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Autore: MairTonks    02/11/2016    1 recensioni
"-Per coloro che non lo sanno, questa sera e' tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarst-
...
-Si..la professoressa Burbage insegnava tutto sui babbani ai figli di maghi e streghe..spiegava che non sono poi tanto diversi da noi...-
...
-Non contenta di corrompere e inquinare le menti dei bambini maghi, la settimana scorsa la professoressa Burbage ha pubblicato una commossa difesa dei babbani sulla Gazzetta del profera. I maghie, ha dichiarato, devono accettare questi ladri della loro conoscenza e della loro magia.-" (Harry Potter e i doni della morte, capitolo 1)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Charity Burbage, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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10. 1 Dicembre 1969

Novembre era stato un mese da dimenticare.

Seduta in un tavolo in fondo alla biblioteca, Charity osservava i primi fiocchi di neve scendere lentamente e sciogliersi sul davanzale. Era ormai sera, la maggior parte degli studenti era a cena e la biblioteca era più silenziosa che mai, esattamente come piaceva a lei. Tentò inutilmente di concentrarsi sul tema di Trasfigurazione che avrebbe dovuto consegnare la settimana prossima e che aveva iniziato a scrivere per tenere occupata la mente dai mille pensieri che le frullavano in quel periodo. Erano le situazioni come quelle a far emergere il suo lato Corvonero: ogni volta che voleva distrarsi dai problemi che la affliggevano, non poteva fare altro che tenere la mente impegnata con altro e nascondersi in biblioteca per evitare di essere disturbata.

I suoi amici li chiamavano i “momenti Corvonero” perché non era da lei trascorrere intere giornate in biblioteca e portarsi avanti con i compiti. Charity era sempre stata una Corvonero atipica e se ne era resa conto non appena il capello parlante aveva pronunciato il suo verdetto. Anche se erano passati sette anni da quel giorno, ancora oggi si chiedeva se veramente la casa di Cosetta Corvonero era quella più adatta a lei. A undici anni aveva sperato di essere smistata tra i Grifondoro come suo fratello Merthin ed era rimasta delusa quando ciò non era accaduto.

“Una mente aperta e curiosa come la tua non può non appartenere ai Corvonero. Anche se adesso non condividi la mia scelta, un giorno capirai” le aveva detto il Cappello Parlante e Charity aspettava ancora quel giorno.

Nessuna abilità o talento in qualche campo, nessun amore incondizionato verso lo studio o propensione per una particolare materia. Solo una passione per la lettura e un’infinita curiosità verso qualsiasi cosa riguardasse il mondo babbano che di certo non l’aiutavano a capire la decisione del Cappello Parlante.

-Sei qui- esclamò piano una voce attenta a non disturbare alcuni studenti intenti a studiare nel tavolo accanto al suo. Charity sobbalzò spaventata e tentò di nascondere qualsiasi emozione prima di girarsi verso il proprietario della voce e affrontarlo. Si era recata in quell’angolo remoto della biblioteca con l’intento di evitarlo ma era stato tutto inutile. Lo sentì fare il giro del tavolo e sedersi difronte a lei.

Charity sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi di Camdem che riflettevano esattamente quello che provava: era visibilmente sollevato per averla trovata ma, allo stesso tempo, preoccupato per quello che sarebbe potuto succedere quella sera. Sapeva benissimo di non poter rimandare quella conversazione per sempre, prima o poi avrebbero dovuto affrontarsi e chiarire.

-Mi stai evitando- disse Camdem dopo qualche attimo di silenzio. Non era una domanda ma una semplice costatazione e lei si limitò ad abbassare lo sguardo senza sapere da dove iniziare ad affrontare quella conversazione. Una parte di lei sapeva di dover dare a Camdem delle spiegazioni ma l’altra aveva troppa paura di rovinare per sempre il loro rapporto.

-Possiamo parlarne? E’ da un mese che questa storia va avanti, vorrei capire che cosa e’ successo. Cosa ho sbagliato?- le chiese Camdem usando per la prima volta un tono di voce incerto e sfinito. Doveva essere stato male e questo la fece sentire ancora peggio.

-Come sta Lud? E’ uscito dall’infermeria?- si informò lei per prendere tempo. Non poteva rimandare ancora quel momento ma aveva bisogno di raccogliere le idee e togliere dalla sua vista quel maledetto quaderno giallo che non faceva altro che riportare galla ricordi che avrebbero reso ancora più difficile quella situazione.

-Lui.. lui sta bene. Madama Chips l’ha fatto uscire poco fa- rispose il ragazzo sorpreso.

Charity annuì, sollevata di sapere che a Lud non era capitato niente di grave. Nell’ultimo periodo, strani incidenti erano accaduti al ragazzo, molto simili a quelli che, di tanto in tanto, continuavano a succedere a Martha. Nessuno era riuscito a capire chi ci fosse dietro tutto ciò ma era inevitabile pensare che erano dovuto alla vicinanza costante di Lud con la ragazza. I due avevano iniziato a vedersi per studiare insieme e, anche se Martha aveva rifiutato qualsiasi incontro che non riguardasse lo studio, non era raro trovarli a discutere nei corridoi. Lud era visibilmente interessato a Martha e Charity aveva sentito un paio di ragazzine commentare che sarebbero stati una bella coppia.

-E’ dal giorno dell’uscita al villaggio che sei strana- iniziò Camdem senza smettere di guardarla negli occhi.
Charity prese a fissare le ombre che le candele disegnavano sulla superficie del tavolo. Sentì gli angoli degli occhi pizzicarle in ricordo di quello che era successo quel giorno al villaggio.



"Avrebbe dovuto incontrare i suoi fratelli ma, dopo averli aspettati per più di un’ora, si era arresa e decisa a ordinare una burrobirra. Sapeva che avrebbe fatto meglio a tornare immediatamente al castello e scrivere una lettera a Merthin per avere spiegazioni e se ne convinse maggiormente quando sentì quello che stavano dicendo alcune Grifondoro sedute poco lontano da lei.

‘Hai visto? La Bloom e Fawley sono venuti insieme al villaggio. Non ci credevo quando li ho visti da Mielandia’
A quelle parole Charity aveva rischiato di strozzarsi con la burrobirra che stava bevendo e di rompersi il collo mentre si girava rapidamente verso la biondina che aveva parlato.

‘Sono davvero carini insieme. Anche se nessuno avrebbe mai scommesso sulla loro relazione, neanche io se non li avessi visti in quel vicolo buio’ aveva continuato lanciando un’occhiata maliziosa alle sue amiche.

Non aveva saputo dare un nome alla strana sensazione era comparsa all’udire quelle parole ma non poteva dire di esserne sorpresa. Nessuno avrebbe mai potuto negare il fatto che Agatha e Gabe, nonostante non facessero altro che battibeccare continuamente, sarebbero stati bene insieme. Ma c’era qualcosa che non sapeva spiegarsi, il fatto che, per quanto potesse convincersi che i suoi due amici sarebbe stati una bella coppia, lei non riusciva a pensare che fosse sbagliato immaginarseli come due fidanzatini felici e non come la coppia di battitori della squadra di Grifondoro.

Aveva finito la sua burrobirra ed era uscita dal locale intenta a cercare Cam che, in quel momento, doveva trovarsi con Lud da qualche parte. Stava camminando lungo la strada principale quando era stata fermata da una ragazzina con corti capelli castani e dei familiari occhi verdi che non aveva mai notato prima.

-Charity Burbage?- le aveva chiesto sorridendole gentilmente. Era piuttosto bassa e minuta, doveva frequentare il terzo o quarto anno.

-Io sono Juliette Summers, frequento il terzo anno e sono a Grifondoro- si era presentata porgendole la mano.

-E’ un piacere conoscerti- le aveva sorriso titubante Charity senza riuscire a capire cosa potesse volere da lei quella ragazzina.

-Mi spiace non averti mai parlato prima ma aveva bisogno di incontrarti da sola. Probabilmente non hai mai conosciuto la mia famiglia ma zia Persephone ci teneva a farti avere queste- le aveva spiegata porgendole una busta che aveva l’aria di essere molto pesante.

-Perché? Insomma, non so chi sia tua zia- aveva ribattuto Charity confusa osservando la busta ancora in mano alla ragazzina.

-Non dirlo a me. Mia zia mi ha fatto promettere di dartele una volta che ti avrei incontrata da sola. Mi spiace, non ne so molto più di te- le aveva risposto alzando le spalle in un gesto di scuse.

Appena Charity aveva preso la busta, Juliette l’aveva salutata prima di andare alla ricerca delle sue amiche. Non riuscendo a tenere a freno la curiosità Charity aveva aperto la busta in mezzo alla strada e tirato fuori un foglio accuratamente piegato. Non era pergamena, ma la carta che i babbani erano soliti usare per scrivere lettere.

Cara Charity,                                                                                                                                                                                   probabilmente non ti ricorderai di me ma sono certa che non avrai dimenticato l’unica volta in cui ci siamo incontrate. Avevi quattro anni all’ora, era piccola e molto diversa dalla ragazza che ho avuta la fortuna di vedere questa estate. Stavi passeggiando per le vie di Liverpool e sei passata proprio davanti al mio negozio insieme ai tuoi amici. Ti ho riconosciuta subito, i tuoi occhi sono inconfondibili e con gli anni sei diventata sempre più simile a tuo padre.

Ho deciso di scriverti perché sono sicura che potrai aiutarmi. E’ una cosa piuttosto lunga da spiegare ma ho fatto del mio meglio per consegnarti tutto il necessario per aiutarti a capire. Se dovessi avere bisogno di ulteriori chiarimenti o di farmi delle domande non esitare a mandarmi lettere tramite Juliette, lei saprà come farmele avere.

Ho dato per scontato il fatto che avresti accettato e spero vivamente che sia così ma, se dovessi cambiare idea, sei libera di farlo. Non voglio costringerti a fare nulla, soprattutto una cosa che potrebbe metterti in contrasto con la tua famiglia.
Spero di ricevere presto tue notizie.
Con affetto, Zia Persephone

Charity aveva continuato a camminare ed era quasi arrivata davanti ai cancelli della scuola quando aveva finito di leggere la lettera. La sua curiosità non aveva fatto altro che aumentare man mano che i suoi occhi scivolano sulle parole scritte ordinatamente sul foglio che stringeva tra le mani. Non sapeva chi fosse questa misteriosa Zia Persephone ma il nome non le suonava affatto nuovo.

 

-Lo so che non hai visto i tuoi fratelli- le confessò Camdem vedendo che lei non si decideva a parlare. Charity lo guardò sgranando gli occhi, incredula davanti a quelle parole. Aveva sempre dato per scontato che Camdem le avesse creduto quando gli aveva raccontato della mattina che non aveva trascorso con i suoi fratelli. Era una della tante cosa a cui non aveva badato nell’ultimo mese.

-Pensavo di essermi sbagliato quando a cena mi hai raccontato la tua giornata ma non ho mai smesso di pensarci. Sei uscita troppo presto, mi avevi detto di aver passato con loro tutto il tempo ed era per questo che eri arrivata tardi in Sala Grande.- le spiegò il ragazzo con voce bassa e calma. Charity deglutì perché la sua bocca era diventata improvvisamente arida e prese un bel respiro prima di prepararsi a replicare e a dirgli finalmente la verità. Ma Camdem la fermò con un gesto della mano e continuò a parlare.

-All’inizio non ci ho dato peso, anche se eri molto strana. Ma con il passare dei giorni ai smesso definitivamente di parlare con Fawley e i tuoi amici. Anche se sapevo che qualcosa non andava, l’unica cosa a cui pensavo era che ti avevo tutta per me. Lo so, e’ stato un pensiero da egoista ma non potevo evitarlo dato che, ogni volta che eravamo insieme, Fawley non ci lasciava un attimo e non la smetteva di toccarti-

Aveva usato un tono aspro nel pronunciare l’ultima frase. Aveva discusso alcune volte riguardo all’atteggiamento di Gabe nei suoi confronti che, davanti a Camdem, diventava molto più affettuoso del solito e si comportava come se il suo fidanzato non ci fosse. Charity lo aveva sempre giustificato, dopotutto era il suo migliore amico da quando aveva cinque anni, ma nell’ultimo periodo aveva capito. O meglio, Agatha le aveva aperto gli occhi.

-Voglio chiarire la faccenda una volta per tutte e poi, per quanto mi riguarda, possiamo dimenticarci completamente dell’ultimo mese e ripartire da dove ci siamo interrotti- le disse con un tono più dolce mentre le prendeva la mano tra le sue.
Charity sapeva che era giunto il momento di dire qualcosa ma la voce severa della bibliotecaria fece passare l’attimo ed entrambi sobbalzarono. Camdem si alzò mentre lei sistema i libri nella borsa e la attesa a pochi passi di distanza. Le prese la mano mentre uscivano dalla biblioteca e Charity riprovò, dopo tanto tempo, la sensazione di calore che solo il suo contatto riusciva a darle.

Mentre percorrevano in silenzio il corridoio, furono quasi investiti da una ragazza che correva verso di loro. Charity riconobbe il volto di Martha, nascosto dai ricci scuri e bagnato da lacrime che scendevano copiosamente sulle sue guance. La vide girare a destra e la stava per seguire quando venne spintonata da un ragazzo che riuscì ad identificare come suo cugino. Fu solo grazie a Camdem, che riuscì ad afferrarla in tempo, che non finì sul freddo pavimento di pietra.

La porta dell’aula nella quale era entrata Martha sbatte’ con violenza dopo l’ingresso di Evander ma questo non impedì a Charity di udire su cugino chiedere scusa alla ragazza. Stava urlando, sembrava davvero disperato e lei non riusciva a capire cosa potesse spingere il freddo e composto Evander a inseguire la dolce e sorridente Martha in un’aula.
Charity non sentì nessuna risposta da parte della sua amica, solo un silenzio interrotto ogni tanto da qualche scusa disperata urlata da Evander. Era così confusa che si era momentaneamente dimenticata di Camdem che la teneva ancora stretta.

-Quando Lud e’ stato travolto dallo scaffale in biblioteca, tuo cugino era li’ vicino con la bacchetta in mano. Non avevo nessuna prova per denunciarlo ad un insegnante e Lud aveva sbattuto violentemente la testa, mi sono occupato di lui e mi sono dimenticato di Evander- le raccontò Camdem.

-Pensi sia stato lui?-

-Ne sono sicuro-





Note:
Buona sera a tutti! Dopo molto tempo sono ritornata…
Per prima cosa chiede scusa per l’enorme ritardo ma gli impegni universitari non mi lasciano molto tempo da dedicare alla mia storia. Cercherò in ogni modo di aggiornare il prima possibile ma, purtroppo, non con la stessa velocità di prima.
Passando al capitolo…la storia man mano si infittisce e nuovi dettagli iniziano ad emergere. C’è stato un salto temporale di circa un mese, la comparsa di una zia misteriosa ed emergono alcuni problemi nel rapporto tra Cam e Charity. Spero di avervi un po’ incuriosito.
Grazie per il tempo che dedicate alla mia storia!
Al prossimo capitolo, MairTonks.
  
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