L’ultimo incontro
Nei
giorni successivi Regulus si
ritrovò costretto a mentire a Rachel, per
l’ennesima volta. Quando lei gli
aveva chiesto se avesse trovato qualcosa dai Malfoy, le aveva detto di
non aver
ancora finito le ricerche, e che ancora non aveva trovato nulla.
Non
voleva assolutamente farle
sospettare che ormai non solo aveva capito tutto, ma anche che per lui
non
c’era alcuna speranza.
Non
trascorreva un istante senza
che lui non pensasse a come Rachel avrebbe reagito alla sua scomparsa,
e si
sentiva in colpa, perché mai avrebbe voluto farla soffrire
in quel modo.
Ma
puntualmente cercava di
pensare ad altro perché sapeva che se si fosse lasciato
andare a quei pensieri,
non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarla sola e fare quello che
doveva.
Sperava
solo che lei sarebbe stata
abbastanza forte da sopportare tutto questo.
Inoltre, anche dopo aver recuperato il medaglione, la vita sarebbe andata avanti per tutti gli altri, e Regulus sapeva che Voldemort avesse creato chissà quanti altri Horcrux, di cui lui conosceva solo la coppa appartenuta a Tosca Tassorosso, che comunque sarebbe stata meno difficile da recuperare.
Infine,
c’era sempre il problema
di Minus.
Sirius
non gli aveva creduto, e
forse era stato meglio così: se l’avesse scoperto,
Voldemort avrebbe capito che
uno dei suoi Mangiamorte lo aveva tradito, e non sarebbe stato
difficile
risalire a Regulus, impedendogli così di rubare
l’Horcrux.
Il
fatto di dover coprire Minus
lo irritava oltre modo, ma era l’unica maniera per non far
fallire il proprio
piano.
Quindi
non poteva dirlo nemmeno a
Rachel, perché la conosceva bene, e sapeva che lei sarebbe
andata subito ad
avvertire Sirius.
Ma
anche lei lo avrebbe saputo,
quando quella storia sarebbe finita: Regulus aveva già
progettato tutto nei
minimi dettagli, anche se era assalito dai ripensamenti a tutte le ore.
Quante
volte era stato sul punto
di uscire da Grimmauld Place per andare da Silente e raccontargli tutto!
Ogni
volta però aveva finito col
posare di nuovo il mantello e rientrare in casa, in preda alla
più cupa
disperazione.
Anche
se il vecchio Preside di
Hogwarts gli avesse creduto, che cosa sarebbe cambiato?
Qualcuno
sarebbe sempre dovuto
andare a recuperare il medaglione.
Poi lo saprà troppa gente, e a Voldemort basterà catturare una sola di queste persone per scoprire inconsapevolmente che il suo più grande segreto non è più al sicuro. Così aumenterà i controlli intorno ai propri Horcrux, e a quel punto nessuno sarà più capace di sconfiggerlo, pensava.
In
fondo, la vita di un singolo,
anche se di un membro della gloriosa famiglia Black, era insignificante
rispetto alla possibilità di liberare il mondo dal dominio
di Voldemort.
Questa
verità gli bruciava come un
ferro incandescente e, ogni volta che si era illuso di avere una minima
speranza di sopravvivere, tornare di colpo alla dura realtà
era mille volte più
doloroso.
Non
aveva solo paura per se
stesso, ma anche per quanto avrebbero sofferto tutti quelli cui teneva:
Rachel,
i suoi genitori, Narcissa, forse persino Bellatrix…
Le
sue notti erano costellate d’incubi
ancora più disperati di prima, e ogni volta si svegliava con
i sudori freddi e il
viso solcato dalle lacrime.
L’unico
pensiero che lo consolava
era che almeno non avrebbe dovuto affrontare tutto da solo e che,
almeno fino
ad un certo punto, Kreacher lo avrebbe accompagnato.
E poi non gli restava che sperare che tutti gli altri avrebbero continuato per la propria strada.
Era
difficile dover affrontare
tutto questo e fare contemporaneamente in modo che la sua famiglia non
sospettasse nulla. Era già tanto complicato nascondere
qualsiasi cosa a
Walburga, soprattutto se chi gliela nasconde è
l’unico figlio rimastole e se il
segreto è di vitale importanza per il destino di tutta la
comunità magica.
Per
Regulus era difficilissimo
continuare a manifestare la solita freddezza esteriore che
caratterizzava i
suoi rapporti con i suoi genitori, quando sapeva che a momenti non li
avrebbe
più rivisti e avrebbe tanto voluto abbracciarli per una
volta e dire che, se
stava per svolgere il suo compito, era anche per rendere migliore il
loro
mondo.
Per
questo passava poco tempo a
Grimmauld Place, proprio per evitare sospetti pericolosi.
Ma questo non era un valido motivo per giustificare quello che fece una di quelle notti.
Era
uscito di casa poco prima,
facendo una capatina alla Testa di Porco, più che altro per
non pensare a
niente. Ormai non sapeva più cosa raccontare a Rachel, ed
era evidente che lei
stesse iniziando a sospettare che lui la stava evitando.
Mentre
pensava a lei e si metteva
la mano nella tasca del mantello per pagare il conto della Burrobirra,
si era
ritrovato un piccolo pezzo di carta con scritto un indirizzo. Era stata
proprio
Rachel a darglielo alcuni mesi prima ma Regulus era sicuro di averlo
perso…
Cinque
minuti dopo, si
Materializzò in una deserta strada periferica di Londra,
illuminata solo dalla
luce dei lampioni.
Si
trovava accanto al muro di
cinta di un parco e, svoltato l’angolo, poteva vedere una
serie di villette a
schiera, seppur molto modeste.
Non
sapeva perché si trovasse lì.
Forse,
anche se non voleva
ammetterlo, aveva voglia di rivederlo per l’ultima volta. O
forse semplicemente
aveva paura e una piccola parte di sé sperava ancora che
qualcuno lo salvasse
dal destino che gli spettava.
Posò lo sguardo sul biglietto e localizzò la casa che gli interessava. Era immersa nel buio e nel silenzio: sembrava deserta. Probabilmente chi la occupava stava dormendo, oppure non c’era proprio.
Non essere ridicolo, si disse. Vattene, è meglio.
Ma
rimase a fissare la porta di
quella casa sconosciuta, immaginando cosa sarebbe successo se avesse
avuto il
coraggio di suonare il campanello. Ma tanto non lo avrebbe fatto,
già lo
sapeva.
E,
anche se avesse voluto,
sarebbe stato un grosso sbaglio.
Sbuffando per il nervosismo, accartocciò il biglietto e lo gettò a terra con stizza, deciso ad andarsene…
Inaspettatamente sentì che qualcuno gli aveva puntato la bacchetta contro la schiena.
“Che cosa ci fai tu qui?” chiese Sirius. “Il tuo amichetto Voldemort ti ha mandato a uccidermi?”
Regulus si voltò, stavolta attento a non farsi prendere di nuovo a pugni.
“Se fosse stato così, sarei stato io a sorprenderti alle spalle” disse.
Sirius assunse un’espressione scettica.
“Non
ne sarei tanto sicuro.
Allora, cosa ci fai qui?” Regulus tacque perché
non sapeva cosa dire. Sirius
proseguì: “Fammi indovinare. Magari credi che la
mia nuova casa ospiti l’Ordine
della Fenice, e sei venuto per assicurartene e raccontare tutto a
Voldemort.
Bè, mi dispiace deluderti, ma qui ci abito solo
io”.
“Come
al solito, non hai capito
un bel niente” ribatté Regulus, indignato.
“Allora
cosa vuoi? Se sei venuto
a parlare ancora male dei miei amici come hai sempre
fatto…”
“Non
ho mai fatto niente del
genere!”
“Certo,
come no. Sei sempre stato
invidioso di loro, fin da piccolo”.
“Bè,
forse qualcuno mene dava il
pretesto! Comunque non m’interessano questi discorsi. Tieniti
i tuoi cari
amichetti, sai quanto m’importa”.
“Non
hai ancora risposto alla mia
prima domanda” gli fece notare Sirius.
“Io… non
lo so perché sono qui”
ammise Regulus. “E non so nemmeno cosa ci resto a fare,
quindi se non ti
dispiace, ora me ne vado”.
Si tolse dalla portata della bacchetta e fece per allontanarsi, quando Sirius lo richiamò:
“Aspetta…”
Regulus si voltò a guardarlo. Il fratello maggiore sembrava in preda a un’evidente lotta interiore, da come si mordeva il labbro e cercava di non mostrare troppa agitazione.
“Senti, forse non avrei dovuto risponderti in quel modo l’altra volta, dopo che… dopo che mi hai salvato da Lestrange” ammise, senza guardarlo negli occhi.
Regulus rimase muto per parecchio tempo, quasi sotto shock.
“Ti
stai scusando con me?” gli
chiese, non credendo alle proprie parole.
“Bè,
un Grifondoro deve avere
anche il coraggio di ammettere un errore, ogni tanto”.
“Meglio
tardi che mai” commentò
Regulus, cercando di sembrare il più acido possibile per non
fargli capire
quanto le parole di Sirius lo avessero colpito.
“Però
sappi che anche tu hai
commesso un errore, e gravissimo” gli ricordò lui.
“Lo
so…”
Regulus
si sarebbe voluto
tagliare la lingua, un istante dopo aver pronunciato quelle due parole.
Si era
lasciato scappare la verità davanti a Sirius, che rimase di
stucco e infine
disse:
“Che
significa? Non vuoi più essere
un Mangiamorte?”
Regulus provò ad andarsene un’altra volta, ma l’altro lo fermò, afferrandolo per le spalle.
“Per
la barba di Merlino,
Regulus, che cosa ti sta succedendo?”
“Niente”
rispose lui, evasivo.
“Te
l’avevo detto, accidenti!”
sbottò Sirius, infuriato. “Ti avevo detto che era
una follia! Cosa diamine ti è
venuto in mente! Idiota, perché ti sei unito a Voldemort?
Dimmelo, avanti!”
“Non
sono affari tuoi”.
“Tu
non capisci, ora rischi di
essere ucciso da quell’Oscuro Signore che ammiravi
tanto!”
“Come
se te ne importasse
qualcosa” replicò l’altro.
Sirius aprì la bocca e la richiuse, senza emettere alcun suono. Non riusciva a distendere la fronte corrugata né a pensare qualcosa d’intelligente da dire.
“Non
lo crederai sul serio?”
chiese infine.
“Perché,
secondo te cosa dovrei
pensare? Sei stato tu a dimostrarlo, mi sembra. Lasciami,
adesso”.
Sirius non gli diede retta e continuò a trattenerlo.
“Senti,
lo sai che Voldemort non
accetta cambiamenti d’idea tra i Mangiamorte. Ti
farà fuori se ti tirerai
indietro. L’Ordine della Fenice però
può nasconderti, devi solo volerlo”.
“Ma
io non voglio” replicò
Regulus, pensando l’esatto contrario.
“Non
cambierai mai. Come puoi
essere talmente orgoglioso da rischiare la vita pur di non abbassarti a
chiedermi aiuto? È per questo che sei venuto, vero? Solo che
ti sentiresti
umiliato a chiedermi un favore!”
“Non
è per questo. Anche se
volessi, non potrei farmi aiutare”.
“Perché?
Hai scoperto qualcosa
che non dovevi? Mi vuoi dire cos’è
successo?” insistè Sirius.
Per
un solo, folle, istante
Regulus fu tentato di raccontargli tutto sugli Horcrux. Era
così stanco di
quella storia che doveva tenere assolutamente segreta. Era terrorizzato
al solo
pensiero di morire, ma ancor più del dolore che avrebbe
preceduto quel momento.
Qualunque
speranza era vana ma
ogni volta non poteva fare a meno di desiderare di essere salvato.
Guardò Sirius e per la prima volta dopo anni riuscì a vedere un’espressione ansiosa nei suoi occhi. Era preoccupato per lui, cosa che non avrebbe mai creduto potesse succedere.
Regulus
era proprio sul punto di
cominciare a raccontare, quando si bloccò improvvisamente.
Solo
adesso si rendeva conto di
quanto volesse bene a suo fratello e di quanto gli fosse mancato negli
ultimi
due anni.
Perché me ne
sono accorto soltanto
adesso? Ah, già, perché siamo dei
perfetti imbecilli, tutti e due.
Comunque, ora che l’aveva capito, sarebbe stato così vigliacco da metterlo in pericolo, dopo che aveva tenuto nascosta ogni cosa a tutti quelli cui teneva? Anche se Sirius era protetto dall’Ordine, chi gli assicurava che Voldemort non lo avrebbe catturato? In fondo anche i McKinnon facevano parte dell’Ordine della Fenice.
E guarda che fine hanno fatto, si disse Regulus.
No, preferiva che Sirius continuasse a ritenerlo un vile per tutta la vita piuttosto che farlo morire per una sua debolezza momentanea.
“È
successo…” esordì, “che
essere
un Mangiamorte è diverso da come mi sarei aspettato.
Perciò ho avuto paura e ho
cambiato idea. Niente di più”.
“È
possibile che tu non abbia
nemmeno un briciolo di coraggio?” chiese Sirius, scrollando
la testa.
“No,
non ne ho. Sono un
vigliacco, va bene?” replicò Regulus, voltandosi
di scatto per non fargli
vedere che aveva le lacrime agli occhi, la gola che gli bruciava nello
sforzo
di trattenerle.
“E
allora cosa intendi fare?
Scapperai come un coniglio?”
“Può
darsi, ancora non lo so…”
“Bè,
allora ti conviene farlo al
più presto, prima che ti trovi Lui…”
Rimasero in silenzio per parecchio tempo. Regulus non avrebbe voluto che a Sirius restasse di lui solo il ricordo di un fratello codardo, ma non aveva molta scelta.
“Devo
andare” disse, con la voce
rauca.
“Reg,
fai sempre in tempo a
cambiare idea” gli disse Sirius. “Possiamo davvero
nasconderti, pensaci. Sai
dove trovarmi”.
Regulus annuì.
“Ci penserò”.
Seguì una pausa d’imbarazzo. Sirius aveva l’orrenda sensazione che non avrebbe più rivisto suo fratello. Regulus invece ne aveva la certezza.
Fino a poco tempo prima, non avrebbe mai creduto di poter fare una cosa del genere ma, ora che stava vivendo le sue ultime ore, molto di ciò che in passato gli era parso importante sembrava veramente stupido, a partire dall’orgoglio.
Fu così che, dopo non poche esitazioni, Regulus abbracciò suo fratello, senza esagerare, ma quanto bastava per mettere da parte tutti quegli anni che avevano perso litigando.
Sirius sul momento rimase rigido, basito per la sorpresa, poi ricambiò l’abbraccio, riscoprendo una sensazione che aveva imparato a dimenticare troppo presto.
Quando il fratello minore provò a staccarsi, Sirius lo trattenne, stringendolo ancora di più. Non si sentiva ancora pronto per lasciarlo andare, e anche a lui cominciava a bruciare la gola nel tentativo di restare impassibile, cercando di non pensare che, se Regulus aveva scelto proprio quel momento per porre fine alle loro eterne lotte, quello doveva essere davvero il loro ultimo incontro.
*Angolo autrice*
Per
l’ultima parte del capitolo mi sono
ispirata a: Così
diversi
così uguali di Nikki
Potter
dirkfelpy
(visto? Sei stato accontentato. Te l'avevo detto che qualcosa sarebbe
successo! Riguardo all'attrice, si pensava che potesse fare Narcissa,
ma alla fine hanno scelto un'altra veramente inguardabile: potrebbe
essere la nonna di Draco, non la madre, e ha i capelli -reggiti forte-
un po' neri e un po' biondi, tipo Crudelia de Mon... Basta che tu la
cerchi su Google e capirai cosa intendo. Ecco perchè sono
rimasta attaccata alla prima scelta: Narcissa dovrebbe essere
bellissima, e l'ho sempre immaginata come Naomi Watts)
LMP
(quelle parole che Regulus dice a Narcissa le avevo pensate
già mentre scrivevo il primo capitolo: dovevano esserci
assolutamente, perchè Regulus e Draco in qualche modo sono
accomunati dall'essersi pentiti di essere diventati Mangiamorte, anche
se Draco non è certo coraggioso e generoso quanto Reg,
ovviamente)
Pervinca
Potter 97 (ihih grazie mille, sei sempre gentilissima!
Evvai, Narcissa ti è piaciuta! Anche lei è tra i
personaggi che preferisco!)
Basta_MarySue
(grazie, sono commossa!)
_Mary
(sì, ho voluto proprio spiegare perchè non avesse
chiesto l'aiuto di nessuno, e non penso che sia stato solo l'orgoglio a
farlo agire da solo, visto che ha impedito che la propria famiglia
sapesse la verità proprio per proteggerla)
PanTere94
(grazie mille! Ovviamente la spiegazione sugli Horcrux sono andata a
rivederla sui libri, anche se ho cercato di dirlo a parole mie!)
MEISSA_S
(ti ringrazio come sempre della recensione, e colgo l'occasione per
dirti che ho stampato gli ultimi tre capitoli di That love... quindi mi
manca pochissimo per mettermi in pari!)