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Autore: kayachan    13/05/2009    2 recensioni
I personaggi di Naruto, nell'universo del liceo americano, e delle vicissitudini di ogni adolescente. [NejiTen][NaruHina]
Genere: Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Allora l’idea della scuola mi è venuta, mentre guardavo step up 2, e lì avevo in mente già la storia e qualche battuta. non so perchè ma Sakura e Ino mi ispiravano questi due personaggi, ma siccome ce le vedo bene, gli ho dato questo bel ruolo... Spero che questo capitolo vi conquisti!! Alla prossima!!

KNH High school


“Tenten, svegliati !! E’ tardissimo!!
“Sì, mamma!! Scendo… “
Che cavolo!! Tutte le volte che ci trasferiamo è sempre la stessa solfa… Ora mi toccherà andare ad iscrivermi in un’ altra scuola… Giuro che quando divento maggiorenne vado stabilirmi da sola in una bella casa,e senza dover girare come una trottola!!
Indossò i primi vestiti che le capitarono, e corse in bagno. Iniziò a pettinarsi i capelli, e si fece una bella treccia che le arrivava alla vita. Poi scese in cucina, dove trovò la madre che stava già sorseggiando il suo tè nero.
Di fronte c’era la sua tazza fumante di caffè, e dei biscotti integrali.
”Finalmente. Volevi far tardi come al tuo solito, eh??” la rimproverò la madre.
“Sai com’è: se invece di girare continuamente, riuscissi a trovare un po’ di stabilità, non sarei così confusionaria..”
“Ne abbiamo già parlato, e sai qual è la situazione. Comunque ora non è il momento, perciò sbrigati.“
“Sì, certo. Ci vediamo stasera. “
Detto questo prese borsa e giacca, e s’incamminò per la scuola della città, la KNH High school. L’aria era gelida, e Tenten si tirò il cappotto sin sopra le orecchie, e dopo dieci minuti intravide la scuola: la madre le aveva detto che la scuola era vicina a casa loro.
Era un edificio grande di mattoni rossi, con grossi finestroni bianchi. Tutt’intorno c’era un bel giardino, con alberi enormi, e probabilmente in primavera sbocciavano dei fiori, ma adesso con quel freddo, quel tappeto verde era l’unica cosa che si vedeva. Per fortuna Tenten non era in ritardo, così decise di dirigersi subito agli uffici amministrativi per iscriversi.
S’avviò decisa per il corridoio, tra i ragazzi che aprivano i loro armadietti: poi vide le indicazioni sulle scale, e le seguì. Salito il primo piano, svoltò a destra e trovò una grossa porta marrone, con la targhetta” Ufficio amministrativo: Shizune”. Aprì la porta e seduta al bancone di fronte, trovò una donna sui trenta che era alle prese con il computer. Quando sentì che la porta si richiudeva alzò lo sguardo che si posò sulla ragazza.
“Come posso aiutarti?” chiese dolcemente Shizune.
“Dovrei iscrivermi. Mi sono appena trasferita in questa città.” Rispose Tenten. Ormai queste parole le aveva pronunciate più del suo nome stesso.
“Allora devi riempire questi moduli, e poi devi portare questi altri fogli ai professori.” Le porse vari foglietti e le spiegò cosa servivano, uno per uno.
Tenten ringraziò, e uscì dall’ufficio. Mentre stava tornando al piano inferiore, ricordò che quel giorno sarebbe stato l’anniversario dei suoi genitori.
L’unico inconveniente era che i suoi non stavano più insieme: si erano lasciati quando lei aveva la bellezza di quattro anni, e da allora lei aveva visto il padre di tanto in tanto.
Tenten era l’esatta copia del padre: capelli marroni, occhi scuri, carnagione chiara, e alta. Forse l’unica cosa che aveva preso dalla madre era il fisico asciutto.
Il motivo per cui lei e sua madre giravano continuamente era probabilmente che la signora cercava assiduamente qualcuno che potesse sostituire il padre di Tenten, ma finora aveva ottenuto solo scarsi risultati.
Il suo scopo si era ridotto a questo da quando il padre della ragazza aveva cominciato a bere, e quando la cosa degenerò, beveva anche in presenza della figlia. La madre lo venne a sapere, e, attraverso il tribunale vietò al marito di vedere la piccola. Lui impazzì completamente, e una sera che si era ubriacato come al solito, ebbe un incidente, che si rivelò mortale.
Tenten aveva avuto un brutto periodo allora: non fu più la bambina sorridente che era stata, e la madre preoccupata la mandò da uno psichiatra. Lei di tutta risposta, cominciò a non parlare più con la madre e nemmeno con lo psichiatra.
le sedute furono interrotte e lei pian piano superò il brutto periodo: la madre allora cominciò a cercare di ricomporre la sua famiglia. Per questo si spostavano di continuo.
Mentre scendeva le scale, Tenten ripensò a queste cose, e quasi quasi stava pensando di tornarsene a casa e prendersi un giorno di riposo.
Ma in quel’esatto momento, andò a sbattere contro qualcosa e cadde rovinosamente addosso a quel qualcosa. Lentamente cominciò a prendere coscienza che quel qualcosa era un ragazzo: proprio un bel ragazzo. Aveva gli occhi chiarissimi, e i capelli scuri. Era alto, e dalla maglietta trasparivano dei muscoli scolpiti come nel marmo. Voleva sbraitare contro quel tizio, ma mentre lo fissava negli occhi, perse l’uso della parola.
Poi pian piano, riprese coscienza. Allora si rialzò, e si preparò allo scontro verbale.
“Perché cavolo non guardi dove vai??” cominciò la ragazza.
“Ma io ho guardato molto attentamente, e ti posso assicurare che se c’è qualcuno che non stava guardando, quella eri tu.” disse il ragazzo.
“Certo come no. Bella scusa, carino. Ma se vuoi provarci con le ragazze, inventati una scusa migliore, e soprattutto guarda bene dove metti i piedi.” sentenziò infuriata Tenten.
“Ma come ti permetti… Guarda che se c’è qualcuno che deve stare molto attento, quella sei tu. E ora levati dai piedi.”
“ Con sommo piacere idiota. Spero che tu non cada addosso a qualche altra ragazza.”
“Che tu ci creda oppure no, tu sei la prima a cui cado addosso. E mi dispiace ammettere che non mi ha fatto dispiacere.” E sorrise maliziosamente.
Tenten, in preda alla furia, girò i tacchi e se ne andò: doversi sorbire quel pallone gonfiato era anche troppo.
Però doveva ammettere che era davvero carino qual ragazzo, e quasi non le era dispiaciuto che le fosse caduto addosso. Poi si scrollò questi pensieri dalla testa, e cercò il suo armadietto. Ripose i libri e si avviò all’aula della prima lezione. A prima ora aveva a sua materia preferita: algebra.
In effetti era strano che una come lei fosse molto brava in matematica, però era così, e anzi in tutte le scuole che aveva frequentato era riuscita ad ottenere voti molto alti.
Preso il posto in classe, notò la gente che era in classe: fu colpita da due tizi, una ragazza con i capelli lunghi e scuri, che assomigliava tantissimo a quell’idiota che l’aveva travolta sulle scale. Stava parlando con un ragazzo biondo, abbronzato e con gli occhi azzurri: da come parlava si rese conto che doveva essere un ragazzo simpatico, ma decisamente esuberante. Stava per alzarsi e andarci a parlare, quando entrò in aula, l’ultima persona che avrebbe voluto vedere: il ragazzo delle scale.
Quello girò meccanicamente lo sguardo verso di lei, e le ammiccò provocatoriamente. Poi si sedette accanto a lei: Tenten era un tantino innervosita.
“Ci rincontriamo… Stamattina non ci siamo neanche presentati.. Io mi chiamo Neji. Tu?”
Tenten gli rivolse uno sguardo dubbioso, poi sospirò e rispose.”Tenten.”
“Allora Tenten, da quanto sei in città? Sei nuova, no?”
“Sono arrivata tre giorni fa. Insieme a mia madre. “
“Solo voi due?? Non hai nessun altro? E tuo padre?”
“E’ morto. “
“Mi dispiace. Non avrei dovuto impicciarmi.” Neji si ammutolì, e il discorso si chiuse lì, anche perché nel frattempo era entrato il prof, che non tardò a presentarla.
La lezione finì in fretta, e quando la campana suonò, Neji la salutò. Lei rispose, ma con poca convinzione. Era sicura che quel ragazzo era il solito fighetto della scuola, che con quelle come lei, non avevano niente a che fare.
Mentre usciva dall’aula, sentì qualcuno che le tamburellava sulla spalla. Si voltò e vide la ragazza che assomigliava a Neji, e, dietro di lei, il ragazzo biondo.
“Ciao, mi chiamo Hinata, e lui e Naruto. Abbiamo capito che sei nuova di qui..se vuoi possiamo accompagnarti…Qual è la tua prossima lezione??”
“Storia.”
“Anche noi dobbiamo andare lì. E’ l’aula dall’altra parte della scuola. Comunque c’è un motivo per cui ti abbiamo chiesto di accompagnarci” e guardò Naruto.
Tenten si stava leggermente spazientendo: che diavolo volevano quei due pazzi??
Prenderla in giro, perché era la nuova? “E quale sarebbe ?”
“Bé, abbiamo visto che poco fa parlavi con Neji. Lui è mio cugino, ed eravamo curiosi di sapere cosa ti avesse detto.”
“Mi ha chiesto come mi chiamo, e poi mi ha chiesto da quanto mi era trasferita? Oh, e se puoi esservi utile, stamattina mi è arrivato addosso… mentre scendevo le scale.”aggiunse sarcastica tenten.
Naruto rise, e poco dopo anche Hinata.
“Ah ecco perché…”esclamò Naruto.
“Perché cosa?” disse Tenten.
“Mio cugino è un tantino arrogante certe volte, e gli piace “usare” le ragazze. Se posso darti un consiglio, evita di starci troppo. Per lui potresti essere il prossimo trofeo.”
“Tranquilla, non sono il tipo da fidanzamento adolescente-con-troppi-ormoni. Neanche se ci fosse un super modello in giro.”
“Meglio per te, Comunque questa è l’aula…” I tre si sedettero vicini e parlarono finchè non arrivo l’insegnante, una donna di mezza età. Fu presentata nuovamente alla classe, e notò che due ragazze, la fissavano, e che poco dopo cominciarono a sparlarle dietro. Dall’abbigliamento roseo, e dalle unghie laccate, Tenten intuì subito che erano quelle ragazze, che avrebbe odiato con tutta l’anima: le cheerleader.
Una era bionda e l’altra aveva i capelli rosa. Entrambe avevano gli occhi verdi.
Chiese a Hinata chi fossero quelle due, e scoprì che non si era sbagliata, e scoprì anche i loro nomi: quella bionda si chiamava Ino, mentre quella con i capelli rosa, Sakura. Purtroppo quella lezione fu molto più lenta, e quando finalmente finì Tenten voleva ringraziare tutti santi in cielo.
Trascorsero anche le ore successive, fino a quando non si fece ora di pranzo. Lei, Hinata e Naruto andarono alla mensa, e si sedettero al tavolo, che occupavano loro due di solito. Sembrava che tutti e due fossero quasi inseparabili, ma Tenten capì che non erano fidanzati, anche se ci avrebbe giurato. Mentre stavano discutendo, sbucò dal nulla Neji, che appena varcata la soglia della mensa, si diresse al loro tavolo.
…e ti pareva..
“Ciao cugina… Naruto. Vedo che avete fatto la conoscenza di Tenten.”
“Già, Neji. “ rispose Naruto. “ A proposito ricordati della partita di oggi. E soprattutto dì al tuo amico Sasuke, che non arrivi tardi come l’ultima volta.”
“Tranquillo. Comunque ero qui per invitare voi e la graziosa Tenten…” e la guardò con malizia”…alla festa di compleanno di Gaara. E’ questo sabato, a casa sua, alle otto. Ci sarete spero…”
“Vedremo… adesso vai, i tuoi amici ti chiamano.”rispose aspra Hinata.
“Ci andiamo?” chiese Naruto.
“Non lo so. Tu sei libera questo sabato, Tenten? ”
“Credo di sì.”
“Perfetto allora… questo sabato ci divertiremo. O perlomeno passeremo il tempo, no??chiese speranzoso naruto.
Hinata alzò gli occhi al cielo. “Certo Naruto. Come sempre, a tutte le feste degli amici di mio cugino..”
Si alzarono, e si diressero alle rispettive classi. Tenten aveva ginnastica, così andò a cambiarsi. Negli spogliatoi c’erano quelle due oche che aveva visto a storia. Non appena la videro, la bionda, Ino, le andò in contro, la superò e nel farlo la spinse. Sakura invece si limitò a sorpassarla, con superiorità.
Tenten sospirò. “Che palle le cheerleader!”





  
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