo cercavano di tenersi stretti i clienti, soprattutto quelli più importanti, proteggevano il territorio, si tenevano in contatto con altre agenzie “amiche” da cui, volendo, avrebbero potuto ricavarne alleati. Stavano dando il tutto per tutto, per la riuscita del piano. Naraku sarebbe stato eliminato e nessuno avrebbe più intralciato il loro lavoro.

Poi c’era lei.

Lei, lei, lei.

Quanto lo attirava? Quanto bramava quelle labbra, ogni momento? Quanto sapeva che fosse sbagliato – e rischioso – quel sentimento?

Ne era consapevole. Lo sapeva. Eppure il solo respirare l’aria che respirava lei lo mandava in pura estasi. Era impossibile, era complicato. Lui non sapeva quasi nulla di lei e di ciò che l’affliggeva. E poi… lei era libera. Non sarebbe rimasta in quell’agenzia. Non avrebbe abbandonato così il suo lavoro, non avrebbe accantonato il dolore in un angolo, per rimanere lì. Non l’avrebbe mai fatto. Quando le ordinava qualcosa, vedeva la scintilla di rabbia nei suoi occhi color cioccolato. Così dolci… e così spietati.

Non era amore, di questo ne era certo. Non la conosceva, o almeno non tanto, non sapeva nulla di lei e di quello che provasse. Lo attirava, lo attirava come una calamita. Era peggio di una droga. Doveva resistere per non starle vicino, per non baciarla, per non abbracciarla ogni qual volta vedesse nei suoi occhi dolore, rabbia, malinconia, senso di colpa. Sempre, perciò. Le sembrava bellissima, particolare. In lei non vedeva il mostro che vedevano tutti, vedeva una creatura sublime, perfetta, unica. La pelle bianca e diafana, i capelli corvini, morbidi al tocco, le labbra rosse, il nasino piccolo e leggermente all’insù, gli occhi grandi e color cioccolato fuso, il corpo minuto, con le forme al posto giusto; gli davano l’aria di un piccolo peluche – bellissimo – da stringere quando si ha bisogno di conforto, di calore.

E lo attirava anche quando si trasformava in una macchina di morte: la sua sensualità, i suoi movimenti, le zanne, gli artigli, anche il solo essere lei, lo attraeva da impazzire. E, veramente, aveva paura di impazzire, presto o tardi.

Qualcuno bussò flebilmente alla porta del suo ufficio. Pochi secondi dopo una testa bionda sbucò dall’uscio.

“Signor Taisho, la signorina Kagome le chiede di riceverla. Dice che è una cosa importante. Posso farla entrare?” domandò con voce dolce, osservandolo in cerca di una risposta, che le fu data con un cenno del capo da parte del mezzo demone.

La segretaria sparì, richiudendo la porta alle sue spalle, che poco dopo venne nuovamente spalancata dalla hanyou, venuta per parlargli.

La vide sedersi silenziosamente sulla sedia posizionata davanti alla scrivania, mettere le mani sulla superficie levigata di essa e guardarlo negli occhi con fare autoritario.

“Voglio spiegazioni.” proferì solennemente, guardandolo fisso negli occhi dorati.

“Di che tipo?”

“Cosa intendi fare per incastrare Naraku, intendo.” Si passò una mano fra i capelli, già stufa di quella posizione. “Ho il diritto di saperlo, non credi?”

“Io ho il diritto di sapere cosa mi nascondi, non credi?” le rispose a tono, sporgendosi poco più avanti sulla sedia girevole.

“No, non credo. Il lavoro non c’entra nulla con gli affari personali.” esclamò, leggermente indignata. La irritava il fatto che l’uomo che l’aveva rapita volesse scoprire il suo passato. Non era affar suo. Nessuno sapeva nulla e nessuno aveva il diritto, di sapere nulla. Perché con lui doveva essere diverso?

“No, se gli affari personali vanno poi ad influire nel risultato operativo.”

“Non capisco di cosa tu stia parlando. I miei affari personali non influiscono proprio su nulla.”

“Ah, no? Bene, allora, spero non ti dispiacerà non sapere come ho in mente di incastrare Naraku.” Sorrise sghembo, intrecciando le dita sulla scrivania.

“Ti stai comportando da bambino opportunista! Ho il diritto di sapere tutto!” ringhiò, frustrata. In quel momento desiderava mettergli le mani addosso e ucciderlo una volta per tutte. Iniziava a perdere il controllo e questo non andava affatto bene.

“Mi dispiace, ma non ho intenzione di dirti niente, fino a che non mi svelerai il tuo segreto, Ombra. O forse il segreto è di Kagome? Chi lo sa…”

“Bastardo…”

InuYasha prese in mano la cornetta del telefono fisso, a pochi centimetri da lui, e compose il numero della segreteria. “Makoto? Sì, puoi far uscire la… signorina Kagome. Grazie.” Agganciò, prima di tornare a guardarla. Era rimasta impassibile e furente in volto. “Sei ancora in tempo per raccontarmi tutto, se vuoi.” le disse, sorridendo.

“Neanche se fosse l’ultima cosa che faccio, InuYasha.” Si alzò dalla sedia dirigendosi verso la porta, dove la testa bionda di prima era spuntata di nuovo e la stava aspettando.

“Bene, Kagome. Se dovessi cambiare idea, sai dove trovarmi.”

La porta si chiuse emettendo un forte rumore, a causa dello sbattere della mezzo demone, che cercava di sbollire la rabbia accumulata in pochi minuti. Quel ragazzo la faceva dannare e lo odiava profondamente. In pochi attimi le aveva rovinato una vita già incline allo sprofondamento. Troppi ricordi che aveva fatto fatica ad eliminare stavano tornando a galla. Troppi volti famigliari e troppe notizie nuove. Non voleva, non voleva tornare nell’oblio. Preferiva che la sua vita sprofondasse, ma non voleva rivivere il suo passato. La sua mente avrebbe ceduto. Forse anche troppo presto…

 

 

 

Aveva deciso: le avrebbe parlato. Oramai era inutile far finta di niente e voleva arrivare fino in fondo alla questione.

Si era fatta spiegare dove fosse la camera di Kagura e ora stava percorrendo il corridoio a grandi falcate, respirando pesantemente. Era ancora infuriata con InuYasha e le sue manie di sapere tutto di tutti. Doveva calmarsi e, anche se era consapevole del fatto che quello non sarebbe stato il modo migliore per farlo, era decisa comunque ad andare dalla yasha. Doveva sapere di più. E doveva farlo in fretta. Oppure il suo passato sarebbe tornato nei suoi pensieri, forse anche più violentemente delle precedenti volte. E non poteva sopportarlo.

Oramai era decisa. Finito quel lavoro, sarebbe partita. Non sapeva dove, ma l’avrebbe fatto. Ci aveva già pensato tante volte, però non aveva mai avuto la forza di lasciare quel paese. Era la sua casa. Lì aveva vissuto tante cose, le uniche cose belle della sua vita perduta. Non riusciva ad abbandonarle. Forse solamente perché non riusciva a lasciare indietro il passato, i ricordi. E faceva dannatamente male. Rendersi conto di vivere dietro ad una vita non più tua, comandata da fili invisibili che ti costringono ad agire a suon di disperazione, di dolore, di pazzia. Il suo corpo non avrebbe retto ancora a lungo, come la sua mente.

Si ritrovò davanti alla camera della donna. La porta spalancata la sorprese leggermente e, non sapendo se entrare o meno, tentennò un po’ davanti all’entrata.

“Se hai paura di entrare, non dovevi presentarti, mostro.” La voce dura alle sue spalle la indusse a girare la testa di lato, ghignando. Kagome entrò sicura nell’appartamento, molto simile al suo, se non per i colori che tendevano al bordeaux, e si accomodò placidamente sul divano di pelle al centro del salotto, di una scura tinta di rosso. La guardò sorridendo e Kagura, ancora con lo sguardo duro, rimase in piedi di fronte a lei, squadrandola.

“Che cosa vuoi? Non mi sembra di averti mai invitato qui per un the, o sbaglio?” le chiese, continuando a guardarla.

“No. Ma mi è sembrato più che giusto che me lo offrissi, dopo avermi rotto la teiera. Non ti pare?” rispose la hanyou, sorridendo imperterrita.

La yasha, sempre dura in volto, si diresse nella piccola cucina, mettendo a bollire l’acqua per il the.

“Che cosa vuoi, veramente?” le domandò, continuando ad armeggiare con la teiera.

“Voglio parlare di lei. Voglio parlare di mia sorella.” proferì Kagome, improvvisamente seria.

“Perché?”

“Perché… perché ne ho bisogno. Perché devo dimenticarla.”

“Pensi che sapere di più ti aiuterebbe a dimenticare?”

“No. Ma la mia mente non ce la fa più. Devo sapere, prima di impazzire per sempre.”

Le due si guardarono negli occhi, consapevoli.

Le due sorelle erano uguali, per quanto fosse strano.

E ciò che era stato riservato per una, sarebbe stato riservato anche per la seconda.

E sarebbe stato irrimediabile e definitivo.

  
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