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Autore: Mary P_Stark    28/10/2016    1 recensioni
2024. Malcolm Hamilton e i suoi amici si apprestano a terminare i loro studi alla Columbia ma il giovane, Guardiano dello Spirito e Fulcro del Pentacolo di Potere della sua famiglia, sente che qualcosa non va, che qualcosa lo minaccia, pur se non direttamente. Niente e nessuno sembra riuscire a comprendere cosa stia curiosando attorno al giovane, neppure un'entità potente come la Fenice Araba, che si è presa personale carico di aiutare l'amico e Guardiano.
Cosa vi può essere che riesce a sfuggire agli occhi di un Dominatore dello Spirito? E sarà un'entità davvero malvagia, o solo incuriosita dal potere di Malcolm e della sua famiglia?
E' difficile scoprirlo, specialmente quando cuore e anima vanno in due direzioni diverse. Se il primo vorrebbe pensare agli occhi dolci di Eiko, la seconda è incuriosita da Rin, le due nuove amiche che Malcolm conosce all'università.
Riuscirà il ragazzo a non cacciarsi nei guai, o saranno i guai a trovare lui? - SPIN-OFF serie 'The Power of the Four' (è necessaria la previa lettura della saga, per comprenderne gli intrecci)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Power of the Four'
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14.
 

 
 
Fin da quando avevano imboccato la Inari-yama, gli era parso strano notare come, il corpo inconsistente della kistune, attraversasse letteralmente i torii dinanzi a loro.
 
Era come essere di fronte a un’apparizione spettrale ma, al tempo stesso, Malcolm sapeva che la volpe aveva anche una consistenza fisica. L’aveva provata sulla sua pelle, poco prima di uscire dal tempio shintoista.
 
Ne aveva sfiorato il manto con una mano, trovandolo soffice e caldo e, pur vedendovi attraverso, non era affondato in essa come con un fantasma.
 
Era tutto assai strano e insolito, persino per lui. Immaginava comunque che, per Eiko, dovesse essere davvero molto peggio.
 
Non voleva intrufolarsi troppo nella sua mente per lasciarle la sua privacy, ma era evidente che tutta quella situazione la stava mettendo alla prova. E non poco.
 
Avrebbe tanto voluto esimerla da quel compito, proteggerla da ogni pericolo, ma sapeva bene che era impossibile.
 
Aveva compreso più che bene le parole di Kurama, e aveva saggiato con mano il potente scudo che, negli anni, la volpe aveva creato nella mente ricettiva di Eiko.
 
Sì, avrebbe avuto bisogno di entrambe, era inutile girarci intorno. Il fatto che non gli piacesse affatto, era secondario e ben poco importante, al momento.
 
***
 
Il bosco che sorgeva intorno al monte Inari. I sentieri protetti dai torii che si inerpicavano fino alla vetta. Il cinguettio degli uccelli, unito al chiacchiericcio delle persone.
 
Infine lei, piccola e curiosa, che sfiorava ogni torii con le mani, assorbendone le preghiere votive incise nel legno grazie al tocco magico di Kurama.
 
Per anni, durante le sue visite al tempio, tra gli insegnamenti del nonno e quelli più subdoli – ma benevoli – della volpe, aveva creato il suo personale bosco attorno al tempio della sua anima.
 
Una protezione invalicabile, accessibile solo a chi avesse desiderato lei.
 
Non ne aveva mai saputo nulla grazie al volere di Kurama, che aveva desiderato proteggerla e, al tempo stesso, preservarla da quel mondo magico e oscuro.
 
Perché? Perché decidesti di farlo?” le domandò mentalmente a un certo punto Eiko, ben sapendo che l’avrebbe sentita.
 
Sai che noi volpi possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio… ciò che intravidi per te nel futuro, necessitava il mio intervento. Dovevo proteggerti.
 
E non avresti potuto avvertirmi? Avrei protetto anche Rin” le domandò per contro Eiko, sentendosi davvero inutile, in quel momento.
 
Anche avendolo saputo, non avresti potuto nulla. Il tuo scudo vale per te, e può essere utilizzato da persone come Malcolm, ma non ha valenza su altre creature umane prive di poteri.
 
Neppure io li ho. Eppure, ho uno scudo. Come mai?
 
Tu discendi da una stirpe di guerrieri e di cacciatori di demoni, Eiko, e molte kannushi, le sacerdotesse più potenti del tempio di Ise, facevano parte della tua famiglia. Il tuo sangue non sarà mistico come quello del tuo compagno, ma ha conosciuto la magia, ed è perciò più forte.
 
Sì, sapeva di aver avuto nella sua discendenza personaggi di un simile retaggio, ma mai avrebbe pensato che questo avrebbe fatto la differenza.
 
Che vi fosse qualcosa di diverso, di più spirituale e profondo di quanto non avesse in un primo momento pensato.
 
Nessuno pensa mai che i miti abbiano un fondo di verità, Eiko, anche se molti sono superstiziosi a sufficienza da seguire certi dettami pur non credendoci appieno. E’ il modo in cui il cervello preserva se stesso da cose che non è in grado di comprendere” le spiegò la volpe.
 
Eiko assentì, sapendo bene a cosa si stesse riferendo la volpe.
 
Il cervello tendeva a dimenticare tutto ciò che lo faceva soffrire per preservarsi integro, intonso e privo di punti oscuri.
 
Quindi, non sono come Malcolm, ma neanche come Rin, per esempio.
 
Esatto. Mi spiace soltanto di non aver potuto lasciarti i tuoi ricordi, prima di oggi, ma sapevo che Hashara li avrebbe percepiti, mettendoti in pericolo. Non sapevo se avresti mai incontrato Malcolm, ma era giusto proteggerti in ogni caso.
 
Sapevi di lui? Prima di oggi?” esalò Eiko, sorpresa.
 
Sapevo che, nel tuo futuro, avresti potuto incontrare uno stregone molto potente, e credimi, non sono molti, su questa terra. Ma il futuro non è scritto, è solo abbozzato e, anche ai miei occhi, non appare in tutta la sua interezza. Sapevo solo di doverti dare quante più protezioni possibili, tutto qui.
 
Quindi… non era scritto che io mi sarei innamorata di lui…
 
Kurama rise nella sua testa, ed Eiko con lei. Dopotutto, ricordarsi della volpe non era male.
 
Le piacevano quei ricordi, e quello che le era stato insegnato.
 
In ciò che è successo tra di voi c’è solo la vostra mano, non quella di altri.
 
Bene… non mi sarebbe piaciuto fare la figura dell’idiota per così tanto tempo, e senza alcun bisogno di farlo.
 
Voler accertarsi dei propri sentimenti, non vuol dire essere idioti, Eiko.
 
Dal mio punto di vista, sì. Ma mi consolo pensando che anche Malcolm ci ha dormito sopra.
 
Kurama rise ancora, e sentenziò: “Voi giovani avete un modo di parlare davvero strano, a volte.”
 
Lo so” assentì lei, sorridendo. “Kurama…
 
Sì, bambina?
 
“Mi fa piacere essermi ricordata di te.”
 
“E a me fa piacere poter parlare di nuovo con te.”
 
“Potrò tenere questi ricordi, quando tutto sarà finito?”
 
“Se tutto andrà come spero, pretenderò che tu ti ricordi di me” sottolineò Kurama, sghignazzando.
 
A Eiko fece molto piacere saperlo. Quante ragazze potevano dire di avere per amici una volpe a nove code e una Fenice, e per fidanzato uno stregone?
 
Ben poche, secondo il suo modesto parere.
 
***
 
Lasciati i torii alle spalle, il gruppo attraversò il tempio sito sulla cima del monte, dirigendosi direttamente sulla larga spianata erbosa che si trovava sulla vetta.
 
Da quel luogo silenzioso e tranquillo, Kyoto era ben visibile in tutta la sua estensione, illuminata e bellissima, protetta dal manto della notte e ignara di ciò che sarebbe ben presto avvenuto.
 
Quando infine raggiunsero il piccolo specchio d’acqua che sorgeva su un fianco della radura erbosa, Winter sorrise e disse alla volpe: “Se combattiamo sul ghiaccio, avremo un ulteriore vantaggio. Il cerchio avrà una superficie pari allo specchio d’acqua e potrò elevare barriere di contenimento più efficaci, a cui si andranno a unire quelle dei miei fratelli.”
 
“Sarai in grado trattenere la struttura, mentre sorreggi il cerchio, Dominatore?”
 
“Non lo farò io, ma qualcuno per me” asserì lui, muovendo le dita con eleganza.
 
Subito, sulla superficie dell’acqua, venne a crearsi una bruma leggera che, poco per volta, prese le sembianze di una donna bellissima.
 
Eiko la fissò strabiliata, chiedendosi chi fosse e perché fosse così differente dalle fate dello Spirito che Malcolm le aveva mostrato.
 
Volgendosi verso il compagno, la giovane domandò: “Come mai quella fata è così diversa? E a misura d’uomo?”
 
Sorridendole, Malcolm la prese per mano e si avvicinò alla fata che, nel frattempo, aveva preso totale corporeità e ora si trovava accanto a Winter.
 
“Eiko, ti presento mia madre.”
 
Lei fece tanto d’occhi e, coprendosi la bocca con le mani per trattenere un’esclamazione di sorpresa, fissò senza parola la bellissima donna di cristalli di ghiaccio che aveva di fronte.
 
Sapeva che la sua madre naturale era morta quando lui aveva quattro anni… ma mai avrebbe pensato che fosse stata una fata!
 
Intercettandone i pensieri, Malcolm sorrise e replicò: “No, non è sempre stata una fata. E’ stato mio padre a mutarla. Il suo spirito è trattenuto dal suo potere, e questo le permette di essere una fata di classe superiore. Per questo ha questa forma.”
 
La fata parlò, o almeno Eiko le vide muovere quelle labbra fatte di cristalli di neve, ma non udì alcunché.
 
Malcolm, allora, la prese per mano e disse: “Scusa. Chi non è legato al suo retroterra, non può sentirla. Ora puoi, attraverso me.”
 
“E’ un piacere conoscerti di persona, Eiko. Winter mi ha parlato di te. Io sono Erin, la mamma di Malcolm” disse allora Erin, sorridendole affettuosamente.
 
Di tutte le esperienze strane che aveva vissuto fino a quel momento, quella – per qualche strano motivo – le parve paradossale.
 
Eiko rise nervosa, le allungò una mano e disse: “Il… il piacere è tutto mio. Felice di conoscerti.”
 
Erin rise dolcemente, stringendo la sua mano e la ragazza, stranamente, avvertì un certo calore provenire da quei cristalli splendenti.
 
La sua magia? Forse.
 
“Spero di avere ancora tempo per parlare con te, e ringraziarti per come rendi felice mio figlio, ma ora il dovere mi chiama…”
 
Ciò detto, il suo corpo parve quasi disciogliersi dinanzi a loro e i cristalli andarono a compattarsi sulla superficie del lago, creando uno spesso strato di ghiaccio.
 
“Wow… e non scivoleremo?” esalò Eiko, ancora frastornata da quello strano incontro.
 
“Non succederà” le promise Malcolm. “Scusa, ma voleva assolutamente conoscerti, e io mi sono completamente dimenticato di spiegarti cosa fosse.”
 
Passandosi una mano tra i capelli, Eiko esalò: “Se avrò un esaurimento nervoso, riterrò te il solo e unico responsabile, e ti costringerò a curarmi.”
 
“Lo farò molto volentieri” replicò lui, ammiccando al suo indirizzo.
 
“Coraggio, piccioncini… saliamo sull’arena” li redarguì bonariamente Summer, indicando il lago ghiacciato con il capo.
 
Eiko annuì e, ancora mano nella mano a Malcolm, mise il primo piede sul ghiaccio, trovandolo ruvido a sufficienza per non scivolare.
 
Più sicura, avanzò con Mal al fianco e, nel passare accanto a Winter, mormorò: “Grazie per quello che hai detto a Erin.”
 
“Ho detto solo quello che penso. Inoltre, Erin può sentire senza difficoltà ciò che prova Malcolm. E’ legata a lui a doppio filo” le sorrise Winter, dandole un buffetto sulla guancia.
 
Sorpresa, Eiko lasciò che sfilasse accanto a lei per raggiungere uno dei quattro punti in cui i gemelli si erano posizionati per creare il Cerchio di Potere.
 
Summer aveva avuto ragione a chiamarla arena.
 
Ne aveva sia le dimensioni che la forma.
 
“Che intendeva dire, tuo padre, dicendo che tua madre è legata a te? Non dovrebbe essere legata a lui, visto che prende il potere dall’Acqua?” mormorò Eiko, mentre si avvicinava al centro del lago assieme a Mal e Kurama.
 
Quando raggiunse il centro del lago, Malcolm si posizionò di fronte a Eiko, la prese per entrambe le mani e replicò: “Sì, mamma è una fata superiore dell’acqua, ma è legata alla mia anima per un motivo diverso. Quando papà la mutò in una Elementale per salvare la sua anima, e permetterle così di vedermi crescere, lei decise di accettare, ma solo a patto di essere legata a me. Una volta che io morirò, lei smetterà di essere una fata, e anche il suo spirito se ne andrà.”
 
“Oh” esalò Eiko, impressionata.
 
Se non era amore materno quello. Erin aveva rinunciato all’immortalità concessa alle fate, legandosi al destino del figlio.
 
“E’ una cosa bellissima” aggiunse poi la ragazza, levandosi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra.
 
“E’ ora, bambini… basta con i convenevoli. Dobbiamo immergerci in Malcolm, perché lui avrà bisogno di tempo per comprendere come usarci” li interruppe Kurama, accucciandosi in tutta la sua lunghezza attorno a loro.
 
Malcolm avvertì contro le gambe la morbidezza della sua pelliccia ed Eiko, nel guardarla, le domandò: “Cosa devo fare?”
 
“Sdraiati contro di me, così ti terrò al caldo. Quando sarai penetrata in lui, perderai il controllo sul tuo corpo, e non vuoi crollare a terra come un sacco di riso, vero?”
 
“Aaah, no. No davvero” borbottò Eiko, affrettandosi a sistemarsi contro il pelo morbido e folto della volpe. Era davvero calda! “Sei molto comoda, sai?”
 
“Grazie.”
 
“Quando volete, io sono pronto. Le porte sono aperte” disse a quel punto Malcolm, lanciando un’occhiata ai suoi zii e al padre.
 
Loro assentirono e, nel richiamare i poteri degli elementi, chiusero il cerchio e innalzarono le prime barriere contenitive.
 
Quattro cilindri di luce si elevarono dai loro corpi, andando a unirsi sopra il capo di Malcolm, a diversi metri d’altezza. Non appena i loro poteri si sfiorarono, i cilindri luminosi si aprirono a ventaglio, creando una cupola robusta e invalicabile, da cui quasi non si scorgeva più il bosco.
 
L’aria sfrigolò attorno a loro, segno che il potere dei quattro stava intensificandosi, irrobustendosi, ingigantendosi.
 
Per Malcolm venne quindi il momento di aprire anche la propria mente al suo potere e, per la prima volta, lo lasciò completamente libero da freni.
 
Un’intensa luce dorata si sprigionò da ogni poro della sua pelle e Kurama, ammirata suo malgrado, mormorò: “Non stupisce che Hashara volesse divorarti.”
 
“Pensi di precederla?” ironizzò Malcolm, allungando una mano verso di lei.
 
“Dovrei darti un morso anche solo per averlo pensato” replicò la volpe, ghignando.
 
Ciò detto, lo avvolse con il suo potere dirompente e Malcolm, stringendo i denti, lasciò che penetrasse dentro di sé un po’ alla volta. Fu come ricevere in pieno volto un’ondata d’acqua e, al tempo stesso, un calcio nelle costole.
 
“Eiko, ora chiudi gli occhi e pensa a quando parli a Malcolm con la mente. Basterà questo, a farti risucchiare in lui” disse poi la volpe, rivolgendosi alla sua protetta.
 
La giovane assentì e, non appena cercò di mettersi in contatto con Mal, percepì prepotente la sensazione di cadere, di precipitare in un vuoto infinito.
 
Il suo primo istinto fu quello di tornare indietro, di riprendere coscienza di sé ma, quando le spire delle code della volpe la avvilupparono, le fu impossibile.
 
“Non avere paura, bambina… stai andando bene. Lasciati andare. Malcolm ti prenderà.”
 
“Prenderà? In che senso, prenderà?” domandò Eiko, urlando un attimo dopo quando una luce accecante la inghiottì di colpo.
 
La sensazione di cadere cessò proprio in quell’istante e, stranamente, Eiko, si sentì avvolgere dal familiare contatto delle braccia di Malcolm.
 
Quando ebbe il coraggio di aprire gli occhi, si ritrovò in un bosco fitto, dal piacevole profumo e dai colori caldi e suadenti.
 
Kurama era accanto a lei, stranamente piccola e più simile a una volpe qualunque, non fosse stato per le nove code bianche che le galleggiavano alle spalle.
 
Infine vide Malcolm, saldo come una roccia al suo fianco e sorridente. Appariva strano ai suoi occhi e, dopo qualche istante, comprese perché.
 
Indossava un abito in tutto simile a quello che aveva usato per Halloween ma, in quel frangente, sembrava essere più la tenuta di uno stregone vero, che il vestito per un party.
 
Eiko poteva percepire senza sforzo l’energia che trasudava dagli articolati ricami dell’abito e, anche senza le spiegazioni di Mal, comprese che altro non erano che incantesimi.
 
Dentro di sé, sperò ardentemente che fossero malie protettive, perché aveva la netta sensazione che quella battaglia sarebbe stata tutt’altro che facile. O priva di costi.
 
“Wow… mi hai davvero presa” esalò a quel punto Eiko, mettendo finalmente piede a terra.
 
“Tutto bene? Ti sei spaventata?” le domandò lui.
 
“Un po’… ma ora va meglio. Dove siamo, esattamente?”
 
“Nella mia testa, e quello che vedi intorno a noi è il tuo scudo, come io l’ho sempre visto” le spiegò lui, sorprendendola.
 
“Lo hai sempre visto?” ripeté lei, a occhi sgranati.
 
“Sì, anche se non sapevo, all’epoca, che fosse uno scudo. Pensavo soltanto che la tua mente fosse un posto piacevole dove stare” ammise lui, scrollando le spalle.
 
“Ah… buono a sapersi” gracchiò Eiko, afferrandolo a una mano per non cadere come una pera cotta.
 
No, non era davvero sicura che si sarebbe salvata dal manicomio. Ma Malcolm aveva promesso di prendersi cura di lei, perciò… che la danza avesse inizio!
 
“E ora?”
 
“Ora, proverò a vedere se riesco a muovermi. Senza offesa, Kurama, ma mi hai intasato la memoria RAM” ironizzò Malcolm, guardando la volpe bianca accanto a loro.
 
“E’ per questo che ho voluto affondare in te prima dell’arrivo di Hashara. Devi abituarti a usare tutta la mia energia, se vuoi vincere” asserì la volpe, accucciandosi alla sua destra. “Prova. Fletti il braccio e richiama la spada.”
 
Il Malcolm in carne e ossa scrutò il proprio braccio destro sotto gli occhi attenti della sua famiglia e, in un battito di ciglia, una lama d’argento comparve nella sua mano, rilucente come una stella.
 
Il giovane socchiuse gli occhi, di fronte a quel bagliore, quando un secondo attirò la sua attenzione. Sul braccio sinistro, tondo e perfetto, uno scudo era apparso con un bagliore dorato, a protezione della sua persona.
 
“Pare che stia funzionando…” mormorò il giovane, provando a muoversi.
 
Mossa sbagliata.
 
Malcolm finì immediatamente carponi, col volto percorso da sudori freddi e le mani tremanti come foglie al vento.
 
Winter tremò a quella vista ma, impossibilitato a muoversi – la barriera si sarebbe disgregata, se si fosse mosso –, pregò soltanto che il figlio potesse contenere l’enorme potere che scaturiva dai suoi pori.
 
Era come trovarsi dinanzi a una supernova, all’esplosione di una stella, ma non era il caso di farglielo notare. Era molto probabile che, primo, già lo sapesse e, secondo, il saperlo lo avrebbe innervosito ulteriormente.
 
“E’ davvero impressionante, fratello…” mormorò ansioso Autumn, a poca distanza da lui.
 
“Solo un Dominatore dello Spirito può contenere una simile energia. Ma è dannatamente difficile non andare là per aiutarlo” sospirò Winter, stringendo i pugni e rafforzando la stretta sul Cerchio.
 
La barriera si fece incandescente, riuscendo così a contenere le onde di risacca che fuoriuscivano dal corpo di Malcolm, ancora impegnato a trattenere la volpe.
 
“Porco. Schifo” imprecò dopo qualche minuto il giovane, rimettendosi finalmente in piedi. “Avrei bisogno di una memoria esterna da dieci Terabyte.”
 
“Non sono un programma, bambino…”
 
“Lo so, Kurama, ma mi facilita il compito pensarti come un programma dal culo enorme” ironizzò Malcolm, poggiando la punta della spada a terra per puntellarsi. “Okay, riproviamo.”
 
***
 
Il viaggio era stato assai noioso, e la presenza costante della voce di Rin nella sua testa aveva reso il tutto ancora più insopportabile. Se non fosse stato che le serviva ancora in vita, così da poter sfruttare il suo corpo, l’avrebbe annientata già tempo addietro.
 
Per raggiungere Malcolm e impadronirsi definitivamente di lui, però, le serviva un corpo vivente con cui combattere e sconfiggerlo.
 
Sarebbe stato impossibile impadronirsi di lui e del suo potere, con Malcolm ancora vivo; fino a ora, l’aveva sempre scacciata.
 
No, doveva ridurlo in fin di vita e, sfruttando il suo amore per quella giovane mortale, lo avrebbe messo nelle condizioni di farsi ammazzare.
 
Quel ragazzo dal cuore così nobile non sarebbe mai riuscito a sfruttare la totalità dei suoi poteri contro Rin perché mosso dal rimorso e dall’affetto, e lui sarebbe stato suo.
 
Kurama non avrebbe potuto fare nulla per evitarlo – lei e i suoi stupidi preconcetti sul divorare le anime umane – e la sua sarebbe stata una vittoria totale.
 
Il potere di Malcolm le avrebbe aperto la strada a tutte le anime del mondo, e lei ne avrebbe fatto fiero pasto, divenendo la creatura più potente della Terra, presente, passata e futura.
 
A quel punto, sarebbe riuscita a fare sua anche l’anima immortale di Fenice, e lei avrebbe regnato incontrastata su tutte le creature mistiche presenti sul pianeta.
 
Sarebbe stata idolatrata come una dea, e ciò si sarebbe protratto per l’eternità. Lei, Hashara, sarebbe stata la creatura più potente del cosmo.
 
“Non avrai mai Malcolm!”
 
“Oh, smettila di fare del baccano, bambina. Mi hai stufato” brontolò Hashara, scendendo dal treno alla fermata di Kyoto. “Bene, siamo finalmente arrivati.”
 
“No, ti prego! Ti prego”
 
“E’ inutile che mi preghi, ragazzina… non hai nulla da offrirmi per cui valga la pena di rinunciare a lui.”
 
Ciò detto, si incamminò per uscire dalla stazione e prendere un taxi. Ancora poco, e avrebbe avuto tutto ciò che desiderava nel suo pugno.
 
Avrebbe distrutto Kurama per il puro gusto di farlo, e poi avrebbe regnato incontrastata. L’unica, la più forte.
 
Nel suo angolo di prigione, Rin pianse, non sapendo davvero che fare per aiutare Malcolm.
 
Si era sorpresa non poco nello scoprire i piani di Hashara, non avendo avuto la minima idea che l’amico fosse un potente stregone. Quando, però, aveva compreso le intenzioni della volpe che l’aveva catturata, aveva tentato in ogni modo di stroncare i suoi piani.
 
All’ospedale, complice anche l’aiuto di Ben – dio, niente meno che la Fenice! – era riuscita a distrarre Hashara il tempo necessario per far fuggire Malcolm. Si era però sentita inutile, in seguito, quando la volpe aveva ripreso pieno possesso del suo corpo.
 
Non le era più riuscito di sfuggire alle maglie del suo controllo e, sempre più debole, era divenuta la mera spettatrice della sua follia.
 
Che fosse per la progressiva stanchezza che avvertiva, o perché la volpe si era fatta più attenta ai suoi tentativi di fuga, Rin non era più riuscita a riprendere il controllo di sé per scacciare Hashara.
 
Era stata costretta suo malgrado a osservare il mondo da una prospettiva sbagliata, impossibilitata a intervenire in alcun modo, e ora andava incontro a una battaglia senza volerlo.
 
“Ti prego, Malcolm… trova la forza, e uccidimi…” pensò tra sé Rin, sperando con tutto il cuore che la volpe non la udisse.
 
Non si sarebbe mai perdonata, neppure nell’Aldilà, se Malcolm fosse morto a causa sua.
 
No, in qualche modo, l’avrebbe convinto a mettere fine alla sua esistenza. Sperava soltanto di trovare un sistema per fargli conoscere i suoi desideri, prima della fine di tutto.



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Riuscirà Malcolm a fare suo il potere di Kurama in tempo per la lotta? E Rin tenterà davvero di dire a Malcolm di ucciderla? Lo scopriremo a breve!
  
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