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Autore: Aruko    26/10/2016    7 recensioni
STORIA IN REVISIONE – INFO SULLA MIA PAGINA
Kagome scrive articoli per una rivista al femminile, e non ha la minima idea di che argomento pubblicare nel mensile successivo! Una sera incontra Inuyasha, un neo geometra che vanta la sua infedeltà nei confronti della fidanzata. E' un attimo, la rabbia prende il sopravvento e tra una provocazione e un insulto, i due giungono a una strana scommessa..
Riuscirà Kagome a scrivere l' articolo perfetto? E Inuyasha diventerà finalmente un ragazzo fedele? Ma soprattutto.. cosa accadrà fra i due?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Kagome sentì il campanello dalla camera.

Stava sfogliando una rivista, per niente intenzionata a vivere come un normale essere umano dovrebbe fare.

Il letto era fatto, l’ appartamento abbastanza in ordine (questo perché nei momenti tristi Kagome amava inspiegabilmente sistemare tutto ciò che era fuori posto), ma a parte dormire e mangiucchiare qualcosa, la ragazza non abbandonava mai le mura di casa.

 

Si alzò svogliatamente, pensando che era il terzo giorno di reclusione autoimposta.

Aveva mandato una mail a Rin, chiedendo alcuni giorni di ferie. La ragazza aveva prontamente acconsentito, ribadendo le sue scuse per la discussione al pub.

Scuse che già erano state inviate per sms e che Rin avrebbe anche espletato a voce, se Kagome avesse risposto a una sola delle sue chiamate.

Si era chiusa in una solitudine forzata, dove niente avrebbe potuto smuoverla.

Sapeva che ne aveva bisogno, e che con un po’ di tempo tutto sarebbe andato meglio.

 

 

Il campanello suonò ancora

“Arrivo!” disse lei aumentando il passo.

Quando aprì la porta rimase sorpresa

 

“Sango!”

“Sei viva!” ribatté l’amica entrando

“In stato pietoso ma viva” si guardò un po’ intorno, notando subito la colonna e rimanendone esterrefatta. Non aveva mai visto nulla di simile, e l’impatto, in quella casa sempre così ordinata e dai colori pacati, la lasciò un attimo interdetta.

“Che ci fai qui, non dovresti essere a lavoro?” la ragazza si voltò

“Hai forse una vaga idea di che ore siano?” Kagome si guardò intorno costernata

“Cielo, sai almeno da quanti giorni sei chiusa qui dentro?” Kagome alzò tre dita della mano destra

“Ok, sei ancora sana”

“Fiuuu” sospirò ironicamente l’altra

“Sono le sei passate, ho staccato da più di mezz’ora e ho deciso che ne avevo abbastanza di questo tuo barricarti in casa” disse sedendosi sul divano

“Mi dispiace, non me la sento di venire in redazione” Sango sospirò

“Lo capisco, e non voglio certo spingerti a fare il contrario. Però stare qui tutta sola non ti farà bene”

“Ma io sto bene. Ho un sacco di compagnia qui” disse indicando una pila di riviste

“Prima o poi dovrai uscire. E sono qui apposta per rendere il tutto più facile” Kagome la guardò, aspettando una spiegazione che non arrivò

“In che modo, scusa?”

“Ma parlando ovviamente! Hai bisogno di confidarti, non di chiuderti nel mutismo e nella solitudine!” Kagome si sedette vicino a lei

“Sango, davvero non c’è bisogno che ti preoccupi, va tutto bene”

“Vorrai scherzare spero? No dico ti sei vista allo specchio ultimamente? Hai un’ aspetto spaventoso!”

“Sango..”

“Dovresti farti un massaggio al viso”

“..Sango”

“Andiamo a fare shopping?”

“No!” Kagome si accorse di aver alzato un po’ troppo la voce, e si fermò subito, calmandosi

“Io.. non c’è bisogno che ti preoccupi per me. Sto bene” la voce iniziò a tremarle.

“Non ci crederei nemmeno sotto tortura. Io ti conosco troppo bene e non posso lasciare che ti distrugga così rimanendo sola coi tuoi pensieri. So fin troppo bene quanto male possa farti”

Kagome tirò su col naso.

“Dannazione, nel pomeriggio non avevo ancora pianto..” si lasciò sfuggire

“Vieni qui” Sango l’abbracciò, lasciando che si sfogasse.

“Immagino non vi siate più visti né sentiti..”

 

La ragazza si scostò, asciugando le lacrime e guardando l’amica

 

“Dopo la serata è stato qui”

“Cosa vi siete detti?”

“Lui che è innamorato di me. Io che non ci credo” Sango la guardò, incerta sul da farsi

“Non posso credere che sia vero, capisci? È andata come con Kouga, nello stesso identico modo”

“No, Kagome, Inuyasha non è come lui. Si è davvero innamorato di te”

Lei la guardò incredula

“E come fai a esserne così sicura?”

“Basta guardare te, e questa casa per capirlo..” Sango fissò lo sguardo sulla colonna

“Pensi che se fosse realmente innamorato di Kikyo avrebbe speso tutto il suo tempo libero per stare con te? Per scrivere su un muro?”

Sango guardò le frecce, i disegni colorati, e le scritte di alcuni cibi.

“Ma lui era costretto a farlo, per via dell’ articolo”

“Poniamo che fosse vero. Se realmente fosse stata una forzatura come pensi che avrebbe passato il suo tempo insieme a te?” Kagome sembrò pensarci su

Forse non avrebbe cucinato per lei. Non sarebbero andati al cinema, o a fare la spesa insieme. E quella stupida colonna sarebbe ancora bianca.

 

“E soprattutto.. non posso credere che si sarebbe spinto fino a fare l’amore con te, Kagome”

“Io.. nemmeno io lo credo per davvero. Ma tanto che importanza ha Sango? Perché pensare a tutto questo?”

“Perché forse.. forse le cose si possono ancora sistemare” Kagome si alzò dal divano.

“No che non possono sistemarsi.. Inuyasha si sposa con la sua ragazza, ricordi?”

“Inuyasha e Kikyo si sono lasciati” Kagome si girò di scatto, guardando l’amica pietrificata.

“Ah” disse solo

“Si sono lasciati nel momento in cui noi siamo andate via dall’ evento. Quindi quando è venuto da te, lei non era più la sua ragazza. Adesso Inuyasha non ha alcuna ragazza”

Quelle parole le fecero palpitare il cuore furiosamente.

Non si aspettava una cosa del genere. Nella sua mente era andata diversamente.

 

Più o meno così:  la sua ragazza aveva annunciato le nozze col mezzo-demone, al ché lui era corso da lei e aveva cercato di convincerla a cambiare idea, perché ci era appena andato a letto, ovvio, mica per altro. Ma avendolo lei rifiutato allora aveva sicuramente deciso di sposarsi tornando dalla bellissima Kikyo.

 

Per un secondo le sembrò tutto un’ immensa stupidata.

Come aveva potuto essere stata così ottusa?

 

“La cosa non ha alcuna importanza per te?” chiese Sango

“No”

“Ma.. ti ho appena detto che Inuyasha è libero, e che a quanto pare non aspetta altro che un tuo segnale!”

“Non mi interessa!” Sango la guardò stupita, per poi corrucciarsi.

“Bene, allora non vedo perché tu debba startene qui tutta sola a compiangerti! Se non te ne fregava nulla non c’era bisogno di prendersela tanto”

“Possibile che non capisci?” Kagome le andò incontro, il volto arrossato

“Possibile che non ti renda conto.. di quanto io abbia paura?”

“Di cosa?”

“Paura di soffrire ancora. Che sia come tutte le altre volte..” Sango attese

“Ho dovuto monitorare Inuyasha perché non tradisse la sua ragazza, quando l’amante sono stata io”

“Kagome, non sei più l’amante di nessuno ora”

“Quanto tempo credi che passerà prima che succeda di nuovo? Prima che sia io la stupida fessa che verrà tradita?” Sango guardò l’amica mentre si abbandonava a un gran pianto liberatorio

“Per tutto questo tempo non ho fatto altro che recriminarmi qualcosa che non sapevo di aver commesso. Per poi scoprire che in quattro mesi di relazione con Kouga non ero stata in grado di accorgermi che il mio ragazzo stava per sposare un’altra. E adesso.. adesso mi sono innamorata di un ragazzo che non è in grado di essere fedele.. che ha tradito la sua ragazza con me. Come potrei fidarmi e vivere una storia come se niente fosse?”

“Kouga è uno stronzo patentato, ok? E parlare di lui ti farà solo stare peggio, perciò buttalo nel dimenticatoio! E’ vero anche Inuyasha non è stato corretto, ma sono sicura che sia diverso dal solito.. e io sono sempre stata critica, lo sai. Guarda me e Miroku, mi rifiutavo di uscire con lui perché palpava il sedere alle altre. Adesso sono così felice che.. che quasi mi pento di aver aspettato così a lungo per lasciarmi andare. Quello che voglio dirti è che fidarsi non è facile. Ma sei stata tu a dirlo l’altra sera.. che è molto più bello fidarsi e correre il rischio, no?”

Kagome asciugò alcune lacrime dagli occhi, sentendo che tutto era così dannatamente insormontabile.

“Forse fidarmi è stato solo uno sbaglio”

“O forse stai sbagliando adesso, a buttare via qualcosa che si può ancora recuperare” nel dirlo guardò nuovamente la colonna.

E nel dipinto totale qualcosa le saltò agli occhi, qualcosa che prima non aveva avuto modo di vedere.

 

“Che ne dici di berci qualcosa di caldo?” propose poi guardando Kagome

L’amica annuì, andando verso la cucina

“Vado un attimo in bagno, torno subito”

“Ok”

 

Quando Sango entrò aprì l’acqua del rubinetto e tirò fuori il telefono dalla tasca.

 

Pronto?

“Miroku!”

Perché parli così piano?

“Sono nel bagno di Kagome!”

Interessante.. e c’è anche lei?

“No idiota!”

Scusa, come stai tesoro?

“Bando alle ciance! Qui la situazione è critica” Sango sentì alcuni rumori. Ipotizzò che Miroku fosse vicino a Inuyasha e che per parlare si fosse allontanato

Capisco..

“E da te come va? Inuyasha ti ha detto qualcosa?”

Pare abbia cercato di convincerla, ma non c’è stato verso

“Lei credeva che stesse per sposarsi”

Le hai detto vero che si son lasciati?

“Certo”

E quindi?

“Quindi dice che lui rimane un infedele, e che finirà col tradire anche lei”

Ecco cosa è stato..

“Cosa?”

Inuyasha è parecchio giù. Certo avevo capito che si trattasse di Kagome, e che lei lo avesse rifiutato dopo l’ uscita di Kikyo. Ma mettendola così, lo ha punto nell’ orgoglio lasciandolo con le spalle al muro. Probabilmente lo sapeva e ha scelto di farlo apposta, per porre fine a tutto quanto

“Astuta la mia amica..”

Già.

“E ora che facciamo?” sentì il ragazzo sospirare dall’ altra parte del telefono

Ora cerchiamo di sistemare le cose

“Va bene, tienimi aggiornata ok?”

Certo, a più tardi

 

 

 

Miroku riattaccò, tornando nello studio


“Ehi, che ne dici di una birretta dopo il lavoro?” Inuyasha non distolse nemmeno lo sguardo dal foglio che aveva davanti. Con una squadra e una matita continuava a tracciare linee che poi osservava per minuti interi, e quasi sempre cancellava.

 

“No, grazie”

“Allora una cenetta? Sango ha da fare..”

“Ti ringrazio, ma credo che mi fermerò fino a tardi”

“A lavorare? Eddai Inuyasha, così mi fai sentire un lavativo! E poi non fa mica bene alla salute! Dovremmo uscire e divertirci un po’” finalmente Inuyasha si distrasse dal lavoro per guardare Miroku negli occhi

“Non sono dello spirito per divertirmi”

“Proprio per questo devi provarci! Deprimendoti ti vien voglia solo di deprimerti, mi spiego?”

“Si, ti spieghi, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. E’ solo un periodo, passerà.” Si voltò a guardare di nuovo il grande disegno che aveva davanti

“E poi abbiamo appena firmato il nostro primo contratto, ci tengo affinché tutto funzioni da subito”

 

Miroku lo guardò bene. E poi decise di lanciarsi

 

“Senti Inuyasha.. so che non ne vuoi parlare, però non posso proprio vederti così” il ragazzo si fermò di nuovo, appoggiando la squadra e la matita

“Siamo amici da un sacco e anche se non mi hai detto niente di quello che è successo credo di aver capito più o meno cosa è accaduto”

“Ho tradito Kikyo, di nuovo”

“Ti sei innamorato” Inuyasha tacque per un pò

“Rimane comunque il fatto che ho tradito Kikyo”

“Non state più insieme, no? Perché ti tormenti tanto se poi dall’ altra parte hai scoperto qualcuno di più affine a te?”

“Se fosse così starei con lei” riprese in mano il righello e la matita

“Magari.. magari ha solo bisogno di tempo per digerire la faccenda di Kikyo. Insomma, dopotutto lei ha parlato di matrimonio” Inuyasha rimise nuovamente giù tutto quanto, in malo modo

“Già, e forse a questo punto avrei fatto meglio a sposarmi con lei!” Miroku rimase in silenzio

Inuyasha lo guardò con rabbia, lo sguardo tormentato

“Ho fatto una cazzata.. l’ho tradita, di nuovo. Perché si, pensavo di aver trovato la persona giusta. E non sono riuscito ad aspettare di sistemare le cose.. di fare tutto alla luce del sole. E questo è il risultato. Non si fida di me, perché è convinta che la tradirò come ho tradito chiunque” abbassò lo sguardo, schiacciato dal peso delle sue stesse parole

“Quindi no, non ho voglia di uscire a bere qualcosa, o di divertirmi. E in realtà nemmeno di lavorare fino a tardi”

Con un movimento elegante si alzò dalla sedia e sgusciò lontano dall’ amico, andando a prendere la giacca

“Inuyasha, dai amico, lascia almeno che ti faccia compagnia” Inuyasha si vestì e andò a raccogliere alcuni fogli e una cartelletta

“Ci vediamo domani mattina” disse solo, per poi uscire dall’ ufficio.

 

 

 

* * *

 

 

 

Rin fissava lo schermo da ormai venti minuti buoni, senza leggervi nulla che potesse risvegliarla da quella sensazione di torpore.

Non era concentrata e non riusciva a esserlo.

Non faceva altro che pensare alle parole di Kagome, e a Sesshomaru.

Più passavano i giorni più la solitudine che sentiva la portava a credere che se la fosse cercata da sola. Perché alla prima difficoltà non aveva esitato a mollare tutto e a non voler ascoltare nessuno. Per lei contavano sempre e solo le sue ragioni, per la sua integrità.

Ma che senso aveva se poi era infelice?

Che senso aveva se l’ unica persona da cui si era separata era anche la più importante della sua vita?

 

Davanti a un amore così grande tutte le sue stupide macchinazioni l’ avevano portata solo a rovinare tutto, e adesso aveva fatto lo stesso errore.

Senza contare che l’ unica cosa che aveva appreso, era che lui l’ avesse realmente tradita, anni addietro. Cosa che comunque, lei aveva già pensato all’ epoca.

Perciò non aveva senso prendersela così ora, e più ci pensava più sentiva il desiderio di tornare da lui e chiedergli scusa, dirgli che non contava davvero più niente che non fossero loro due.

 

Guardò il cellulare e lo prese in mano.

Sospirando, compose il numero che in quei giorni aveva fatto decine di volte.

 

Suonava libero, e dopo qualche squillo Rin ebbe la sensazione che non avrebbe risposto, come non aveva fatto fino a quel momento.

Poi, finalmente, un’ esile voce le rispose.

 

Pronto, Rin” la giovane rimase in silenzio qualche secondo

“Mi dispiace tanto..” disse piano. Dall’ altra parte sentì un sospiro

Non fa niente. Sono io che devo scusarmi

“No, non dirlo neanche per scherzo.. hai fatto bene a dirmi quelle cose. Sono stata una stupida” sentì la propria voce iniziare a tremare

Se la sarebbe presa chiunque..

“Forse è vero.. ma così facendo ho rovinato tutto, di nuovo”

Puoi provare a sistemare le cose se vuoi. Penso che lui non aspetti altro, Rin” Rin tacque

“Non so se ho il coraggio..”

Certo che ce l’hai! Non ho mai visto una donna con più palle di te!” a Rin scappò una risata

Devi andare da lui e chiarire ogni cosa. Sarebbe da stupidi rimanere separati.. vi amate così tanto” Rin sorrise, asciugando una lacrima che era sfuggita alle ciglia

“Grazie, Kagome”

Di nulla. Ah, domani torno in redazione

“Non aspettavo altro”

Buona fortuna” e riattaccò

 

Rin guardò il telefono ancora qualche secondo, e poi si alzò come una furia.

Prese le sue cose e uscì dall’ edificio. Fuori era ormai buio, e l’ aria anche più fresca del solito.

Prese un taxi al volo e si accomodò, cercando di rilassarsi e di pensare a qualcosa di sensato da dire.

 

Iniziò a torturarsi le unghie, guardando le luci della città e le vie che passavano veloci.

Doveva farsi perdonare, e dire a Sesshomaru che lo amava, e che non le importava davvero più di niente se non di loro due.

Già, come poteva fargli capire tutto questo con qualche frase?

Doveva riuscirci, si disse.

 

Il taxi si fermò davanti alla casa dei fratelli, e lei sentì il cuore balzarle in gola.

Pagò l’ uomo e uscì, accorgendosi solo in quel momento che stava piovendo.

 

Guardò il taxi andare via e poi tornò a guardare la casa.

Al piano di sotto era tutto spento. Mentre al piano di sopra alcune luci erano accese. Quindi era in casa.

 

Bene. Piano si diresse verso la villetta, e dritta verso le scale che portavano agli appartamenti del primogenito.

Salì i gradini con la tentazione di scappare a ogni passo, sentendo il cuore scoppiare per l’ agitazione e la pioggia bagnarla ogni secondo di più.

 

Quando giunse davanti alla porta allungò la mano per bussare.

Lo fece, aspettando  agitata che venisse ad aprirle. Ma non venne nessuno alla porta.

Provò allora col campanello, e il suono era così forte che la fece trasalire.

 

Indietreggiò di un passo, certa che adesso lui sarebbe andato ad aprirle.

Sentì alcune voci nella casa. Ma non riuscì a capire di chi si trattasse.

Attese paziente, finché la porta non si aprì, e Rin rimase imbambolata davanti al sorriso felice di una ragazza mai vista prima.

 

“Buonasera!” le disse la giovane

Rin la guardò, cercando di capire chi fosse, cosa facesse lì, e soprattutto cosa diavolo dovesse fare.

Non la conosceva, e non sapeva nemmeno cosa dirle, aspettandosi di vedere Sesshomaru. E dannazione, una strana e incontrollabile gelosia iniziò a pervaderla

 

“B-Buonasera” disse solo

 

La ragazza le sorrise, continuando a guardarla per qualche secondo. Poi d’ un tratto si fece seria

 

“Oh che sbadata, ma tu starai cercando Sesshomaru non è vero?” Rin la vide ridere e posarsi una mano sul petto

“Devi scusarmi, mi sono appena trasferita qui ma non sono ancora abituata al fatto di essere in casa sua!” Rin sentì il sangue nelle vene raggelarsi. Non seppe se per il freddo provocato dalla pioggia, ma era certa che qualcosa in lei si stesse sgretolando.

“Ma ora te lo chiamo, che svampita” si girò e cacciò un urlo

“Sesshyyy!” Rin sentì le ginocchia cedere

 

Ci aveva provato, ok? Avrebbe messo tutto in discussione per tornare con lui, ma questo era veramente troppo.

Non poteva sopportare di mettersi in ridicolo quando lui aveva già evidentemente voltato pagina.

 

“N-no, ti prego, lascia stare..” la ragazza si rigirò

“Hai sbagliato appartamento? Forse cerchi Inuyasha allora! Devi andare giù di sotto!”

“Già, ho sbagliato, chiedo scusa..” disse piano

“Chi è?” Rin sentì la voce di Sesshomaru dalla casa, e istintivamente arretrò di qualche passo

Approfittando del fatto che la ragazza si fosse girata verso di lui, Rin iniziò a scendere le scale come una forsennata.

I tacchi alti erano un vero impedimento, e lo era anche la pioggia, che era aumentata notevolmente. Il terreno era bagnato e fu costretta a limitare un po’ la velocità o sarebbe scivolata.

 

 

“Chi era?” Sesshomaru andò incontro alla ragazza, che aveva chiuso la porta

“Una ragazza”

“E cosa voleva?”

“Non l’ ho capito sai? In realtà non ha detto nulla, ma sembrava un po’ spaesata” Sesshomaru sentì il sopracciglio scattare. Qualcosa non andava

Corse fino alla porta e l’ aprì, sentendo l’ inconfondibile profumo di Rin misto a quello della pioggia. Uscì fuori e guardò oltre il balcone, vedendo la ragazza ferma sul marciapiede, in attesa di poter attraversare la strada.

 

Senza pensarci due volte urlò con tutto il fiato che aveva in corpo

“Rin!”

La giovane si voltò e lo guardò, e sentì le lacrime sgorgare copiose, senza alcun argine.

Vedendolo scendere le scale si girò e continuò a correre, attraversando la strada.

 

“Rin, fermati!” urlò ancora lui, che le stava correndo dietro

La ragazza corse ancora più forte, chiedendosi cosa stesse facendo e dove diavolo stesse andando.

Entrò in una via illuminata e la percorse facendosi largo tra la gente, e poi girò a sinistra, andando verso un parco. Entrò nel cancello e corse lungo il sentiero, sentendo i tacchi affondare ogni passo di più nel terriccio e avvertendo una spossatezza crescente alle gambe.

 

“Diavolo, vuoi fermarti?” la voce di Sesshomaru la raggiunse forte e chiara, segno che si stava avvicinando, e infatti non ci mise molto ad agganciarla.

 

Allungò una mano e le prese un braccio, tirandola quel tanto che serviva  per fermarla e non farla cadere.

 

La sentì singhiozzare, e respirare concitatamente.

Vedeva le spalle scosse e sentiva l’odore delle sue lacrime.

 

Si avvicinò piano e le andò davanti

Sembrava un cucciolo impaurito, perduto. Senza più nulla al mondo.

 

“Calmati, Rin. Va tutto bene” le disse avvicinandosi. Le prese il volto e la guardò, specchiandosi in quegli occhi grandi e che mai in tutta la sua vita aveva visto così colmi di paura.

 

“Cos’è successo?” le domandò, ed era così vicino che Rin fu tentata di non dire niente, e avvicinare le labbra alle sue e baciarlo, ancora e ancora, per sempre.

 

“I-io.. niente” abbassò lo sguardo, trovandosi a guardare il petto di lui.

 

Indossava una camicia semi sbottonata, da cui si intravedeva il petto liscio e ormai bagnato dalla pioggia.

Avrebbe voluto toccarlo e appoggiarci la fronte. Sentire quel calore inconfondibile che aveva il potere di farla stare subito meglio.

 

“E allora perché stai piangendo?” lui allungò le mani e iniziò ad accarezzarle le guance, trattenendo poi il viso in una presa gentile e costringendola a guardarlo negli occhi.

 

Ma Rin non seppe cosa dire.

Non riusciva a dirgli che era venuta da lui perché voleva chiarire ogni cosa.

E che alla sola vista di una donna in casa sua, come sempre aveva pensato male.

Si era sentita una stupida, ed era corsa via.

 

“Perché sei venuta da me?”

 

“Non lo so più nemmeno io..” sussurrò appena, tirando su col naso

 

Lui appoggiò la fronte alla sua

 

“Perché non mi dici che ti sono mancato?” disse piano

“E che non potevi.. non puoi stare senza di me” la vide mutare l’ espressione in una maschera di sofferenza, le lacrime implacabili.

“Che siamo fatti per stare insieme” lentamente avvicinò le labbra alle sue, cercando di suggellare il tutto con un bacio lento e casto.

 

Ma lei si scostò, senza riuscire ad allontanarsi più di tanto però.

Lui non glielo permise

 

“Perché ho paura che succeda di nuovo..” lui la guardò meglio

“Che cosa?”

“Ho paura di non riuscire a fidarmi più di te” lo guardò, aspettando di vedere il suo sguardo irrigidirsi, di vedere il distacco e la freddezza.

“So che ho sbagliato, perché in questo modo ho solo fatto sì che tu ti allontanassi..”

“Rin, non è così. Non avevo davvero mai tempo per noi, e quella sera.. ero così stanco e arrabbiato.. ne soffrivo anche io, devi credermi. E poi sei arrivata tu e hai frainteso tutto, e io..” lei ricominciò a piangere, e lui a carezzarle il viso gentilmente

“Ho perso la testa, ho fatto una cavolata immensa!”

 

La pioggia scendeva incessante, e Sesshomaru prese Rin e la trascinò sotto un albero.

Alcune gocce d’acqua arrivavano comunque a bagnarli, ma almeno così erano un po’ più riparati. La fece appoggiare al tronco e si riavvicinò, cercando di riprendere a fatica il discorso.

 

“Sei sparita, e non hai davvero più voluto vedermi.. ma quando ci siamo rincontrarti per via di Inuyasha, ho capito quanto fosse indispensabile per me averti accanto. Eppure ho avuto paura di confessarti tutto.. perché temevo non mi avresti mai perdonato..”

“Sono stata una stupida..”

“No, ho sbagliato io.. ma ti prego, oltre a questo non ti ho mai nascosto nient’ altro, devi credermi!”

 

Lei lo guardò sotto le ciglia bagnate, cercando di decifrare quegli occhi così pieni di emozioni.

 

“Io ti amo con tutta me stessa..” confessò timidamente, sentendosi arrossire e vedendo anche lo sguardo di lui sciogliersi.

“Ti amo così tanto che sarei disposta a tutto pur di starti vicino..” lo sentì avvicinarsi, con tutto il corpo, con tutto il suo calore.

 

“Ma ho così paura da non poter fare a meno di dubitare subito di te..”

 

Lui si allarmò, staccandosi di poco.

 

“Sono così gelosa che.. non ho potuto fare a meno di pensare che quella ragazza di poco fa fosse la tua ragazza.. che vivessi insieme a lei e che.. non mi amassi più” si coprì il volto con le mani, nascondendo le lacrime copiose.

 

Sentì il corpo di lui allontanarsi del tutto, lasciandola appoggiata al tronco e con la sconcertante sensazione che fosse tutto finito.

 

Riaprì gli occhi e lo guardò, leggendo un’ amarezza che avrebbe preferito non conoscere mai.

 

“Non ti fidi più di me..” le disse piano

 

I secondi passavano, e nessuno dei due seppe più cosa dire. Rin sentiva solo che il suo cuore si era spezzato irrimediabilmente, che finalmente era stata sincera, ma che ne avrebbe pagato caro il prezzo.

 

Guardò negli occhi Sesshomaru, quegli occhi che adesso erano imperturbabili e vuoti. Si disse che quella era l’ ultima volta che li avrebbe visti, si disse che non li avrebbe mai dimenticati. Che non avrebbe mai dimenticato nulla dell’ unico uomo che avesse mai amato.

 

“E va bene..”  disse lui dopo un silenzio che parve senza fine.

 

Lei lo guardò, cercando di decifrare quella frase, di capire cosa realmente ci stesse dietro.

Sentiva freddo. La pioggia, e il suo cuore triste stavano lentamente congelando tutto il suo corpo.

 

“Va bene, Rin..” disse ancora, la voce pacata ma decisa.

 

Ecco, pensò lei. Ha capito che non c’è speranza. Che sarebbe tutto vano e che è meglio finirla qua..

 

“Sono disposto a tutto, anche se so che sarà dannatamente difficile..” Rin sentì qualcosa sciogliersi dentro di lei

“Farò di tutto per permetterti di fidarti ancora di me.. “ allungò una mano e le accarezzò una guancia. Rin si accostò maggiormente al suo tocco, piangendo

“Perché non c’è niente di più importante, per me” si avvicinò e le prese il volto fra le mani

“Niente” e poi non poté proprio più aspettare

 

Finalmente la baciò, mettendo a tacere ogni possibile risposta, o accusa, o qualsiasi cosa avrebbe potuto ribattere. Passando sopra tutto quel che era accaduto.

Adesso importava solo quello, importava che lui la sentisse ancora sua, ancora lì per lui, perché quei giorni senza di lei erano stati un inferno al quale non voleva più sottomettersi.

 

La baciò con delicatezza, impedendosi di affondare nella sua bocca con la foga che lo aveva sempre contraddistinto, ma cercando di sentire la risposta e il desiderio di lei.

E fortunatamente non si fece attendere. Sentì la lingua di lei rispondere timida, cercandolo con un bisogno che lo intenerì. La baciò, levando il sapore delle lacrime dalle sue labbra e spargendovi il suo, rimarcando ancora una volta il suo passaggio e la sua proprietà.

E poi l’ abbracciò, forte, nascondendo il viso fra i suoi capelli e beandosi del suo corpo avvinghiato al suo, delle sue mani piccole ma sapienti immerse nei suoi capelli.

 

La sentì tremare, realizzando quando fosse bagnata e infreddolita.

Si staccò e la guardò negli occhi, in quegli occhi che lo avevano stregato dal primo momento in cui li aveva incrociati.

 

“Penso che per prima cosa dovrei riportarti a casa mia.. e trovare un’altra sistemazione a mia cugina Tsukiyomi” Rin sgranò gli occhi, arrossendo

“Tua.. tua cugina?” chiese flebilmente

“Già” la fissò, studiando la sua reazione

“Oh” disse lei, iniziando a sentire tutta la frustrazione e la gelosia scemare, lasciando spazio a un benessere e a una serenità che negli ultimi giorni aveva dimenticato di poter sentire.

“E’ architetto anche lei, e ogni tanto collabora col mio studio, ma non vive in città ed è costretta a trasferirsi da noi per qualche giorno ogni volta”

Rin non seppe cosa dire, vergognandosi all’ istante della reazione folle che aveva avuto solo pochi minuti prima, scappando come una pazza.

“E adesso le devo trovare un altro posto dove passare la serata, immediatamente, perché se non faccio subito l’amore con te rischio di impazzire”

 

 

 

Rin lo seguì, lasciando che lui la tenesse per mano e che la portasse indietro, sotto la pioggia, fino a casa sua.

Quando rientrò nell’ appartamento Sesshomaru sentì un silenzio allarmante. Dov’era finito quel terremoto della cugina?

Avanzò piano, andando verso la cucina, dove trovò un grande biglietto appeso al frigorifero.

 

“Mi è venuta voglia di pizza! Ho incontrato Inuyasha e sto uscendo con lui. Ah, dormo a casa sua! ;)  Tsuki“

 

Gli venne quasi da sorridere. Quella furbastra aveva capito tutto.

Tornò con passo lento verso Rin, guardandola indifesa e spaesata, come se non fosse mai stata lì. Pensò che tutte quelle emozioni, la paura di perdersi e di non potersi amare più, dovevano averla scossa davvero tanto.

L’ abbracciò forte

 

“Mia cugina si è volatilizzata. Abbiamo la casa tutta per noi..”

 

Le prese i fianchi e studiò la sua espressione, leggendo ora un po’ di quell’ abbandono che aveva sempre accompagnato i loro momenti insieme. Ma era ancora così impaurita..

La baciò piano accarezzandole i capelli bagnati

 

“Rin..” le disse a fior di labbra “lasciati amare”

 

Tornò a occuparsi delle labbra, conscio di averla rincuorata e ammorbidita con le sue parole. Sentì infatti la lingua di lei rispondere piano ai suoi assalti, ricercandolo con la stessa voglia di esplorarsi, di infiammarsi.

 

“Sei tutta bagnata” le sussurrò poi a un orecchio, andando con le mai a sfilarle la giacchetta. La lanciò sul pavimento, e andò subito a dedicarsi alla maglia.

Era letteralmente incollata al suo corpo, e piano la sollevò, godendosi quei centimetri di pelle rivelata, messa a nudo, così perfetta.

Quando le sfilò l’indumento rimase fermo a contemplarla per qualche secondo, beandosi del suo sguardo arrossato, delle coppe di pizzo piene e bisognose di attenzioni.

Poteva esistere creatura più bella?

E lui come aveva potuto perderla per ben due volte, quando era già stato così dannatamente fortunato solo per averla incontrata?

Non avrebbe mai e poi mai permesso a se stesso, né a lei, di separarsi di nuovo.

 

“Dio, Rin..” tornò a baciarla, avvolgendola con le braccia e cercandola stavolta con più energia. Non ce la faceva davvero più, aveva aspettato troppo a lungo di riaverla sotto il suo tocco.

Scese con le labbra a baciarle il collo, e poi l’ incavo fra i seni, sentendo le braccia di lei circondagli la testa e bearsi del contatto della sua lingua calda con il suo petto freddo e bagnato.

 

Quasi s’inginocchiò, scendendo a baciarle la pelle e arrivando fino alla gonnellina. Con mani sapienti abbassò la cerniera e la fece cadere in basso. Quel profumo che si sprigionò, quell’ odore a lui così noto, ma sempre così inebriante lo avvolse come una droga.

Si rialzò piano, prendendola e mettendosela a cavalcioni.

 

La sentì gemere, quando la fece letteralmente sbattere contro la sua erezione.

La vide sospirare, e arrossire terribilmente.

 

Piano andò verso la sala, che era semplicemente la stanza più vicina.

Non avrebbe resistito fino alla camera, ne era certo.

 

Si sedette sul divano, con lei sopra.

 

Le slacciò il reggiseno e riaffondò in quella valle tondeggiante e profumata, mentre lei cercava di sbottonare la camicia di lui.

 

Al sentire le sue mani fresche a contatto col suo petto caldo qualcosa scattò in lui, e decise che non poteva davvero attendere oltre.

 

Si tolse brutalmente la camicia, rompendo i bottoni ancora attaccati. Alzò Rin quel tanto che bastava per potersi calare giù i pantaloni, e rimanendo finalmente nudo sotto di lei.

Rin avvampò sentendo l’asta calda premere su di lei. Sentì il corpo rispondere e accendersi sotto quella promettente erezione, e scoprì di essere in trepidazione.

Lo voleva, voleva unirsi all’ uomo che amava e sentirsi finalmente al sicuro fra le sue braccia, incastrata al suo corpo in quel modo conosciuto e indissolubile.

 

Lui la guardò negli occhi, bloccandole il viso a pochi centimetri dal suo e giocherellando contemporaneamente con le sue mutandine.

 

“Mi sei mancata da morire..” toccò spudoratamente il suo sesso attraverso l’ indumento fradicio.

“E ti desidero follemente” senza lasciarle tregua spostò il tessuto di lato, esponendola in tutta la sua bellezza.

Le baciò le labbra, posizionandosi sotto la sua apertura

 

“Ti amo..” le sussurrò, beandosi di quello sguardo che ricambiava ogni sua emozione, ma che ancora aveva bisogno di tempo e di lui per potersi abbandonare come sempre.

La baciò ancora, facendola scendere piano sulla sua erezione, riempendola con tutto il suo ardore e dando inizio a una danza passionale e infinita di cui mai si sarebbero stancati.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Mmmh, che ve ne pare? Ammetto di non essere pienamente soddisfatta, non so qualcosa non mi convince.

In questo capitolo comunque, abbiamo la situazione della coppia principale in stand-by, Kagome relegata in casa e nei suoi pensieri, Inuyasha chiuso nella sconfitta che ha dovuto incassare.

Sango e Miroku nelle vesti di cupido cercano di aiutare i due, e nel prossimo capitolo vedremo finalmente qualcosa smuoversi.

Infine, Rin e Sesshomaru.. non potevo certamente lasciarli divisi! Forse il Sesshomaru delle mie storie è un po’ troppo melenso e sdolcinato, me ne scuso con le fan del demone arrogante e taciturno, ma proprio non posso dire di no al mio lato romantico :D

 

Per chi non la conoscesse, Tsukiyomi è una sacerdotessa che appare nell’ episodio 139 dell’ anime. Nella mia storia è inserita  puramente per far ingelosire Rin :D

 

Ringrazio chiunque continui a seguirmi, ve ne sono assai grata!
Spero che il capitolo nonostante i miei dubbi possa essere di vostro gradimento!

 

Aruko

  
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