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Autore: Signorina Granger    30/10/2016    9 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 14: Gita ad Hogsmead 
 
Sabato 23 Febbraio

 

“Mi mancherai.” 

Non sapeva nemmeno perché lo stesse dicendo... forse se fosse stata maggiormente lucida avrebbe persino riso di se stessa, osservando che non solo stava dicendo qualcosa di scontato, ma che in fin dei conti era comunque inutile... non poteva più sentirla.

Eppure, mentre teneva gli occhi arrossati dal non aver dormito e dal pianto sul fratello, lo disse comunque, non curandosi affatto della sua parte più razionale. 

“Mi mancherai moltissimo Nick.” 

Isabella sospirò, sporgendosi leggermente sulla sedia dov’era seduta per avvicinarsi a Nicholas, allungando una mano per sistemargli i capelli quasi con un gesto automatico, come aveva fatto milioni di volte da quando erano piccoli e lui era perennemente spettinato. 

Da una parte si sentiva quasi arrabbiata con suo fratello e con chi, chiunque fosse stato, avesse deciso di portarglielo via... per averla lasciata da sola con i loro genitori, con cui era sempre stata in contrasto. 

Li sentiva distintamente parlare a bassa voce, fuori dalla porta... non sapeva se fossero sinceramente tristi per la perdita e forse nemmeno le importava, l'unica cosa che sapeva era che a lei Nicholas sarebbe mancato moltissimo... ogni volta in cui si sarebbe trovata da sola con i genitori, probabilmente.

“Farò quello che mi hai detto, te lo prometto... Non li lascerò decidere per me, hai la mia parola.” 

La mano di suo fratello era gelida, ma Isabella la strinse comunque mentre deglutiva a fatica, fissando gli occhi chiari sul volto pallido e rilassato del ragazzo, quasi come se stesse dormendo... avrebbe dato davvero quell’impressione, se non fosse stato per il pallore e per la quantità di sangue che aveva perso durante la notte.

“Te lo prometto...  cerca solo di non dimenticarmi, ovunque tu sia ora..” 


                                                                                 
Si svegliò di scatto, spalancando gli occhi e ritrovandosi a stringere convulsamente un lembo del copriletto tra le mani tremanti.
Dopo un attimo, quando ebbe realizzato che era tutto passato e che l'aveva solo sognato per l’ennesima volta, la ragazza sospirò, deglutendo e rigirandosi sulla schiena per osservare il soffitto del baldacchino.

Non era la prima volta in cui sognava la mattina dopo la morte di Nicholas... le era già successo molte volte nel corso degli ultimi tre anni e ormai aveva quasi smesso di reagire, almeno esternamente.
La prima volta in cui le era successo era ad Hogwarts e ricordava perfettamente di come Brianaa l'aveva svegliata scrollandola quasi violentemente, osservandola con gli occhi azzurri carichi di preoccupazione nel vedere l'amica in lacrime e tremante.

Forse non aveva una gran voglia di andare ad Hogsmead, quel giorno... probabilmente avrebbe preferito rimanere al castello in santa pace, ma Silente le aveva chiesto un favore e nessuno era in grado di rifiutare di fronte a quel tono tanto gentile e carismatico e quegli eloquenti occhi chiarissimi.

Sospirando la ragazza si mise a sedere sul letto, scostando le coperte e passandosi stancamente una mano tra i lunghi capelli rossi prima di trascinarsi fino al bagno per rendersi presentabile, altrimenti tutti gli abitanti del villaggio sarebbero scappati urlando insieme agli studenti in visita. 

   
                                                                                  *


Deglutì a fatica, ritrovandosi a respirare con il fiato corto mentre teneva gli occhi fissi su un preciso punto, ai piedi del letto. 

Dopo qualche istante, quando riprese a respirare normalmente, si passò quasi stancamente una mano tra i capelli castani sparati come ogni mattina da tutte le parti, sospirando e rabbrividendo ancora per l’incubo da cui si era appena svegliato:

“Jane...”     Dante sospirò, chinando il capo e mettendosi le mani sul viso, strofinandosi gli occhi mentre cercava di non pensare al sogno che aveva fatto.
Ormai era stanco di vivere nell’incertezza, doveva assolutamente parlare con la sua famiglia... dubitava che Coraline o Francies avrebbero parlato, ma poteva sempre scrivere a Lucas, il fratello che preferiva e con cui era da sempre in maggiore confidenza rispetto agli altri membri della “tribù”. 

Il ragazzo fece per rilasciarli cadere sul letto, ma poi si ricordò che quello non era un sabato come gli altri... c'era la gita ad Hogsmead, e lui ci sarebbe andato proprio con la sua piccola Jane. 

Il Grifondoro sospirò, desiderando come non mai di avere qualcuno con cui parlare... non gli era mai mancato tanto Amos, probabilmente. Forse con lui avrebbe potuto sfogarsi, ma non se la sentiva proprio di farlo con Jane, specialmente dopo il sogno che aveva fatto.

Anzi, cominciava a chiedersi se sarebbe stato in grado di comportarsi normalmente durante la giornata, che avrebbe passato interamente con la Tassorosso... doveva farlo, visto che quegli occhioni azzurrissimi sapevano cogliere anche troppo bene quando qualcosa non andava.
Sospirando il ragazzo quasi rotolò giù dal letto, ordinandosi mentalmente di comportarsi normalmente e di non fare il musone durante la giornata.


                                                                               *


Mentre scendeva frettolosamente i gradini per arrivare all’Ingresso Jane aveva un gran sorriso stampato in volto, decisamente allegra all’idea di andare ad Hogsmead. 

Quando, zigzando tra gli altri studenti, finalmente arrivò alla scalinata principale con il cappotto già addosso il suo sorriso si allargò ulteriormente: Dante era decisamente impossibile da non notare, anche se la sala era abbastanza affollata... il ragazzo era in piedi con le mani sprofondate nelle tasche del cappotto grigio e aveva l'aria assorta, come se stesse pensando a qualcosa. 

“Dan!”   Jane sorrise, iniziando a scendere i gradini mentre il ragazzo si voltava verso di lei sentendosi chiamare, esitando per un attimo prima di rivolgerle un sorriso a sua volta:

“Ciao Jane... ce ne hai messo di tempo.” 

“Scusa, ma non trovavo più la mia sciarpa... farei anche a meno di metterla in realtà, ma se non lo faccio mia madre mi farà la predica, come ben sai.” 

Jane roteò gli occhi, cercando di fingersi esasperata mentre Dante, sistemandole il bavero della giacca, le rivolgeva di rimando un’occhiata torva:

“Piantala di prendermi in giro! Te lo dico solo perché dopo non vorrei doverti dare la mia e ammalarmi solo perché sei testarda come un mulo!” 

“Ma tu guarda, il toro che dice cornuto all’asino...”

“Com’è che oggi sei meno carina del solito? Hai mangiato qualcosa di acido a colazione?” 

Dante le assestò un leggero pizzicotto su una guancia, facendola ridacchiare e guardandolo con aria divertita: 

“Che dici, io sono sempre gentile e carina! Ma bando alle ciance Danny, dobbiamo andare!” 

Jane sorrise allegramente, prendendolo sottobraccio e trascinandolo verso il portone d’ingresso, iniziando già a concordare il loro “itinerario” per la giornata.


                                                                               *


“Puoi passarmi il mantello, per favore? È nell'armadio.” 

Charlotte, che era in piedi accanto all’armadio incriminato mentre si infilava la giacca, si bloccò alle parole di William, rivolgendogli un’occhiata quasi sospettosa prima di voltarsi lentamente verso il mobile, osservandolo come se fosse un malvivente a cui doveva far confessare qualche crimine.

“Rilassati, non c'è alcun Velo Vivente dentro... o almeno, non per mano mia.” 

Intuendo a cosa stesse pensando la collega Will sorrise con aria divertita, ricordando con immenso piacere la reazione terrorizzata di Charlotte, risalente a solo un paio di settimane prima. 

“Ridi pure, Cavendish... arriverà il momento in cui ti presenterò il conto da pagare. Lo faccio sempre.” 

Will ebbe appena il tempo di borbottare che non dubitava affatto di ciò quando la porta si aprì, facendo entrare nella stanza anche un più che allegro Regan:

“Buongiorno! Siete pronti?” 

“Io si, Cavendish si stava giusto sistemando il ciuffo...” 

Charlotte sorrise amabilmente in direzione del collega incriminato, che si bloccò con la mano a mezz'aria diretta affettivamente ai suoi lisci capelli castani. Will le rivolse un'occhiata torva prima di riabbassare il braccio lentamente, facendo ridere sotto i baffi Regan che non aveva nessuna voglia di perdersi il teatrino che i due mettevano puntualmente in scena ogni giorno.

“Io non... oh, piantala, sono pronto anche io, devo solo mettermi il mantello!” 

Will sbuffò, spaginando la bacchetta e appellando il mantello affinché uscisse da solo dall’armadio, mentre Charlotte roteava gli occhi:

“Certo, certo... io intanto raggiungo Lyanna, quando voi signorine avrete finito di sistemarvi il rossetto ci trovate nell’Ingresso.” 

Will la fulminò con lo sguardo ma per una volta decise di non replicare, restando in silenzio mentre invece Regan si sentiva inevitabilmente colpito nell’orgoglio:

“Ma quale rossetto? CeCe, perché metti in mezzo anche me?” 

Regan sfoggiò un’espressione offesa che fece ridacchiare l'amica, che gli strizzò l’occhio mentre lo superava per uscire dalla stanza:

“Perché è divertente!” 


                                                                                      *


Lyanna se ne stava accanto al portone d’ingresso, già pronta e decisamente allegra, salutando vivacemente tutti gli studenti che le auguravano buona giornata.

Un po’ le dispiaceva che suo nipote ancora non potesse andare in visita al paese, le sarebbe piaciuto fare un giro insieme a Digeon... anzi, il ragazzino la sera prima le si era quasi incollato alle gambe come una piccola scimmia, implorandola di portarlo con lei e facendole anche gli occhi dolci. In genere quella tattica funzionava sempre e la donna si scioglieva come neve al sole, ma in quell’occasione non avrebbe potuto accontentarlo neanche volendo: infondo non le aveva stilate lei, le regole della scuola. 


Vedendo una figura decisamente familiare scendere i gradini della scalinata principale Lyanna sorrise, rivolgendole un cenno per segnalare la sua presenza.
Charlotte la notò e le rivolse un debole sorriso, avvicinandosi con il suo solito passo deciso e spedito. 

“Ciao... vedo che a differenza di qualcun altro anche tu sei pronta, bene!” 

“Ti riferisci e Regan e Will? Effettivamente non li ho ancora visti dalla colazione...” 

Lyanna inarcò un sopracciglio, puntando gli occhi sulla scalinata alle spalle della collega come se sperasse di  vedere Regan e William spuntare da dietro l'angolo, ma Charlotte roteò teatralmente gli occhi, prendendola sottobraccio con un sorrisetto stampato in faccia:

“Tranquilla mia cara, le signore ci raggiungeranno non appena Cavendish avrà finito di incipriarsi il naso...” 

“Ora si che sono tranquilla... dimmi un po’ Charlotte, da uno a dieci quanto ti diverti a stuzzicarlo?” 

“Non giudicarmi male Lyanna, ho bisogno di un hobby mentre sono rinchiusa qui dentro, no?” 

Charlotte sorrise con aria divertita, gli occhi verdi quasi luccicanti mentre Lyanna scuoteva il capo con aria esasperata, anche se infondo i battibecchi e le prese in giro costanti tra i due erano piuttosto divertenti. 

“Ovviamente... infondo chi sono io per privarti del tuo divertimento?”

Lyanna sorrise e le due scoppiarono a ridere mentre uscivano dal castello, guadagnandosi qualche occhiata perplessa dagli studenti che le circondavano, che si chiesero cosa avessero da ridersela le due professoresse più giovani della scuola. 


                                                                           *


“Sei sicuro di non voler venire? Potrebbe essere l'ultima visita ad Hogsmead per noi.” 

“Si, sicuro. Non sono dell'umore.” 

Antares si strinse leggermente nelle spalle, tenendo gli occhi azzurri fissi con insistenza su un punto del muro di pietra davanti a lui. 

“Come vuoi... L’hai detto a Lyra?” 

Antares annuì, tamburellando con le dita sul ripiano di legno mentre cercava di trovare la voglia di fare i compiti... possibile che si fosse completamente dissolta nel nulla? 

Rod se n'era andato il giorno prima e non aveva nessuna voglia di andare in paese, non senza di lui che faceva l’idiota con uno dei suoi assurdi panciotti addosso... non sapeva bene perché, ma gli sembrava quasi sbagliato nei confronti del suo migliore amico che aveva sempre aspettato quelle uscite con gran trepidazione. 

Anche se gli dispiaceva di non andarci con Lyra, quel giorno si era svegliato con una gran voglia di stare da solo, in pace e tranquillità... probabilmente suo padre sapendolo gli avrebbe scritto una lettera piena di rimproveri per non “passare abbastanza tempo con la sua fidanzata”, ma non se ne curò molto. 


“D’accordo, allora io vado... ci vediamo stasera Antares.”   

“A dopo Starkey... chiudi la porta, per favore.”  Quando Starkey uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle Antares abbassò lo sguardo sul libro di Aritmanzia, piegando le labbra in una smorfia nel vedere tutti quei grafici, lettere e simboli con cui avrebbe dovuto passare la mattinata. 

“Magari potrei dire a Branagh che non ho fatto i compiti perché mi sono “appellato al diritto di oziare”...” 

Inevitabilmente Antares sorrise tra sé, pensando agli innumerevoli aforismi assurdi che aveva sentito uscire dalle labbra di Rodericus Iwan Lestrange nel corso degli anni, fin da quando erano piccoli e trovava le giustificazioni più assurde per non finire nei guai. 
Istintivamente il ragazzo si voltò, posando gli occhi su qualcosa appoggiato sul suo letto... sorrise appena nel vedere l’assurdo “regalo” che gli aveva fatto Rod prima di andare alla stazione di Hogsmead per tornare a Londra: il Grifondoro aveva pensato bene, teatrale com'era, di lasciargli uno dei suoi panciotti... nonché il suo preferito, quello viola decorato con ghirigori e ricami di gigli.

Il Serpeverde aveva provato a ricordargli che non si stavano dicendo addio e che si sarebbero rivisti di certo a fine anno o anche solo durante le vacanze di Pasqua... ma Rodericus aveva insistito, non potendo non fare il melodrammatico anche in quell’occasione e lasciandoglielo, anche se sapeva che Black si sarebbe fatto fare una foto in compagnia del Primo Ministro Babbano piuttosto che indossarlo pubblicamente.
Probabilmente, a suo padre sarebbe venuto un infarto nel vederlo indossare una cosa simile... 


                                                                                    *


Mentre era in piedi nella grande, praticamente sconosciuta sala, si sentiva più che mai un’estranea... ancora faticava a realizzare appieno che quella sarebbe stata la sua casa per i successivi mesi, che Hogwarts era ormai ufficialmente la sua scuola.

Senza contare che tutti le rivolgevano occhiate curiose e perplesse mentre le passavano davanti, chiedendosi da dove fosse arrivata e soprattutto perché una ragazza di 18 anni avesse cambiato scuola a soli pochi mesi dal Diploma... non che lei ne fosse felice ovviamente, sebbene molto dura sentiva già che Durmstrang le sarebbe mancata molto.

Stava per considerare l'idea di rintanarsi da sola da qualche parte quando una voce dal tono allegro attirò la sua attenzione, facendole alzare lo sguardo:

“Ciao!” 

Alzando lo sguardo la ragazza vide una sua coetanea che le si stava avvicinando, sorridendole amichevolmente. Quando le fu davanti Ingrid si rese conto che era più bassa di lei, ma la chioma di capelli rossi e gli intelligenti occhi azzurri di quella ragazza le suggerirono che era meglio non mettersela comunque contro.

“Tu devi essere Ingrid... io sono Isabella, piacere di conoscerti. Il Cappello ti ha Smistata a Corvonero, giusto?” 

“Si.” 

“Beh, allora temo proprio che nei prossimi mesi dovrai sopportarmi, sono in quella Casa anche io. Sei fortunata, oggi ci lasciando uscire dal castello... ti mostro il paese, vieni.” 

Isabella sorrise, facendole un cenno e invitando la nuova compagna di Casa a seguirla, che non se lo fece ripetere due volte e obbedì, affrettandosi anche a ringraziarla rivolgendole un sorriso: 

“Sei molto gentile, grazie.” 

“Figurati, infondo non avevo molto altro da fare e non mi andava comunque di andare ad Hogsmead da sola. Ultimamente molti studenti si ritirano da scuola, è quasi un bene che tu sia arrivata...

Isabella si strinse nelle spalle, pensando a Brianna con un pizzico di amarezza nella voce che Ingrid colse, ma non si permise di fare domande indiscrete e si limitò a seguire la ragazza fuori dal portone d’ingresso. 

“Spero che tu lo pensi davvero, temevo che mi avreste accolta con torce e forconi...” 

“Tranquilla, non ti aspetta niente del genere... almeno non per mano mia. Posso chiederti da dove vieni, piuttosto? Silente non me l'ha detto.” 

“Sono tedesca, come penso tu abbia già capito... purtroppo ho dovuto lasciare Durmstrang.” 

Ingrid si strinse nelle spalle mentre l'aria le faceva andare i lunghi capelli biondi da tutte le parti, ma non ci fece troppo caso: nella sua vecchia scuola quel clima era praticamente caldo e si ritrovò quasi a sorridere nel vedere moltissimi studenti stringersi le sciarpe intorno al collo. 

Isabella lanciò un’occhiata in tralice alla sua nuova compagna, chiedendosi perché se ne fosse andata da Durmstrang... di certo prima o poi l'avrebbe scoperto, ma non le sembrava proprio il caso di chiederglielo dopo averla incontrata da cinque minuti... ogni cosa al suo tempo, come diceva sempre suo fratello. 


                                                                             *


“Scusa se ci ho messo tanto, ma c'era parecchia fila.” 

Jane sorrise mentre Dante sedeva di fronte a lei, appoggiando i due boccali di Burrobirra sul tavolo.

“Tranquillo... e grazie per essere andato a prenderli tu.”
“Scherzi? Non si fa mai ordinare ad una signorina... e poi c'è così tanta calca che tu probabilmente saresti finita sul pavimento.” 

“Te lo ripeto per la milionesima volta Dan, non sono indifesa come pensi tu!” 

Jane sbuffò, gonfiando le guance con aria offesa mentre Dante sorrideva dolcemente, allungando una mano e accarezzando il dorso di quella della ragazza:

“Certo che no.” 

“Lo so che mi stai prendendo in giro, scemo! A chi credi di darla a bere, ti conosco io.” 

Jane gli rivolse un’occhiata eloquente prima di bere un sorso della bevanda calda, mentre Dante sorrideva con aria divertiva prima di imitarla. 

“Proprio perché mi conosci dovresti sapere che mi diverto a prenderti un po’ in giro... e poi te l'ho mai detto che sei tenerissima quando fai l’offesa? Si, proprio così!” 

Dante sorrise, guadagnandosi un’altra occhiataccia da parte della ragazza, che minacciò di rovesciargli la Burrobirra in testa se avesse continuato a deriderla. 

“Ok, prometto che non ti prenderò più in giro, zuccherino. Sei permalosetta, eh?” 

Dante ridacchiò, inclinando leggermente il capo e guardando la ragazza con affetto, morendo dalla voglia di alzarsi, fare il giro del piccolo tavolo rotondo e strapazzarla di coccole, trovandola adorabile con le guance arrossate dal freddo e i capelli castani leggermente arruffati. 

“Si, forse un po’... ma lo sei anche tu, una volta non sono venuta a vedere una tua partita e mi hai tenuto il muso per una settimana!” 

“Ho bisogno della mia piccolina che tifi per me, ovviamente! E poi alla fine vinco sempre quando ti tengo il muso, non per vantarmi ma sono proprio adorabile...” 


Dante sorrise con una punta di malizia, facendole borbottare qualcosa prima di nascondere la faccia dietro al boccale di Burrobirra, astenendosi dal dirgli che era pienamente d'accordo con lui.


                                                                       *


“Allora, l’idromele è per te, Lyanna?” 

Vendendo chela collega annuiva Will le porse il bicchiere, abbassando poi lo sguardo sull'ultima tazza che gli era rimasta in mano:

“Quindi questa è per...”   Non finì la frase, posando  gli occhi dritti su Charlotte che, seduta di fronte a lui, gli rivolse un sorriso:

“Perché faccio domande stupide?” 

“Veramente non saprei... ma quest’ultima era davvero un’ottima domanda, quindi non preoccuparti.” 
Il sorriso di Charlotte non vacillò neanche per un attimo mentre Regan rideva sotto i baffi e William roteava gli occhi con aria esasperata, porgendole la tazza fumante di cioccolata calda senza replicare, anche se fulminò comunque il collega con lo sguardo, intimandogli di starsene in silenzio. 


“È strano essere di nuovo qui... non avrei mai pensato di tornarci! In più questo posto non è cambiato quasi per niente...” 

Lyanna sorrise, guardandosi intorno quasi con affetto mentre ricordava le uscite in paese di quando studiava ad Hogwarts... in particolare quelle con il suo allora fidanzato nonché futuro marito, anche se mentre beveva Burrobirra e rideva insieme a lui tredici anni prima non avrebbe mai immaginato quello che sarebbe successo. 


“Gia... però è strano, siamo circondati da studenti che ci lanciano occhiate strane...” 

“Tranquillo Reg, staranno facendo commenti su di noi, come ogni studente che si rispetti fa con i suoi insegnanti.”   Charlotte si strinse nelle spalle con nonchalance, bevendo un sorso di cioccolata calda come se non le importasse di ciò che accadeva intorno a lei.

“Beh, su di me non certo commenti negativi... non l'avrei mai pensato, ma sono un ottimo insegnante, modestia a parte.” 

Will sorrise con aria compiaciuta, mentre Regan e Lyanna si scambiavano un’occhiata eloquente, restando in silenzio ma capendosi comunque: e quando mai la modestia veniva lasciata in disparte, quando si trattava di Will Cavendish? 

“Tranquillo Will, sono certa che non ti stanno criticando...”.  Charlotte sfoggiò un sorriso fin troppo dolce, allungando una mano per metterla sul braccio del collega quasi con fare comprensivo. D’altra parte William guardò la donna con tanto d’occhi, soffermandosi sul modo in cui Charlotte l'aveva chiamato... ma lo stupore durò ben poco, quando l’Auror finì la frase con un sorrisetto stampato sul bel volto: 

“... di certo staranno ammirando la tua bellezza.”


Il tono decisamente ironico fece scoppiare a ridere Regan, che non resse di fronte all’espressione teatrale dell’amica, seppellendo la faccia nel suo boccale per evitare di venire affatturato da Will Cavendish nel bel mezzo dei Tre Manici di Scopa. 

Lyanna infatti lo ammonì con lo sguardo di fare silenzio, anche se stava trattenendo un sorriso a sua volta mentre Charlotte rideva sotto i baffi e Will la guardava quasi con rassegnazione negli occhi castano-verdi:

“Ci avrei scommesso... era troppo strano, un tuo complimento. Ma se non altro grazie per aver sottolineato la mia bellezza, Charlotte.” 

Il turno di sorridere spettò a quel punto a Will, che sollevò leggermente il suo bicchiere in direzione della collega, quasi a voler brindare in suo nome mentre Charlotte sbuffava, borbottando qualcosa sul fatto che non era seria e che stava scherzando mentre abbassava lo sguardo e sia Lyanna che Regan sghignazzavano sotto i baffi.


                                                                               *


Non appena mise piede fuori dall’ufficio postale Jane rabbrividì leggermente per il freddo, quasi desiderando di tornarsene al caldo dentro i Tre Manici di Scopa. 

Alzando lo sguardo la Tassorosso vide Isabella infondo sulla strada, alzando una mano per salutarla e rivolgendole un sorriso. La rossa ricambiò mentre usciva da Mielandia in compagnia di una ragazza bionda che Jane non ricordava di aver mai visto prima... probabilmente era la ragazza nuova trasferitasi da Durmstrang di cui aveva già sentito parlare il giorno prima. 

Appuntandosi mentalmente di presentarsi quella sera stessa Jane girò sui tacchi, avviandosi verso la direzione opposta per raggiungere Dante, che aveva lasciato su una panchina con l'ordine di non muoversi mentre lei andava a spedire una lettera ad Amos e una a sua madre. 

Sorrise nel trovarlo esattamente come l'aveva lasciato, le mani in tasca, lo sguardo assorto fisso sulla strada quasi gelata e la caviglia destra appoggiata al ginocchio sinistro. 
In effetti era quasi strano che il ragazzo non avesse insistito per accompagnarla o che non si fosse mosso mentre lei non c'era, gironzolando per la via visto che era quasi incapace di stare fermo...     la Tassorosso lo osservò attentamente, studiandolo e cercando qualche indizio che le confermasse che qualcosa non andava: era leggermente più silenzioso del solito e sembrava che avesse la testa da qualche altra parte, anche se si sforzava di non darlo a vedere. 

In effetti Dante non era mai stato tipo da esternare se c'era qualcosa che non andava, tenendosi sempre tutto per se e non chiedendo mai aiuto o consiglio a nessuno... ironico, visto che lui invece si faceva sempre in quattro per aiutare chiunque, anche se si trattava di qualcuno che non gli stava poi molto simpatico. 


“Eccomi qui! Spero di non averci messo molto.”  Jane si stampò in faccia un gran sorriso mente si fermava accanto alla panchina, facendogli alzare lo sguardo quasi di scatto. Dopo un attimo di esitazione il Grifondoro inclinò le labbra in un debole sorriso, scuotendo il capo mentre lei gli sedeva accanto. 

“No, non preoccuparti... e se anche fosse, non sarebbe stato un problema.” 

Dante puntò nuovamente lo sguardo davanti a se con aria leggermente accigliata, mentre Jane sorrideva con gentilezza, prendendo una delle grandi mani del ragazzo e stringendola tra le sue.

 “Danny, a me puoi dire tutto, lo sai... perciò se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, vero?” 

Dante si voltò di nuovo verso di lei, esitando per un attimo mentre lei lo osservava attentamente:

 “... certo. Ma non c'è niente che non vada, Jane.” 

“Sicuro? Oggi sei più pensieroso del solito... e tu non parli mai di queste cose, con nessuno.” 

“Non è niente Jane, sono solo un po’ soprappensiero. Dai, andiamo da Mielandia a fare scorta di dolci.” 

Dante sorrise, alzandosi e trascinando con se anche alla ragazza tenendola ancora per mano. Jane gli rivolse uno sguardo inquisitorio e carico di un pizzico di delusione ma non insistette, annuendo e sorridendo debolmente di rimando:

“Ok, andiamo... e guai a te se mi rubi i dolci come fai sempre.” 

“Io? Rubare i dolci al mio zuccherino? Ma per chi mi hai preso Jane Prewett, non ruberei mai i dolci ad una signorina!” 

“Certo, e io sono Madame Batterfly... dai, andiamo spilungone.” 


                                                                             *


“Insomma, avete finito? Siamo qui da mezz'ora!” 

“Quante storie, arriviamo subito!” 

Lyanna sospirò, appoggiandosi al muro e guardando Regan e Charlotte in piedi davanti allo scaffale interamente dedicato al cioccolato con tutte le decine di varianti in esposizione. 

“Siete ancora qui? Ho fatto in tempo a percorrere la via tre volte... che stanno facendo?” 

Will fece capolino accanto a Lyanna, inarcando un sopracciglio e guardando i due colleghi con aria curiosa mentre il Pozionista e l’Auror si consultavano su cosa provare.

“Stanno prendendo una decisione di vitale importanza...” 

Il tono di Lyanna era decisamente ironico, tanto che Regan si voltò parlando con quasi con tono solenne:

“Certo che è importante... non veniamo di certo qui tutti i giorni, no?” 

“Ovvio che no, ma un gusto vale l'altro...” 

“Che eresie mi tocca sentire... ok, ho bisogno di un consiglio. Caramello o mandorle?” 

Charlotte inarcò un sopracciglio, voltandosi verso i due colleghi tenendo una tavoletta di cioccolato per mano come se si trattasse di una scelta che avrebbe influenzato il destino del mondo.

“Non lo so, è uguale.”     Will sospirò, roteando gli occhi e chiedendosi come fosse finito a dover dare consigli del genere... quella donna era veramente assurda.

“Cavendish, lasciati dire che come consigliere fai veramente schifo. Ok, le prendo tutte e due... vieni Reg!” 


Charlotte sorrise, prendendo l'amico sottobraccio e trascinandolo verso la cassa con una Lyanna decisamente sollevata: dopo aver preso qualcosa per Digeon aveva passato venti minuti lì dentro circondata da ogni tipo esistente di dolciume... il profumo dolcissimo cominciava quasi a farle venire la nausea. 


“Certo che c'è un sacco di gente che spende soldi per queste cose... valli a capire.”  Will inarcò un sopracciglio, osservando con aria scettica la miriade di studenti che affollava il negozio strapieno. 

“Questione di punti di vista, io non amo follemente i dolci... ma ti prego usciamo, mi sta venendo il diabete solo stando qui dentro!” 


 Lyanna fece un cenno a Will, suggerendogli di seguirla fuori dal negozio. Quando finalmente riuscirono a districarsi tra la ressa quasi tirarono un sospiro di sollievo: 

“Menomale, mi stava per venire la claustrofobia...”.   Lyanna sorrise con aria sollevata mentre la campanella appesa dietro alla porta tintinnava, segnando che qualcuno stava uscendo di nuovo: Regan e Charlotte sfoggiarono due sorrisi allegri mentre uscivano dal negozio, lasciandosi un gran profumo di cioccolato, zucchero e caramello alle spalle.


“Ok, eccoci qua... a questo punto possiamo tornare indietro, ora che ho il mio cioccolato sono soddisfatto.” 

Regan sorrise e Charlotte rise appena, prendendolo sottobraccio per avviarsi lungo la strada principale del paese, con Lyanna e Will qualche passo più indietro.

“Beh, ora sono due bambini felici...” 

Lyanna sorrise con aria divertita, pensando ai suoi nipoti e alla faccia che avrebbe fatto Digeon quando gli avrebbe dato l'enorme lecca-lecca che aveva comprato per il nipotino. 

“A quanto pare... a certe persone basta poco per essere di buon umore, non credi?” 

“Si, ma penso che in questo modo si viva molto meglio rispetto ad essere troppo esigenti e ambiziosi.” 


Lyanna sorrise e Will si ritrovò ad annuire, riflettendo sulle parole della collega e non potendo che essere d'accordo con lei: infondo, come dice il proverbio, chi s’accontenta gode.


“Ehy, ragazzi!”   Sia Regan che Charlotte si voltarono verso di lui sentendosi chiamare, guardandolo come in attesa di sentire cosa volesse. Will sfoggiò un lieve sorriso, intuendo già la risposta ma volendo almeno provarci:

“Non è che me ne fareste assaggiare un pezzo, della vostra miracolosa cioccolata?” 

“Naturale, Reg sarà ben lieto di farti assaggiare la sua.” 

“Scusa, perché devo farlo per forza io?” 


                                                                            *


“Dan, guarda che ti ho visto! Credi che io sia cieca per caso?”    Dante sghignazzò di fronte all’occhiata truce di Jane, che rimise al sicuro nella borsa la confezione di cioccolatini che aveva preso da Mielandia, tenendoli lontani dalle mani del ragazzo. 

“Non vuoi condividere i dolci con il tuo Dante, piccola Jane?” 

“No, sono molto gelosa dei miei cioccolatini...” 


Il tono serio e quasi solenne della ragazza lo fece sorridere, arruffandole i capelli con una manata come faceva sempre, causando così sonore proteste:

“Prima di derubi e poi mi spettini? Vergognati Julius! La prossima volta ci vado con qualcun altro sul serio, in gita!” 

Jane roteò gli occhi, facendo del suo meglio per risultare stizzita è credibile. Evidentemente però aveva buone doti recitative, perché Dante sgranò gli occhi e la sua mascella sfiorò il marciapiede sul quale stavano camminando per tornare al castello:

“Come scusa? Spero di aver capito male!” 

“No, credo che tu abbia capito benissimo Dante...” 

Jane gli sorrise amabilmente e con una nota divertita che il ragazzo però non colse, quasi inchiodando prima di fermarsi davanti a lei con le mani sui fianchi:

“Beh, ti informo che se dovesse esserci un'altra uscita prima della fine dell'anno ci verrai con me lo stesso... A PROPOSITO, mi vuoi dire chi ti aveva invitato? Voglio sapere chi è!” 

“No che non te lo dico, sei più che capace di andare a fargli l’interrogatorio!” 

“Naturale che lo farei, è il minimo.” 

Il tono risoluto di Dante fece sorridere inevitabilmente Jane, che lo guardò con affetto prima di abbracciarlo, appoggiando la testa sul suo petto e cingendogli la schiena con le braccia:

“Sei un tesoro Dan... ladro di dolci, ma comunque un tesoro.” 

Dante le accarezzò istintivamente i capelli castani, ripensando di nuovo al sogno che aveva fatto la notte precedente...

Piantala Dante, non le faresti mai del male


O almeno, lo sperava. 


                                                                          *


“Ciao... sei stato qui tutto il giorno?”   Antares si strinse nelle spalle, annuendo con un cenno del capo appena percettibile mentre Isabella gli passava davanti, le braccia cariche di libri.

“Non avevo molta voglia di andare in paese... anche tu ti prendi avanti con i compiti?” 

“Si, sono tornata prima apposta... sarei anche rimasta qui, ma Silente mi ha chiesto di fare da chaperon alla ragazza nuova.”    

Isabella appoggiò i libri sul tavolo, sollevata di essere riuscita a tenerli in equilibrio visto che due giorni prima uno le era scivolato di mano, cadendole dritto su un piede e facendole quasi tirare giù la Biblioteca a suon di imprecazioni. 

“Che sabato entusiasmante...” 

“Già. Forse avremmo dovuto rifiutare, quando ci hanno dato la carica di Caposcuola...”  Isabella si accigliò, chiedendosi come sarebbe andato l'anno senza tutte le ronde e le riunioni extra... in effetti ne aveva una anche quella sera, con suo scarsa gioia. 

“Forse. Non ti invidio, stasera hai anche un turno... di certo ti rattrista molto il fatto che io invece non ci sia.” 

Antares sfoggiò un sorrisetto mentre intingeva la piuma nel calamaio, parlando con la ragazza da un tavolo all’altro della sala. 

“Un corno! Starò benissimo senza un imbecille che mi arriva di soppiatto alle spalle fingendosi il mostro della Camera dei Segreti!” 

Isabella gli scoccò un’occhiata truce che prometteva vendetta mentre il ragazzo invece ridacchiava, ricordando con gran divertimento la ronda della sera prima, quando aveva fatto perdere, a detta sua, un decennio di vita alla Corvonero. 


“Non capisco perché ti spaventa tanto, Isabella...” 

“E io non capisco perché tu la prenda così tranquillamente! O sono io che sono paranoica, o tu ti adagi sugli allori, caro Black. Chissà, magari tra una settimana o due ti troverò pietrificato dietro un armatura, e allora mi farò una gran bella risata.” 


Isabella sorrise mentre tornava a rivolgere l'attenzione ai compiti, facendo accigliare leggermente il “collega”: non che tenesse di finire pietrificato visto che era Purosangue al 100%... ma ce la vedeva comunque Isabella Burton a mettersi a ridere fragorosamente se mai l'avesse trovato pietrificato nel bel mezzo di un corridoio. 


                                                                                  *


“Digeon!”   Lyanna sorrise, chiamando il nipote che si fermò nel bel mezzo del corridoio, voltandosi verso di lei e rivolgendole un’occhiata leggermente cupa mentre la zia gli si avvicinava:

“Ciao zia... com’è andata ad Hogsmead?” 

“Bene... ma non fare quella faccina, tra non molto potrai andarci anche tu! E comunque, ho preso una cosa per il mio nipotino preferito, ma non dire a tua sorella che l'ho detto.” 

Sorridendo Lyanna tirò fuori dal sacchetto di Mielandia l'enorme lecca-lecca di 7 gusti, scorgendo l’espressione di pura sorpresa che comparve sul volto del ragazzino:

“È per me?” 

“Certo, chi altro può essere il mio nipotino preferito? Ma...”   Lyanna scostò il braccio quando Digeon allungò una mano per afferrare la caramella, guardandolo come se fosse in attesa di qualcosa:

“Non lo avrai gratis. Voglio un bacio, prima.”   Lyanna si chinò leggermente, indicandosi una guancia mentre il ragazzino sbuffava debolmente, guardandosi intorno come per volersi accertare che non ci fosse nessuno nei paraggi prima di scoccare un bacio sulla guancia della zia, facendola sorridere con aria compiaciuta:

“Grazie... tieni, tutto tuo tesoro.” 

“Grazie zia!” 

Digeon sorrise, prendendolo allegramente prima di avviarsi verso la Sala Grande, pronto a vantarsi della sua “conquista” con tutti i compagni di corso che, come lui, non erano potuti andare ad Hogsmead.

La donna seguì il nipote con lo sguardo prima di avviarsi a sua volta verso la Sala Grande per la cena, sentendo quasi la voce di suo fratello ammonirla di viziare troppo i due nipoti... ma infondo, chi le impediva di farlo? 


                                                                                 *


“Allora... com’è andata la gita con la tua ragazza?” 

“Te l'ho già detto Olly, non è la mia fidanzata.” 

Mentre si sfilava la cravatta rosso-oro Dante quasi sospirò, lasciandosi cadere sul letto mentre Oliver ridacchiava, seduto alla sua scrivania e guardando il compagno di Casa con aria divertita

“Se lo dici non lo metto in dubbio... ma non credo che manchi molto.” 

“Com’è che in questa Casa sono tutti pettegoli? Anche Rod era molto interessato alla cosa... per caso ti ha incaricato di investigare sull’argomento?” 

Dante inarcò un sopracciglio, facendo sorridere Oliver mentre si alzava dalla sedia, diretto alla porta del Dormitorio:

“Forse... chi può dirlo. Ad ogni modo io vado a cena Dan, vieni anche tu?” 

“No... non ora. Tra un minuto scendo, tu intanto vai.” 

Oliver obbedì e uscì dalla stanza, lasciando il compagno di squadra e di Casa da solo nel Dormitorio. Quando sentì la porta chiudersi alle spalle di Oliver Dante sbuffò, passandosi una mano sul viso e dandosi mentalmente dell’idiota: Jane gli aveva chiesto più di una volta se ci fosse qualcosa che lo turbava... e lui aveva negato per tutto il giorno, ma la conosceva come le sue tasche e sapeva che ormai la Tassorosso aveva intuito qualcosa e non si sarebbe data pace finché non avrebbe scoperto che cosa lo disturbasse.

Evidentemente, non era riuscito a fare finta di niente per bene... di rado gli riusciva di mentire quando si trattava di Jane Prewett. Il Grifondoro si alzò dal letto, avvicinandosi alla scrivania per prendere un pezzo di pergamena e una penna d’oca: era decisamente arrivato il momento di chiarire quella storia, voleva scrivere a suo fratello Lucas e pretendere una spiegazione. 

















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Angolo Autrice:

Buonasera gente! Mi spiace di averci messo quasi una settimana, ma ho ovviamente dovuto aspettare che mi arrivassero le schede nuove... e questo capitolo, non so perché, è stato decisamente lungo da scrivere. 
Ad ogni modo spero davvero che vi sia piaciuto, non ho approfondito molto i personaggi nuovi ma non temete, lo farò dal prossimo capitolo :) 

Vi metto qui sotto i loro Prestavolto, ma prima ho una domanda per voi:

Che cosa vuole fare il vostro OC dopo Hogwarts? 


Non mi sembra di avere altro da dirvi se non grazie a chi si è iscritto alla storia anche se siamo non dico a metà, ma quasi.


Oliver Miller 
olly

Ingrid Braun 
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Ci vediamo in settimana con il prossimo capitolo... a presto!

Signorina Granger 
                           

                                                                  



   
 
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