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Autore: eliseCS    25/10/2016    1 recensioni
Per "festeggiare" il fatto di aver finito gli esami ho deciso (invece di cominciare a concentrarmi sulla tesi) di cominciare a pubblicare questa ff che ho per le mani da un po' di tempo.
Dopo quella sui fondatori e quella su Draco e Astoria la new generation non poteva certo mancare, quindi eccola qui.
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Una ragazza comincerà a scoprire le sue potenzialità in modo alquanto singolare.
Ricordi torneranno pian piano a galla.
Una profezia (forse, l'autrice è ancora un po' indecisa al riguardo)
E ovviamente non si può chiedere ai Potter di restare fuori dai guai, no?
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[...] Non sapeva che invece quello era stato solo l’inizio, come non sapeva che quella crisi era in qualche modo collegata a quello che uno strano bambino dai capelli scuri e spettinati le aveva detto diversi anni prima dietro la siepe di un parco giochi.
Per Elise quello strano incontro era ormai diventato un vecchio ricordo sbiadito e senza importanza, nulla più di un insolito e confuso sogno.
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Un piccolo assaggio dal prologo
Buona lettura
E.
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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32 – Punto di non ritorno
 
 
 
Elise era sicura di non aver mai partecipato ad un pranzo del genere.
Forse la cosa che gli si avvicinava di più era il momento dei pasti all’orfanotrofio, quando la grande sala adibita a mensa si riempiva e le voci dei bambini rimbombavano tra le pareti, le loro risate e gli schiamazzi che si confondevano con i richiami delle educatrici.
L’impressione che aveva era pressappoco quella.
 
 
James aveva fatto apposta ad arrivare ad una certa distanza dalla loro destinazione in modo che Elise potesse avere un quadro generale.
 
La costruzione contava numerosi piani su vari livelli ed era talmente contorta che la ragazza si domandò come facesse a stare in piedi se non per magia. Il tetto era rosso e da esso spuntavano diversi comignoli.
Vicino all’entrata, su un’insegna sbilenca fissata a terra si poteva leggere: La Tana.
 
Sarebbe stata molto curiosa di vedere come fosse l’abitazione all’interno, ma al momento sembrava proprio che le attività principali si stessero svolgendo tutte fuori.
 
Da quella che aveva tutta l’aria di essere la cucina, tramite un ampio portone sul retro, fuoriusciva una lunga tavola al di sopra della quale, galleggiante un paio di metri al di sopra, si estendeva un altrettanto grande gazebo per consentire ai commensali di mangiare all’ombra.
Dall’interno piatti, posate, bicchieri e pure qualche vassoio con già qualche pietanza pronta volavano autonomamente fino a posarsi ordinatamente al loro posto sul tavolo.
 
Una volta che ebbe finito di meravigliarsi degli oggetti Elise potè concentrarsi sulle persone.
I signori Potter insieme a Lily e Albus li avevano preceduti e stavano già salutando gli altri presenti.
 
Così le vennero presentati Rose, che aveva la stessa età di Albus, e Hugo, coetaneo di Lily, i quali erano i figli di Ron ed Hermione che lei aveva già avuto occasione di vedere di sfuggita quella notte al San Mungo quando aveva guarito il signor Potter.
C’erano poi Molly e Lucy, le due figlie di Percy e Audrey Weasley; e Fred e Roxanne, gli unici Weasley a non avere come marchio di fabbrica i caratteristici capelli rossi in quanto avevano preso i colori dalla mamma Angelina, moglie di George.
Le venne spiegato che all’appello mancavano Bill e sua moglie Fleur che con i figli Louis e Dominique erano andati a trascorrere le vacanze in Francia dai genitori di lei mentre la figlia maggiore, Victoire, era in vacanza per conto suo con Teddy Lupin, figlioccio del signor Potter.
Charlie, il secondo genito di Molly e Arthur Weasley, i nonni materni di James, era l’unico che non si era mai sposato, e il ragazzo aveva anche informato Elise del fatto che George una volta aveva un gemello che era però morto durante la guerra.
 
 
Quando James le aveva parlato di un pranzo di famiglia si era immaginata una cosa tranquilla, ma ormai dopo aver fatto la conoscenza di tutti le era evidente che non lo sarebbe stato neanche un po’.
La sua previsione si rivelò esatta: era impossibile anche solo cercare di rimanere seri in mezzo a tutta quella compagnia.
 
Aveva più volte rischiato di strozzarsi con il boccone che stava ingoiando o di sputare di colpo l’acqua o il succo di zucca che stava bevendo a causa delle battute di Fred il quale, seduto al suo fianco, sembrava facesse apposta ad aspettare che la ragazza avesse la bocca piena prima di sparare una delle sue cavolate.
 
Albus era quello da cui era rimasta più sorpresa: le poche volte che lo aveva incrociato l’impressione che le aveva dato era stata quella di un ragazzo pacato e preciso, magari uno di quelli che a scuola veniva considerato un secchione (un po’ come lei insomma) ma a vederlo adesso le sembrava completamente un’altra persona.
Era seduto di fianco a Rose, le loro teste spesso avvicinate a confabulare tra loro; i suoi occhi che brillavano furbi.
Il sorriso non aveva mai abbandonato le sue labbra ed era quello che rideva più forte alle battute.
 
L’unico momento serio lo ebbe quando fu ufficialmente presentata a nonna Molly: la donna l’aveva guardata scrutandola profondamente come se la stesse soppesando, concludendo con un: “Per te doppia porzione di tutto, Elise cara” prima di regalarle un ampio sorriso.
Dopodichè lei era tornata a controllare i fornelli mentre James cercava di metterla in salvo da nonno Arthur che, dopo aver orecchiato il fatto che lei avesse sempre vissuto tra i babbani, stava già per partire alla carica bombardandola di domande sul loro mondo.
 
Alla fine del pranzo aveva la pancia che le scoppiava – Molly aveva mantenuto la sua promessa di farle fare il bis di tutto, dolce compreso – e le guance che le facevano male per il troppo ridere.
E Fred era riuscito nel suo intento cogliendola di sorpresa con una barzelletta su uno gnomo e un ippogrifo (che lei non sapeva neanche cosa fosse) facendole sputare il sorso d’acqua che stava provando a mandare giù dritto nel piatto di James che sedeva di fronte a lei.
Dopo un istante in cui si erano guardati a vicenda erano scoppiati a ridere ancora più forte.
 
Dopo quel pranzo sarebbe stata proprio curiosa di vedere cosa sarebbe successo se i Potter – Weasley avessero incontrato gli Starlet, che al loro confronto erano molto più… tranquilli.
 
 
In tutto quello anche Jade sembrava essersi inserita bene.
Non erano mancati gli sguardi sospettosi all’inizio, soprattutto da parte di Ron ed Hermione, ma quando Harry ebbe spiegato loro la situazione e come stavano davvero le cose neanche loro ebbero più nulla da ridire.
Hermione in particolare sembrava molto interessata al fatto che Jade fosse stata una Corvonero – visto che lei stessa aveva rischiato di esserci smistata – e aveva subito coinvolto la donna nel discorso che stava intrattenendo con Percy mentre Ginny e Angelina parlavano di Quiddich peggio dei loro mariti.
 
Tornò a casa quella sera che era quasi mezzanotte.
Avevano insistito affinchè rimanesse anche per la merenda e da quella si era arrivati alla cena.
Julia era già a dormire, conoscendola avrebbe detto fosse per essere ben riposata per la sua corsa mattutina l’indomani, e lei dopo una doccia seguì il suo esempio buttandosi sul letto e affondando la testa nel cuscino.
Anche lei doveva essere riposata per il giorno dopo: a metà mattina si sarebbero incontrati tutti al Ministero della Magia per cominciare ad elaborare un piano per penetrare a villa Skelton.
 
 
 
***
***
 
 
 
Elise riprese di colpo i sensi con un sussulto.
Gli occhi spalancati nel buio, la testa che girava per guardarsi intorno e cercare di capire dove fosse.
Si sentiva tutta indolenzita, la testa le doleva e qualcosa di appiccicoso le era colato lungo la guancia e si era seccato.
Dal sapore ferruginoso che sentiva in bocca non aveva dubbi nell’affermare che fosse sangue.
 
Allungò le gambe per sgranchirle dalla posizione seduta in cui si trovava, ma quando cercò di toccarsi la fronte con le mani per verificare i danni si accorse che non le era possibile: i suoi polsi erano trattenuti da catene ancorate al terreno, abbastanza lunghe da non immobilizzarla del tutto, troppo corte per permetterle di raggiungere il suo capo con le mani.
 
 
Nel frattempo i suoi occhi sembravano essersi abituati alla scarsa illuminazione del posto, dandole modo di poter distinguere almeno in parte quello che la circondava.
 
A giudicare dal soffitto la stanza doveva essere di forma rettangolare, non ne vedeva però l’ingresso in quanto lei sembrava essere sul fondo di una conca rocciosa profonda almeno sei metri.
Attorno a lei, ripide come i gradini di un anfiteatro, una serie di panche correvano lungo le pareti scendendo fino in fondo alla cavità.
Lei si trovava al centro, sopra una piattaforma di roccia dalla superficie alquanto accidentata.
A pochi metri da lei – Elise si stupì di non averlo notato subito – sorgeva un imponente arco di pietra così antico, rovinato e pieno di crepe che la ragazza si meravigliò che fosse ancora in piedi.
Non c’erano pareti che lo sostenessero, era semplicemente chiuso da una logora tenda nera, una specie di velo che, nonostante l’assoluta immobilità dell’aria fredda tutt’attorno, fluttuava come se qualcuno l’avesse appena toccato. *
Non sapeva perché ma si sentiva quasi attratta da quell’arco, manco la struttura la stesse richiamando a sé invitandola ad avvicinarsi.
 
In quel momento però era più impegnata a cercare di capire che posto potesse mai essere quello e, soprattutto, come avesse fatto ad arrivarci… in quelle condizioni poi!
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ 24 ore prima ↄ ↄ ↄ
 
“Quindi Elise andrà per prima e disattiverà l’Incantesimo Rilevatore come Jade le ha spiegato. Poi tornerà indietro con Silly e a quel punto l’elfa potrà cominciare a portarci alla villa due per volta…”
“Voglio accompagnare Elise”
“James, sii ragionevole: l’allarme scatterà già per me, farlo attivare per due persone renderebbe le cose ancora più sospette” lo bloccò subito Elise nonostante dovesse ammettere che non le sarebbe dispiaciuto che qualcuno fosse andato con lei.
 
Il piano non era complicato: una volta che Elise avesse disattivato l’allarme e fosse tornata indietro con l’elfa, Silly avrebbe potuto portare gli Auror all’interno della villa dove si sarebbero messi in posizione.
Jade aveva avuto modo di girare abbastanza per la grande casa e aveva così potuto dare consigli preziosi sulla disposizione degli ambienti interni e, cosa ancora più importante, una localizzazione.
Ovviamente non avrebbe mai potuto dirne l’ubicazione esatta in quanto era Shayleen il custode segreto della casa, ma almeno adesso sapevano che la villa sorgeva nella contea dello Staffordshire, e quello era un grande passo avanti se si contava che fino a quel momento avevano dovuto tenere in considerazione tutta la Gran Bretagna.
 
Gli Auror che avrebbero partecipato alla missione erano stati scelti e preparati personalmente dal signor Potter e dal Primo Ministro.
Chi voleva tirarsi indietro aveva avuto la sua occasione per farlo, da quel momento in poi non ci sarebbero potuti essere ripensamenti.
 
Non ci sarebbe neanche stato bisogno di ingaggiare uno scontro: il fattore sorpresa era fondamentale.
Uno schiantesimo ben piazzato e il gioco era fatto.
Forse il piano era fin troppo semplice, forse potevano esserci un centinaio di cose che potevano andare storte, ma non si poteva più rimandare, ora o mai più.
Non restava altro che cominciare.
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ Adesso ↄ ↄ ↄ
 
Elise strizzò gli occhi cercando di richiamare alla mente quanti più dettagli riuscisse a ricordare.
Il piano.
Per quanto lineare tutto era stato studiato nei minimi dettagli, era evidente che però, se lei in quel momento si trovava in quelle condizioni, qualcosa fosse per forza andato storto.
Ma cosa?
Erano riusciti a ottenere qualcosa o tutto era andato a rotoli ancora prima di cominciare?
E quella stanza in cui si trovava: che significato aveva in tutto quello?
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ 16 ore prima ↄ ↄ ↄ
 
Tutto era pronto, era arrivato il momento.
I volti di tutti i presenti erano seri e concentrati, non ci si poteva permettere di sbagliare.
Elise si sentiva al centro dell’attenzione, cosa legittima visto che la prima parte dell’operazione dipendeva da lei.
Dopo aver ripassato un’ultima volta i punti salienti del piano era pronta.
 
Si concesse un ultimo, lungo abbraccio con James prima di posizionarsi al centro della sala di allenamento del Dipartimento degli Auror – che era stata scelta come base per la missione – e sospirare profondamente.
Chiuse gli occhi liberando la mente e concentrandosi esclusivamente su quello che avrebbe dovuto fare: Silly l’avrebbe portata direttamente davanti alla porta dello studio di sua madre, visto che all’interno di quella stanza neanche lei riusciva a materializzarsi.
Disattivare l’Incantesimo Rilevatore per Elise sarebbe stato facile: sarebbe bastato un po’ del suo sangue, niente incantesimi o formule complicate come invece aveva dovuto fare Jade per mascherare la sua ultima visita.
Poi sarebbe tornata indietro e il piano sarebbe potuto cominciare davvero.
 
Silly apparve nella sala richiamata dalla ragazza.
Offrì una mano alla padroncina e dopo un istante erano entrambe sparite.
 
 
Appena i piedi di Elise toccarono il pavimento la ragazza non perse tempo: spalancò la porta davanti alla quale era arrivata – Silly aveva controllato che Shayleen non fosse dentro prima di rispondere alla sua chiamata – e si diresse a passo deciso verso la scrivania.
Con un coltellino che si era portata dietro, non poteva arrischiarsi a fare magie finchè non avesse disattivato l’allarme, si provocò un taglio sul palmo della mano.
Strinse il pugno e fece in modo che alcune gocce di sangue gocciolassero sopra la pietra color verde muschio che faceva la sua bella vista al centro del ripiano del mobile.
 
Jade le aveva spiegato che l’incantesimo di protezione partiva da lì, Shayleen aveva una pietra gemella a quella sempre con sé che si riscaldava e cambiava colore se qualche intruso fosse entrato nella proprietà senza il suo permesso.
 
Gioì tra sé e sé quando la pietra da verde diventò color grigio fumo, segno che il suo sangue aveva fatto il suo lavoro; doveva solo sperare che lo avesse fatto abbastanza in fretta da far sì che Shayleen non si fosse accorta di nulla.
 
“Molto bene, davvero molto brava” una voce si complimentò in modo ironico con lei ed Elise si girò di scatto.
“Nancy?” chiamò. Ormai aveva imparato bene a riconoscere la sua voce fastidiosa. E pensare che all’inizio la Guaritrice le stava persino simpatica…
Quella che però era davanti a lei non era Nancy, benchè la sua voce fosse senza alcun dubbio la sua.
No, davanti a lei c’era… se stessa.
“Qui qualcuno non ha pulito bene la spazzola la prima volta che è stato qui… hai idea di chi sia stato?” la prese in giro la sua copia.
Elise si morse la lingua: aveva ragione, si ricordava distintamente di essersi pettinata con la spazzola che aveva trovato in bagno quando si era svegliata la prima volta che aveva messo piede in quella maledetta casa.
“È incredibile cosa si riesca a fare con un sorso di Pozione Polisucco, eh?” aveva continuato intanto l’altra attorcigliandosi una ciocca di capelli biondi non suoi attorno al dito.
Elise non riuscì a risponderle per le rime come avrebbe voluto: Nancy aveva puntato di colpo la mano contro di lei e le aveva lanciato uno schiantesimo facendole perdere conoscenza.
 
 
Quando Elise fece finalmente ritorno alla base nessuno sembrò far caso più di tanto al fatto che sembrasse più tesa e nervosa di quando fosse partita e il piano andò avanti come era stato deciso.
Peccato che quando tutti i partecipanti furono finalmente arrivati all’interno di Villa Skelton tutto cominciò ad andare storto.
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ Adesso ↄ ↄ ↄ
 
Adesso ricordava: Nancy aveva trasfigurato i suoi vestiti in modo che fossero uguali a quelli che lei aveva indosso ed era tornata indietro al posto suo.
Lei era rimasta nientemeno che nelle mani di Shayleen che l’aveva portata in quello strano posto.
Quella però non era la prima volta che riprendeva i sensi su quella piattaforma dopo essere svenuta.
Era successo qualcos’altro in mezzo.
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ 8 ore prima ↄ ↄ ↄ
 
Elise aprì gli occhi confusa trovandosi distesa su una specie di piattaforma in pietra.
Non aveva idea di dove fosse e quel posto aveva un’aria per niente rassicurante.
Quella sottospecie di arco che sembrava stare in piedi da solo per miracolo assieme al suo velo nero le mettevano i brividi.
 
“Bene, sei sveglia” la voce di Shayleen la fece trasalire.
La ragazza si alzò in piedi per poi ritrovarsi la donna di fronte.
Non sorrideva più come aveva fatto le altre volte che si erano incontrate, la sua espressione era terribilmente seria.
La cosa che però la spaventò di più furono i suoi occhi: seppur sempre freddi e calcolatori sembravano riflettere una luce diversa da quella che si era abituata a vedere, una luce quasi di… follia.
Distolse lo sguardo tornando a fissare l’arco e il velo che sembrava fosse mosso da una brezza invisibile.
La donna seguì il suo sguardo e annuì: “Non sei ancora forte abbastanza, ma non preoccuparti: adesso rimedieremo subito a questo insignificante problema” disse con un tono che doveva essere rassicurante ma che ebbe il potere di farla solo preoccupare di più.
Cosa aveva in mente di farle?
 
“Nancy? Per favore porta dentro il ragazzo” esclamò Shayleen.
Sopra di loro qualcosa si mosse e dopo qualche istante una figura cominciò a scendere lungo le panche che contornavano la cavità rocciosa trascinandone un’altra che sembrava stesse cercando di opporre resistenza.
“Grazie cara” Shayleen ringraziò l’ex Guaritrice che adesso era al suo fianco tenendo saldamente James davanti a sé, un coltello puntato alla sua gola.
Con un rapido movimento la lama si spostò dal collo del ragazzo il tempo necessario a lasciare un taglio sulla sua guancia.
Shayleen lo guardò assorta per qualche secondo per poi tornare a rivolgersi alla figlia: “Tesoro, se fossi così brava da guarire quel taglietto… sarebbe un peccato che un così bel faccino venga rovinato, non trovi?”
 
Elise fece passare il suo sguardo dalla donna a James – che stava facendo segno di no con la testa nonostante il coltello puntato di nuovo alla sua gola – spalancando gli occhi.
“Cosa? No!” esclamò.
Shayleen scosse la testa guardandola come si guarda un bambino che sta facendo i capricci.
“Elise, non mi sembra sia il caso di mettersi a discutere” la ammonì.
“In fatti non si discute proprio un bel niente: io non lo faccio!”
“Come vuoi tu allora”
 
Shayleen si avvicinò a James facendo scorrere una mano sul suo torace.
Al suo tocco un familiare squarcio si aprì sulla maglietta che indossava, imbrattandola di sangue e facendo vedere quello che era successo al di sotto.
Colpito nuovamente dalla Maledizione il ragazzo barcollò cadendo poi in ginocchio, e da lì su un fianco.
Elise era paralizzata.
“Cosa ne dici, adesso merita di essere guarito?” sibilò la donna mentre Nancy ridacchiava.
Questa volta Elise non se lo fece ripetere due volte e si affrettò ad accucciarsi al fianco del ragazzo: se non avesse fatto niente James sarebbe morto.
Completò la guarigione con le lacrime agli occhi, abbracciando il ragazzo che ricambiò debolmente la sua stretta mentre dentro di lei sentiva scorrere il nuovo potere e le nuove energie che aveva acquisito.
 
Shayleen interruppe bruscamente il momento afferrando James per un braccio e scostandolo in malo modo da Elise in modo che Nancy potesse tornare ad occuparsi di lui.
“Bene. E adesso vedi di non fare storie, non è necessario che tutti soffrano inutilmente, penso tu sia d’accordo, no?” disse rivolta alla figlia.
“Nancy, porta dentro la ragazzina” ordinò poi.
James venne incatenato alla piattaforma al di là dell’arco e Nancy si riarrampicò sulle gradinate.
 
Pochi istanti dopo, con grande orrore di Elise, la donna tornò da loro trascinandosi dietro una Lily Potter con i capelli tutti scompigliati, un labbro spaccato e l’espressione terrorizzata.
 
 
 
 
ↄ ↄ ↄ Adesso ↄ ↄ ↄ
 
Elise si ritrovò a piangere senza neanche rendersene conto al ricordo di quello che Shayleen l’aveva costretta a fare.
In alto sopra di lei si sentì il rumore di una porta che si apriva e richiudeva, seguito subito dopo da quello di passi che scendevano lungo le panche.
La ragazza tirò su col naso cercando di darsi un contegno riservando poi lo sguardo più disgustato e colmo di rabbia che le riuscì a Shayleen e Nancy che nel frattempo avevano terminato la loro discesa.













Chiedo davvero scusa,
ho passato tutti ieri a ricordarmi che dovevo postare il capitolo, poi nel pomeriggio ho avuto altre cose per la testa e mi sono accorta che non l'avevo fatto solo quando sono andata a dormire e avevo già chiuso tutto.
Comunque...
Entriamo finalmente nell'ultima parte della storia, finalmente tra poco conosceremo i veri piani di Shayleen.
Ma soprattutto... chi ha riconosciuto la sala dove si trova Elise? :)
La parte iniziale è più tranquilla (un pranzo dai Weasley ci stava tutto visto che James aveva già conosciuto gli Starlet), e spero che nell'ultima parte con "prima" e "dopo" e i salti temporali non si sia creata confusione, in caso fatemi sapere.
Ovviamente le descrizioni della Tana e della sala con l'arco dell'ufficio misteri sono presi rispettivamente da HP e la Camera dei Segreti ed HP e l'Ordine della Fenice, diciamo in coro "Grazie!" a zia Row.
Grazie a chi continua a seguire questa storia, come sempre sarei molto contenta se mi fate sapere quello che pensate lasciando un commento.
Alla prossima settimana!
E.
   
 
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