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Autore: Alohomora    14/05/2009    10 recensioni
"Sì Hermione, credo che ormai l'avrai capito, Sirius era mio marito e il padre di mio figlio, ma lascia che ti racconti tutto dall'inizio..."
Vincitrice del primo turno dell'HP FINAL CONTEST per le seguenti categorie: Miglior FF Primo Turno - Miglior FF What If - Miglior Personaggio Maschile (Sirius Black) - Miglior Coppia (Sirius/Rebecca) - Miglior Scena Relativa al Tema Proposto - Miglior Scena in Assoluto
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Arthur/Molly, Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 40 - Riunione di famiglia





Riunione di famiglia
 

Rebecca e Jupiter tornarono a ricevere posta via gufo per la prima volta dopo tanti anni, e il primo messaggio arrivò da Arthur e Molly che stavano organizzando una riunione di famiglia alla tana per festeggiare il loro ritorno nel mondo magico.
George spedì a Jupiter una scatola che conteneva un campionario dei migliori fuochi d'artificio prodotti dai Tiri Vispi Weasley, mentre Harry si Materializzò direttamente da loro con tutta la sua famiglia per consegnare il suo regalo di compleanno a Jupiter: un bellissimo gufo reale che gli sarebbe stato utile per scrivere e ricevere posta una volta giunto ad Hogwarts.
Per Rebecca fu emozionante rivedere Ginny e conoscere finalmente James Sirius e Albus Severus e Ginny si rese conto che, da quel momento, Jupiter avrebbe fatto parte della sua famiglia esattamente come ne faceva già parte Teddy.
Anche Jupiter, come Harry, era stato costretto a lasciare il mondo magico e a vivere tra i Babbani quando aveva solo un anno, ma era sempre stato consapevole della sua natura magica e, grazie alle fotografie e ai racconti di Rebecca custodiva vivo nel cuore il ricordo di suo padre.
La lettera da Hogwarts non lo aveva colto impreparato perchè
Jupiter aveva imparato tutto ciò che c'era da sapere su Hogwarts e sul mondo magico grazie ai libri della biblioteca di zio Alphard, ma fu brutto colpo per lui quando Harry gli disse che non bastava conoscere a memoria le formule dei principali incantesimi o gli ingredienti delle pozioni più importanti per considerarsi un mago di primo livello.
A
vrebbe dovuto imparare a gestire i suoi poteri per poterli usare al meglio, e per fare questo avrebbe dovuto studiare sodo.
Tutto questo aveva smorzato un po' gli entusiasmi di Jupiter anche se Harry si era affrettato a rassicurarlo ricordandogli che Sirius Black era stato uno degli studenti più brillanti di Hogwarts e che di sicuro aveva ereditato le sue capacità.

In quell'occasione Harry aveva anche visitato il castello di Alphard, e Jupiter ne approfittò per inaugurare nel parco i fuochi d'artificio che gli aveva inviato George per la gioia di James Sirius e Albus Severus che gradirono lo spettacolo più di ogni altra cosa.
Rebecca e Jupiter non abitavano nel castello dato che la loro vita si svolgeva nel mondo dei Babbani però vi si recavano spesso, soprattutto durante i fine settimana, e per Jupiter era sempre stato un vero tormento non poter rivelare ai suoi compagni di scuola che il castello della leggenda di Castleblack esisteva davvero... ed era suo!
All'inizio era stato difficile per Rebecca spiegare a suo figlio che doveva mantenere segreta l'esistenza del mondo magico, e in attesa che fosse sufficientemente grande per capirlo aveva detto ad amici conoscenti ed insegnanti che il suo bambino aveva una fantasia molto sviluppata e amava inventare favole che parlavano di streghe, incantesimi... e maghi che si trasformavano in animali!
"A Castleblack ci sono bambini che conoscono le fiabe di Beda il Bardo" disse Rebecca a Harry. "Quando Jupiter andava all'asilo chiedeva sempre alla sua maestra di raccontargli la fiaba del mago e del pentolone salterino, e così ho dovuto portare il libro in classe e raccontare che il padre di Jupiter lo aveva ricevuto in dono da sua nonna quando era bambino... Da quando ho incontrato Sirius ho sempre dovuto raccontare delle mezze verità... Jupiter si è sempre lamentato di questo, se fosse per lui abolirebbe lo Statuto di Segretezza! Alla fine ho risolto il problema comprandogli le scatole dei giochi di magia che usano i bambini Babbani e tutti mi facevano i complimenti perchè Jupiter era bravissimo, soprattutto con le carte... Alle feste di compleanno e alle recite scolastiche doveva sempre esibirsi, e puoi solo immaginare quanto fosse felice di farlo e mostrarsi per quello che veramente era anche se nessuno lo capiva!"

Jupiter portò Harry a visitare una stanza che era stata arredata su misura per un adolescente, e alle cui pareti c'erano numerosi poster dei Cannoni di Chudley.

Allora alla fine Teddy è riuscito a convincerti a fare il tifo per loro?” chiese Harry divertito poi però, guardando meglio, si rese conto che in quei poster era ritratta la formazione dei Cannoni di Chudley del 1995. 
"Questa non è la mia stanza, è la tua! E' la stanza che pa aveva preparato per te!" gli disse Jupiter lasciandolo senza parole.
"Sono andata a Diagon Alley insieme a Remus a comprare i poster della tua squadra del cuore" gli spiegò Rebecca. "Sirius per forza dell'abitudine li ha attaccati alla parete con un Incantesimo di Adesione Permanente, e comunque non li avrei mai tolti perchè Jupiter si è sempre divertito un mondo a vederli volare sulle loro scope!"
Harry notò, ancora una volta, che Rebecca parlava quasi sempre di Sirius usando il presente, come se fosse uscito di casa da pochi minuti per farne subito ritorno, e non riusciva a darle torto.
Anche lui era stato a lungo convinto che un giorno avrebbe rivisto Sirius, che se solo avesse alzato il Velo all'Ufficio Misteri lo avrebbe trovato dall'altra parte, e a casa di Rebecca si era spesso sorpreso a guardarsi intorno, quasi si aspettasse di vederlo uscire dalla stanza accanto.
Era la stessa sensazione che provava tutte le volte che gli capitava di recarsi a Grimmauld Place.

"L'Incantesimo di Adesione Permanente era il marchio di fabbrica di Sirius" ricordò sorridendo Harry. "Quando siamo tornati a Grimmauld Place ci siamo ripetutamente chiesti quando Sirius avesse appiccicato quelle decorazioni rosso e oro sulle tende di Walburga. Nessuno di noi riusciva a ricordarselo, e quindi eravamo giunti alla conclusione che lo avesse fatto quando eravamo già tornati ad Hogwarts! E invece... "
"E invece ecco qua!" gli aveva detto Rebecca mostrandogli l'album di nozze, e lei e Harry si abbandonarono ai ricordi senza però mai nominare l'Ufficio Misteri e tutto ciò che ne era seguito.
Un giorno lo avrebbero fatto, ma al momento per loro era più importante ricordare i momenti felici vissuti con Sirius e riallacciare quel legame che il destino aveva spezzato prima che potesse definitivamente consolidarsi, e la riunione di famiglia alla Tana diede finalmente a Jupiter la possibilità di incontrare di nuovo tutte le persone che aveva conosciuto durante i suoi primi mesi di vita.
Ma questa casa è pazzesca!” esclamò Jupiter al colmo dell'entusiasmo non appena si trovò davanti all'abitazione dei Weasley insieme a sua madre a e ai suoi nonni, anche loro invitati da Molly e Arthur.
Rebecca non ebbe nemmeno il tempo di dare uno sguardo alla Tana perché venne letteralmente travolta dall’abbraccio di Molly che aveva aspettato impaziente sulla soglia il loro arrivo.
Molly… “ disse Rebecca con un filo di voce, ma non fu in grado di aggiungere altro perché la signora Weasley era un fiume in piena e piangeva senza ritegno mentre la stringeva fino a quasi a soffocarla.
"Mi dispiace tanto Rebecca... Mi dispiace... "
"E a me dispiace per Fred... " disse Rebecca sentendo un nodo in gola e lottando disperatamente per non cedere alle lacrime.
Il dolore di Molly era sincero, ma Rebecca voleva che quella serata fosse una festa per Jupiter.

Desiderava che Sirius venisse ricordato con un sorriso, lei stessa amava ricordarlo audace ribelle e Malandrino e aveva fatto in modo che anche Jupiter serbasse nella sua memoria solo il meglio di suo padre, e così, sperando rasserenare gli animi, chiamò Jupiter affinchè si avvicinasse.
"Vediamo un po' se lo riconosci!" disse Rebecca sorridendo orgogliosa, ma l'effetto non fu quello che sperava, perchè Molly impallidì violentemente e per un attimo sembrò sul punto di svenire.
"Tu... Lui... Vi somigliate... Era un bravo papà, ti voleva bene, me lo ricordo quando ti prendeva in braccio e ti faceva giocare... " disse avvicinandosi a Jupiter con il chiaro intento di abbracciarlo, e Jupiter, d'istinto, si rifugiò dietro Rebecca e Harry.
"Harry, per piacere, riaccompagna la mamma in casa" disse Ginny avvicinandosi e prendendo in mano la situazione. "Scusa Rebecca, ma la mamma da quando ha riacquistato la memoria è un po'... scombussolata!" concluse sorridendo nervosamente.
Molly aveva inziato a provare i primi rimorsi alla fine della guerra era perchè, dopo la morte di Fred, aveva sofferto anche lei di quegli "attacchi di broncio" di cui soffriva Sirius quando stava a Grimmauld Place, e non si dava pace per aver sottovalutato le sue sofferenze e per aver liquidato in quel modo la sua depressione scambiandola per il capriccio di un ragazzino viziato.
Si era resa conto di non aver mai parlato veramente con Harry dopo la scomparsa del suo padrino per chiedergli come si sentiva, perchè Harry sembrava aver reagito bene dato che non ne parlava mai.
Soltanto dopo aveva capito che il dolore di Harry era talmente grande da togliergli il respiro e le parole.

Ritrovare Rebecca e riacquistare la memoria le stava costando parecchie notti insonni, perchè era perseguitata dal ricordo di quella orribile frase pronunciata a Grimmauld Place: "Non sei stato in grado di prenderti cura di Harry quando eri ad Azkaban!"
Molly... non pensarci più, è successo tanto tempo fa... Alla fine avevamo fatto pace, ricordi?“ disse Rebecca. “Harry mi ha raccontato quello che hai fatto durante la Battaglia di Hogwarts... sei stata molto coraggiosa, e non ti nascondo che è un sollievo per me sapere che Bellatrix non c'è più... anche se nessuno potrà mai ridarmi Sirius... “
Jupiter trasalì sentendo quelle parole e strinse forte la mano di Rebecca che provò una fitta al cuore: le cose non stavano andando per il verso giusto, non era così che aveva immaginato quella serata... 

"Molly, Arthur... che piacere rivedervi!" esclamarono Paul e Isabel avvicinandosi, e Rebecca tirò un sospiro di sollievo perchè la presenza dei suoi genitori contribuì a rasserenare l'atmosfera.
Isabel donò a Molly un libro di ricette Babbane, e Arthur si entusiasmò come un bambino quando venne invitato allo stadio da Paul per andare a vedere i Glasgow Rangers la domenica successiva.
"Allora cugino... vogliamo giocare o no a Quidditch?"
Jupiter si voltò e sorrise a Teddy che era arrivato in quel momento in compagnia di Andromeda.
Aveva passato anni a sognare davanti al poster dei Cannoni di Chudley, e quando aveva scoperto di saper volare aveva passato ore ad esercitarsi nel volo sulla scopa di zio Alphard nel parco del castello, ma non aveva mai potuto destreggiarsi tra i Bolidi, non aveva mai visto una Pluffa e, soprattutto, non aveva mai provato l'emozione di stringere tra le dita il Boccino d'Oro.
Perchè Jupiter aveva deciso che avrebbe fatto il Cercatore, e nient'altro.
Non sapeva come mai fosse così convinto che quello era il suo ruolo, lo sapeva e basta, era qualcosa che faceva parte di lui, ce l'aveva nel sangue, se lo sentiva.
Ora per Jupiter era giunto il momento di cominciare a fare sul serio, anche se si trattava di una semplice partitella fra amici.
"Sono pronto!" esclamò con entusiasmo e, con la vecchia scopa di zio Alphard sulla spalla, raggiunse il campo dei Weasley con Teddy al suo fianco.
"Se permetti, Jupiter, per la tua prima partita vorrei che tu usassi questa" disse Harry sorridendo e porgendogli un manico di scopa che fece sgranare gli occhi a Teddy.
"No! Non ci credo! Questa è la tua Firebolt del 1993! All'epoca cavalcare questa scopa era il massimo per un Cercatore!" esclamò Teddy mentre i suoi capelli diventavano di un rosso acceso, e iniziò ad illustrare tutte le caratteristiche principali di quel manico di scopa a beneficio di Jupiter.
Teddy era un vero esperto in scope da Quidditch, e per il suo ultimo compleanno aveva ricevuto in dono da Harry una Baby Nimbus, il manico di scopa più ambito dai bambini al di sotto dei dieci anni, anche se il suo sogno proibito restava sempre la Firebolt 3000, e sperava che Harry gliela regalasse il giorno in cui sarebbe finalmente andato a Hogwarts.
Teddy era anche una vera e propria enciclopedia vivente per quel che riguardava il Quidditch, in grado di citare a memoria le formazioni di tutte le principali squadre e i vincitori dei campionati degli ultimi dieci anni, e in quei pochi giorni aveva già provveduto ad aggiornare le conoscenze di Jupiter, che era in possesso di una copia piuttosto vecchia del Quidditch attraverso i secoli, ma purtroppo non era riuscito a convertirlo alla sua fede.
I Cannoni di Chudley non se la passavano bene quell'anno mentre il Puddlemere United aveva vinto tutto, e poi nonna Andromeda aveva anche avuto la bella idea di mostrare a Jupiter una foto di lei bambina in braccio a zio Alphard nella sua divisa da Battitore del Puddlemere.
A Teddy non era rimasto altro da fare se non accettare la sconfitta.

"Questa è una scopa molto speciale" spiegò Harry a Jupiter. "La usavo quando ho vinto il mio primo Torneo di Quidditch ad Hogwarts e quando ho sconfitto l'Ungaro Spinato al Torneo Tremaghi. Ho ricevuto solo due manici di scopa in regalo nella mia vita, la prima volta avevo un anno, la seconda volta 13 anni e, in entrambi i casi, è stato tuo padre a regalarmeli. Credo non ci sia scopa più adatta per la tua prima partita di Quidditch!" 
"Davvero te l'ha regalata papà?" chiese Jupiter incredulo
ed esitò un po' prima di prenderla in mano.
Quella rivelazione di Harry lo aveva turbato, si sentiva strano, si sentiva confuso, aveva voglia di ridere, voglia di piangere... voglia di volare.
Con gesto sicuro afferrò la Firebolt e vi montò sopra, e rapido come il vento sfrecciò verso Rebecca urlando entusiasta "Mamma! Indovina un po' che scopa è questa!?"

Rebecca tornò immediatamente col pensiero alla lettera di Harry che aveva intercettato per caso quando ancora pensava che Felpato fosse il suo cane.
Quella lettera aveva spinto Sirius a rivelarle la sua identità dando così inizio alla loro storia d'amore, e proprio con quella lettera Harry ringraziava Sirius per avergli donato la Firebolt.
Ed ecco che ora il cerchio si chiudeva, con Jupiter che volava felice su quel manico di scopa che Harry aveva conservato tra i suoi ricordi più cari.

"Quel ragazzo è nato per volare!" pensò Harry mentre lo guardava allontanarsi.
Teddy si mise davanti alla sua porta, e chiese a Jupiter di giocare nella sua squadra meravigliando non poco Harry: di solito Teddy pretendeva sempre di avere lui come Cercatore.
Alla formazione si unirono George e Angelina, impegnati come al solito nei loro rispettivi ruoli di Battitore e Cacciatore.

Harry giocò quindi come Cercatore nella squadra avversaria insieme a Ginny Cacciatore, Ron Portiere e Bill Battitore.
“Avanti Vicky, libera il Boccino!" disse Bill alla sua bimba, Victoire, di soli sei anni.
Bastò quello per far sì che Jupiter dimenticasse tutto il resto: era giunto per lui il momento di mettersi alla prova e di dimostrare quel che valeva, perchè lui era nato per volare, e per volare in alto.
All'inizio Jupiter commise il classico errore del Cercatore inesperto perchè iniziò a girare come un forsennato per il campo di gioco scrutando l'orizzonte alla ricerca del Boccino che sembrava essere scomparso nel nulla.
Era importante per un Cercatore mantenere i nervi saldi e il sangue freddo, ma in quel momento l'ebbrezza del primo volo libero e l'emozione di giocare la sua prima partita a cavallo di una scopa tanto speciale impedivano a Jupiter di essere razionale e calcolatore come ci si aspettava da lui.
Harry afferrò il Boccino senza difficoltà, e Jupiter non la prese affatto bene.
"Su, non prendertela" gli disse Harry per incoraggiarlo, ma vedendo la delusione dipinta sulla faccia di Jupiter si rese conto che aveva davanti un vero membro della famiglia Black, e la cosa lo divertì.
"Quanto mi ricorda Regulus... " sospirò Andromeda mentre seguiva la partita accanto a Rebecca.
"Regulus?" esclamò Rebecca, e Andromeda le sorrise.
"Lo so cosa stai pensando... Regulus Black era un Mangiamorte, come può mio figlio somigliare a lui? Non preoccuparti Rebecca, è normale... Sai così poco della famiglia Black, hai avuto così poco tempo per conoscere tutta la nostra storia, e sinceramente non ti dò torto se non hai una grande opinione della Nobile Casata visto che io per prima sono fuggita da tutto e da tutti! E con quella cara suocera che ti sei ritrovata a Grimmauld Place, poi! " disse Andromeda ridendo ma, all'improvviso, si fece seria e proseguì con una frase che a Rebecca suonò incomprensibile: "Erano tante le cose che Sirius non sapeva sul conto di suo fratello... " concluse con la voce che tremava leggermente.
Rebecca notò il suo turbamento, ma prima che potesse fare qualsiasi domanda Andromeda riacquistò il controllo delle sue emozioni.
"Ma non è questo il momento nè il luogo più adatto per parlare dei nostri torbidi segreti di famiglia!" disse sorridendo e riacquistando un tono leggero. "Questo è il debutto di Jupiter nel mondo magico, è la sua prima partita di Quidditch, per il resto ci sarà tempo, perchè immagino che anche tu vorrai saperne di più su noi Black, dopotutto tuo figlio è l'ultimo erede! E mi ricorda Regulus perchè l'ho visto volare tantissime volte, e posso dirti con assoluta certezza che è da lui che Jupiter ha ereditato il talento per il Quidditch!"
"E' vero, anche il fratello di Sirius era un Cercatore!" esclamò Rebecca ricordando all'improvviso la foto che Regulus aveva appeso nella sua camera da letto a Grimmauld Place.
L'aveva vista solo una volta, poi Sirius aveva chiuso a chiave la porta dicendo che nessuno avrebbe dormito lì dentro, e Rebecca non aveva fatto domande: sapeva quanto doloroso fosse l'argomento per lui.

"Era un Cercatore di grande talento!" proseguì nel frattempo Andromeda. "Se la cara zia Walburga fosse stata sana di mente lo avrebbe incoraggiato ad unirsi al Puddlemere United e non ai Mangiamorte! Regulus considerava sua madre la persona più importante al mondo, e questo è un altra cosa che ha in comune con tuo figlio, ma Jupiter è stato molto più fortunato. Tuo figlio è legatissimo a te e si vede, e tu lo adori, lui è tutta la tua vita e io ti capisco Rebecca, capisco quello che provi, perchè anche Teddy è stato la mia salvezza... se non ci fosse stato lui... "
Rebecca e Andromeda si scambiarono uno sguardo d'intesa, e non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Entrambe avevano visto i loro sogni e la loro vita distrutte in pochi istanti, ed entrambe avevano trovato negli occhi di un bambino la forza per rialzarsi e continuare a vivere.

Andromeda iniziava a volere bene a Rebecca e approvava la scelta che aveva fatto Sirius, felice che suo cugino avesse avuto alla fine un po' di serenità, e vedeva molto di lui in Jupiter a cui spesso veniva spontaneo chiamarla “nonna” come faceva Teddy, e Andromeda era ben felice: “Visto che Walburga non vuole avere niente a che fare con Jupiter il suo posto lo prenderò io... dopotutto adesso sono io la donna più anziana ancora in vita della famiglia Black!”
Anche Rebecca iniziava a provare affetto per Andromeda e adorava Teddy, esuberante e vivace come Ninfadora, dolce e gentile come Remus, i suoi amici tanto amati e mai dimenticati.

"Hai fatto un buon lavoro Rebecca, hai reso Jupiter consapevole di quello che è, hai mantenuto vivo in lui il ricordo di suo padre. Anche tu l'hai reso orgoglioso di essere un Black, ma tu hai saputo amarlo e guidarlo nella giusta direzione, tu gli hai dato i giusti valori, e anche Sirius sarebbe stato un buon padre, ne sono certa!" disse ancora Andromeda.
"Sirius adorava Jupiter" disse Rebecca. "Aveva molti progetti per lui, molti sogni... Desiderava dargli tutto ciò che non aveva ricevuto da suo padre! Ha avuto poco tempo per stare con suo figlio, ma ha saputo comunque lasciare il segno... Jupiter è orgoglioso di essere un Black perchè per lui essere un Black significa essere figlio di Sirius. Ha sentito molto la sua mancanza, forse più di quanto io possa immaginare. Per lui tornare nel mondo magico è stato un po' come ritrovare suo padre!”
All'improvviso delle urla concitate riportarono la loro attenzione sulla partita in corso.
“Ma secondo voi è normale tutto questo?” strillò Rebecca che temeva di vedere suo figlio sfracellarsi al suolo mentre rincorreva Harry sulla scopa in un testa a testa entusiasmante per accaparrarsi il Boccino d'Oro.

Era già la terza volta che il Boccino gli sfuggiva e Jupiter era più che mai deciso ad avere la meglio e così, senza mostrare paura ed esitazione, raggiunse Harry e, fulmineo, gli tagliò la strada, tanto che Harry dovette fare del suo meglio per non cadere dalla scopa mentre Jupiter afferrava il Boccino con un urlo di trionfo e veniva raggiunto in volo ed abbracciato da un altrettanto urlante Teddy che sfoggiò per l'occasione una cresta di capelli di un arancione abbagliante.
Quella sera Jupiter fece fatica a prendere sonno perché non riusciva a smaltire del tutto l'adrenalina che gli era entrata in circolo durante la sua prima partita di Quidditch, e faticava a gestire le emozioni che si agitavano nel suo cuore da quando aveva fatto ritorno nel mondo magico.

Rebecca se ne accorse, così entrò nella camera di suo figlio e lo trovò nel suo letto, intento a seguire con lo sguardo il Boccino che aveva conquistato quella sera e che ora svolazzava in lungo e in largo sul soffitto.
"Cosa c'è, tesoro? Non riesci a dormire?" chiese sedendosi sul bordo del letto e accarezzandogli i capelli.
"Mamma ma allora io... sono un mago davvero?" chiese fissandola intensamente con i suoi occhi grigi e fermando per un istante il cuore di Rebecca che ogni volta ritrovava lo sguardo di Sirius negli occhi di suo figlio.
"Ma certo che lo sei... Lo sei sempre stato..." gli disse sorridendo dolcemente.
"Sì, lo sapevo però... Però è strano! Harry, Teddy, tutti gli altri... Li abbiamo ritrovati, come mi dicevi tu! E tutto quello che so fare... Insomma, è magia davvero!" disse Jupiter incapace di spiegare ciò che si agitava nel suo cuore, ma Rebecca lo comprese perfettamente.
"Anch'io all'inizio non riuscivo a credere che papà fosse davvero un mago. Te l'ho raccontato tante volte, all'inizio pensavo che fosse solo il mio cane, mai avrei immaginato... Tuo padre aveva gli stessi poteri che hai tu e che presto imparerai ad usare, e lo saprai fare bene, vedrai!"
Sarebbe stato bello se ci fosse stato anche lui a vedermi volare oggi... “ disse Jupiter, e Rebecca lo abbracciò sentendo un nodo in gola.
“Ma papà era con te... ti ricordi del sogno, vero? Cosa ti aveva detto?”
“Che lui è qui... “ disse Jupiter mettendosi la mano sul cuore.
“Non dimenticarlo mai, soprattutto quando sarai a Hogwarts. Sono sicura che lo sentirai ancora più vicino quando sarai laggiù”.
“Hogwarts... non vedo l'ora!” disse Jupiter tornando a sorridere. "E tu vieni qui!" disse chiamando il Boccino d'Oro che gli si posò docile in mano continuando ad agitare le ali.

Rebecca gli augurò la buonanotte e uscì dalla stanza, e Jupiter si addormentò con il Boccino stretto in mano e nei suoi sogni cavalcò di nuovo la Firebolt che Harry gli aveva alla fine regalato e che ora stava appoggiata sul pavimento ai piedi del suo letto.
   
 
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