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Autore: Mary P_Stark    14/10/2016    1 recensioni
2024. Malcolm Hamilton e i suoi amici si apprestano a terminare i loro studi alla Columbia ma il giovane, Guardiano dello Spirito e Fulcro del Pentacolo di Potere della sua famiglia, sente che qualcosa non va, che qualcosa lo minaccia, pur se non direttamente. Niente e nessuno sembra riuscire a comprendere cosa stia curiosando attorno al giovane, neppure un'entità potente come la Fenice Araba, che si è presa personale carico di aiutare l'amico e Guardiano.
Cosa vi può essere che riesce a sfuggire agli occhi di un Dominatore dello Spirito? E sarà un'entità davvero malvagia, o solo incuriosita dal potere di Malcolm e della sua famiglia?
E' difficile scoprirlo, specialmente quando cuore e anima vanno in due direzioni diverse. Se il primo vorrebbe pensare agli occhi dolci di Eiko, la seconda è incuriosita da Rin, le due nuove amiche che Malcolm conosce all'università.
Riuscirà il ragazzo a non cacciarsi nei guai, o saranno i guai a trovare lui? - SPIN-OFF serie 'The Power of the Four' (è necessaria la previa lettura della saga, per comprenderne gli intrecci)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Power of the Four'
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12.
 
 
 
C’era del trambusto… o se lo stava soltanto immaginando?
 
Schiudendo debolmente le palpebre – pesanti a causa della stanchezza accumulata – Eiko sgranò gli occhi un attimo dopo quando, a sorpresa, si ritrovò fissata da due profondità di cielo azzurro e limpido.
 
L’attimo seguente, mettendo a fuoco ciò che le stava innanzi, la giovane scorse una ragazzina affascinante e dai lunghi capelli neri.
 
Dimostrava sui tredici, quattordici anni e aveva occhi davvero profondi e carismatici, dotati di una maturità insolita, soprattutto per un’adolescente.
 
Mettendosi seduta con estrema cautela, le sembrava di essere appena passata sotto uno schiacciasassi, Eiko si passò una mano tra la chioma in disordine e la ragazzina, sorridendo soddisfatta, disse: “Sì, sei proprio come ti ho vista nella Visione. Sei la ragazza di mio cugino, vero?”
 
Sbattendo più volte le palpebre, Eiko la fissò al colmo della confusione ma, prima ancora di poter dire qualcosa, una nuova arrivata fece il suo ingresso, … e non le parve affatto contenta.
 
Bianca di capelli pur se ancora giovane, la donna indossava un completo maglione e jeans su alti stivaletti di pelo scamosciato.
 
Brillanti occhi grigi, in tutto simili a quelli del padre di Malcolm – notò Eiko – fulminarono la ragazzina, mentre la sua voce elegante borbottava: “Selene Catherine Hamilton… cosa stai facendo, qui dentro? Ti mollo due secondi, e tu vai subito a disturbare le persone?”
 
Ripiegando le spalle con fare contrito, ben conscia di aver fatto qualcosa che, evidentemente, le era stato vietato, la ragazzina si volse a mezzo e mugugnò: “Ma mamma… non ho fatto nulla di male, dopotutto…”
 
“No? Ti sei solo limitata a svignartela, infilarti nella stanza di Eiko mentre dormiva e, immagino, fissarla con così tanta insistenza da farla svegliare” brontolò la donna, facendo reclinare colpevole il capo alla ragazzina.
 
A quanto pareva, aveva centrato ogni punto nella lista di marachelle portate avanti dalla figlia.
 
Eiko sorrise spiacente alla ragazzina – Selene – e, dopo essersi alzata da letto, mormorò: “Non è successo nulla, davvero. In fondo, dovevo svegliarmi.”
 
“Deve comunque imparare a non disturbare le persone” sottolineò la donna, tornando finalmente a sorridere. “Visto che sono qui, tanto vale che mi presenti. Sono Melody Hamilton-Snow, la madre di questa birbante.”
 
“Oh… sì, la moglie di Autumn. Ora la… ti riconosco” rise sommessamente Eiko, ricordandosi l’imperativo, in casa Hamilton, di dare del ‘tu’ a tutti.
 
Melody ghignò nel notarlo e, stringendole la mano, chiosò: “Chi ti ha inquadrata? Spring o Summer? Di solito è Spry che minaccia tutti, quando le dai del ‘lei’.”
 
Eiko si limitò a sorridere e Selene, intervenendo, lanciò un’occhiata speranzosa alla ragazza e domandò: “Non ti ho svegliata, vero?”
 
“Mi stavo svegliando da sola, tranquilla” la rassicurò Eiko, e Selene sorrise più tranquilla.
 
“Beh, visto che siamo tutte in piedi, converrà andare di là a fare colazione, prima di avviarsi verso l’aeroporto. Così, ti darò man forte nelle presentazioni. E’ arrivata un po’ di gente, nel frattempo” dichiarò Melody, prendendo sottobraccio Eiko.
 
Nell’uscire dalla stanza di Malcolm, il trio incontrò nel corridoio una ragazzina undicenne afroamericana che, nel sollevare i suoi occhietti vispi su di loro, motteggiò: “Te l’avevo detto, Selly, di non ficcare il naso.”
 
“Piantala, Cyn… ero curiosa. Dopotutto, sono una Veggente. Che dovrei fare? Non guardare? Sarebbe come dire a Bernard Shaw di non lanciare” brontolò la ragazzina interpellata, facendo ridere l’amica e cugina.
Melody si piegò verso Eiko e sussurrò: “E’ il suo giocatore di baseball preferito.”
 
“Oh” mormorò sorpresa quest’ultima, immaginandosi la splendida ragazzina in uno stadio per tifare la sua squadra del cuore.
 
Eiko le scrutò quindi piena di curiosità e Cynthia, allungando una mano, disse pimpante: “Cynthia Graham, sono la figlia di Summer e John.”
 
“Molto piacere” disse Eiko, stringendole la mano. Pur se non li aveva conosciuti di persona, aveva visto i loro volti nei ricordi di Malcolm, oltre che nelle foto del suo cellulare.
 
“Siamo in tanti, scusa… un’autentica tribù” sussurrò sorridente Melody, scortandola fino al salotto, dove era stato allestito una sorta di buffet per la colazione.
 
Tutti le salutarono e Autumn, facendosi avanti, disse: “Spero che mia figlia non sia stata troppo sfacciata. Ho preferito evitare di inseguirla come un mastino… ci stava già pensando Mel.”
 
“Nessun problema, davvero. E’ un piacere conoscerti, Autumn” esordì Eiko, stringendo la mano all’affascinante Hamilton.
 
“Il piacere è tutto mio, Eiko. Mal ti ha già spiegato esattamente cosa siamo? Con tutto il caos di queste ore, non ho controllato.”
 
“Ricordo i vostri Elementi, sì” assentì la giovane, mentre un alto uomo afroamericano le offriva una bibita alla frutta.
 
“Siamo un guazzabuglio piuttosto variegato” chiosò l’uomo, sorridendole pieno di comprensione. “Io sono John. Diversa cultura, poteri simili.”
 
Eiko strabuzzò gli occhi e l’uomo, scoppiando a ridere, le spiegò le sue origini creole e il suo ruolo come houngan, oltre che ai suoi poteri di stregone.
 
Sempre più sconcertata, la giovane quasi strillò di puro spavento quando una donna dalla folta e corta chioma rossa spalancò la porta di casa e si presentò con due vassoi colmi di pasticcini.
 
“Eccomi arrivata!” esclamò Summer, avanzando imperiosa su magnifiche scarpe dal tacco chilometrico. “Oh, bene, ti sei svegliata! Ciao, Eiko, io sono Summer!”
 
La sua carica sensuale eruttava da ogni poro ed Eiko, riconoscendola subito, sorrise suo malgrado – era così frastornata che, se fosse entrato l’Imperatore, non vi avrebbe fatto neppure caso – e disse: “Sì, non mi sarei sbagliata neppure tra mille persone.”
 
Summer sorrise maliziosa al nipote, che stava mangiucchiando un biscotto e, al tempo stesso, teneva d’occhio la sua scapestrata famiglia, e mormorò sorniona: “Oh… che foto le hai fatto vedere, mo chrói?”
 
“Solo le migliori, zia” sottolineò lui, svicolando poi tra i tanti parenti per raggiungere Eiko. “Tutto bene? Sanno essere un po’ disturbanti, se messi tutti assieme.”
 
“Va tutto bene. Sono un po’ stordita, ma passerà alla svelta” dichiarò lei, arrossendo quando lui le diede un bacio leggero su una guancia.
 
Gli adulti non vi fecero alcun caso, ma Sunshine, Selene e Shanna ghignarono spudoratamente.
 
Coryn e Cynthia, invece, fecero finta di niente, limitandosi ad arraffare i muffin al cioccolato dal tavolo del salotto.
 
Accettando da Malcolm un muffin alla crema, Eiko curiosò il viso ammaliante di Selene e, dopo un attimo, le domandò: “Hai detto di essere una Veggente. Cosa intendevi, esattamente?”
 
Vistasi interpellata, Selene smise immediatamente di sghignazzare, si fece seria e disse: “Contrariamente ai miei cugini, che diventeranno Guardiani, io non sono nata dai Dominatori, ma mi hanno adottato mamma e papà.”
 
Eiko assentì, già conoscendo la sua storia e la ragazza, con un sorriso a Melody e Autumn, proseguì dicendo: “A quanto pare, però, avevo qualcosa di speciale anch’io.”
 
“Ovviamente. Sei mia figlia” ghignò Autumn, dandole un buffetto sulla guancia.
 
Lei rise, chiaramente deliziata dall’affetto del padre, ma proseguì comunque nel racconto.
 
“Si è scoperto che avevo dei poteri come la zia Brigidh… oh, lei non c’è perché è in Australia per una mostra. Ci è parso assurdo chiamarla perché tornasse, quando è al sicuro laggiù…”
 
“Giustissimo” assentì Eiko.
 
“Comunque, a quanto pareva, potevo vedere tra le maglie del tempo e, quando la zia ha iniziato a insegnarmi come fare, ha visto che ero molto, mooolto potente” sorrise Selene, stringendo le mani dietro la schiena e dondolandosi soddisfatta sulle scarpette.
 
“Sbruffona” borbottò ironica Cynthia, guadagnandosi un pizzicotto leggero dalla madre.
 
Selene le fece la lingua e Cynthia, per tutta risposta, infilò gli indici ai lati della bocca per esporre un ghigno davvero assurdo, che fece ridere Eiko.
 
Quei bisticci allegri e genuini le fecero tornare in mente lei e Rin da ragazzine, quando il loro legame si stava formando, cementandosi in quello che sarebbe diventato un rapporto di sorellanza.
 
Fu in quel momento, quando la nostalgia stava per prendere il posto dell’allegria, che Malcolm le avvolte le spalle e le sussurrò: “Stai bene? Pensi a Rin?”
 
Lei assentì e, nel poggiare il capo contro la sua spalla, mormorò: “Eravamo così, io e lei. C’era questo, tra di noi, e ora…”
 
Scusandosi con i parenti, Mal accompagnò Eiko sul terrazzo perché potesse piangere in privato l’amica e Selene, facendosi mogia nel vedere la coppia allontanarsi, mormorò spiacente: “Non è colpa nostra, vero?”
 
“No, tesoro. Ma stanno soffrendo entrambi per la perdita di un’amica, ed è giusto che condividano in privato questo dolore” sospirò Summer, strizzandole affettuosamente un occhio. “Coraggio, finite di fare colazione. Noi dovremo partire entro breve, e vi voglio tutti rifocillati a dovere. Non voglio sentire lamenti del genere ‘ho fame!’, mentre ci rechiamo all’aeroporto.”
 
“Va bene, zia” assentì Selene, prendendo per mano Cynthia per raggiungere il tavolo e darsi da fare.
 
Summer e Melody lanciarono un’occhiata verso la coppia sulla balconata e la Guardiana del Fuoco, tastandosi il torace, mormorò: “La ragazza ha una voragine nel cuore. Sto divorando quanto più possibile il suo dolore perché non crolli, ma è davvero immenso. Ciò che c’era tra quelle due ragazze poteva essere paragonabile soltanto a ciò che c’è tra di noi.”
 
“Non stento a crederlo… stando a ciò che mi ha detto Autumn, quelle due erano davvero unite” sospirò Mel, passandosi una mano sulla nuca con fare ansioso.
 
“Non dirmi che ha sbirciato?!” sbuffò Summer, lanciando un’occhiata venefica in direzione del fratello.
 
Lui levò il dito medio per tutta risposta senza neanche guardarla e Melody, sorridendo nonostante tutto, ammise: “Suo nipote, e in mezzo a due donne così splendide? Ovvio che ha sbirciato.”
 
“Che razza di stalker” brontolò Summer, lasciandosi però andare a un sorriso.
 
Quando vivevi in una famiglia di talenti come la loro, non esisteva la vera privacy. Era inevitabile.
 
***
 
“Avrei dovuto impedire che ti soffocassero con le loro attenzioni… a volte sanno essere esasperanti” mormorò spiacente Malcolm, trattenendo Eiko contro di sé perché avvertisse pienamente tutto il suo calore, il suo affetto incondizionato.
 
Scuotendo il capo, la giovane però replicò: “No, non dirlo. E’ bello trovarsi in mezzo a loro. Rasserenano lo spirito, nonostante la situazione ai limiti dell’assurdo in cui ci troviamo. Solo che vedere le tue cugine giocare tra loro, mi ha fatto tornare alla mente Rin, e così…”
 
Senza dire altro, Eiko gli sfiorò il viso con una mano, carezzandolo e, nella sua mente, formulò un pensiero per lui.
 
“Guarda, se vuoi…”
 
“Sei sicura? Sono ricordi tuoi.”
 
Lei gli sorrise e, nel tergersi le ultime lacrime salate dalle gote, asserì per contro: “Sei sempre così a modo?”
 
“Sono stato accusato di ben altro, sappilo.”
 
L’accusa di Lynne bruciava ancora nel suo animo, pur se la presenza rasserenante di Eiko aveva ormai cancellato del tutto l’onta di essere stato respinto perché aveva visto troppo.
 
Lynne non aveva accettato di essere stata smascherata, di vedersi – attraverso lo sguardo di condanna di Malcolm – per ciò che era stata in realtà. Una ragazza a cui era interessato soltanto il prestigio di poter stare con un Guardiano suo pari.
 
Eiko era diversa.
 
Si offriva spontaneamente, non aveva remore a mostrargli tutto di sé e, al tempo stesso, gli offriva un porto sicuro in cui rifugiarsi nei momenti di ansia.
 
Il bosco calmo in cui ritemprarsi.
 
La giovane gli sorrise fiduciosa e Malcolm, aprendo la sua mente a lei, le mostrò il momento in cui Lynne lo aveva tacciato di essere un ingrato. Non nascose nulla, né il prima, né il dopo, perché ogni cosa fosse chiara, senza misteri o dubbi.
 
Lei scrutò la scena a occhi sgranati, strinse i pugni sul maglione di Malcolm e, quando la visione terminò, sbottò dicendo: “Ma che stronza!”
 
A Malcolm venne spontaneo ridere ed Eiko, unendosi a lui, lo abbracciò e disse: “Scusa, ma mi è venuto spontaneo. Lei sapeva dei tuoi doni… e pretendeva di non condividere i suoi pensieri con te? Se veramente avesse voluto stare con te, sarebbe stata felicissima di poter fare ciò che stai facendo con me adesso.”
 
“Non vuoi avere dei segreti tutti tuoi? Qualcosa che io non possa – o non debba – vedere?” replicò lui, vagamente sorpreso.
 
“Se mi garba, sì, ma su ciò che riguarda i miei sentimenti per te, no, mai. Perché dovrei nasconderteli? Sarebbe sbagliato” scosse il capo lei, carezzandogli una guancia con il dorso della mano. “Malcolm, so bene che non tradiresti la mia fiducia, se ti chiedessi di non guardare in qualche angolo della mia mente ma, per ciò che riguarda te, sarai sempre libero di curiosare… anche senza che tu me lo chieda ogni volta. Anzi, …mi piace, quando lo fai.”
 
Malcolm arrossì, sapendo bene che sfiorare un pensiero profondo e privato rilasciava endorfine nel corpo cui apparteneva la mente in cui si curiosava.
 
Tanto più il pensiero era personale – e lo riguardava direttamente– tante più endorfine venivano prodotte.
 
Chinandosi a baciarla, Malcolm penetrò allora in lei con delicatezza, ed Eiko lo guidò verso i ricordi di cui gli aveva appena parlato.
 
Gli mostrò lei e Rin nel giardino mentre si rincorrevano o giocavano con il gatto, oppure quando litigavano per avere la polpetta di tofu più grande.
 
Sorrise sulle sue labbra e, quando infine si scostò, disse: “Grazie… sono ricordi bellissimi.”
 
“E’ bello condividerli con qualcuno a questo modo” ammiccò lei, giocherellando con il suo maglione. “Toglimi una curiosità, Mal…”
 
“Dimmi” mormorò il giovane, tenendo le mani appena sopra la sua vita.
 
“Se noi avessimo… sì, se l’avessimo fatto prima che tu mi dicessi tutto, cosa sarebbe successo?”
 
“Beh, ecco… trattandosi di te, è molto probabile che la mia mente sarebbe andata a ruota libera. Non sarei riuscito a trattenere alcun pensiero e tu, probabilmente, ti saresti spaventata a morte” ammise Malcolm, lanciando un’occhiata veloce in direzione di Autumn, giusto per sincerarsi che non li stesse sbirciando.
 
Da lui, ci si poteva davvero aspettare di tutto. Sperò comunque in un po’ di discrezione da parte dello zio, anche se non era una cosa su cui avrebbe scommesso tutti i suoi soldi.
 
Eiko sorrise divertita, si levò in piedi per sfiorare le sue labbra e mormorò: “Allora, quando ci arriveremo, sarò doppiamente felice, visto che so cosa aspettarmi… da quel punto di vista, per lo meno.”
 
Malcolm divenne paonazzo in viso, a quelle parole e la ragazza, abbracciandolo, gli trasmise questo pensiero: “Sei così educato e gentile… è bello vedere che ti imbarazzano, queste cose. Vuol dire che ci tieni. Che tieni a me.”
 
“Certo che ci tengo ma, più che altro, ho il terrore che Autumn stia origliando…” ammise Malcolm, facendola sobbalzare e avvampare a sua volta.
 
“Oh, cielo!” esalò lei, coprendosi la bocca per lo sgomento e l’imbarazzo.
 
“Difetto dell’essere in una famiglia di gente strana” celiò Malcolm, facendo spallucce.
 
Lei rise nervosamente e, in cuor suo, sperò davvero che lo zio di Mal si fosse contenuto, coi suoi poteri, per quella volta.
 
Capire cosa nascondesse il sorriso enigmatico di Autumn, però, non era cosa semplice… e Malcolm non voleva davvero curiosare.
 
Meglio tenersi il dubbio.
 
***
 
Per la partenza, anche Bobby e Keath si erano presentati all’aeroporto per salutarli.
 
Malcolm non se l’era sentita di tagliarli fuori, visto ciò che avevano rischiato – e stavano rischiando – a causa sua. Poiché erano a conoscenza del loro segreto, la kitsune avrebbe potuto rivalersi anche su di loro, e lui di certo non lo voleva.
 
In quel momento fermi al terminal d’imbarco, i due ragazzi strinsero con forza Eiko prima di dedicarsi a Malcolm che, nell’abbracciarli, disse loro: “State con la mia famiglia. Mi sentirò più tranquillo, sapendovi con loro.”
 
“Avrò del tempo da passare con Sunshine? Non chiedo di meglio” ironizzò Bobby, strizzando l’occhio alla ragazzina, che sorrise tutta allegra.
 
“Scordatelo, bell’imbusto” sottolineò Max, ghignando.
 
Tutti risero per quello scambio di battute e, quando infine si imbarcarono per raggiungere Osaka, l’umore era buono, pur se nessuno sapeva cosa aspettarsi all’arrivo.
 
La volpe sarebbe stata là ad attenderli? Kurama avrebbe protetto i loro passi fino al tempio? Nessuno di loro lo sapeva con certezza, ma era di vitale importanza non lasciarsi andare allo sconforto.
 
Questo avrebbe dato libero accesso alla volpe, consentendole di impossessarsi delle loro anime… dei loro poteri.
 
Kurama sta facendo un lavoro egregio, e devo dire che è anche simpatica”, intervenne Ben a sorpresa, quasi esplodendo con quel messaggio nella mente di Malcolm.
 
Ehi, ciao! Hai parlato con lei?
 
Non proprio. Ho sbirciato per vedere se avevate bisogno di uno strappo da Washington fino a Osaka, ma ci sta pensando lei.
 
Quanto a Rin… riesci a vederla?”, gli domandò Malcolm.
 
La volpe non fa nulla per mascherarsi, ormai, sapendo che nessuno può fermarla, al momento. Io non posso di sicuro e Kurama, schermandovi, è impegnata con voi, perciò lei può bighellonare come vuole. E’ una vera bulla”, brontolò Ben, scocciato. “Comunque, sta uscendo ora dall’ospedale, fresca come una rosa e pronta per andarsene all’aeroporto con il corpo di Rin risanato dal suo dominio. Arriverete prima voi, ma di poco. Non avrete molto tempo per prepararvi… qualsiasi cosa dobbiate fare.
 
Grazie per la dritta, Ben, e per tutto il resto.”
 
Siamo amici, no? Mi prenderò cura io di tutti i tuoi cari”, mormorò Ben, salutandolo.
 
Riaprendo gli occhi dopo quel breve colloquio, Mal sorrise a una curiosa Eiko, seduta accanto a lui e, nella sua mente, disse: “Era Benjamin…mi ha ragguagliato sugli ultimi sviluppi.
 
Non ti offendi, vero, se ti dico che lui mi sorprende ancor più di te?” gli disse lei mentalmente.
 
Malcolm si lasciò sfuggire una risatina, scuotendo il capo ed Eiko, sorridendo, poggiò il capo contro la sua spalla, lanciandogli un messaggio breve, ma intenso.
 
“Il mio preferito sei tu, comunque” aggiunse a mezza voce, sorridendo maliziosa.
 
***
 
“Come pensi di agire, una volta che saremo arrivati?” domandò a un certo punto Autumn, seduto al fianco di Winter. Spring e Summer erano dinanzi a loro, impegnate a controllare i loro documenti d’identità.
 
Malcolm ed Eiko, invece, si trovavano due file dietro, apparentemente persi in una chiacchierata mentale, almeno a giudicare dal loro prolungato silenzio e dallo strano brusio che i Guardiani potevano avvertire nel Sopramondo.
 
Winter spense il suo tablet per rispondere al fratello e, nello scrutare il suo profilo nobile e serio, sospirò.
 
Erano passati da tempo gli anni in cui non si parlavano, e quel ritorno alle origini li aveva legati ancor più di prima.
 
Non che il carattere di Autumn si fosse smussato, ovviamente. Rimaneva ancora una testa calda e un attaccabrighe, ma Winter avrebbe ucciso il primo che gli avesse torto un capello.
 
Spingersi così lontano da casa, su un territorio sconosciuto a tutti loro, e con l’unica guida di un sacerdote shintoista e una miko, non dava molte rassicurazioni.
 
La volpe che li attendeva a Inari, Kurama, era poi un’incognita ancora maggiore, e il pensiero di mettere in pericolo suo fratello, le sorelle, il figlio e la sua fidanzata lo angustiava.
 
Sapeva comunque che mettere la parola fine a quella situazione era imperativo, perciò dovevano fidarsi. Doveva lasciare che fosse Malcolm a guidare le danze, per una volta.
 
Come padre, questo lo faceva sentire malissimo, ma non poteva fare altrimenti. Il fulcro del Cerchio era Mal, non lui.
 
“Dovremo affidarci al signor Kurumi e a Mal. E’ lui che può parlare direttamente con la volpe, non certo noi” ammise controvoglia Winter, sospirando.
 
“Ti si rivoltano le budella al solo pensiero di non poter fare da scudo a Mal, vero? Per questo hai parlato con Lei… per avere rassicurazioni” gli ritorse con affetto Autumn, ghignando a mezzo per stemperare il nervosismo che lui stesso stava provando.
 
“Già” assentì Winter, passandosi una mano tra la folta chioma corvina.
 
“Le spaccheremo il culo, tranquillo. Abbiamo mai fallito?” lo rincuorò il gemello.
 
“Non abbiamo mai affrontato nulla del genere” sottolineò però Win, fissando il fratello nei profondi occhi blu notte.
 
Questi si incupirono, alle parole del gemello, ma dalla sua bocca non giunse nulla. Autumn non avrebbe mai esternato a parole i suoi dubbi perché sapeva bene che, se lo avesse fatto, ne sarebbe stato sopraffatto.
 
L’unica volta in cui aveva ceduto, parlando, aveva quasi perso la vita per salvare la sua Melody. No, meglio che i dubbi rimanessero silenti. Bastava Winter a metterli a parole.
 
Winter, al contrario del gemello, lavorava meglio esponendo tutto ciò che lo turbava.
 
“Eiko confida molto in suo nonno e nello Spirito di Inari. Temo dovremo aggrapparci a questo, e farcelo bastare” sentenziò alla fine Win, battendo una mano sul braccio del fratello.
 
“Mi piace andare dietro a una bella donna, ma stavolta non mi sento molto felice di farlo” ironizzò Autumn, facendo sorridere Winter.
 
“Se ti sentisse Mel, ti taglierebbe la gola e poi berrebbe il tuo sangue.”
 
“Probabile” ammise senza remore Autumn. “Scherzi a parte. Che ne pensi di lei? Potrà resistere? Non pensi che anche Eiko dovrebbe stare lontano dalla battaglia?”
 
“Se conosci un modo per smuoverla dalla sua decisione…” sorrise Winter. “… Ariahnrod mi ha detto che è di stirpe antica e forte, e che saprà reggere il confronto con ciò che le sta sbarrando la strada. E, se a dirtelo è una dea che regge le sorti di ogni vita…”
 
“Sai che non mi fido mai del tutto” sottolineò torvo Autumn.
 
“Lo so. Ma credo che la sua presenza aiuti Malcolm a essere più sicuro di sé. Non si è mai sentito del tutto a suo agio con i suoi poteri invece, vedendolo con Eiko, noto una sicurezza nel suo sguardo che prima non c’era” gli fece notare il gemello, sorridendo appena.
 
“Essere un Guardiano dello Spirito non è mai facile. Non è mai stato facile per nessuno” ammise Autumn.
 
Tutti loro ricordavano le storie raccontate da Maeb sui loro antenati, su ciò che ciascun Guardiano dello Spirito aveva dovuto affrontare per sopportare il pieno possesso del proprio potere.
 
Essere padroni di penetrare in ogni mente, di gestire la vita di ogni essere vivente… non doveva essere per nulla facile non farsi prendere dalla foga, dal desiderio di raddrizzare un torto.
 
O di favorire qualcuno al posto di un altro.
 
Non faceva specie se, nei decenni e nei secoli addietro, molti Guardiani dello Spirito fossero impazziti, schiacciati dal loro stesso potere. La stessa Maeb aveva preferito l’ascetismo e la solitudine, alla vita in famiglia, per meglio poter controllare il suo dono.
 
Sapere che Eiko aveva un tale effetto su Malcolm non poteva che essere positivo… ma Autumn sarebbe comunque stato attento a che la ragazza non succedesse nulla.
 
Winter gli sorrise sornione, sussurrando: “Ti darò una mano, tranquillo…”
 
“A fare cosa?” esalò Autumn, fingendosi confuso.
 
Win non replicò nulla, limitandosi a sorridere maggiormente. Che Autumn facesse pure il sostenuto, se voleva. Lui sapeva com’era il suo cuore.
 
 

 

 

 

 

Note: La famiglia è al completo, ed è pronta per affontare la bestia, pur se nessuno di loro sa esattamente come avverrà questo scontro, o se potranno risultare vittoriosi.

Eiko, nonostante tutte queste novità, regge bene il colpo e la famiglia allargata degli Hamilton la fa sentire come parte del gruppo, rendendola partecipe di tutte le loro stranezze.

Con Malcolm, inoltre, non vuole avere nessun segreto, e questo colpisce molto il giovane perché, finalmente, può essere se stesso completamente, come mai aveva potuto essere prima di allora. Eiko, al contrario di Lynne, vuole che lui si colleghi con la sua mente, perché desidera che Mal comprenda quanto lo ama, e quanto vuole essere partecipe della sua unicità.

Resta solo da capire cosa succederà una volta raggiunta Kyoto... basterà l'intervento di Kurama, per salvare la baracca?

 

  
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