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Autore: Aliaaara    01/11/2016    3 recensioni
A tredici anni ti ho incontrato.
A sedici anni mi hai lasciato.
A diciannove anni ho ancora bisogno della tua presenza.
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Fairy Tail vista dal punto di vista di Laxus e Mirajane da quando si sono conosciuti in poi (MiraxLaxus)
[Partecipa al WhitePaper "The Untold Story"]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mirajane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Io & Lui - Lei & me



 
15- Birichina





























Le ultime parole famose. Sembrava che mira avesse previsto il caos che si sarebbe andato a generare di lì a poco e mi avesse costretto a farmi fare quella stupida promessa.

A volte non capivo se fosse lei ad essere veggente o la sfiga ad avercela con me.

Oppure era Cana ad avercela con me con quelle cazzo di carte, questo avrebbe spiegato tutto.

-Pensi che se la caverà?- chiedeva Gajeel in tribuna.

Se se la sarebbe cavata? Mirajane? Scherziamo? Avrebbe fatto il culo a Jenny, in quel momento ne ero certo mentre la guardavo sorridere nell’arena di fronte all’avversaria.

-Mira-san è molto forte, vincerà di sicuro.- rispose Juvia certa.

-Non perderà.- garantii io.

Ne ero assolutamente convinto. Conoscevo abbastanza Mira da poter dire che avrebbe dato il massimo per il torneo. Era troppo buona, questo era vero, ma qui si tirava in palio il rispetto della gilda, ed ero certo che la situazione la stesse facendo soffrire quanto bastasse da farle tirar fuori la grinta.

-Sembrate sicuri.- commentò il mio discepolo osservandoci.

Okay, non era così male. Mi scocciava ovviamente, fare il baby-sitter non era mai stato nel mio curriculum ma una prima volta c’era per tutto. E fortunatamente mi era capitato Gerard, lo strano sosia di Mystogan (io non ho ancora capito questa storia di Edoras sul mondo parallelo e il clone Lisanna, e non ho intenzione di capirlo, sia chiaro, è troppo complicato) che era abbastanza sulle sue, sempre zitto a non fare domande, quindi la cosa mi andava bene.

-Vedi, giovane apprendista. Se c’è una cosa che devi imparare da subito, è che quella donna non la devi far arrabbiare.- lo istruii per bene.

Per quanto mi riguarda, date le mie esperienze personali passate, in un corso di sopravvivenza avrebbero dovuto aggiungere la clausola “Non far arrabbiare Mirajane Strauss” perché anche se adesso era  più calma e gentile ero sicurissimo che a farla arrabbiare in queste circostanze non ci sarebbe stato scampo per la povera vittima.

-Tu dici?- domandò Gerard col sopracciglio inarcato mentre guarda lo scontro, perplesso.

Spostai lo sguardo sull’arena e quello che vidi mi fece irrigidire.

Di sicuro non era il genere di scontro che mi aspettavo.

-Che te ne pare di questo?- chiedeva Mira sorridente in costume piegata in avanti mentre si teneva il seno con una mano, arrossita in viso.

Cazzo…, pensai mentre la osservavo cambiare costume dopo costume in pose compromettenti.

-E questo allora?- chiedeva Jenny con le braccia in alto, anche lei in costume.

La gente urlò esagitata, innervosendomi. Guardavano tutti le due ragazze in mezzo all’arena con gli occhi fuori dalle orbite, completamente arrapati da quelle scene. Era una cosa che mi faceva incazzare non poco, non per Jenny, non mi importava niente di lei, manco la guardavo, mi importava di Mira che era praticamente nuda di fronte a tutti quei cretini.

-Così?- fece Mira di spalle con il sedere in alto e una mano tra i capelli.

-Sììì…- fece invece Jenny stesa che si abbassava con una mano il reggiseno al centro.

Fermo, fermo…, mi ripetevo come un mantra. Se mi fossi mosso di lì, sarei potuto essere in grado di uccidere tutte quelle persone nel giro di pochi minuti.

Come cazzo osavano posare gli occhi su Mira? Ma scherziamo?!

Chi cazzo permetteva uno scontro simile? Chi era quel pervertito che lo prendevo a botte.

Jenny posò sicura con mano sul fianco guardando l’avversaria –Come c’era da aspettarsi, sei davvero in forma Mira.- commentò gentilmente.

Vidi Mira sorridere serena con una mano al ventre che poggiava sul braccio opposto, come se fosse a disagio -È da tanto che non facevo questo genere di cose.- disse.

-Non credevo che avresti accettato di affrontarci in questo modo.- affermò la bionda.

-Già… ma d’altronde non è che io sia poi così affezionata alle scazzottate.- affermò, sorprendendomi -Se possiamo risolverla pacificamente, tanto meglio, no?- domandò.

Tutte le componenti femmine delle gilde si buttarono nell’arena in costume sul palco, anche Juvia convinta si buttò di sotto, facendomi sospirare –Non ne posso più di questa storia.- commentai seccato.

Di sicuro la presenza di tutte quelle donne nell’arena che posava in vari vesti, mi aveva calmato un poco dalla presenza di Mira praticamente nuda nell’arena, con più persone l’albina sarebbe passata meno osservata per fortuna.

Ma la cosa non mi aiutava molto. Continuavo a vedere Mira cambiare vestiti e mettersi in pose provocanti. Con gli occhiali, in versione bondage, le tematiche cambiavano in continuazione e la cosa mi stava mandando fuori di testa.

Dovevo davvero stare lì fermo mentre lei posava così davanti a tutti?

Fu un colpo al cuore quando la vidi in abito bianco, bellissima, radiosa col suo sorriso mentre aveva il velo alzato. La vidi lanciarmi un occhiata, mentre attorno a lei tutte in abito bianco prendevano partner, sembrava volesse domandarmi di andare al suo fianco ma che non lo facesse, dato che sapeva già cosa avrei risposto.

No, non sarei andato lì in smoking al suo fianco. Per quanto una parte di me volesse cedere a quel suo desiderio non lo avrei fatto. Vederla così vestita, pensare che un giorno avremmo potuto avere tutto quello se solo riuscissimo a stare insieme, era troppo per me. Dovevo tenere le distanze da lei come le avevo promesso, andare al suo fianco in quel momento non ero certo che me ne sarei rimasto fermo solo a guardarla.

Già era difficile nella tribuna, oppure nella stanza in hotel, stavo per esplodere pur di avere un contatto con lei, non sapevo neppure io cosa avrei potuto fare se fossi sceso in arena in quello stesso istante.

Sembrò capire il mio disagio, e forse capì d’anticipo che chiedendolo a qualcun altro non mi avrebbe fatto piacere, perché chiese di affiancarla mio nonno, cosa che mi fece sorridere.

Mira vestita da sposa con le mani in grembo che tenevano i fiori sorrise verso il master al suo fianco –Mi spiace Master di averti trascinato improvvisamente in tutto questo.- fece con dispiacere.

-Rientra nei compiti della mia carica…- affermò il vecchio arrossendo, degno del pervertito che era, con le mani dietro la schiena vestito tutto elegante.

Vedendo quel vestito su mio nonno, mi chiesi se sarei stato mai in grado di metterne uno io, perché farlo avrebbe voluto dire separarmi dalla mia pelliccia…

Venne decretato l’ultimo turno (con mia somma gioia) e Jenny sembrava gasata al massimo, convinta di vincere -Mira questa è la fine!-

-Già, non perderò!- rispose l’albina determinata.

Quando pensai che quella tortura fosse finita, ecco che la bionda ne veniva fuori con una scommessa, su chi perdeva avrebbe posato nuda sul settimanale degli stregoni.

Certo.

Perdesse o meno, non lo avrebbe fatto, non mi interessava un cazzo, disonore o meno avrei fatto fuori Jenny o chiunque altro, non me ne fregava un cazzo.

Vidi Mira piegare la testa di lato e sorridere a occhi chiusi, con le mani strette dietro la schiena –Certo.- rispose, facendomi innervosire. Come poteva essere così tranquilla?

-Questa è la mia forma di battaglia!- affermò Jenny cambiandosi d’abito.

Quando vidi Mirajane aggrottare leggermente le sopracciglia e ghignare iniziai a capire –Bene, adesso è il mio turno.- affermò cambiandosi.

Mira non era affatto tranquilla, affatto. Sembrava calma, ma non lo era.

-Dato che abbiamo seguito gli altri e abbiamo fatto una scommessa.- affermò tranquilla l’albina -Allora seguendo ciò che è successo, credo che vada bene chiudere l’incontro con uno scontro di forza?- affermò assumendo la sua forma più terrificante.

Mirajane era arrabbiata. E anche tanto. Non sarei voluto essere per niente al mondo al posto di Jenny.

-Hum?- incredula e impaurita la bionda.

Mira era in versione del terzo demone, Sitri, la più forte anima di satana. Avrebbe fatto paura a chiunque ritrovarsi davanti una demone simile.

-Ho accettato la tua scommessa.- affermò malefica Mira -Ed ora sarai tu ad accettare il mio potere.- proclamò ghignante.

Jenny sembrò farsela sotto mentre Mira faceva uno sguardo assatanato –Chiaro?-  domandò prima di fiondarsi sulla bionda e sconfiggerla in un colpo solo, sbalordendo la gente e riempiendo l’arena di urla e acclamazioni, decretandola vincitrice.

La vidi alzare il pugno in alto in segno di vittoria e non feci a meno che sorridere. Era davvero un mostro quando ci si metteva.

-È stato fantastico.- commentò  Gajeel impressionato.

-Adesso capisci? Lei non è una che puoi far arrabbiare.- feci ovvio incrociando le braccia davanti al petto e lo sguardo fiero.

-Ricevuto.- rispose a disagio Gerard.

Quando rientrò in tribuna la vidi contenta col sorriso che le illuminava gli occhi –Congratulazioni, Mira-san.- si congratulò con lei Juvia.

Mira sorrise posando una mano sul viso ed arrossendo gongolando –Mi sono sentita davvero super sexy poco fa.- affermò contenta, facendomi divertire.

Nonostante quanto fosse bella, Mira non sembrava accorgersene. Piuttosto che pensare di aver fatto un figurone in costume da bagno, in versione da combattimento si era sentita mille volte più attraente.

-L’ultima posa ci ha davvero eccitati tutti.- commentò Gajeel divertito e mi sarei sentito in dovere di concordare se non mi fossi trattenuto.

La guardai con fierezza, grazie a lei ci eravamo presi un bel po’ di punti  –Adesso abbiamo dodici punti gli stessi punti del team di Natsu.- affermai contento.

Lei mi guardò e mi sorrise di più, poi la vidi spostare lo sguardo facendosi preoccupata -Qualcosa non va, Mystogan?-  chiese, ed io mi voltai verso il mio apprendista con la testa altrove.

-Nulla...- affermò lui pensieroso con braccia incrociate di fronte al petto. Bah, certo che era strano quello.



 


Dopo la giornata ai giochi avevamo festeggiato come al solito, ubriacandoci in locanda per poi finire alle due di notte a letto. Mi chiesi se avrei sopportato quei ritmi per tutta la durata del torneo, ma a dire il vero non mi importava, ero certo che anche dormendo avrei sconfitto quei inetti nell’arena.

Mi snudai velocemente e mi misi a letto, desideroso di prendere sonno prima che Mira uscisse dal bagno. Gajeel e Juvia erano a letto sfiniti, probabilmente già dormivano dato tutto quello che avevano bevuto, mentre quell’asociale del mio apprendista era scappato dopo la fine del torneo e sembrava essere sparito nel nulla, come sempre del resto.

Stetti per chiudere gli occhi e prendere sonno quando sentii la porta del bagno aprirsi e socchiusi gli occhi per cercare di scorgere la figura di Mira col poco riflesso dato dalle luci fuori della città che entravano dala finestra per vederla.

Riuscivo a vederle i contorni mentre si dirigeva verso il suo letto, di fronte al mio. Era una sagoma scura ma riuscivo a distinguere in essa ogni particolare, come se li avessi già impressi nella mia mente da tempo, tanto che mi chiesi quanto la osservassi senza accorgermene.

La vidi alzarsi il vestito nel buio, sentii lo sfruscio di indumento che si levava. Deglutii senza accorgermene, pensando che se solo avessi allungato la mano per accendere la luce, l’avrei vista nuda. Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi, mentre qualcosa tra le mie gambe si stava risvegliando.

Calma, mi dissi.

Avevo già visto donne nude, non c’era bisogno di farne un dramma o un evento. Non capivo perché l’idea di Mira, nuda, mi esaltasse così tanto, mi eccitasse al punto di provare imbarazzo per i miei stessi pensieri. Era normale no? Mirajane era una bella donna, non potevo chiedere al mio amico di starsene buono.

Mi tornarono in mente, così, improvvisamente, le immagini di Mira in costume di quel giorno nell’arena. Ero ancora irritato per quello che era successo ma ebbi un altro effetto mentre la ripensavo in quelle vesti. Improvvisamente non vidi nient’altro che Mira nella mia testa, in quelle pose provocanti che sorrideva maliziosa, e prima che potessi togliermele dalla testa la mia asta si era già drizzata diventando dura.

Fanculo.

Sentii un altro suono di indumenti e riaprii gli occhi per vedere la figura scura di Mira, probabilmente vestita, stendersi a letto e infilarsi sotto le coperte. Non mi mossi, forse neppure respiravo per paura che sentisse, cosa idiota dato che ero io lì dentro quello con le orecchie da Dragon Slayer.

Chissà come il pensiero del sesso con Mira, il sol fatto di starmi eccitando per lei, mi sembrava così sbagliato, quando con altre donne mi era sempre stato normalissimo. Era come se non riuscissi a vederla in quel contesto, cioè, io volevo vederla in quel contesto ma mi sembrava di macchiare qualcosa di bianco facendolo.

Sbuffai seccato. Era inutile che mi facessi domande sul perché dei miei pensieri idioti per tutta la notte con un erezione tra le gambe. Non mi sarebbe stato di alcun aiuto. Per il momento, non potevo neppure avere un contatto fisico con Mira, figuriamoci portarmela a letto, ci avrei pensato poi.

Rimasi in ascolto del silenzio finché non sentii il respiro di Mira regolarizzarsi. Solo allora mi scrostai dalle coperte e mi alzai in piedi, dirigendomi in bagno tra una bestemmia e l’altra per risolvere il mio problemino.



 


Il terzo giorno fu quello della rimonta. All’inizio, quando vidi che il mio giovane discepolo Mystogan non c’era e al suo posto era venuta nel team Cana, qualcosa mi fece pensare che sarebbe stata un’altra giornata pesante. Un po’ perché non c’era Mystogan con cui passare il tempo e un po’ perché Cana era già ubriaca e avevamo appena iniziato la giornata.

Nonostante questo però, vincemmo. Vincemmo, e vincemmo ancora, tanto da farmi ghignare contento. Con Erza e Cana Fairy Tail si era riscattata, si vedeva bene che facessero parte della vecchia guardia quelle due.

Poi fu il momento degli incontri e giuro, mi sembrò una presa in giro quando mi selezionarono per uno scontro contro Raven Tail.  Ma andiamo, siamo seri? Ammettetelo che gli organizzatori volevano a tutti i costi farmi incazzare. Io lo sapevo, non avevo bisogno di carte o chissà quale giochino, era logico che volessero farmi innervosire.

E sapete cosa? Non glielo avrei permesso. Avrei mantenuto la calma, avrei fatto il culo a quel tipo, avrei fatto guadagnare i punti alla mia squadra e poi me ne sarei tornato in tribuna a non fare un cazzo come mio solito. Fine.

Osservai per un attimo Mira guardarmi corrucciata mentre lasciavo la tribuna e innalzai leggermente l’angolino della bocca come segno che era tutto okay. Sapevo che avrebbe voluto sommergermi di domande, che avrebbe preferito passare il tempo a chiedermi, chiedermi e chiedermi ogni singola cosa, anche la più inutile e sciocca, ma sapevo pure che dopo quello che le avevo detto nella mia stanza quel giorno non lo avrebbe più fatto, sentendosi invadente. E un poco la cosa mi dispiaceva, perché in fondo averla sempre attorno che faceva domande mi ravvivava la giornata.

Scesi in campo, ritrovandomi di fronte a questo presunto Alexei di Raven Tail. Lo guardavo indifferente,  un po’ corrucciato mentre scrutavo il mio avversario con una maschera in faccia e un mega pelliccione come il mio. Chissà chi era. Per un certo periodo ero stato da mio padre, ma un tipo del genere non lo avevo mai conosciuto o tantomeno visto.

-Vai, Laxus!- sentii acclamare e come alzai lo sguardo sulla mia tribuna vidi Mira tutte euforica mentre mi mandava grida di incitamento.

La cosa mi fece piacere, tutta la gilda chiamava a gran voce il mio nome come se la vittoria fosse già loro. Certo avevano ragione, era scontato, ma vedere tutta quella fiducia in me mi fece sentire… non so, bene?

Diedero il via allo scontro e inspirai forte –Sei della gilda del mio vecchio… chi sei…- affermai inclinando la testa ma qualcosa di strano successe di colpo.

Non mi mossi quando un immagine identica ad Alexei mi si fiondò addosso. Non era vero, lo seppi subito, ancor prima che mi scagliasse un pugno trapassandomi e come voltai lo sguardo notai un doppione di me stesso che si stava facendo riempire di botte dall’avversario.

Ma che cazz…

Tutta la gilda era sbalordita, incredula mentre il mio doppione le prendeva senza riuscire a reagire, e compresi che non riuscivano a vedere il vero me lì fermo dato com’erano inorriditi di fronte a quella scena in cui venivo pestato.

Voltai lo sguardo verso la mia tribuna e vidi Mira con la bocca aperta, incredula –Cosa…- sembrava dicesse, preoccupata.

Tutti sembravano si fossero spenti di colpo, le acclamazioni verso di me erano diventati incitamenti a reagire, preoccupati e impotenti mentre il mio sosia sembrava incapace di alzare un braccio per difendersi.

Ma io rimanevo sempre immobile con le braccia incrociate al petto, in attesa, in silenzio, cercando una ragione, una sola, per mantenere la calma e non andare a fare subito il culo quel tipo per la figura di merda che mi stava facendo fare. Una sola.

Avevo detto che non mi sarei incazzato ma quel tipo sembrava del tutto intenzionato a istigarmi ad ucciderlo.

-Cosa significa tutto ciò?- domandai schietto, mentre guardavo la mia stessa figura venir picchiato.

-È una sorta di magia illusoria.- rispose il tipo, pensando che potesse fregarmene qualcosa –Gli altri non riescono a vedere i nostri corpi reali, quelli che ora stanno parlando. E non riescono nemmeno a sentire le nostre voci.- continuò lo stesso a spiegarmi -Al momento, stanno vedendo le nostre illusioni combattere.- affermò e io seguii lo scontro, in parte incuriosito perché non avevo mai visto una magia simile, e in parte irritato perché facevo la figura del fesso per colpa di quell’immagine illusoria –Sembra vero, eh? Nessuna persona l’ha notato.- continuò ancora -Gli spettatoti stanno guardando la scena del potente Laxus che non è capace di muovere nemmeno un dito.-

Continuava a parlare a vanvera di cazzate, pensando che io lo ascoltassi per davvero. Me ne fregava qualcosa? No. Mi stava facendo incazzare? Sì, naturalmente.

Voltai lo sguardo verso la tribuna di Fairy Tail, stupendomi dell’espressione del vecchietto -Perché Laxus è messo così alle strette?!- affermava mio nonno stringendo i pugni, sembrava si sentisse… impotente.

Guardai tutti quei volti tesi, quelle urla di incitamento nei miei confronti. Erano davvero tutti così preoccupati… Per me?

-Sembra che tu sia ammirato dalla gilda.- sentii dire dal tipo, non ce la faceva a stare zitto –Mi chiedo cosa stiano provando i tuoi amici proprio in questo momento, mentre stanno guardando tutto ciò.- aggiunse.

Tutto questo è un emerita cazzata, pensai irritato.

Mi voltai verso di lui e lo guardai duro, come se potessi trafiggerlo solo con lo sguardo –Ohi, ohi, non capisco le tue intenzioni.- affermai cercando ancora una lucidità che stavo pian piano perdendo -Qual è lo scopo di vincere un’illusione?- feci. Non perché avrebbe fatto la differenza su come lo avrei preso a botte, ma perché ero curioso della colossale cazzata che stavo per sentire.

-In verità il nostro obbiettivo non è la vittoria.- affermò infatti confondendomi -Questa illusione è solo una camuffamento.-

Stava cercando di farmi incazzare, più passava il tempo e più ne ero certo –Eh?- feci aggrottando le sopracciglia.

-Le illusioni sono illusioni. Possiamo cambiare il risultato come vogliamo.- continuò il farneticare.

-A nostro piacimento?- ripetei, più cercavo di collegare qualcosa e più non ci capivo nulla, stavo cercando di mantenere la calma e di mostrarmi indifferente ma la situazione mi irritava, in più persone che conoscevo continuavano a gridare il mio nome in modo disperato.

-Laxus!- sentivo urlare e come guardai gli spalti li vidi tutti lì ad incitarmi di darci dentro. L’illusione di quell’altro me finalmente riuscì a liberarsi da una morsa e contrattaccare, per poi coprirsi di cariche elettriche. All’inizio ebbi la meglio, poi venni colpito quando tutti pensarono che avessi vinto.

-È questo il risultato finale di cui parlavi?- domandai incazzato. Sarei riuscito perfettamente a schivare un gancio simile, questa cazzata non stava né in cielo né in terra, proprio non reggeva.

-A seconda di come andrà la nostra discussione, potremo persino farti vincere.- mi propose, come se fosse un’idea strabiliante.

Seccato appoggiai  a terra la pelliccia con un sospiro –Non abbiamo niente di cui parlare.- affermai mettendomi in posa d’attacco, piegato in avanti con mano alzata mentre venivo percorso da saette per tutto il corpo –Questo non ha niente a che vede con le illusioni.- decretai serio -Proprio qui, proprio ora, mi sbarazzerò di te e metterò fine a tutto ciò.- dissi, irritato per la figura che ci sta facendo.

Le cose degeneravano, comparvero pure il resto di tutto il team di Raven -Nemmeno tu saresti in grado di sconfiggere contemporaneamente tutta l’elite di Raven Tail.-  continuò a dire il mio avversario.

Assottigliai gli occhi con sguardo duro mentre tipo alzò le mani per togliersi quella dannata maschera –E, in oltre…- affermò togliendosela–Tu dovresti conoscere la mia forza, vero? Figlio stupido.- affermò mio padre.

Oh, perfetto. Ora sì che sono incazzato.

Le avevano tentate tutte per farmi incazzare, tutte. E ci erano riusciti, perfettamente.

Alzai gli occhi la cielo voltando il viso di lato guardando tutto fuorché lui, quella mattina avevo sentito che si sarebbe rivelata una giornata di merda –Immaginavo che sarebbe andata a finire così.- affermai seccato, avrei dovuto prevederlo in fondo, e tornai a guardarlo arrabbiato, seccato, irritato forse ma non sorpreso -Vecchio schifoso.- conclusi duro.

Qui la cosa si fece seccante (non che fino a quel momento non lo fosse già). Iniziò a farneticare qualcosa su un Lumen Histoire, sul fatto che mio nonno non glielo volesse dire dove si trovasse e sul fatto che io dovessi invece saperlo.

Era venuto fin qui a rompere i coglioni solo per questo? Seriamente?

Ma che cazzo vaneggia sto vecchio…

-A dire il vero non lo so.- affermai secco, con le braccia incrociate al petto e scazzatissimo per la riunione di famiglia improvvisata. Se lo avessi saputo prima, non mi sarei presentato quel giorno e sarei fuggito insieme al mio apprendista.

-No, devi saperlo.- insistette lui. Ohi ohi, saprò pure quello che so o non so, no?

-Beh, anche se lo sapessi, di certo non lo direi a te.- ribattei seccato e  con arroganza, facendo quello che sapevo fare meglio.

-Ohi, ohi, stai dicendo che rifiuteresti una “vittoria” nonostante queste circostanze senza speranza?- fece il mio vecchio sorpreso -Se non accetterai le condizioni… non sarà sufficiente far perdere solo la tua illusione…- commentò.

E mi fece sospirare con queste sue parole. Certo, mio nonno era davvero seccante ma mio padre mica scherzava anche lui.

Feci una smorfia incazzata -Sei davvero un gran rompiballe… Ecco perché il nonno ha voluto tagliare i ponti con te.- affermai sinceramente, irritandolo.

Mi riempii di scariche elettriche pronto a farlo fuori ma niente, quel vecchio ancora parlava a vanvera sulla sua gilda -È composta da maghi che sono maestri in tutte le debolezze dei membri di Fairy Tail.- diceva.

Wow, è davvero ossessionato dalla gilda., riflettei. Possibile che anche io dessi quest’impressione al Phantasia, ero davvero così cocciuto ed irritante?

La cosa mi fece fare una smorfia, mentre mio padre ancora parlava. Mi limitavo a sospirare, sbuffare annoiato, mentre i suoi discorsi senza fondo sembravano non avere più una fine. E rendeva tutto così teatrale. Per un attimo riprovai l’irritazione che provavo a diciassette anni ogni volta che andavo nell’ufficio del nonno a farmi fare la predica. Erano passati un sacco di anni da allora eppure eccomi ancora lì, a farmi fare la paternale ancora.

Direi il falso se dicessi che vedendo mio padre così ridotto non mi sembrò di vedere me fra qualche anno se avessi continuato a seguire la strada che mi aveva condotto all’esilio. Provai stizza al pensiero. Io ne ero uscito però, non poteva riuscirci anche mio padre?

Eppure bastava che aprisse gli occhi, che vedesse, come avevo visto io, quello che era davvero importante.
 



 
–Stai solo perdendo tempo, facendoti queste paranoie inutili. Non puoi attaccarti al passato, devi andare avanti e lasciartelo indietro o non vivrai mai il futuro.-
 



 
Per quanto mi seccasse ammetterlo, Gildarts aveva ragione.

Tenevo la testa bassa e gli occhi chiusi, lo lasciai parlare, ero irritato da queste parole insensate e seccanti e quando li aprii e lo guardai con severità svuotai il sacco e gli dissi di quello che sapevo, sperando che vedendo meglio i fatti, mio padre avrebbe smesso.

Gli dissi che li tenevamo d’occhio, che sapevamo tutto, le attività, i membri, finanziamenti, componenti, tutto, durante quei sette anni -Nonostante il nonnetto sapesse tutto questo, non ha mai fatto nulla contro di te.- affermai duro, non riuscendo a celare il tono di disprezzo con cui lo dissi.

Ero riuscito a vedere la strada giusta, e forse perché qualcuno me l’aveva mostrata. Da solo, sarei finito come mio padre, probabilmente al suo fianco a provare rancore nell’ombra. Forse lui non era sempre stato così, forse un tempo era come me in questo momento e quando aveva perso quella luce che lo guidava, mia madre, aveva perso la strada.

Lo vidi sbarrare gli occhi, oscurare il viso e tremare mente digrignava i denti -Forse…- continuai a dire con voce pacata, lenta, facendo vagare i miei pensieri a dei ricordi andati di noi due, quando eravamo ancora una famiglia -Da qualche parte, nel cuore del nonno… ripone ancora della fiducia in te.- ammisi.

Ed io.

-Visto che siete padre e figlio.- aggiunsi.

Forse però era quello che volevo che succedesse tra me e lui.

Che la smettesse di usarmi come un oggetto, uno strumento per i suoi scopi, che ci desse un taglio con quelle assurde sciocchezze e tornasse a fare il padre. Avrei voluto aiutarlo, in quell’attimo lo pensai davvero. Ma forse mio padre era andato troppo avanti per poter tornare indietro. E lo capivo, davvero, quella sensazione di essersi spinti troppo oltre. Senza qualcuno che ti guidi, che ti aiuti.
Io avevo avuto la fortuna di trovare quella persona.
 


 
 
-Pensavo avessi bisogno di qualcuno in questo momento.-
 




 
-Silenzio!- mi urlò contro iniziando ad attaccarmi, mi inveì contro, mi insultò, e continuò a delirare su quell’oggetto che era diventato frutto della sua ossessione -Dimmelo Laxus, sei mio figlio ,no?!- gridò attaccandomi.

Era come un filmato infinito di immagini che mi si ripetevano davanti agli occhi. Mi stavo difendendo dall’attacco, questo era vero, ma davanti ai miei occhi passavano altre immagini, scorrevano i ricordi.




 
-Non darti tutte queste arie, idiota! Sei il nipote del vecchio? E allora? Questo non fa di te una persona diversa dalle altre. Smettila di piangerti addosso per i tuoi problemi familiari! La gilda è la nostra casa!-
 



 
–Io l’ho già dimenticato. E sono certa che anche gli altri lo abbiano fatto. Compreso il Master.-
 



 
Mi mostrai illeso, tranquillo, dopo le sue sfuriate di colpi, mostrandogli che non mi aveva neppure affaticato -Mi sembravi troppo tranquillo. Stai prendendo delle contromisure per la mia magia, eh? Questa parte di te non cambierà mai.- affermò sprezzante mio padre -O forse è perché non riesci a colpire tuo padre?- mi domandò poi in tono derisorio -Sei davvero un bravo ragazzo Laxus.- commentò.

Strinsi i denti a quelle parole, per quanto avrei voluto far qualcosa, forse per mio padre era troppo tardi. Mio padre, quello che per anni era sempre stato solo il mio mondo, la mia famiglia.

–Laxus.- mi sentii chiamare, voltai lo sguardo e lo vidi.

Lì sul corrimano, mio nonno si voltò e alzò il braccio puntano l’indice e il pollice verso l’alto, come se lui sapesse quali pensieri mi riempissero la testa. Immagini della parata del Phantasia si insediarono nella mia mente, insieme a quella scena poco prima dell’urto contro Acnologia in cui tutti ci prendemmo per mano.

 


 
-Così, se non ci capiamo, non siamo compagni? Nessuno di noi lo sa! Ecco perché dobbiamo aiutaci l’uno con l’altro! Laxus!-




 
Sorrisi.

Forse la situazione era completamente assurda… ma, in fondo, era in stile Fairy Tail. Mi ritrovai a ridacchiare, con totale spensieratezza, alleggerendomi di colpo, non sentendo più il peso di quella situazione.

Mi attaccarono e io risposi a tutti, vendicai Wendy e Charle, presi la rivincita di Gray e sconfissi la rossa per Lucy. La rabbia era stata totalmente sostituita da determinazione che avevo trasformato in forza.

–Maledetto!- affermai scuro in viso –Non so a cosa tu stia mirando, ma la pagherai per aver fatto del male ai miei compagni!- gridai  facendomi avanti verso mio padre,  come una bestia che prende di mira la sua preda.

-Aspetta sono tuo padre!- affermò Ivan in preda la paura, vedendo il mostro che ero –Noi siamo una famiglia! Non vorrai mica colpire tuo padre!?- esclamò con incredulità.

Famiglia?, mi ritrovai a pensare.

 

 
 
-Casa… è il posto in cui ci sono le persone a cui tieni. E non c’è nulla di male ad ammettere che noi siamo quelle persone, Laxus.-
 



 
La rabbia che avevo tenuto fino a quel momento scoppiò di colpo -La mia famiglia è Fairy Tail.- ribattei fiondandomi addosso a lui -Io annienterò i nemici della mia famiglia!- affermai colpendolo con una forza tale da farlo andare addosso alla sua stessa illusione che si dissolse, facendo sparire la magia e rendendo visibile a tutti quello che era successo lì a cinque minuti prima, ammutolendoli tutti dall’incredulità.

Pensavo che mi sarei sentito bene dopo la vittoria, quasi festoso e rilassato. Invece ero ancora scuro in volto e vari pensieri mi annidavano la testa mentre la gente acclamava il mio nome. Alzai lo sguardo duro da sopra mio padre, osservando la gilda festosa che mi celebrava, osservando Mira saltellare contenta piena di gioia. Avrei dovuto sorridere, no? Allora perché non ci riuscivo?

Mi incamminai verso l’uscita dall’arena , con una mano tenevo la mia pelliccia, mi fermai solamente sotto l’arco quando sentii mio padre chiamarmi.

Non mi voltai, non ci riuscivo –Laxus.- diceva -Oggi ho perso io.- affermò con tutta calma -Ma ricorda che…- aggiunse e mi voltai su di lui notando lo sguardo folle che aveva in viso mentre le guardie lo tiravano su per portarlo via  –Il Lumen Histoire è l’oscurità di Fairy Tail- diceva con un sorriso sbieco -Alla fine arriverà il momento in cui ti renderai contro di qual è il vero volto di  Fairy Tail.- decretò, mettendosi a ridere come un pazzo mentre veniva trascinato via dalle autorità dei giochi.

Ne rimasi sconcertato, e non seppi se per le sue parole o per lo sguardo che aveva in volto. Scossi la testa rassegnato e imbucai il corridoio per andare via di lì.

Qualsiasi cosa fosse accaduta quel giorno in arena io non lo seppi, se qualcuno mi avesse chiesto cosa fosse successo in quell’asso di tempo lontano dagli sguardi di tutti, io sinceramente non avrei saputo che dirgli.

Quello che sapevo, era che quel poco legame che mi legava a mio padre era ormai spezzato.



 


Non tornai in tribuna, avevo bisogno di starmene per i fatti miei. I giochi avrebbero continuato senza di me quel giorno, tanto non sarei più servito. I corridoi che portavano fuori erano per lo più vuoti, incrociai poche persone, erano quasi tutti a vedere gli ultimi scontri.

Avevo gli occhi semichiusi e la mente assente, quando ad un tratto, da un corridoio davanti a me comparve una testa albina che si muoveva a scatti di fretta, come in cerca di qualcosa. Ci misi qualche secondo a collegare quella figura a Mira.

E quando la vidi voltarsi ed individuarmi, aprendo le labbra in un radioso sorriso, fu come se fossi tornato a galla dopo aver camminato fino a quel momento sul fondo dell’oceano –Laxus!- esclamò venendomi incontro di gran fretta, contenta –Sei stato fantastico!- si congratulò con me.

Malgrado la poca voglia mi ritrovai a sorridere anch’io –Avevi qualche dubbio?- affermai spavaldo.

-No.- rispose lei unendo le mani davanti al ventre e avvicinandosi–A dire il vero, se avessi perso, ti avrei fatto il muso a vita.- affermò con totale nonchalance -Non ti avrei più rivolto parola e ti avrei preso in giro per il resto dei tuoi giorni.- aggiunse, sapevo lo faceva per provocarmi e la cosa mi fece sbuffare una risata.

-Proprio una bambina birichina, non c’è che dire.- feci ironico, e lei mi fece la linguaccia.

-Sono tutti felici della tua vittoria, il Master è orgoglioso di te.- continuò lei sorridente.

Il mio sorriso si fece amaro mentre con la mente tornavo a pensare allo scontro di poco prima, facendomi portare dai pensieri altrove e abbassai appena lo sguardo –Già…- dissi solo. Non sapevo neppure cosa dire.

Mi sentivo leggermente vuoto, come se avessi perso qualcosa. E la cosa era stupida, perché alla fine io mio padre non lo avevo mai avuto, sentire la sua mancanza e il suo distacco mi sembrava stupido. Eppure mi sentivo come se avessi perso anche una parte di me. E forse si trattava di quella parte che mi aveva portato ad avere rancore tempo prima, che mi aveva fatto odiare, e che in parte mi faceva comprendere mio padre e che mi legava a lui in qualche modo.

Quel legame si era spezzato, così facendo avevo perso quella parte folle di me. Ne ero certo, non avevo nessuna intenzione di diventare così ossessionato come mio padre. E di questo dovevo essere felice no? Eppure… eppure mi sentivo confuso.

Si ridestai quando di colpo mi sentii colpire e stringere, alzando lo sguardo riprendendomi vidi la figura di Mira che mi si era buttata addosso di colpo, abbracciandomi stretto, un azione che mi fece sgranare bene gli occhi e guardarla incredulo. Non mi mossi, un po’ perché dopo giorni senza un contatto ero sia stupito che lo avesse fatto lei e sia insicuro di poterla toccare con la garanzia che non avrei cercato più contatto.

–Qualsiasi cosa sia successa lì dentro…- la sentii dire col viso contro il mio petto, il tono dolce, rassicurante -Tuo padre è un idiota, se non capisce che figlio fantastico ha.- affermò di colpo, stupendomi.

Sogghignai per la stupidità di quella ragazzina e posai una mano sulla sua schiena, per ricambiare come meglio potevo fare –Penso che l’idiozia sia ereditaria.- affermai deridendomi.

-Tu non sei come lui.- la sentii dire, sicura, come se ne fosse certa e non avesse alcun dubbio su questo -Tu sei Laxus. Laxus e basta.- aggiunse.

Innalzai un angolino della bocca verso l’alto, sentendo quelle parole.

Grazie, pensai sincero ma non lo dissi.

Sospirai -Dubito che parlerò mai più con lui dopo questo.- affermai poi poco dopo.

-“Mai” è una parola grande.- la sentii ribattere e poco dopo tirò su il viso puntando i suoi grandi occhi blu su di me -Lui fa sempre parte della tua famiglia, Laxus.- affermò.

Le sorrisi, sta volta un sorriso autentico, facendo cenno di no con la testa –No. Voi.- la corressi -Fairy Tail è la mia famiglia.-









Angolo dell'Idiota:

Ciaooo a tutti! Scusate il ritardo, ho avuto da fare con lo studio e la scorsa settimana quando provai a postare c'era un problema sul sito e non riuscivo ad accedere. Per chi ancora fosse sopravvissuto e ancora mi segua, sono tornata!
Il capitolo è venuto come volevo, spero vi sia piaicuto. A parte il momento di gelosia di Laxus, il suo nuovo passatempo a fare il maestro, è stato abbastanza complesso scrivere dal suo punto di vista la scena col padre. Ho sintetizzato più che potevo il dialogo tra i due, concentrandomi di più su cosa frullasse nella testa del biondo in quel momento e io più o meno credo fosse questo. Penso che a tutti vedendo Ivan fuori di testa abbia pensato a Laxus al Phantasia, e credo che anche lui lo abbia pensato in quel momento e si fosse chiesto se il padre sarebbe mai cambiato; il silenzio di Laxus dopo il suo ritorno e la sua aura pacifica mi fanno pensare che gli frulli nella testa di ogni dopo quella volta.
Per il resto, Mira si avvicina di più! Un contatto fisico! Finalmente! Facciamo progressi, tenete duro e ne vedrete di altri.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che vi abbia soddisfatto, se non vi piace qualcosa riferitemelo subito che io sono qui a vostra disposizione.
Ci si vede la prossima volta, presto comunque.
Alla prossima,
Bye-bye



 
  
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