Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Julia Weasley    11/05/2009    12 recensioni
Regulus Black sta per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts: suo fratello Sirius è appena scappato di casa, nella comunità magica è scoppiata la guerra con i Mangiamorte, e Regulus si ritroverà a compiere la scelta che gli cambierà per sempre la vita.
In questa storia, Regulus subirà un enorme cambiamento, da semplice studente con grandi progetti a Mangiamorte al servizio di Voldemort a, infine, eroe solitario che affronterà l'estremo sacrificio a testa alta. Tutto questo sullo sfondo di un rapporto fraterno piuttosto complicato e di un amore sofferto ma eterno.
Storia vincitrice del premio Best Saga dei Never Ending Story Awards.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La svolta

Photobucket

Regulus non riusciva a capacitarsi del fatto che la sua carriera scolastica fosse ormai giunta al termine. Il suo non era il comune sentimento di nostalgia che caratterizzava chiunque finisse a Hogwarts, ma molto di più.
Finchè era stato a scuola, aveva avuto almeno un punto di riferimento ma ora si sentiva completamente perso in un futuro talmente oscuro da non riuscire a vederlo.

Per fortuna, c’era sempre Rachel. Dopo i M.A.G.O. e il ritorno a casa, i due si vedevano ugualmente tutti i giorni al Paiolo Magico.
Lei sapeva che per Regulus quel periodo era ancora più difficile del precedente: era dovuto tornare da Voldemort per non farlo insospettire ma era veramente dura nascondere tutto l’odio e il risentimento che provava nei confronti dell’Oscuro Signore.

Presto però la situazione prese una piega inaspettata, e lui si chiese come avesse fatto a non pensarci prima.

“Allora, cosa mi volevi dire?” gli chiese Rachel quella mattina presto, raggiungendolo al tavolo che prendevano sempre al Paiolo Magico.
“So dove continuare a cercare” le disse lui sottovoce.
“Cioè? Non credo che ci sia qualcosa di meglio del Reparto Proibito”.
“Sì, invece. Non so se te l’ho detto, ma mia cugina è la moglie di Lucius Malfoy. So per certo, perché l’ho sentito dire direttamente da lui, che nella loro villa c’è una specie di… laboratorio segreto pieno di oggetti oscuri e libri proibiti, che chiunque del Ministero sequestrerebbe all’istante”.
“Ma che carino” commentò Rachel, sarcastica. “E vuoi andare a cercare lì, nell’antro dei Malfoy?”
“Esatto”.
“Ma se lui non volesse?”
“Mi arrangerò. Narcissa non è come lui, quindi non devi preoccuparti”.
“E va bene, ma fai attenzione, d’accordo?” si raccomandò lei, prendendolo per mano.
“Sta’ tranquilla, andrà tutto bene”.

E così, neanche un’ora dopo, Regulus apparve davanti ad un’enorme villa circondata da un giardino curato e pieno di piante rare e costose: più che una dimora, sembrava una reggia.
Tuttavia non si soffermò ad osservare l’imponente cancello di ferro battuto, le alte siepi che costeggiavano il sentiero interno, la grande fontana da cui zampillava l’acqua incessantemente, o i rari pavoni albini che popolavano la zona sud del parco.

Era del tutto concentrato sul suo obiettivo, e inoltre aveva voglia di rivedere sua cugina poiché, da quando lei si era sposata, i loro incontri erano diventati sempre più rari.
L’aveva sempre considerata diversamente da Bellatrix. Se per quest’ultima, un tempo, aveva avuto un timore reverenziale, con Narcissa era molto più legato. Anni prima andava d’accordo anche con Andromeda ma, da quando lei era scappata con un nato Babbano, aveva dovuto dimenticarla.
Alla fine Narcissa era l’unica della famiglia ad essersi mantenuta sana di mente, per come la vedeva lui.

Quando bussò al grande portone di legno, poco dopo venne ad aprire un giovane elfo domestico dall’aria spaurita. Doveva essere nuovo, perché Regulus era certo di non averlo mai visto, così si presentò.

“Seguitemi pure, signore. Dobby andrà a chiamare la padrona” disse l’elfo con una vocina acuta.
“Grazie” disse Regulus, e la creatura sembrò quasi sconvolta dalla sua risposta.

Dai lividi che aveva sulle braccia, Regulus intuì che Lucius non dovesse essere molto gentile con gli elfi.

Seguì Dobby fino al salotto, attraversando l’ingresso pieno di specchi e ritratti con cornici d’oro, dopo di che rimase lì ad aspettare, continuando a guardarsi intorno.
Al centro del salotto c’era un grande tavolo riccamente decorato, alle spalle del quale uno specchio antico sovrastava un grande camino di malachite.
Il lampadario sotto il quale si trovava era grande il doppio di lui e da esso pendevano infiniti cristalli lucenti.

Mia cugina non se la passa affatto male, fu la prima cosa che gli venne in mente.

Narcissa comparve sulla soglia del salotto pochi minuti dopo. Era ancora più bella dell’ultima volta in cui l’aveva vista, cosa che a quell’epoca aveva ritenuto impossibile. I lunghi capelli biondi le donavano una dimensione eterea, esattamente come l’abito celeste, che riprendeva il colore dei suoi occhi.

“Regulus!” esclamò Narcissa, correndo ad abbracciarlo. “Come stai?”
“Bene” rispose lui, pensando l’esatto contrario. “E tu?”
“Tutto bene” confermò lei, ma non sembrava molto convinta. “Sei pallido e smagrito. Che ti è successo?”
“Colpa degli esami, immagino, ma me la sono cavata”.

Narcissa lo invitò a sedersi e lui obbedì: non poteva mostrare troppa fretta.

“Tuo marito non c’è?” le chiese, rendendosi conto di aver toccato un tasto dolente. Lei, infatti, si rabbuiò.
“Non c’è praticamente mai. Di giorno lavora, la notte cosa fa lo sai meglio tu di me: missioni o che so io… Non fraintendermi, non sono arrabbiata con… Tu-Sai-Chi, è solo che ho sempre paura che possa succedere qualcosa a Lucius. E poi da sola non so cosa fare tutto il giorno”.
“Credimi, c’è che preferirebbe annoiarsi” le disse Regulus.
“Sbaglio, o non mi sembri più tanto entusiasta di Lui? Bellatrix mi ha detto che sei molto strano ultimamente”.

Regulus si agitò sulla poltrona, ma cercò di mantenere il controllo.

“Diciamo solo che non è esattamente come mi aspettavo, ma va tutto bene. Anzi, sono venuto per chiederti un favore” tagliò corto.
“Di che genere?” chiese lei.
“L’Oscuro Signore mi ha detto di fare delle ricerche per lui. Non dirlo a Lucius, perché vuole che sia solo io a farlo. Così ho pensato che qui avrei potuto trovare ciò che mi occorre”.
“Qui?” chiese lei, perplessa.
“Tuo marito mi ha parlato di cosa c’è qui sotto” rivelò lui, indicando il pavimento del salotto. Narcissa comprese.
“Oh, certo. Puoi andarci, anche se… Io sono scesa solo una volta: non sono molto incline a queste cose. Tu sei molto giovane. Sei sicuro di voler leggere quei libri? Sono spaventosi”.
“Tranquilla, so quello che faccio” la rassicurò lui.
“Va bene, allora…”

Narcissa chiamò Dobby, il quale comparve all’istante, e gli disse di far scendere Regulus. L’elfo si diede un gran da fare, spostando il tappeto e scoprendo una botola che aderiva perfettamente al pavimento, tanto che Regulus non l’avrebbe vista se Dobby non avesse afferrato la maniglia, aprendola.
Sotto di essa c’era una scaletta che scendeva dritta nell’oscurità.

“Tu vai pure. Verrò ogni tanto a vedere come stai. Stai attento ai veleni sugli scaffali” lo avvertì Narcissa.

Lui annuì, e infine scese nella botola. Si ritrovò in una grande stanza semibuia, illuminata fiocamente solo dalla luce della torcia che Regulus accese appena vi mise piede. Le pareti erano ricoperte da scaffali pieni di libri, boccette di pozioni poco raccomandabili e oggetti dall’aria inquietante, chiaramente stregati.
Regulus perse un po’ di tempo a guardarsi intorno. Non sapeva da dove iniziare, ma aveva la netta sensazione che quello era il momento giusto per scoprire la verità… Tuttavia questo pensiero lo fece esitare per alcuni istanti. Era davvero così sicuro di voler arrivare fino in fondo?
L’esitazione fece presto posto alla determinazione. Pensò a Kreacher e a quello che aveva subito, e si disse che non poteva tirarsi indietro proprio in quel momento.
Così tirò fuori il primo volume e cominciò a sfogliarlo pazientemente.

***

Era lì sotto ormai da parecchie ore ma Regulus intuì che dovesse essere l’ora di pranzo quando sua cugina Narcissa lo raggiunse recando tra le mani un vassoio pieno di cibo.

“Ti ho portato qualcosa da mangiare” gli disse, posando il vassoio accanto a lui mentre Regulus chiudeva con disinvoltura il ventesimo libro che aveva sfogliato.
“Grazie” rispose lui, con la voce roca.

Tutte quelle letture lo avevano colpito più di quanto si fosse aspettato. I libri del Reparto Proibito al confronto erano roba da bambini. C’erano ricette di pozioni letali, immagini raccapriccianti che illustravano gli effetti d’incantesimi oscuri e tutta un’intera gamma di maledizioni che lo facevano rabbrividire al solo pensiero.

“Hai trovato qualcosa?” gli domandò la cugina.
“Quasi” mentì lui. “Lucius starà via ancora per molto?”
“Credo di sì” rispose lei abbattuta ma Regulus non potè non sentirsi sollevato. Poi Narcissa aggiunse: “Non credo di riuscire a sopportare ancora questa situazione. Reg, tu sei uno di loro e non mi capirai, ma mi sono stancata di questa guerra…”

Aveva tutta l’aria di volergli confidare i pensieri che la assillavano, e lui capì che era la prima volta che si sfogava con qualcuno.

“Ti capisco, invece. Ti prometto che prima o poi finirà tutto. Anch’io sono stanco”.

Narcissa lo guardò con stupore. “Davvero? Ed io che pensavo che mi avresti rimproverata…”
“Macché… Ma ora non pensarci, è meglio. A proposito, non hai bambini in arrivo, vero?”
“Lo vorrei tanto” rispose Narcissa sorridendo. “Ma ancora non sono incinta”.
“Allora fammi un favore” disse Regulus, diventando terribilmente serio. “Quando e se avrai un figlio, cerca di tenerlo il più possibile lontano da tutto questo… Tu-Sai-Chi e i Mangiamorte… Fallo vivere sereno”.

Non poteva sopportare il pensiero che un altro commettesse il suo stesso errore. Narcissa dovette capirlo, perché lo abbracciò con più slancio di quanto avesse mai fatto in tutta la sua vita, lei che era sempre stata attenta a mantenersi fredda e impassibile.

“Te lo prometto” si limitò a rispondere. Poi si riprese, gli suggerì di mangiare qualcosa, e lo lasciò di nuovo solo, riflettendo sull’ultimo consiglio che suo cugino le avrebbe dato.

Regulus tornò ad aprire il volume in cui si era immerso (Formule Oscure Dimenticate) e in cui aveva trovato degli aspetti interessanti della questione. Lo sfogliò distrattamente, fino a che non si ritrovò davanti ad una pagina che al centro presentava un trafiletto con una formula in caratteri runici.
Regulus non aveva mai brillato nella traduzione delle rune, ma quella volta non ne ebbe bisogno.

 Photobucket

Nel leggerle in silenzio, Regulus si accorse di aver già sentito pronunciare quella formula. Non poteva crederci: era la stessa che Voldemort aveva usato quella notte della vigilia di Natale sul medaglione d’oro, dopo aver ucciso quel vagabondo Babbano.

Regulus lesse la didascalia.

 

Formula da usarsi se si ha l’intento di creare un Horcrux.

 

Si sentì assalire dall’eccitazione. Qualunque cosa fosse un Horcrux, sentiva di essere sul punto di scoprirlo.
Svuotò le scaffalature per lunghi minuti di febbrile trepidazione, finchè non trovò un volume con un capitoletto che parlava proprio degli Horcrux. Aprì la prima pagina e si mise a leggere.

 

Di tutte le magiche invenzioni esistenti, un Horcrux è la più potente e terrificante in assoluto. Ben pochi maghi vorrebbero usare questa magia e ancora di meno sono stati coloro che, nel corso dei secoli, hanno provato a farne uso.
Viene definito Horcrux un oggetto o un essere vivente nel quale un mago ha nascosto parte della propria anima.

L’unico modo in cui è possibile dividere l’anima è di commettere un omicidio, l’azione malvagia per eccellenza. Accompagnando l’assassinio a una formula ben precisa, è possibile riversare metà dell’anima in un oggetto designato.
La creazione di un Horcrux conduce a una condizione di semi-immortalità. Difatti, se il corpo viene colpito o distrutto, il suo possessore tuttavia non può morire, perché parte dell’anima è ancora presente sulla terra, legata all’oggetto che la ospita.

L’unico modo per uccidere un mago che abbia creato uno o più Horcrux, è quello di distruggere dapprima tutti gli altri frammenti di anima, e poi quello risiedente nel corpo.

Sta di fatto che nessun mago abbia mai creato più di un Horcrux: difatti, la perdita di una porzione di anima contribuisce alla perdita di umanità per il mago che ha attuato un simile rituale.

 

Seguiva la disquisizione sulla maggiore affidabilità degli oggetti inanimati che degli esseri viventi riguardo alla creazione di un Horcrux.

Dopo alcuni istanti di totale smarrimento, Regulus si accorse di avere i sudori freddi. Le mani gli tremavano e, se si fosse guardato allo specchio, si sarebbe reso conto di essere pallido come un cencio.
Era più, molto più di quanto si fosse mai aspettato di trovare. Non si trattava della semplice acquisizione di una parvenza d’immortalità. Aveva fatto ben altro: aveva trovato il modo di uccidere Lord Voldemort.
Il solo pensiero gli fece cedere le ginocchia, tanto che dovette trascinarsi fino ad uno sgabello e sedersi. Rimase per alcuni eterni minuti a ricomporre i pezzi del puzzle. Ora tutto tornava. Il medaglione era un Horcrux, e conteneva un frammento dell’anima di Voldemort.
Per la prima volta si rese conto di essere entrato in faccende molto più grandi di lui. E non era solo lui a rischiare: a chiunque avesse rivelato quanto aveva appena scoperto sarebbe toccata una sorte atroce.
Voldemort avrebbe ucciso chiunque avesse solo una vaga idea della verità. Era evidente che gli Horcrux fossero stati nascosti nel modo migliore possibile.

A chi si sarebbe potuto rivolgere? Silente? Regulus esitò, ma poi scosse la testa: non gli avrebbe mai creduto. L’Ordine della Fenice avrebbe ritenuto che la sua storia fosse una trappola architettata da Voldemort in persona.
E anche se qualcuno gli avesse creduto, chi sarebbe andato a recuperare l’Horcrux e distruggerlo? Silente era troppo vecchio, a suo avviso, e nessun altro si sarebbe suicidato così.
Perché Regulus era sicuro che Voldemort avesse installato degli incantesimi di anti-Smaterializzazione intorno al medaglione, altrimenti lui stesso si sarebbe potuto Smaterializzare, invece di andarsene senza l’ausilio della magia, abbandonando Kreacher al suo destino.

Ma nella sua superbia aveva dimenticato che la magia elfica fosse diversa da quella umana.

Non aveva alternative. Il medaglione doveva essere distrutto, e solo Kreacher sapeva dove si trovasse.
Non poteva chiedere a qualcun altro di andarvi al posto suo: non era un vigliacco. Era stato lui a cominciare, e doveva essere lui a finire.

Anche se ora sapeva che quell’impresa gli sarebbe costata la vita.

 

 

 

*Angolo autrice*

Purtroppo, il capitolo in cui Regulus scopre la verità prima o poi l'avrei sovuto scrivere. Spero che il modo in cui è venuto a sapere degli Horcrux vi abbia soddisfatto!
Le rune sono del tutto inventate, chissà cosa avrò mai scritto! XD

Alohomora (visto, sono riuscita ad aggiornare presto, oggi? I momenti più tristi stanno per arrivare purtroppo, ma non si sa mai, magari in una prossima storia andrò fuori dal canon!)
LMP (anche io ho indovinato subito chi fosse RAB, e anche che Piton non poteva essere un traditore, sospettavo che ci fosse qualcosa che ci sfuggisse, e infatti... Sono contenta di aver colmato, a modo mio, certo, la lacuna che la Rowling ha lasciato, e sono altrettanto contenta che ti piaccia!)
dirkfelpy89 (tu dici, eh? Bè, nel prossimo capitolo darò una mia personalissima versione dei fatti, perchè non voglio che Sirius e Regulus si lascino così...)
Hermione Jean Granger (figurati, purtroppo capita che i genitori si arrabbino con i figli che stanno troppo al pc, me per prima! Davvero lo stamperai? Che onore!)
Pervinca Potter 97 (anche a me dispiace che questi capitoli avranno ben poco di allegro, ma spero di non deludervi!)
MEISSA_S (eh sì, me lo sono sempre immaginato un po' "brontolone" come dici tu! Hai proprio ragione, la Row poteva proprio risparmiarsi di far morire tanta gente, come anche Remus e Dora, o Dobby...ho un debole per gli elfi domestici, a parte Winky, ma Dobby e Kreacher li adoro proprio!)
_Mary (anche io mi sono affezionata a loro due, e più scrivo più mi affeziono e non vorrei che finisse come deve finire, uffa...)

Al prossimo capitolo! Giulia

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Julia Weasley